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Autore: Cleo Ribbon    29/08/2014    0 recensioni
[Creepypasta]
Summer vive in una città in cui le donne devono sottostare totalmente agli uomini.
Nel momento in cui decide di intervenire, succede qualcosa; il suo piano verrà stravolto, ma uno nuovo sorgerà nella sua mente e di quella di un nuovo bizzarro amico.
Ce la faranno Summer e i suoi alleati a vincere contro la tirannia del Primo Ministro Crawford?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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4
Il capo dei Pentaccianti
Mi svegliai che era mattina inoltrata.
Accesi la luce e mi stropicciai gli occhi.
Mi guardai intorno.
Ero a casa di quel ragazzo, ma lui dov’era?
Mi alzai e mi stiracchiai, dovevo andare al bagno.
Mentre andavo verso la porta, passai davanti al divano e vidi che Jeff era lì sopra e dormiva profondamente, non era bagnato, probabilmente si era cambiato una volta tornato a casa.
Nonostante la faccia truce… era tenero mentre dormiva!
Presi una coperta e gliela sistemai addosso, essendo tornato tardi doveva essere molto stanco!
Andai in bagno e mi feci una doccia.
Quando uscii preparai la colazione per me, per lui e per Amparo, io e il mio scoiattolo mangiammo, poi decisi di uscire per cercare di capire che ore fossero.
Dall’inclinazione del sole dovevano essere circa le nove e mezza…
Dovevo assolutamente tornare a Solafumo!
Iniziai a correre per la Dark e raggiunsi il mio passaggio segreto.
Jeff si svegliò verso le dieci, aveva dormito davvero poco quella notte, con tutto il tempo passato a cacciare!
Si accorse di avere una coperta calda addosso e ripensò alla sera prima
Summer…
Quella ragazza era eccezionale!
Si sacrificava pur di salvare le altre donne!
E poi che coraggio a uscire tutte le notti per combattere contro i  Pentaccianti...
Ma che stava facendo?!
Non doveva distrarsi dai suoi doveri in un momento simile!
La situazione era abbastanza critica in quei giorni!
Si alzò stiracchiandosi e si diresse verso il letto.
La sua ospite non c’era…
Dov’era andata?!
Uscì e guardò il sole: le dieci…
Certo, doveva essere tornata a Solafumo…
Gli squillò il telefono
- Pronto… -
- Pronto, Jeff, vieni? C’è la riunione!-
- Non ora, Manny! Sono impegnato!-
- Va bene… ma devi essere presente almeno a quella di questo pomeriggio all’una!-
- Ci sarò, devo andare, ciao!-
- Ciao.- chiuse la telefonata.
Cavolo! Si era dimenticato della riunione!
Beh, quella avrebbe aspettato!
Prima doveva accertarsi che Summer fosse tornata alla città!
Ecco, lo stava facendo di nuovo!
Sempre a pensare a quella ragazzina!
Ma se non fosse riuscita a tornare a casa?...
Al diavolo i doveri!
Iniziò a camminare nel bosco, passando nei posti in cui aveva visto la ragazza quando ancora usciva di nascosto per cacciare.

Mi fiondai nel castello e, senza farmi vedere, raggiunsi camera mia.
Tirai un sospiro di sollievo.
Mi era dispiaciuto lasciare Jeff senza preavviso, ma pensai che avrebbe capito…
Guardai l’orologio, erano le dieci meno un quarto, andai a cambiarmi e scesi per parlare con Goran
- Winter! Ma dov’eri finito?! Quando siamo rientrati non ti abbiamo visto! Pensavamo fossi morto!- esclamò l’uomo appena mi vide arrivare correndo
- Mi scusi, signore, credo di essermi perso, mi sono addormentato e quando mi sono svegliato era già giorno… sono rientrato poco fa!- mi grattai la testa sorridendo compiaciuta per la favolosa scusa che mi ero appena inventata
- Uff, meno male che è andato tutto bene! Sei un elemento troppo importante per la squadra! Comunque non farci preoccupare mai più così tanto! Sirio era disperato quando non ti ha visto tornare! A quanto pare sei diventato molto amico di mio figlio!- disse tornando a sorridere
- Eh già!- sospirai cercando di restare serena
- A proposito, Sirio è nel giardino sul retro del palazzo, ti conviene andare, prima che si preoccupi ancora di più di quanto non lo sia ora!- ridacchiò Goran spingendomi amichevolmente verso la porta
- Grazie, signore, ci andrò sicuramente!- camminai come se stessi andando al patibolo e quando fui abbastanza lontana strinsi i denti e soffocai un ringhio.
Il giardino era enorme!
C’era qualsiasi tipo di fiore esistente al mondo!
L’aria era intrisa di profumi di ogni tipo.
Il cielo era più azzurro che mai, dopo la tempesta della notte prima!
Sirio era coricato su un prato insieme ad alcuni amici e fissava il cielo, feci un passo verso di lui in modo da farmi sentire, lui si voltò, seguito a ruota da tutti gli altri
- Sum… Winter! Allora stai bene! Che sollievo!- esclamò alzandosi e abbracciandomi stretta stretta, io per poco non soffocai e mi trattenni dal tirargli uno schiaffo, divenni rossa come un pomodoro e lo allontanai con le mani
- Sì, sto bene, ma non è il caso di farmi tutte queste feste!- dissi guardandolo storto, gli amici di Sirio lo fissavano esterrefatti
- Ragazzi, lasciateci soli, per favore… - disse arrossendo e cacciandoli via con gesti delle mani.
Quando si furono allontanati, finalmente, mi sfogai
- Come hai potuto abbracciarmi davanti a tutti quei ragazzi?!- urlai rossa in viso
- Eh dai, calmati! Infondo non sanno che sei una ragazza! Posso dirgli che sei un mio caro amico!- disse sempre arrossendo e ridendo allo stesso tempo
- Comunque, ieri sera dove sei stata?! Ti ho cercata ovunque!- esclamò tornando serio
- Non avevo assolutamente intenzione di tornare! Ho incontrato una brava persona che ha deciso di aiutarmi!- ribattei incrociando le braccia
- Chi hai incontrato?- chiese curioso
- Non ti riguarda!- risposi scocciata
- Sì invece! Era un mostro? Ti ha fatto del male?- domandò sempre più preoccupato
- Non era un mostro! Era perfettamente normale… a parte la faccia leggermente spaventosa… era un ragazzo per bene!- dissi stringendo i pugni
- Un ragazzo? Hai conosciuto un ragazzo? Dimmi chi era che lo uccido!- urlò pieno di rabbia
- Non credo abiti qui, probabilmente è di un'altra città, e comunque mi ha aiutata! Non puoi ammazzarlo!- esclamai in preda a una crisi isterica
- Sì che posso! Nessun ragazzo può fare il galantuomo con te! Perché tu mi appartieni!- disse afferrandomi i polsi e tirandomi violentemente verso di se, io riuscii a divincolarmi, gli tirai un sonoro ceffone sulla guancia sinistra e corsi via.
Non sapevo assolutamente dove scappare!
Ora stava esagerando!
Io non appartenevo a nessuno!
Corsi fuori dal castello.
Non volevo fermarmi!
Dovevo trovare un posto sicuro in cui stare, e l’unico posto era fuori da Solafumo!
Andai a casa mia e mi gettai a capofitto nel passaggio segreto.
Ero nella Dark, correvo senza sapere dove andare schivando alberi e cespugli, mentre gli animaletti scappavano spaventati dal mio comportamento insolito.
Arrivai al fiumiciattolo con i salmoni e mi fermai appena prima di caderci dentro.
Mi sedetti sulla riva e, per la prima volta da quando era morta mia madre, iniziai a piangere.
Versai così tante lacrime che avevo paura che mi si esaurissero tutti i liquidi che avevo nel corpo, Amparo uscì dalla tasca e mi salì sulla coscia destra sfregandosi delicatamente sulla mia pancia, cercando di consolarmi come poteva.
Udii un rumore alle mie spalle, mi voltai e vidi Jeff che se ne stava appoggiato ad un albero e mi fissava.
Per un momento bloccai le lacrime.
Camminò verso di me e si sedette alla mia destra.
Ripresi a piangere e mi gettai sulla sua spalla, mentre lui mi accarezzava la schiena per farmi smettere di allagare la foresta
- Andiamo, non piangere! Asciugati le lacrime! Cos’è successo di così grave?!- chiese divertito il ragazzo
- Il… il figlio del capo… del CSS… - singhiozzai
- Cosa ti ha fatto?- domandò serio Jeff
- Mi vuole! Ogni tanto cerca di avvicinarmi… ma io… io non lo voglio!- esclamai mentre cercavo di calmarmi
- È lo stesso ragazzo che ieri sera ti ha chiamata?- io mi asciugai le lacrime e smisi di singhiozzare
- Sì… era lui… - dissi avvicinandomi all’acqua, ne presi un po’ in mano e mi lavai la faccia, poi mi riavvicinai a Jeff.
Lui mi tolse il cappello e la retina e liberò i miei capelli, poi mi accarezzò il viso
- Non piangere mai più davanti a me, chiaro?- chiese con una punta di ironia, io annuii e appoggiai la mia testa sulla sua spalla, lui mi cinse la schiena con un braccio e rimanemmo così per un tempo infinito, a guardare l’acqua e i salmoni che cercavano di risalire la cascata.

Sirio si addentrò nella Dark, doveva trovare Summer!
Sapeva che quando stava male andava sempre lì.
Vagabondò un po’ per scovare qualche traccia.
Vide che sul terreno (bagnato per la tempesta della notte prima) c’erano delle impronte fresche.
Le seguì, non potevano essere che di Summer!
Dopo un po’ che le seguiva, notò che un altro paio di orme si aggiungeva alle sue.
Erano scarpe da ginnastica un po’ più grandi degli anfibi della ragazza!
Gli venne un orribile presentimento…
Iniziò a seguire entrambe le orme finché non udii una voce maschile pronunciare delle parole sottovoce.
Si nascose dietro un albero e spiò senza fare rumore…
La scena che vide lo lasciò di sasso…
La sua Summer…
Girata di schiena…
Abbracciata a un ragazzo con i capelli neri e una felpa bianca…
Rimase pietrificato per qualche secondo.
Sentiva il sangue ribollire dentro tutto il suo corpo.
Come si permetteva quel bellimbusto di portargli via la donna?!
Sapeva benissimo a cosa andava incontro, ma a lei non poteva assolutamente rinunciare!
Si voltò indietro sconvolto e iniziò a correre come mai aveva fatto, diretto a Solafumo.
Non sapeva cosa andava a farci, ma doveva subito scappare da quella scena, che ormai era impressa nella sua mente come un marchio indelebile.

Summer e Jeff si alzarono e lui la lasciò dalla presa
- Non voglio tornare alla città… tanto non ho nulla da fare lì… - dissi con una voce che lasciava trasparire il sottointeso
- Se vuoi puoi venire con me! Ti mostro qualcosa in più sulla foresta!- esclamò contento
- Ok!-
Lui mi condusse nella radura dalla quale si accedeva a casa sua, ma la oltrepassammo e mi portò dall’altra parte della Dark.
Non era molto diversa dal luogo in cui cacciavo, ma aveva un non so che di speciale, sembrava intrisa nella magia.
Era come più luminosa e più verde!
Potevo sentire una strana energia che mi invadeva da dentro.
- Chiudi gli occhi… - mi ordinò lui, io lo feci, sentii Jeff che si sedeva ai piedi di un albero
- Adesso ascolta… ascolta tutto, ogni rumore… - io aprii le orecchie.
Inizialmente sentivo solo le stesse cose: gli uccellini, qualche animaletto, il mio respiro, il suo…
Poi un nuovo rumore si aggiunse a quelli che già conoscevo, era una specie di campanellino, così lieve che sentirlo era quasi impossibile
- Lo sento!- esclamai sempre con gli occhi chiusi
- Quelle sono fate… - spiegò lui
- Come?- chiesi perplessa
- Fate, abitano in questa parte di foresta da anni, sono loro che la fanno vivere, ma solo chi ne è degno può vederle… - detto questo si alzò e venne verso di me, io aprii gli occhi
- Seguimi!- disse lui, avanzammo per la foresta che in quel momento esplodeva di vita, e ci fermammo sotto un vecchio olmo
- Ora tappati le orecchie! Non devi sentire più nulla!- io misi le mani sulle orecchie e iniziai a guardarmi intorno, non sentivo più nulla.
In un tronco cavo risplendeva una lucina blu, mi avvicinai sempre con le mani alle orecchie.
Era un esserino piccolissimo, sembrava una ragazza, ma era tutta azzurra e aveva le ali che splendevano leggermente, non si accorse di me subito, stava seduta su un fiorellino che era cresciuto nel tronco.
Io sorrisi, riuscivo a vedere le fate!
Lei si accorse che la stavo osservando e se la dette a gambe, sparendo nella vegetazione.
Mi tolsi le mani dalle orecchie
- L’ho vista! Era bellissima!- esclamai eccitata
- Si è fatto tardi, è ora di andare a casa!- disse serio
- Ma io non voglio andare a Solafumo!-
- E chi ha detto che ci vai?!- sorrise Jeff
Tornammo alla radura e aprimmo il passaggio per casa sua.
- Ti va di bere qualcosa?- chiese Jeff avvicinandosi al frigo
- No, grazie… - dissi mentre mi raggomitolavo nella coperta sul divano, Jeff si sistemò di fianco a me
- Sai Jeff, credo che tu sia il mio migliore amico… a parte che non ho altri amici maschi!- ridacchiai
- Per me vale la stessa cosa, ma versione femminile!- iniziammo a ridere
- Ma scusa, come ti sei fatto questi tagli?- chiesi curiosa sfiorandogli la bocca con il dito, lui si rabbuiò e in quel momento capii che avevo commesso un errore.
Inizialmente non rispose, poi prese fiato
- Me li sono fatti io… da solo… - rispose guardando per terra, io sbiancai
- Come?! Non è possibile!- esclamai con la bocca aperta
- E invece è così… il giorno in cui sono scappato dai miei… vedi, avevo avuto un incidente e mi hanno fatto un operazione… hanno dovuto ricostruirmi il volto, purtroppo naso e sopracciglia erano andati, mi restavano solo gli occhi e la bocca…
Quando mi hanno riportato a casa stavo malissimo: non riuscivo più a muovere la bocca per parlare perché muoverla era dolorosissimo e facevo fatica a respirare, e anche a vedere…
Così di notte andai in bagno, presi il coltello che vedi lì sul tavolo e mi tagliai le guance… così sarei riuscito a sorridere! E poi ormai la mia pelle era diventata come cuoio, non sentivo più nulla! Gli occhi sono cerchiati di nero perché ho provato a bruciarmi le palpebre, ma non ci sono riuscito, finendo con il bruciarmi solo attorno agli occhi, almeno ora non mi faceva più così male aprirli! Dopo di che sono scappato: avevo fatto paura a mia madre, a mio padre e persino al mio fratellino, a cui volevo molto bene!- sia alzò di scatto e strinse i pugni, sempre guardando per terra
- Tu non hai idea di cosa significhi essere rifiutato dalla propria famiglia… io li odio!... - iniziò a tremare e si voltò di schiena, io mi alzai e gli misi una mano sulla spalla
- Jeff… io sono stata rifiutata da mio padre perché sono donna, certo, non è come essere rifiutati dall’intera famiglia, ma almeno la metà l’ho provata anch’io… ti capisco, non è facile accettare queste cose… ho odiato mio padre per anni, ma ormai ho capito che non è servito a nulla tutto quell’odio, non risolve le cose… -
Lui si voltò, stava cercando di trattenersi dal piangere, il sorriso era contorto in una smorfia di disperazione, dagli occhi scendevano tante lacrime calde, alla fine cedette, si appoggiò a me (faticavo a tenerlo su) e scoppiò a piangere come un bambino, io sorrisi
- Oh, andiamo, non piangere! Non ce n’è motivo! Mi bagni solo la maglietta!- lui si tirò su e sorrise, asciugandosi le lacrime
- Non piangere mai più davanti a me, chiaro?- dissi ridendo, anche lui si mise a ridere e ci risedemmo sul divano
- Adesso tocca a te, raccontami il tuo passato!- esclamò Jeff, io divenni triste
- Ecco… mio padre era un militare, come tutti gli uomini di Solafumo del resto, era nel gruppo dei cecchini, è stato ucciso dai Pentaccianti… mia madre era una donna forte e intelligente, mi ha cresciuta per dieci anni, insegnandomi a cacciare i mostri finché non è morta per un tumore al fegato; ha avuto un’infanzia normale, ma poi è arrivato il Primo Ministro che ha indetto quella schifosa regola! Lei ha sempre lottato contro la Legge delle Donne, una legge che priva le femmine di qualunque diritto e le schiavizza agli uomini…- dissi pensando a Crawford e stringendo i denti per non arrabbiarmi
- Sì, ho già sentito una cosa del genere, ma non ho mai capito altro di questa situazione… - disse Jeff pensieroso
- C’è una legge che impedisce alle donne di avere gli stessi diritti degli uomini, noi siamo alla loro completa mercé, almeno da quando compi quindici anni, io li ho compiuti ieri… vuoi sapere perché ero nel CSS?- chiesi a Jeff seria, lui annuì
- Il mio piano consisteva nell’entrare nella squadra come un ragazzo, arrivare nella Dark e uccidere il capo dei Pentaccianti, il cosiddetto Killer, per poi rivelarmi come una femmina ed essere presa finalmente in considerazione dagli uomini, che forse ci avrebbero concesso di essere al loro stesso livello… - conclusi mettendomi le mai conserte, notai che lui aveva una faccia leggermente preoccupata
- Il capo dei Pentaccianti?... Ma… non ce la farai mai ad ucciderlo!- esclamò nervoso, non capivo il motivo della sua agitazione
- Invece sono convinta del contrario! Quando lo incontrerò non avrò pietà!- mi alzai risoluta
- Aspetta Summer, credimi non è una buona idea! Il fatto è che… - lo guardai con la testa leggermente piegata verso destra in segno di domanda, lui sospirò e disse una cosa che non aveva nulla a che fare con quello che aveva in testa
- Ti va qualcosa da mangiare?-
- Certo! Ma prima mi diresti che ore sono?- chiesi andando verso l’uscita, lui mi seguì e guardò il sole
- Più o meno l’una… Oddio! È tardissimo!- esclamò andando a prendere il coltello che teneva sul comodino
- Dove devi andare?- domandai vedendo che stava uscendo lasciandomi lì
- Devo uscire, starò via per un po’, tu puoi fare quello che vuoi, fai come se fossi a casa tua!- detto questo sparì in superficie.
Io mi avvicinai al frigo e tirai fuori qualcosa da cucinare, avevo in mente dell’insalata di riso, così la parte di Jeff l’avrei messa in frigo senza il rischio che si freddasse.
Sentii un leggero movimento nel mio cappuccio e uscì Amparo, che aveva dormito tutto il tempo e ora si stava leccando un po’ per pulirsi, anche se non ci riusciva.
Preparai l’insalata di riso e ne detti un po’ ad Amparo, mangiai la mia parte e misi quella di Jeff in frigo, poi afferrai il mio scoiattolo e corsi in bagno.
Riempii il lavabo con acqua calda e ci tuffai dentro il piccolo roditore che a quanto pare non amava molto l’acqua.
La lavai con il sapone e la asciugai con il fon, poi la pettinai e l’annusai, ora sì che era pulita!
A quel punto iniziai ad annoiarmi.
Quando mi annoio è meglio non incontrarmi, farei perdere la pazienza a un Santo!
Decisi di esplorare in giro, infondo prima di uscire Jeff aveva detto “Fai come se fossi a casa tua!” e io lo feci!
Andai verso le due porte che restavano sempre chiuse.
Dietro alla prima sentivo dei rumori ovattati, come delle voci, ma non si apriva perché era chiusa a chiave.
Provai con la seconda, da cui usciva uno strano odore.
Questa non era chiusa a chiave!
La spalancai e vidi solo una piccola stanza buia, al centro di essa c’era una fornace enorme che lanciava lingue di fuoco e dalla quale veniva il terribile odore che si sentiva da fuori.
Mi avvicinai, anche se iniziavo a sudare.
Notai che dal bordo sporgeva qualcosa, ormai era tutto bruciato e consumato, ma (purtroppo) riuscii a capire di cosa si trattava e mi venne quasi un infarto, sbiancai, feci un passo indietro, non riuscivo a respirare e mi sentivo tutta fredda,
Corsi fuori e chiusi la porta alla mie spalle, ansimante e sconcertata.
Udii la porta d’uscita che si apriva e un’ ombra scese le scale…

Jeff uscì dal passaggio, era terribilmente in ritardo: la riunione iniziava in quel momento!
Si precipitò verso un’altra roccia simile a quella che apriva casa sua, ma molto più grande.
Disse la password e apparirono le scale.
Le scese a perdifiato e si ritrovò finalmente nel luogo in cui doveva arrivare.
- Jeff, alleluia! Non hai proprio il senso del tempo! Ma che hai per la testa?- chiese Manny scocciato
- Altro, ma lasciamo stare, ci sono tutti?- domandò riprendendo fiato
- Manca ancora qualche ritardatario e poi ci sono tutti!- disse leggendo sul taccuino
- Bene, falli accomodare, si comincia!- esclamò Jeff salendo sulla pedana.
Piombò il silenzio, tutti ammutolirono in attesa che Jeff parlasse, finalmente iniziò
- Carissimi compagni, ieri sera siete stati grandi! Non avrei potuto chiedere di meglio! Ma bando alle ciance: ho scoperto il mistero delle donne che avvolge Solafumo: una legge proibisce a chiunque sia di sesso femminile di essere pari ai maschi! Io pensavo: se riusciamo a convincere le donne ad aiutarci, probabilmente riusciremo a vincere!- disse Jeff con voce seria e coinvolgente allo stesso tempo, dal pubblico si alzò un boato di approvazione
- Chi ritiene di avere opzioni migliori o chi semplicemente ha una domanda, alzi la mano!- esclamò Jeff con le braccia conserte, qualcuno davanti alzò la mano, era un bambino
- Dimmi Rudy!-
- Come hai fatto a scoplile il segleto di Solafumo?- chiese il piccolo in prima fila
- Ho conosciuto una ragazza che abita nella città e me l’ha raccontato!- rispose il ragazzo sorridendo
- E non ha avuto paula?- richiese il bambino
- Inizialmente sì, ma era inseguita da un essere ben peggiore di me e l’ho salvata!- ridacchiò pensando a quella sera
- E come faremo a convincere le donne ad aiutarci?- domandò qualcuno sul fondo
- Sempre grazie alla ragazza! È una persona che sa farsi ascoltare e ascolta a sua volta, sono certo che ce la farà!- disse Jeff con un tono che non ammetteva repliche
- Allora, chi è d’accordo alzi la mano!- tutto il salone tirò su un arto
- Benissimo! Cercherò di convincere la ragazza e quando avrà dato il consenso vi avviserò! Fine della riunione! Tornate tutti a casa!- esclamò il ragazzo scendendo dalla pedana.
- Sei stato bravissimo!- disse Manny porgendo a Jeff una bottiglietta d’acqua
- Grazie!-
- Ma sei certo che questa ragazza sia una persona affidabile?-
- Che domande! Certo! È una persona audace e convincente! Per i soldati sarà un colpo duro! Chissà quanti di questi le vanno dietro, visto quanto è carina… - disse Jeff tranquillo mentre beveva un sorso d’acqua
- Carina?... - sussultò Manny
- Sì, perché, non posso trovare carina una ragazza?!- esclamò Jeff con una punta di sarcasmo
- Ma certo che puoi, solo che… Jeff, sei sicuro che il tuo interesse verso di lei non sia un po’ più sviluppato?- Manny era preoccupato, il ragazzo era un po’ sulle nuvole e assente dalla sera prima
- Cosa intendi con “più sviluppato”?- domandò Jeff guardandolo di sbieco
- Beh, sai… un ragazzo, una ragazza… - Manny vide che il ragazzo continuava a noi capire
- Sicuro che la ragazza per te sia solo carina? Nel senso, non c’è qualcosa in più, non è vero?- il viso di Jeff si contrasse come colpito da un’illuminazione celeste, poi guardò per terra
- Ma no, che vai a pensare… è solo che… - biascicò il ragazzo mentre si grattava il collo
- Jeff?- lo guardò Manny con compatimento
- Non so, forse un pochino di attrazione?- chiese Jeff facendo segno di un “pochino” con le dita, Manny lo guardò ancora con lo sguardo di uno che sapeva benissimo che stava mentendo
- Ok, va bene, lo ammetto, quella ragazza mi piace, e anche molto… ma non puoi farci nulla! Sono sempre un ragazzo, anche se brutalmente sfregiato sia fuori che dentro!- disse Jeff con le braccia conserte
- E comunque convincerla sarà facile, farebbe di tutto pur di riscattare le donne! Il problema sarà prima… - sospirò Jeff
- Prima?- chiese perplesso Manny
- Lascia stare… devo andare! L’ho lasciata a casa mia e non so cosa potrebbe combinare!- urlò mentre correva su per le scale e apriva la porta diretto a casa sua.
Jeff entrò nella stanza con il suo solito sorrisone sul volto
- Sono tornato! Sei stata bene mentre ero via?- chiese curioso il ragazzo
- Stammi lontano!- gli ordinai mentre afferravo il mio arco e le mie frecce e gliene puntavo una al petto
- Summer, ma che hai?! Sono io!- esclamò stupito dalla mia reazione
- Certo che sei tu! Non sono ceca! Ma vediamo se lo sei tu!- detto questo spalancai la porta in cui c’era la fornace e indicai all’interno di essa
- Dimmi, perché c’è un… un braccio umano che brucia nella fornace?- chiesi cercando di non vomitare
- Aspetta! C’è una spiegazione per quello che hai visto!- disse lui cercando di calmarmi mentre gli puntavo la freccia in faccia
- Allora spiega!- urlai sull’orlo di una crisi di nervi
- Solo se abbassi le armi, ti calmi e ti siedi!- ribatté Jeff serio, io indugiai per qualche secondo, abbassai le armi con cautela senza staccargli gli occhi di dosso e mi sedetti lentamente sul divano, lui si sedette di fianco a me, ma io mi allontanai di qualche centimetro
- Ascolta senza dire nulla e senza sclerare… io sono il Killer… -
Io sbiancai e mi portai una mano alla bocca spalancando gli occhi.
Jeff, il mio migliore amico…
Era il Killer!
Il capo dei Pentaccianti!
Colui di cui non si conosce l’aspetto poiché chiunque l’abbia visto non ha potuto tornare per raccontarlo…
Il ragazzo dolce e premuroso che si è preoccupato per me nel momento del bisogno…
È il capo di una schiera di mostri che come noi donne sono stati rifiutati dagli uomini e che una volta al mese uccidono centinaia di uomini…
Un attimo, questo è positivo…
La mia espressione cambiò.
Sorrisi e lo guardai negli occhi…
Occhi azzurro ghiaccio…
Erano caldi come l’Inferno più profondo mentre lo guardavo…
Non me n’ero mai accorta!
Il suo sguardo era perplesso, forse per il mio improvviso cambiamento d’espressione!
- E adesso che hai?- chiese distogliendomi dai miei pensieri
- Niente, è che il fatto che tu sia il Killer non è grave!- ridacchiai vedendo la sua faccia stupita
- Come hai detto?-
- Sì, infondo voi siete stati rifiutati come noi dagli uomini perché vi consideravano diversi! E una volta al mese ne uccidete almeno un centinaio, quindi diciamo che non è così terribile!- esclamai con il sorriso stampato in volto
- Dici sul serio? Questo vuol dire che mi aiuterai nella realizzazione del mio piano?- chiese Jeff decisamente su di giri
- Il tuo piano?- domandai
- Il mio piano geniale per riscattarci tutti! Mostri e donne! Ascoltami bene: noi mostri siamo nettamente più forti degli uomini, ma siamo anche in inferiorità numerica! Mentre le donne sono più deboli, ma sono molte di più degli uomini! Io dico che se uniamo i due eserciti, il Primo Ministro Crawford e i suoi sgherri non avranno scampo!- esclamò eccitato
- Bel piano! Certo che ti aiuterò! Convincerò le donne della città!- detto questo mi prese per mano
- Vieni! Ti faccio conoscere la mia famiglia!- mi portò davanti alla porta che fino a quel momento era rimasta chiusa, tirò fuori una piccola chiave dalla tasca dei pantaloni e la girò nella toppa.
La serratura scattò e spalancò la porta dicendo
- Benvenuta a Fanconia!-
Per poco non svenni.
Là sotto c’era tutto un altro mondo!
Milioni di Pentaccianti si aggiravano per le vie di quella che sembrava una città sotterranea.
C’erano mostri di tutti i tipi, alcuni che avevo visto una volta sola in tutti gli anni in cui cacciavo!
A un tratto uno Slenderman ci apparse davanti ed ebbi l’impulso di tirare fuori arco e frecce, ma venni bloccata da Jeff che si avvicinò allo spaventoso essere che gli chiese
- È lei la ragazza?-
- Sì, ti presento Summer!- disse il ragazzo tirandomi avanti per un braccio, io ero titubante e leggermente terrorizzata, ebbi solo la forza di dire un mezzo “Ciao”, lo Slender mi prese la mano e me la… baciò?
Anche se la bocca non l’aveva…
E si presentò
- Io sono Manny, molto lieto!- mi mollò la mano, la sua era lunga, bianca e ossuta, era così magro che sembrava non mangiasse dalla nascita, io feci un sorrisino isterico
- So che hai intenzione di aiutarci, dico bene?- chiese gentilmente, per essere un mostro era simpatico!
- Ehm… sì, chiederò aiuto alle donne della città… - risposi cercando di non incrociare troppo il suo “sguardo”
- Beh, speriamo che accettino, altrimenti sarà dura sconfiggere Crawford e i suoi eserciti! Ma ditemi, come vanno le cose tra di voi?- chiese con una punta di malizia
- Tra… noi?- lo guardai un po’ perplessa
- Sì, tra te e Jeff! Non te l’ha ancora detto?- disse con aria stupita, all’improvviso intervenne Jeff che si frappose tra noi due ridendo da ebete
- Scusalo! Manny a volte parla un po’ troppo!- esclamò tirandogli una gomitata nella pancia che lo fece vacillare un po’
- Vuoi che ti mostri la città?- mi chiese sempre come volesse fare da scudo tra me e lo Slender
- Ok…- risposi pensando a quello che aveva detto il mostro, chissà cosa intendeva con “tra te e Jeff”… mah! Pazienza!
Probabilmente niente di importante!
Iniziammo a girare per Fanconia, Jeff mi fece conoscere buona parte dei mostri e dovetti davvero ricredermi: erano gente simpatica e gentile!
Altro che mostri o assassini terrificanti!
Beh, di aspetto non tanto piacevoli, ma erano persone molto socievoli!
Scoprii che gli Smile non erano proprio così orrendi, che i Laughing Jack facevano morire dal ridere, che gli Whistler erano molto romantici e passionali e che ai Ben Drowned piacevano arco e frecce!
A un tratto sentii qualcuno che mi stava tirando i pantaloni, era un bambino.
Un cucciolo di Eyeless, con la sua mascherina blu e il catrame che gli usciva dai buchi degli occhi
- Ciao! Io sono Ludy!- esclamò con una vocina squillante, si chiamava Ludy?
- E io sono Summer! Vuoi chiedermi qualcosa?- domandai chinandomi per essere alla sua altezza
- Scusa, tu sei la lagazza che ci aiutelà a battele gli uomini cattivi?- chiese il piccolo, che evidentemente si chiamava Rudy e non Ludy
- Sì, sono io!- dissi sorridendo, i bambini mi erano sempre piaciuti
- E tu e Jeff siete fidanzati?- io mi misi a ridere
- Hahaha, no! Siamo solo amici!- a questa possibilità però non ci avevo pensato! Io e Jeff… non lo so… non mi era mai capitato di pensare a un ragazzo in quel senso… certo, lui era davvero speciale!
Forse qualcosa provavo, ma non mi avevano mai insegnato ad amare un maschio!
Quando lo guardavo sentivo qualcosa, ma non so esattamente dire se era amore o cosa!
- No, pelchè mentle palla di te i suoi occhi si scaldano! Di solito ha lo sgualdo fleddo e tliste, ma mentle pallava di te alla liu… liunione aveva lo sgualdo caldo e pelso!- disse giocherellando con le mani e guardando per terra
- Sul serio?... – in effetti l’avevo notato, ma non mi sembrava rilevante!
Questo bimbo aveva un ottimo spirito di osservazione!
- Penso di sì… - rispose timidamente
- Grazie per l’informazione! Ecco, gioca un po’ con il mio scoiattolo!- dissi prendendo Amparo dalla tasca e porgendogliela, lui corse felice a giocare con lei, io invece ripresi a fare amicizia con i mostri.
In qualche modo mi sentivo a casa mia, tra quella gente un po’ diversa e non accettata dagli uomini.
Notai che si stava facendo tardi, se volevo avvisare le donne dovevo muovermi!
Andai a riprendermi Amparo e io e Jeff uscimmo
- Beh, per te è ora di andare! Insegna alle donne almeno a combattere! Ci vediamo domani mattina alle cinque!- disse sorridendo, anche se sapevo benissimo che era preoccupato, decisi di tirarlo su di morale
- Ehi, non ti preoccupare, vedrai che ce la faremo! Io credo in te!- esclamai cercando di restare serena, a dire il vero ero preoccupata anch’io, le probabilità che vincessimo erano una su un milione!
Il suo sorriso scomparve e abbassò la testa, chissà quali pensieri tempestavano la sua  mente, ovviamente temeva che il suo popolo, la sua famiglia fosse completamente sterminata!
Infondo gli uomini avevano spade, archi, fucili, mentre i mostri lottavano con quello che avevano: mani, artigli, tentacoli, denti, coltelli…
Vedendo che non reagiva, decisi di tentare un’altra strada, non avevo ancora pensato a cosa fare che mi venne uno strano impulso, il bambino aveva detto che guardandomi i suoi occhi si scaldavano, quindi per ridargli la fiducia in se stesso avrei dovuto…
Oddio!
No!
Non potevo farlo!
Ma vederlo soffrire in quel modo mi spiaceva tantissimo…
Ok, dovevo farlo…
Presi un respiro e con uno scatto fulmineo gli diedi un leggero bacino sulla guancia destra.
Mi allontanai di qualche passo e vidi che aveva alzato la testa e ora mi fissava con la bocca e gli occhi spalancati.
Sorrisi
- Ci vediamo, Jeff!- detto questo iniziai a camminare lentamente verso la città, cercando di non dare a vedere che ero felice ed eccitata di essere riuscita a farlo contento!
Quando fui sicura che non mi vedesse più, iniziai a correre come una lepre, ridendo per scaricare l’emozione e ritornai alla città.
“Un bacio… Mi ha dato un bacio…” pensava Jeff ancora visibilmente scosso
“Non ci posso credere! Non è vero!” iniziò a passeggiare avanti e indietro sempre sconvolto
- Questo è il giorno più bello della mia vita!- urlò facendo un salto in aria di due metri, Manny uscì dalla porta perché aveva sentito l’urlo
- Jeff, ma… che ti succede?- chiese sorpreso
- Succede che sono felice! Forza, dobbiamo metterci al lavoro! Sta sera abbiamo una battaglia da vincere! Raduna tutti nella sala principale! Non aspetteremo un minuto di più!- disse mentre scendeva i gradini tre a tre
- Spiegami com’è che sei così agitato!- ordinò Manny fermandolo per le spalle, il ragazzo rideva ininterrottamente e sembrava sul punto di esplodere, non si fermava un secondo e muoveva i piedi istericamente
- Summer mi ha… Oh, non posso dirtelo ora! Abbiamo da fare! Forza!- urlò liberandosi dalla sua presa, lo Slenderman allungò i suoi tentacoli e lo avvolse completamente, lasciando fuori solo le spalle e la testa
- Lasciami andare o ne pagherai le conseguenze!- lo minacciò il ragazzo
- Prima ti calmi e mi dici cosa ti ha fatto per renderti così intrattabile! Inspira… espira…- Jeff fece lunghi sospiri e finalmente si calmò, almeno quel che bastava per non parlare più a vanvera, Manny smollò un po’ la presa, ma continuò a tenerlo nella sua morsa
- Adesso rispondi alla mia domanda.- disse Manny tranquillamente per non farlo agitare di nuovo
- Summer mi ha dato un bacio!- esclamò il ragazzo che riprese ad agitarsi e a ridacchiare
- Un bacio?... Come un bacio!?- chiese perplesso lo Slender
- Un bacio! Sulla guancia! Certo, è stato leggero, ma ho sentito tutto il mondo lì dentro!- a questo punto chiuse gli occhi e si immaginò la scena, iniziò ad agitarsi esageratamente di nuovo e riprese a ridere.
Lo Slender lo posò a terra
- Bene, ora che ti sei ripreso possiamo adunare tutti!- detto ciò andarono insieme nella sala principale per radunare tutti i mostri possibili.
 
   
 
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