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Autore: Edimburgh_    29/08/2014    2 recensioni
Riaprì gli occhi affannato, colpito dall'ennesimo incubo, e si voltò di scatto verso il fianco, finendo con il rotolare giù dal letto. Il suo tonfo sordo richiamò dal mondo onirico una figura che fino ad un secondo prima era al suo fianco, facendola agitare e muovere nel sonno. Logan estrasse gli artigli e li puntò verso lo sconosciuto per riflesso. La figura, femminile a quanto pareva, si tirò su con un gemito irritato e si voltò in sua direzione.
“Logan?” lo richiamò assonnata “Che stai facendo?” sapeva il suo nome, ma questo non bastò a tranquillizzare il canadese che, quando la vide impugnare qualcosa di vagamente simile ad una pistola, le saltò addosso.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
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Traum

ATTENZIONE: in questa storia quasi tutti i personaggi passano dall'essere donna a essere uomini e viceversa

 

Riaprì gli occhi affannato, colpito dall'ennesimo incubo, e si voltò di scatto verso il fianco, finendo con il rotolare giù dal letto. Il suo tonfo sordo richiamò dal mondo onirico una figura che fino ad un secondo prima era al suo fianco, facendola agitare e muovere nel sonno. Logan estrasse gli artigli e li puntò verso lo sconosciuto per riflesso. La figura, femminile a quanto pareva, si tirò su con un gemito irritato e si voltò in sua direzione.

“Logan?” lo richiamò assonnata “Che stai facendo?” sapeva il suo nome, ma questo non bastò a tranquillizzare il canadese che, quando la vide impugnare qualcosa di vagamente simile ad una pistola, le saltò addosso. Si aspettava una morbida resistenza di donna, ma non che la sconosciuta fosse tanto alta e che portasse una maschera per dormire. Maschera che tra l'altro le era scivolata da una parte ma che, con una premura sospetta, teneva con la punta delle dita contro le palpebre. Anche il materiale della mascherina era sospetto. La sconosciuta, solo lievemente turbata, aprì il palmo che avrebbe dovuto tenere la pistola e rivelò la montatura rossa di un paio di occhiali. Con esperta velocità, di chi è conscio di avere sei artigli puntati alla gola, sfilò la maschera e inforcò le lenti, poi guardò a lungo l'uomo sopra di sé.

“Sei...sei tornato in te?” gli chiese cauta tastando le braccia che la imprigionavano al materasso guardandolo dal basso. Logan nel frattempo stava facendo due più due, unendo nella mente gli occhiali rossi, i capelli castani -oltremodo lunghi- e la statura superiore alla sua e una volta giunto ad una conclusione si sentì svenire. Dovette crollarle addosso perché sentì con estrema precisione le sue forme schiacciate dal suo petto e la stoffa liscia della camicia da notte che portava sulla pelle nuda.

“E' tutto ok, babe” lo rassicurò la sua dolce voce mentre con sapiente lentezza passava le dita tra i capelli. “Sei a casa, ci sono io. Non c'è nulla di cui avere paura” quando lo sentì più padrone delle sue sensazioni, lo lasciò andare e solo allora lo sguardo smarrito dell'uomo si incontrò con il suo. La donna, con un sorriso tra i più belli che il canadese avesse mai visto, gli prese una mano e la tenne stretta tra le sue al petto. “McCoy aveva detto che sarebbe potuto succedere, ma dato che erano un paio di settimane che non accadeva niente, pensavo fosse passato del tutto. A volte vorrei che quella pelosa non avesse tanto ragione...” si rammaricò tra sé poi strinse le dita del compagno. “Ti senti bene?”

“Abbastanza” grugnì in risposta Logan e provò a ritirarsi da sopra di lei, fermato tuttavia da lei stessa.

“No, tranquillo.” provò a dire lei ma vedendo che continuava a ripudiare quella posizione, gli permise di sgusciare via. “Logan, va tutto bene. Sono io, Scarlett.”

“Non mi ricordo” ammise disperato Logan sperando che la tizia non lo aggredisse con quella che sospettava fosse la sua arma migliore. Al contrario di ogni previsione, Scarlett si accomodò meglio nel letto e riavviò i capelli lunghi sul cuscino.

“Lo so, la dottoressa ce l'ha spiegato.” di nuovo gli sorrise materna ma con una vena triste; sentendosi più sicuro, l'uomo le si avvicinò.

“Comincia dal principio” la pregò sedendosi accanto al suo flessuoso corpo. La donna deglutì un poco poi cominciò.

“Sei Logan Howlett, un mutante canadese e vivi da cinque anni con me e la nostra squadra di x men nella scuola della professoressa C (1) per Giovani Dotati nel mezzo dell'America dell'Est del pianeta Terra 701(2). Sono Scarlett Frühling(3), tua moglie da due anni e mezzo.” anche con gli occhiali il suo sguardo era chiaramente triste “La tua mutazione, beh credo l'abbia capita” indicò con un cenno della testa gli artigli “Io... purtroppo sono impossibilitata a guardarti negli occhi” sembrava a disagio “Le mie pupille trovano divertente lanciare raggi ottici rossi” cercò di buttarla sul ridere ma il tentativo morì nell'aria “Hai passato gran parte della tua vita a combattere per una causa sbagliata” si morse il labbro e proseguì con cautela “Ma ora insegni a tantissimi promettenti studenti mutanti, come me. Il tuo fattore rigenerante ti permette di viaggiare a lungo nel tempo, senza riportare danni permanenti, e questo ha fatto sì che ti offrissi volontario a Alfiere (4) per essere mandato saltuariamente nel tuo corpo presente nel pianeta Terra 811, dove i mutanti sono oppressi dalle Sentinelle per aiutarli, e questo genera talvolta delle profonde amnesie” gli tese bisognosa la mano “E, anche se non è il momento migliore per dirtelo, non potrai più chiamarli Slim”

Le informazioni che stava ricevendo erano troppe, persino per lui, abituato ad ogni genere di stranezza, quindi l'idea che in qualunque universo di trovasse avesse chiamato una versione femminile di Scott 'Slim' passò nella sua mente molto rapida.

“Siamo...sulla Terra 811?” biascicò confuso e un'espressione delusa solcò il volto di Scarlett.

“Beh, sì. In uno dei tuoi viaggi hai trovato una certa Terra 616, dove dici che ci siamo tutti ma in altre vesti. Credo che solo Karen (5) abbia impedito a Gary di farti a pezzi in nome del suo onore” un'ombra di sorriso le passò sulle labbra piene “Sei tornato dicendo che io ero un uomo, che ci contendevamo l'amore di Jhonn che in realtà era una lei di nome Jean e che lui era una ninfomane telepate di nome Emma” lisciò sotto le dita la coperta “L'unico che l'ha trovato davvero divertente è stato Rogue (6), ma non credo che abbia tutte le sinapsi collegate quindi non fa testo” alzò la testa speranzosa. “Non vuoi sapere perché non puoi più chiamarmi 'Slim'?” Logan era prossimo al tracollo mentale, probabilmente sarebbe esploso come un petardo e avrebbe frantumato l'intera stanza prima che Scarlett lo stendesse con i suoi raggi ottici, o chiamasse aiuto.

“Dopo” liquidò secco la faccenda e si fece più vicino “Chi altro c'è nella scuola?”

Imbronciata come una bambina, Frühling incrociò le braccia al petto “Gambit” elencò sulle dita “Bella francese ma se la fa con tutti e non è un buon partito. La dottoressa McCoy che ti ha preso sotto la sua ala protettiva e ti sostiene in ogni tua crisi anche perché è l'unica con la stazza adatta a frenare i tuoi impulsi, in più il pelo blu attutisce i graffi dei tuoi artigli, Storm, un tuo caro amico capace di controllare il tempo meteorologico, Roby, una mutante schizzata composta interamente di ghiaccio e infine Karen Wagner, una demoniaca teleporta che riesce a farsi ben volere da tutti” chiuse a pugno le dita. “Soddisfatto?” sembrava quasi arrabbiata.

“Sì” in fondo non poteva ricavare altro da lei, se non fastidio. Analizzò la situazione con calma: era sposato con una versione femminile di Scott Summers, abitava in una scuola per mutanti, il suo grande amore della vita Jean era un uomo e praticamente tutti i suoi amici erano di sesso invertito. Scosse la testa come per scacciare una mosca. Era assurdo. Scarlett aspettò paziente che mettesse insieme i tasselli poi gli prese la mano.

“Chiedimi perché non puoi chiamarmi più Slim” gli impose quasi e aspettò la domanda fissandolo intensamente.

“Ti chiamo Slim?”

“Oh, sì Logan!” si era esasperata “Ma è importante che tu sappia perché non lo puoi più fare”

“Cioè?” l'aveva soddisfatta, per fortuna. Infatti Scarlett gli rivolse un altro accorato sorriso poi gli poggiò la mano sulla propria pancia.

“Sono incinta(7)”

Boccheggiò alla ricerca di parole ma tutto ciò che gli uscì fuori fu “Tu...noi...davvero noi abbiamo? Da quanto?” la donna dovette prendere il suo smarrimento per gioia troppo forte per poter essere espressa a parole.

“A dire il vero da poco, due mesi massimo a sentire McCoy, però è sicuro.” si mise seduta composta con aria decisamente allegra “Hai idee per dei nomi? Io sì, tantissime. Mi piacerebbe si chiamasse Laura o Rachel, se fosse una femmina; altrimenti Nathan”

“O Daken...(8)” continuò quasi assente Logan ancora scosso per la notizia ricevuta, interrompendo la tiritera dell'altra.

“Daken, è perfetto! Sapevo che la notizia ti sarebbe piaciuta!” non ricevendo risposta, si voltò verso di lui.

“Logan? Tutto bene?”

“Non farmi preoccupare”

“LOGAN!”

 

Uno schiaffo in piena faccia lo risvegliò di colpo, facendogli aprire gli occhi di scatto. Davanti a sé vide ben quattro paia di occhi, di colori diversi, che lo fissavano dall'alto.

“Alla buon ora” commentò l'unico con gli occhiali da sole. “Pensavamo stessi avendo una crisi epilettica”

“Diciamo che ci è andato vicino” commentò la donna roscia al suo fianco “E' caduto dal letto in piena notte tra le coperte contorcendosi come un animale in fiamme”

“Meno male che l'ho paralizzato io, Jeannie” gonfiò il petto un uomo rivestito interamente di ghiaccio “Rischiava di farsi del male con quegli stuzzicadenti di adamantio” l'ultima presente, una donna dalla pelle olivastra, si chinò su di lui.

“Ti senti meglio Logan?” gli chiese premurosa e lo aiutò a mettersi seduto.

“Cos'è successo?” balbettò l'uomo strofinandosi la testa in un punto parecchio dolorante. Jean raccolse da terra la lampada e la rimise sul comodino.

“Sei caduto dal letto mentre dormivi, hai urlato e graffiato le pareti, siamo corsi tutti qui ma non siamo riusciti a fermarti fino a che Bobby non ti ha preso a sberle per svegliarti”

“Dopo averlo immobilizzato con del ghiaccio, ricordatevi tutti delle mie eroiche gesta, grazie” puntualizzò l'uomo poi lo aiutò a rialzarsi. “Cos'è successo Logan? Hai mangiato troppo pestante?”

Solo al pensiero del sogno che aveva fatto, Logan si sentì avvampare, ma l'imbarazzo crebbe quando Jean, dando libero sfogo alla sua vena sadica, prese per mano i due compagni escludendo il marito.

“Scott, rimani tu con lui fino a che non si addormenta. Ne ha bisogno. Domani, qual'ora si ricordi del sogno, ce ne potrà parlare” ridacchiò poi, mandando un bacio a entrambi, augurò loro buonanotte. A disagio, Summers guardò Logan poi lo spinse con delicatezza nel letto.

“Vuoi un po' d'acqua?” pessimo momento per lui per essere gentile e disponibile, proprio mentre Logan lo rivedeva in versione femminile con una mano sul ventre. Inevitabilmente lo sguardo gli cadde sugli addominali dell'insegnante, con fare poco innocente.

“Sì grazie” qualunque scusa era buona a toglierselo di mezzo, almeno per un po'. Scott uscì in silenzio dalla stanza per poi rientrare dopo alcuni istanti, pochi perché il sogno si fosse sedimentato nell'animo del mutante.

“Allora” poggiò il vetro sul comodino e attese che fosse preso dalla sua grande mano “Vuoi parlare di quest'incubo?”

“No, Scott” represse con forza lo 'Slim' automatico che gli stava per uscire dalle labbra. Non quella notte, magari il giorno dopo avrebbe avuto il coraggio di dirlo senza sentirsi male. “preferirei di no”

“Va bene” il sorriso di Scott era l'esatto specchio di quello di Scarlett, in fondo se lo sarebbe dovuto aspettare.

“Posso dirti che era molto assurdo” puntualizzò nascondendosi tra le coperte.

“Immagino, o non saresti caduto dal letto” ridacchiò Scott poi aggiustò i lembi della coperta che gli erano sfuggiti.

“Mi hai presto per un tuo studente, Summers?” ruggì il canadese con una punta di divertimento “Sparisci moccioso prima che ti ricordi a suon di pugni che ho qualcosa come il triplo dei tuoi anni” fece per acchiapparlo ma, stando al gioco, Scott sfuggì alla presa.

“Sono le quattro e mezza di mattina Logan, dovremmo dormire” gli fece presente sbadigliando. “Chiudi gli occhi e pensa di sbudellare qualcuno” poggiò la testa sul palmo della mano e respirò a fondo per reprimere un altro sbadiglio. “Io resto qui a sincerarmi che Freddy(9) non ti farà visita”

“Spiritoso”.

“Secondo Bobby siete parenti”

“Molto spiritoso pure lui” sentiva il torpore del sonno chiudergli delicatamente le ciglia. “Ricordami di sognare di sbudellarlo” una lieve risata.

“Ci proverò”

 

 

Alcune doverose note:

(1) la C sta per Cassandra, un personaggio realmente esistente nell'universo Marvel, e si tratta della gemella cattiva di Xavier che mi è servita in questa storia come sua controparte femminile

(2) la Terra 811,esattamente come la Terra 616 sono linee temporali. La seconda è quella "ufficiale" in cui si muovo in personaggi Marvel, mentre la prima è una versione più apocalittica in cui i mutanti -esattamente come in X-Men giorni di un futuro passato- sono cacciati dalle sentinelle. È da questa linea temporale che proviene Rachel Grey, la figlia di Scott e Jean. La Terra 701 non esiste, esattamente come l'America dell'Est.

(3) Frühling in tedesco vuol dire 'primavera'

(4) Alfiere è presente nell'ultimo film degli X Men, interpretato da Omar Sy, e si presenta al pubblico come il mutante che ogni volta viene rimandato indietro da Kitty Pryde per avvertire i compagni dell'arrivo delle Sentinelle. In questa storia si occupa principalmente di viaggi nel tempo con uno scopo simile.

(5) Karen e Gary sono le versioni cambiate di Kurt Wagner e Emma Frost. Per la seconda ho convertito in maschile il secondo nome, Grace

(6) Dato che la traduzione del nome è "bandito" ho preferito lasciare il nome intatto anche per la versione maschile.

(7) la traduzione di 'Slim' il soprannome con il quale Logan spesso appella Scott, è 'smilzo'

(8) i nomi che i due citano sono presi tutti dai loro figli nel fumetto

(9) Scott intende Freddy Krueger, dal film Nightmare

 

   
 
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