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Autore: Uptrand    29/08/2014    11 recensioni
Le vicende sono ambientate dopo Antiche Minacce. Dasha ha finalmente raggiunto il suo scopo diventando una delle donne più potenti della galassia, ma deve guardarsi le spalle perché il Consiglio le è apertamente ostile. Problemi arrivano anche da Omega dove muovendosi nell'ombra qualcuno vuole far scoppiare una guerra tra Aria e Dasha, un conflitto dalle conseguenze impossibili da immaginare considerando le risorse di entrambe.
Nel frattempo Olivia e Steve scoprono che l'Alleanza, che hanno fedelmente servito, potrebbe trasformarsi nel loro peggior nemico.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Isabella scattò all'indietro lasciando andare la spada conficcata in Dasha e da lei trattenuta, mentre il braccio artigliato di un mech colpiva il suolo dove si era trovata un attimo prima.
Ebbe appena il tempo di vedere con la coda dell'occhio un’ombra enorme incombere su di lei, per buttarsi a terra e rotolare di lato, mentre un martello krogan percuoteva il terreno.
Alpha, il nome dato a Isabella da Mythra dopo il suo indottrinamento, aveva ricevuto l'ordine di uccidere Aria T'Loak e Dasha Weaver e solo dopo di provvedere alla propria sicurezza e fuggire per questo non si era ritirata dovendo confermare la morte del suo bersaglio, incapace di prendere qualsiasi altra decisione.
Intanto la droga liberata dal dosatore che portava nel collo, faceva il suo effetto, potenziandone forza e poteri.
Non si accorse della figura fino a quando non la colpì alle spalle.
Si allontanò barcollando, gli scudi avevano assorbito la maggior parte dell'attacco, voltandosi poi verso il suo aggressore. Afferrò saldamente la spada e si chinò sulle ginocchia, con le braccia allargate e saltò in avanti.
Naomi aveva affrontato diverse volte Isabella e mai di propria iniziativa, da quando il phantom aveva appreso che la ex N7 sapeva usare una spada, in quanto aveva servito come Ombra, si era divertita ad affrontarla usando una singola spada e senza poteri biotici. Ben conscia che Isabella giocava con lei, come un gatto avrebbe fatto con un topo, mentre duellavano.
Ma ora affrontandola dopo essersi precipitata dal suo mech furiosa per quello che aveva appena fatto, Dasha aveva allestito un esercito e trascinato tutti loro su Omega solo per salvarla, non riusciva a credere che quella di fronte a lei fosse veramente Isabella.
Non tanto perché lei non avrebbe mai colpito Dasha, era difficile dire cosa passasse per la mente del phantom, ma da esperta dell'arte della spada poteva capire molto sulla sua avversaria avendola già affrontata.
Era sicura che fosse Isabella, nonostante il casco ne celasse il viso, dalla postura, dal modo in cui impugnava la spada, inoltre l'armatura era chiaramente quella che Tenus aveva portato con se per Isabella nel caso fosse riuscita a liberarla.
Ma il modo di combattere di lei era diverso da quello che conosceva, gli attacchi erano eseguiti alla perfezioni e ogni colpo calava con una potenza che pensava che le avrebbe fatto scappare di mano la spada oppure l'avrebbe spezzata. Una forza che il phantom non aveva mai posseduto e gli attacchi si ripetevano sempre con le stessa sequenza di colpi e gesti.
Che fine avevano fatto l'imprevedibilità di Isabella che tanto la rendeva pericolosa? Dov’era quel senso di pericolo che proveniva da lei e che quasi saturava l'aria quando uccideva o era impegnata con un avversario capace di costringerla a fare sul serio?
Confusa, alla fine decise di provocarla.
 « Avanti, vuoi il sangue » - ruggì Naomi - « Ti è sempre piaciuto ferire, mutilare e uccidere! Provaci con me! »
Incominciò a tempestare in modo furioso Isabella di colpi costringendola a indietreggiare, cosa che non le era mai riuscita in precedenza.
Il piede destro di Naomi sprofondò nelle macerie che ricoprivano il terreno e barcollò cadde a terra.
Isabella alzò la spada per colpire.
D'un tratto Samara balzò sopra a Isabella atterrandola, le strappò l'elmo e afferrandole il volto con le mani le dice: « Abbraccia l'eternità!»
*****

La fusione mentale delle asari con il partner permetteva di condividere memorie, pensieri e sentimenti.
Oltre a essere usata nella riproduzione permetteva anche il trasferimento di informazioni tra soggetti.
Chi però aveva avuto secoli per imparare questa tecnica e sondare gli angoli nascosti della propria mente come Samara poteva fare ben altro.
Sapeva perfettamente che niente di quello che vedeva era reale, ma solo una ricostruzione della mente di Isabella.
Guardando in basso vide un pavimento lucente, sembrava fatto di vetro o ghiaccio nero e dava l'idea di essere spesso. Si guardò intorno, vide l'oscurità più impenetrabile appena dove finiva il suo sguardo e qualcosa, circondato da un bagliore, ergersi in lontananza in quella superficie piatta.
Si diresse verso quel punto luminoso.
Una luce improvvisa e breve proveniente dal pavimento attirò la sua attenzione. Nel punto dove era apparsa non vi era niente ma innumerevoli bagliori cominciarono ad apparire in maniera caotica su tutta quella superficie.
Si chinò, mettendosi in ginocchio. Quando una luce comparì vicina a lei scattò avanti riuscendo a toccarla prima che potesse svanire.
Samara vide, sentì e provò quello che aveva visto Isabella tanti anni fa quando era prigioniera di Cerberus e del suo scienziato.
Anni fatti di solitudine in cui una persona che non era ancora una donna ma solo una ragazza veniva picchiata brutalmente ogni volta che sbagliava, altre volte per allenarla al dolore, sottoposta ad esperimenti, isolata da ogni contatto umano.
Vedeva i suoi sorveglianti che le impartivano ordini come se fosse un animale addomesticato, sottoponendola ad ogni tipo di allenamento.
La vide uccidere, dietro loro commando, innumerevoli persone prigioniere come lei. La prima volta che lo fece vomitò disgustata dalla vista e dall'odore della sua vittima crollando in ginocchio e cominciando a singhiozzare.
Un suo carceriere le si avvicinò, aveva in volto un'espressione seccata come se qualcosa non avesse funzionato. Tirò uno schiaffo a Isabella, afferrandola per un braccio l’alzò brutalmente dicendole « Sei ancora troppo umana Alpha. Bisognerà provvedere.»
Samara vide molti altri ricordi come quello, ma quello che più la sconvolse e che vide solo eventi violenti. Ogni criminale da lei affrontato aveva avuto episodi brutali ma questi ogni tanto erano intervallati da qualche evento piacevole.
Se quella superficie lucida rappresentava il primo indottrinamento parziale a cui Isabella era stata sottoposta, quelle luci erano i suoi ricordi che imprigionati riuscivano a sopravvivere e forse ad affiorare alla sua mente. Una quantità di ricordi di quasi un decennio di vita fino al suo indottrinamento, dal primo all'ultimo di solo violenza e abusi.
Samara si rialzò dirigendosi a passo deciso versò ciò che aveva attirato la sua attenzione. Quando fu vicina riconobbe una sfera ferma a mezz'aria, al suo interno pulsava la luce di un ricordo.
Dopo un attimo di esitazione allungò la mano e la toccò.
Vide Isabella con spada e corazza da phantom, subito dopo l'indottrinamento tremante per il procedimento che aveva subito. Davanti a lei a qualche metro di distanza stava il suo prossimo avversario, la sua prossima prova da superare, una nemesis armata di fucile.
Isabella non si muoveva, si sentiva troppo male per fare qualsiasi cosa.
Arrivò uno dei carcerieri e incominciò a urlarle contro, una voce che non era la sua né quella dell'istruttore ma che proveniva da dentro di lei le diceva di ubbidire.
Venne colpita. Cadde a terra mettendosi in posizione fetale mentre sentiva il suo corpo percorso da violenti spasmi.
Poi qualcosa di caldo e appiccicoso le bagnò il viso. Lei con lo sguardo impietrito vide il sangue che colava di lato, dalla fronte dell'uomo.
Vide il suo sguardo spegnersi rendendosi conto di cosa gli stava capitando, stava morendo.
Isabella non gli staccava gli occhi di dosso, troppo affascinata per farlo e perché le piaceva quello che vedeva. Per la prima volta in vita sua sorrise e i suoi occhi ebbero una scintilla di vitalità.
Una nuova figura entrò nel suo campo visivo.
Era la nemesis, la sua avversaria, che ora le tendeva una mano per aiutarla ad alzarsi.
Isabella la guardava stupefatta mai nessuno l'aveva aiutata, neanche in qualcosa di semplice come alzarsi. Non aveva nemmeno mai pensato fosse possibile un gesto simile.
Quando lei toccava una persona era per ucciderla, quando una persona toccava lei era per cercare di ucciderla o per picchiarla.
Nella sala suonò l'allarme, altro personale di Cerberus entrò nella sala questa volta armato.
La nemesis lasciò cadere il fucile, resasi conto che lottare era inutile.
Isabella venne portata via ma non smise di tenere lo sguardo fisso su quella che avrebbe dovuto essere la sua avversaria, ora circondata da uomini armati di manganelli elettrici.
Una voce risuonò nella sala dagli altoparlanti « La solita ribelle Dasha, hai bisogno d'imparare. »
Gli uomini che la circondavano cominciarono a picchiarla e continuarono anche quando cadde a terra, stavano proseguendo nello loro opera quando la porta si chiuse nascondendo a Isabella la vista di cosa accadeva quando lei era ormai fuori dalla stanza, trascinata da altre guardie.
A voce troppo bassa perché le guardie se ne accorgessero incominciò a mormorare un nome « Dasha...Dasha...Dasha..»
Samara si staccò dalla sfera, dunque era quello che legava Isabella a Dasha. Un ricordo che per lei valeva più di tutto, quello in cui per la prima volta una persona l'aveva aiutata.
Si chiese dove fossero i ricordi che seguivano, quelli che avrebbe dovuto liberare dal più recente indottrinamento e che sperava potesse essere ancora spezzato perché non ancora in profondità nella mente.
Guardò davanti a se nella tenebra che avvolgeva quel luogo e sentì un rantolo, feroce, profondo e rauco che subito esplose in un ululato lacerante.
Samarà sussultò a quell'urlo bestiale e fece qualche passo indietro. Cercò con lo sguardo di scrutare quello che le tenebre nascondevano ma non vide niente.
Un suono metallico attirò la sua attenzione. Rivolse lo sguardo in alto, da dove pareva giungere e vide innumerevoli catene nascoste nell'oscurità dirette verso il punto da dov'era giunto quel latrato.
Era sicura che avrebbe dovuto spezzarle per liberare Isabella dall'indottrinamento, concentrò la propria mente più che poté su quella singola azione.
Le catene presero ad agitarsi come scosse da un vento impetuoso, sempre più violentemente ad ogni momento.
Rompendosi al fine e sparendo nel nulla.
Samara si voltò di scatto, quando nel medesimo istante avvertì un ruggito ancora più forte e vide una sagoma scura, enorme, priva di contorni che avanzava lentamente emettendo un ringhio sordo, un rantolo profondo che si dirigeva verso di lei. Tra loro solo la sfera sospesa a mezz'aria.
Arretrò ancora, avrebbe voluto andarsene ma prima doveva essere sicura di essere riuscita nel suo scopo.
La luce della sfera illuminò dal basso e di traverso la figura senza forma, conferendole un aspetto ancora più terrificante.
Vide un essere enorme, capace di schiacciare una persona con una singola zampa, che avanzava  lentamente, quasi saggiando il terreno. Scopriva le zanne enormi, rizzando sulla schiena un pelo nero e ispido.
Arrivato vicino alla sfera abbassò il capo e le orecchie, emettendo una specie di uggiolio lamentoso. Infine si mise a terra, con la sfera tra le enormi zampe anteriori. L'intenzione di proteggerla era evidente. Sul pelo della creatura presero a brillare molteplici luci, uguali a quelle dei ricordi imprigionati nel pavimento.
Adesso era sicura che quell'essere fosse la rappresentazione dei ricordi e della volontà che era venuta a liberare.
Gli occhi della bestia la fissarono, era chiaro che non era la benvenuta.
*****
Samara e Isabella si riebbero nello stesso momento.
Isabella era di nuovo in sé e tornò anche la consapevolezza di tutto quello che aveva visto e sentito e gridò per disperazione.
Si sollevò in piedi, inebetita da quello che sapeva di aver fatto e avanzò come un automa verso il corpo esanime di Dasha, guardò con orrore la punta  della sua spada che le usciva dal petto. Su di lei Galba, il medico stava cercando di fare l'impossibile.
Piangendo sommessamente s'inginocchiò vicino a lei, le sollevò il capo e accarezzò i capelli, poi la strinse a se e la bacio sul viso.
« Isabella ? » Chiese una voce che sembrava provenire dall'oltre tomba.
Isabella spalancò gli occhi per la sorpresa.
Dasha la stava guardando. Lei fece segno di si con la testa piangendo più di prima.
La Weaver sorrise alla risposta e con voce flebile si rivolse al medico « Galba, meglio che rimetti a posto le mie interiora o Isabella penserà che sono morta per la tua incapacità. »
« Dovresti esserlo o meglio lo saresti di sicuro se non avessi avuto i riflessi abbastanza pronti per tenere la spada in modo che non venisse estratta. Ha fatto da tappo rallentando l'emorragia, solo per questo sei ancora viva. In ogni caso non sei fuori pericolo, qui posso fare poco ma se ti porto sulla nave ospedale potresti anche cavartela. »
Si volse quindi ad un’altra figura che era al limite dal suo campo visivo.
« Olivia...l'avevo detto che mi avresti complicato questa guerra, ma immagino che dovrei ringraziare te se Isabella è di nuovo con me »
« Dovresti ringraziare Samara, è stata lei a liberare Isabella dall'indottrinamento a cui è stata sottoposta » Spiegò lo s.p.e.t.t.r.o.
« Indottrinamento? »
« Si...ma ci sarà tempo per spiegare...sappi solo che tu a Aria siete state manovrate in modo che vi scagliaste una contro l'altra. L'idea era di sbarazzarsi di quella che sopravviveva con Isabella e di prendere il controllo della Noveria Corps e di Omega. »
« Direi che sono andati vicino a realizzare il loro piano. Chi è stato? O meglio sono morti? »
« Dopo, ho bisogno che richiami i tuoi uomini, che ti ritiri e poni fine a questa follia. Dov'è Aria? Devo convincere anche lei. »
Dasha indicò con gli occhi una voragine.
« Oh no. » Commentò Olivia.
Alcune macerie esplosero schizzando in aria e ricadendo ad alcuni metri di distanza e come una figura uscita dall'inferno, sporca del proprio sangue e di quello nei nemici uccisi Aria T'Loak si presentava nuovamente davanti a loro.
Il desiderio di continuare la lotta era evidente ma si parò un istante quando vide Dasha a terra. Olivia comprese quello che stava passando per la mente dell'asari, un solo rapido colpo finale e......
probabilmente l'avrebbe fatto se un rumore di un grilletto dietro di lei non l'avesse fatta arrestare.
« Perché non ascolti cosa ha da dire Olivia o vogliamo vedere se posso mancare un bersaglio così vicino? » Disse Arturus appena a qualche metro di distanza.
Un krogan superò lui e Aria depositando un drell vicino a Dasha, che troppo debole si limitò a guardare senza avere dubbi su chi avesse conciato in quel modo il suo assassino drell.
« Ah! Ti consiglio di riflettere bene su cosa fare. Potresti rimanere sorpreso su cosa potrei fare per ribaltare questa situazione. Tuo padre potrebbe confermartelo. » Rispose Aria al turian.
Olivia scelse quel momento per mettersi in mezzo e ripetere ciò che aveva già detto a Dasha, che ambedue erano state ingannate e aveva tutte le prove necessarie e che mettessero fine all'istante al loro scontro, aggiungendo il nome delle responsabili: Pezzara e Mythra Zon.
La regina di Omega parve però convinta ad accettare solo dopo l'intervento di Samara, era chiaro che non apprezzava le Justicar ma come ogni asari sapeva che non avrebbe mai mentito.
« Dasha non pensare di andartene da Omega fino a quando non mi avrai risarcito. » Esclamò Aria
« Ti riderei in faccia, se non pensassi che farlo mi ucciderebbe. » Le rispose l'umana. Accanto a lei Galba si stava preparando per trasportarla.
« Avrei una domanda. Queste vibrazioni sono normali? » Chiese Steve.
Le vibrazioni erano continuate ininterrotte ma fino a quel momento ognuno aveva avuto troppi problemi per badarci.
Fu allora che udirono alcuni soldati intimare “Alt” e pochi istanti dopo li videro compiere un volo incredibile colpiti da un onda d'urto di potenza inaudita. Tutti si volsero in direzione dell'attacco con l'arma puntata.
Davanti a loro stavano due asari « Pezzala! Pagherai per avermi tradita e Mythra Zon…mi ricordo di te e del tuo stupido movimento a favore dei biotici, di come rapinaste la mia banca su Omega. Allora mi sfuggisti, anche se distrussi con piacere quel povero gruppo di idioti che avevi messo assieme, ora sono felice di concludere l'opera eliminandoti. » Le minacciò Aria.
Olivia scorse dei movimenti in mezzo alle macerie e non fu la sola. Vide i soldati intorno a lei tornare a farsi guardinghi, invece di continuare ad assestarsi pacche sulle spalle e di scambiarsi commenti sulla battaglia. I nemici erano numerosi, almeno un centinaio e vide solo asari, ma sempre in netta minoranza rispetto all'esercito della Noveria.
Si chiese se Tetrius si fosse accorto che il nemico prendeva posizione intorno a loro. Fu sollevata quando sentì il turian mormorare dei comandi sottovoce facendo finta di niente.
Non le piaceva l’ex-generale, l'aveva sempre trovato inquietante ma non era finito in prigione per incompetenza.
Mythra rispose alle minacce di Aria con una risata beffarda, solo allora si accorse di Isabella china su Dasha e la sua faccia assunse un'espressione sorpresa « Non so come ti sia liberata dall'indottrinamento, ma non importa. Con i poteri di una dea posso mirare a ben altro che controllare la Noveria tramite te. Ma se fai la brava e torni da me potrei fare di te la mia favorita. »
La sguardo di Isabella fu di puro odio, ma non si mosse non volendo lasciare Dasha.
« Pare che avrò il piacere di eliminare di persona tutti voi, oltre che a degli ospiti d'eccezione come i figli di John Shepard e addirittura la famosa Justicar Samara. Incominciò a intuire perché Aurianna non ha data sue notizie. »
« Aurianna è andata incontro al destino che vanno tutti i malvagi. » Rispose Samara.
« Non ho niente contro di voi. Inchinatevi a me e potrei decidere di risparmiarvi.» Annunciò Miythra
« È pazza! » Esordì Aria.
« Inchinarci! Perché dovremmo? Non penserai di vincere solo con un centinaio di asari. Gli uomini della Noveria sono molto più numerosi, lo stesso per vale per i mercenari di Omega. Arrenditi e consegnati a me, sarai presa in custodia e consegnata al Consiglio. » Concluse la Justicar.
Mythra non rispose ma chiuse gli occhi a concentrarsi, sopra di loro l'asteroide tremò nuovamente e tutto il piano fu invaso da una tenue luce azzurra.
Alzando lo sguardo tutti videro le vene di eezo che percorreranno la pietra illuminarsi e l'energia fluire direttamente dalla pietra all'asari, che ora stava letteralmente brillando per la quantità di potere che stava accumulando. Quando aprì gli occhi questi emanavano una luce abbagliante.
« Perché è una Dea ad ordinarlo! » - allargò le braccio nel dirlo - « Dimmi Aria, ora chi è Omega? »
Aria le si scagliò contro. Mythra eseguì un singolo gesto della mano e una sfera di energia biotica scaturì dalle sue dita colpendo la regina pirata.
Aria sussultò e si contorse quando venne colpita e fu avvolta da una specie di fuoco biotico, questo si estinse quando rilasciò un’ondata del proprio potere biotico abbastanza potente da soffocare le fiamme che la circondavano.
Olivia le fu vicina e la aiutò a rialzarsi « Cos'è successo? »
« Al diavolo se lo so, è un trucco che non conosco. Ho pensato che se erano fiamme biotiche una scarica di potere biotiche poteva spegnerle, se non avesse funzionato ora forse non sarei più qui. » Aria aveva nuove ferite, ma sembrava decisa più che mai a combattere.
« Adesso che avete avuto una dimostrazione del mio potere, cosa decidete poveri sciocchi?» Domandò Mythra.
« Noveria!» Gridarono gli uomini ed incominciarono ad esplodere i primi colpi contro i nemici lo stesso fecero Olivia, la sua squadra, gli agenti N7 e Samara.
Pezzara urlò un ordine, i commando asari avanzarono in fretta impiegando inizialmente i nemici in un combattimento di poteri biotici e solo in parte di armi da fuoco.
Nel caos iniziale Olivia sparò brevi e precise raffiche contro il nemico in avvicinamento, da dov'era poteva vedere Asiria, Samara e  Jumishu che contrastavano gli attacchi biotici con i propri e lo stesso facevano i biotici a servizio della Noveria, con sua sorpresa scorse in un punto in cui l'attacco era particolarmente violento Pars.
La quarian aveva una ferita vistosa su un fianco e perdeva sangue ma sembrava intenzionata a resistere ad oltranza. Alcuni soldati della Noveria, ricacciati indietro quando aveva provato ad assaltare le postazioni avversarie, si raccolsero intorno a lei per cercare di trattenere il nemico.
Olivia vide Arturus eliminare un asari con un colpo in fronte, mentre questa si era esposta troppo
« Uno per uno non la finiamo più » Commentò Steve, impegnato a tenere sotto tiro diverse nemici con scariche di typhoon, facendo saltare altri quando usò le granate multiple in dotazione alla sua armatura.
Un asari cercò di eliminare Mordin che schivò il colpo con un’agilità insospettabile nel suo corpo enorme da krogan, la finì senza problemi con la propria arma.
Altri colpi esplodevano di continuò alla sinistra della sua squadra, dove le asari nemiche stavano attaccando con il supporto di numerose armi pesanti e facendo largo uso di poteri biotici.
« Aiutiamoli! » Gridò Olivia e guidò gli agenti N7 verso sinistra, anche se non prendeva ordini da nessuno Aria si unì allo s.p.e.t.t.r.o.
Avrebbe preferito affrontare Mythra ma dopo la lezione che aveva subito aveva dei dubbi di poterla eliminare da sola, ma se avesse prima eliminato tutti i suoi uomini forse avrebbe potuto farcela.
Un asari cercò di colpirla, Aria schivò buttandosi dietro un riparo e facendo fuoco con un'arma raccolta da terra. Sentì un urlo ma non poteva dire se l’aveva uccisa o solo ferita.
Anche se in minoranza, le asari al commando di Mythra erano coraggiose e tentarono un nuovo assalto da un’altra direzione.
Olivia stava quasi tornado indietro per dare man forte, quando vide Tetrius guidare di persona un contingente di soldati in supporto mentre Mores seminava il caos tra le file nemiche, uccidendo chi  non era abbastanza veloce da evitare i martelli del signore della guerra.
« Naomi! » - Ruggì il generale turian  nel comunicatore- « Qui mi servono un paio di mech! »
Nel momento stesso in cui gridava, due asari sbucarono da dietro un riparo. Il turian si gettò a terra con una capriola e colpì un asari con pochi colpi precisi alle gambe, questa cadde verso la compagna, seguì un attimo di esitazione di cui approfitto il generale per tirare una granata infernale.
Le due asari si contorsero ancora per alcuni istanti, prima che Tetrius le finisce con un colpo a testa. Di loro rimanevano solo i corpi carbonizzati e anneriti.
Trovandosi nel centro della mischia, Olivia si accorse che stavano perdendo terreno ma non riusciva a capirne il perché. Distratta da quelle riflessioni, per poco non venne abbattuta da un asari se Aria
non avesse eliminata per prima il nemico.
« Non è il momento di dormire! » Le disse Aria in tono di rimprovero.
In quel momento la vide, come una leggera membrana tra lo schieramento nemico e il proprio. Prese il suo fucile di precisione e fece fuoco, concentrando la propria attenzione non sul bersaglio ma sul colpo e ne vide l'energia esaurirsi molto prima di raggiungere il bersaglio senza riuscire a superare quella strana cupola biotica che gli avvolgeva. In qualche modo, la potenza delle loro armi era indebolita.
Olivia evitò un paio di colpi e al sicuro dietro alcune macerie raggiunse Tetrius, quando gli ebbe finito di dire cosa aveva visto, il generale inarcò quello che per un umano sarebbe stato un sopracciglio e chiese « Qualche idea? »
« Se dobbiamo distruggere un potere biotico ci serve Isabella. »
« Dannazione, penso che tu abbia ragione. Cercherò di trattenere i nemici e limitare le perdite ma tu muoviti e speriamo che funzioni. »
Mythra serrò i denti nel guardare i nemici che resistevano, nonostante il vantaggio che avevano dato alle sue asari non vedeva ancora niente che somigliasse ad una vittoria.
 
Olivia trovò Isabella ancora con Dasha, viva ma svenuta e mortalmente pallida. Il medico era riuscito a togliere la spada e ad adagiarla su una barella e continuava a monitorarla.
Lei raggiunse Isabella e le disse esattamente cosa volesse che facesse, di norma non si sarebbe mai avvicinata al phantom in maniera tanto sconsiderata ma aveva ben altri problemi e anche Isabella.
Lei però rispose di no alle richieste di Olivia, era chiaro che non voleva abbandonare Dasha e aggiunse« No sicura, Mythra ha mio eezo. »
La proverbiale sicurezza del phantom sembrava sparita, tra quello che aveva fatto a Dasha e quello che aveva subito la sua mente si sentiva al limite.
Galba le urlò contro dicendo « Dasha morirà se non verrà portata subito sulla nave ospedale e non posso farlo finché i combattimenti continuano. »
Isabella si alzò rimettendosi il casco, entrambe la mani sull'impugnatura dell'unica spade rimastale. Incominciò a correre verso la barriera trasparente, verso Mythra ad ogni passo la sua lama brillava di luce più intensa man mano che il suo potere si accumulava.
Dietro di lei Olivia che la copriva dagli attacchi nemici, a lei si aggiunsero gli altri per dargli man forte, fu così che senza accorgersene si trovo affiancata da  Arturus, Steve, Mordin, Aria, Samara, Mores, Pars e Jumishu .
Isabella lanciò il suo attacco quando sentì che era al massimo. Veloce e letale il fendente liberò una linea di luce dall'alto in basso che divorò le distanze procedendo in una perfetta linea retta e lasciando al terra un solco al suo passaggio.
La barriera parve resistere ma alla fine cedette e il suo effetto annullato, mentre Pezzara si tuffava di lato nel vedere il potente attacco arrivare su di loro.
Mythra lo fermò afferrando la lama di luce con le mani e schiacciando quel potere con il proprio. Con sua sorpresa questo aveva permesso a quel piccolo gruppo di avvicinarsi abbastanza a lei per attaccarla. Diversi colpi esplosero contro di lei, Isabella e un assassino N7 mirarono la prima al volto e il secondo al fianco destro.
Le speranze di quell'attacco svanirono all'istante quando tutti i colpi sparati e le spade di Isabella e Jumishu si infransero contro la sua barriera biotica.
Come fu vano l'intervento di Naomi che sfruttò le armi pesanti di “Bambino” che però non sortirono esito migliore.
Mythra fece scattare in dietro la testa in una violenta risata contro gli avversari.
« Ora proverete la collera di una dea. La mia! »
Ondate su ondate di potere biotico vennero liberate, mentre lei squarciava l'aria con un grido acuto e agghiacciante. La violenza dell'attacco fu tale che colpì tutti senza distinzione, sia alleati che nemici.
Olivia si ritrovò a terra dopo aver ruzzolato per diversi metri, una ferita sulla fronte le impediva di vedere bene dall’occhio destro. Guardandosi attorno vide che anche gli altri erano finiti non distante da lei, in quello che doveva essere il perimetro degli uomini della Noveria.
Ma vide anche diverse asari che erano state spinte e ferite dalla violenza dell'attacco.
« Contemplate il potere a cui avete pensato di opporvi. » Dichiarò Mythra.
I contorni di un'ombra sfiorarono Olivia e con essa arrivò il terrore.
Una distorsione grande quanto una piazza d'armi era apparsa sul campo di battaglia. Lo s.p.e.t.t.r.o. si senti sollevare e urlò « Aggrappatevi! ».
Ma era già troppo tardi, gli uomini urlavano mentre venivano presi e sollevati e non servivano scudi o altre a protezione, perfino i pesanti mech vennero catturati insieme a molte macerie.
Finirono tutti assieme a roteare pericolosamente intorno alla gigantesca anomalia, mentre i corpi più grossi come mech o pietre erano diventati un’arma mortale che si schiantava sugli uomini imprigionati da quel poteri schiacciandoli all'impatto, come un insetto su un parabrezza oppure più semplicemente cadevano sotto il fuoco nemico, senza potersi difendere.
Apparvero numerose cupole biotiche all'interno delle quali i più fortunati trovarono riparo ma non sempre. Lo sforzo per tenerle era enorme e non di rado un biotico esauriva il potere trascinando lui e chi si era rifugiato nella sua cupola nel mortale vortice.
Olivia trasse un sospiro di sollievo quando Samara innalzò una cupola che la avvolse proteggendo lei e altri della sua squadra, lo stesso aveva fatto Asiria.
Ma si pietrificò dall'orrore nel vedere Pars presa da quel potere e Steve non lontana da lei, avrebbe voluto distogliere lo sguardo ma non osava farlo. Vide il fratello raggiungere Pars e stringerla a lui in un disperato tentativo di proteggerla usando la più robusta corazza da distruttore.
Poi li perse di vista trascinati, dalla potenza dell'anomalia.
« Cadano coloro che cercano di opporsi a me! » Gridò Mythra e come era apparsa l'anomalia scomparve, tutti coloro che erano imprigionati precipitarono a terra da diversi metri di altezza.
Isabella non si era mai sentita così insicura prima d'ora. Dei biotici avevano formato una cupola attorno a loro e vi trovarono posto oltre a loro due Tenus, Galba e Tetrius. Avrebbe voluto essere lei a proteggere Dasha ma non poteva, una cupola era un’abilità biotica che non aveva mai acquisito.  Quando l'anomalia cessò e sembrò che l'intera Omega crollasse su di loro coprì Dasha con il proprio corpo, in attesa dell'inevitabile che però non accadde. Non erano stati travolti da nessuno dei grossi detriti che l'anomalia aveva sollevato, ma altri non erano stati così fortunati.
« Spicciatevi, dannati ! » - Gridò, rivolto ai propri uomini Tetrius - « Fronte difensivo...muovetevi lanciafiamme! Fucilieri andate con loro, lanciarazzi copriteli e tenete lontano da noi quelle bastarde. »
Il generale turian si guardò intorno per vedere di cosa rimaneva del suo esercito e quello che vide non gli piacque, non per le perdite subite ma perché i propri uomini avevano perso la sicurezza. Erano tutti veterani ma nessuno pensava più di vincere, continuavano a combattere ma si guardavano sempre di più alle spalle per sapere dove scappare quando fosse venuto il momento.
Isabella vide nuovamente Olivia e accanto a se Aria che disse «Farai bene ad ascoltarci, se vuoi che la tua Dasha abbia possibilità di cavarsela.»
Tetrius abbatté un soldato che prima di altri aveva tentato la fuga.
Il sorriso compiaciuto di Mythra divenne un sospiro di frustrazione, quando vide qualcuno che ancora osava opporsi a lei. Un gruppo di una decina di individui che riusciva ancora a trascinare gli altri nella lotta, in essi riconobbe che erano quasi tutti quelli che avevano diretto l'assalto precedente alla sua persona.
« Stolti, vedo che vi mancano un paio di compagni. La sorte che hanno subito non vi ha ancora convinto? »
Isabella mosse dei passi verso dell'asari, dietro di lei venivano Olivia, Arturus, Aria Mordin,Tetrius, Mores, Asiria, Naomi ormai appiedata per i danni che il suo mech aveva subito e Jumishu.
« Allora mi farete divertire. Ragazze! », i tre phantom apparve accanto a lei.
« Non mi servi più Alpha e uccidere gli Shepard insegnerà a tutti a non sfidare una dea. »
« Io sono ISABELLA! » - gridò il phantom - « Loro mie. » Disse rivolgendosi agli altri.
Quando aveva affrontato i suoi cloni modificati aveva imparato qualcosa su di loro, come anche qualcosa sull'indottrinamento dopo averlo subito.
Per quanto fossero abili si limitavano a eseguire sempre gli stessi schemi d'attacco, per elaborarne di nuovi bisogna pensare e l'indottrinamento non lo permetteva. Mentre lei aveva vissuto una vita, aveva sofferto e fatto soffrire. Imparando ogni volta.
Anche se disarmata perché priva di spade si precipitò all'attacco, senza neanche raccogliere un’arma da terra.
Evitò un attacco indovinando perfettamente da dove sarebbe avvenuto il primo, con un movimento inaspettato afferrò un phantom nemico per il casco, strappandoglielo e sparirono.
Riapparvero appena qualche metro più in là, il clone si contorse a terra in preda a spasmi dolorosi, agitandosi furiosamente le mani infine inspiro profondamente, per poi incominciare a sputare sangue mentre tossiva.
Isabella sapeva perfettamente cosa le era successo, la stessa cosa che era capitato a lei su Stazalo quando l'avevano obbligata a eseguire un trasferimento di fase senza casco biotico.
Il suo clone rimase a terra impossibilitato a combattere, trovandosi con i polmoni danneggiati.
Le prese la spada da phantom, molto più corta rispetto a quelle che usava ultimamente ma non aveva importanza. Una volta, anche lei aveva usato una spada come quella e sapeva ancora come utilizzarla.
Con la stessa facilità mostrata in precedenza evitò un paio di attacchi degli altri due phantom, aveva capito la sequenza d’attacco, li sconfisse usando la stessa tecnica di prima, trascinandole con lei in un trasferimento di fase dopo averle private del casco.
Raccolse la spada anche del secondo phantom, stava per prendere anche la terza quando questa levitò in aria e schizzò tra le mani di Mythra.
« Complimenti Isabella, sei davvero micidiale come tutti dicono. Purtroppo per te io non ho bisogno di un cane che non mi ubbidisce. » - disse divertita Mythra. - « Sarai un buon test per le mie capacità. »
« Il lupo non si cura del numero delle pecore, Virgilio, Bucoliche 7,52. » Rispose Isabella
Tutt'intorno, la lotta venne progressivamente a cessare a mano amano che, per tacito consenso, entrambi i gruppi abbassavano le armi per assistere al duello dei loro campioni.
Olivia avrebbe voluto fare qualcosa di più che stare ferma dietro a un riparo a guardare Isabella, che senza successo si misurava con Mythra per distrarla e guadagnare tempo. Aveva convinto Aria a rivelare uno dei passaggi sotterranei di Omega e squadre di uomini sciamavano in esso, facendo attenzione a non farsi scoprire e trasportando i feriti. Spiegando poi il piano a Isabella.
Sperava che Dasha che arrivasse in tempo sulla nave ospedale ma aveva anche altri motivi personali per essere preoccupata, Steve e Pars non erano stati ritrovati e non poteva permettersi di andare a cercarli.
Le abilità di Isabella erano superiori a quelle di Mythra ma la potenza dei suoi poteri annullava qualsiasi vantaggio, per questo l'asari aveva deciso di usare proprio una spada, arma che mai aveva impugnato prima per affrontarla. Voleva eliminare Isabella al suo stesso gioco, per dimostrare una volta per tutte la potenza dei propri poteri a se stessa e a chiunque le si opponesse.
Isabella evitava senza problemi i colpi goffi che Mythra portava con la spada, ma non riusciva ad eliminarla protetta com'era da una sfera blu trasparente.
Il phantom concentrava i propri poteri nelle spade e colpiva di punta ma l'energia racchiusa in quella barriera che avvolgeva l'asari era tale che non riusciva a inciderla e il fatto che l'avversario fosse dotata dell'energia dell'eezo 19, usando quello sottratto a Isabella, toglieva qualsiasi vantaggio che quest'ultimo avrebbe potuto darle.
Isabella continuava a muoversi velocemente saltando e schivando i frammenti di macerie di varie dimensioni che Mythra le scagliava addosso con i poteri, cercando di attaccare il nemico da un angolo cieco sfruttando il proprio occultamento e facendo attenzione particolare ai frammenti più piccoli, che difficili da vedere avrebbero potuto lo stesso causarle un gran danno.
Stava già combattendo al massimo delle proprie forze, la sua armatura da phantom ideata da Mores evitava inutili sprechi di energia sotto dorma di luce bluastra o altro e le permetteva di usare per intero la forza dei suoi poteri, se avesse avuto anche le sue spade avrebbe potuto far fluire più facilmente l'energia alle spade ma dubitava sarebbe servito qualcosa.
Un potente colpo spinse indietro Isabella che andò a scontrarsi violentemente con Jumishu, facendo cadere entrambi a terra.
Tristemente sapeva di non fare nessun progresso, qualunque suo attacco veniva contrastato dal nemico o annullato dalla sua barriera biotica. In più non riusciva a combattere al meglio, il corpo c’è la faceva ma sentiva che non esercitava sui suoi poteri lo stesso controllo mentale di sempre.
La sua mente era indebolita ed essi con lei.
Sapeva però che una parte di lei era eccitata per lo scontro che stava affrontando, se non fosse stato per le condizioni in cui versava Dasha avrebbe trovato la situazione divertente.
Qualcuno le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, era Olivia.
« Al diavolo! Tentiamo ancora un ultimo assalto tutti insieme, non so cosa potrà servire ma non sopporto più di stare ferma e vederti fare il lavoro tutto da sola. »
Stava per alzarsi quando l'occhio le cadde su qualcosa caduto vicino a lei. Guardandolo meglio vide che erano una decina di siringhe tenute insieme, ne riconobbe il contenuto. Polvere rossa concentrata e ricordava che poteva potenziare un biotico.
Per quella persona, per la prima volta che qualcuno le aveva rivolto il medesimo gesto tentò il tutto per tutto.
Senza pensarci prese le siringhe, buttò via il casco per scoprire il collo e se le iniettò tutte insieme. Senti Olivia gridare « NO! »
Mentre Mythra divertita dalla scena diceva « Stupida! Quella dose è letale per chiunque, ma sono lo stesso curiosa di vedere quali saranno gli effetti sul tuo corpo prima di ucciderti »
Per alcuni istanti non successe niente.
Isabella fu avvolta d'un tratto, sotto gli occhi increduli di tutti, in un turbine di fiamme rosse ma non era fuoco quello che l'avvolgeva ma i suoi poteri biotici che avevano inspiegabilmente virato di colore, era come se qualcuno le avesse gettato addosso del liquido infiammabile e le avesse dato fuoco e che questo si rifiutasse di consumarla. Quando si alzò con in mano le spade anche queste assunsero un color carminio come se fossero incandescenti, avvolte a loro volta dalle fiamme biotiche.
Mythra guardò la scena troppo sorpresa per dire qualcosa, non era così che sarebbe dovuta andare, alla fine ridestandosi gridò a Pezzala « Uccidila! Uccidi tutti quei miserabili »
Lei diedi gli ordini, i commando asari si mossero all'attacco, Olivia sperò che gli uomini della Noveria avrebbe retto a quest'ultimo assalto evitando di trasformare la ritirata in corso in una fuga vera e propria.
Le fiamme attorno a Isabella continuarono a crescere di intensità e da esse incominciò a giungere udibile un mugolio sordo, questo divenne un ringhio cupo e gorgogliante come il verso bestiale di una creatura che si preparava all'attacco.
Samara sussultò a quel verso, aveva già sentito qualcosa di simile, quando con la fusione mentale era entrata nella mente di Isabella e aveva visto quella creatura da incubo.
Pezzara sobbalzò quando quel grido lacerò l'aria, un attimo dopo vide la figura fiammeggiante balzare verso i suoi commando, verso di lei.
Il terrore la immobilizzò dove si trovava, mentre con gli occhi sbarrati vedeva i suoi commando urlare di paura quando il corpo di una di loro andò in pezzi come se una bestia lo avesse maciullato e il sangue schizzo tutto intorno. Lo stesso accadde al successivo, al prossimo e a chiunque si trovasse sulla strada di Isabella.
« Per la dea, cosa sei? » Fece appena in tempo a mormorare Pezzala, ebbe solo una fugace visione di ciò che aveva aiutato a scatenare. Quello che rimase del suo corpo non avrebbe riempito una scatola di scarpe.
« Non ti sarà così facile con me! » Le gridò Mythra. Scariche di energia scaturirono dalla vene di eezo dell'asteroide, ad avvolsero l'asari e la sua barriera biotica crebbe e si gonfiò sprigionando una luce accecante.
Isabella calò dall'alto con forza le sue spade, l'asari alzò la sua per parare l'attacco. Quando i loro poteri si scontrarono, un rombo più forte di un tuono pervase l'aria.
I soldati di entrambi gli schieramenti si coprirono gli occhi quando una cupola di luce avvolse le due nemiche.
« Attaccatele adesso, attaccatele! » - urlò Olivia all'apparire della cupola - « Senza quella dannata asari che le supportava, non potranno resistere. » Andò all'attacco dei commando asari seguita sia dalla propria squadra e che da quelli di Dasha, aiutata anche da Aria e tutti stavano cercando d'incoraggiare gli uomini dell'esercito della Noveria.
In un primo momento, questi si mossero con esitazione, come se non avessero neppure pensato di poter combattere, ma il comportamento di quel gruppo ristretto di individui e il fatto che i nemici fossero davvero privi dell'aiuto di quella asari che si definiva una dea li esortò a ritornare all'attacco.
*****
All'interno della cupola Mythra sentiva il suo potere che veniva consumato dalle fiamme della sua avversaria, ne aveva ancora molto ma percepiva che tutto quello che metteva veniva consumato quasi servisse ad alimentare quelle fiamme che cercavano di travolgerla.
« Non puoi fare questo! Io sono una dea! »
A quelle parole le sembrò che le fiamme sul volto di Isabella si muovessero a formare un'immagine, come se la donna indossasse un elmo a forma di qualche bestia feroce.
« Io sono il predatore, voi le prede! Ridami, ciò che mi hai tolto! » Proferì Isabella con voce deformata, sembrava non essere la sua.
Mythra urlò di dolore quando delle piccoline ustioni di appena qualche millimetro le si formarono in gran parte del corpo e vide, come fossero dei minuscoli proiettili, dei puntini luminosi passare da lei a Isabella.
Non aveva bisogno di conferme o altro per sapere la natura di quelle luci, l'aveva capito nel momento stesso in cui aveva avvertito il proprio potere svanire.
Le particelle di eezo 19 che aveva preso da Isabella e che si era iniettata nel proprio corpo stavano ritornando dalla loro proprietaria originaria.
« Ora fuggi e scappa per il piacere della caccia, quando ti troverò sarai mia. » Le disse Isabella.
Mythra sentì un'incredibile energia che la sospingeva indietro, come una foglia sollevata dal vento.
Quando la cupola svanì apparve solo Isabella, a quella vista i commando asari ancora in vita si arresero definitivamente.
Le fiamme erano scomparse, Isabella mosse qualche passo in direzione degli altri, sentiva il suo corpo pesante come una pietra, la testa le doleva e in bocca aveva un sapore orribile, passo accanto a uno dei phantom e lo guardò senza cambiare espressione.
« Tetrius...» Disse.
Il generale si stupì di sentirsi chiamare. Era la prima volta in anni che Isabella gli rivolgeva la parola, l'unica con cui a volte parlava era Dasha sempre poco e sempre usando citazioni e aforismi famosi.
« ...prenda in custodia queste tre phantom e le faccia curare. Fallisca e la ucciderò. »
Isabella fece appena in tempo a sentire il « Sissignore. » del turian prima di svenire e cadere al suolo.
   
 
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