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Autore: gennargentu    01/09/2014    5 recensioni
Storybrooke, 2030, 01.45.
Un gruppo di ragazzi si ritrova nella cripta di Regina. In comune hanno parentele e amicizie, ma soprattutto l'assoluto divieto di approcciarsi alla magia. Divieto che si riserveranno d'infrangere, ancora una volta.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5



“Tempismo perfetto!” sbuffò Diana, riportando alla mente i racconti su Elsa. “Perché proprio qui?” domandò confusa, facendo riferimento al lasso temporale con cui si erano ritrovati a fare i conti.

“Non ne ho la minima idea” si espresse Ronald.

“Se cerca Gold , è da lui che dobbiamo andare” si reinserì nel discorso Regina, valutando quanto le era stato riferito e facendo per mettersi in marcia senza perdere ulteriore tempo.

“No! Aspetta!” Sentì tirare la manica della giacca. Diana le intimò di fermarsi. “Non devi interferire!” le ricordò.

“E che dovrei fare?” domandò la donna, in preda alla confusione.

“Ci hai scoperti, ma d'ora in avanti dovremmo cercare di apportare il minor numero di cambiamenti, lasciare che le cose vadano come devono. E non è previsto che tu vada ad avvisare Gold dell'arrivo di Elsa.” fece chiarezza Ronald.

“Avresti dovuto pensarci prima di parlarmene!” commentò Regina. “Dunque le vostre identità non devono essere rilevate a nessun altro” considerò poi la donna.


Ci fu del silenzio, interrotto solo dal rumore del vento che fischiava in lontananza, spostando aria gelida come ghiaccio.


“E se invece ...” Tutti si voltarono nella direzione di Keyla, in procinto di comunicare qualcosa. L'espressione allegra in volto faceva ben sperare.

“Se semplicemente rivelassimo le nostre identità e poi utilizzassimo la pozione per cancellare la memoria di tutti ...” buttò fuori la sua iidea. “Sarebbe molto più semplice e risolveremmo il problema dell'influenza sul futuro, dal momento che non avrebbero alcun ricordo di noi” delineò il suo piano.

“Certo che voi conoscete un mucchio di cose ...” approvò a suo modo Regina, compiaciuta.

“Mi sembra una buona idea” commentò Diana, dando una pacca alla compagna. “Eh brava Jones!” si congratulò.

“Secondo me invece è rischioso” ebbe il coraggio di esprimersi Ronald. Keyla si voltò confusa nella sua direzione ed assieme a lei tutti gli altri. “In che senso?” chiese spiegazioni la ragazza.

“No, voglio dire, è una buona idea ...” rimediò Ronald, in balia del paio di occhi azzurri. “Ma la terrei come piano B” spiegò pacato.

“Hai un piano A?” lo interrogò nuovamente Keyla.

“Sì” asserì Roland quasi intimorito dal suo sguardo. Ci fu del silenzio: gli occhi di tutti erano puntati sul ragazzo, in attesa di una spiegazione chiarificatrice.

“Ronald?” Lo invitò a prendere parola Regina, stufa di attendere una risposta.

“Gli hai messo addosso troppa pressione Jones!” ridacchiò Diana, osservando il fratello imbambolato. Regina colse l'imbarazzo del giovane.

Ronald ignorò il commento della sorellastra, assunse un'aria composta e prese a spiegare:”Se riveliamo le nostre identità, tutti collaboreranno per risolvere la situazione con Elsa. Ma nel momento in cui berranno la pozione, tutti i ricordi relativi a quest'arco di tempo, verranno eliminati indistintamente. Questo significa che verrà a mancare un tassello importante della loro esperienza, dell'esperienza dei nostri genitori: sono accadute cose che potrebbero non ripetersi." tentò di essere il più chiaro possibile. " La mia vita non è in pericolo, ma altre potrebbero esserlo” si voltò istintivamente verso Diana. Le vicende che avevano avuto luogo in quelle settimane avrebbero giocato un ruolo fondamentale nella sua futura esistenza e Ronald ne era ben consapevole.

“Che casino!” commentò Liam, portandosi le mani alla testa, faticando a stare dietro alle loro argomentazioni.

“Quando i miei genitori sono finiti nel portale  ... " intervenne nuovamente Keyla  "... Rumple ha bevuto la pozione per dimenticare quanto accaduto, quindi pensavo ...” fece per giustificare la sua idea Keyla.

“Certo. Infatti i tuoi genitori hanno mutato aspetto e solo Rumple ha bevuto la pozione. E ad ogni modo, i tuoi genitori hanno comunque fatto in modo che i tuoi nonni...” Neal inarcò involontariamente il sopracciglio. “... ok,che i genitori di Neal si incontrassero e ...” fece per spiegarsi Roland, ma venne interrotto.

“Potremmo mutare aspetto anche noi!” propose entusiasta Diana, prendendo spunto dal racconto di Ronald.

“Dimenticate che, dobbiamo anche tenere conto del fatto che Vincent avrà riferito tutto” fece presente Ronald.

 

Regina era in balia delle argomentazioni dei ragazzi, piuttosto colpita dalla quantità di conoscenze magiche che continuavano ad emergere dai loro discorsi.

“Ok, basta! Mi state facendo venire mal di testa!” intervenne ad un certo punto. “Chi diamine è Vicent?” esclamò, sempre più confusa.

“Il figlio di Gold e Belle” si affrettò a chiarire Diana.

“Uh, giusto. Mancavano solo loro all'appello, potevo arrivarci … ” commentò sarcastica Regina, ebbra di scoperte.

“Se Vincent ha riferito di noi ai nostri genitori ...” riflettè Keyla.

“... vengono a prenderci!” terminò Liam al suo posto, entusiasta. “Devo ancora finire di vedere il film” aggiunse, senza che nessuno gli prestasse attenzione.

“Che facciamo?” Keyla riportò tutti alla necessità di agire.

“Non possiamo tornare lì dentro, è un miracolo che non ci abbiano identificato!” commentò Diana.

“Questa Elsa, è pericolosa?” cambiò argomento Regina.

“Non ha cattive intenzioni, è una vittima. Diciamo che ci sono stati fraintendimenti.” sintetizzò come potè Ronald.

“Vivere in un vaso non dev'essere il massimo” considerò Diana.

Regina rimase in silenzio per qualche secondo, come a soppesare le informazioni che aveva ottenuto, poi ebbe uno scatto ed aprì la borsa.
“Ok ragazzina, queste sono le chiavi della mia casa” le porse a Diana con discrezione.

“Anche della mia” le fece presente la ragazza, intuendo la sua idea e strappandogliele di mano. Regina abbozzò un sorriso involontario, doveva ancora realizzare di
avere una figlia sfacciata. “Rimanete lì, fino al mio arrivo” si rivolse al gruppo.

“Cosa dirai agli altri?” la interrogò Ronald poco convinto.

“M'inventerò qualcosa. Approfitterò della gelida situazione per prendere tempo.” fece allusione all'evento imminente.

“Non uscite, non parlate con nessuno, non intervenite in alcun modo. Quando i vostri genitori si faranno vivi, sarò io a cercarvi.“ raccomandò. “Tutto chiaro?” verificò

rivolgendosi a tutti.

“Mi sembra di essere tornata al presente” commentò Diana divertita, sentendo le raccomandazioni della madre.

“Tutto chiaro?” ripeté la donna, avvicinandosi alla ragazzina e fissandola per rimarcare il messaggio.

“Sì, mamma” sbuffò Diana con una naturalezza che colse la donna di sorpresa e si allontanò assieme agli altri.

 

Regina rimase in piedi immobile, per qualche momento, in balia di pensieri ed emozioni che non riusciva ancora ad elaborare chiaramente: osservò la figlia muoversi
lungo il viale assieme al fratello e ai compagni, indubbiamente conoscevano la strada.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Era enorme! … un enorme pupazzo di neve!” Regina udì la voce del nano, rientrando nel locale. Fu felice di constatare che l'attenzione fosse focalizzata su Leroy.

“Un pupazzo di neve gigante? Ne sei sicuro?” lo interrogò David perplesso e preoccupato allo stesso tempo.

“Dubiti forse di quello che dico?” rispose Leroy al principe.

“Ormai non dubito più di nulla” disse Charming, tenendo conto delle passate esperienze.

“Dov'è ora?” s'inserì nel discorso Emma, tentando di valutare la situazione.

“Non lo so, quando l'ho visto andava nella direzione opposta al Granny's, verso la casa del sindaco” spiegò il nano.

Regina ebbe un sussultò, si rialzò velocemente dalla panca su cui si era appena seduta e fece per uscire dalla porta.


“Dove vai mamma?” la interrogò Henry, seguendola.

“rimani qui” raccomandò al figlio, senza rispondere alla sua domanda e si diresse in tutta fretta all'esterno.

“Vengo con te” sentì una voce alla sue spalle, non appena fu uscita. Emma Swan aveva un'espressione decisa in volto.

“Non è necessario” fece inutilmente presente Regina, senza nascondere un po' d'irritazione, ma rientrare nel locale non era nei piani della Salvatrice.

 

 

 

 

 

 

Diana, osservò la sfera luminosa, levitarle sul palmo, poi puntò la sua vittima a distanza.

“No!” la fermò il fratellastro, bloccandole il braccio con le mani.

“Si sta avvicinando” puntualizzò la ragazza, senza tuttavia opporre resistenza.

“Niente interferenze” Roland bandì all'aria le due magiche paroline.

Anche Keyla abbandonò l'intento, ma rimase in piedi per qualche secondo di fronte alla villa del sindaco, osservando l'enorme creatura avvicinarsi lentamente.

“Sì, anche a me fa un certo effetto” ammise Ronald osservando il pupazzo di neve, ed avvicinandosi a lei. Keyla abbozzò un sorriso. “ E che lo ricordavo più piccolo Olaf” commentò.

 

Diana, sull'uscio di casa Mills, li osservava.

“Muovetevi!” urlò loro Neal con un tono deciso, estraneo ai suoi modi accondiscendenti, come le avesse letto in testa.

“Fatti sentire principe!” lo intimò Diana coi suoi modi bruschi, battendogli un colpetto su una spalla e nascondendo la sua gratitudine.


Si sistemarono sul divano, in soggiorno, tutti tranne Liam. Da buon figlio di pirata qual'era, si era spostato in cucina alla ricerca di “ricchezze” da depredare. Esistevano delle cose per le quali avrebbe solcato i mari di tutti i regni, il loro nome era torte. La Regina che conosceva preparava una squisita torta di mele e non ne era mai sfornita. Questo spiegava le misteriose assenze del piccolo Jones da casa all'approssimarsi dell'ora della merenda e le continue visite al sindaco e alla famiglia. Non che a Regina dispiacesse avere attorno un tale estimatore del suo prodotto. In più occasioni infatti, aveva colto la palla al balzo per vantarsi delle sue abilità culinarie in presenza della Swan, rimarcando con una particolare soddisfazione le preferenze di Liam, suo figlio.
“Sei un venduto!” commentava ironicamente Emma, quando beccava il biondino a rimpilzarsi di torta di mele a casa della regina. Snow la prendeva meno serenamente: la realtà era che suo nipote preferiva i dolci di Regina a quelli della nonna.

 

“Quindi, aspettiamo ... ” Diana interruppe il silenzio che si era creato in soggiorno.

“Aspettiamo” ripeté Roland sospirando e studiando i cambiamenti di una stanza che conosceva bene. L'arredamento era molto più scarno di quello a cui era abituato, essenziale, poco confortevole. Fu strano notare l'assenza delle fotografie di famiglia sopra al caminetto, sostituite da un paio di quadri, raffiguranti cavalli bianchi. Bianchi come il camino, il divano su cui erano seduti lui, Keyla e Diana e la poltrona ed esso frontale, su cui si era accomodato Neal. A dividerli dal principe, un tavolino rettangolare su cui era poggiato un vaso di fiori, in tono con i colori del salotto.


“Dite che qualcuno ci ha visto entrare?” domandò Keyla, riflettendo sulle raccomandazioni che Regina aveva fatto loro poco prima.

 

“Pupazzo a parte, la strada era deserta. Certo se non vi foste trattenuti inutilmente fuori ...” commentò Diana, che non era mai stata capace di tenere le cose per sé.

 

“Non avevo mai visto un pupazzo di neve gigante” si giustificò Keyla.

 

“Un Olaf gigante!” precisò Roland, strappandole un sorriso e sorridendo a sua volta.

 

Diana roteò teatralmente gli occhi osservando le interazioni dei due, poi buttò lo sguardo su Neal e lo vide alzarsi di colpo, con una espressione infastidita in volto. “Dove va principe?”scherzò vedendolo allontanarsi.

“Vado a vedere che combina Liam” rispose in tono secco proseguendo verso la cucina, senza voltarsi.

“Che modi sono questi?” lo provocò Diana. “Principe scorbutico!” gli urlò dietro divertita, senza ricevere risposta.

 

 

 

 

 

 

 

 

La pistola alla mano, Emma Swan si muoveva con circospezione lungo le strade della cittadina. Qualche metro indietro, Regina studiava il modo di sbarazzarsi della sua compagnia.

“Dividiamoci” propose ad un tratto la donna, con un tono imperativo. “Io andrò in quella direzione” dichiarò alla Swan, indicando il lato della strada che proseguiva sino
alla sua via e lasciando intendere quale parte spettasse a lei.

“è dove Leroy ha detto di aver visto il mostro, non puoi andarci da sola” precò fiato Emma.

“Appunto, non vorrai essermi d'intralcio. Hai già creato abbastanza problemi” commentò Regina in tutta risposta, con evidente allusione a Marian. Nonostante il suo stato d'animo fosse mutato per via dell'incontro con la sua futura figlia e l'inevitabile presa di conoscenza dei futuri accadimenti, fingersi in collera era un buon pretesto per ottenere ciò che le serviva da Emma Swan, la donna colpevole di aver distrutto il suo lieto fine.

“Ne sei sicura?” trovò il coraggio d'indagare la Swan.

“Più che sicura! Inoltre il pupazzo non è inanimato, si muove di continuo e potrebbe essere ovunque. ” Regina cercò delle scuse plausibili, ma si rese conto che ciò che aveva detto non era del tutto falso. Quel mostro poteva effettivamente trovarsi ovunque, anche Elsa poteva essere ovunque, anche se per quello che aveva capito era alla ricerca di Gold, e lei doveva preoccuparsi di gestire Emma Swan. Sentiva che stava per esplodere, la situazione era ingestibile.

“Ok, allora andrò da quella parte” si arrese Emma e si mosse lentamente nella direzione pattuita. Regina fece lo stesso, ma avanzò molto più velocemente.

 

 

 

 

 

 



“Uh, direi che siamo tornati indietro” valutò David, riconoscendo lo scenario: strade, case, negozi ed ogni altra cosa ricoperti da strati di ghiaccio.

“è stata una buona idea evitare di utilizzare la Jolly Roger” dichiarò Robin, rivolgendosi a Killian. “Avremmo subito dato nell'occhio” aggiunse, constatando la sua assenza nel porto.

"Già!" Killian Jones asserì col capo, mentre li precedeva scendendo lungo la passerella. “Curioso” commentò rallentando il passo, liberò un sorriso guardandosi attorno.

“Che cosa?” indagò il suocero, che tentava di capire facendo lo stesso.

“Bah, giusto ieri sera, Liam ha insistito perché vedessimo un vecchio film ...” iniziò a spiegare. " Frozen!” scandì divertito.

“Credi che ...” considerò David. Killian lo precedette:”Se avete freddo, prendetevela con il piccoletto!” sorrise sotto i baffi l'uomo, riprendendo il passo.

“Killian!” sentì urlare il suo nome poco dopo e portò la mano nella tasca dei jeans.


 








2 PAROLE DALL' AUTRICE:
Eccoci con il quinto capitolo di questa saga psichedelica: mi scuso per il ritardo, ma ho avuto problemi con il pc (maledetto!!) e poi anch'io mi sono goduta una buona vacanza e tra un'onda e l'altra ho abbandonato i buoni propositi.
Siamo già a settembre, vi rendete conto?!  Ma io sono piuttosto positiva, nuovi progetti e sopratutto la nuova stagione di Once upon a time!

Buona lettura e come sempre, alla prossima! ;)

 

 

   
 
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