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Autore: moonlight97    30/08/2014    1 recensioni
La storia è ambientata in Francia tra il XVI e il XVII secolo. Carlos, il protagonista, arriva a Calais, città portuale della Francia settentrionale, per affari; là tra amore, amicizia e un po' di mistero quella che sembrava essere iniziata come una semplice avventura spensierata si trasformerà in un qualcosa di molto più pericoloso e Carlos e i suoi amici dovranno mettercela tutta per spuntarla.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Ballo



 “Il Signor Edmud Van Khal, benefattore di questa allegra città, è lieto di invitare ad un ballo in maschera tutti i cittadini che vorranno prendervi parte. L'evento si svolgerà nella sontuosa villa del Signor Van Khal questa sera a partire dal tramonto.”
Carlos lesse l'invito e gli si dipinse sul volto un'espressione a metà tra l'incredulo e lo scettico.
In men che non si dica liquidò la cosa, che peraltro aveva suscitato un tale clamore che sembrava che nessuno in città parlasse d'altro, e si recò, uscito dalla locanda di prima mattina, da un cartografo, un certo Signor Tammis, perché gli realizzasse una copia della mappa. Carlos, come si sarà notato, non brillava certo per pazienza e, dicendosi disposto a pagare anche un po' più del dovuto, obbligò il povero Signor Tammis a portare a termine quel lavoro entro la mattinata. Mentre attendeva, Carlos si mise a girare per la città senza una meta ben precisa fin quando la sua attenzione non fu colta da un mormorio sempre più forte e da un ammasso di persone che si dirigevano tutte nella medesima direzione. Così, incuriosito, decise di seguirle e si ritrovò inaspettatamente nel bel mezzo di una scena del crimine: gli uomini della vigilanza intimavano ai presenti di tenersi lontani da lì e li rassicuravano dicendo che il colpevole sarebbe stato debitamente punito e che non avrebbero permesso altri simili delitti. Carlos fu preso dal disgusto per la brutalità della scena, per lui, come per molti, inedita: un uomo giaceva sgozzato a terra in Rue St. German. Il suo volto sembrò a Carlos stranamente familiare e non gli ci volle molto a realizzare che si trattava proprio dell'uomo che gli aveva consegnato così insistentemente la mappa. Carlos corse via, ritornò dal Signor Tammis e, dopo averlo pagato, si diresse a perdifiato da Julien.

 

“Ma è terribile!” esclamò Julien.
Carlos stava in piedi con le mani chiuse a pugno appoggiate sul tavolo, attorno al quale erano seduti tutti i componenti della loro ciurma. I presenti si guardavano con aria preoccupata; dopo alcuni minuti di silenzio, in cui la tensione era palpabile, Killian prese la parola.
“Io credo” disse con tono deciso, mentre si alzava “che dovremmo indagare sull'identità di quest'uomo e che l'occasione perfetta sia questa sera alla festa di Van Khal dove sarà presente la maggior parte della città, che ne dite?”
Tutti acconsentirono immediatamente.
Mentre Killian si intratteneva in una fin troppo smielata conversazione con Elyse e gli altri se ne andavano, Carlos prese Julien da una parte e gli consegnò la copia della mappa, che fu riposta con cura dentro il cassetto della scrivania di ciliegio intarsiata del giovane francese.
“Se dovesse succedermi qualcosa,” disse Carlos in tono serio “bruciala e rinuncia a partire. Non voglio che succeda niente di male né a te né a....”
Si girò e rivolse uno sguardo fugace a Elyse.
“Non dire così. Andrà tutto per il meglio” rispose l'amico rincuorandolo.

 

Sulla strada del ritorno Carlos si fermò in un negozio di artigianato veneto e comprò una maschera che era relativamente poco promiscua e di certo poco costosa. Una volta tornato al suo alloggio, si lavò e si preparò con adeguata cura. Indossò un elegante completo nero con rifiniture dorate che rispettava per filo e per segno i dettami della moda della Francia del Re Sole, un mantello dal colletto bianco merlato così come la parte finale delle maniche ed un cappello, da sotto il quale uscivano alcuni piccoli riccioli ribelli che rimanevano schiacciati contro la fronte; infine prese la maschera e se la legò dietro la testa. L'unica cosa che risaltava nel complesso erano i suoi brillanti occhi verdi. Si guardò compiaciuto allo specchio e non poté fare a meno di ritenersi dannatamente affascinante. Dopo essersi mirato e rimirato per alcuni istanti, si decise, finalmente, ad uscire.

 

Seguendo la fiumana di persone vestite di tutto punto, Carlos giunse facilmente alla dimora di Van Khal. Era la villa più sontuosa che avesse mai visto. Be', non che ne avesse viste molte ma sentiva che quella doveva essere comunque straordinaria. Coloro fra i partecipanti che appartenevano ai ceti inferiori furono accolti in un vastissimo atrio illuminato da un candelabro centrale che pendeva dal soffitto. Sfociavano nell'atrio due enormi rampe di scale che si congiungevano su un pianerottolo, sul quale si trovava Edmund Van Khal affiancato da alcuni suoi, per così dire, collaboratori. Il Signor Van Khal sorrideva e sembrava squadrare tutti i presenti da capo a piedi dall'alto della sua posizione.
“Benvenuti!” esclamò il Magnate con aria di finta contentezza che celava secondo Carlos un enorme narcisismo e convinzione di superiorità rispetto a chi lo circondava.
Dopo qualche minuto di brusio, si levò lo squillo di una tromba e un uomo basso e paffuto cominciò ad annunciare varie persone dagli inutili titoli nobiliari.
“Julien ed Elyse Montfleur” chiamò il buffo personaggio.
Carlos si girò di scatto e fu abbagliato da una mirabile visione: Elyse indossava un vestito di raso rosso che aderiva perfettamente al suo corpo nella parte superiore e terminava in un'ampia gonna a balze; i capelli erano appuntati sopra il capo e le cadevano fluenti lungo le spalle e i suoi occhi brillavano vivaci alla luce delle infinite candele che irradiavano la stanza. La ragazza aveva gli occhi di tutti i ragazzi puntati su di sé. Killian la prese a braccetto, staccandola dal fratello, e la portò con sé. Carlos li seguì con sguardo corrucciato e li vide parlarsi in disparte e, cosa che lo fece sobbalzare, scambiarsi un bacio furtivo mentre credevano di non essere osservati da nessuno.
Che ti prende? Pensò tra sé e sé. Lei è solo una ragazza! Ce ne sono migliaia come lei! Già... ma tu vuoi proprio lei, vero? Sciocco! Sai che non potrà mai essere tua.
Mordendosi un labbro, si spostò verso la parte della sala dove servivano da bere.
“Si chiamava Richard DuBarry.” sussurrò Julien avvicinandosi a Carlos “Era indebitato con Edmund Van Khal e non solo con lui... Sembrerebbe che fosse coinvolto in loschi giri che gli hanno causato questa tremenda fine.”
“Bene. Cioè male per lui e bene per noi, intendo. A questo punto credo che la mappa sia solo un dettaglio irrilevante e chi l'ha ucciso in realtà non avesse la benché minima idea dell'esistenza del tesoro.” sentenziò Carlos che aveva ascoltato l'informazione dell'amico con la massima attenzione.
“Voglio fidarmi di te.” rispose il francese allontanandosi.


Nel corso della festa Carlos si trovò vicino ad Elyse.
“Elyse!” il ragazzo si rivolse a lei, trovando la forza dentro sé di usare un tono falsamente deciso “Io vorrei...”
In quel momento fu annunciato l'inizio delle danze ed Elyse, mettendogli una mano sulla spalla, si accostò a lui per ballare.
“Ditemi, monsieur”sussurrò lei con voce suadente.
In un solo istante a Carlos vennero in mente mille frasi diverse per esprimere quello che provava per la ragazza ma tutto quello che riuscì a dire fu:
“Sono geloso di Killian.”
Che cavolo ho detto! Accidenti a me!
Elyse rimase allibita.
“C-come avete detto?”
Carlos rimase in silenzio finché la musica non cessò.
“Avete capito benissimo invece. Voi vi siete accorta che io ci tengo a voi e vi dico anche questo: non ho mai tenuto a nessuna come tengo a voi! E voi... voi, capricciosa ragazzina, vi divertite con quel vostro... Scusatemi.”
Fece un inchino breve e rabbioso e si allontanò, lasciando la ragazza ferma ed allibita.
Elyse avrebbe voluto seguirlo e dirgli che in realtà fra lei e Killian era tutta una farsa per far arrabbiare Julien, un piacevole... molto piacevole divertissement, ma non ce la fece sul momento. Quando però trovò la forza necessaria, era ormai troppo tardi.
“Signorina Montfleur, quale immenso piacere rivederla!” disse un uomo prendendola per i fianchi.
Elyse, che aveva riconosciuto l'uomo col cappello piumato che l'aveva inseguita qualche giorno fa e che aveva già per sua sfortuna incontrato, ebbe un sussulto e le si gelò il sangue nelle vene.
“Voi.” disse con la bocca serrate e uno sguardo carico d'odio.
La melodia riprese e lei fu costretta a danzare con quel viscido verme, come lei stessa lo definì più volte. Non appena la musica cessò l'uomo, curando di non farsi vedere da nessuno, portò sulla bocca di lei un fazzoletto imbevuto di sonnifero che fece addormentare la ragazza, permettendogli di portarla via con sé.
“Vediamo se ora hai la stessa lingua lunga di prima, mademoiselle.”

 

Nella penombra del suo studio Edmund Van Khal stava seduto in poltrona, avvolto da una nuvola di fumo grigio. La porta si aprì lentamente, facendo penetrare un po' di luce e le risate degli ospiti. Un'imponente figura scura spiccava sullo sfondo.
“Entrate, Victor.” disse facendo un cenno distratto con la mano “Ho notizie molto... interessanti.”
L'uomo, dopo aver chiuso la porta, si fece avanti con passo pesante e si fermò davanti a Van Khal.
“Come ben sapete molti dei miei uomini, voi compreso, questa sera si sono mischiati tra gli ospiti per raccogliere informazioni su dove la nostra preziosissima mappa...”
Il signor Van Khal parlava sibilando quasi fosse un serpente e il suo tirapiedi stava impietrito come una statua.
“Al contrario di voi, tuttavia, che sembrate più interessato a trastullarvi con quell'insulsa ragazzina” proseguì Edmund con aria sprezzante “alcuni informatori si sono rivelati abbastanza utili: hanno infatti scoperto che la mappa è caduta -quale felice coincidenza!- nelle mani di Carlos Del Olmo. Quello sciocco di Du Barry, ah! Era talmente disperato da consegnare la mappa al figlio del suo migliore amico. Credeva forse che io non rammentassi la loro passata amicizia?!” scoppiò in una fragorosa risata. “Adoro” proseguì mentre si ricomponeva “quando spavento la gente a tal punto da farle perdere il senno.” Un ghigno compiaciuto era dipinto sul volto dell'uomo e i suoi occhi si illuminarono subito dopo aver sentito quanto Victor aveva da dire.
“Signore, volevo informarvi che sono riuscito a...” s'interruppe per un attimo “impossessarmi della signorina Montfleur. So benissimo che questo non è minimamente di vostro...”
“E invece, sorprendentemente, mi interessa. Ditemi: dove si trova in questo momento la signorina?”
“È addormentata nella mia carrozza, signore. Ho degli uomini che attendono le mie disposizioni.”
“Perfetto. I miei informatori mi hanno confermato l'esistenza di una copia della mappa e penso che si trovi a casa dei Montfleur. Dopo che l'avrete presa, salperete, portando con voi la vostra adoratissima Elyse.”
“Ma il fratello...” replicò l'altro esitando “lui andrà sicuramente a cercarla!”

“Ovvio! Ma vi lasciate forse intimidire da un'accozzaglia di giovani idioti che inseguono sogni senza speranza, senza sapere nemmeno contro chi si stanno mettendo? In tal caso mi deludete caro Victor. Ora andate e non perdete altro tempo!” concluse Van Khal in tono sentenzioso.




Spazio Autore
Salve! Come promesso, ecco la seconda pubblicazione settimanale. 
Tralasciando il titolo che è l'apoteosi del banale, questo è uno dei capitoli che preferisco in assoluto di tutta la storia: AMO I BALLI IN MASCHERA.Non ho proprio molte parole da spendere a riguardo. Uuuh, però sono curioso di sapere chi shippate e come vi sembrano i personaggi. Be', alla prossima settimana!
YAWZAH!

 

   
 
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