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Autore: _Cthylla_    30/08/2014    7 recensioni
Dopo la tragica morte di un chojin che ben conoscete, qualcuno inizia a perseguitare i ragazzi della Muscle League per motivi che loro non conoscono.
Riusciranno a chiarire i punti oscuri riguardanti l'omicidio e scoprire la verità?
O sarà #R ad avere la meglio...?
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kevin Mask, Kid Muscle
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«non so che dire».

«almeno un “mi dispiace” sarebbe gradito, padre».

Brocken Jr. osservava cupo le fotografie che il figlio gli stava mostrando dal cellulare. «come le hai avute?»

«le ho scattate io stesso» mentì il ragazzo «Brocken, come hai potuto rischiare di metterti in un guaio simile?! Che cosa ti ha preso? Pensavo ne fossi uscito, e poi…e poi adesso sei anche un cleptomane, oltre che un alcolista?»

Il primo istinto di Brocken Jr., che solitamente non era tipo da tollerare simili mancanze di rispetto, fu quello di assestare al ragazzo un bello schiaffone.

Poi però, contando fino a dieci, riconobbe che quella detta da Jeager con tono disperato non era stata un’ingiuria.

Ma una semplice constatazione realistica.

«Jeager…ho fatto uno sbaglio. Un grosso sbaglio. Ho…si, ho avuto una ricaduta, lo ammetto».

«padre, lo so che non ti piace l’idea, ma forse è il caso che tu ti faccia aiutare da persone qualificate».

Di nuovo l’istinto avrebbe portato Brocken ad urlare al figlio di farsi i fatti propri, perché la vita non era la sua, e che lui non aveva minimamente bisogno d’aiuto…ma anche in quel caso riuscì a mantenere il controllo. Non poteva dare addosso a Jeager solo perché era preoccupato per lui; meglio riservare la durezza o la rabbia nel caso che suo figlio facesse qualche idiozia.

«no» disse con decisione «davvero, non ne ho bisogno. È stato un caso isolato».

«in tre diversi discount».

…ok, minacciava di riuscire a farlo arrabbiare davvero. Era proprio un tedesco, così maledettamente fiscale. «d’accordo, in tre diversi discount, ma l’ho fatto nella stessa giornata, per cui possiamo considerarlo un caso isolato, e poi…e poi avevo un motivo valido» mormorò, voltandogli le spalle ed afferrando l’impermeabile.

«non puoi andartene così! Non c’è alcun motivo valido che ti giustifichi dall’aver rubato!» ribatté l’altro cercando di costringerlo a voltarsi. Con quell’atto Brocken sentì di essere arrivato al limite, ed afferrò il polso del figlio torcendoglielo con una mossa improvvisa.

«aargh!!!»

«ti ho detto che so benissimo di avere sbagliato! E ti assicuro che non lo rifarò! Ma non seccarmi oltre con questa storia, Jeager!»

«se…» il ragazzo si lasciò scappare una smorfia mentre si liberava dalla presa del padre «se mi dicessi almeno quale è il motivo…il motivo per cui l’hai fatt-»

«non vedo che ragioni avrei di dirtelo. Jeager, senti…» in un gesto che era anche di scuse per quello scatto di rabbia improvviso, il tedesco gli mise le mani sulle spalle «lo so che siamo una famiglia, oltre al fatto che sono il tuo allenatore e tra allenatore ed allievo non dovrebbero esserci segreti. Ma a volte è inevitabile. Mi dispiace. Posso solo giurarti su quanto mi è più caro che non berrò ancora, né ruberò più».

Jeager sembrava combattuto. «posso anche crederti padre, però…il fatto è che sono preoccupato per te».

«non c’è bisogno, davvero» Brocken riuscì anche a produrre un sorriso «adesso sto bene. E ti ripeto che mi dispiace, anche per il mio scatto di rabbia ingiustificato e per averti fatto male».

“si…perché te ne ho già fatto abbastanza, povero figlio mio, e dovrò fartene ancora” aggiunse mentalmente.

«non fa niente. Però…»

«”però” nulla. Come sta il figlio di Terryman?»

«l’ho trovato bene, infatti lo dimettono nel primo pomeriggio, quindi non devi disturbarti nemmeno a preparare il pranzo per entrambi. Io e gli altri mangeremo qualcosa tutti insieme».

«sono contento che ti sia fatto degli amici. Quindi…» Brocken diede un’occhiata all’orologio «considerata l’ora hai giusto il tempo per una doccia, per cambiarti e per raggiungerli».

«eh si! Ci ho messo un po’a tornare perché, sai…ho riaccompagnato a casa Meat, Trixie e Roxanne».

«Roxanne, eh? di’, hai mai pensato di provare a diventare un po’più intimo con quella ragazza?»

Si pentì di averlo detto appena l’ultima parola aveva finito di uscirgli di bocca.

“…ma perché poi dovresti…considerando quel che temo dovrò fare…?”

Jeager arrossì brutalmente, farfugliando parole incomprensibili. «i-intimi…no, siamo amici…e poi piace a Kid Muscle, e…vado a fare la doccia» concluse, andandosene a grandi passi.

Brocken dapprima fece un mezzo sorriso, ma durò poco.

Il tempo di tirare fuori il cellulare.

 

L’alcol alimenta i bollenti spiriti al punto da dar fuoco alla casa degli zii di Jeager. Io e te sappiamo che non è una voce infondata, vero Brocken? Se non vuoi che Jeager ti ripudi, e magari ti spedisca in galera dove dovresti stare, tra quattro giorni metti tra le cose di Jeager il regalino che ti ho lasciato sepolto sotto il vaso di peonie prima che lui si svegli.

#R”.

 

Quell’sms anonimo gli era arrivato due giorni prima. Quello attuale era il terzo, e quella che si apprestava era la “notte X”.

Per leggero che fosse, il “regalino” di cui parlava #R e che lui teneva imprudentemente in tasca gli pesava come un macigno.

Come avrebbe potuto mettere della droga tra le cose di suo figlio, col rischio che questi fosse squalificato a vita da ogni competizione?! Jeager era un chojin nato, e lui gli voleva bene, come poteva fargli una cosa del genere?!

 

se non vuoi che Jeager ti ripudi e ti spedisca in galera”.

 

Chiunque fosse il maledetto -o la maledetta- #R, sembrava sapere più che bene dove colpire oltre che un suo torbido segreto, se così si voleva chiamare. Non era un mistero che tale sospetto su di lui fosse in giro già da un po’, considerando che perfino quel verme di Mars lo aveva usato per cercare di confondere il povero Jeager e metterglielo contro.

“Jeager, figlio mio, avresti solo ragione ad odiarmi”.

Aveva passato così tanti anni senza di lui…così tanti anni. Impossibilitato a prendersene cura a causa della depressione, e dell’alcolismo.

E adesso che erano finalmente insieme, #R tentava di separarli.

E se sapeva quella parte della storia, vuoi che non sapesse od immaginasse anche il resto? Che non si rendesse conto del dolore che gli stava dando? Qualunque scelta avesse fatto, Brocken Jr. avrebbe distrutto qualcosa: la carriera di Jeager, o il loro ritrovato rapporto.

La sua mano tremava mentre stringeva la bustina di plastica a chiusura ermetica contenente la droga.

Di una cosa era certo: chiunque fosse a ricattarlo così, doveva avere in mente anche la distruzione della Lega, oltre che alla sua personale. Non a caso Jeager era tra i più forti della nuova generazione, insieme a Kid Muscle e Kevin Mask.

C’era da chiedersi se anche loro avessero ricevuto un messaggio da parte di #R.

 

 

.: qualche ora dopo :.

 

 

«oook ragazzi, bisogna festeggiare il ritorno di Terry e Dik con una bella bevuta!» esclamò Kid Muscle.

«KIIIIIIID!!! Sono appena stati dimessi dall’ospedale!!! Devono mangiare sano, altro che bevuta!» gli urlò contro Meat.

«m-ma…e una bevuta di coca cola?»

«credo che quella si possa fare» disse Roxanne «ad ogni modo…la polizia ha chiamato la madre di Chichi prima che partissimo per l’ospedale: dicono che potrebbe essere scagionata!»

«davvero? bello!»

Già, peccato che non sapessero ancora quali prove erano state trovate, ossia l’arma di Terry, il quale non si era ancora accorto della sparizione.

«si, comunque io mi chiamo Dik Dik Van Dik!» si premurò di ricordare a tutti l’africano, come se a qualcuno interessasse qualcosa.

«sono contento che ci siamo riuniti tutti quanti…mi siete mancati, ragazzi» ammise il tricheco, approvando la bevuta di coca cola ed aprendone una lattina, sollevandola «quindi…» disse timidamente «io avrei un brindisi da proporre…»

«a cosa, Wal?» sorrise Terry.

«alla nostra amicizia» rispose dolcemente lui «augurandoci di restare uniti di fronte a qualunque avversità».

«uh! Che discorso commoventeeeh» Kid aveva i lacrimoni «Wally, dici sempre cose così profonde!»

«no, stavolta hai ragione amico» approvò Dik Dik.

«d’accordissimo» annuì Terry, quasi in contemporanea con Jeager. Anche Meat li guardava sorridendo…

«ma che scenetta commovente. Oserei dire stucchevole».

Peccato che il momento fu rovinato da Kevin Mask, che quel giorno era di pessimo umore. Lui e Lord Flash poche ore prima erano tornati da un allenamento, ed aprendo la porta di casa si erano trovati investiti da due dita d’acqua; ebbene si, qualcuno aveva allagato casa di Kevin, e l’inglese aveva giusto la vaga impressione che il vandalo delle sue povere viole c’entrasse qualcosa…anche se a Lord Flash aveva parlato di tubature rotte.

Non sapeva se lui gli avesse creduto o meno.

Probabilmente no.

«Kevin Mask, perché non te ne vai a rompere la scatole a qualcun altro?!» sbottò Jeager «non sei il benvenuto qui».

«è un parco pubblico, e non sono certo ansioso di starmene con un branco di perdenti» ribatté lui, in piedi sull’altalena.

«appunto, se il “branco di perdenti”» Roxanne mimò le virgolette «ti fa tanto schifo, perché non vai a fare qualcosa di utile rilasciando una nuova deposizione con dentro meno cazzate?»

«Roxanne!» allibì Trixie, come tutti del resto. Per quanto tutti quanti avessero pensato che alla luce dei nuovi avvenimenti Kevin quella sera avesse visto lucciole per lanterne -e a detta di Jeager probabilmente fosse ubriaco- in pochi avrebbero avuto il coraggio di parlargli così.

«sentimi bene ragazzina, lo so benissimo cosa ho visto» replicò Kevin saltando via dall’altalena -e Roxanne sperò inutilmente che si rompesse l’osso del collo- atterrando non distante da lei «se la tua amichetta voleva evitare noie, poteva evitare di uccidere il suo ragazzo».

«già, peccato che il detective abbia chiamato oggi sua madre per informarla che probabilmente verrà scagionata. Prova evidente che qui c’è qualcuno che mente. Ossia tu».

«ehm, Roxanne, non ci stai andando un po’troppo pesante?...» disse esitante Dik Dik vedendo Kevin incombere su di lei, con lo sguardo che era passato da sorpreso ad assassino.

«sei stata tu…dillo, che sei stata tu».

Non era tipo da picchiare le donne, di solito, non lo era nel modo più assoluto…ma quel biglietto, le sue povere viole distrutte, l’allagamento di casa sua, il senso di minaccia continuo avrebbero mandato fuor dai gangheri chiunque.

Che poi, a dire il vero, di prove che Roxanne potesse entrarci non ne aveva proprio. Probabilmente se fosse stato Kid Muscle a parlargli in quel modo, Kevin avrebbe pensato che fosse stato lui!

«a fare cosa?!»

«le viole. L’allagamento. Sei stata tu!!!»

Sembrava potesse aggredirla da un momento all’altro, ma Jeager intervenne prontamente assestando all’inglese un diretto in piena faccia. «non azzardarti a toccarla, capito?!»

«non impicciarti, tedesco!» ringhiò l’altro, e dopo ciò i due diedero inizio ad una brutta rissa. Altro che festa!

E nemmeno trenta secondi dopo arrivarono, quasi contemporaneamente, un’ automobile ed un appiedato.

«oh!»

«Kevin!!! Che ti salta in testa?!» l’ultimo ad avere parlato era stato Lord Flash, che per fermare Kevin dal commettere qualche altra sciocchezza e separarlo da Jeager lasciò cadere la sua inseparabile valigetta, lanciandosi in mezzo alla rissa e tirandone fuori il suo pupillo con una forza che Kevin stesso avrebbe definito quasi insospettabile «ti sembra il momento di metterti a fare a botte?! non fare lo sciocco!»

«Lord Flash, lasciami finire!»

Anche Kid e compagnia adesso stavano trattenendo Jeager dal continuare la rissa.

«lasciatemi, devo insegnare a quell’idiota come ci si comporta con le fanciulle!»

«Jeager, lascia perdere!»

«Kevin, piantala di fare il bambino, d’accordo?! Abbiamo un Torneo da vincere! Non vorrai accumulare motivi per farti squalificare, vero?!» l’idea della squalifica parve calmare il ragazzo «oh, ecco, bravo».

«oh, che peccato. Era un combattimento così violento…e terribilmente divertente».

Tutti quanti si voltarono in direzione della voce femminile che avevano appena sentito, trovandosi davanti una ragazza dai capelli rossi che, chi per qualsiasi motivo l’aveva già vista, riconobbe immediatamente come Jacqueline MacMadd.

«uff. Solo lei ci mancava» borbottò Roxanne.

…e, no, alle esponenti femminili del gruppo di amici di Kid non era affatto simpatica. Magari perché non sarebbero riuscite a diventare così carine nemmeno trascorrendo un anno intero in un centro estetico.

«ah…signorina MacMadd, mi auguro che non abbia frainteso quanto visto qui, sa…sono ragazzi…» disse subito Lord Flash pensando “ma porc…! Proprio una MacMadd doveva venire qui ora!”

«l’unica cosa che mi ha contrariata è stata la sua interruzione» ribatté la rossa con estrema tranquillità «non disdegno simili spettacoli. E comunque non avrei detto nulla  al mio caro padre, e tantomeno al mio carissimo fratello».

Già, perché lei era lì in veste di spettatrice.

Solo ed unicamente di spettatrice.

Niente ruoli di comando vero e proprio per lei, forse perché era la secondogenita, forse solo perché era nata femmina; e questo nonostante fosse molto più sveglia di suo fratello.

Per cui doveva accontentarsi di godere della compagnia di ragazzi carini, e per tale motivo era venuta a portare personalmente il messaggio che seguì.

«sono qui per dirvi che, a meno di qualche altro…incidente di percorso…il Torneo chojin ricomincerà tra una settimana».

«che cosa?! Tra una sola settimana? Ma…Check Mate è mancato da così poco!» allibì Meat.

«ne sono consapevole, ma purtroppo queste non sono decisioni che prendo io, e quello stolto di mio fratello dice che lo spettacolo deve continuare. Per cui, presentatevi allo stadio Budokan tra una settimana…io sarò lì, sapete?» concluse con un sorriso smagliante, salendo di nuovo in macchina dalla parte del guidatore e dando un’occhiata alla strada «mh…pare che abbiate visite».

Detto questo chiuse lo sportello e fece cenno all’autista di partire, proprio mentre Reynolds scendeva dalla volante.

«detective!» esclamò Terry «è qui per darci notizie di Chichi?»

«si e no. Volevo fare due chiacchiere con te, Terry Kenyon, ma prima…chi era quella ragazza?»

«la figlia di Vance MacMadd, Jacqueline MacMadd» rispose pronto Lord Flash.

«ah! Capisco. Presumo che riguardi il Torneo…»

«ricomincerà tra una settimana, se non ci saranno altri “incidenti di percorso”» disse Roxanne con appena un filo di disprezzo nella voce «perché vuole parlare con Terry?»

«vi sarà presto chiaro. Innanzitutto, Terry Kenyon, devo chiederti dov’eri la notte in cui Check Mate è stato ucciso, dalle undici di sera in poi».

Tutti quanti si scambiarono delle occhiate, Kevin e Flash in particolare. Che l’assassino fosse il texano?

«sospetta di me?! …io quella sera ero al Quasar con Kid, Wally e Dik Dik. È una discoteca dall’altra parte della città. Credo che qualcosa come cinquecento persone possano testimoniare che siamo entrati alle dieci di sera e ne siamo usciti solo alle cinque del mattino, e possono farlo anche i proprietari. Non dovrebbe avere problemi a procurarsi il numero».

«no, infatti, e lo farò sicuramente. Beh, assodato questo è giusto il momento di dirvi cosa mi ha portato qui: pare proprio che l’arma con cui tanto il vostro amico quanto Sunshine sono stati uccisi fosse la tua pistola, ragazzo».

Momento di assoluto sconcerto, sia per la rivelazione in sé che perché…da quando in qua Terry aveva una pistola?!

«una pistola?! Avevo una pistola in casa?!! IIIIIIH» strillò Kid Muscle.

«come tuo padre, eh Terry?» sospirò Meat.

«ragazzi, non dovreste avere paura delle pistole, ma di chi le usa malamente» replicò il detective «sono venuto qui a fare questo accertamento quasi sperando che lui avesse un alibi… perché francamente sarebbe stata una cosa troppo sciocca uccidere qualcuno con la propria arma legalmente registrata e pensare di farla franca. Solo, l’hai data o mostrata a qualcuno?»

«mi ha preso per scemo? No! Io ero convinto che fosse nascosta al suo posto, non sono un pazzo ossessivo di quelli che le lucidano ogni sera, e nessuno qui sapeva che ce l’ho, per cui ero tranquillo!»

«capisco. Ah, Kevin Mask, giusto volevo parlare anche con te; riguarda la tua deposizione. Sicuro di non avere nulla a dirmi? In via ufficiosa od ufficiale, in commissariato?»

Kevin osservò il detective, cercando di ignorare il fatto che tutti i presenti, tutti, lo stavano fissando come per accusarlo. Come a dirgli “tu hai mandato in galera la nostra amica, è stata colpa tua, solo tua”. Senza riservargli un minimo di comprensione, specie considerando che non sapevano del fatto che quella sera era alticcio. Non potevano pensare che fosse rimasto sconvolto nel vedere quella scena, e che potesse aver detto quel che pensava di avere visto proprio per questo motivo? Non capivano che tipo di esperienza potesse essere trovarsi davanti una scena simile? Non capivano che anche lui era un essere umano, maledizione?!

Ad ogni modo a questo punto, forse, al di là dell’essere stato minacciato e tutto quanto sarebbe stato proprio il caso di parlare con un detective che nonostante il distintivo sembrava un uomo comprensivo e non stupido. Evitando di dirgli che era ubriaco, era abbastanza sicuro che il detective avrebbe capito in che condizioni si era trovato quella sera.

E la leggera spintarella che gli diede Lord Flash gli fu d’aiuto per decidere.

«io…mi dà un passaggio lei?»

«seguimi».

Lord Flash osservò i due allontanarsi, sollevato. Tutto sommato sembrava che almeno quel problema che si era venuto a creare sarebbe stato risolto, ed un’innocente sarebbe stata scagionata completamente.

«a quanto pare Kevin aveva davvero scambiato lucciole per lanterne» commentò Dik Dik.

«e Chichi è finita in prigione per colpa di quell’idiota!» sbottò Trixie. Roxanne si limitò a guardare in cagnesco Kevin fino a quando non partì con Reynolds.

«pare che non siate proprio in grado di mettervi nei panni di un ragazzo come voi che ha subìto lo shock di trovarsi davanti la scena di un omicidio» intervenne freddamente Lord Flash «forse era pretendere troppo».

«senti un po’-» avviò a dire Terry, ma Meat lo interruppe subito.

«tutti i torti non li ha, Kevin deve aver subìto uno shock non indifferente, ed ha sbagliato, ma da qui a linciarlo ce ne corre».

Lord Flash rivolse a Meat un muto ringraziamento prima di andarsene in direzione di casa propria, a grandi passi, sperando di non rivedere quelle persone per un pezzo. Chissà se le persone he avevano chiamato per quell’allagamento avevano finito con le riparazioni.

E chissà se le tubature si erano rotte per fatti loro come millantava Kevin. Da parte sua, Flash temeva che ci fosse ben altro sotto, pensò mentre camminava velocemente arrivando a casa circa venti minuti dopo.

La cosa buffa era che a circa cinque minuti dall’arrivo aveva avuto come la sensazione di aver dimenticato qualcosa d’importante, ma cosa?

«che idiota! La valigetta!» esclamò una volta arrivato al cancello di casa e maledicendosi ventisette volte. Credendo che il posto più sicuro fosse sempre accanto a sé, teneva documenti, maschera e costume che rivelava la sua reale identità di Warsman proprio in quella valigetta.

Ed ora, come il tonto più tonto tra i tonti, l’aveva lasciata in g-…

«…»

Eccola.

In bella vista davanti alla porta di casa.

E di una cosa era certo: lì non ce l’aveva messa lui.

«no…no-no-no-no-no» si fiondò a prendere la valigetta arrivata lì come per magia, la cui chiusura era visibilmente ammaccata, oh no, no, ci sarebbe mancato solo che…

 

Warsman, che sorpresa mi hai fatto! Adesso fanne tu una a Kevin questa notte, mettendo il sacchetto”  e ce n’era uno accanto al biglietto: queste due cose erano tutto il contenuto della valigetta “tra le sue cose. Poi vattene. Fallo e riavrai quel che ti appartiene. In caso contrario, dubito che a Kevin piacerà sapere di essere manipolato dall’ animale da compagnia di suo padre. Scegli con giudizio!

#R”.

 

Il russo non sapeva se essere più spaventato o infuriato per quella faccenda, ma…mettere della droga tra le cose del suo pupillo?! Mai! Non lo avrebbe mai fatto, nemmeno se gli avessero promesso miliardi in cambio.

A quel punto sarebbe stato meglio rivelare a Kevin la propria identità, rischiando quasi sicuramente di essere rifiutato e cacciato, piuttosto che metterlo nei guai in quella maniera.

Si guardò attorno, sentendosi come osservato.

Chi era l’artefice di quella minaccia? Avrebbe potuto essere qualunque persona su cui lui posasse gli occhi, qualunque macchina gli passasse davanti, la rossa, la nera, la bianca. C’era da diventarci pazzi.

Ma lui non sarebbe stato a quel suo maledetto gioco.

 

 

«…quindi non vuoi dircelo?»

«no! mi pare che lo sappiano già in troppi, visto che la pistola mi è stata trafugata» ribatté Terry a Kid, chiudendosi la porta alle spalle.

Reynolds glielo aveva detto, ma gli risultava difficile credere che qualcuno potesse avere scovato il suo nascondiglio sotto le assi del pavimento, per cui nonostante sapesse benissimo che non avrebbe trovato la pistola, andò a controllare lo stesso.

E quel che vide nel cofanetto di legno in cui teneva la sua arma e le munizioni, che ovviamente non c’era, lo fece sbiancare.

Un fiocco rosa, di quelli per festeggiare le nascite dei bebè, accuratamente ripiegato vicino ad un altro fiocco azzurro.

Sotto ad essi, un biglietto.

 

chissà se sarebbe stato maschio o femmina. Non che a te importasse. Ma gli amici si scambiano dei favori, giusto? Io ho fatto questo a te, tu ne farai uno a me. Tieni d’occhio il telefono, che forse questa notte avrai modo di ricambiarmelo.

#R”.

 

Ripensando al favore ricevuto a cui doveva alludere quel pazzo, o pazza, digrignò i denti mentre gocce di sudore freddo gli colavano lungo la schiena.

Col senno di poi si era reso conto che non era quello che avrebbe voluto.

Ma quando gli era arrivata quella telefonata anonima che gli aveva promesso di occuparsi di quella faccenda, di quel figlio o figlia che a quell’età gli avrebbe ostacolato la carriera, lui, impulsivo e disperato, aveva assentito.

E vuoi che #R non l’avesse registrata? Doveva averlo fatto per forza.

E lui non voleva che si sapesse.

Non di doveva sapere, che aveva lasciato che qualcuno -visto quanto era accaduto in seguito- facesse in modo che lei

Strinse i pugni. Chissà di che lavoro parlava…




Le cose si fanno cupe, gente! I segreti oscuri di Brocken, quelli di Warsman...e si inizia a capire anche qualcosa riguardo il nostro Terry-non-tanto-pulito-Kenyon.
Chi ha allagato casa di Kevin Mask?
Cos'ha in mente #R?
Cosa farà Warsman, e come reagirà Kevin?
Cosa decideranno di fare Brocken e Terry?
Lo scopriremo nella prossima puntata! E vi lascio con quello che ormai è diventato il tormentone di questa storia:
Who is #R?
Alla prossima!
   
 
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