Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: GravityZero94    29/08/2014    4 recensioni
Leo si voltò verso il resto del gruppo, sorpreso lui stesso di ciò che aveva appena scoperto.
"Ragazzi... avevamo la soluzione sotto il naso fin dall'inizio! Ricordate la profezia di Al? Era tutto scritto, ma non potevamo capirlo! E' come se fosse stato il..."
"Destino" completò Pier, assottigliando gli occhi "Un destino che ci ha dato una sola speranza"
"Un legame che può salvare il mondo" terminò il pensiero Luna "O che lo distruggerà, possiamo soltanto continuare a tifare per loro, no?"
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Due anni dopo la morte i Alphonse, la minaccia di Drascensione si fa sempre più incombente. Il sacrificio di Alphonse ha dato una speranza agli eroi di Nuova Domino, ma il loro nemico gli darà tregua? Una nuova lotta sta per cominciare, una lotta a cui nessuno era pronto, che porterà i nostri duellanti a prove sempre più difficili e a combattimenti senza tregua. Ma Drascensione non è l'unico nemico. Il mondo non è mai stato tanto vicino all'apocalisse.
Seguito di Yu gi oh 5d's: Shadow of the Crimson Dragon, ambientato due anni dopo, necessario aver letto la prima per capire la seconda.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rua/Leo, Ruka/Luna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due lunghissimi anni erano passati dagli avvenimenti che avevano portato alla resurrezione del Re dell’Inferno e a quella del temibile Drascensione, di cui non si aveva avuto fra l’altro nessuna notizia, ed il mondo sembrava aver ripreso a girare regolarmente. Sia coloro che avevano lottato contro il mostro millenario, sia gli ex-Predestinati Oscuri erano tornati alla vita di tutti i giorni, lasciandosi alle spalle, chi più chi meno, quel periodo tanto buio per loro. A Nuova Domino, in un colossale complesso di palazzi, dentro uno studio all’ultimo piano, un uomo dai capelli rossicci era piegato su una pila di pratiche, annotando qualcosa di tanto in tanto, e sistemandosi il grosso ciuffo che gli cadeva sull’occhio. Si concesse il lusso di un attimo di distrazione quando sentì l’ormai familiare rumore della maniglia che si apriva. Ad entrare era stato un ragazzo sui ventidue-ventitré anni, dai lunghi capelli scompigliati di una strana colorazione blu intenso ed un paio di magnetici occhi color ghiaccio. Indossava un paio di jeans scuri ed una maglietta verde e bianca, con le tre lettere rosse bordate in oro che recitavano “MNA”, scritte con un font elegante ed aggraziato, quasi fosse uno stemma. Inoltre, portava un lungo impermeabile di pelle nera, con delle piccole borchie sulle spalline e sui gomiti ed quello che sembrava un nucleo energetico disegnato sulla schiena, insieme ad un paio di guanti dello stesso materiale, borchiati anche quelli. In bocca aveva ancora un cornetto al cioccolato che stava tranquillamente trangugiando. Inghiottì il boccone ed iniziò a parlare all’uomo che ancora lo fissava perplesso.
“Scusa il disturbo, capo. Le due reclute che si sono iscritte ieri, devono fare ancora la prova per testare i loro poteri psichici” disse, tranquillamente “La signora Izinski non è ancora arrivata”
“E perché non glie la fai tu?” chiese irritato l’uomo.
“Si dice in giro che siano discreti duellanti, non vorrei che nel bel mezzo di un duello psichico mi facessi prendere dall’entusiasmo e…”
“Defenestrassi altre due reclute?” completò l’uomo, massaggiandosi le tempie.
“Esatto” confermò il ragazzo, dando un altro morso al cornetto.
L’uomo sbuffò sonoramente, dando un’occhiata all’orologio appeso dietro di se. Erano ancora le otto e già cominciava ad avere problemi, non era sicuro di voler sapere come sarebbe finita la giornata.
“Manda un messaggio ad Akiza, oggi era il suo giorno libero, chiedigli se può venire una mezz’oretta per fargli la prova, altrimenti la fai tu e STAI ATTENTO!” ordinò l’uomo, sottolineando bene le ultime due parole.
Il ragazzo fece un rapido saluto simil-militare con due dita, uscendo di tutta corsa e sbattendo violentemente la porta. Sayer batté la testa sulla scrivania, esasperato. Prima o poi quella porta se la sarebbe tirata dietro, quel casinista del suo braccio destro, ne era sicuro. Dal cassetto prese una vecchia foto, ripescata da chissà dove. Ritraeva due ragazzi, sui vent’anni entrambi, abbracciati e sorridenti, lui con dei corti capelli rossi con un accenno di ciuffo e lei dai capelli biondi. Sayer sfiorò la superficie della foto, sorridendo alla vista di quel ricordo felice, poi ripose la foto nel cassetto, mentre ripensava a come tutto era ricominciato da capo, per lui. Poco dopo la morte di Alphonse, anche gli ex-Predestinati Oscuri, lui compreso, erano stati riportati in vita. Dopo essersi congedato dall’ospedale, depresso ed amareggiato, aveva cominciato a girovagare per Nuova Domino, dormendo sotto i ponti e mangiando quello che riusciva a racimolare. Questo per una settimana circa fino a quando, mentre dormiva su una panchina, non fu notato da Akiza Izinski, sua ex-pupilla, nonché persona che maggiormente aveva sfruttato e fatto soffrire. La ragazza sembrò non curarsi di tutto ciò e gli offrì il pranzo, invitandolo poi a casa di Yusei. Lì, riuscì a convincere il fidanzato ad ospitare per qualche tempo il duellante psichico, mettendo da parte i vecchi rancori. Quando chiese spiegazioni per quel comportamento e quella gentilezza nei suoi confronti, la risposta di Akiza fu come una secchiata d’acqua gelida: “Fra noi duellanti psichici dobbiamo darci una mano, non credi? E poi ho imparato che i vecchi rancori portano soltanto sofferenze inutili”. Quelle parole, insieme al ricordo delle parole dette da Toby Tredwell prima della sua morte, gli attraversarono la mente, indirizzandolo verso la retta via da seguire. Con l’aiuto di Akiza e Yusei, riuscì a convincere il sindaco di Nuova Domino Lazar a concedergli dei fondi per il suo ambizioso progetto e, in pochissimo tempo, riuscirono a ristrutturare la vecchia sede del Movimento Arcadia. Fu così che, in collaborazione con Akiza, Sayer riuscì a fondare il Movimento Neo Arcadia, con lo scopo di radunare tutti i duellanti psichici del Giappone e anche, in futuro, di tutto il mondo sotto un unico vessillo, con lo scopo di favorirne l’integrazione mostrando alle persone quanto i Duellanti Psichici potessero essere un bene per il mondo e non un nemico da abbattere. In poco tempo, centinaia di Duellanti Psichici arrivarono da tutte le parti del Giappone e Sayer ed Akiza si preoccuparono di addestrarli per far del bene grazie ai loro poteri. A questo, si aggiunse anche il fatto che anche Luna venne convinta da Akiza a partecipare a quell’ambizioso progetto e che Toby Tredwell si fosse unito alla nuova organizzazione, chiedendo alla sorella di pubblicizzarla sfruttando la sua notorietà come modella.  In poco tempo il Movimento Neo Arcadia fu abbastanza forte da avanzare una serie di iniziative per riabilitare il nome dei Duellanti Psichici, come fondare una Task Force all’interno della Sicurezza per fermare i criminali più pericolosi o dotati di capacità psichiche, che sarebbero potuti essere seriamente pericolosi per una persona normale. Oppure, avevano fondato un sistema di monitoraggio della città, che gli permetteva di intervenire in caso di pericoli imminenti, sia di piccola entità che di grossa entità. Fu in uno di questi casi, durante l’incendio di un anno prima al Central Mall, il più grande centro commerciale di Nuova Domino, che conobbe il suo braccio destro, Shisui. Quando, infatti, intervenne personalmente per salvare le persone rinchiuse all’interno dell’edificio, trovò il ragazzo sovrastato dalla colossale figura di Tidal, Drago Sovrano delle Cascate, e da altri due mostri di attributo Acqua che tentavano di proteggere con i loro schizzi le persone riunite al centro della sala, circondate da una bolla creata dal drago. Inutile dire che davanti una tale manifestazione di potere psichico Sayer fu piuttosto sorpreso(lui era il miglior duellante psichico vivente e controllare tre carte in contemporanea gli risultava faticoso, alla lunga) e propose al ragazzo di entrare a far parte del Movimento Neo Arcadia. Il ragazzo, per tutta risposta, si rifiutò seccamente. Sayer venne poi a scoprire che il ragazzo non era che uno dei bambini sopravvissuti ai suoi esperimenti e che, proprio per quello, aveva acquisito enormi capacità, esattamente come Toby. Sayer riuscì a convincerlo della bontà dei suoi propositi e si guadagnò la fiducia del ragazzo, che accettò di far parte del movimento e, in pochissimo tempo, il suo impegno e la sua dedizione lo resero il più importante membro dell’organizzazione, facendolo arrivare al rango di vice-comandante, nonché braccio destro del capo.
Sayer sorrise, al solo pensare che quella bomba di distruzione ambulante, fosse uno dei suoi migliori combattenti(nonché membro e capitano della Task Force anti-crimine, titolo datogli puramente per soddisfare il suo istinto di combinaguai), dato il suo scarso autocontrollo. Ma in fondo, anche il Movimento Neo Arcadia aveva bisogno di un casinista di professione, no?
 
All’altro capo della città, l’atmosfera era completamente diversa. Yusei tastò il materasso matrimoniale, non trovando la ormai consueta presenza della sua Akiza e aprì gli occhi, che gli caddero subito sulla sveglia appoggiata sul comodino accanto a lui, che segnava già le otto e mezza. Mugugnando un’imprecazione per aver dormito troppo(nonostante avesse il giorno libero) si alzò dal letto, scendendo al piano di sotto, ancora in pigiama. Quando entrò in cucina, fu investito dall’odore forte del caffè che ebbe l’effetto di metterlo già di buon umore, nonché la figura di Akiza che finiva di zuccherarlo. La donna posò il cucchiaino e si diresse verso lo scienziato, scoccandogli un bacio a fior di labbra e buttandogli le braccia al collo.
“Finalmente sveglio, dormiglione” commentò divertita.
“Non posso essere sempre io a svegliarmi per primo, no?” rispose il ragazzo, scoccandogli un altro bacio.
“Che fai, provochi?”
“Chissà cosa ne uscirebbe fuori…”
Akiza lo baciò nuovamente. Ormai quella scena non era nemmeno così inusuale, visto che, dalla morte di Alphonse, i due avevano cominciato a vivere assieme. Un anno prima, poi, Yusei aveva fatto la fatidica domanda e avevano preparato le nozze in fretta e furia, sposandosi soltanto sei mesi dopo, con la presenza di quasi mezza Nuova Domino, nonché una rappresentanza della Città degli Esecutori formata da Kalin, Alexis, Toby, Nico e West. I testimoni, ovviamente, erano stati Kalin per Yusei(meritevole di ciò in quanto l’unica persona che fosse riuscita a trovare il modo di far sbloccare lo scienziato) e Crow per Akiza, in quanto grande amico e primo ad impegnarsi per coronare il loro amore. Poco tempo dopo, era giunta anche la notizia che Misty e Kalin stavano ufficialmente assieme e che la famosa modella aveva trovato una nuova casa nella città desertica, causando(a detta di West) un aumento delle risse causate da Kalin a causa di “commenti insolenti” alla sua donna, che finivano poi in un duello e con qualcuno che veniva scagliato fuori dal saloon.
“Mi dispiace, ma a quanto pare sono in servizio. Ci sono nuove reclute e Sayer ha paura che Shisui gli faccia troppo male” disse la ragazza.
Yusei sbuffò seccato, causando una risatina della moglie. Non che lui non approvasse l’impegno della moglie in quella causa, anzi. Era stato lui stesso il primo a sostenerla in quella decisione altruista, anche se inizialmente continuava ad avere dubbi sull’onestà di Sayer, visti i precedenti. Aveva personalmente progettato tutto l’impianto energetico e aveva contattato conoscenze per far avere alla moglie ed al duellante psichico i fondi necessari per la loro opera. Ma il fatto che dovessero rovinargli anche il loro sacrosanto mercoledì(giorno libero per entrambi, esclusa la domenica) gli scocciava particolarmente.
“Dai, soltanto una mezz’oretta” lo consolò la donna, ancora con le braccia attorno al suo collo.
“Non puoi dirgli che hai molto da fare?” chiese speranzoso il ragazzo.
Akiza gli sorrise e gli scoccò un altro bacio.
“E se facessi finta di non aver visto il messaggio?” propose.
“Ottima idea, amore!”
 
“… quindi, a mio parere, una partnership con la Kaiba Corporation non solo offrirebbe alla vostra azienda una solida e valevole pubblicità con le aziende maggiori, che cominceranno ad investire sempre di più sui vostri titoli rilanciandoli alle stelle, ma vi offrirebbe un terreno stabile e forte dove poter coltivare le vostre produzioni senza che un concorrente con un appoggio più forte vi soffi i consumatori da sotto il naso”
Hitomi Kaiba, ormai cresciuta e più che maggiorenne, stava parlando ad un gruppo di uomini molto più vecchi di lei, con un grosso schermo alle spalle che rappresentava delle statistiche di bilancio ed una espressione determinata e convinta sul volto. Sul fondo della sala, un ragazzo dai lunghi capelli verde acqua la fissava curioso, appoggiato ad un angolino del muro.
“Il suo discorso è stato preciso e convincente, signorina Kaiba, ma io ed i miei soci non siamo ancora del tutto convinti, capisce bene, lei è una ragazza giovane ed inesperta, nonostante il leggendario nome della sua azienda capisce bene che non possiamo rischiare…”
La ragazza sbuffò, mettendo su una espressione arresa e triste.
“Avete ragione, purtroppo sono ancora inesperta per quanto riguardo il mondo dell’economia, non voglio costringervi a rischiare, proverò a fare l’offerta ad un’altra azienda…”
Gli uomini attorno al tavolo sbarrarono gli occhi, allarmati.
“N-no, signorina Kaiba!” protestò uno “Magari se rivedessimo le percentuali di profitto…”
“E come?” protestò la ragazza, abbattuta “In realtà non credo di poterlo fare, non posso rischiare di perdere il lavoro di generazioni di Kaiba, spero che capiate se offrirò la partnership ad una…”
“Non sarà necessario” la interruppe uno degli uomini “In fondo non credo sia un gran rischio per noi, saremo lieti di firmare il contratto anche domani”
Il viso della Kaiba si illuminò, quando un sorrisino sghembo gli attraversò per un solo istante il viso delicato.
“Vi ringrazio davvero, gentili signori. In questo caso propongo di rimandare a domani ulteriori dettagli”
L’assemblea di uomini si alzò ed uscirono tutti, salutando ad uno ad uno la giovanissima manager del più grande impero economico del pianeta. Quando tutti se ne furono andati, il ragazzo con il codino si avvicinò ridacchiando.
“Sai che ti ho quasi creduto anche io con quella farsa della << piccola ed inesperta ragazzina >>?” chiese sarcasticamente.
“Sai che tanto vinco sempre io, in un modo o nell’altro” scherzò quella “Ho il talento della manager nel sangue, io”
“E le lezioni di sciacallaggio del signor Crawford…” completò Leo, ridacchiando e beccandosi un pugno nella spalla.
“Sai come si dice << business is business >>! Loro tentavano di fregare me, invece faranno tutto quello che voglio io” si vantò la ragazza “ Come fanno tutti!”
Leo diede un colpetto sul fianco con il dito, facendola sobbalzare per il solletico.
“Tutti? Io non obbedisco a nessuno, nemmeno a te”
La ragazza ridacchiò, afferrandolo per la maglietta.
“E se invece in questo preciso istante ti ordinassi di baciarmi?” chiese la ragazza, piantandogli addosso i giganteschi occhi azzurri.
“In quel caso… come lei comanda, signorina Kaiba!” disse,  stringendola in un bacio mozzafiato. Stettero insieme per mezz’ora buona, nella sala riunioni della Kaiba Corporation, alternando provocazioni, scherzi e baci. I due, ormai, stavano assieme da quando Alphonse era morto. Non vi era stata nessuna sorpresa o rinnamoramento, erano soltanto tornati assieme. Lei era riuscita a risollevarlo dalla morte del migliore amico standogli vicino e, a poco a poco, erano tornati quelli di sempre. Due amici innamorati come non mai. Ormai Leo era diventato un duellante professionista e aveva cominciato a farsi valere in qualche lega minore, sfidando persino un paio di volte Jack(che, nonostante fosse stato spesso messo all’angolo, era sempre riuscito a soverchiare il ragazzo).  Hitomi aveva invece ripreso il suo posto alla Kaiba Corporation, trovando un valido alleato in Ivan M. Crawford(a cui, segretamente, Leo aveva chiesto aiuto) che le aveva insegnato come tirare su l’azienda dei suoi avi e farla crescere, dandole preziosi consigli su come nuotare agevolmente nel mare di intrighi che era l’economia.
“Adesso devo andare” disse Leo, notando l’orario e alzandosi di scatto dalla poltroncina, alla ricerca della giacca che aveva lasciato da qualche parte.
“Hai un’altra ragazza da andare a coccolare?” chiese scherzosamente la ragazza, abbracciandolo da dietro.
“No, un amico da andare a trovare” disse quello, mestamente.
Hitomi mollò immediatamente il fidanzato, arrossendo.
“Scusa Leo, me ne ero dimenticata totalmente” disse la ragazza, tristemente.
“Tranquilla, non me la sono presa. In fondo lo hai conosciuto poco” disse il ragazzo, infilandosi la giacca.
“Posso venire? In fondo è soltanto grazie a lui se possiamo stare assieme, credo che una visita mi tocchi farla…” chiese Hitomi.
“Tranquilla, non credo che Luna si farà problemi” disse il ragazzo “Soltanto… vorrei che il << compleanno del Team Illusion >> lo potessimo passare in pizzeria, a ridere e scherzare e non… al cimitero”
 
Molto lontano da Nuova Domino, in Inghilterra, un ragazzo dai capelli candidi come la neve era appoggiato alla ringhiera di un balcone, con lo sguardo perso nel vuoto. Aveva all’incirca ventidue anni, con dei particolari occhi di una colorazione dorata, come quelli di un gatto. Indossava semplicemente dei jeans ed una maglietta nera, con una giacca sul quale era stampato il simbolo della famosissima azienda che produceva il più importante gioco del mondo, la Illusion. Al suo fianco si avvicinò una ragazza dai lunghi capelli biondi, occhi azzurri come il cielo, vestita con una veste da notte e la vestaglia, entrambe eleganti ed evidentemente costose. Lei si affiancò al ragazzo senza dire nulla, aspettando che fosse lui a parlarle del perché, quella mattina, si era svegliato di buon’ora e si era piazzato lì a fissare l’orizzonte con aria assente.
“Esattamente due anni fa…” iniziò il ragazzo, con aria cupa “Alphonse mi ha portato su un tetto e mi ha sfidato, per poi decidere di darmi l’ultimo posto all’interno del Team Illusion. Nessuno glie lo aveva chiesto, nessuno glie lo avrebbe consigliato. Ero il criminale che aveva rapito la ragazza che amava e che ha causato l’inizio dei suoi guai con la sua nemesi. Se non ci fossi stato io, forse lui sarebbe ancora vivo. O forse saremmo tutti morti”
La ragazza non parlò, ma afferrò il braccio del ragazzo, cercando di consolarlo.
“La cosa che più mi fa rabbia, però, è che lui non sarebbe arrabbiato con me se fosse qui, e non è arrabbiato con me nemmeno in paradiso dove sono sicuro che sta riposando. Perché è lì che stanno gli angeli, no?”
La ragazza annuì, mentre il ragazzo si faceva sfuggire una lacrima.
“Dannazione, Al, l’unica volta che ti ho visto arrabbiato è stato quando hai scoperto che Cecil era il mandante del quasi-omicidio, lui… non era capace di provare rancore, odio, vendetta… lui voleva soltanto proteggerci”
La ragazza lo abbracciò, lasciandolo sfogare. Pier era una persona molto forte all’esterno, si scomponeva di rado, ma all’interno era estremamente fragile. La ragazza ricordò che, anche l’hanno prima, era stato cupo e silenzioso tutto il giorno, per quella data e aveva pianto più di una volta in silenzio, lontano da tutti.
“Se io sono qui lo devo soltanto a lui…” continuò “E mi sembra sempre di non aver fatto nulla per ringraziarlo di questo”
“Ho conosciuto molto poco Alphonse ma… credo di aver capito come funzionava quel ragazzo. Secondo me, se fosse qui, ti direbbe che per lui la tua amicizia è stata un ringraziamento sufficiente”
Pier la abbracciò forte e lei lo strinse ancora di più. Anche se la ragazza aveva conosciuto poco la reincarnazione del mostro leggendario, sentiva di dover molto ad Alphonse, che aveva visto il buono celato nel cuore del suo amato e le aveva permesso di ritrovarlo. Ormai i due stavano assieme da parecchio tempo e mancavano soltanto tre mesi al loro matrimonio. I due vivevano nella villa dei Glascohyne in Scozia, insieme a Cecil, resuscitato insieme agli altri Predestinati Oscuri, che aveva accettato e sosteneva l’amore fra i due, nonostante le umili origini di Pier. I due quasi non avevano creduto ai loro occhi quando, senza dir niente a nessuno, Cecil aveva organizzato un incontro con i genitori del promesso sposo di Angelyne per annullare le nozze. Quando poi il suddetto nobile aveva messo una mano sulla spalla alla ragazza per costringerla a guardarlo mentre sbraitava il suo rancore, aveva sentito tutto il dolore provocato da un pugno in perfetta sincronia da parte di Pier e Cecil, che si erano fissati per un paio di secondi, rendendosi conto di aver inconsciamente reagito alla stessa maniera davanti alla << possibile minaccia >> per la ragazza. Da allora, Pier era diventato il promesso sposo di Angelyne(Cecil aveva insistito per amor del buon nome dei Glascohyne, visto che il ragazzo era andato a vivere nella loro villa, suscitando un vespaio fra la nobiltà) e niente sembrava potersi opporre a quel loro amore così tanto contrastato.
“Se non ci fossi tu…” commentò il ragazzo “Non so che farei”
La ragazza gli scoccò un bacio a fior di labbra, finendo in quel modo il discorso.
 
Alla Città degli Esecutori  l’atmosfera era decisamente più leggera. Il corpo di guardia comandato da Kalin, lo sceriffo del luogo, e formato dai suoi tre allievi(Alexis, West ed Edward, che spesso veniva chiamato con il suo vero nome, ovvero Toby) e da Radley, oltre che, occasionalmente, da Misty e da Ephren Harley, faceva il suo lavoro egregiamente, rinchiudendo dentro la cella ubriaconi e molestatori e qualche occasionale brigante e tutti gli stranieri che cercavano di fare i furbi sotto lo sguardo vigile dell’ex-Esecutore. Kalin diede un violento calcio nel fondoschiena ad un uomo, chiudendo la porta della cella alle sue spalle con un sorrisino soddisfatto sul volto.
“Così vediamo se ti diverti ancora a rubacchiare dalle casse della gente onesta! Credo che un paio di giorni di prigione ti convinceranno a non passare più dalla MIA città” disse Kalin, ridacchiando “Certo, potrei anche dimenticarmi che sei qui e fartici stare una settimana, o un mese, o un anno, forse mai…”
Si fermò un attimo, pensieroso.
“In ogni caso avrai il tempo di riflettere sulle tue malefatte” concluse infine, uscendo dal carcere. Davanti la porta, trovò ad aspettarlo una donna sulla trentina, con i sottili occhi color ghiaccio che lo fissavano divertiti. Era una donna meravigliosa, dalle forme aggraziate e piene, il volto affilato incorniciato dai capelli castani.
“Ti diverte davvero così tanto torturarli psicologicamente?” chiese la donna, ridacchiando.
“Non hai idea quanto, Misty” scherzò lui “Sai che noia sarebbe il mio lavoro se non potessi farlo?”
I due si avviarono per le strade della piccola cittadina in stile western, salutati da tutta la popolazione, che aveva visto Kalin come un liberatore e lei come la giusta compagna per quell’eroe un po’ malinconico che amava la sua armonica. Certo, le ORDE di paparazzi che a tratti investivano la città spesso diventavano una seccatura, ma portavano anche commercio e soprattutto curiosi che venivano a visitare il posto esotico dove si era trasferita la amatissima modella. Questo portava più lavoro allo sceriffo, ma aveva un team di aiutanti pronti ad assolverlo almeno dai compiti meno gravosi. Ephren Harley aveva cominciato a vivere nella stessa casa della figlia ancora in vita, alla quale non sembrava vero di poter riavere suo padre, e aveva ricominciato a lavorare come disegnatore di carte, inviando via e-mail le carte da lui disegnate al suo amico e capo Ivan M. Crawford, con cui si teneva in contatto giornaliero. Toby aveva deciso di vivere insieme alla amica, decisione presa anche da West e Nico, che volevano lasciare sola la “coppia felice”. Toby non si era mai opposto alla storia fra la sorella ed il maestro, anzi, era felicissimo che le due persone a cui era stato più legato nelle sue due “vite”.
“Hai visto Alexis oggi?” chiese la donna.
“Si, l’ho vista poco fa. E’ andata da qualche parte con tuo fratello” disse lo sceriffo “Credo che non abbia digerito il fatto che lui la abbia battuta ieri”
“Mi chiedo se smetteranno mai di litigare” chiese la donna, perplessa.
Kalin roteò gli occhi, trattenendo una battutaccia e accelerò il passo, seguito a ruota dalla donna.
 
 
 
Nel frattempo, nel cimitero di Nuova Domino, un uomo, vestito di una larga felpa rossa con il cappuccio calato per nasconderne il sembiante ed un paio di jeans, stava in ginocchio davanti una lapide, stringendone con forza il bordo.
“Maledetto capoccione!” ringhiò, stringendola più forte “Perché hai dovuto rovinare tutto! Era il mio piano ed era il tuo piano! Era il NOSTRO piano, maledetto deficiente! Per cosa poi? Una donna? Degli AMICI? Ma per favore Al, non dirmi che ci credevi sul serio! Tu non eri come loro, tu eri superiore a loro. Ti sei sacrificato per una razza inferiore, che non merita di esistere. NOI meritavamo di vivere. Ma tu hai voluto fare di testa tua, TU AVEVI CAPITO QUELLO CHE AVEVO IN MENTE, DANNAZIONE!”
Le ultime parole furono un urlo, seguito da un violento pugno contro la lapida che riuscì a creare una crepa.
“Tu sapevi quello che sarebbe successo non appena avessi battuto i tuoi << amici >> non è vero? Sapevi che avrei tentato di completare il piano, per questo ti sei suicidato, per non darmi una mano, maledetto lazzarone! Ma ti giuro sulla mia stessa anima che ti riporterò indietro e la prima cosa che farò sarà darti tanti di quei calci da farti passare la voglia di fare l’eroe! E allora potrò procedere con il piano, POTREMO procedere con il piano…”
Si alzò dalla lapide, dandogli un’ultima occhiata quasi disgustata.
“Spero che tu stia sognando belle cose nel tuo sogno eterno, perché quando ti sveglierò ti picchierò fino a quando non ti tornerà la voglia di crepare di nuovo!”
 
 
Angolo dell’Autore:
 
Ed eccoci di nuovo, con la seconda parte della saga di Shadow of the Crimson Dragon ovvero The Bond that Saved the World, il Legame che Salvò il Mondo! Come vedete, sono ormai passati due anni dagli eventi della prima fan fiction e molte cose sono cambiate nella vita dei nostri protagonisti, iniziando ovviamente dalla resurrezione di tutti i Predestinati Oscuri e, ovviamente, la morte di Alphonse. Che dirvi, spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Alla prossima!
 
  
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