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Autore: jamesguitar    31/08/2014    4 recensioni
Mi manca. Mi manca come mi mancava l'ossigeno in quel'acqua gelida. Ho bisogno di lui, adesso. Ho bisogno di lui per vivere, per andare avanti. Sono solo un'idiota che non se n'è accorta prima.
E tutto perchè mi fa sorridere. Mi fa sorridere sempre e comunque. Se non mi facesse ridere, probabilmente non avrei bisogno di lui. Oggi non c'era e non ho riso. Non è una coincidenza. Ne sono certa.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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It's Cause You Make Me Smile. 
Due.
 
 
Entriamo nella macchina di Josh senza dire una parola. Mi sento in imbarazzo, molto. Che mi sta succedendo? Da quando mi comporto così con lui?
Mette in moto l’auto e io appoggio la testa al sedile. Stavolta non apriamo i finestrini, non facciamo niente. Non so perché.
“Jen?” mi chiama.
Mi volto di scatto, rendendomi conto che stavo per addormentarmi.
“Si, si, scusa.. sto morendo di sonno.”
“No, non era per quello.”
Deglutisco.
“Ah”
 
“Voglio.. credo di doverti spiegare il perché di quella vicinanza.”
Oh mio Dio. Non è stato niente, perché gli da tanta importanza?
“Il.. motivo?”
“Si, il motivo.”
“Oh. Sono stanca, potresti dirmelo domani?”
Josh sospira, dando un leggero colpetto sul volante. È una questione fin troppo rilevante per lui, non capisco.
“Certo, mi dispiace.”
“Tranquillo.”
 
Nessuno dice una parola per il resto del viaggio e arriviamo sotto casa mia qualche minuto dopo. È strano, è come se stanotte qualcosa fosse cambiato.
Scendo dalla macchina e rivolgo a Josh un piccolo sorriso.
“Ciao, a domani”
“Ciao” borbotta lui.
Chiudo la portiera della macchina, e lui sfreccia via. Sospiro, avvicinandomi alla porta di casa. Mi sbrigo a entrare, perché sto davvero congelando. I capelli si stanno asciugando, ma per il resto sono zuppa dalla testa ai piedi.
Entro piano in camera, per non svegliare i miei genitori.
Mi faccio una piccola doccia calda senza i capelli, giusto per scrollarmi di dosso quel gelo. I miei muscoli si rilassano all’istante, e faccio un piccolo sorriso.
 
Lego i capelli ormai quasi asciutti in una crocchia, infilo uno dei miei vecchi pigiami e mi infilo sotto le coperte.
Mi addormento nell’istante in cui chiudo gli occhi.
 
***
 
Quando mia madre entra nella stanza per svegliarmi è fin troppo presto. Mi raggomitolo nelle coperte, sbadigliando.
“Dai Jen, è mezzogiorno, Josh ti aspetta di sotto da venti minuti.”
Le sue parole mi fanno spalancare gli occhi.
Josh è di sotto.
È mezzogiorno.
Josh è di sotto.
Josh è di sotto.
Balzo a sedere, guardando la sveglia. Santo cielo, è tardi.
“Oddio”
“Dai, sbrigati a prepararti e scendi”
Annuisco mentre esce dalla stanza. Mi alzo ancora assonnata ed entro in bagno. Ho fatto più tardi di così, ma mi sento comunque tremendamente stanca.
Mi sbrigo a lavarmi, ed infilo dei jeans marroni ed una camicia a caso.
 
Scendo di sotto, e vedere Josh parlare con mia madre mi fa sorridere.
L’argomento sono i pancake di mia madre, da sempre tremendi. Josh però dice che gli piacciono molto, mentendo in maniera pessima.
È anche un attore, penso, sogghignando.
Quando i due mi vedono, mia madre sorride entusiasta.
“Ciao tesoro, vuoi dei pancake?”
Josh trattiene una risata, e io faccio lo stesso.
“No grazie, tranquilla.”
“Buongiorno, Jen” mi saluta Josh, interrompendoci.
Ha un sorriso a trentadue denti stampato in volto, uno di quelli che chiamo ‘sorrisi quadrati’, come se ieri sera non fosse successo niente. Mi sorprendo un po’ di questo suo atteggiamento.
“Ciao tappetto”
“Che ne dici se ti porto a pranzo fuori?” propone, appoggiandosi al bancone della cucina.
Ho paura di quello che vuole dirmi, ho paura che succedano casini. E dio, odio quando succedono.
“Si, certo.”
Cerco di sembrare naturale, anche se il mio cuore fa un balzo.
“Sei pronta?”
“Si, si. Andiamo.”
 
Josh saluta cordialmente mia madre e mi sento un po’ in imbarazzo. Sinceramente questa uscita è troppo simile ad un appuntamento da adolescenti, e non sono sicura che mi piaccia.
Usciamo di casa. Vedo la macchina di Josh con i finestrini abbassati, e mi scappa un sorriso.
Non diciamo più una parola mentre saliamo sul veicolo. Il mio cuore batte a mille, sono nervosa. Non ho la situazione sotto controllo.
Sento Josh schiarirsi la voce quando mette in moto, e controvoglia lo guardo negli occhi.
“Jennifer, ehm, credo che questo pranzo sia il momento giusto per parlare.”
Jennifer? Mi ha davvero chiamato in questo modo? Non so perché, ma a sentire il mio nome completo le mie guance diventano rosse. Cosa diavolo sta succedendo?
“Okay.”
 
Josh ha la mascella tesa. Non va bene.
Lo conosco, e so che quando fa così vuol dire che è nervoso o in ansia per qualcosa. Non è esagerato? Siamo già stati vicini in quel modo, perché è così importante?
Josh guida in silenzio per un po’. Anche i suoi muscoli sono tirati, riesco ad immaginarmeli sotto la maglia. Arrossisco di nuovo.
“Perché non mi parli?” sbotto così, senza nemmeno pensarci. Sono troppo impulsiva.
Lui sembra a disagio. “Sei tu che non parli con me.”
“Non è vero”
Non sono mai stata in questa situazione. È strano, è come se stanotte gli alieni ci avessero fatto il lavaggio del cervello, o avessero sostituito Josh con qualcun altro. Il mio Josh.
“Non credi che tutto questo sia esagerato?” lo guardo, ma lui non fa lo stesso. “Non ci siamo baciati, va tutto bene.”
“Noi…” fa un respiro profondo. “Dobbiamo parlare in ogni caso.”
“Okay”
 
***
 
Ci fermiamo nel mezzo di un bosco non molto lontano da casa sua. Pensavo che saremmo andati in un ristorante, perciò sono sollevata di scoprire che ci saremo solo noi due, e nessun altro.
Sospiro e scendo dalla macchina, aspettando che faccia lo stesso.
Josh apre il portabagagli e tira fuori uno stereo a batterie ed un cestino da pic-nic. Mi offro di aiutarlo, ma non c’è verso.
“Faccio io, non preoccuparti” è ciò che continua a dire.
Camminiamo un po’ fino ad arrivare in un punto da cui non si vede la strada, in mezzo a tre/quattro alberi. È come se avesse organizzato tutto ne minimi dettagli, e non mi piace. Almeno credo.
 
Josh prende una tovaglia a quadri dal cestino e la stende per terra, per poi invitarmi a sedere. Mette un cd nello stereo, schiaccia play e si siede a debita distanza da me, per poi sistemare la roba da mangiare. Sinceramente, sono troppo agitata per prestare attenzione alla musica.
Sorrido notando i tramezzini disordinati di Josh, da cui escono pezzi di pomodoro tagliati malissimo e montagne di tonno. Arrossisce.
“Scusa, non sono un ottimo cuoco.”
Mi sporgo per accarezzargli il braccio e tranquillizzarlo, ma noto che si è irrigidito. Proprio non capisco.
“Allora, vuoi dirmi che cosa ti prende?”
“Sto bene.”
Alzo gli occhi al cielo. “Di cosa vuoi parlarmi?”
 
“Io, ehm…” si passa una mano tra i capelli ed abbassa lo sguardo. “Devi promettermi che tra noi non cambierà nulla.”
Aggrotto le sopracciglia. “Josh, mi stai spaventando.”
“Promettilo e basta, Jennifer.”
“Io…” mi sto innervosendo. “Cazzo Josh, mi sta venendo un infarto. Cos’è di così importante? Andiamo, non sei mica innamorato di me!”
Sto per scoppiare a ridere, ma noto che non risponde alla mia battuta. Non dice niente. Ma no, giusto? Non può essere.
“Josh, ti sei preso una cotta per me?” sento la voce flebile. Probabilmente ho paura della sua risposta.
Essa però non arriva. È tutto abbastanza esplicito.
 
Arrossisco e non dico niente, perché ho paura che sia la cosa sbagliata.
“Tu lo sei?”
Apro la bocca per rispondere, ma mi blocco. La verità è che non so proprio cosa dire.
“Josh, io… non capisco.”
“Non capisci?”
Josh si alza in piedi e da un calcio allo stereo per zittirlo. Rimango paralizzata.
“Dopo tre fottuti anni ho il coraggio di dirti cosa provo per te e tu non capisci?”
Oddio. Deve essere un incubo.
 
 
Mi alzo anche io, mi sistemo la maglia e provo a guardarlo negli occhi, ma non ci riesco.
“Non credevo possibile niente del genere.”
Lo vedo alzare gli occhi al cielo e asciugarsi le lacrime che minacciano di uscire dai suoi occhi. Mi sento malissimo.
“Come immaginavo.”
Si gira per andarsene, ma corro verso di lui, bloccandogli il braccio. In questo momento non provo solo tristezza, provo anche rabbia. Tanta.
“Josh, come osi fare la vittima?” sento la mia voce un po’ stridula. “Mentre giravamo Hunger Games avevo una cotta per te, e tu lo sapevi! E cosa hai fatto? Mi hai detto che saremmo stati sempre e solo amici! Scusa se sono andata avanti, davvero!”
Spalanca gli occhi. Si libera dalla mia presa ed indietreggia, come scottato.
“Io…”
“Non hai scuse!”
“Cazzo Jennifer, mi fai parlare?”
Una lacrima solca il mio volto, ma la asciugo.
 
“Sapevo che sarebbe stata solo una cosa temporanea, e… ero piccolo, Jennifer, piccolo e stupido! Credevo che sarebbe finito tutto subito, che tu saresti diventata famosa e avresti trovato qualcuno migliore di me. Credevo che la fama ti avrebbe fatto dimenticare quello che provavi per me, e ho deciso di non soffrire.”
Cercai di respirare normalmente, ma mi stavo sentendo male.
“Josh, eravamo già famosi! E tu lo eri più di me!”
“Vuoi dirmi che la tua fama è rimasta la stessa? Hai vinto un oscar, Jennifer! Tutti sanno chi sei!”
Le lacrime mi offuscano la vista, e stavolta non le asciugo, perché sono stanca di mostrarmi forte davanti agli altri e non avere risultati.
“Io ti amavo! E se tu avessi amato me per davvero, avresti lasciato stare queste cazzate e saresti rimasto con me!”
Il cuore mi batte a mille nel petto, e mille emozioni mi fanno traballare. Rabbia. Rancore. Tristezza. Nostalgia.
 
“Non so cosa dirti, Jennifer. Ho provato ad aprirmi con te, ma è evidente che non funziona.”
Si precipita verso la sua macchina ed io resto sola. Sola in mezzo a quegli alberi, con il cibo, la musica. Mi lascio cadere a terra e le lacrime che credevo di aver finito tre anni fa rigano il mio viso. Mi stringo le gambe al petto come facevo da bambina, aspettando che il dolore passi.
Ma non succede. Anzi, viene perfino accentuato quando vedo la custodia del cd che ha messo nel lettore. Sono gli Hanson, quelli che ci piacciono tanto.
Continuo a piangere. Lui non torna. Non stavolta.



#ANGOLOAUTRICE
Sono tornata a roma, alleluia. Qui ho una connessione decente, e posso pubblicare.
Okay, non pubblico da tipo tre mesi e mi odiate, ma spero che ci sia ancora qualche buon'anima a cui interessa la mia storia.
La ho finita, don't worry, quindi la prossima domenica aggiornerò con l'ultimo capitolo.
So cosa state pensando... JOSHIFER FEELS.
Non ricordo con che carattere era l'angolo autrice e sono troppo stanca per controllare (Lol) quindi mi limito a colorarlo.
Adios, a domenica!

-jamesguitar

 
 
  
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