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Autore: Kami sama    29/08/2014    4 recensioni
Sono passati 25 anni dalla battaglia di Hogwarts e ormai il mondo magico è in pace. Lily, James, Albus e i loro cugini stanno per tornare a scuola, ma quest'anno sarà diverso, molto diverso! Tutti loro stanno per cambiare, per crescere e maturare. Incontreranno nuove persone, conosceranno realtà diverse e forse, ma solo forse capiranno cosa vuol dire amare qualcuno.
Genere: Erotico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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When summer falls

 

 

 

 

31  Agosto

Al numero 12 di Grimmauld Place si respirava un’aria frizzante e l’atmosfera era decisamente movimentata. L’antica dimora della famiglia Black era quanto di più lontano esistesse dall’angusta, buia e polverosa casa che Harry Potter aveva visto la prima volta in cui ci era entrato. Ora era la casa della sua nuova famiglia e nei primissimi anni dopo il diploma, lui e la sua splendida fidanzata, Ginny Weasley, diventata in breve tempo sua moglie, si erano dati un bel daffare per sistemarla.

L’angusto corridoio era stato ridipinto con colori tenui e caldi, l’orrendo tappeto polveroso era stato eliminato e l’urlante quadro della terribile madre del suo defunto padrino, Sirius Black, era stato rimosso dalla migliore squadra di spezzaincantesimi presente in Inghilterra. La cucina era diventata splendida con mobili nuovi di zecca e piante aromatiche ad abbellirla e profumarla, e così il resto della casa. L’unico cimelio della famiglia Black mantenuto al suo posto era l’enorme arazzo con l’albero genealogico nel salotto, che dopo un restauro ad hoc non aveva più alcuna bruciatura. Il motivo principale che aveva spinto Harry e Ginny a tenerlo era stato il fatto che era un arazzo incantato: ogni volta che un nuovo Black nasceva, questo compariva tra le fronde dell’intricato albero, e così molti anni prima era comparso, in un angolino, Teddy Lupin, il figlioccio di Harry, la cui nonna era una Black.

Anche Kreaker, il sudicio e scontroso elfo domestico, era cambiato radicalmente. Ora era sempre pulito e la federa che indossava era bianca candida e veniva lavata regolarmente. Era incredibilmente educato con chiunque venisse a trovare la famiglia e, soprattutto, si era dimostrato un fantastico babysitter per i tre figli della coppia, che a loro volta lo adoravano e a Natale lo riempivano di regali (ma rigorosamente non di capi d’abbigliamento, Kreaker era stato tassativo su questo punto, non avrebbe mai e poi mai essere liberato, per nessuna ragione al mondo).

Il sole tiepido di un’estate che sfumava in autunno entrava dalle finestre perfettamente pulite e faceva splendere le tende bianche e dorate che decoravano la cucina, in cui la famiglia era riunita per la colazione.

“Allora miei cari ragazzi, è finalmente giunto il momento da voi tanto temuto: dovete fare i bagagli!” disse all’improvviso Ginny, con finto fare pomposo e battendo le mani, guardando con un sorriso sornione i suoi tre figli.

“Ma mamma, sono appena le dieci di mattina! Partiamo FRA UN GIORNO INTERO!” ribatté pronto il primogenito. Era sempre il primo della fila quando si trattava di protestare.

“Certo è vero, ma non devi semplicemente ammucchiare cose a caso nel baule caro. Devi svuotarlo, pulirlo e riempirlo di nuovo, e IN MODO ORDINATO. Sai bene che se non lo farai ti farò ricominciare da capo.” La donna fu molto tassativa su questo punto.

Harry sorrise, quel cipiglio l’aveva preso sicuramente da sua madre, Molly Weasley, ma in una casa affollata come quella, con tre ragazzi nati a distanza di appena un anno l’uno dall’altro, era essenziale trovare il modo di mantenere l’ordine in casa.

I tre finirono l’abbondante e deliziosa colazione, ringraziarono Kreaker e si diressero verso le scale, per raggiungere le loro camere. Fortunatamente la casa era molto grande, per cui avevano una stanza a testa. Le tre camere erano molto diverse tra loro e riflettevano perfettamente la diversità dei rispettivi proprietari che, con immenso orgoglio del padre, non solo erano tutti studenti brillanti, anche se in ambiti diversi, ma erano anche ognuno in una diversa casa ad Hogwarts.

            James Sirius Potter, il primogenito, era un fierissimo Grifondoro che stava per iniziare il settimo e ultimo anno di scuola. Nella sua camera spiccavano delle ampie e pesanti tende rosse e oro, colore che si ripeteva anche nel copriletto, e una mensola a muro sosteneva numerose coppe di Quidditch. Ad una parete era appesa una fiammante Firebolt 3.0 ultimissimo modello, uscita a luglio di quello stesso anno, che i genitori gli avevano regalato per aver vinto la coppa del Quidditch con la sua squadra, di cui era capitano e infallibile cercatore, cosa di cui Harry era particolarmente fiero. A scuola tendeva a collezionare una quantità impressionante di punizioni, motivo per cui la preside, Minerva McGrannit, una volta gli aveva detto che i nomi che portava gli calzavano a pennello, ma era anche molto bravo in materie come Difesa contro le arti oscure e Incantesimi, caratteristiche che aveva di sicuro preso dal padre, oltre ai suoi ribelli capelli neri, che gli procuravano molta fortuna con le ragazze.

            Albus Severus Potter avrebbe invece frequentato il sesto anno e apparteneva alla casa di Serpeverde. I primi mesi era stato molto combattuto sulla sua situazione: quasi tutta la sua famiglia, era a Grifondoro e tra cugini c’era sempre stato un muto disprezzo per la sua casa. Nessun Weasley ci era mai finito, e nemmeno nessun Potter. Suo padre però, dopo una lunga lettera e un accorato discorso a Natale, era riuscito a convincerlo che quella era una casa degnissima, che sicuramente avrebbe tirato fuori il meglio di lui, e ora non vedeva proprio dove altro avrebbe potuto finire. La sua camera era meticolosamente ordinata, con mobili scuri e minimali, senza fronzoli e inutili suppellettili. In un angolo aveva una teca di vetro in cui aveva raccolto, pulito e ordinato i più belli e preziosi cimeli della famiglia Black, che i genitori gli avevano concesso di restaurare. Sulla scrivania si trovavano numerosi numeri de “Il Pozionista”, la più qualificata rivista di pozioni del mondo magico anglosassone, impilati con cura rigorosa. Albus Severus era infatti una promessa in quel campo: aveva vinto numerosi premi e riconoscimenti, come il primo premio al concorso “Miglior giovane pozionista europeo” conseguito a giugno, per cui i genitori gli avevano regalato uno splendido calderone nuovo, un set di bilance di alta precisione e boccette di cristallo, da fare invidia addirittura al decrepito professore di pozioni Horace Lumacorno che, anche se sarebbe dovuto andare in pensione ormai da decenni, continuava indomito a insegnare sostenendo che “Se non rimango io qui, chi chiamerete a costituirmi? Qualche sbarbatello che nemmeno sa produrre una Felix Felicis al primo tentativo, ci scommetto!”. Era comunque ancora abbastanza arzillo da ricordargli più o meno una volta alla settimana che stava portando i suoi nomi con onore e che aveva proprio gli occhi di sua nonna, Lily Evans, eccellente come lui nella materia e che il professore aveva tanto adorato. Non aveva ancora abbandonato l’idea del Lumaclub, e Albus Silente ne faceva ovviamente parte, come tutti i suoi fratelli.

            Lily Luna Potter, la terzogenita, era ancora di un’altra pasta. Con i suoi splendidi e lunghissimi capelli rossi (le arrivavano alle natiche, sembravano una cascata di fuoco) e i suoi occhi smeraldini era considerata una delle ragazze più belle della scuola. Era una brillante Corvonero che si apprestava a frequentare il suo quinto anno ed era la migliore del suo anno in… beh, in tutto. Prendeva addirittura lezioni extra di Trasfigurazione e Incantesimi con la preside, in quanto era già al livello degli studenti dell’anno successivo e puntava a diventare animagus, ed inoltre era anche cacciatrice della squadra di Quidditch della sua casa, cosa che riempiva d’orgoglio sua madre, ex cacciatrice delle Holyhead Arpies, con cui aveva addirittura vinto più di un campionato. La sua camera era la più ampia e ariosa, con eleganti mobili in ebano, pareti bianche e uno splendido stemma della sua casa dipinto da lei proprio sopra la testiera del letto. Il soffitto era incantato perché mostrasse il cielo, proprio come nella Sala Grande ad Hogwarts.

Aveva una bellissima gatta nera di nome Morgana che dormiva con lei e la seguiva ovunque, tanto che le bambine babbane del vicinato, quanto la vedevano, le davano della strega, prima di essere riprese da delle imbarazzatissime madri che si prodigavano poi in mortificate scuse. Purtroppo non la poteva portare ad Hogwarts. Ci aveva provato più volte, ma inspiegabilmente spariva per ricomparire a casa. Si sa che ai gatti non piace lasciare il proprio territorio, per cui c’era poco da fare.

A giungo aveva vinto il premio “Giovani incantatori” indetto dal Ministero della Magia proprio con il soffitto della sua camera, e per questo il padre le aveva fatto un regalo molto speciale: un vecchio scrittoio un po’ rovinato, che all’apparenza non sembrava niente di che, ma che in realtà era l’unico oggetto sopravvissuto intatto alla distruzione della casa dei suoi nonni paterni, James Potter e Lily Evans, da cui lei aveva preso il primo nome, il giorno in cui suo padre era diventato orfano per mano di un potente mago oscuro chiamato Lord Voldemort. Lo stesso mago oscuro che suo padre aveva sconfitto 25 anni prima, diventando il mago più famoso del XXI secolo.

            Tre fratelli così diversi si affrettavano tutti, sbuffando, a fare la stessa cosa, controllati a vista da un’implacabile Ginny Weasley.

“James, non cercare di fregarmi sai! Tu il baule lo svoluti, lo pulisci e solamente a quel punto lo riempi, sono stata chiara?” Il Grifondoro sobbalzò, non si era accorto di avere la madre alle spalle.

“Albus, non provarci nemmeno a mettere quei viscidi affari assieme ai vestiti, puzzano così tanto che non so nemmeno perché te li ho lasciati tenere in casa!”

“Ma mamma, mi servono per il corso avanzato di pozioni! Quelli forniti dalla scuola sono sempre avvizziti…” protestò il secondogenito.

“Te li spedirò domani per posta ok? In un pacco a prova di odore, o impesterai tutto il dormitorio! Lily tesoro, non riuscirai mai a farci stare tutti quei libri dentro baule, davvero! Te li mando domani ok? Tanto non penso che studierai in treno, parlerai con le amiche, non è vero?” la madre aveva un tono leggermente preoccupato, conosceva le abitudini solitarie della figlia, che spesso e volentieri si estraniava dal mondo leggendo.

“Ehm si certo, sarò con le mie amiche, ovvio no? Ahahah! Beh grazie mamma, il mio baule è pronto allora.” Per un motivo inspiegabile Lily era diventata rosso peperone, ma la madre era così impegnata a controllare i suoi fratelli che non se ne accorse.

Un’ora dopo avevano finalmente finito anche i due maschi. Ovviamente James non ci aveva pensato nemmeno per un secondo a pulire il baule, aveva semplicemente buttato via pezzi di pergamena accartocciata, gelatine dai colori improbabili che non si era arrischiato ad assaggiare e altri rifiuti che stavano sul fondo. Ormai però i bauli erano chiusi e ordinati nel corridoio d’entrata, pronti per il gran giorno.

DON… DOONN…. DOOONNN

Il campanile del paese segnò, scampanando, le sette si sera, e Harry sobbalzò.

“Amore, ti fai spaventare da delle campane?” gli chiese la moglie, leggermente divertita.

“Cosa? No! Mi ero dimenticato di dirtelo per Merlino! Avremo ospiti a cena.”

“Ospiti… chi e quanti solo? E soprattutto, a che ora arrivano?” chiese cauta Ginny, abituata al fatto che il marito invitasse spesso squadroni di persone a casa.

“Beh c’è Teddy che è appena tornato dal suo viaggio nell’Europa dell’Est e passa la notte da noi, e poi Ron e Hermione con i ragazzi… meglio che lo dica a Kreaker! Hei, Kreaker?” disse Harry, con tono colpevole.

“Si padroncino, non ho nessun problema padroncino, anche se dovessi cucinare per cinquanta persone lo farei all’istante, cosa volete che prepari? Avevo già pensato a qualcosa per la cena, ma non penso sia più adeguato alla situazione…” l’elfo era comparso all’istante, e si era illuminato all’idea di cucinare per un cenone.

“Oh basteranno dei piatti semplici e leggeri, hai presente… quelli che preferisce Hermione. Stupiscici!” rispose gentile Harry.

Kreaker si era riscoperto molto portato per la cucina, con gran piacere della famiglia, che si beava ogni giorno dei suoi manicaretti e non mancava di regalargli libri di ricette.

“Mamma, papà, arriva Teddy a cena? Ma è fantastico, chissà quante cose avrà da raccontarci, non vedo l’ora!” Albus Severus adorava Teddy Lupin, il figlioccio di Harry. Era rimasto orfano ancora neonato perché sua madre, la metamorfomagus Ninphadora Tonks e suo padre, il lupo mannaro Remus Lupin, erano morti entrambi 25 anni prima, nella battaglia di Hogwarts in cui Harry aveva ucciso Lord Voldemort. Per questo motivo lui, che era il suo padrino, l’aveva cresciuto come se fosse figlio suo, facendolo vivere con la sua famiglia, e Teddy era diventato il fratellone dei suoi tre figli, nati qualche anno dopo. Ad Hogwarts era diventato un brillante Tassorosso, proprio come sua madre, e dopo il diploma aveva iniziato subito a lavorare come reporter per “La Gazzetta del Profeta”, un lavoro che gli permetteva di viaggiare e conoscere le numerosissime e curiose comunità magiche straniere e che gli aveva fatto guadagnare i soldi necessari a comprarsi un piccolo monolocale tutto suo nel cuore di Londra.

“Ho sentito bene? Teddy è tornato e viene a cena anche Rose? Sarà una serata fantastica!” Lily pareva al settimo cielo dalla gioia. Anche lei ovviamente voleva molto bene a Teddy e amava i suoi racconti, ma soprattutto non vedeva l’ora di rivedere sua cugina, Rose Weasley, intelligente Corvonero che avrebbe frequentato il settimo anno, nonché sua migliore amica. Le due ragazze condividevano capelli rossi e occhi verdi di stampo Weasley, e un’enorme dose di furbizia. Erano davvero inseparabili, Rose l’aveva presa sotto la sua ala come se fosse la sua sorellina, e a Lily dispiaceva molto che non lo fosse davvero.

“E c’è anche Hugo non è vero? È da un’eternità che non lo vedo!” James era emozionato. Hugo Weasley, il secondogenito di Ron Weasley ed Hermione Granger, era come lui un Grifondoro e frequentava il sesto anno. Era il suo inseparabile compagno di punizioni, con grande orgoglio di zio Ron, che pensava che suo figlio e James fossero proprio com’erano lui e Harry ai tempi della scuola.

“Da un’eternità? Ma se è solo una settimana e mezza che non lo vedi!” ribatté Albus, fattosi improvvisamente scontroso. Pur adorando Rose, che trovava una cugina perfetta, sempre pronta ad aiutarlo e sostenerlo, detestava suo fratello, e la cosa era assolutamente reciproca. Il motivo principale di questa antipatia era il disprezzo che Hugo provava nei confronti dei Serpeverde, cosa che lo spingeva a prenderlo continuamente in giro, cercando di incitare James a fare lo stesso. E le prime volte c’era pure riuscito. Almeno in questo però suo fratello non era uguale allo sgradevole cugino. Lui non lo prendeva mai in giro (anche perché suo padre si era imbestialito non poco le uniche volte in cui l’aveva fatto). Pur non amando particolarmente la sua casa, James non era mai scortese nei suoi confronti né in quelli dei suoi compagni, e aveva pure tentato di fare amicizia con il suo migliore amico, Scorpius Malfoy, che era suo coetaneo e condivideva con lui molte lezioni e parecchi interessi, come la passione per Difesa contro le arti oscure e il Quidditch.

“Dai almeno c’è Teddy, ti avrà sicuramente portato un regalo fantastico dal suo viaggio, d’altronde sei il suo preferito!” gli sussurrò Lily per tirarlo su di morale. I due avevano un rapporto speciale e andavano sempre molto d’accordo, molto di più che con il maggiore che, fin da quando erano più piccoli, era un attaccabrighe di prima categoria.

DIN DONNNN

Alle otto in punto suonò il campanello di casa e dal corridoio di entrata sbucò in cucina un sorridente ragazzo alto, allampanato, abbronzato, con penetranti occhi viola e fiammanti capelli azzurri, carico di pacchetti.

“Teddy, sei arrivato!” la famiglia gli si strinse addosso abbracciandolo e salutandolo. I regali ovviamente c’erano, era in quei pacchetti traballanti che teneva in mano. Ed erano davvero speciali, come sempre. Teddy conosceva bene i suoi fratellini di adozione e amava scovare per loro oggetti rari e curiosi che avrebbero di sicuro apprezzato: non li aveva mai delusi. Per James c’erano dei guanti da Quidditch in scaglie di Ironbelly Ucraino, resistentissimi e a prova di fatture, per Albus una boccetta di veleno di basilisco russo, ingrediente raro e pregiato per pozioni molto avanzate, e infine per Lily un antico ciondolo di ametista con poteri protettivi e di purificazione dai veleni, molto bello ed elegante, che lei indossò subito con gioia.

Un quarto d’ora dopo arrivò anche la famiglia Granger-Weasley e la serata si animò. Teddy raccontò nel dettaglio il suo lungo viaggio e mostrò loro molte foto magiche, che aveva già fatto sviluppare strada facendo, quando attraversava qualche centro magico di una certa grandezza. Albus ascoltò rapito ogni parola, mentre James e Hugo dopo un po’ cominciarono a borbottare fra loro piani per l’anno a venire. Dopo il dolce Lily e Rose piantarono tutti in asso e andarono a rifugiarsi nella camera della prima, a parlare di segretissime cose che nessun’altro in famiglia poteva sapere.

A serata terminata si salutarono tutti e Teddy rimase a dormire a Grimmauld Place, nella sua vecchia camera, che era sempre uguale nonostante non ci vivesse più da un paio d’anni, ed era sempre a sua completa disposizione.

Avevano tutti bisogno di riposare, l’indomani la sveglia sarebbe suonata presto e il viaggio per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts sarebbe iniziato.

 

1 Settembre

Alla mattina la sveglia suonò implacabile e tre scompigliati zombie si diressero verso la cucina, trascinando i piedi, pronti per l’ultima abbuffata casalinga dell’anno.

“Allora, è tutto pronto? Non avete dimenticato di mettere niente nel baule? Beh, se anche fosse così basterà mandarci un gufo, lo sapete vero?” chiese Ginny concitata. Il primo giorno di scuola dei suoi figli le metteva sempre addosso una certa ansia, ora finalmente capiva gli strani comportamenti di sua madre quando lei era piccola.

“Si mamma ce lo dici ogni anno. E prima che tu aggiunga altro, sappiamo come usare i gufi della scuola.” Lily arginò subito le domande ansiose della madre.

“Molto bene, allora appena siete vestiti e lavati si parte! Intanto io carico i vostri bagagli in macchina. Forza allora, sbrigatevi!” disse Harry con un gran sorriso. Sapeva che per loro sarebbe stato un anno indimenticabile.

Nel giro di un’oretta, lavati, vestiti e pettinati, arrivarono tutti davanti al rosseggiante Espresso per Hogwarts. Il binario era, come sempre il primo settembre, pieno zeppo di maghi e streghe che salutavano i loro figli e nipoti, di bauli e di animali che gracidavano, miagolavano, stridevano o ululavano.

“Mamma, papà, ci vediamo allora! Io vado dentro a cercare Hugo e a trovarmi uno scomparto, o i migliori verranno presi e mi toccherà far sloggiare qualche primimo!” James corse dentro, piantandoli in asso, come al solito.

“Andate anche voi su, avrete sicuramente degli amici che vi aspettano. Domani vi invierò le cose che avete lasciato a casa, statemi bene e date il massimo, come sempre. E scrivetemi!” Ginny e Harry abbracciarono e baciarono i loro figli, e continuarono a salutare fino a che il treno non si fu allontanato dalla stazione.

“Se la caveranno vero? Per loro è la prima volta insomma… almeno la piccola Lily ne è fuori…” disse Ginny al marito, un po’ preoccupata.

“Non preoccuparti tesoro, sono ragazzi in gamba, avrei giurato di sentire James fare piani con Hugo sulla cosa, a tavola ieri sera. E se conosco bene Albus, scommetto che a lui non interessa minimamente” le rispose Harry, tranquillizzandola.

            Lily intanto aveva trovato Rose e si sedette con lei nello scomparto scelto da Albus.

“Ehm, come mai vi sedete con me? Non che mi dispiaccia ovviamente, ma siete sempre state con le vostre amiche…” chiese Albus alle due, un po’ stupito.

“Non posso voler stare con il mio cuginetto preferito?” Rose gli strizzò l’occhio e li non ribatté.

Dopo neanche due minuti dalla partenza del treno, la porta dello scomparto si aprì e ne entrò uno splendido ragazzo dalla carnagione chiara, gli occhi azzurro ghiaccio e i capelli lunghi, lisci e biondi, raccolti da un’elegante nastro di raso nero in una semplice coda bassa. Lily arrossì all’istante, senza nemmeno il bisogno di guardare in faccia il nuovo arrivato. Era Scorpius Malfoy.

“Scorpius, finalmente sei arrivato! Hai trovato un po’ di tempo per noi?” Albus, felice di vedere il migliore amico, gli fece subito spazio.

“La carrozza dei prefetti è piena di gente noiosa e i primini quest’anno sono eccezionalmente tranquilli, per cui in giro non c’è niente da fare. Quindi ho pensato che qui mi sarei divertito di più. Ciao Rose, Lily, che piacere vedere che sei qui anche tu!” salutò Scorpius, mostrando i denti candidi in uno splendido sorriso. “Posso sedermi vicino a te?”

“Oh davvero? Cioè si… si certo!” balbettò Lily arrossendo e mordendosi subito il labbro per la figuraccia.

L’affascinante ragazzo le si sedette vicino e, una volta che lei ebbe superato il blocco iniziale, iniziarono a chiacchierare delle loro vacanze e di scuola.

“Si può sapere cosa diavolo sta succedendo?” sussurrò Albus all’orecchio di Rose, sentendosi stranamente ignorato dal suo migliore amico.

“Eheh… non ci arrivi da solo?” la ragazza ammiccò.

“Ehm… no, ho bisogno di una spiegazione. Insomma, non si sono mai parlati più di tanto, solo chiacchere di cortesia, e improvvisamente mia cugina diventa un peperone appena lo vede e lui a malapena mi guarda e si fionda subito da lei… così, all’improvviso! Non ha proprio senso.” Albus, per cui le relazioni sociali avevano molti misteri, appariva decisamente confuso.

“Oh ma insomma, è così evidente! Tua sorella è assolutamente, maledettamente e completamente persa per il tuo migliore amico, il belloccio qui presente, a cui tra parentesi una bottarella la darei anch’io, ma non divaghiamo. Lily ha una cotta per lui da almeno tre anni, quando li hai fatti conoscere, vuoi davvero dirmi che non te ne sei mai accorto? Si da il caso che nel frattempo lei da dolce e microscopica ragazzina sia diventata una splendida ragazza con le curve al posto giusto a cui sbava dietro mezza Hogwarts, ed evidentemente lui la guarda finalmente con occhi diversi. Non vede più la sorellina di un amico ma una bella ragazza.” riassunse Rose.

“Con occhi diversi… mmm… eh? A Scorpius piace mia sorella? Le sta solo parlando, come fai a dirlo? Per me ti stai solo inventando cose…” Albus riteneva decisamente che sua cugina stesse esagerando con le supposizioni e che stesse costruendo tanti castelli in aria.

“Oh andiamo, lui non ti parla mai di lei? Non ti chiede mai niente su di lei? E come mai verso la fine dell’anno scorso causalmente io e Lily ce lo trovavamo sempre davanti quando uscivamo dall’aula?” incalzò Rose, sicura di non sbagliarsi. E infatti Albus ammise:

“Ora che mi ci fai pensare… mi chiedeva spesso di lei, di come andava a scuola, se aveva il ragazzo, come stava in vacanza… effettivamente una volta mi ha chiesto pure cosa le piace fare nel tempo libero, ma lui è sempre stato particolare e lei è pur sempre mia sorella, non ci ho dato il minimo peso!” il ragazzo era un po’ sconvolto dall’improvvisa rivelazione. Il suo migliore amico e la sua sorellina… una coppia che di certo non si aspettava.

“Lei è davvero persa per lui, non presta attenzione a nessun altro, e io vorrei aiutarla. Penso che insieme… beh potremo facilitare le cose ad entrambi.” Rose ci teneva davvero tanto alla felicità di sua cugina e ora aveva assunto un tono molto accorato.

“Mmm… del tipo? Non so sai, ma io sono dell’idea che meno ci impicciamo nelle loro faccende private, meglio è.” Albus era parecchio scettico.

“Ma no, che hai capito! Non faremo niente di invasivo, basterà questo: tu stasera in dormitorio, quando sarai solo con Scorpius, gli dirai quello che ti ho detto io, e io farò lo stesso con lei” spiegò la ragazza.

“E… sarebbe a dire?” Albus continuava a non capire.

“Ma sei davvero senza speranza! Non mi stupisco che tu non abbia mai avuto la ragazza, sei disastroso cugino, lasciatelo dire! Tu dirai a Scorpius che tua sorella è pazza di lui praticamente da sempre, che lo trova splendido, adorabile, bellissimo e bla bla bla, chiaro fin qui? Bene. Io dirò a Lily che il suo amato la pensa sempre, chiede sempre di lei e, insomma, che la sua cotta è reciproca. In questo modo prenderanno finalmente coraggio no?”

“Sì, mi sembra un buon piano“ concluse sussurrando il ragazzo, per poi aggiungere, con voce più alta “Cavoli, ma siamo quasi arrivati! Sarà meglio mettersi le divise!”

Lily sobbalzò, era così persa negli occhi di Scorpius che si era completamente dimenticata dell’esistenza del fratello e della cugina, che ora la guardava in modo moooolto malizioso.

“Oh è vero, è meglio che torni nel mio scompartimento allora, è stato davvero un piacere, ci vediamo a scuola!” e dopo aver fatto un bellissimo sorriso a Lily e un cenno di mano agli altri, il caposcuola uscì.

“Bene bene, pare che sarà un anno ancora più interessante del previsto” disse Rose, buttandosi sulla cugina e abbracciandola.

“Cosa…cosa vuoi dire?” Lily arrossì di nuovo.

“Qualcuno mi dia del ghiaccio per favore, non puoi arrossire ogni dieci minuti” ridacchiò la rossa, lanciandole addosso il mantello della divisa. “Muoviti a cambiarti, che siamo praticamente arrivati.”

            Nel giro di una mezzora le ragazze erano comodamente sedute assieme ai loro compagni Corvonero nella Sala Grande ad osservare con scarso interesse lo smistamento. Quell’anno non avrebbero visto nessun parente smistato, ma d’altronde avevano così tanti fratelli e cugini a scuola che bastavano ampiamente: Roxanne, secondogenita di George Weasley e Angelina Johnson, era al settimo anno, mentre suo fratello Fred si era già diplomato, e al settimo anno c’era anche la secondogenita di Percy Weasley e Audrey, Lucy (ovviamente caposcuola Grifondoro, essendo degna figlia di suo padre), con cui però non avevano moltissimi rapporti. Sommati ai fratelli delle due, erano una squadra di Quidditch!

“Beh allora, non hai nulla da raccontarmi? Ho visto che avete chiacchierato per tutto il viaggio, cosa vi siete detti?” Rose riscosse la cugina, che si era già persa nei suoi pensieri in attesa che la cena iniziasse.

“Oh beh niente di che, le solite cose. Sai, vacanze…scuola… gli ho chiesto cosa intende fare lui sai, James non ha parlato d’altro tutta l’estate e scommetto che anche Hugo ha fatto lo stesso!” minimizzò lei, cercando di sviare il discorso.

“Hai perfettamente ragione, è stato un vero strazio, e poi figurati se verrà mai scelto uno stoccafisso come lui! Ma non dirglielo eh, o si imbestialisce tanto da sembrare un ippogrifo impazzito. Di sicuro io ho mille possibilità in più di lui. Piuttosto… Albus mi ha raccontato delle cose interessanti sul tuo amato” la ragazza sorrise maliziosamente.

“Non è il mio amato – Lily diventò rossa e si soffocò con il succo di zucca, cominciando a tossire – e poi che ti ha raccontato, sentiamo? Che ha trovato la ragazza?”

“Decisamente no! Anzi, pare che il tuo principe verde-argento abbia una seria cotta per una certa Lily Luna Potter, la conosci?”

“Oh dai piantala di prendermi in giro Weasley, non è divertente.” Replicò Lily, incrociando le braccia al petto.

“Non ti prendo in giro! Chiede sempre di te, l’anno scorso faceva lunghe deviazioni solo per vederti uscire da lezione, ha chiesto più volte ad Albus se avevi il ragazzo e oggi non ha avuto occhi che per te. Insomma, è palese! Direi che questo sarà il vostro grande anno!” disse Rose trionfale.

“Grazie tante, è l’ultimo! Ma parla pianto per Merlino, ne sei sicura? Sicura sicura?”

“Sicura sicura” Le due cugine si sorrisero raggianti.

“Tin tin tin” la preside si era alzata in piedi e stava facendo tintinnare il suo calice con un cucchiaino.

“Un attimo di silenzio per favore! Innanzi tutto, benvenuti a coloro che sono al primo anno e complimenti per lo smistamento. Sono sicura che rendere le vostre case fiere di voi! Ma non è certo solo per dirvi questo che prolungo la vostra fame – sorrise – come forse alcuni di voi immaginano, quest’anno tocca finalmente alla nostra scuola ospitare un importantissimo evento ripreso nove anni fa: il Torneo Tremaghi! In occasione di questo evento ho deciso di inserire nuovi corsi nel programma di quest’anno, per evitare certe meschine figure che alcuni dei nostri studenti ci hanno fatto fare nelle precedenti edizioni. Li troverete affissi nelle bacheche, con i relativi orari, ma intanto ve li elenco brevemente: il Ballo del Ceppo sarà aperto a tutti gli studenti e ogni casa dovrà sostenere obbligatoriamente un corso di ballo di cinque lezioni, per evitare di fare una figura da balbettante bambocciona banda di babbuini. Se sarete già bravi però potrete cavarvela con tre lezioni. Inoltre, per essere il più accoglienti possibile verso gli studenti stranieri, ci sarà un corso obbligatorio di buone maniere e cultura straniera, sempre di cinque lezioni, e due corsi di lingua, francese e tedesco, facoltativi, che però influiranno positivamente sui voti di fine anno se presentati, saranno di due ore a settimana e dureranno fino a fine novembre. Infine, per gli studenti del sesto e settimo anno che intendono mettere il loro nome nel calice, saranno istituiti corsi di recupero e potenziamento nelle materie che più preferiscono, in accordo con i professori. Per ovvie ragioni, il torneo di Quidditch inizierà a gennaio, in modo che possiate avere il tempo tecnico per allenarvi. E ora lascio la parola all’organizzatore e giudice di questa edizione del torneo, Percival Weasley!”

Un educato applauso seguì la comparsa di Percy Weasley, zio di Rose e Lily, che si guardarono stupite. Non avevano proprio idea che avrebbero rivisto così presto il loro pomposo e simpatico zio.

“Non ci credo, davvero, non posso letteralmente crederci! Nostro zio sarà tra i giudici. Avere un giudice dalla nostra parte… è magnifico!” disse Hugo a James, dandogli una gomitata.

“Ecco perché era così allegro e baldanzoso l’ultima volta che l’abbiamo visto – replicò quello – abbiamo la vittoria in pugno!” i due Grifondoro esultarono, dandosi il cinque.

“Fantastico, un paladino Grifondoro come giudice, e tra l’altro uno che ha qui una figlia e una schiera di nipoti, quasi tutti in età per partecipare. Non per offenderti eh Albus, ma la vedo nera.” Scorpius guardava il tavolo dei professori decisamente scoraggiato.

“Non dire così, ti assicuro che è una brava persona, ligia alle regole in un modo quasi ossessivo, non favorirebbe mai nessuno, te lo posso giurare! E poi ti ricordo che non è mica lui che sceglie il campione della nostra scuola… non esiste nulla di più imparziale del Calice!” lo rassicurò l’amico.

“Cari studenti, sarò breve perché l’ora è tarda e siamo tutti affamati, quindi mi limiterò a snocciolare un po’ di date: l’arrivo degli studenti delle scuole di magia di Durmstrang e Beauxbatons è previsto per il primo dicembre, dal due dicembre il Calice di Fuoco sarà esposto in una sala attigua a questa, dove verrà sorvegliato 24 ore su 24 da me e dai miei colleghi, in modo da evitare che qualcuno inserisca un nome che non sia il suo nel calice. I campioni verranno nominati la sera del 24 dicembre e il 31 dicembre ci sarà il Ballo del Ceppo, in cui sarà anche annunciata la data della prima prova. Bene, direi che ho parlato anche troppo, con questo vi auguro una bella scorpacciata!”

“Molto bene, grazie Percy! Ed ora, che la cena inizi!” disse allegramente la preside, facendo comparire sui tavoli montagne di gustose leccornie.

            A cena terminata la sala iniziò lentamente a svuotarsi, con capannelli di persone che si dirigevano, borbottando contro la nuova mole di studio, verso le bacheche e poi ai dormitori.

Quando Albus e Scorpius si misero finalmente a letto, rigorosamente nella stessa stanza, nonostante Scorpius, come caposcuola, avesse diritto ad una camera tutta sua, il secondo disse: “Tua sorella diventa ogni giorno più bella sai? Porta il suo nome davvero in modo incantevole.”

“Ehm si… certo. Senti, a proposito di questo, c’è una cosa che mi ha detto Rose che penso proprio ti fare piacere sapere” Albus si sentiva parecchio a disagio a parlare di queste cose.

“Beh, sentiamola allora!” lo incalzò il biondo.

“Dunque, in sostanza mi ha detto che, come dire… Lily ha una cotta per te da un pezzo ormai. È una buona cosa no?”

“Stai scherzando?” Scorpius si tirò su di scatto a sedere.

“Assolutamente no, sono serio! E poi hai visto anche tu come arrossisce quando ti vede…” aggiunse, cercando di ricordare cosa gli aveva detto la cugina.

“Ma certo, come no! Tu mi stai dicendo che Lily Luna Potter, la ragazza più carina e intelligente della scuola, figlia dell’eroe che ha sconfitto Lord Voldemort, ha una cotta per me: non solo un Serpeverde, ma un Malfoy? Non sei divertente Potter.”

“Hei, ambasciator non porta pena! E poi cosa c’è di male? È un pezzo che corre buon sangue tra le nostre famiglie. E comunque cosa dovrei dire di te, con tutte le ragazze che si girano a guardarti quando passi? Te lo assicuro, me l’ha detto Rose e a lei Lily dice tutto!”

“Beh… se le cose stanno davvero così… magari allora potrei invitarla ad uscire… meglio che ci dormo sopra. Notte Albus, e grazie!” disse il biondo, raggiante, coricandosi.

“E di che? Notte!” replicò Albus sorridendo, prima di spegnere la luce e buttarsi sotto le coperte.

 

Angolo dell'autrice

Salve a tutti, sono Kami e questo è il primo capitolo della mia storia. Questa storia è una rielaborazione di una mia creazione precedente, dal titolo "Tick tock goes the clock" che ho recentemente eliminato in quanto non mi piaceva la strada che avevo preso. Ora sono molto più soddisfatta di me stessa e spero che, in questa nuova veste, la storia piacerà anche a voi. Fatemi sapere senza peli sulla lingua cosa ne pensate mi raccomando!

Spero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo la settimana prossima, ma non vi assicuro niente perchè da lunedì a venerdì ho tre esami (si spera gli ultimi della sessione) e sono piuttosto full, ma cercherò di non far passare troppo tempo, lo prometto!

Un saluto ai nuovi lettori e anche ai vecchi lettori (spero che qualcuno che apprezzava la storia precedente voglia continuare il viaggio con me).

Un bacione, 

Kami

  
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