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Autore: Ladyloki96    01/09/2014    6 recensioni
Ff su Doflamingo e sulla Donquijote family vi prego di recensire e di non leggere e basta.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Donquijote Family
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, ho deciso di iniziare la storia con la nota dell'autrice perchè sono stanca delle persone che leggono e basta senza recensire, senza dire la propria. Ebbene gente, seppur io non vi conosca, mi interessa la vostra opinione perchè ognuno pensa in maniera differente, quindi vi prego di recensire una volta letto. Non leggete e basta, dite la vostra. Non mi interessa se la recensione sarà negativa o positiva. Voglio sapere cosa ne pensate. Fatelo per i punti, fatelo perchè così sarete conosciuti, fatelo per il rispetto verso chi scrive... grazie e buona lettura.
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Marijioa. Nella linea rossa vi è tale regno, è qui ove dimorano i Draghi celesti. 19 su 20 famiglie che diedero vita al governo mondiale, eccetto quella Nefertari, avevano deciso di vivere a Marijioa per sicurezza. Nei loro regni vi si instaurarono dei re sostitutivi. Le 19 famiglie non abitavano tutte insieme, ma vicine. Ogni famiglia aveva la sua immensa villa, costruita con i motivi architettonici della sua patria. La famiglia Donquijote dimorava qui. A Marijioa. La villa, immensa, era addobbata a festa quel giorno. Era il compleanno di uno degli esponenti della famiglia. Di Donquijote Doflamingo. Doflamingo quel giorno avrebbe compiuto 8 anni. Il bambino guardava tutti gli addobbi con gioia. Era un bambino a cui piacevano le feste. Piaceva divertirsi e gli piacevano pure le cose belle, come gli addobbi per esempio. Guardava il tutto con felicità e con i suoi grandi occhioni azzurri.
 
-Sarà una bellissima festa!
 
Esultava correndo in qua e la per la sua reggia. Non immaginava quanto si sbagliava. Saltellava per la frenesia e tenendo sempre la mano di suo fratello minore Corazon, il quale sorrideva spensierato.
 
-Chissà quanti giocattoli papà mi avrà comprato!
 
Urlava il bambino frenetico. La festa si svolse normalmente come qualsiasi altra festa ma Doflamingo furbo mentre con le guance gonfie si mangiava l’enorme fetta di torta al cioccolato, panna e fragole si guardò intorno in cerca di qualcosa. Mancava qualcosa in quella festa… anzi due… Ma lui in quel momento sentiva più la mancanza della prima.
 
-Dove sono i regali? Mmmm?? Dove sono I MIEI regali?
 
Era un bambino molto esigente e non tollerava che mancasse qualcosa di suo, come per l’appunto i suoi regali. Quindi si alzò sul divano rivestito con pelle di camoscio e iniziò a saltellarvi sopra in segno di protesta.
 
-Dove sono i miei regali! Dove sono i miei regali!
 
Iniziò tale cantilena in segno di protesta e il fratello Corazon, che aveva 5 anni, iniziò a fare uguale. Il padre, spazientito, tirò un pugno sul tavolo, tale fatto spaventò i due bambini che si misero rapidamente seduti in maniera composta. Anzi Doflamingo con la mano scosse e puli pure il divano da probabili  pestate, anche se non vi erano nemmeno una.
 
-Tranquillo, i tuoi regali stanno arrivando. Ormai sei grande no? Quindi ti divertirai come i grandi! 

Con uno schiocco delle dita il padre fece entrare delle schiave, schiave bellissime e vestite in maniera succinta proprio per l’avvenimento. Avevano i collari al collo, un aria afflitta e guardavano il bambino. Il loro compito era di servirlo e riverirlo. Era palpabile la loro paura e il loro sconforto. Era palpabile il loro desiderio di essere altrove e non li. Il bambino le guardò con i suoi occhioni, piegò la testa con aria confusa.
 
-E io con queste che ci faccio? IO VOGLIO DEI GIOCATTOLI!

Ribadì il concetto al padre che era o stupido o lo faceva apposta. A quanto pare lo faceva apposta. Visto come si comportò successivamente.
 
-Non le vuoi? Allora le prendo io! 

Disse senza problemi e con esse andò in un'altra stanza. Il padre di Doflamingo era un uomo dedito ai piaceri e non perdeva mai un occasione di chiamare schiave bellissime per qualsiasi motivo unicamente per fare i suoi porci comodi. Dopotutto avrebbe perso la faccia con gli altri draghi celesti se le avesse chiamate per se. Tutto considerato era un uomo sposato,  un uomo potente e doveva far vedere, come tutti, che la sua vita privata era perfetta, che la sua famiglia era perfetta. I draghi celesti ci tengono alla famiglia, come abbiamo visto nelle vicende di Saboudy prima dei due anni. Ma Donquijote senior non ci teneva alla sua. Lui teneva solo a se stesso. Non amava ne i suoi figlioli, ne la sua povera consorte, infatti  preferiva chiamare schiave per qualsiasi strano motivo invece di passare un po di tempo insieme a lei. Ma tutto  starebbe cambiato. Comunque i draghi celesti vivono solo nella cultura dell’apparire, devono apparire quelli che hanno più soldi, quelli più felici, quelli più influenti. Anche la famiglia Donquijote faceva così, appariva felice, con una situazione familiare perfetta… anche se… non era affatto perfetta e i bambini, soprattutto Doflamingo che era il più sensibile, vi soffriva e imparava da questo cattivo maestro. Dopo aver mangiato la torta in solitudine insieme al fratello, tenuto compagnia dagli schiamazzi che il padre e le donne producevano in una delle tante stanze della raggia,  capì che gli mancava qualcosa. Intanto delle lacrime scendevano dai suoi enormi occhi blu sul quel dolce che stava mangiando, un enorme senso di solitudine gli era piombato a dosso. Invano il fratellino cercava di confortarlo con le sue dolci carezze, effettuate con le sue manine delicate che come veli di seta accarezzavano il visino sporco di torta e lacrime di Doflamingo.
 
 -Dove.. Dove è mamma?? Non è da lei non venire alla mia festa… Dove è mamma…    MAMMA! MAMMA! Dove sei! MAMMAAAAAAAAAAAAA!
 

Le urla di dolore del bambino erano strazianti, capitava a volte che lui avesse delle crisi di pianto. Iniziò a correre in lungo e in largo per la reggia, seguito dal suo fratello Corazon che a stento con le sue gambine teneva il passo. Doflamingo è sempre stato molto veloce ed elastico, infatti saltava sedie e tavoli senza problemi, era terrorizzato, sua madre non avrebbe mai, mai lasciato che lui eseguisse un compleann da solo. Ultimamente aveva sempre paura che sua madre lo lasciasse, anche perché litigava sempre con suo padre a causa delle donne che lui faceva chiamare per altri motivi. I più assurdi, oltre a quello di regalarle a Doflamingo erano quelli di rifare i letti, mansione affidata da altre schiave non così belle, o annaffiare il giardino, che di solito era una mansione compiuta dagli schiavi e non dalle schiave. Sua madre era stanca di essere trattata come un giocattolo, di essere umiliata da tale comportamento dell’uomo, da tempo non si sentiva più attraente, più donna per via dei continui tradimenti. La umiliava. Si sentita umiliata come donna. Non stava più bene, da donna solare che era, piano piano, era diventata cupa, asociale, depressa. Il bambino la cercò finche non la trovò. Il suo corpo era esamine, con gli occhi e la bocca aperta. Era disteso tra gli scalini della lunga scalinata che dalla stanza superiore matrimoniale portava al gran salone ove vi era la festa. Nessuno l’aveva vista. Era impossibile che nessuno l’aveva vista. Il bambino non ci credeva che sua madre… l’unica che lo amava e l’unica che lui amava fosse li morta nel silenzio generale. Nell’indifferenza generale. Le dinamiche sembravano chiare. Sembrava che la donna fosse caduta dalle scale. Doflamingo trattenne le lacrime e abbracciò il cadavere esaminandolo con le sue manine. Evidentemente non era andata così e il bambino urlò. Il suo pianto disperato si diffuse nella reggia come un fulmine a ciel sereno.
   
 
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