Prologo
Isabelle
Isabelle
Scappare dal palazzo era l’unica soluzione che avevo. Ero stufa della solita vita e quando si vive in un palazzo come il mio, cose come la fuga, le armi e la guerra non sono l’educazione migliore per una principessa come me. Negli ultimi giorni mi sono stufata di essere quella che sono per via di alcune cose:
- Mio padre
- Isabelle non può scegliersi da sola un compagno
- Isabelle deve sposare il figlio di un generale francese solo per ordine di suo padre.
- Isabelle è costretta a stare chiusa nel palazzo o uscire solo per occasioni speciali.
- Sono costretta a studiare otto lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, tailandese, cinese e arabo.
- Non posso permettermi le armi, ma le uso di nascosto ahahah XD
- Non ho diritto di avere una vita normale
A volte, penso che farei prima a rinchiudermi nel mio palazzo anzi, sono già rinchiusa qui dentro da molto tempo. Esco solo occasionalmente: di solito, quando mi devo presentare per obbligo di mio padre, ad una festa noiosa, dove non si fa altro che ballare la mazurka e il valzer. Due generi di musica adatti alle persone noiose come quelle della mia altezza.
Vorrei dimenticare il giorno in cui mi presentai ad una festa e conobbi quel guasta feste di un ufficiale francese, che si chiamava Luigi De Bernaix. Luigi è il giovane che sarò costretta a sposare per obbligo di mio padre ( ma che non sposerò perché gli farò cambiare idea), ma io vedevo in lui niente meno che un noiosissimo aristocratico francese. A me questi giovani nobili non mi piacciono. Tendono troppo a vantarsi delle loro spese di denaro e a rispettare le regole del protocollo. Mio padre poi, non ha capito ancora adesso che io non sono come loro. Non ho interesse a rispettare il protocollo e tanto meno, ad essere una principessa per bene.
Non mi piaccio adesso che sono una principessa, figuriamoci come mi sentirò, quando diventerò regina; sempre se lo diventerò. Proprio questa mattina mi sono messa in testa di sfuggire a questa vita infernale di obblighi per cominciare a vivere una vita che è la mia. Ho disarmato un ufficiale del palazzo e gli ho fottuto le armi (poverino ahahahah XD) in poche parole, una spada molto simile a quella dei moschettieri (dai, non è male per essere la tua prima arma nella vita! Non sconsolarti!) insomma, non appena la presi in mano mi ero sentita come Lady Oscar. Disarmare un ufficiale innocente non è stato poi il massimo anche perché non ci ho messo molto a finirlo concludendo il tutto con un semplice “Je suis trop fort!”.
Purtroppo, fui bloccata subito dopo, da un gruppo composto da tre ufficiali ( e meno male che mi piacciono le sfide!) ma sapevo bene come liberarmene, di quei tre ufficiali dei miei stivali. Loro farebbero di tutto per sfidare qualcuno.
« Facciamo così: io mi batterò contro voi tre, uno alla volta. Nel caso in cui vinca io, contro voi tre, scapperò da questo posto. In caso contrario, io mi arrenderò e resterò chiusa in questa galera. Intesi? » avevo detto.
In quel momento, ecco che arriva mio padre che notò solamente i tre ufficiali. Zitta zitta e in punta di piedi, decisi di scappare dato che avevano lasciato la porta d’ingresso al palazzo aperta. Finalmente, ero libera. Mi ero messa a correre velocemente tanto da sentirmi le gambe incendiare dallo sforzo che stavo facendo. Non avevo mai corso a quella velocità.