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Autore: mirandas    30/08/2014    6 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Signori e signore, vi presento l'ultimo canto dell'Inferno!
Le note saranno a fine capitolo ;)

Canto XXXIV
 
Virgilio
 
Una sagoma nera nelle ombre dell’Ade.
Un  sentimento d’ansia crescente, lo stomaco chiuso, un brivido nelle membra.
Odore di zolfo, Vento di morte.
Odore di inferno.
Il gelo.
Sapevo esattamente cosa ci aspettava, ma ugualmente non ero pronto.
A proposito di ansia…
Il mio sguardo si spostò dalla distesa di anime piantate nel ghiaccio a Dante. Il fiorentino mi seguiva fedelmente, come al solito. Aveva la fronte aggrottata, probabilmente perso in una delle sue riflessioni. Quell’aria così concentrata gli donava un’aria adorabile…ehm, intendevo dire adatta alla situazione, sì.
Ceeeeerto. Ecco che la mia vocina tornava alla carica.
Zitta vocina.
Antipatico.
È l’ultimo avvertimento.
Invece che stare qui a minacciarmi, io mi preoccuperei più per il fiorentino.
E perché mai?
Ma come? Sai bene che Lucifero è brutto da far schifo: non hai pensato che Dante possa svenire di nuovo?
Mi fermai di botto. Santamadresbrisolona!
Dante per poco non sbatté il naso contro la mia schiena. “Maestro, va tutto bene?” mi domandò il mio protetto premurosamente.
Come procedere adesso? Addolcirgli la pillola o dirgli chiaro e tondo che stava per incontrare il Re dell’Inferno?
Lo presi per le spalle e rallentai il passo di proposito. “Seeenti, Dante. Tu hai sentito parlare di Lucifero, vero?”
“Beh…sai com’è…sono cristiano....”
“Era per rompere il ghiaccio…”
“Maestro…era pessima”
“Va beh, va beh…e sai anche com’è fatto?”
Notando che la sagoma mostruosa si faceva sempre più chiara, mi voltai, dandole le spalle e comprendo la vista a Dante.
Questi parve realizzare qualcosa. “Ah! Ho capito sai, maestro.” Disse.
Alzai un sopracciglio. “Che cosa hai capito, esattamente?”
“Hai paura che io svenga, ho indovinato? Pensi che non riuscirò a reggere la visione. Sappi, maestro mio, che grazie a questo viaggio mi sono fortificato lo stomaco e nulla ormai può farmi paura!”
Seee, lo vedremo subito, caro Dante.
Lo presi per le spalle. Io davo la schiena a Lucifero e coprivo la vista al fiorentino e allo stesso tempo lo proteggevo dalle forti raffiche di vento.
“Sei sicuro di farcela?” domandai per l’ennesima volta.
“Sìììì! Sono sicuro!”
Va bene, è ora di tentare la fortuna.
“Allora è tutto tuo.” Subito dopo mi tolsi e mi misi prontamente dietro di lui, pronto ad afferrarlo in caso avesse avuto un mancamento.
“Ed ecco a te, il più malvagio, il più stronzo e il più brutto di tutto l’Inferno: Lucifero!” Tentai di scherzare, nonostante sapessi che ci sarebbe voluto ben più di due battutine per sdrammatizzare su… quello.
Dante non si mosse, non rise, non emise alcun suono. Era pietrificato.
“Dante? Sei ancora con me? Stai per svenire?” domandai preoccupato.
“Mgnjbfsi.”
“Eh?”
“Sojnndj.”
“Cosa?”
“Ho tanta paura.”
Sospirai, stringendogli una spalla. “Lo so.”
In effetti quello che avevamo davanti non ispirava certo fiducia. Il sovrano degli inferi era esageratamente grosso. Emergeva dal ghiaccio dalla vita in su e già era smisurato. Un suo braccio era grande parecchie volte un gigante, innestato su una spalla mastodontica. Il torace si contraeva spasmodicamente cercando avidamente i miasmi dell’ Oltretomba. Fiato di Inferno dalle sue tre bocche, una per ognuna delle tre facce che portava sulla testa- una nera, una rossa, una gialla. E in ogni bocca, un dannato.
“Ecco, vedi quell’anima nella bocca davanti? Quella sul viso rosso? Quello è Giuda Iscariota. Non riesci a vedere la testa perché è nella bocca di Lucifero, però dovresti riuscire a vedere le gambe. Guarda, è quello che si dimena come un verme!” Stavo cercando di distrarlo dall’orrenda visione perché più tempo passava e più il fiorentino non riusciva a reggersi sulle gambe. Era pallido come una mozzarella. “Ti assicuro che se continui a fissarlo poi ti ci abitui! Intanto che ne dici se continuiamo col giro delle anime, tanto a te interessano, no? Il dannato che pende dalla faccia nera sai chi è? È Bruto, l’assassino di Cesare! E pensa che nell’altra testa, in quella gialla, c’è Cassio! Non ti consiglio di parlarci, anche perché penso che non riusciresti a farti dire molto a parte Ahhhhhhrgh o Uhhhhhhhhrgh.”
Questa volta riuscii a strappargli una risatina nervosa. Lo presi come un buon segno.
“Però possiamo parlare con Lucifero!”
Subito il suo sorriso svanì. Tremò violentemente.
Accidenti, pensavo che ormai gli fosse passata la paura!
Dante cominciò a scuotere la testa. Era così veloce che per un attimo pensai che si sarebbe staccata. “No no no no no no no no, per favore, maestro, andiamocene! ANDIAMO VIA!”
Sospirando, lo presi per mano e lo trascinai verso il mostro.
“Via, non fare il bambino.”
“NOOOOOOOOOOOOOO, non voglio!!!”
“Dai, non è assolutamente come pensi.”
“Non è vero! È Lucifero! E’ Satana! Non voglio! NO! Il prete mi ha detto che non devo dare confidenza a Lucifero!”
Alzai gli occhi al cielo. Del resto era comprensibile. “Non giudicare mai un libro da una copertina, Dante.”
“Ti supplico, maestro, andiamocene.”
Ma ormai eravamo arrivati al traguardo e Lucifero ci aveva visti. Il mostro gigantesco abbassò la testa fino a noi, continuando nel frattempo a masticare i dannati con tutte e tre le facce.
Poi, la faccia centrale sputò Giuda per terra e lo tenne fermo con una mano.
“Bene, bene, bene. Cosa abbiamo qui?” Ci osservò con un ghigno inquietante. “Un dannato del limbo in compagnia di un vivente…Avete avuto molto coraggio per venire qui, al mio cospetto e immagino che tanto coraggio vada ricompensato.” Parlava con una voce suadente, che si adattava ben poco alle sue sembianze bestiali.
Dante ricominciò a scuotere la testa, impaurito da cosa poteva comportare una ricompensa da parte di Lucifero.
“Tieniti pronto.” Gli sussurrai.
“Come ricompensa…” iniziò, mettendo una mano dietro la schiena per prendere qualcosa.
Eccoci. Pensai scoraggiato.
“Vi farò vedere il mio album di foto!” concluse, stavolta con un sorriso deliziato al posto del ghigno e una voce parecchio più acuta.
“Come?” chiese Dante sbigottito.
“Sì, prego, vieni a vedere, giovincello. Guarda, queste sono di prima che tradissi il Boss. Quando ancora ero il sex-symbol del Paradiso. Ah, bei tempi, bei tempi…”
Qua non finisce più…Ora si metterà a mostrarci le trilioni di foto che ha accumulato negli anni…
“Ok, Dante, ne guardiamo una decina per cortesia e poi ce la squagliamo, chiaro? Ehi, Dante?” mormorai a bassa voce.
Lo chiamai di nuovo, ma l’attenzione del fiorentino non era più su di me. Fissava con aria rapita le immagini dell’angelo che un tempo era stato Lucifero e…perdindirindina! Non era niente male da giovane!
Non per niente era l’angelo più bello…il portatore di luce…
Accidenti! Che bussolano niente male! Ci credo che Dante non riesca a staccargli gli occhi di dosso. Nemmeno io…
Argh..no, concentrati Virgilio, concentrati. Ora è meglio andare, avanti! Risvegliati, Virgilio!
Mi riscossi con un grande sforzo di volontà.
Lo tirai per la mano, ma il mio protetto proprio non ne voleva sapere. Era completamente catturato dal fascino del re delle ombre.
“Dante, forza.”
Nulla.
“Ooops, mi sta scivolando la tunica…Dante, mi dai una mano a sistemarla?”
Niente di niente.
“Coraggio, Dante! Non abbiamo tempo da perdere! Non vuoi vedere anche il Purgatorio e il Paradiso? C’è Beatrice!”
Il fiorentino aveva addirittura la bava alla bocca.
E un leggero rigonfiamento ai piani bassi.
Cosa posso dire per farlo smuovere?
Una cosa ci sarebbe…Mi sussurrò suadentemente la mia vocina.
Non intenderai…?
È ora di dichiararti, Virgilio. Dante ha avuto coraggio e ti ha seguito fin qui. Ora è il tuo turno.
Ma…ma…
Niente ma! Hai solo quest’occasione. Nel Purgatorio non avrai il tempo e nel Paradiso…
Così sia.
Ricorda che io sono con te.
“D-d…” balbettai. Presi un respiro profondo e riprovai. “Dante…devo dirti una cosa…” dissi in tono serio.
Questa volta catturai l’attenzione del fiorentino. “Che cosa, maestro?” mi chiese, piuttosto scocciato. Gli occhi, a differenza delle altre volte, non erano carichi di aspettativa. Erano diffidenti.
Deglutii sonoramente.
Ecco, ero arrivati al momento decisivo e non trovavo il coraggio di proseguire. Ma potevo veramente accontentarmi di stare insieme a lui nel Purgatorio per poi abbandonarlo nel Paradiso? Potevo davvero farlo? Ne valeva la pena…?
Oh, al diavolo! Omnia vincit amor, et nos cedamus amori! mormorai, prima di prenderlo per il colletto della veste e unire le nostre labbra per la prima volta.
Fu stravolgente. Era come se tutto d’un tratto il mondo avesse avuto un senso. Mi sentivo completo e a casa. Assaporai con dolcezza le labbra di Dante, commosso. Mi lasciai invadere dalle sensazioni; premetti con più forza le mie labbra contro le sue, stringendolo a me, per non lasciarlo più andare.
Ci separammo entrambi col fiatone e le gote rosse. Il fiorentino mi guardava con aria sconvolta.
Avrò fatto una cazzata? Mi chiesi, perdendo per un attimo la mia confidenza.
Ma quale confidenza?! Borbottò la mia vocina nella mia testa.
“Quindi…” cominciò Dante. “Questo vuol dire che…” Non riuscì a concludere la frase.
“Sì, stiamo insieme, vuoi?. Tu mi piaci, io ti piaccio. Altro bacio?” Tagliai corto.
Il fiorentino sorrise e annuì. Poi, prima che potessimo riavvicinarci, si accorse di Lucifero, che ci fissava con aria soddisfatta e divertita.
“Ehm, magari il prossimo ce lo diamo in privato…” disse imbarazzato.
“No, no, continuate pure.” Ci esortò Lucifero. “Avevo una scommessa con il Paradiso e il Purgatorio ed ho appena vinto grazie a voi!”
“Una scommessa?” ripetemmo contemporaneamente, stupiti.
“Che genere di scommessa, se posso sapere?” domandai, curioso che i piani alti e bassi si preoccupassero di noi.
“Io ho detto che vi sareste baciati nell’Inferno. Catone, che presto incontrerete, aveva detto che non avreste concluso niente, mentre il Boss aveva detto che vi sareste dati un bacio d’addio alla fine del Purgatorio, ma a Lui piace fare il melodrammatico, si sa.”
Rimanemmo a fissarlo a bocca aperta.
Se scopro che anche i miei compagni del Limbo hanno scommesso su di noi, giuro che farò passare loro le pene dell’Inferno…in senso letterale!
“Bene, è stato un piacere, ma noi adesso dovremmo scendere dal tuo corpo per arrivare nel Purgatorio.” Fui breve. No volevo perdere altro tempo prezioso.
“Prego, prego, salite pure. Ah, e salutatemi Catone!” Ci invitò, avvicinandosi sempre più con l’ala.
“Dante, seguimi. Pensi di farcela? La scalata è molto difficile.”
Il fiorentino annuì
Mi aggrappai ai peli sul fianco di Lucifero. Cominciò una discesa graduale verso il basso, scalando letteralmente il corpo di Lucifero. Arrivati ad un certo punto, mi fermai.
“Siamo al centro della terra. Ora dobbiamo capovolgerci, si sale.”
Aiutai Dante a mettersi sottosopra per continuare il percorso. Andavamo nella stessa direzione, ma adesso anziché scendere salivamo. Verso l’ alto, verso la salvezza, verso la luce.
E finalmente, quando ormai il mio corpo non reggeva più, uscimmo.
Mi gettai sulla sabbia, esausto.
Il vento fresco sulla pelle, il cielo, la luce della luna.
Inspirai con forza, mi riempii i polmoni di quell’aria fresca che credevo non avrei mai più respirato.
Alzai lo sguardo per rivedere il sorriso delle stelle, dopo mille e trecento anni. Cominciai a piangere. Dante, stremato, accanto a me allungò timidamente una mano per asciugarmi una lacrima. Chiusi gli occhi a quel contatto, vivendo con tutto me stesso quell’attimo, quel momento tutto per noi…
Senza aprire gli occhi lo strinsi a me, sul mio petto “ Abbiamo lasciato in sospeso qualcosa” sussurrai.

N.d.A
Ebbene sì, ce l'abbiamo fatta!!!! Dante e Virgilio finalmente si sono messi insieme! :D Applausi alla coppietta, prego.
Siamo arrivati alla fine dell'Inferno ma non alla fine del nostro viaggio insieme. ;) Dalla prossima settimana inizieremo a lavorare al Purgatorio. Preparatevi perchè è più noioso dell'Inferno. Spero vivamente di non perdere lettori, ma sono comunque soddisfatta che molti di voi siano arrivati alla fine dell'Inferno :)
E, a proposito di lettori, sento di dover ringraziare chi ha commentato la nostra storia, quindi vorrei ringraziare: ThanatoseHypnos, Afaneia, LovelyAndy, Conn, elys_96, dracosapple, The_HeadCrusher, _Girella_, Ciuffettina ed andygaga.     Vi ringrazio per aver recensito e per aver dato le vostre opinioni sulla nostra storia (ovviamente i ringraziament sono anche da parte di I. e D.)

Qua ci sono i nostri disegni mentre cercavamo di capire come era messo Lucifero xD
Questo è di I.
http://i59.tinypic.com/e5gzlc.jpg
Questo invece è di tutte e tre mentre stavamo svarionando. D. ha cercato di camuffare il "grande uccello", riuscite a vederlo? xD I. ha anche scritto la citazione che, da brave maliziose quali siamo, ci ha fatto pensare male.
http://i60.tinypic.com/2eq4944.jpg
 
  
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