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Autore: sara98kuki    30/08/2014    4 recensioni
< Come ti chiami ? > disse il vampiro sorridendo, mostrando i canini, lunghi, bianchi e con la sua dentatura perfetta. In quel istante rimasi letteralmente incantata dalla bellezza di quel ragazzo, la sua pelle color latte, i capelli corvini, il suo sorriso e i suoi occhi verdi come quelli di un gatto. Il mondo inizio a girare e prima di cadere a terra mi sciolsi nel suo volto, che aveva una espressione preoccupata, scivolando in un sonno nero come la notte. Sognai, sognai quel volto che non riuscivo a togliermi dalla testa cercando di capire come mai era preoccupato e spaventato ero forse io la causa di quel sentimento?
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spero vi piaccia, anche se essendo che è la mia prima storia sarà molto semplice nella scrittura ovviamente non sapevo come descriverla e ho preferito mettere un pezzettino del primo capitolo grazie per le vostre recensioni
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Threesome, Triangolo
Capitoli:
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Che cosa aspetti? Vendimi la tua anima, per questo bacio profondo


Cap. 1 – All’ombra della quercia


 

Mi vesti in fretta e furia per non arrivare in ritardo al mio primo giorno di volontariato alla croce rossa, non che ne avessi molta voglia, ero stata obbligata dai miei genitori. Come mio solito arrivai un po’ in ritardo, anche se mi ero preparata a questa eventualità alzandomi presto, non trovai nessuno ad aspettare nella stanza dove, a quanto pare, dovevano trovarsi gli altri volontari, aspettai finche non si fecero le 09 : 30.

< però potevano aspettare qualche minuto! > dissi arrabbiata iniziando ad agitarmi furibonda. A quel punto mi alzai dalla sedia che per quella mezzora mi aveva dato un posto comodo in cui stare e guardando ancora la stanza completamente spoglia, a parte una scrivania e qualche sedia messa in giro, me ne andai richiudendo accuratamente la porta alle mie spalle.

Girai per la città e senza accorgermene mi ritrovai a camminare in una via di nome “Delle Rose Rosse”, manco a farlo apposta mi venne in mente una scena ripetuta nei vecchi film dove di solito nelle vie, con nomi simili, i protagonisti si incontravano innamorandosi a prima vista. Sospirai. Io non mi ero mai fidanzata a parte con uno che poi avevo lasciato perché vivevamo troppo lontani, compresa per la sua personalità da cozza; non ero nemmeno tanto bella, ero una ragazza normale, che si vestiva abbastanza bene per le mode del momento; il mio viso era sempre stato tondo, ero alta solo un metro e cinquanta, con lunghi capelli castani rossi, con boccoli naturali a contornarmi il viso e con occhi color ghiaccio intensi. Ritornando dai miei pensieri mi accorsi di essermi persa, infatti, anche se vivevo li da sedici anni non mi ricordavo una via di nome “Delle Rose Rosse”!

 

<  Signorina vi serve aiuto? > disse una voce sconosciuta, tremante, segnata dalla vecchiaia. Mi girai di scatto, ritrovandomi alle spalle una vecchietta che doveva avere una ottantina di anni e si reggeva ad un bastone mentre l’altro braccio era appoggiato  alla schiena, il suo viso era segnato da profonde rughe cadenti, che davano al suo viso paffuto un innato senso di simpatia.

 

< Oh… grazie signora, vorrei sapere come posso arrivare alla via torri gemelle se può essere così gentile da indicarmi la strada > dissi cercando di non sembrare agitata dalla comparsa improvvisa. La vecchietta non se lo fece ripetere e fulminea mi diede le informazioni di cui avevo bisogno, in modo molto dettagliato, per poi scomparire in uno mio momento di distrazione.

Ancora scioccata dalla comparsa e scomparsa fulminea della vecchietta mi incamminai, ma mentre stavo per girare all’incrocio, come mi aveva indicato la vecchietta, incuriosita da una serie di gradini che salivano lungo una piccola collina di terra, dove a contornarla vi erano rose rosso acceso, non riuscii più a trattenere il mio amore per l’avventura e invece di seguire le indicazioni gentilmente datemi, corsi lungo i gradini di pietra; arrivata in cima mi ritrovai davanti ad un parco, che si estendeva a perdita d’occhio con alberi di tutti i tipi e un piccolo lago, formato da un ruscello, che superato un ponte che passava su di esso portava ad una villa che stava all’altro lato della sponda cui il giardino la contornava con le sue rose sempre rosse. Dopo una breve passeggiata decisi di riposarmi sotto a una quercia che trovai li vicino, mi sdraiai sulle sue profonde radici che mi davano riparo come un calda coperta, mentre i suoi intricati rami mi trascinavano in un ballo lento che mi cullava.

 

< Ciao, lo sai che sei nella mia proprietà privata > disse un giovane ragazzo, più o meno della mia età che mi guardava da sopra un ramo della quercia. Io gridai dallo spavento scattando in piedi, quasi subito.

< Per favore potrebbe non gridare, o se no disturberà i vicini > disse di nuovo lui saltando giù da il suo ramo, che incredibilmente era a quattro metri da terra, senza farsi niente, con un tono di voce sarcastico e tranquillo allo stesso tempo. Gridai ancora e con la bocca del tutto aperta, per lo stupore, alternai lo sguardo dal ragazzo al ramo dove era seduto un attimo fa, rimanendo stupita.

< Che cosa c’è ? Non mi dire che non hai mai visto quello che                                 può fare un vampiro > disse con lo stesso tono. Stavo letteralmente avendo un infarto per via della sua comparsa improvvisa, ma riuscii comunque ad annuire.

 

Erano passati due anni da quando il mondo sovrannaturale era uscito allo scoperto rivelando i suoi abitanti non come bestie spietate, ma invece, come persone ragionevoli ed intelligenti e del tutto diversi dalle loro leggende sanguinarie, a parte il fatto che essendo non umani hanno una parte predominante quella del loro istinto. Non avendo mai voluto intromettermi nelle vite di quegli individui, infatti, quando al telegiornale spiegavano la varie attività “personali” di essi, cambiavo canale subito, mentre nella mia vita privata ho sempre cercato di allontanarmi da loro, entrando in scuole specificatamente umane, usando linee del treno private e bus razzisti; non che io sia mai stata razzista,  ma solo la paura che quelle persone  mi potessero fare del male, mi dava una sensazione di terrore inimmaginabile. E ora in quel preciso istante, ero letteralmente terrorizzata, tutto il mio lavoro per non avere alcun tipo di relazione con quelle persone era andata in frantumi trovandomi davanti un vampiro in carne ed ossa.

 

< Come ti chiami ? > disse il vampiro sorridendo, mostrando i canini, lunghi, bianchi e con la sua dentatura perfetta. In quel istante rimasi letteralmente incantata dalla bellezza di quel ragazzo, la sua pelle color latte, i capelli corvini, il suo sorriso e i suoi occhi verdi come quelli di un gatto. Il mondo inizio a girare e prima di cadere a terra mi sciolsi nel suo volto, che aveva una espressione preoccupata, scivolando in un sonno nero come la notte. Sognai, sognai quel volto che non riuscivo a togliermi dalla testa cercando di capire come mai era preoccupato e spaventato ero forse io la causa di quel sentimento?

 

---------------------------------------cambio prospettiva--------------------------------------

 

Entrai nella stanza, che era illuminata dai raggi di sole dalla finestra, mi avvicinai alla ragazza che intenta a sognare la avevo adagiata sul comodo divano in pelle, entrò la domestica.

 

< Maria, come sta ? > dissi speranzoso di una risposta positiva. La donna silenziosamente mi si avvicinò guardandomi con sguardo spento e vuoto; era una donna sui 27 anni, da quanto diceva, molto bella ma con un aspetto macellato e davvero molto triste anche se il suo intero essere era quasi trasparente e bluastro; indossava un vestito da cameriera scuro e lungo, con una corda appesa al collo di cui non dava alcuna informazione del perché la tenesse; era un fuoco fatuo, o come li definivano gli umani fantasmi, le primissime creature sovrannaturali non che le più intelligenti, sagge e dotate di due forme.

 

< Bene, a parte la botta in testa per lo svenimento non sembra non avere emorragie interne > si limito a dire lei spostando con la telecinesi un recipiente pieno d’acqua calda e uno straccio vicino al volto della ragazza, immerse lo straccio nell’acqua e lo strizzo, sempre con l’uso della telecinesi e lo posò sulla fronte dell’ umana; rimasi letteralmente affascinato con quale grande maestria comando lo straccio semplicemente guardandolo, ma in fondo ogni fuoco fatuo era dotato di poteri come telecinesi e telepatia. La donna finito il suo compito mi guardo aspettando altri ordini. Gli faci cenno che poteva andare. La donna così straformandosi nella sua forma spirito ( letteralmente la forma spirito è un fuoco fatuo tipo “ribelle de brave” e poi c’è la forma materiale cioè tipo fantasma ) scomparendo con un piccolo movimento.

 

Rimasi solo nella stanza con quella ragazza, che avevo portato in casa per il suo malessere, menomale che non si era fatta niente di grave o se no sarebbe potuto anche finire in tribunale per le leggi dettate dagli umani, ma si vedeva che era solo un modo di tenere a freno i vampiri e i licantropi nel nutrirsi o a uccidere le persone per divertimento, come facevo alcuni di noi. I miei genitori ero quel tipo di persona, infatti, dicevano molto spesso che gli esseri umani dovrebbero essere messi a tacere e usati come cibo invece di dargli libero arbitrio nel dettare leggi che pretendevano  di nutrirci con sacche di sangue donate dalle croce rosse o comprate al supermercato. Senti dei ringhi e delle grida venire dal giardino, mi avvicinai alla finestra con uno scatto non umano, guardando attraverso la veneziana notai Lissa e Elen che litigavano come loro solito; Lissa era una lupa mannara, che si notava subito dalla sua altezza e dalla muscolatura, aveva capelli lunghi, perennemente annodati, ribelli e neri con occhi scuri dove si poteva vedere la sua anima; era il mio, se così si può definire, cane da guardia. Elen invece era una ragazza viziata con capelli lunghi e neri che finivano in teste di serpente, con corda piccole, nere, sulla testa e con occhi rossi rubino; la classica bellissima demone dalla forma mezza umana, ovviamente aveva anche una forma umana e una demoniaca però non le usava molto; vestiva sempre con vestiti antichi, sempre neri, con una marea di fronzoli e merletti; i miei genitori l’avevano fatta diventare la mia promessa fidanzata, senza che io potessi ribattere, non che non mi piacesse; lei era veramente bella però non mi suscitava alcun sentimento di quel tipo, soprattutto per via di quel brutto carattere che si ritrovava. Aprii la finestra e richiamai Lissa, che arrivò in meno di un secondo nella stanza.

 

< Lissa potresti controllare questa umana io vedo di far qualcosa per Elen, ok? > dissi incamminandomi verso la porta. Lei annui con il capo ancora un po’ arrabbiata per la lite e si sedette sulla sedia vicino al divano di pelle nera. Uscii dalla stanza, camminai per il corridoio fino alle scale, le scesi, avanzai vero l’entrata e l’apri; ritrovandomi davanti Elen in tutta la sua magnificenza e rabbia.

 

< Dovresti addestrare meglio i tuoi animali da ingrasso sai?! > disse quasi sul punto di poter distruggere l’intera villa.

< Elen, se tu trattassi adeguatamente bene Lissa forse lei non ti attaccherebbe in quel modo no? > dissi con voce seria.

< Tristan, ma ha iniziato lei non è giusto che la difendi sempre!! > disse iniziando a battere i piedi per terra, stranamente insolito per un demone di ben 1567 anni (nell’età umana 17 anni), mostrando il suo carattere da bambina viziata. La odiavo profondamente per questo suo lato, infatti, per volontà dei miei genitori dovevo sempre fare qualsiasi cosa che lei volesse o mi ordinasse senza che potessi obbiettare, anche se quel fare qualcosa consisteva nel uccidere qualcuno o qualche animale; per mia fortuna e del mal capitato non era mai successo, ma non si poteva sapere nemmeno quel che le passasse per la testa, ad esempio una volta mi aveva costretto a nutrirmi del suo sangue, dopo che aveva scoperto che avevamo lo stesso gruppo sanguineo, così fui costretto a bermi del sangue di demone per tre giorni finche lei non scopri che non andava più di moda essere il pasto del proprio “futuro fidanzato” e per mia grazia, smise di chiedermelo.

< Si, si va bene hai ragione ora smettila di frignare, abbiamo un ospite > dissi frenando le mie mani che volevano strangolarla.

< Ehhhh!! Davvero di che razza è qualche arconte degli elfi, un vampiro dell’ordine sacrale, un demone peccaminoso?! > disse cercando di entrare nella villa per indagare di chi si trattasse.

 

< No! Per niente è… > tentai di dire quando un urlo di una donna si levò nella villa togliendoli la sua aura tranquilla con una di terrore. Corsi con balzi sovrumani, arrivando nella stanza e aprendo la porta ritrovandomi a guardare una figura in piedi sul divano di pelle nera che si girò di scatto a guardarmi con un’espressione di puro terrore.

Spero vi piaccia, poi la trama e i personaggi si capiranno meglio andando avanti con i capitoli, invece per l'avanzare della storia (cioè delle recensioni) saranno un po non omogenee per via della voglia, della scuola, della fantasia che va a farsi friggere e per via dei blocchi dello scrittore quindi mi scuso in anticipo per eventuali ritardi :3 se avete dubbi chiedete pure e ricordo che è la mia prima storia quindi accetto qualsiasi tipo di critica e consigli per migliorarla ;3 grazie della vostra pazienza e buon inizio scuola per chi ancora studia come me Xd
   
 
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