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Autore: Himi87    22/09/2008    1 recensioni
Una maledizione colpisce il castello Fudo. Dopo cento anni una giovane ragazza sarà la chiave per annullare il maleficio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

.:La Bestia:.

 

Silvia fissò impaurita l’essere che troneggiava di fronte a lei. Era alto circa due metri e aveva un aspetto animalesco. Il suo corpo era interamente coperto da una folta pelliccia rossiccia, mentre dai pantaloni spuntava una coda simile a quella di un cane troppo cresciuto. Il suo “volto” era enorme e peloso e dal capo spuntavano due piccole corna, mentre zanne appuntite uscivano dalla sua bocca. Silvia si ritrovò a fissare i suoi abiti; erano abiti del primo novecento, probabilmente, ma erano tutti sgualciti e strappati.

- Chi sei tu? – sibilò la bestia guardandola minaccioso.

Silvia continuò a guardare quell’essere spaventoso terrorizzata. Voleva scappare, voleva andarsene, ma le gambe non ne volevano sapere di muoversi. Sentì le lacrime pizzicarle di nuovo gli occhi mentre avvertiva il panico prendere possesso di lei.

- Ti ho fatto una domanda, ragazzina! Chi diavolo sei? Che sei venuta a fare qui? – chiese di nuovo.

- Veramente queste sono due domande, capo! – puntualizzò Pierre, zittito immediatamente da un’occhiata non proprio amichevole del suo padrone.

- Portatela nella torre a nord! – ordinò ai due servi.

- Vi...vi prego, lasciatemi andare. – riuscì a sussurrare Silvia ancora in preda al panico.

- Non so se ti è chiara la situazione, ragazzina! Tu qui sei mia prigioniera. Nessuno può entrare nel mio castello e pretendere di uscirne...vivo! –

Silvia sbarrò gli occhi mentre la bestia la afferrava per un polso e se la caricava malamente su una spalla. La ragazza parve riscuotersi iniziando a scalciare e a sbraitare insulti verso tutto e tutti.

 

*    *     *     *     *

 

- Henry, appena Silvia torna a casa dovrai farle una bella ramanzina! E’ un’irresponsabile, se aveva intenzione di stare fuori tutta notte almeno poteva avvisarci! Ci saremmo preoccupati un po’ meno! – mormorò nervosa Katherine De Alisia appoggiando la tazzina di thè sul piattino.

- Tesoro, Silvia ha sedici anni, è normale che faccia anche lei qualche birichinata. – disse calmo Henry De Alisia, famoso e ricco storico e docente universitario.

- Padre, credo che la mamma abbia ragione. Non è da Silvia comportarsi in questo modo. – sussurrò un ragazzo con lunghi capelli biondi e gli occhi celesti rivolti al di la della finestra, in attesa del ritorno della sorella minore.

- Diglielo Sirius! Diglielo ha questo sciagurato che non si preoccupa se sua figlia scompare per una notte intera! – inveì Katherine contro il marito.

Ma la loro discussione fu interrotta dal campanello della porta. Dora, la domestica, andò ad aprire seguita a ruota dalla Famiglia De Alisia. Ma sulla soglia non c’era la persona che loro speravano, bensì una ragazza coi capelli neri e corti, Lisa Smith.

- Lisa, che piacere rivederti. – salutò cordialmente Katherine: - Dora, puoi andare, grazie. –

- Scusate se mi presento di mattina così presto, ma volevo sapere se Silvia stava bene. – mormorò mesta.

- Silvia era con te la scorsa notte? – chiese Henry.

- Si, ma ...è rimasta indietro e io avevo troppa paura per tornare lì... – gli occhi nocciola della ragazza si riempirono di lacrime e la sua voce si fece incerta e incrinata per il pianto che presto sarebbe giunto.

- Lisa... – cominciò apparentemente calmo Henry: - ...Silvia non è tornata a casa.

 

*   *     *     *      *

 

La stanza della torre dell’ala nord era piccola e buia. I timidi raggi dell’alba filtravano appena dalla piccola finestra situata molto in alto. Alcuni metri sotto di essa Silvia stava rannicchiata su se stessa. Quella notte aveva consumato tutte le sue lacrime. Chissà se sarebbe mai riuscita a rivedere i suoi genitori e suo fratello. Dovevano essere molto preoccupati per lei, pensò.

Sentì la pesante porta di ferro aprirsi con uno stridulo e la Bestia comparire davanti a lei.

Si fissarono negli occhi per qualche istante senza dire una parola. Silvia notò per la prima volta che gli occhi del suo carceriere erano dorati e bellissimi, ma soprattutto quasi umani.

- Vieni, ti mostro la tua stanza. – disse gelido dandole le spalle.

- Cosa? Perché? – chiese confusa.

- Se preferisci stare qui... –

- No no! – scattò lei balzando subito in piedi e accingendosi a seguirlo.

La sera prima non aveva avuto modo di osservare con attenzione il castello.

Dall’interno sembrava ancora più enorme. L’architettura le sembrava del periodo Gotico. Silvia osservò affascinata gli arazzi che adornavano le pareti del castello; passò accanto, o meglio in mezzo, a molte armature che sembrava la studiassero da dietro l’elmo. Rabbrividì senza saperne il motivo.

Continuò a guardarsi in giro e finì per sbattere contro la Bestia che si era fermato davanti a una grande porta bianca con le rifiniture d’oro.

- Ouch! – imprecò Silvia: - Potevi avvisarmi che ti saresti fermato! –

Lui la guardò gelido da dietro la spalla, girandosi appena: - Siamo arrivati. – disse semplicemente spostandosi di lato per farla passare.

Silvia aprì titubante la porta trovandosi in una bellissima stanza quadrata. Un enorme letto a baldacchino era posizionato sulla destra vicino a una cassettiera, mentre la parete sinistra era occupata da un enorme armadio accanto ad uno un po’ più piccolo e verde.

- Di qualunque cosa tu abbia bisogno basta che la chiedi hai domestici. Ti è permesso andare in tutto il castello, tranne che nell’ala ovest. –

- Come mai? – chiese d’istinto.

- Perché si! – ringhiò la Bestia mostrando le zanne acuminate.

Silvia arretrò istintivamente di un passo, spaventata. Lui la guardò ancora per un attimo indeciso sul da farsi, infine se ne andò sbattendo la porta, senza aggiungere altro.

 

*   *    *    *    *

 

La Bestia si diresse velocemente nell’ala ovest. Attraversò a grandi balzi i corridoi del castello trovandosi davanti a una porta nera e piena di sfregi profondi. Aprì violentemente la porta scagliandosi su ogni oggetto a lui vicino. Iniziò a rompere tutto in quella stanza già semi-distrutta e desolata. Furente lanciò un vaso di porcellana contro la parete di fronte a lui che si ruppe accanto a delle frecce incastonare al muro.

La Bestia osservò quella che poteva sembrare una scultura: tre frecce messe a triangolo rovesciato.

Sospirò guardando quell’oggetto che un tempo era stato suo padre: - Che cosa devo fare? – gli chiese non ottenendo alcuna risposta, come ogni volta.

 

Fine 3° capitolo

 

Ah! Vi ho fatto aspettare un po’, ma ecco qui il terzo capitolo! Silvia e la Bestia si sono “conosciuti” e per la vostra gioia è apparso anche Sirius!XD

Ma ora passiamo ai ringraziamenti:

La sognatrice(Dreamer): Fanno ridere vero?XD Quei due hanno la funzione di smorzare un po’ le eventuali tensioni della storia. La voce come hai letto è di un focoso e rosso animale, il suo ruolo ideale!U__U

Krystal86: Si è bellissimo!^^ Si sono incontrati, ma molto presto si scontreranno...

Silviatheangel: XD Carina la battuta! Sì, si è davvero incavolato! Anche a me piace di più l’ambientazione moderna, oltretutto è “bello” anche che Apollo sia in quelle condizioni da 100 anni, aumenta la sua rabbia e il suo caratteraccio.XD

 

Ringrazio inoltre tutti quelli che leggono questa storia e anche Krystal86, La sognatrice e MoonCristal per aver messo questa fanfic fra i preferiti!

A presto, Himi.

  
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