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Autore: _Sakura    22/09/2008    7 recensioni
Erano anni ormai che la Konoha Imperial Accademy rientrava nella top five degli Istituti più prestigiosi di tutta Tokyo, e questo lo sapevo bene.
Per quanto odiassi stare al centro dell'attenzione ed essere osservata da tutti, quel giorno ero felice di entrare a far parte di quella che chiamavano la schiera di “Studenti d'Elite” della Konoha.
E mentre sbuffando salivo in macchina, pensavo a quante probabilità avevo di rivedere le mie amiche d'infanzia.
“Meno di zero” conclusi alla fine, proprio quando il rombo del motore mi costrinse a voltare il viso dalla parte opposta e fissare con insistenza fuori dal finestrino....
[.....]
«Cosa ci fai qui?» chiese curiosa spostando, finalmente, lo sguardo verso il cielo.
«Aspetto» rispose con la sua solita calma.
«E cosa?» curiosa, troppo curiosa.
«Che fioriscano i ciliegi...»
{SasuSakucentric}
Lievi accenni di{NaruHina}{InoShikaSai}{NejiTen}
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Waiting the Sakura Blooming

Prologo
«Ciao!»  esordì sorridendo la bambina
«Ciao...»  rispose piano lui, senza badare molto a lei.
«Posso sedermi?»  chiese esitante, quasi timorosa di ricevere un rifiuto.
«Se proprio vuoi...»  rispose nuovamente il bambino con tono sommesso.
E la sente accomodarsi vicino a lui.
E sente i suoi occhi puntati su di lui.
«Cosa ci fai qui?»  chiese poi curiosa spostando, finalmente, lo sguardo verso il cielo.
«Aspetto»  rispose con la sua solita calma.
«E cosa?»  curiosa, troppo curiosa.
«Che fioriscano i ciliegi...»

“Ho pensato che sarebbe un peccato se tu non sbocciassi. Un fiore non ha senso se non fiorisce. Un fiore che magari diventerà ancora più bello di una cosmea”

01.
Konoha Imperial Accademy
Cotta Infantile...oppure no?

Erano anni ormai che la Konoha Imperial Accademy rientrava nella top five degli Istituti più prestigiosi di tutta Tokyo, e questo lo sapevo bene.
Per quanto odiassi stare al centro dell'attenzione ed essere osservata da tutti, quel giorno ero felice di entrare a far parte di quella che chiamavano la schiera di “Studenti d'Elite” della Konoha.
E mentre sbuffando salivo in macchina, pensavo a quante probabilità avevo di rivedere le mie amiche d'infanzia.
“Meno di zero” conclusi alla fine, proprio quando il rombo del motore mi costrinse a voltare il viso dalla parte opposta e fissare con insistenza fuori dal finestrino.
Sentii la portiera sbattere piuttosto sonoramente prima di udire la voce di mio padre che mi chiamava.
«Sakura...Ricordi cosa ti ho detto l'altro giorno, vero?»  mi chiese già spazientito di primo mattino, mentre l'autista metteva in moto diretto a quella che era la prestigiosa Konoha Imperial Accademy.
«Sì...»  mi ritrovai a ripetere per la settima volta, scocciata.
Da quel momento in poi, iniziò una lunga tirata sul buon nome della nostra famiglia e sul rispetto che la gente portava per noi.
 Mi ritrovai a captare parole sconnesse del discorso di mio padre, tra cui «Buona famiglia», «Accordo» e «Uchiha»

Uchiha...
Uchiha Sasuke...

«Ciao! Io mi chiamo Sakura Haruno!»
«Io sono Sasuke, Sasuke Uchiha»

«Ehi, frena papà! Hai detto qualcosa sugli Uchiha?»  mi costrinsi ad uscire dalla trance per essere sicura di ciò che le mie orecchie avevano appena sentito.
«Sì...»  mi rispose con aria stupita. «Abbiamo concluso un affare importante con gli Uchiha. E' per questo che siamo tornati in Giappone.»
«Oh...»  mi accasciai sul sedile, nuovamente imbronciata, giocherellando distrattamente con il risvolto della gonna.
Inutile dire che circa cinque secondi dopo era già ripartito con il suo monologo di cui io, ovviamente, non ascoltavo nemmeno una parola.
Sbuffai sonoramente mentre con irritazione sistemavo il colletto della camicia.
La divisa era la cosa che amavo di più di quella scuola.
Gonna a pieghe blu che arrivava a malapena al ginocchio, camicia bianca con lo stemma della scuola, maglione a V, anch'esso con lo stemma della Konoha, che lasciava in bella vista il mio decoltè visto che avevo lasciato alcuni bottoni della camicetta aperti.
Il tutto era coronato da scaldamuscoli bianchi, che ricadevano sulle scarpe da tennis blu.
«Ripetimelo ancora, Papà...»  chiesi poco dopo. «Perchè mi devi accompagnare tu? E soprattutto con tutto questo lusso sfrenato?» Non potei trattenere una nota d'irritazione, nel mio tono di voce, che pero mio padre non sembrò notare.
«Che male c'è?»  Mi liquidò velocemente così. Mi morsi un labbro, trattenendo la risposta velenosa che volevo rivolgergli e mi voltai nuovamente verso il finestrino, sistemando una delle ciocche dei miei lunghi capelli dietro l'orecchio.
Oh, non mi sono nemmeno presentata.
Il mio nome è Sakura Haruno, ho 16 anni e nella mia ex scuola ero considerata la ragazza più carina dell'Istituto... Cosa ci troveranno poi in una ragazza dalla fronte spaziosa come me, non so.
Non che mi consideri brutta, ma i miei capelli non riesco proprio a mandarli giù.
Rosa.
Ancora mi chiedo il perchè di questo strano colore...Beh, a parte questo sono fiera della loro lunghezza. Era da tanto che aspiravo ad averli lunghi fino a metà schiena, li adoro. Inoltre basta una passata di spazzola e subito tornano lisci.
I miei occhi sono la cosa che più adoro di me stessa: Verdi e grandi come due smeraldi, così li definisce mia madre.
Io mi autoproclamo “Tappetta”. Lo so, è stupido ma diciamo che l'altezza non è il mio forte.
A malapena un metro e sessantatre. Lo so esiste di peggio, ma non posso fare a meno di sentirmi bassa.
In compenso ho un bel fisico, magra ma non troppo e curve al punto giusto, forse anche troppo dice sempre mia madre prendendomi in giro.
Beh, a parte questo, sono originaria di Tokyo, ma a causa del lavoro di mio padre, sono stata costretta a trasferirmi in Inghilterra quando avevo sette anni.
E ora finalmente ero tornata a casa mia. Perchè malgrado tutto era il Giappone la mia vera casa.
Sono la figlia di un famoso imprenditore Giapponese che ha concluso affari anche in Inghilterra.
Diciamo che il mio cognome lo conoscono pure i sassolini...E la cosa non mi piace per niente.
Non voglio che la gente mi consideri una riccona con la puzza sotto al naso, anche perchè non lo sono per niente e non sopporto quel genere di gentaglia. Forse è stato questo a spingermi ad iscrivermi alla Konoha e non ad una scuola privata.
La macchina frena all'improvviso e mi costringe a distogliere l'attenzione dai miei pensieri perchè l'edificio che mi si presenta davanti è sicuramente il più maestoso e bello che abbia mai visto.
Il cortile sembra immenso e dovunque posso notare gruppetti di ragazzi fermi sotto quelli che sembrano alberi di ciliegio.
Spalanco la bocca stupita nel notare ragazzi con uniformi completamente diverse dalla mia, ma con lo stemma della Konoha inciso sulla giacca scura.
Mi volto di scatto verso mio padre, improvvisamente seria.
«Papà, per caso c'erano due tipi di uniformi diverse, a scelta?»  chiedo curiosa indicando fuori dal finestrino.
«No»  mi risponde lui «Quelli che vedi vestiti diversamente sono solo studenti universitari. La Konoha Imperial Accademy accoglie all'interno dei suoi spazi scolastici anche gli studenti universitari oltre che quelli degli istituti superiori. Non a caso è la migliore Università di Tokyo» mi spiega sorridendo.
Una cosa che non sapevo.
«Oltre a studiare qui, gli studenti Universitari possono godere di dormitori e usufruire del giardino privato. Ovviamente hanno un coprifuoco, esteso solo per il sabato sera.»  conclude mentre l'autista scende dall'auto, andando ad aprirgli la portiera.
Lo sento scendere e sospiro rumorosamente mentre noto un gruppo di ragazze capitanate da una rossa piuttosto spigliata, dirigersi verso il gruppetto di ragazzi di prima e cercare di attaccare bottone. Una sola occhiata alla loro divisa mi permetté di identificarle come studentesse delle superiori, forse avevano pure la mia età...
Vidi l'autista aprirmi la portiera e dopo aver bisbigliato un «Grazie» poco udibile mi affrettai a raggiungere mio padre che stava per entrare dal cancello, tirandolo per un braccio.
Mi squadrò con sguardo interrogativo mentre notai gli occhi di alcuni ragazzi della mia età puntati proprio su di me. Avvampai violentemente bisbigliando piano.
«Non posso entrare da sola?»
«Sakura, te l'ho già detto. Devo parlare con la preside...Non fare la bambina.»  Sbuffai sonoramente prima di sistemarmi al suo fianco e varcare il cancello.
Tenevo la testa bassa, cercando di coprirmi il viso con i capelli. Peccato che la mia mente mi ricordò solo dopo che a causa dello strano colore, mi avrebbero riconosciuta comunque.
 Sospirai sconfitta mentre cercavo di tendere le orecchie ai sussurri al mio, anzi nostro, passaggio.
«Ehi! Hai visto che carina?»
«Gia!»
«Avete notato con che macchina è arrivata? Sembrava una limousine.»
«Ha addirittura l'autista»
«Chissà chi è...»
Avvampai a quelle considerazioni, prendendo nota di uccidere mio padre appena ne avessi avuto l'occasione e poi di scappare in Australia cambiando identità.
Attraversammo il cortile piuttosto velocemente e prima che me ne rendessi conto, eravamo nell'atrio della scuola.
Alzai il viso notando che pur essendo una scuola pubblica era decisamente magnifica.
L'interno era curato nei minimi dettagli, nessuna scritta o dipinto sul muro e al centro dell'atrio troneggiava una enorme scultura che ritraeva il volto di quella che doveva essere l'attuale preside.
Mi avvicinai per leggere l'iscrizione sotto la statua incuriosita.

Tsunade Hokage, Quinta Preside, nonché nipote del Fondatore della Konoha Imperial Accademy”

«Wow»  esclamai piano proprio mentre una voce sconosciuta mi riportò alla realtà.
«Oh, Buongiorno signor Haruno! Io sono la preside Tsunade!»
Alzai immediatamente lo sguardo pronta per la rappresentazione in carne ed ossa della scultura appena vista.
 La prima impressione che mi diede fu' quella di una donna, senza giri di parole, “forte”.
Alta, snella e piuttosto prosperosa, la preside si presentò ai miei occhi con un sorriso dolce stampato in viso mentre mi salutava cordialmente e mi augurava di trovarmi bene. Io imbarazzata le risposi con rispetto, inchinandomi una o due volte. Sorrise e mi disse che non c'era bisogno di quelle formalità.
Mentre chiacchierava con mio padre, ebbi il tempo di guardarmi un po' in giro ma non troppo...Infatti sentii la voce di mio padre richiamarmi all'ordine poco dopo. Voltai la testa all'improvviso, confusa, verso di lui.
«Sakura, tu puoi andare in classe. La tua sezione è la B.»  mi congedò gentilmente la signorina Tsunade.
«Oh, ok. Grazie mille.»  le risposi con un sorriso.
«Comportati bene...E Buon anno scolastico.»  mi disse burbero mio padre.
«Certo»  risposi quasi meccanicamente «Grazie papà.»
Dopo essermi fatta indicare la strada dalla gentile Tsunade, mi affrettai verso il corridoio principale.
«Se ti perdi chiedi pure ai ragazzi! Saranno ben felici di aiutarti!»  la sentii urlare, scatenandomi una piccola risata. Una preside che urlava a squarciagola per i corridoi non l'avevo mai vista.
Voltai a sinistra come mi aveva indicato e poi subito a destra.
I corridoi erano pieni zeppi di studenti di tutti i tipi che non facevano altro che fissarmi, alcuni curiosi, altri adoranti, altri scocciati.
Io d'altro canto, imbarazzatissima nell'avere tutti quegli sguardi addosso, abbassai nuovamente il capo, nascondo il viso dietro le ciocche di capelli.
La mia cartella dondolava tranquillamente appesa al mio fianco, mentre cercavo a tutti i costi di tenere a mente le indicazioni datemi poco prima.
Si vede che la mia memoria non era così buona come pensavo, oppure ero decisamente troppo confusa per tenere a mente tutto, ma sbagliai corridoio e invece di imbucare a destra, presi a sinistra.
Quando mi accorsi dell'errore era già troppo tardi.
Quella non era di sicuro la mia zona, visto che tutti i ragazzi lì presenti, portavano l'uniforme dell'Università.
Indietreggiai lentamente con il solo risultato di andare a finire addosso a qualcuno.
“Bel colpo Sakura!” annunciai fiera a me stessa mentre mi voltavo improvvisamente e imbarazzata biascicavo ogni sorta di scusa inchinandomi più e più volte.
 Sentii qualcuno ridacchiare piano e una voce maschile blaterare qualcosa di indistinto ma che recepì come «...la novellina».
Una voce profonda e sensuale bloccò il mio monologo di scuse, costringendomi ad alzare il capo.
«Ehi! Tranquilla...»
Davanti a me stava un ragazzo dalla bellezza impressionante. Sgranai gli occhi a quella vista.I suoi occhi erano come enormi pozze nere in cui perdersi istante dopo istante.
Portava la divisa in maniera svogliata, infatti aveva la camicia leggermente aperta e la giacca posata sulla spalla.
I suoi capelli lunghi, lisci e neri erano legati in un codino basso e in viso aveva un'espressione divertita e scioccata allo stesso tempo.
«Carina...»  sentii da un punto imprecisato alle sue spalle prima di udire una risposta seccata.
«Per te sono tutte carine Hidan...».
«Ma tappati quella fogna, Kakuzu!»  rispose di nuovo la voce di prima.
Fu' allora che mi costrinsi a fissare i ragazzi nella quale mi ero imbattuta.
Il moro stava davanti e sembrava il capo. Alle sue spalle troneggiavano altri quattro ragazzi, tutti ridacchianti.
Il primo aveva occhi color del cielo e, come il moro, aveva i capelli lunghi e lisci, ma biondi, legati in un'alta coda, ad eccezione del ciuffo che gli copriva l'occhio destro.
Di fianco al biondino stava un ragazzo piuttosto carino, occhi marroni e capelli rossi, corti e spettinati. Gli ultimi due stavano litigando furiosamente tanto che il mio sguardo si fece sconcertato, cosa che fece sbellicare non poco gli altri tre.
Il moro riprese parola proprio quando meno lo aspettavo, cogliendomi di sorpresa.
«Ehi, bambolina! Non sei delle superiori? Che fai qua?»  mi chiese mentre le urla di quei due si facevano sempre più alte.
«E-Ecco io...Ehm, vedi io....sono nuova e mi...mi s-sono persa.»  balbettai furiosamente avvampando. Notai che il biondino e il rosso confabulavano piano, mentre avevo ancora lo sguardo del bel moretto su di me.
Con mia grande sorpresa sorrise e mi porse la mano.
«Beh, piacere allora, novellina! Io sono Itachi.»
Presi la sua mano con riluttanza stingendola piano e facendo ridere nuovamente il biondo e il rosso.
Notò il mio sguardo verso entrambi e sorrise.
«Siate educati ragazzi...»  sussurrò piano mentre questi smettevano di ridere e cercavano di calmare i due ragazzi che ormai erano in preda alla collera e cercavano di menarsi a vicenda.
Spaventata, indietreggiai di qualche passo facendo sorridere più ampiamente Itachi.
«Non preoccuparti»  mi disse piano, mentre i due si calmavano e, con mia sorpresa, scoppiavano a ridere furiosamente.
«Fanno sempre così»  concluse Itachi spiccio.
«Comunque...»  continuò poi «Il biondo è Deidara, quello rosso si chiama Sasori e i due che stavano litigando prima sono Hidan e Kakuzu. Hidan è quello con i capelli argentati tirati all'indietro, mentre Kakuzu è quello con la carnagione un po' scura e capelli a punta.» mi spiegò piano.
Annuii silenziosamente mentre i ragazzi ad uno ad uno mi salutavano con un gesto della mano.
«E tu sei?»  mi chiese poi Itachi, scatenando il panico dentro di me.
Avevo il terrore che sarebbero andati a sbandierare il mio cognome ai quattro venti. Respirai profondamente e piano risposi.
«Sa-Sakura»
«Proprio un bel nome, ti si addice»  sbottò all'improvviso il rosso, Sasori.
«E piantala di provarci con tutte, Senpai!»  disse scherzosamente, il biondino, Deidara, scatenando le risate generali.
«Io non ci provo con tutte»  sentii borbottare piano Sasori.
La mia bocca si curvò in quello che era un sorriso piuttosto convinto.
«Beh, Sakura, giusto? Qual'è la tua classe? Ti accompagnamo!»  propose poi Hidan sorridendomi.
«Bell'idea Hidan. Ogni tanto pure tu usi il cervello...»  gli rispose Itachi sorridendo.
«Ma vai a cagare, Itachi!»  sbottò Hidan voltandosi dalla parte opposta e facendo ridere Kakuzu.
Itachi si limitò ad una smorfia e ad una risata poco accentuata.
«In che classe stai Sakura?»  mi chiese poi con un sorriso.
«3°B»  risposi acquistando più coraggio. Quai ragazzi iniziavano a starmi simpatici.
«3°B....»  ripetè pensieroso Itachi «Mica stà giù, proprio vicino alla discesa per il bar?»
«Sì»  rispose Sasori annuendo.
«E' la classe di tuo fratello, deficiente!»  sbottò Hidan scoppiando a ridere.
«Lo so, coglione»  gli rispose a tono Itachi, facendolo zittire e scatenando un nuovo giro di risate da parte degli amici.
«Vieni Sakura»  disse poi rivolgendosi a me.
Li seguii, stando in silenzio per la maggior parte del tempo e aprendo bocca solo per ridere alle battute dei ragazzi.
Voltammo a destra e dopo aver sceso le scale, a sinistra.
Notai da lontano la placchetta con la scritta 3°B.
In fondo Tsunade aveva ragione, erano disponibili.
Ci fermammo davanti alla porta aperta. Passai avanti sistemandomi al lato della porta.
«Grazie per avermi accompagnata»  gli dissi sorridendo «Siete stati veramente gentili.»
«Figurati, per così poco...»  borbottò Itachi alzando le spalle.
«Cosa non si fa per le ragazze carine...»  borbottò Hidan, ricevendo una gomitata nelle costole da Kakuzu che gli bisbigliò piano un «Porco!» che scatenò le risate di Deidara e Sasori.
«E' stato un piacere Sakura!»  mi disse poi Sasori sorridendo.
«Già! Passa su a trovarci qualche volta!»  continuò Deidara «Io stò su in 2°F»
«E che cazzo Deidara!»  sbottò Hidan in tono infuriato «E gli dici solo la tua classe, deficiente?»
«Rompipalle...»  rispose Deidara distogliendo lo sguardo.
«Vabbè, io e Kakuzu stiamo in 3°C, mentre quel coglione di Itachi e Sasori stanno in 3°B»  concluse Hidan
«Deficiente»  borbottò piano Itachi «Le classi sono nel corridoio dove eri prima. Sono vicine. Per quella di Deidara basta andare in fondo al corridoio e girare a sinistra. E' la prima appena svolti» concluse con un sorriso.
«Forse però è meglio se ti accompagna qualcuno, così non ti perdi»  disse Deidara ridendo.
«Già»  gli risposi io divertita. Itachi si limitò a sghignazzare per poi sporgere la testa dentro la mia aula.
«Ehi coglione!»  chiamò qualcuno divertito.
Da dentro si sentii qualcosa che assomigliava vagamente ad un urlo.
«Che cazzo vuoi, Itachi?»  Quest'ultimo sorrise e spostò la testa.
Sentii dei passi alle mie spalle e mi voltai incuriosita.
I miei occhi incrociarono due pozze nere uguali a quelle di Itachi e improvvisamente il mio corpo ebbe un sussulto.
No...
Non erano uguali a quelle di Itachi. Con Itachi non avevo avuto quel brivido. Mi squadrò per qualche istante, costringendomi ad abbassare lo sguardo quasi intimorita.
«Cosa cazzo vuoi?»  ripetè in tono pungente, spostando lo sguardo nuovamente su Itachi.
«Che merda. Si tratta così tuo fratello maggiore?»  ribattè il moro fingendosi offeso.
«Sì» rispose sicuro il ragazzo. che si era rivelato il fratello minore di Itachi.
«Soprattutto se è stronzo, coglione e si chiama Itachi»  continuò freddamente facendo ridere suo fratello e la sua banda.
«Cazzo! E' da molto che non ci si vede né Sasuke?»  esclama Hidan divertito, non accorgendosi di farmi mancare un battito al cuore.
Sasuke?
 Proprio quel Sasuke?
«Ciao Hidan» s alutò scocciato il morettino. Poi lanciò un'occhiata di sbieco a me, prima di parlare nuovamente.
«Lei chi è?»  chiese come se non esistessi. Forse è proprio questo che mi diede il coraggio di parlare. Non ho mai sopportato che la gente parli di me come se non ci fossi.
Itachi stava per aprire bocca ma lo precedetti sputando veleno ad ogni parola.
«Io sono Sakura, e gradirei che ti rivolgessi a ME se devi chiedere cose sul mio conto, grazie!»  gli dissi tutta imbronciata lasciandolo senza parole.
Itachi scoppiò in una grossa risata.
«Sasuke sei una merda!»  esclamò divertito facendo scoppiare a ridere tutti.
«Coglione...»  borbottò piano Sasuke. Prima di andarsene mi salutò con un bacio sulla guancia che mi fece avvampare violentemente e poi scompigliò con affetto i capelli a suo fratello minore che si ritrasse immediatamente stizzito.
«Grazie ancora!»  urlai mentre si allontanava, salutandolo con la mano. Lo vidi sorridere e ricambiare il saluto prima di scomparire dietro l'angolo.
Ero rimasta da sola con lui fuori dall'aula ed era tutto così strano...
«Senti...»  gli domandai senza potermi trattenere «ma tu sei Sasuke Uchiha?»
Mi fissò come se si fosse accorto solo ora della mia presenza e mi lasciò disorientata per qualche istante.
«Sì...»  rispose poi piano, facendomi sobbalzare.

«Ehi ragazzi! Sapete...mi piace qualcuno!»
«Davvero, chi Sakura-chan?»
«Ti prego non dire Sasuke Uchiha!»
«Come fai a saperlo?»
«Perchè piace a tutte le bambine della nostra classe!»
«Cavoli, allora dovrò competere con tutte? Uff...»

Quando entrai in classe qualche istante dopo, seguendo colui che era la mia cotta infantile, decisi di ripensare all'aggettivo con cui definirlo...
Infantile non andava affatto bene.
Per niente.

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Un Messaggio dall'Autrice
Ok, questa è una cosa che mi girava in testa da un po' e alla fine mi sono decisa a pubblicarla =P
Prima di tutto, una precisazione sul rating e sull'OOC negli avvertimenti.
Il rating è Giallo solo perchè è presente un linguaggio colorito.
OOC invece è perchè non so quanto riuscirò a tenere nel personaggio sia Itachi che Sasuke, quindi ho preferito metterlo
(Tanto so già che purtroppo mi sfoceranno in OOC çòç)
Dopo questo breve annuncio, inizio col dirvi che adoro Itachi alla follia *_* (Si nota? XD)
In questa fic ne passerà delle belle, soprattutto a causa di una pazza ragazza dai capelli rosa che lo farà diventare matto XD
Ma alla fine, oltre alla parte del fratello maggiore, si ritroverà quasi a fare da padre alla piccola Sakura che si affezionerà a lui sempre di più. (Non pensate male è una SasuSaku eh u.u').
Usare l'Aka come studenti dell'Università mi ha divertita molto, anche perchè ce lo vedete voi Hidan in uniforme? XD 
Non sò quando potrò aggiornare purtroppo (a causa della scuola) ma spero di fare il prima possibile.
Beh...mi pare di avervi annoiato abbastanza. u.u (Infatti ndItachi - Che fai quì amoruccio mio? *_* ndMe - Nulla nulla ndItachimentrescappa)
Bene, dopo questo monologo....
Mmmh, recensione? =3
Al prossimo capitolo!
Baci, Saku
  
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