Serie TV > Violetta
Ricorda la storia  |      
Autore: ChibiRoby    01/09/2014    5 recensioni
German ha sempre avuto paura di perdere la figlia. Prima per colpa della musica, poi quando si è innamorata.
Tratto dal capitolo:
Tutti gli errori che aveva commesso dopo la morte della sua amata Maria erano stati fatti a fin di bene, per proteggerla da un mondo troppo crudele e per proteggere anche se stesso. Infondo German era un uomo fragile e non avrebbe mai sopportato di perdere anche l’altra donna più importante della sua vita. German centric - Leonetta
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: German, Leon, Sorpresa, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Leonetta vista da fuori'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La paura di German
 
 
La più grande paura di German Castillo è sempre stata quella di perdere la sua bambina.
Tutti gli errori che aveva commesso dopo la morte della sua amata Maria erano stati fatti a fin di bene, per proteggerla da un mondo troppo crudele e per proteggere anche se stesso.
Infondo German era un uomo fragile e non avrebbe mai sopportato di perdere anche l’altra donna più importante della sua vita.
Eppure dovette cedere, prima con la musica, Violetta era nata per cantare e avrebbe seguito le orme della madre, con o senza il suo consenso.
E poi arrivò Leon che senza saperlo realizzò un’altra grande paura dell’ingegnere Castillo: la sua bambina si era innamorata! Aveva un altro uomo nella su vita il cui unico desiderio era renderla felice e forse ci riusciva anche meglio di lui.
Doveva ammettere che quando litigavano il suo cuore si divideva in due, una parte si dispiaceva per le sofferenze della sua bambina, l’altra invece si rallegrava nella speranza che il giovane Vargas sparisse finalmente dalla loro vita ma lui tornava sempre.
Col tempo e senza nemmeno accorgersene German iniziò a apprezzare il modo in cui Leon si prendeva cura di sua figlia mettendola sempre al primo posto, a malincuore doveva ammettere che quel ragazzo era tutto quello che un padre potesse desiderare per la propria figlia.
Lentamente iniziò ad appoggiare la loro relazione ma lo capì solo quando un pomeriggio ritornando a casa prima dal lavoro trovò Violetta seduta in braccio a Leon, intenti a scambiarsi un bacio che di casto aveva ben poco, sorprendendo se stesso non avvertì un principio d’infarto né si arrabbiò interrompendoli per cacciare il ragazzo in malo modo, silenziosamente andò in cucina per prepararsi una camomilla cercando di fare più rumore possibile, era pur sempre un padre geloso e possessivo!
E di certo non si aspettava che appena un anno dopo il diploma Leon si presentasse alla sua porta chiedendogli il permesso di sposare la sua bambina, inutile negare era stato tentato di non concederglielo, erano troppo giovani e non si sentiva ancora pronto a lasciare che la sua bambina appartenesse ad un altro uomo ma ancora una volta aveva ceduto, quei due sguardi supplicanti e colmi di speranza l’avevano messo con le spalle al muro.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di finire di esprimere a voce il suo consenso che entrambi lo abbracciarono con foga.
Sei mesi dopo stava accompagnando una raggiante Violetta all’altare, non l’aveva mai vista così felice, forse solo quando cantava su un palco.
Nel momento esatto in cui gli sguardi dei due promessi sposi si incrociarono German Castillo ebbe l’ennesima conferma di quello che già sospettava da tempo: Leon Vargas era l’uomo perfetto per sua figlia.
 
 
***
 
Erano passati tredici anni da quel giorno, German si trovava in ospedale, nel reparto maternità, pronto a fare la conoscenza della sua nipotina appena nata, ancora non riusciva a credere di essere diventato nonno per la quinta volta. Era incredibile come due cantanti famosi in tutto il mondo come loro fossero riusciti a formare una famiglia numerosa e amorevole.
Si affacciò alla porta della camera della figlia, Violetta era seduta sul letto con la schiena appoggiata allo schienale, tra le braccia stringeva la figlia avvolta in una copertina rosa.
-Papa! – sorrise vedendolo – Vieni, entra.
-Ciao tesoro. – le baciò la fronte sedendosi sulla sedia accanto al letto.
–È bellissima. – sussurrò senza riuscire a staccare gli occhi dalla piccola Vargas.
-Prendila, sono certa che Raquel non vede l’ora di conoscere il nonno. – gliela avvicino e German la prese stando molto attento a non farle male, erano cinque anni che non prendeva in braccio un bambino appena nato, da quando era nato il piccolo Jorge.
-A proposito, dov’è Leon? – domandò notando solo in quel momento l’assenza del genero.
-È andato a prendere i bambini, sono impazienti di conoscere la loro sorellina. - sorrise dolcemente al pensiero di riabbracciare i suoi tesori, non li vedeva dalla sera prima ma già le mancavano moltissimo. – Se conosco mio marito manterrà la sua tradizione.  – aggiunse guardando il braccialetto d’argento che teneva al polso.
Quando era nato Nicolas, il loro primogenito, Leon le aveva portato un mazzo di fiori, un peluche per il figlio e quel bracciale con le iniziali dei loro nomi e così aveva fatto per gli altri tre, solo che invece di un bracciale le donava un ciondolo con l’iniziale del piccolo appena nato.
-Mamma, nonno! – urlò un bambino dai capelli castani e gli occhi verdi entrando di corsa nella stanza seguito a ruota da una bambina dai lunghi capelli castano chiaro, quasi biondo e grandi occhi verdi!
-Nico, Sol! – li chiamò Violetta allargando le braccia per accogliere il suo primogenito e la sua terzogenita, che si fiondarono tra le braccia della mamma prima di salutare il nonno e la nuova sorellina.    
-È così piccola. – osservò Marisol con stupore, non era la prima volta che vedeva una bambina appena nata ma non lo ricordava, infondo quando era nato Jorge aveva solo cinque anni e aveva pochi ricordi di quel periodo.
-A sole poche ore di vita lo eri anche tu scricciolo. – sorrise Leon entrando nella stanza con in braccio il piccolo Jorge e con Rico che mollava la sua mano per correre a dare il mazzo di rose alla sua mamma.
-Grazie tesoro, sono bellissime. – sussurrò baciandogli la fronte, prese i fiori e li appoggiò sul comodino prima di riprendere in braccio la piccola Raquel.
Leon le si sedette accanto e le circondo le spalle con un braccio – Amore, come ti senti? – domandò baciandola a fior di labbra.
-Stanca ma felice. – sussurrò spostando lo sguardo dal marito ai suoi cinque meravigliosi bambini, le persone che più amava erano tutte intorno a lei.
 –Molto felice!
German osservò tutta la scena col sorriso sulle labbra. Non aveva perso la sua bambina, aveva semplicemente imparato a condividerla con il mondo e soprattutto con il resto della sua bellissima famiglia.  
 
 
 
Angolo autrice:
Piccola One short senza pretese, l’ho scritta di getto e non so nemmeno da dove mi è uscita l’idea, è nata così per caso e a essere sincera in alcune parti non mi convince molto.
Cercherò di postare il nuovo capito di “Non aspettavo che te” entrò sabato, nel frattempo lasciatemi una recensione e ditemi che ne pensate di questa One short, un bacio :D
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Violetta / Vai alla pagina dell'autore: ChibiRoby