Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |      
Autore: wakeupalice    01/09/2014    0 recensioni
[...] Era il giorno del suo diciannovesimo compleanno, ma il riflesso sullo specchio non era cambiato, sempre uguale; capelli neri lunghi fino alle spalle, bassina; magra, molto magra, ma per lei non era mai abbastanza. Occhi verdi; quanto erano belli i suoi occhi, solo che lei non lo sapeva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Settembre 2013.

"Buon Compleanno Ali! :-*"
Lo schermo del cellulare si illuminò.
Alice non fece in tempo a vedere chi aveva mandato quel messaggio, pigiò sul telefono.
"Ali", quasi le veniva da piangere, ma non lo fece, ovviamente la tristezza trasformatasi in rabbia la portò a scaraventare il telefono sul suo letto; avrebbe voluto gettarlo per terra, avrebbe voluto distruggere qualcosa, ma era consapevole che sua madre non le avrebbe regalato un telefono nuovo, ancora.
Si voltò e si guardò allo specchio, notò che non era riuscita a trattenere le lacrime, eppure a lei era sembrato il contrario, o forse era semplicemente abituata a quella sensazione umida sul suo viso. Era il giorno del suo diciannovesimo compleanno, ma il riflesso sullo specchio non era cambiato, sempre uguale; capelli neri lunghi fino alle spalle, bassina; magra, molto magra, ma per lei non era mai abbastanza. Occhi verdi; quanto erano belli i suoi occhi, solo che lei non lo sapeva. 
Le lacrime le rigavano ancora il viso, se fosse andata in cucina in quel modo sua madre avrebbe fatto domande a cui lei avrebbe dovuto obbligatoriamente rispondere perché avrebbe insistito fino alla morte in attesa della risposta.
Prese un batuffolo di cotone e se lo strofinò sotto le ciglia inferiori dell'occhio destro per togliere il trucco sbavato del giorno prima, ma ciò non fece altro che peggiorare la situazione, così si diresse verso il bagno.
Non avrebbe voluto piangere, non avrebbe dovuto leggere quel messaggio, avrebbe dovuto eliminare quel numero di cellulare da tempo, avrebbe dovuto cambiare utente telefonico, già, avrebbe dovuto, ma non successe niente di tutto questo.
Aprì un barattolino ovale in cui era rimasto del fondotinta e anche se ormai quasi completamente finito riuscì a coprire ciò che bastava per mascherare le tracce di pianto.
Si diresse verso la cucina e sua madre sembrava aspettarla, ovviamente era così, ma Alice si sentiva come se avesse appena commesso un omicidio e dovesse mantenerlo segreto per paura di essere incastrata. 
Eppure lei aveva solo pianto, di nuovo. Tutti gli esseri umani piangono, ma per lei piangere appariva una sconfitta; Alice non doveva farlo, Alice non poteva stare male, Alice doveva essere forte per se stessa e soprattutto per sua madre, doveva tenere la testa alta cosicché gli altri avrebbero potuto prendere esempio da lei, almeno questo era quello che sperava.
- Buon compleanno, tesoro mio. - si diresse verso di Alice con le braccia spalancate e un sorriso smagliante, gli occhi lucidi.
Lei non aggiungeva mai l'aggettivo possessivo "mio" dopo il nomignolo affettuoso che le riservava, Alice sapeva perché lo faceva, perché era così esageratamente affettuosa.
Era il suo compleanno, si, ma la madre di Alice cercava di mascherare l'assenza, l'assenza di suo padre, nonché ex marito.
Non voleva che anche il giorno del suo diciannovesimo compleanno, sua figlia pensasse "Oggi è un altro giorno, compio diciannove anni e mio padre non è a casa".
I genitori di Alice si separarono quando lei aveva solo tre anni, ma sarebbe stato facile se dopo la separazione il papà non si fosse fatto è più vedere e senza causare problemi, ma non fu così.
Negli anni precedenti, quelli che Alice ricordava perfettamente, suo padre tornava a casa costantemente ogni mese senza preavviso per sconvolgere l'intera famiglia: la mamma, lei, suo fratello. Alice aveva anche un fratello, ma essendo più grande prese la decisione di andare a vivere con suo padre lasciando sole sua madre e sua sorella, e questo "tradimento" Alice non glielo avrebbe mai perdonato.
Odiava suo fratello, odiava gran parte delle persone che conosceva poiché era capace di vedere dentro ogni individuo la parte buona e quella cattiva, lo sentiva a primo impatto.
Ma se c'era una persona di cui Alice si fidava ciecamente, era sua madre, e proprio per questo motivo doveva essere forte soprattutto per lei.
Alice abbracciò la mamma, quasi le lacrime stavano per fuoriuscire, ma non poteva assolutamente permetterlo.
- Tesoro mio, stai crescendo così tanto, quasi mi viene da piangere - continuò la madre con gli occhi lucidi.
Alice, allora, cercò un diversivo per scacciare via il pianto; lei era fermamente convinta che non si piangesse per felicità, ma che si piangesse perché il momento felice portava alla mente i pensieri tristi, almeno, quasi sicuramente, in quel caso, era così.
- Mamma compio solo diciannove anni, non sto andando all'università, per ora. - rispose Alice con tono ironico mentre apriva il frigo intenta a preparare la sua colazione.
- Oh no, tesoro mio, stamattina ho preparato io la colazione. - 
Infatti Alice voltandosi notò che i cereali erano già nella ciotola ricoperti di latte, erano lì dentro da chissà quante ore, sua madre aveva l'abitudine di preparare ogni cosa sempre in largo anticipo, il sapore non doveva essere dei migliori.
- Grazie mille, mamma - rispose Alice.
Si sedette sulla sedia posta al lato destro del tavolo, erano quattro in tutto, in memoria dei vecchi tempi. Lo sguardo di Alice si volse proprio su quella di suo padre.
- Dovremmo toglierle queste due, le sedie intendo. -
La mamma era intenta a sciacquare delle posate nel lavello, non si voltò per risponderle, ma anche se di spalle, Alice percepiva il suo volto malinconico e rassegnato.
L'acqua non scorreva più, si spostò verso destra e prese uno straccio con cui asciugarsi le mani.
Si girò verso sua figlia, prendeva fiato ma non parlava, quasi come se avesse paura.
- Mamma. - la richiamò - che succede? -.
- Stamattina tuo padre, ha chiamato per farti gli auguri - il suo non era un discorso lineare e Alice si stava innervosendo, bastava che nominassero quell'uomo per farla andare su tutte le furie. - tu però dormivi e non volevo svegliarti. - 
Alice sentiva che c'era qualcosa sotto, ma aspettò che finisse di parlare, si era giurata che non avrebbe fatto domande.
Sua madre la guardava dritta negli occhi, era la sua tattica. La tattica Reggo lo sguardo così do l'impressione di non nascondere nulla, soprattutto il fatto che tuo padre verrà qui per il tuo compleanno con una torta alla panna e cioccolato cantando tanti auguri a te, insieme a tuo fratello stronzo e festeggeremo come una famiglia felice finché, sempre il tuo amato padre, non darà di matto facendo scoppiare l'ennesima noiosa lite in cui qualcuno alza le mani su qualcun altro.
- Tutto qui? - chiese Alice.

- Sì. - rispose la mamma.
- Va bene. - 
La conversazione era finita in modo disgustoso e Alice affondò il cucchiaio nella sua ciotola di cereali zuppi, e per tutta la durata della sua colazione, la mamma e lei si scambiarono solo qualche sorriso imbarazzato.
- Mamma, io vado da Veronica, ha detto che ci tiene a darmi gli auguri di persona, non so quando torno, non tardi, forse. - Alice decise di mettersi subito sulle difensive, si aspettava che la madre la fermasse dicendo "Aspetta tesoro (senza mio) stasera viene tuo padre".
Ciò non accadde. 
- Va bene, tesoro mio -.
Alice tornò in camera e riprese il cellulare, tre messaggi non letti.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: wakeupalice