I personaggi di Naruto appartengono a Masashi Kishimoto.
1
15 marzo. Caffetteria
Konoha High. Ore 12.28
“Ma
smettila!”
“Ti
dico che è così!”
“Figuriamoci!”
“Ve
l’assicuro!”
“Ah,
piantala di raccontare balle, Kiba!”
“Ma
è vero! Diamine, l’ho visto con questi miei due occhi!”
“È
da tanto che dico che dovresti farti un paio di occhiali…”
Il
ragazzo dai capelli castani scosse la testa con forza ed agitò le braccia. “Ve
lo giuro!
“Enigmatico?”
Il ragazzo con i capelli raccolti in un codino inarcò un sopracciglio,
squadrandolo con perplessità.
Kiba arrossì, non si capì se per rabbia o
per imbarazzo. “Ehi, per chi mi hai preso, Nara? Per un analfabeta ignorante?”
Shikamaru schioccò la lingua, incrociando le
braccia al petto e lanciandogli un’occhiata eloquente. “Lo sei così tanto da
dover ripetere il concetto due volte, Inuzuka?”
Kiba sbuffò, mentre il ragazzo biondo
seduto con loro al tavolo sghignazzò. “Piantala, Naruto! Tu non lo sai nemmeno cosa vuol
dire ‘enigmatico’!” lo sgridò Kiba. Naruto smise di ridere e si imbronciò. Il ragazzo castano gli
lanciò un’occhiataccia. “Okay, okay. L’ho imparato ieri leggendo una mail del Solviamore.”
ammise.
“Ancora
con questa storia?!” sbuffò Shikamaru,
incrociando le braccia dietro la testa e guardando per aria con espressione
annoiata.
“Ehi, non sono mica il solo, sai? Quasi tutta la
scuola richiede i suoi consigli!” esclamò Kiba.
Shikamaru roteò gli occhi. “Per favore! Non c’è
mica bisogno di un consigliere cibernetico per conquistare una donna…”
“Beh,
se dovessimo prendere come esempio te, tra cent’anni saremmo ancora seduti qui
ad aspettare che Temari ci avvicini…” lo rimbeccò Naruto, squadrandolo con le palpebre abbassate.
Shikamaru si imbronciò. “Che c’entra? E poi lo
sai che alle ragazze di oggi piace fare la prima mossa. Chi
sono io per contraddirle?”
“Se,
se… Dì, piuttosto, che sei un pigro senza speranze…”
“Yosh! Buongiorno, gioventù di Konoha! Finalmente la primavera è
arrivata ed ha sparso per tutta la scuola la sua fragranza di vita!” la voce del radio-speaker della Konoha
High si riverberò potente nella piccola caffetteria. “Chi vi parla è Rock Lee con le notizie del
mattino! La quasi totalità dei giovani d’oggi sa cos’è Internet e come
utilizzarlo. Molti di meno sanno districarsi nel difficile cammino che porta al
Vero Amore. Cosa succede se si uniscono Internet e suggerimenti per giovani
innamorati? Un successo! Proprio per questo il sito del Solviamore
è da dieci settimane nella Top Ten dei siti più visitati dagli studenti della Konoha! Yosh! Proprio un sito che
arde di giovinezza, eh? Comunque, in tanti si stanno chiedendo chi sia in
realtà il Solviamore. C’è chi dice che sia uno
studente o una studentessa, altri che sia qualcuno del corpo docente, altri
ancora che si tratti di un mitico saggio eremita che si collega dal suo
misterioso rifugio per dispensare la sua sapienza a tutto il mondo… Io credo
che non sia importante. Chiunque tu sia, Solviamore:
che la fiamma della tua giovinezza continui ad essere un faro per tutte le
giovani menti innamorate della Konoha! Yosh! A domani!”
“Cielo,
Lee è sempre più sdolcinato ogni giorno che passa…” borbottò Shikamaru.
“Però hai visto che avevo ragione? Il Solviamore è nella Top Ten!” esclamò Kiba,
annuendo con aria soddisfatta.
“Tzé…”
Shikamaru era scettico; Naruto,
invece, si era fatto coinvolgere. “Ehi, Kiba, ma
funziona davvero questo Solviamore?” domandò,
sgranando gli occhi blu, avidi di sapere.
Il
ragazzo dai capelli scompigliati arrossì e si torse le dita in imbarazzo. “Beh,
non ho ancora avuto il coraggio di metterli in pratica…” rivelò.
Shikamaru sbuffò. “Fesso…” borbottò.
“Ehi!
Ti ho sentito, Nara!” si
inalberò Kiba. “Adesso te la faccio pagar… eh?”
l’attenzione del focoso ragazzo venne attirata da una testa bionda appena
entrata nella caffetteria. “Guardate un po’ là!”
Gli
altri tre si voltarono. La bellissima Ino
Yamanaka aveva appena fatto il suo ingresso
trionfale. I suoi occhi celesti scrutarono la sala ed il suo viso si aprì in un
caldo sorriso quando individuò il suo bersaglio. Spiccò una breve corsetta
euforica e si sedette al tavolo del solitario Shino Aburame,
con grande sconcerto generale. Subito, cominciò a chiacchierare allegramente,
gesticolando di tanto in tanto per enfatizzare un concetto. Shino annuiva ed
interveniva di tanto in tanto.
Naruto e Choji
erano a bocca aperta. Kiba appariva soddisfatto. Shikamaru apatico, come sempre.
“Visto?
Visto?” si vantò Kiba. “Che
vi avevo detto? Pensate che stiano insieme?”
Shikamaru schioccò la lingua, scettico.
“Che
c’è, Shikamaru? Li hai visti, no?”
“Non
è il suo tipo.”
“E
allora perché si sarebbe seduta al suo stesso tavolo?”
Shikamaru fece spallucce. “Probabilmente gli sta
facendo le fusa per poter copiare i compiti di matematica.”
“
“Non
ne hai un’idea…” rispose lugubre Shikamaru.
“Oh, andiamo, Shikamaru! Non è poi così
male…” lo rimbeccò pacatamente Choji, tra una
patatina e l’altra.
Shikamaru gli rivolse un’occhiata, che esprimeva
in modo lampante come la pensava a quel riguardo. “
Choji arrossì. “È successo
alle elementari. È acqua passata…” borbottò,
suscitando la curiosità di Naruto e Kiba.
“Cos’è
successo alle elementari?” domandò Naruto, affamato
di pettegolezzi.
“Cos’è?
Choji arrossì ancora di più, affondando il
viso nel sacchetto delle patatine per nasconderlo.
“Allora?
Allora?”
“È
così?”
“Ehi,
voi due.” si intromise Shikamaru, irritato. “Non sono
affari vostri. Lasciatelo in pace.” All’occhiata riconoscente di Choji rispose con un breve cenno di assenso. Poi, tornò a
scrutare
Kiba lo guardò storto e aprì la bocca per
ribattere, ma poi la richiuse e l’atteggiò in un
sogghigno compiaciuto. “Facciamo una scommessa, Shikamaru.
Se vinco io, mi passi il compito di fisica. Se vinci tu, farò i tuoi turni di
pulizia per un mese.”
L’altro
alzò un sopracciglio, valutando l’offerta. “E quale sarebbe questa scommessa?”
Kiba sventolò un dito sotto gli occhi di Shikamaru. “Hai tempo un mese per scoprire la vera identità
del Solviamore.”
Lo
sguardo del giovane Nara,
che fino ad un secondo prima si era acceso di interesse, tornò spento. “Ah, che
noia: ancora questo Cupido virtuale…”
“Di’
piuttosto che hai paura di perdere.” lo sfidò Kiba
con un sogghigno.
“Tzé! Figuriamoci.” Socchiuse gli occhi e mise le mani
dietro la testa. “Hai detto un mese, eh? Va bene: ci sto.”
“Perfetto!”
“E se per caso scoprissi io l’identità
del Solviamore? Faresti i miei di turni di pulizie, Kiba?” si inserì Naruto,
sogghignando.
“Tu,
scoprire chi è il Solviamore?!”
Il ragazzo castano scoppiò a ridere, seguito a ruota da Choji,
più pacato. Persino Shikamaru si concesse un
sorrisino.
Il
biondo si corrucciò. “Beh, che c’è da ridere?!”
Kiba ormai si asciugava le lacrime dagli
occhi. “Okay, okay, amico: se sarai tu a scoprire chi è il Solviamore,
giuro di fare i tuoi turni di pulizie da qui alla fine dell’anno!”
“E
se non ce la faccio?”
“Niente.”
“Perché
niente?”
“Lo
faccio perché ti sono amico, Naruto: non voglio
infierire. Se c’è qualcuno che ha una minima possibilità quello è Shikamaru, non certo tu.”
“Così
credi che non ce la possa fare, uh?” si infervorò il biondo, alzandosi in
piedi. “Beh, ascoltami bene, Inuzuka: io scoprirò chi
diavolo è questo maledetto Solviamore al massimo in una
settimana, ‘ttebayo!” tuonò,
andandosene dalla caffetteria a passo di marcia.
Kiba roteò gli occhi. “Questa è come
quell’altra sua promessa: ‘Diventerò il capo-banda più
temuto dell’intera città, ‘ttebayo!’…” esclamò,
imitando la voce di Naruto. Sogghignò. “Per ora è
riuscito solo ad essere lo studente con più lividi di tutta la scuola!”
sghignazzò.
“E
se ci riuscisse per davvero?” domandò Choji,
sgranocchiando pensosamente una patatina.
“Beh,
non è che Naruto sia stupido…” intervenne Shikamaru. “… ma mi sembra altamente improbabile.”
Kiba ridacchiò ancora alle spese del
biondo. Poi si girò per ritrovare l’altra testa bionda che era stata al centro
delle loro discussioni poco prima. “Ehi… Ma
Se
Choji o Kiba notarono
l’improvvisa rigidezza della schiena dell’amico, non lo diedero a vedere. Shikamaru fece spallucce e fissò la porta della caffetteria
con espressione cupa…
*
15 marzo. Scale del
quarto piano. Ore 12.47
“Dannazione! E dicono pure di
essermi amici!” borbottò Naruto. Saliva le scale corrucciato, le mani chiuse a pugno nelle tasche
dei pantaloni della divisa. Imbronciato, arrabbiato ed anche stizzito, se ne
stava andando nell’unico luogo della scuola dove si sentisse a suo agio: il
tetto.
Gli
piaceva stare lì. Era un posto tranquillo, dove non andava praticamente
nessuno, dove poteva pensare ai suoi sogni da realizzare e cullare l’idea di
essere talmente in alto da dominare l’intera scuola e tutti i suoi studenti.
Ebbene
sì: Uzumaki Naruto aveva
manie di grandezza.
Voleva
scalare tutti i livelli di quella dannata gerarchia che vigeva tra gli studenti
per poter essere riconosciuto da tutti. In particolare, da lei.
La
lei in questione era Haruno Sakura, Vice-Presidente del Consiglio Studentesco.
Sì, scelta quanto meno azzardata, visto che il suddetto Uzumaki
Naruto era considerato da studenti e professori il
classico teppistello con troppa voglia di menare le
mani e troppo poco sale nel cervello. Sakura, invece, era la
classica alunna modello, con una media stratosferica ed una cotta
altrettanto esorbitante per Uchiha Sasuke, uno dei ragazzi più popolari della scuola, nonché
studente di talento, attualmente in America grazie ad una borsa di studio. E,
ovviamente, anche detentore del titolo di ‘Rivale N°1 di Uzumaki
Naruto’.
Aprì
la porta, venendo investito da una pioggia di raggi solari. Quando riuscì ad
aprire gli occhi, notò subito che c’era qualcosa che non andava: un paio di
gambe spuntava da dietro l’angolo a destra.
E
che gambe!, si ritrovò a pensare, lasciando che gli
occhi blu vagassero su quel gran bel pezzo di arti inferiori, le cui fattezze
erano tipicamente femminili. Raramente gli era capitato di vederne di più
belle: né troppo secche né troppo muscolose, dalla pelle così chiara e
sicuramente setosa al tatto… Indubbiamente appartenenti ad una studentessa,
visto che erano parzialmente coperte dalla gonna della divisa.
“Shino-kun!” La ragazza doveva averlo scambiato per qualcun
altro. “Finalmente sei arrivato! Io non capisco: qui
si è bloccato tutto! Insomma, stavo rispondendo alla posta, no?, e improvvisamente il computer è morto! Uffa! Che rottura queste robe elettroniche!” si lamentò, cambiando posizione.
Naruto scorse il video di un computer portatile e notò
che la ragazza aveva lunghi e lucenti capelli biondi raccolti in una coda. “Non sarebbe tutto molto più semplice se potessi rispondere alla
posta del Solviamore a mano? Mi eviterebbe meno crisi isteriche…” sbuffò lei.
“Il
Solviamore?!” mormorò il
ragazzo, stupito.
“Shino-kun?” disse ancora la giovane nascosta. “Shino-kun, perché non mi rispon…?” Il viso della studentessa fece capolino da dietro
il muro. Ovale perfetto. Pelle di pesca. Bocca piccola e rossa. Fluenti capelli
biondi. Occhi color del cielo.
Naruto sgranò i propri ed aprì la bocca,
sbalordito. “Yamanaka Ino?!” strillò, puntandole un dito addosso. “Tu sei il Solviamore?!”
“Shhh!” gli intimò il silenzio la ragazza, alzatasi in un
baleno. Gli coprì la bocca con la mano affusolata. “Uzumaki!
Non urlare!” soffiò come un gatto arrabbiato. “Non
voglio che si sappia in giro!”
“Ma…! Ma…!” mugugnò Naruto
contro il palmo della Yamanaka.
Le prese un polso e le spostò la mano. “Tu? Il Solviamore?” ripeté ancora una volta.
Lei
roteò gli occhi ed incrociò le braccia, seccata. “Ehi, Uzumaki:
non c’è bisogno che tu faccia tutte queste scene. Potrei offendermi,
sai?”
Lui
ripensò a Kiba e alle risate degli altri e si
affrettò a scuotere il capo. “No, scusa. Non era quello che intendevo... Solo
che, beh, parlavamo del Solviamore giusto poco fa e…”
“Io
non…!” cominciò a negare, ma poi si fermò. Quella non era forse la chance di
dimostrare a Kiba e agli altri che non era così
stupido come sembrava? Sì, beh, in realtà era stata una bella botta di fortuna,
ma quello che contava era il risultato, giusto?
“Per
favore…” lo pregò ancora
Naruto tentennò.
“Se
terrai la bocca chiusa, farò qualsiasi cosa vorrai!” gli promise lei, quasi
disperata.
“Davvero?”
domandò lui, mentre un’idea gli frullava nel cervello.
La
bionda annuì. “Prometto.”
“Okay.”
Un largo sorriso furbesco gli distese le labbra. “Tu sei il Solviamore,
giusto? Aiuti le persone a conquistare chi amano, no?”
Commenti:
Innanzitutto,
ben trovate/i!
Questa
è la prima volta che scrivo qualcosa su Naruto ed
anche la prima volta che scrivo qualcosa che non sia ambientato nell’universo potteriano. Ma, il fatto è che sono sotto esami, e le idee
girano come impazzite nella testa e, beh, questo è il risultato.
Scrivo
da diversi anni, ma sono nuova di questa sezione di Efp
(pur avendo letto moltissime fan fiction). Quindi, se avete consigli o
suggerimenti da darmi (anche critiche, ovviamente! Ma costruttive), non fatevi
scrupolo!
Spero
che questo primo capitolo vi abbia incuriosite/i!
A
presto! ^_^
Ale