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Autore: BlackSong00    29/08/2014    2 recensioni
'Era una giornata diversa dal solito, anche troppo. Tra qualche ora mi sarei imbarcata sul volo per Buenos Aires, e , finalmente, dopo quattro anni, avrei potuto rincontrare la mia amata nipotina e...lui.
Il varco con il mio passato si sarebbe riaperto, d'altronde era inevitabile!
Non sapevo come avrei reagito una volta che ci saremmo incontrati, ne come lo avrei affrontato. Ma quel che sapevo era che lo amavo, e, anche dopo quattro anni lontana da lui, non ero riuscita a soffocare i miei sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angie, German, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~Ti amo e ti amero’ sempre!~ disse German, mentre si avvicinava pericolosamente a me con l’intento di baciarmi.
~Anche io, ti amo German Castillio.~ dissi, baciandolo.
~Vuoi sposarmi?~ chiese subito dopo, lasciandomi a bocca aperta.
 
All’improvviso il suono assordante della sveglia mi fece sobbalzare. Cavolo, ci mancava soltanto che lo sognassi! Era proprio un sogno, un sogno nel vero senso della parola. Stavo seriamente impazzendo!
Qualcuno, pero’, mi distolse dai miei pensieri entrando in camera.
-Buongiorno amore, dormito bene?- chiese, sedendosi vicino a me e baciandomi una guancia.
-Si…benissimo!- dissi, accennando un fintissimo sorriso e avviandomi verso l’armadio per scegliere cosa indossare.
-Comunque, oggi partiro’ per una conferenza a La Plata,quindi credo di tornare domani mattina.- disse.
-Okay, non preoccuparti.- dissi baciandolo, per poi andarmi a cambiare in bagno.
-A domani amore!- disse lui, prima di lasciare l’appartamento.
 
 
-Buongiorno piccolina! Accomodati, hai gia’ fatto colazione?- chiese Olga, con un gran sorriso.
-No, ma avevo intenzione di farla al bar piu’ tardi!- risposi entrando in casa.
-Non se ne parla! Vieni, accomodati e fai colazione con noi…- disse Olga, strattonandomi in sala da pranzo.
-Buongiorno zietta!- disse Violetta, entrando in sala.
-Buongiorno!- riposi dandole un bacio sulla guancia.
-Che ci fai qui?- chiese curiosa.
-Sono venuta a prendere la nipote piu’ bella del mondo per portarla allo Studio, ma Olga mi ha praticamente costretta a fare colazione qui!- dissi, facendo l’occhiolino a quest’ultima.
-Che bello, come i vecchi tempi!!- disse, abbracciandomi.
-Buongiorno…- disse German, entrano nella sala e non accorgendosi della mia presenza, perche’ troppo concentrato a leggere il suo giornale.
-Buongiorno.- rispondemmo in coro io e Violetta.
-Ah, Angie…qual buon vento ti porta da queste parti? Leo ha allentato le briglie?- chiese con fare provocatorio, accorgendosi della mia presenza.
-Ma come siamo spiritosi di prima mattina! E comunque, per la cronaca,Leo e’ a una confereza a La Plata.- riposi con il suo stesso tono.
-E allora perche’ non l’hai accompagnato?- chiese Violetta, con fare da interrogatorio.
-E’ un interrogatorio per caso?- dissi scherzando.
-Diciamo di si…- rispose Violetta sorridendomi.
-Non ci sono andata perche’…non mi piacciono particolarmente le conferenze…- dissi rimanando sul vago.
-Io sapevo che ti affascinavano…- disse German, intento a leggere il suo giornale.
Difatti ero andata proprio con lui alla mia prima conferenza. Ricordo che aveva dimenticato una cartellina a casa e io dovetti potrargliela e poi…gli caddi addosso e stavamo quasi per…insomma, per baciarci. Da quando sono partita per la Francia, invece, le odio profondamente. Mi ricordano troppo quel giorno e…lui.
Come faceva a ricordarselo ancora? Riusciva sempre a stupirmi quell’uomo.
-Sai, le persone in cinque anni cambiano…anche se alcune rimangono tali e uguali…- dissi, con un tono pungente.
-Io credo che tutti, a modo loro, cambiano: bisogna solo capire in che modo.- disse, con un piccolo ghigno stampato in volto.
Silenzio. Dopo quelle parole calo’ il silenzio. Violetta era l’unica che non ci capiva niente, e, poverina, anche io al posto suo sarei stata abbastanza confusa.
-Em…bene, prendo le mie cose e andiamo allo Studio…- disse, andando in camera sua.
-German, potrei parlarti?- dissi, nascondendo il mio imbarazzo nel restare sola con lui.
-Certo, dimmi.- rispose.
-Come hai potuto trattare Leo in quel modo? Non capisci che comportandoti cosi’ non farai altro che allontanare gli altri da te?- dissi tutt’un fiato.
-So quello che faccio, colui che si dovrebbe preoccupare e’ solo il tuo fidanzatino. Lui ha TUTTO da peredere, io no. Buona giornata cognatina.- disse con un ghigno e andando nel suo studio.
Che cosa intendeva con quelle parole? E perche’ aveva puntualizzato “Tutto”? Ah, non ci sto’ capendo piu’ niente.
-Sono pronta zia…e’ successo qualcosa? Hai una faccia…- disse Violetta, scendendo velocemente le scale e dirigendosi verso la porta.
-N-No, non e’…successo niente…- dissi, ancora sconvolta dalle parole di German.
-Ti conosco bene…che e’ successo?- chiese Violetta, intuendo l’evidenzia.
-Ti racconto piu’ tardi…ora sbrighiamoci e andiamo allo studio!- dissi, accennando un sorriso e facendo l’occhiolino a Violetta.
 
Lo Studio On Beat era particolarmente affollato, cosi’ decisi direttamente di entrare in sala professori per cercare Pablo.
Entrai ed era seduto alla scrivania, mentre appuntava qualcosa su dei post-it.
-Buongiorno!- dissi, sorridendo amaramente.
-Hei, buongiorno!- rispose Pablo ricambiando il mio sorriso.
Ci accomodammo entrambi, e dopo aver parlato un po’ di Parigi e della mia carriera, arrivammo al tasto dolente e motivo per il quale ero li’: il suo comportamento.
-E invece tu…stai bene?- chiesi timorosamente.
-Se ti riferisci al mio comportamento…bhe’…c’e’ un motivo in realta’!-disse.
-Andiamo, ti ascolto…- dissi.
-Innanzitutto vorrei chiederti scusa, non dovevo scaricare tutto il mio stress con te, che non c’entravi niente.- disse con un’espressione dispiaciuta.
-Scuse accettate, ma…non mi hai ancora detto il motivo di “tanto stress”!- dissi, facendoli notare l’evidenzia.
-Ah, gia’…Jakie.- disse abbattuto.
-Jakie?- ripetei scioccata.
-Si, e’ tonata. Antonio sta’ poco bene, cosi’ e’ tornata a Buenos Aires per stargli vicino e…e vorrebbe tornare ad insegnare qui.- disse tutt’un fiato.
-Capisco…e lei? Come ha reagito alla tua vista?- chiesi curiosa.
-Bhe’, sembrava molto imbarazzata e non siamo riusciti a conversare molto…- disse, abbassando lo sguardo.
-La ami?- chiesi, senza girarci troppo intono.
-C-Come?- chiese sbiancando.
-La ami ancora?- chiesi sorridendogli.
-Si, si…solo che…- disse.
-Solo che?- ripetei.
-Solo che ho paura di aprirle il mi cuore…ho paura che accada come quattro anni fa.- ammise con uno sguardo cupo.
-Io credo che, se davvero senti di amarla, dovresti provare a fare il primo passo…e vedere come reagisce lei. Puo’ essere che sia cambiata dopo quattro anni e che, finalmente, sia pronta a ricevere il tuo amore e a ricambiarlo…- dissi pesnirosa.
-Forse hai ragione…e mi sembra che lo stai dicendo per esperienza personale e che stai pensando a qualcuno che conosciamo entrambi, giusto?- disse sorridendomi compiaciuto.
-Chi? Cosa? N-No, e’ che conosco…una mia amica a cui e’ capitato lo stesso.-  dissi, cercando di essere credibile.
No. Pablo aveva ragione. Stavo parlando per esperienza personale, e stavo parlando di lui. German. Quanto mi sarebbe piciuto che quattro anni fa si fosse sistemato tutto…invece no. Ha preferito le bugie, e ora e’ tutto cosi’…difficile.
-Angie?- disse guardandomi storto.
-Uffh…si, hai ragione! E’ che…preferisco non parlarne, sono la fidanzata di Leo e cio’ non cambiera’!- dissi, crecando di credere a cio’ che stavo dicendo.
-Si…certo, ma non se felice con lui…- disse, facendo finta di leggere qualche documento.
-Ma certo che sono felice con lui…- dissi, sorridendo amaramente.
-Faro’ finta di crederci…comunque, quando me lo presenti?- chiese curioso.
-Non ne ho idea. Oggi e’ ad una confereza stampa a La Plata, ma domani dovrebbe essere di ritorno. Ti chiamo quando siamo liberi, okay?- dissi sorridendgli.
-Certo! Ah, ora ho lezione…ma vieni quando vuoi, anche perche’ devi supervisionare l’avanzare della mia “relazione” con Jakie!- disse rideando.
-Si signor capitano!- dissi, per poi uscire dalla sala professori.
Mi faceva sempre bene parlare con il mio migliore amico; riusciva a capirmi benissimo e sapeva sempre quale fosse la cosa giusta per me. E se avesse ragione? E se io sarei piu’ felice con German?
No, no,no. Adesso stavo con Leo, e…a poco a poco avrei imparato ad essere felice anche con lui. Credo. Spero. Insomma, ci provero’.
 
 
-Hei Angie, stai andando via?- disse Violetta, raggiungendomi.
- Si, Pablo ha lezione ed io avevo intenzione di sbrigare delle faccende!- dissi sorridendole affettuosamente.
-E sono tanto importanti?- chiese curiosa.
-No, possono aspettare!- dissi, cercando di capire che cosa volesse fare la mia nipotina.
- Allora vuoi venire a vedere le prove della mia nuova canzone?- mi chiese tutta contenta.
-Certo nipotina!- dissi, per poi seguirla in sala prove.
 
Erano sempre un piacere sentir cantare quei ragazzi. Erano maturati tantissimo, anche a livello artistico. Camilla aveva una voce meno acuta e piu’ adattabile; Ludmilla aveva una voce meno acerba e piu’ dolce; Maxi era migliorato tantissimo con le sue strofe rap; Leon e Violetta avevano sviluppato molta piu’ affinita’ sul palcoscenico, mentre Tomas mi sembrava troppo teso.
Non c’era niente da fare: quei litigiosi 17enni erano cresciuti tantissimo, e presto avrebbero preso le loro strade.
-Allora Angie, come le e’ sembrata la prova?- chiese Francesca, sistemando meglio il microfono.
-Siete stati magnifici e siete migliorati tutti. Se continuate cosi’, il prossimo Tour mondiale sara’ un successone. Bravissimi!- dissi, prima di abbracciare tutti i ragazzi sotto uno sgardo di sfida da parte di Benson; quel professore non mi piaceva per niente.
 
 
-Mmh…che e’ successo tra te e Tomas? L’ho visto abbastanza teso alle prove!- chiesi, servendo del succo di frutta a Violetta, che si era accomodata su una sedia in cucina.
-Bhe’, da quando e’ tornato non fa’ altro che mettere i bastoni tra le ruote a me e Leon. Zia, che cosa posso fare?- chiese esausta quella piccola donna.
-Vediamo…ami Leon?- chiesi cercando di elaborare la situazione.
-Si, lo amo tantissimo e non voglio che qualcuno rovini tutto quello che abbiamo costruito fino a questo momento.- disse con un mezzo sorriso.
-Se sei davvero felice con Leon, parla con Tomas. Chiarisci tutti i dubbi e spiegali che ami sono il tuo fidanzato e nessun altro. Lo capira’…anche se sara’ difficile.- dissi, sospirando sulle ultime parole.
-Gia’…sarebbe la cosa migliore da fare.Grazie zia!- disse, per poi abbracciarmi.
-Ah, quasi dimenticavo…non dovevi raccontarmi qualcosa stamattina?- disse con uno sguardo attento.
-Non ti sfugge proprio niente, eh!- dissi, facendole l’occhiolino.
-Si, me lo dicono tutti…- disse, prima di scoppiare a ridere.
-Bhe’…non so se hai notato che tra tuo padre e Leo non scorre buon sangue. Mi ha detto Leo che ieri non si sono rivolti la parola per tutta la sera, e che, tuo padre, si e’ rivelato molto piu’ antipatico del solito. Cosi’, stamattina, gli ho detto di fare piu’ attenzione al suo comportamento e lui mi ha risposto con una frase, tipo “So quello che faccio ed e’ solo Leo colui che ha TUTTO da perdere”, puntualizzando tutto. Non so proprio cosa pensare…- dissi, sospirando.
-Sei proprio sicura di non sapere il motivo per il qualche Leo e papa’ non vanno d’accordo?- chiese Violetta con uno sguardo malizioso.
-No, e che…- cercai di dire prima di essere interrotta da Violetta.
-Angie! Come fai a non accorgertene? Papa’ muore per te e non sopporta che tu stia con Leo. Quale motivo piu’ ovvio ci potrebbe essere?- disse esausta.
-Ma che…?- cercai di controbattere, senza successo.
-Niente ma. Zia, apri gli occhi una buona volta…- disse, prima di lasciarmi come un cetriolo in cucina.
Okay, una ragazzina mi aveva appena dato consigli di “cuore”? No, non poteva essere quello il motivo…o si? Non credo che Leo sia quel tipo di persona…ma da German mi aspetterei di tutto.
-Angie? Angie? Angie mi stai ascoltando?- disse Olga, passandomi un dito davanti agli occhi.
-Em…Olga, ciao!- dissi, sorridendo amaramente.
-Mi hai sentita?- chiese confusa.
-No…cosa volevi?- dissi sorridendole.
-Ti fermi qui a pranzo?- disse tutta contanta.
-Bhe’, non lo s…- cercai di controbattere.
-Okay, aggiungo un piatto in piu’!- disse, prima di catapultarsi in salotto.
Ma possibile che in questa casa non esiste la parola “no”? Tutti che interrompono sempre!Okay, calma Angie, dovresti esserne abituata: e’ casa Castillo!
 
 
   
 
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