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Autore: BlueShadow    30/08/2014    3 recensioni
Eventi passati che condizioneranno il futuro. Una ragazza che dovrà lottare. Forze oscure che non daranno tregua a niente e nessuno. Questa è la mia storia: Ombre Del Passato
Genere: Fantasy, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il diciassettesimo anno, quando la luna piena si alzerà in cielo e l'usignolo blu compirà il richiamo, sara giunto il tempo di scegliere la guardiana delle ombre.



Neanche il freddo pungente di Novembre riusciva a fermare la gente brulicante in ogni zona dell'immensa città: New York.
Migliaia e migliaia di luci, suoni e voci che si amalgamano. Il silenzio non è concesso, non potrebbe regnare per un solo istante. Per Sophie Evans, tutto ebbe inizio dalla buia e gelida  serata del 12 Novembre. Sophie potrebbe essere descritta come una ragazza forte, intelligente e particolarmente sensibile, di quasi diciassette anni, dotata di lucenti capelli castani e occhi alquanto bizzarri ma nello stesso tempo rari: uno azzurro, l'altro di un cupo grigio ardesia. 
Quel pomeriggio era seduta accanto alla finestra, immobile, ad ammirare le luci che in lontananza si stagliavano per tutto il paesaggio ormai sovrastato dalle tenebre. Amava il crepuscolo, la faceva sentire accolta in un mondo al quale non sembrava appartenere. Un mondo diviso: da un lato vi erano bontà, amicizia, cordialità e premura; dall'altro invece vi erano cattiveria e sfarzo, egoismo e invidia. Erano proprio quest'ultimi i principi che governavano tra ragazzi e ragazze della  Beekman School, ed era per questo motivo che Sophie odiava quell'istituto. Non tutti erano in grado di capirla quanto Benjamin, l'unica persona alla quale Sophie si fosse davvero affezionata. I due ragazzi si conobbero per caso, in una libreria. Bastò uno scontro e un semplice sguardo: Sophie rimase folgorata dagli occhi del ragazzo, azzurri con striature verdi chiare, quasi gialle. A partire da quel momento i due ragazzi divennero inseparabili. Fu necessaria una sola parola per far si che essi si rendessero conto di avere molte cose in comune. La ragazza odiava quella scuola per un altro valido motivo: Tom Potter, ragazzo molto attraente nonostante la pallida carnagione, con biondi e disordinati capelli in netto contrasto con i suoi occhi scuri, che spesso si divertita a intimorire i nuovi studenti insieme al suo gruppo di amici. Quel 12 Novembre sconvolse la vita della ragazza. Spesso il destino è imprevedibile. Cassandra, come era solita fare, salì in camera e dovette bussare almeno dieci volte prima che Sophie si alzasse dal divano e recludesse le cuffie nel cassetto. Accanto a lei suo marito Josh sorrideva entusiasta, la sua bambina cresceva sempre di più e ciò lo rallegrava e preoccupava nello stesso momento.
Cassandra reggeva tra le mani un pacco glicine, confezionato accuratamente, e sopra di esso era stata posata una margherita, il fiore preferito di Sophie.
«Consegna a sorpresa! Allora Sophie ci apri o no? Il pacco pesa.»
«Io non ho parole. Non mi sarei aspettata nulla di tutto ciò.»
«Buon compleanno.» dissero in coro Cassandra e Josh
Sophie si tuffò tra le braccia dei genitori e li strinse con affetto.
«Te lo meriti tesoro. Dai, aprilo.»
Josh iniziò a piangere proprio come avrebbe fatto un bambino. «Papà!»
«Stai crescendo troppo in fretta.»
Sophie iniziò, con delicatezza, a scartare lo strato di carta esterno per scoprire un meraviglioso cofanetto di medie dimensioni. All'apertura, un medaglione le si parò davanti agli occhi. La tonalità dell'azzurro era di un uovo di pettirosso e una meravigliosa farfalla dominava nel riquadro tondeggiante. Quel medaglione avrebbe ammaliato chiunque ne fosse entrato in possesso.
«È una Vanessa Atalanta. La nonna amava studiare tutte le specie.» ricordò Cassandra e una lacrime le solcò il viso ma l'asciugò in fretta, non voleva che Sophie notasse quel gesto.
«C'è un'altra sorpresa. Benjamin si è offerto di uscire con te stasera e hai cinquantacinque minuti di tempo per prepararti.»
«E me lo dite così, senza preavviso?»
Quando tutti uscirono dalla sua camera, Shopie rimase nuovamente affascinata dalle luci lontane che armoniosamente si univano al cielo di quel blu marino e alle stelle che timide si spargevano dentro esso, illuminate dalla luna.
Alle nove in punto i due amici lasciarono l'abitazione, ignari di ciò che li attendeva quella sera.

"L'attività rimarrà chiusa a tempo indeterminato fino a quando i problemi tecnici non saranno risolti. Ci scusiamo per il disagio."

«Ci mancava solo che fosse chiuso il cinema. Penso che dovremmo trovare qualcosa di diverso per festeggiare il tuo compleanno.»
«Hai qualche idea Benjamin Moore?»
«Sei una scansafatiche lo sai? Devo risolvere sempre tutto io.»
«Ehi, oggi è il mio compleanno.» disse sarcastica Sophie, lasciando che una fragorosa risata sfuggisse dalle sue labbra.
«Okay, vieni con me.»
Ben decise di portare l'amica nel luogo in cui si rifugiava quando la necessità  di stare tranquillo lo assaliva: una comune caffetteria, elegante nella sua semplicità.
Tutto si sviluppava in un'unica stanza, spaziosa e con vari divani colorati qua e là. Era un luogo accogliente e l'odore di cioccolato si spargeva inosservato tra la gente che assaporava con il naso la scia invisibile ormai aleggiante in tutto il locale. Sophie era entusiasta.
«Non potremmo festeggiare in un luogo migliore. Sono davvero fortunata ad averti al mio fianco.» disse Sophie con un insolito rossore all'altezza degli zigomi.
Così, velocemente, trascorsero i minuti, le ore.
Una fitta pioggia animò la citta, e spaventosi tuoni squarciarono il cielo.  
Spesso ci chiediamo: se in delle occasioni avessimo preso delle scelta differenti, in futuro sarebbe cambiato qualcosa? 
Forse fu esattamente questa la domanda che Sophie pose a se stessa circa quindici minuti dopo aver finito il suo thè bollente.
«Fuori si gela, io cercherò di chiamare un taxi, invece tu rimani qui, va bene?» domandò Ben mentre si affrettava a indossare la sciarpa, preparandosi al clima che lo attendeva all'esterno. 
«Potrei anche venire con te.»
«Rimani qui al caldo. Ti mando un sms non appena sara arrivato il taxi okay?»
«Non lasciarmi sola, Benjamin.»
«Rimani qui, e controlla il cellulare.»
Quando Ben uscì, il campanello della porta trillò e una folata di vento penetrò nel locale facendo rabbrividire ogni singolo cliente. 
Anche nuvole minacciose incombevano sulla città quella sera, era come se annunciassero già ciò che stava per accadere.
Sophie non rimase dove le era stato raccomandato, preferì seguire il suo istinto.
L'entrata della caffetteria era preceduta da un vicolo, reso ancora più tetro a causa del malfunzionamento dell'unico palo elettrico situato nei paraggi della via. Tutti avevano trovato rifugio nelle proprie case. Non una singola anima in giro.
Oltre alla pioggia, era possibile udire solo un lamento, in lontananza.
Sembrava che il tempo si fosse fermato, era come se solo Sophie riuscisse a percepire quegli insopportabili rumori. Decise così di imbattersi nella via per riuscire finalmente a capire da cosa si originassero le urla. Non avrebbe mai dovuto farlo.
Un muro, una persona sbattuta contro esso. Un cane di dimensioni superiori alla norma, eretto sopra il corpo inerte.
Rivoli di sangue scendevano dalla cavità orale della bestia. Uno sgorgo di sangue e un nauseante tanfo raggiunsero Sophie. 
Nessuno si era accorto della sua presenza fino a quando, per pura sfortuna, non si sganciò il medaglione che aveva indosso.
Proprio in quel momento la creatura mostruosa si girò e la notò. La sua vita non sarebbe stata più la stessa.

  
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