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Autore: Goldor    01/09/2014    1 recensioni
Claude Evans e Gabriel Scott sono due quindicenni, amici e compagni di classe. Anche se Gabriel non lo immagina, dietro alla tranquilla facciata dell'amico si cela un segreto straordinario. Un giorno Claude chiede aiuto all'amico per risolvere un gigantesco guaio in cui si è imbattuto, che rischia di alterare il loro stesso futuro
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve ragazzi, ecco pronto il prossimo  capitolo di questa fanfic, naturalmente riveduto e corretto solo per voi. Come avevo accennato, in questo capitolo finalmente verranno svelati molti dei misteri a cui Gabriel ha assistito nelle ultime ore e soprattutto si scopriranno molti dettagli sulla vita di Claude. Se non l’avete ancora fatto, vi invito a lasciare una piccola recensione o anche solo un breve commento alla storia. Naturalmente vi risponderò il prima possibile.
E ora vi auguro come sempre… Buona lettura!!!

 

2° CAPITOLO: LA CHIAVE DEL TEMPO
 

-2050? 2050?!-. Gabriel sembrava impazzito e per gli ultimi 5 minuti non aveva fatto altro che ripetere a pappagallo la data. Claude poteva capirlo, dopotutto era scioccato, ma aveva bisogno di lui e della sua mente, possibilmente sana.
-Calmati, ti prego-, azzardò in un palese quanto inutile tentativo di risvegliarlo dalla trance in cui era caduto –Ti posso spiegare tutto-.
-Mi puoi spiegare tutto?!-, sbottò Gabriel, stringendo con forza i braccioli della sedia, minacciando quasi di romperli –Beh, allora fallo! E alla svelta!-.
-D’accordo, d’accordo…-, sospirò Claude. –Uff, voi Arretrati avete sempre fretta-.
-E non chiamarmi “Arretrato”!-, sbuffò di nuovo Gabriel.
-D’accordo, basta che non distruggi quella sedia, è un pezzo antico e non è neppure mia!-, disse Claude, poi rivolto più a se stesso mormorò: -Vediamo… non saprei da dove cominciare-.
-Perché non cominci dall’inizio?-, gli suggerì l’amico che finalmente sembrava essersi calmato e con profondo sollievo di Claude aveva smesso di tentare di distruggere la sedia antica.
-D’accordo-, cominciò lui, sicuro –Il mio nome è Claude Evans, ho sedici anni. Sono nato nel 2034 e lavoravo nel Centro di…-.
-Un attimo!-, obbiettò Gabriel –Tu lavori? A sedici anni?-
Claude annuì. –Lavoravo a dir la verità. Vedi, nel futuro si comincia a lavorare molto più giovani, così la nostra economia non risente del cambio generazionale-.
-Nel futuro?-, mormorò Gabriel, poco convinto. –Ma non è possibile!-.
-Non puoi negare l’evidenza-, ribatté Claude. –E poi questo è il futuro solo per te. Per me è il mio presente. Capito?-.
-No-, ammise Gabriel. Non ci stava capendo proprio nulla.
Claude sospirò. -Ad ogni modo, lavoravo insieme ad un mio amico, il professor Engel Mortimer: ero il suo assistente di laboratorio-.
-Esattamente di cosa vi occupavate?-, chiese Gabriel, curioso anche se un po’ scettico.
-Fisica Polidimensionale-, esclamò Claude, orgoglioso.
Poi, vedendo l’espressione confusa sul volto di Gabriel, si affrettò a specificare: -Distorsioni spazio-temporali, paradossi e naturalmente… viaggi nel tempo-.
-Ma viaggiare nel tempo è pura fantascienza!-, disse Gabriel, fissando l’amico. –È impossibile!-.
-Se fosse vero quello che hai detto, tu non potresti essere qui-, disse Claude, sorridendo. –Anche volare ai tempi di Leonardo Da Vinci era pura immaginazione, ma nel vostro tempo ormai è realtà!-.
Gabriel annuì, visibilmente più calmo, ma la successiva domanda di Claude lo spiazzò. -Conosci Dimitri Allen?-.
-Come scusa?-, chiese Gabriel, senza capire. –Mi pare di averlo sentito nominare, ma non ricordo dove-.
Ci pensò un minuto e si batté la mano sulla fronte. –Ah, si. Ho letto un volantino che lo riguardava al liceo. Dovrebbe essere uno studente di quarta se non erro. Un genio, ha preso il massimo dei voti nelle ultime olimpiadi studentesche!-.
Claude sospirò. – Sì, è un genio. Dimitri era uno scienziato che lavorava insieme ad Engel al Centro di Fisica Polidimensionale. Io ero il loro assistente di laboratorio-.
-Beh, mi sembra sensato- disse Gabriel. –Era un genio prodigio e da grande è diventato uno scienziato-.
Claude continuò, senza dare segno di averlo minimamente ascoltato. –Lavoravamo giorno e notte, tentando di scoprire i segreti dello spazio e del tempo. Il nostro obbiettivo era la creazione di una macchina del tempo funzionante-.
-Una macchina del tempo?- chiese Gabriel. –E ci siete riusciti?-.
Claude annuì. –Calma, ci arriverò tra un attimo. Dimitri in particolare sembrava ossessionato dall’idea di tornare nel passato per un qualche motivo. Aveva riempito i quaderni di annotazioni su come cambiare eventi storici a suo favore-.
-Cambiare eventi storici?-, sussurrò l’amico –Ma è impossibile!-.
Claude scosse la testa. –Sfortunatamente non lo è. E Dimitri lo sapeva bene. Engel e io lo tenevamo sotto controllo. E poi, accadde-.
-Cosa?-, chiese Gabriel che ormai gli pendeva dalle labbra.
-Le nostre fatiche furono ricompensate-, rispose Claude. -Engel scopri la Chiave del Tempo, una complessa equazione matematica che permetteva letteralmente di perforare il tessuto spaziotemporale, generando distorsioni-.
-Potevate “perforare” davvero il tempo?-. Gabriel era sempre più scioccato. – Ma come?-.
Claude sorrise e rallentò, segno che stava per arrivare al punto chiave della vicenda. –Campi magnetici. Generando un immenso campo elettromagnetico in un punto molto piccolo dello spazio, esso collassa e crea una distorsione, che in pratica non è altro che un buco tra due tempi diversi. Se ci si avvicina troppo alla distorsione, si viene risucchiati dall’altra parte-.
Gabriel emise un gemito di comprensione e Claude ridacchiò. –Eh, si, vedo che hai capito. Ti ho portato qui con una distorsione temporale. Vedi, ultimamente, la città è satura di energia magnetica e si generano di frequente distorsioni naturali. Quando capì che una di esse passava proprio per il tuo tempo, decisi di prelevarti. Mi sarebbe bastato farti essere nel punto giusto al momento giusto-.
-E io-, finì Gabriel. – Ci sono cascato come un pollo-.
-Esatto-, sorrise Claude. - Sapevo che dopo averla vista non avresti resistito alla curiosità di guardarla da vicino. Nel tuo tempo siete prevedibili-.
Gabriel annuì di malavoglia. –Ma c’è ancora una cosa che non capisco. Perché mi hai portato nel tuo tempo? E soprattutto che ci facevi nel mio di tempo?-.
-Ci sto arrivando, un attimo-. Claude prese fiato e continuò col suo racconto. –Come ti dicevo, avevamo scoperto come creare distorsioni temporali. I primi esperimenti li avevamo fatti con l’acceleratore di particelle del centro, ma poi Engel volle di più. E così creò una vera e propria macchina del tempo, chiamata Tempix-.
-Wow, fantastico!-, esclamò Gabriel. –E tutto questo in pochi anni?-.
Claude annuì. –In verità fu piuttosto semplice, una volta in possesso della Chiave del Tempo. Ad ogni modo, come puoi ben immaginare, decisimo di tenere questa creazione nascosta da Dimitri, senza rivelare a nessuno della sua esistenza. Speravamo di riuscire ad allontanare Dimitri dal laboratorio, prima che facesse qualche pazzia-.
-E non ci siete riusciti?-, chiese Gabriel.
L’amico scosse la testa. -No, questo è il motivo per cui sei qui-.
Senza dire altro, Claude aprì il cassetto della sua scrivania e tirò fuori un piccolo aggeggio simile ad un proiettore a forma di sfera. –Un proiettore olografico a realtà aumentata. Ti voglio mostrare quello che Dimitri fece, circa sei mesi fa-.
 

Bene, direi che il secondo capitolo ha finalmente iniziato a chiarire un po’ come stanno le cose, anche se naturalmente ha aperto nuovi quesiti. Come promesso, questo capitolo è più lungo del precedente e vedrete che anche il terzo non vi deluderà. Nel prossimo capitolo, la trama e soprattutto le intenzioni di Dimitri verranno chiarite e approfondite.
Al prossimo capitolo: “La follia di Dimitri”!

  
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