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Autore: _ImProudToBeAWizard    29/08/2014    1 recensioni
"Allungò una mano oltre il perimetro della stanza, nel vuoto. Nessun incantesimo, nessuna barriera tra lei e l'esterno. Ritrasse la mano, e questa volta sporse un piede. La mancanza di terreno sotto i piedi le fece serrare la presa sul vetro. Le ricordava tanto il precipizio vicino a casa. Solo, niente mare, niente scogli, nessun rumore dell'acqua. Al suo posto una distesa di verde, in lontananza la foresta, e i lumi accesi di un'Hogwarts ancora sveglia che garantivano la buona nitidezza del paesaggio in quella notte senza luna."
Una nuova ff con una protagonista di mia fantasia! Spero sia di vostro gradimento ^^
_Wiz
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fenrir Greyback, Il trio protagonista, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Everything, but NOT Hufflepuff!

L'aria era particolarmente pungente quel mattino di primo settembre. Il meteorologo aveva avvisato la popolazione del cambio improvviso di temperatura: era la prima volta dopo cento anni che si raggiungevano i -11°C, e per questo si consigliava caldamente a tutti gli abitanti di Thurso, nel Nord della Scozia, di restare rintanati in casa.

La città non era affatto grande: contava a malapena ottomila abitanti ed era nel bel mezzo del nulla, semi circondata da foreste sempreverdi che si estendevano per varie miglia, e affacciata sul Mare del Nord. Era attraversata da un'autostrada, ma solo per consentire ai turisti di arrivare a prendere il traghetto verso le isole Orcadi, facilmente distinguibili dalla costa. Il centro della città era dotato di una tavola calda, un negozio di vestiti e una drogheria. Era considerato già tanto il fatto che ci fosse un cinema, anche se i film erano proiettati almeno un anno dopo rispetto al resto del mondo.

Il sindaco di quella piccola cittadina, nel bel mezzo delle foreste sempreverdi, aveva quasi pensato di far iniziare la scuola qualche settimana più tardi per via del freddo persistente. Lui stesso aveva paura di rimanerne secco non appena fosse uscito da casa per avviarsi verso il Municipio -ovvero un piccolo edificio cadente a pezzi, per cui lavoravano unicamente sette impiegati, sindaco compreso-, ma iniziare scuola il primo giorno di settembre era una tradizione, e i giovani studenti avrebbero dovuto sopportare il freddo e l'umidità ugualmente.

Era presto, sarebbe dovuta passare ancora un'ora prima di doversi alzare, due prima che la prima campanella dell'anno segnasse l'inizio definitivo delle lezioni. Le strade erano deserte, il silenzio veniva talvolta spezzato dall'ululare del vento.

Audrey Ross, una ragazzina di undici anni dai capelli rossi e lisci, se ne stava nel suo letto incapace di riaddormentarsi.

Abitava con la famiglia in una casetta a due piani nell'estrema periferia della città, con il mare a qualche metro da casa. Si era alzata dal letto senza svegliare le sorelle, ed era uscita dal retro, qualche minuto di camminata e aveva raggiunto lo strapiombo che si affacciava sul mare gelido.

Si avvicinò al bordo e si sedette, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Quel gesto la aiutava molto a scaricare la tensione: si lasciava cullare dal moto del mare, dalle sue onde che si infrangevano contro gli scogli sotto i suoi piedi.

Lo faceva spesso quando da piccola veniva presa in giro dalla sorella maggiore, o dagli altri bambini della sua età...

Si strinse nel suo piumino e rimase a guardare le stelle, che in pochi minuti sarebbero sparite per lasciare posto al sole nascente.

Amava la sua città. Anche se era piccola, anche se era sperduta. Proprio per quello la considerava...intrigante. Chi passava di lì, a mala pena ci posava lo sguardo e perciò non sarebbe mai venuto a conoscenza di ciò che invece sapeva lei: era la sua città natale, ne conosceva ogni piccola sfumatura e crescendo ne aveva scoperto la bellezza. Sentiva che essere consapevole di quanto fosse speciale quel posto, era come un segreto che solo pochi custodivano e per questo si sentiva orgogliosa.

Audrey prese una grande boccata d'aria. Quel giorno, proprio quel giorno sarebbe stato indimenticabile: sarebbe finalmente andata ad Hogwarts! Da quando era nata aveva dimostrato di avere buone capacità magiche. Era sempre stata una persona molto gentile e il primo incantesimo involontario lo eseguì a sette mesi, facendo fluttuare due vassoi di tè e biscotti fino in camera da letto dei genitori che si erano appena svegliati. Aveva una voglia matta di imparare e di andare nella migliore scuola per giovani maghi esistente, ma aveva anche molta paura. Non sapeva proprio che cosa sarebbe successo una volta arrivata là: chi avrebbe conosciuto, cosa avrebbe fatto, se si fosse trovata bene... e cosa più importante, in quale casa sarebbe stata smistata? Voleva rendere orgogliosi i suoi genitori: sua madre Eva era stata Grifondoro e suo padre Neill Serpeverde. La mamma era mezzosangue e invece il padre era discendente di una nobile famiglia purosangue, di origine celtica. La loro unione era stata motivo di molte discussioni e lamentele, ma Audrey aveva sempre creduto che invece fossero una coppia bellissima, e che essere giudicati per essersi sposati nonostante fossero di sangue “diverso” era veramente una cosa razzista e insensata. Non aveva mai avuto il coraggio di dirlo a nessuno.

Sperava di poter entrare a far parte di una delle due case, non le importava molto quale. Solo, non voleva deluderli entrando in un'altra. Non era abbastanza intelligente per far parte dei Corvonero, non voleva affatto entrare nei Tassorosso. Gli studenti di quella casa erano un po' troppo deboli di carattere e ingenui, e lei non voleva essere considerata tale, anche se in realtà si sentiva tutto meno che coraggiosa.

Sua sorella Alexis, di quattro anni più grande, era stata smistata Serpeverde, e magari anche lei avrebbe seguito le sue orme... Si sa che di solito i fratelli finiscono nelle stesse case...o almeno questo era quello in cui sperava. Lei non aveva molto in comune con la sorella -in realtà non aveva niente in comune con nessuno dei familiari...prima di tutto, era l'unica testa rossa circondata da chiome nere-, ma questo non voleva dire che non sarebbe potuta diventare una serpe come lei!

Ecco il sole spuntare a Est. Le illuminò all'improvviso il viso e la folta chioma rossiccia. Le fece abbozzare un sorriso su quel volto ricoperto da una manciata di lentiggini.

Si alzò di scatto e corse verso casa, un po' rattrappita a causa del gran freddo. Aprì piano la porta, si tolse gli scarponcini e, raggiungendo il salotto, accese il fuoco del camino e si sedette per un po' sulla poltrona in velluto posizionata lì davanti. Non appena si sentì sufficientemente riscaldata, si alzò e andò a preparare la colazione per lei e la sua famiglia. Stava friggendo il bacon quando sua madre fece capolino in cucina. Eva Peterson era una donna di mezza età, alta e dal fisico snello e slanciato. Aveva i capelli corvini, lunghi e ricci, e l'unico segno in comune con la figlia Audrey erano gli occhi azzurro cielo. Era una mezzosangue -il padre mago, la mamma babbana- e lavorava al Ministero della Magia come avvocato difensore, specializzata nei casi di femminicidio.

Raggiunse la figlia ancora in pigiama: -Hei, buongiorno...come mai è già sveglia la mia bambina?-

-Buongiorno! Ho avuto qualche problema a dormire e allora ho fatto un salto fuori. Sono rientrata da poco. -

-Con questo freddo? Ti sei coperta bene vero? Non vorrai mica prenderti il raffreddore proprio oggi!-

-Oh no, per carità... Sto bene ma', ho preso le 'precauzioni' necessarie.- le rispose sorridendo.

-Mm, meno male.-

Intanto Eva si era messa ad aiutarla, accendendo il fuoco sotto un pentolino d'acqua calda e versando del succo d'ace nei cinque bicchieri disposti in tavola.

-Buongiorno ma', buongiorno Odi! Ho una fame...!- anche la più giovane delle tre sorelle Ross, Aileen, era entrata in cucina con i capelli a caschetto tutti arruffati e gli occhi ancora assonnati. La ragazza aveva dieci anni, e chiamava la sorella di qualche anno più grande 'Odi' da sempre, da quando era piccola e per la prima volta aveva provato a pronunciare il suo nome.

-Siediti tesoro. Audrey si è svegliata presto oggi e ha preparato una colazione coi fiocchi per tutti!-

-Mamma non ho fatto niente di che...- rispose Audrey, sentendosi un po' in imbarazzo. Poi rivolgendosi alla sorella, le chiese: -Vuoi la nutella sul toast?-

-Grazie, sì! Però fammela spalmare a me, che tu ne metti troppo...-

-Troppa vuoi dire?-

-No no...troppo poca!-

Audrey sorrise divertita. Intanto in cucina entrò anche Alexis, già vestita e pronta per andarsene.

-Ciao ma', vado a casa di Linsday.-

-Come...! Chi ti porta alla stazione in tempo?!-

-Ma', vado con lei...dai, ci vediamo là. Ciao.- e dicendo questo andò di fronte al camino del salotto.

-Non vuoi neanche un toast o del bacon che ha fatto Audrey??- la madre le urlò all'ultimo.

-Non lo voglio proprio perché è fatto da lei!- le rispose -In ogni caso non ho fame.-, e dopodiché la videro sparire tra le fiamme e la fuliggine del camino.

La madre si voltò a guardare Audrey: -Hei, tesoro, lo sai che Alexis scherza...-

La ragazza annuì: -Come sempre.-

Sospirò un attimo intristita, ma fu solo un istante. Subito dopo aveva la sua solita espressione tranquilla e solare.

-Ma che odorino invitante!- Neill Ross, un uomo magro ma muscoloso, si presentò all'entrata della cucina e si avvicinò ai fornelli. -Bacon? Chi ha cucinato bacon?- chiese con un scintillio negli occhi.

-Io pa', sapevo che ti piaceva ed ho trovato il tempo di preparartelo!- rispose Audrey, sorridente.

-Grazie tesoro! Questo si che è un buon inizio di giornata!- e così dicendo le baciò la fronte.

Passarono un'altra mezz'ora a finire la loro colazione. Poi, era tempo di vestirsi e smaterializzarsi alla stazione di King's Cross, a Londra. Il baule era pronto, la civetta bruna nella gabbia, la bacchetta da 10 pollici, in legno di cipresso e nucleo in crine di unicorno in tasca. Raggiunsero l'imponente edificio giusto dieci minuti prima della partenza. Entrarono nella stazione e raggiunsero la colonna compresa tra i binari 9 e 10. Audrey intravide un bambino dai capelli neri e scompigliati scomparire all'interno della colonna. Si bloccò, in preda all'agitazione. Il padre lo notò e le posò le mani sulle spalle: -Hei tesoro, stai tranquilla. Andrà tutto bene! Dai, vieni che lo attraversiamo insieme.-

La giovane annuì con la testa. Strinsero entrambi il carrello con la sua valigia e la civetta e presero forte la rincorsa, con la mamma e la sorella al seguito. Audrey chiuse gli occhi un secondo prima di andare contro la colonna. Non successe niente.

Il fischio di un treno a vapore le fece aprire gli occhi. Si ritrovò sulla piattaforma del binario 9 ¾, e davanti a lei l'Hogwarts Express emanava grandi quantità di vapore: sbuffava, impaziente di partire. Audrey quasi non riusciva a camminare con la quantità assurda di bambini, adolescenti, genitori e le valigie sulla piattaforma. Salutò i genitori e Aileen, abbracciandoli forte. Quasi le veniva da piangere. Vide anche la sorella più grande assieme a Linsday. La quattordicenne aveva fatto un cenno di saluto ai genitori e ad Aileen, ma a lei non l'aveva degnata di uno sguardo.

Audrey salì sul treno e salutò per un'ultima volta la sua famiglia. Iniziò a cercare un vagone libero e, dato che molti si erano già riempiti di giovani, le ci volle un po' di tempo prima di trovarne uno completamente vuoto. Si sedette sul divanetto quando il treno aveva già preso velocità. Rimase a guardare affascinata il paesaggio scorrere veloce di fronte ai suoi occhi. Ogni tanto dormiva, ogni tanto sfogliava i libri che avrebbe usato durante la scuola, per un po' leggeva il suo libro babbano preferito: il piccolo principe. I genitori le avevano lasciato dieci galeoni per il viaggio, e lei ne usò un po' per comprarsi un paio di cioccorane e un pacchetto di gelatine tutti i gusti + 1.

Arrivò la sera e Audrey dovette indossare l'uniforme per Hogwarts. Scese dal treno emozionata, e rimase un attimo sconcertata alla vista di un uomo -se così lo poteva definire- alto tre metri e mezzo e grosso quanto un armadio. Quel mezzo gigante stava salutando un altro nuovo studente come lei, e metteva i brividi se si confrontavano le due stazze...

Quell'omaccione si rivolse a tutto il gruppo degli spaesati undicenni: -Primo anno, primo anno da questa parte!- si girò e li condusse verso la sponda di un lago. Una serie di barchette li trasportarono fino all'altra parte, dove si trovava l'ingresso del maestoso castello. Scesero dalle barche e con gli occhi luccicanti di emozione e stupore entrarono nell'ingresso del castello. Lì vennero accolti dalla vicepreside, la professoressa Minerva McGrannitt. Li fece attendere un attimo e poi li introdusse all'interno della sala grande. La sala era maestosa, c'erano quattro tavolate lunghissime piene di adolescenti di tutte le fasce d'età, e al fondo c'era un altro tavolo, in cui erano seduti i professori e il preside della scuola, Albus Silente. La vicepreside condusse Audrey e gli altri nuovi arrivati proprio là di fronte. Di fronte al tavolo era stato messo uno sgabello con sopra appoggiato un vecchio cappello, sgualcito e malamente rattoppato.

La vicepreside spiegò: -Ora vi chiamerò per nome, vi sederete sullo sgabello e io poggerò sulla vostra testa il cappello parlante. Sarà lui a smistarvi nelle rispettive case. Ma prima, come ogni anno, sentiamo la sua filastrocca!-

Detto ciò, una delle cuciture del cappello si aprì, come a formare una bocca. Da lì una voce soave cantò una filastrocca sulla scuola. Audrey sentì bisbigliare una ragazza dietro di lei ad un'altra che da come aveva letto nel libro di storia e magia di Hogwarts, il cappello cambiava canzone di anno in anno: “La cosa intrigante di quel cappello” continuò la ragazza “è che nonostante non abbia mai conosciuto i nuovi studenti, per poter decidere quale casa rappresenta meglio i loro caratteri basta che venga appoggiato sulla testa di ognuno per poter scoprire le loro virtù e di conseguenza collocarli nel posto più adatto! Il capello non ha davvero MAI sbagliato un solo collocamento, da quando la scuola fu fondata.”

Audrey sentì una fitta allo stomaco. Doveva essere smistata o in Serpeverde o in Grifondoro...non voleva sentire alternative.

Alla fine della filastrocca la sala esplose in un boato di applausi e ovazioni. La McGrannitt chiese il silenziò e poi, tirando fuori una pergamena dal suo mantello, incominciò: -Burn Hailey!-

Una ragazzina dai capelli neri e lisci, a caschetto, si fece avanti con passo deciso. Si sedette sullo sgabello e la vicepreside le poggiò il cappello sulla testa. Audrey iniziò a sudare freddo, provando paura per la ragazza che, invece, sedeva seduta e sorridente in attesa del verdetto finale. Non accadde nulla di speciale. Il silenzio nella sala era assordante, tutti rimanevano in suspense, a guardare lei. Dopo due minuti, che a Audrey sembrarono eterni, la cucitura del cappello si scuarciò di nuovo e da là ne uscì un: -GRIFONDORO!-

Il tavolo più a destra della sala esplose di gioia. La ragazza scese dal cappello con un balzo di soddisfazione e corse in contro ai suoi nuovi compagni. Audrey sorrise. Magari sarebbero diventate grandi amiche...

In ordine alfabetico i ragazzi nuovi venivano pian piano smistati, e per ognuno il cappello ci impiegava più o meno tempo per decidere dove sarebbero finiti:

-Ossas, Susan. TASSOROSSO!-

-Chang, Cho. CORVONERO!-

- Clarens, Peter! GRIFONDORO!-

-Cosy, Fellon. SERPEVERDE!-

-Granger, Hermione. GRIFONDORO!-

- Fair, Grace Lily! CORVONERO!-

Un ragazzo di nome Draco Malfoy non dovette neanche indossare il cappello: questo impiegò niente per capire che sarebbe stato perfetto in Serpeverde.

-Lovegood, Luna. CORVONERO!-

-Nakamoto, Keira. TASSOROSSO!-

Un ragazzo catturò l'attenzione di tutti, anche dei fantasmi delle quattro case, e perfino di Pix il poltergeist -che di solito non si interessava della cerimonia di smistamento, pensava più che altro a nuovi scherzetti da fare ai nuovi smistati-... Audrey aveva tanto sentito parlare di lui, nelle prime pagine della gazzetta del profeta e dalla mamma, che sentiva conversazioni sul suo conto mentre lavorava al Ministero: Harry Potter, il ragazzo sopravvissuto all'anatema che uccide e al mago che lo pronunciò, colui-che-per-nessuna-ragione-al-mondo-Audrey-avrebbe-mai-avuto-l'ardire-di-nominare, era arrivato ad Hogwarts e stava per essere smistato.

-GRIFONDORO!- esclamò infine il cappello, e un boato assordante si espanse in tutta la sala. Perfino il preside si era alzato in piedi e batteva rumorosamente le mani per dare il benvenuto a quel ragazzo. Audrey immaginò che con la sua storia, Harry Potter sarebbe da subito diventato il più famoso della scuola. Doveva entrare in Grifondoro assolutamente...

-Ross, Audrey.-

Era ora. La ragazza iniziò a tremare visibilmente, ma riuscì comunque a raggiungere lo sgabello e a sedercisi sopra. Aveva gli occhi di tutti puntati addosso. Notò anche la sorella maggiore fissarla dal tavolo Serpeverde. Alexis sogghignò leggendo il panico negli occhi di Audrey e disse qualcosa nell'orecchio all'amica del cuore, Linsday, seduta accanto. Entrambe risero di gusto e questo non fece altro che aumentare la paura. Si spaventò leggermente quando sentì il cappello poggiarsi sulla sua testa e si trattenne dall'urlare quando sentì la voce di quest'ultimo nei suoi pensieri: “Ma cosa abbiamo qui? Ce la stiamo facendo addosso, eh?” il manufatto fece un risolino, mentre Audrey si stringeva ancora di più sullo sgabello “Oh, ma non aver paura di me, cara! Io sono affidabile, sai. Dunque, dunque...vedo che tu hai dei desideri ben precisi, o sbaglio?” Audrey pensò intensamente alle sue due case predilette. Le venne in mente l'espressione della sorella seduta al banco Serpeverde e questo la fece deglutire rumorosamente.

“Vorresti andare o in Grifondoro o in Serpeverde... ma, mi dispiace dirtelo cara, non credo che la tua sia una motivazione adatta! Non mi fraintendere, io prendo molto in considerazione le vostre principali aspirazioni, ma alla fine il giudizio finale lo do io. Tu non puoi desiderare di entrare in Grifondoro perché pensi sia la Casa più bella fra tutte, non puoi pensare di poter diventare una Serpeverde perché così sarai...”rispettata”? Sentirti parte integrante della tua famiglia, far capire a tua sorella che non può permettersi di prenderti in giro, perché tu vali o che so io... Audrey, le due Case sono due posti completamente diversi, non può andarti bene o l'una o l'altra. Grifondoro richiede nobiltà d'animo, sangue freddo. Serpeverde richiede astuzia, ma anche prontezza nell'aiutare gli altri. Tu sei una ragazza dall'animo puro. Certo, un po' troppo vigliacca,” Audrey avvampò “ma sei leale e solare nonostante tutto ciò che hai passato e nonostante tutte le persone che ti hanno presa in giro perché non conoscono chi sei veramente. C'è una casa perfetta per te, e anche sapendo che non è proprio quello che ora desideri, pian piano inizierai ad apprezzarla e ad amarla. Sì.”

-TASSOROSSO!- esclamò.

Mai come in quel breve lasso di tempo Audrey era riuscita a provare tante emozioni, in contemporanea: si sentiva offesa, commossa, umiliata, contenta, vulnerabile. Quel turbinio di sentimenti però venne bruscamente interrotto dal verdetto finale che il cappello aveva sbandierato a tutta la scuola. In quel momento non c'era più traccia di un'emozione sul volto della ragazza, e anche se il tavolo dei Tassorosso iniziò ad applaudire forte per darle il benvenuto, a Audrey sembrò che le risate di scherno da parte dei Serpeverde e anche di alcuni Grifondoro e Corvonero fossero di gran lunga più rumorose e soffocanti. Scese rigida dal piedistallo dove si era appena fatta schernire da mezza scuola, il primo giorno. Aveva la sensazione di aver iniziato una lunghissima caduta libera. Non vedeva alcun appiglio che la assicurasse. Nessuno sguardo, neanche quello di alcuni tassi. Non voleva girarsi a guardare Alexis, ma sentiva il suo sguardo perforarle il cranio da parte a parte. Con la coda tra le gambe si trascinò al tavolo Tassorosso -guarda caso quello vicino a Serpeverde- e con il sorriso più smorzato che avesse mai fatto salutò alcuni dei nuovi compagni e strinse la mano ad altri.


 Audrey Ross

Note d'Autore:
Eccomi con una nuova storia!
Fatemi sapere che cosa ne pensate, così posso sapere se faccio bene ad andare avanti... :3 Grazie! 
lots of love, 
_Wiz

  
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