Capitolo uno
“ Sei
tale e quale a …
“
Boston, Ottobre
1980
Victoria
Larsen non ha mai tempo per se stessa; deve gestire una figlia ribelle
di
quindici anni, un fresco divorzio e il suo lavoro da infermiera presso
l’ospedale locale.
Quella
mattina che sembrava apparentemente tranquilla, aveva deciso di
passarla a
leggere in veranda; ma la pace cessò non appena
suonò il telefono di casa.
<<
Pronto? >>
<< Buongiorno signora, Parlo
con la madre di
Grace Larsen? Sono la signora Parker la preside della Roosevelt High
School
>>
<<
Buongiorno! Si sono io; è successo qualcosa a mia figlia?
>>
<<
Sua
figlia ha dato inizio a una rissa in cortile durante la ricreazione, ha
ferito
lievemente una sua compagna di classe, le consiglio di venire al
più presto
possibile! Grace in questo momento si trova nell’aula di
detenzione>>
<< Mi rincresce moltissimo
signora preside!
Arrivo subito >>.
Così
dicendo, la donna si vestì e si recò a scuola per
discutere con la preside. La Roosevelt
High School era la scuola più prestigiosa di Boston
nonché la più antica.
Victoria
entra a scuola e si reca immediatamente nell’ufficio della
preside per
discutere dell’accaduto.
La signora
Parker è una donna sulla cinquantina, bassa, di robusta
corporatura e con un
viso arcigno. Aspettava sempre il momento perfetto per imporre
severissime
punizioni a tutti i suoi studenti. Attendeva in piedi davanti alla
porta
l’arrivo della signora Larsen, quando questa
arrivò si chiusero in ufficio e si
misero a discutere.
<<
Signora Larsen, è la seconda volta che ci vediamo questo
mese! Sua figlia è
davvero troppo indisciplinata, se non prende provvedimenti al
più presto temo
che possa rischiare di immischiarsi in guai molto seri in un prossimo
futuro.
Questa volta ha slogato il polso alla sua vicina di banco, la signorina
Elizabeth Wilks, per motivi che ancora adesso mi sono ignari
>>.
<<
Non
so come scusarmi, mi creda. Mi sento terribilmente in imbarazzo per
quanto è
successo! Provvederò sicuramente a dare una raddrizzata a
mia figlia non si
preoccupi. Scriverò una lettera di scuse alla famiglia della
ragazza. Posso
chiederle quale sarà la sorte di mia figlia adesso?
>>
<<
Ho
deciso di darle un’ultima opportunità, solo se lei
mi garantisce che non
accadranno mai più cose di questa gravità! Se sua
figlia commetterà altre imprudenze,
sarò costretta ad allontanarla dall’istituto! Per
adesso se la caverà con un
mese di pomeriggi extra, dove aiuterà gli inservienti della
scuola. Con questo
è tutto! Mando subito a chiamare Grace così
può riportarla a casa >>.
<<
Grazie,
le assicurò che non accadrà mai più
>>.
Durante il
tragitto scuola- casa madre e figlia discussero animatamente.
<<
Grace ascoltami bene, esigo subito una spiegazione per quanto
è accaduto!
>>
<< Che palle mamma! Anche se
te lo spiego non
capiresti! Sei tutta perfettina! Comunque la professoressa di storia
questa
mattina ci ha interrogato insieme, abbiamo detto in parte le stesse
cose, la
nostra preparazione era in pratica uguale e alla fine lei ha preso la
sufficienza ed io no. Mentre eravamo in cortile a ricreazione,
è venuta da me
con le sue stupide amiche e ha iniziato a prendermi in giro, dandomi
dell’ignorante e della sfigata. Ecco perché le ho
messo le mani addosso mamma!
Non sopporto che nessuno mi dica niente ingiustamente! >>
<<
Ho
capito! Però avresti potuto evitare di picchiarla, potevi
provare ad aggiustare
la situazione con le parole! Andrò a parlare con la tua
insegnante
prossimamente. Anche se alla fine hai ragione, sono costretta lo stesso
a
punirti, per un mese niente più televisione, le tue uscite
con le amiche
saranno limitate e ti sequestrerò tutti i tuoi dischi.
Comunque sei tale e
quale a… >>.
<< No mamma! Ti prometto che
non picchierò più
nessuno e che d’ora in avanti cercherò
di comportarmi meglio! A chi assomiglio? >>
<<
Lascia
stare Grace, proverò a crederti ma sei ugualmente in
punizione >>.
Con queste
ultime battute le due arrivarono a casa.
Appena
entrate, Grace si dirige in camera sua sbattendo la porta, prende uno
dei suoi
dischi preferiti del momento, quello dei Korgis e il brano “
Everybody’s got to
learn sometimes” risuona per tutta la stanza.
<<
Non
ti avevo forse detto che ti avrei sequestrato tutti i dischi
signorina? >>
<<
Ti
prego mamma, solo un’ultima canzone, dopo di che non
opporrò resistenza alla
tua punizione>>
<<
Va
bene tesoro, un’ultima canzone e poi basta>>