CAPITOLO DUE – LA STELLA MORTA CHE INQUIETA LE FATE
“Ciao, fratellini”
Era stata una voce fredda a parlare, fredda e tagliente come una lama, eppure velata di una sorta di ironico sarcasmo. Nessuno dei presenti si mosse per un bel po', perché la figura che si stagliava in controluce sul limitare della porta aveva in sé qualcosa di divino e demoniaco, un'aura e un aspetto che attiravano e allo stesso tempo mettevano i brividi.
Lucifer, il Dragon Slayer degli Inferi.
Lo
stesso infernale nemico che Natsu, Gajeel e Laxus avevano dovuto
affrontare alla Baia degli Schiavi solo poco tempo prima.
Non
era cambiato nulla nell'aspetto o nei modi: alto e slanciato dal
portamento elegante, i tratti del viso nobili come quelli di un
principe, il taglio degli occhi affilato al pari dei rettili. I suoi
capelli color dell'argento scendevano morbidamente fin quasi al
fondo-schiena, perfetti, e sembrava che avesse sostituito gli abiti
laceri che portava alla fortezza di Hellhound con alcuni nuovi di
zecca dello stesso stile gotico. Bello e spaventoso al tempo stesso,
Lucifer guardava dritto davanti a sé, divertito dallo
sconcerto che
riempiva il salone.
Cana
fu la prima a ritrovare la voce e a dire chiaramente ciò che
pensava, a dispetto della tensione generale.
“Wow...
chi è quello schianto?”
commentò mangiandosi con gli occhi
il nuovo arrivato.
“Schianto?” ripeté Gajeel, disgustato. “Quello lì è schiantato in testa, te lo dico io”
Lucifer
non badò ai commenti dell'uno o dell'altra e
avanzò a passo fiero
verso il centro del salone, trascinandosi dietro quello che sembrava
a tutti gli effetti un cadavere carbonizzato.
L'odore
di carne bruciata si spanse nella sala come un miasma tossico e
raggiunse il naso sensibile dei Dragon Slayer presenti.
Solo
Natsu però riuscì a distinguere quell'odore per
quello che era,
oltre il tanfo di morte: l'odore della spia che
solo due ore
prima lui stesso aveva inseguito con tanto impegno sui tetti di
Magnolia e di cui aveva finito col perdere le tracce.
Nessuno
tentò di fermare l'avanzata del Drago degli Inferi, nessuno
ebbe il
coraggio di mettersi in mezzo o rivolgergli la parola. La sua aura
devastante era sufficiente a tenerli tutti alla larga, inchiodati
lì
dov'erano come topi davanti al serpente.
Persino
Gray ed Erza rimasero fermi al loro posto, sebbene fossero pronti a
lanciare un attacco da un momento all'altro, se quel pazzo avesse
mostrato intenzioni ostili.
Seduto
sul bancone, Makarov assistette all'avanzata del nuovo arrivato in un
silenzio carico di tensione, mentre Laxus si ergeva ritto e
minaccioso davanti a Lucifer, quasi a volerlo sfidare.
“Cosa cazzo ci fai tu qui?” domandò senza mezzi termini.
Lucifer
si fermò in mezzo alla sala, esibendo un sorrisetto
mellifluo.
“Seguo
il tuo consiglio” rispose. “Mi unisco a una
gilda”
Il silenzio che seguì fu anche più pesante del precedente perché dettato da un miscuglio di incredulità e paura.
A
Laxus pulsò una vena alla tempia.
“Mi
prendi per il culo, maledetto?” ringhiò dopo aver
assimilato le
sue parole. “Quando ti ho suggerito di cercarti una gilda,
intendevo qualsiasi gilda tranne che
questa!”
La rabbia nella sua voce era palpabile, i suoi occhi già mandavano saette. Era ovvio che in quel momento considerasse Lucifer una minaccia quasi peggiore di Zeref.
“V-vuoi unirti a Fairy Tail?” ripeté Natsu, confuso.
Lucifer
spostò gli occhi su di lui senza perdere il sorriso.
“Una
gilda vale l'altra, ma in questo caso è compito di un
fratello
maggiore prendersi cura dei suoi fratellini”
“Allora potevi unirti alla gilda di quei mocciosi di Sabertooth” ringhiò Gajeel. “Chissà, magari sono abbastanza matti da prenderti con loro, perché di sicuro qui tu non ci entri. Dico bene, Master?”
Non accadeva spesso che Gajeel fosse così protettivo verso la gilda da prendere addirittura da sé una decisione di quella portata. Eppure Makarov non sembrò farci caso, perché fu d'accordo con lui senza alcun indugio.
“Hai ragione” rispose infatti, guardando rigidamente Lucifer. “Mi hanno parlato di te, Drago degli Inferi. Per quello che ne so, sei un mago dal potere troppo grande e instabile per poter vivere nella società senza mettere in pericolo quelli che ti circondano. Perciò non posso assolutamente permetterti di entrare in questa gilda”
Pur nel silenzio che seguì, tutti sentirono il sospiro di sollievo che quelle parole generarono, perché a parte Cana e un altro paio di ragazze single interessate al fisico da modello di Lucifer, nessuno aveva la benché minima intenzione di averlo tra i piedi.
“Non mi serve il permesso di un vecchio per fare quello che voglio” ribatté il Dragon Slayer con aria di netta e fiera superiorità. Buttò a terra il cadavere che si era portato, in modo che tutti vedessero l'unico brandello di pelle sfuggito alle fiamme, con sopra impresso il familiare marchio di Raven Tail.
Una spia di Ivan.
Nel
salone si diffuse un mormorio sommesso, e gli stessi Dreher –
nonno
e nipote – sgranarono gli occhi a quella vista.
Master
Ivan, il loro acerrimo nemico, li stava tenendo d'occhio a loro
insaputa.
“Un regalino per voi” annunciò Lucifer. “Per dimostrarvi la mia lealtà”
Un attimo dopo, si era già voltato bruscamente verso Lucy, in piedi lì vicino, e l'aveva afferrata per il braccio per tirarsela contro.
“Aaah! Ehi, ma cosa...?!”
“Lucy!!!” urlò qualcuno, mentre Natsu gonfiava i muscoli e si apprestava a partire all'attacco.
Tutti
misero mano alle armi o evocarono una magia offensiva, ma nessuno
osò
colpire per primo, sia per paura di Lucifer, sia per timore che quel
pazzo facesse del male alla loro compagna.
Lucifer
tuttavia non mostrò intenzioni bellicose, si
limitò a prenderle il
polso e a sollevarlo davanti a sé per vederlo meglio. O per
essere
più precisi, per vedere meglio l'emblema di Fairy
Tail tatuato
sulla sua mano.
Passarono
attimi di silenzio e tensione che sembrarono durare
un'infinità
prima che il Drago degli Inferi la lasciasse andare senza una parola.
A
quel punto, ciò che fece fu ancora più assurdo:
si portò un dito
davanti all'occhio sinistro e tracciò i contorni del marchio
sulla
pupilla, tramutandola con la magia nell'emblema stesso della gilda.
Tutti assistettero sbigottiti alla scena, a corto di parole.
Quando finì l'operazione, rivolse lo sguardo a tutti i presenti, mostrando apertamente il simbolo che tutti loro amavano stampato dritto nel suo occhio ceruleo.
“Ho il marchio, ora” osservò Lucifer, mentre sottili lacrime di sangue scendevano sul lato sinistro del suo volto, dovute probabilmente al fatto si essersi modificato a forza una parte del corpo. “Dunque sono ufficialmente un membro della gilda”
Makarov aveva i pugni serrati e gli occhi sbarrati dallo shock. Nessuno aveva mai fatto una cosa simile. Nessuno era mai venuto alla gilda pretendendo di entrarci senza il suo consenso e auto-tatuandosi il marchio in un punto impossibile da cancellare. Una situazione del genere non si era mai verificata, e lui non era neanche troppo sicuro di come gestirla.
Nello
stupore generale, Natsu boccheggiò, sorpreso.
“Quello
lì è ancora più matto dell'ultima
volta”
Laxus,
al contrario, cominciò a farsi attraversare da scariche
elettriche,
indici di tutta la sua furia.
“Tu”
sibilò. “Ti rendi conto di che cosa hai
fatto?!”
Stava
già per lanciarsi all'attacco, ma la voce di Makarov lo
fermò un
secondo prima.
“Aspetta,
Laxus”
Tutti
si voltarono verso il Master. Perché lo aveva fermato? Cosa
gli
passava per la testa?
Il
vecchio sospirò gravemente e fissò a lungo il
Drago degli Inferi,
indeciso su come agire.
“Dimmi il tuo nome, ragazzo”
Il
diretto interessato si esibì in un inchino profondo, con il
quale i
suoi capelli d'argento scesero fino a sfiorare il pavimento.
“Lucifer”
“No, il tuo nome completo. Se vuoi entrare nella gilda, presentati come si deve”
Per
un attimo tutti pensarono che Lucifer si sarebbe messo a ridere e lo
avrebbe ignorato come prima, ma a dispetto delle aspettative, il
Dragon Slayer acconsentì a quella semplice richiesta.
Accennò
un secondo inchino talmente elegante da poter essere paragonato a
quello di un principe davanti a una dama.
“Lucifer Totenstern. Figlio del Drago degli Inferi, Necronomycon”
Totenstern.
Laxus
conosceva il significato di quel nome, la cui cadenza sembrava
provenire dalla stessa città in cui erano nati lui, suo
padre e suo
nonno.
Totenstern,
stella morta.
Che
fosse il suo vero nome o meno, era perfetto per un mostro come lui.
“Precedenti affiliazioni?” domandò Makarov.
“Moon Gate, Deadly Sins, Nube Negra, Quatro Cerberus, Hellhound”
Più di qualcuno sobbalzò nell'udire quei nomi. Ad eccezione di Quatro Cerberus, tutte le altre erano rinomate gilde oscure degli anni passati. A parte la gilda di Master Goldmine, tutte erano andate distrutte. Si diceva addirittura che le prime tre fossero state fatte a pezzi da uno dei loro stessi membri, e se quelle voci erano vere anche solo per metà, non c'erano dubbi su chi le avesse smantellate.
Ci fu un lungo silenzio prima che il Master prendesse la sua decisione.
“Lucifer Totenstern” esordì a voce alta, così che lo sentissero tutti. “Ti dichiaro ufficialmente mago di Fairy Tail col titolo di membro esterno. Per quelli di voi che non lo sanno, pochi maghi prima d'ora sono stati membri esterni della gilda. Lo è stato Mystgun, per sua stessa scelta, e per certi versi lo è anche Gildarts. Significa che non gli è concesso restare nelle vicinanze della gilda se non per accettare una missione. Il membro esterno può solo vegliare sulla gilda da lontano, senza mai avvicinarsi ai compagni. Normalmente è un titolo che viene dato solo a maghi particolarmente violenti o pericolosi, e mi sembra il caso di conferirlo al nuovo arrivato. Ti è tutto chiaro, Lucifer?”
Il Drago degli Inferi scosse le spalle. “Avete paura che distrugga la vostra casetta? Hmpf. Non ho alcun interesse per i deboli topolini come voi”
Con
quelle ultime parole, e guadagnandosi le occhiate più truci
immaginabili, si avvicinò alla bacheca degli incarichi,
strappò un
paio di annunci a caso e marciò fuori dalla gilda senza
aggiungere
altro, sotto lo sguardo attonito e inviperito di tutti i presenti.
Non
appena fu uscito dalla gilda, e dopo che la sua aura cupa e
opprimente si fu dileguata del tutto, ci fu un grande sospiro di
sollievo collettivo. Due secondi dopo, l'intera gilda esplose contro
il proprio Master.
“Cosa cazzo ti è passato per la testa, vecchio?!” ruggì Laxus, sull'orlo di una crisi di nervi.
“Già, spiegaci perché hai fatto entrare quel bastardo nella gilda!” lo spalleggiò Gajeel.
“Quel tizio è pericoloso!” urlò ancora Gray.
Uno a uno quasi tutti i maghi della gilda fecero sentire a gran voce il proprio disappunto per la scelta appena compiuta dal Master, il quale rimase pressoché impassibile davanti a tutto ciò, limitandosi a tenere la testa bassa e la fronte corrugata, almeno fino al momento in cui la sua pazienza si esaurì e la sua voce sovrastò quella di tutti gli altri.
“FATE SILENZIO, BRANCO DI STUPIDI! SE HO DECISO DI FARLO ENTRARE ALLORA ACCETTATELO E PIANTATELA DI LAMENTARVI!”
Solo
i più coraggiosi tra i presenti riuscirono a trattenersi dal
fare un
passo indietro dinanzi alla trasformazione in gigante di Makarov, e
quei pochi furono comunque attraversati da un fremito. Non era mai
una buona idea far arrabbiare il Master.
A
quel punto, e dopo un sonoro brontolio di dissenso, ognuno se ne
tornò a badare agli affari propri e a commentare l'accaduto
con i
compagni.
Laxus
se ne andò per le sue sbuffando come un treno a vapore, Erza
mise su
un broncio contrariato, Gajeel uscì dalla gilda imprecando,
Gray e
Natsu cominciarono a legnarsi tanto per sbollire la frustrazione.
Era fin troppo chiaro che quella situazione non piaceva a nessuno.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Passò una settimana dal giorno in cui il Master aveva ammesso il Drago degli Inferi nella gilda.
La
rabbia e l'indignazione si erano un po' diluite, ma ancora adesso se
qualcuno faceva il nome di Lucifer scoppiavano proteste e commenti
acidi. Nemmeno uno dei maghi di Fairy Tail aveva sostenuto la
decisione di Makarov: persino Cana – la quale sulle prime
aveva
guardato Lucifer con occhi luccicanti – alla fine si era
trovata
d'accordo con Laxus e gli altri.
C'erano
state volte in cui gli stessi nemici della gilda erano stati accolti
a braccia aperte – più o meno – e
Gajeel, Juvia e Panther Lily
ne erano gli esempi viventi. Ma in quanto a Lucifer... tutti si erano
resi conto che qualcosa in quel tipo non andava. Non era aggressivo e
spaccone come Gajeel e non era nemmeno megalomane come lo era stato
Laxus sette anni prima... ma in un certo senso aveva in sé
qualcosa
di veramente malvagio. Non avrebbe mai potuto
essere una
'fata' come loro. Se aveva un cuore, da qualche
parte, senza
dubbio era corrotto e intriso di oscurità.
Di
tutte le fate, forse solo Wendy era convinta che Lucifer non fosse
del tutto un mostro, ed era ciò che anche quel giorno stava
cercando
di far capire a Charle.
“Sei proprio un'ingenua, Wendy!” commentò la bianca Exceed per l'ennesima volta, quella mattina.
“Cosa ti fa anche solo pensare che quel tipo terribile possa avere un cuore?!”
La
ragazzina scosse le spalle, tenendo lo sguardo basso mentre
passeggiava per le vie di Magnolia, a pochi metri dal fiume.
“Beh...
quando è venuto alla gilda non ha fatto del male a nessuno.
Già per
questo non può essere una persona così cattiva,
no? E poi ha anche
sconfitto una spia di Raven Tail”
“Sconfitto è un eufemismo” le fece notare Charle, zampettandole accanto. “L'ha praticamente carbonizzato, quel poveretto”
Wendy deviò dalla strada e si fermò sulla riva del fiume, ad osservarne la placida acqua. Era così pulita e cristallina da poterne vedere il fondo, oltre all'immagine riflessa del cielo immenso.
“Non so perché, ma... il mio istinto mi dice che non è completamente malvagio. Forse c'è del bene in lui”
Charle scosse la testa, esasperata. “Sei troppo ottimista e ti fidi troppo della gente”
Wendy sorrise. “Non posso farci niente, è più forte di me. E poi...” si interruppe di colpo, i sensi all'erta.
Il suo istinto di Dragon Slayer si era improvvisamente svegliato, mandandole un chiaro avvertimento che non poteva ignorare.
“Wendy...?”
Il
Drago del Cielo alzò lo sguardo verso la volta celeste,
fiutando
l'aria e ascoltando il respiro del vento. C'era qualcosa che la
metteva a disagio, una presenza oscura che impregnava l'aria e che
minacciava di schiacciarla.
Si
voltò verso la strada, notando che all'improvviso era
divenuta
deserta. Deserta tranne che per una persona.
“W-Wendy...! Q-quello è...!”
Wendy
rimase ferma sul posto, gli occhi sgranati e fissi sulla figura
solitaria che avanzava verso di lei con passo incredibilmente
elegante. Lucifer.
Parlando
del Diavolo...
Era
già tornato dalle missioni? Al suo arrivo a Fairy Tail ne
aveva
prese tre o quattro di classe S... possibile che le avesse
già
portate a termine in così poco tempo?
Quando l'uomo le fu vicino, a meno di un metro di distanza, la giovane Dragon Slayer non poté trattenere un brivido.
“L-Lucifer... san...”
Era
proprio il Drago degli Inferi quello che le stava davanti, freddo e
nobile come una scultura di ghiaccio. Era così alto che la
piccola
dovette alzare la testa per guardarlo negli occhi, in quelle iridi
cerulee che la fissavano con la spietatezza cinica di una lama. Solo
la sua bellezza ultraterrena e i suoi lunghi capelli d'argento
riuscivano a mitigarne la mostruosità, ponendolo di fatto a
metà
tra un angelo e un demonio.
Lucifer
la osservò impassibile per lunghi secondi che parvero durare
un'eternità, studiandola come un drago potrebbe studiare un
topo,
indeciso se sbranarlo o meno. Alla fine, tirò un breve
sorriso
mellifluo e divertito.
“Guarda, guarda... sembra che oltre a dei fratelli io abbia anche una sorellina...”
Wendy tremò quando lo vide protendersi pericolosamente verso di lei, quasi a fiutarla. Non riusciva a muovere un solo muscolo per reagire, era totalmente paralizzata.
Solo
Charle, più audace e schietta di lei riuscì a
scuotersi dalla paura
e mettere su la sua miglior espressone furiosa.
“A-a-allontanati
da lei!” balbettò, cercando di suonare minacciosa.
Lucifer
la degnò della stessa attenzione che avrebbe riservato a un
insetto,
e continuò a restare concentrato su Wendy.
“Dimmi,
sorellina... quale magia hai ereditato dai draghi?”
La Sacerdotessa del Firmamento cercò dentro di sé la forza per sostenere il suo sguardo e dargli una risposta, anche se la voce fece fatica a uscire.
“I-Io sono... la Dragon Slayer del Cielo. M-mi chiamo Wendy. Piacere”
Per
la prima volta, Lucifer parve seriamente sorpreso dalle sue parole,
tanto che si raddrizzò e la guardò con una luce
diversa negli
occhi. Ora il drago non fissava più un topolino, ma un drago
suo
pari.
Dopo
un'altra interminabile pausa, il Drago degli Inferi scoppiò
a
ridere, una risata stranamente allegra. Cosa avesse detto di tanto
divertente, Wendy non lo capiva proprio.
“Lucifer-san...?”
Quando
Lucifer esaurì l'ironia, tornò a guardarla con
vivo interesse.
“Il
destino è proprio strano, eh? Sei la più piccola
dei miei fratelli
eppure possiedi l'unica magia che è in grado di contrastare
la mia”
Wendy sgranò gli occhi, sorpresa. “Cosa significa?”
Lucifer
continuò a sorridere e allargò le braccia come a
indicare tutto ciò
che li circondava.
“Gli
opposti, sorellina. Come l'acqua e il fuoco, la luce
e il
buio... la Magia Celeste è la naturale antagonista della
Magia
Infernale. Significa che si annullano a vicenda”
La giovane non riusciva quasi a credere alle proprie orecchie. Tra tutti i Dragon Slayer lei era l'unica la cui magia avrebbe potuto tener testa a quella di Lucifer? Lei, che era la più piccola e debole di tutti? Lei avrebbe potuto sconfiggerlo dopo che nemmeno Natsu, Gajeel e Laxus ci erano riusciti? Sembrava una cosa troppo irreale per poter essere concepita, eppure pareva proprio che Lucifer non mentisse.
A
quel punto il Drago degli Inferi ridacchiò e le
posò una mano sulla
testa, scompigliandole malamente i capelli, quindi si
allungò verso
di lei e le sussurrò all'orecchio.
“Se
sei furba, sorellina, ti allontanerai dalla
città prima che
cali il sole” la ammonì prima di passarle oltre e
allontanarsi
nella direzione opposta. “Se sopravvivrai, chissà,
magari tra una
decina d'anni sarai abbastanza forte da uccidermi. Aspetterò
con
ansia quel momento”
Wendy e Charle lo guardarono allontanarsi per la via fino a scomparire oltre un angolo, e solo allora la giovane Dragon Slayer si accorse che per tutto il tempo aveva trattenuto il respiro.
Charle
represse un brivido.
“Quello
lì è completamente matto! Gajeel aveva proprio
ragione!” esclamò.
Wendy
però non le diede troppa attenzione, ancora concentrata
sulle parole
di Lucifer. Lui... da come aveva parlato sembrava quasi che stesse
cercando davvero la morte. Che tipo di persona
era? Quale
poteva esser stata la sua vita per farlo ragionare in quel modo? E
soprattutto, perché tra tutte le gilde
si era unito proprio a
Fairy Tail? Oltretutto, quella cosa che aveva detto riguardo ad
allontanarsi dalla città... cosa intendeva dire?
Si
lasciò cadere seduta sulla riva del fiume, la testa tra le
mani nel
feroce tentativo di trovare una risposta.
“Wendy...” la chiamò dolcemente Charle, posandole una zampa sulla spalla.
Ma proprio in quel momento, in quel piccolo e semplice gesto, una scossa elettrica le pervase entrambe e fece apparire nelle loro menti una sequela di immagini confuse e distorte in cui non si capiva dove finisse l'una e cominciasse l'altra.
Notte
fonda.
Urla,
grida, gente che corre per le strade.
Un
esercito di torce e forconi, di mani alzate e armi pronte e uccidere.
Sangue dappertutto, una caccia spietata verso sagome indistinte.
Paura,
confusione, disperazione.
Nessuna
via d'uscita, solo trappole e vicoli ciechi. Nel cuore e nella mente,
solo il desiderio di scappare.
Correre,
correre, correre, fino a lasciarsi il mondo alle spalle.
Charle
si prese la testa tra le zampe, sofferente, mentre Wendy
crollò
distesa col fiatone e la testa che le pulsava dolorosamente.
Le
immagini e le urla pervadevano ancora il suo cervello, dandole una
fortissima emicrania.
“C-Charle... che cos'era? Cos'è successo?!” domandò con voce tremula e rotta.
L'Exceed
le rivolse uno sguardo terrorizzato.
“Quella
era una visione, Wendy. Quello era il futuro”
Le ultime parole di Lucifer le riecheggiarono nella mente come un lugubre monito.
Se sei furba, ti allontanerai dalla città prima che cali il sole.
Gli ingranaggi di qualcosa di grosso, avevano iniziato a muoversi.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Heilà, guys!
Se
vi state chiedendo: "ma 'sta fiction parla solo di Lucifer?!", la
risposta è no. Tranquilli, nel prossimo capitolo si
leverà dai maroni e non lo rivedremo più per un
bel pezzo. I protagonisti sono pur sempre i nostri draghetti preferiti,
no? ;)
Altre domande?
E' sbagliata la traduzione del cognome di Lucifer? Scusate, non capisco
un tubo di tedesco e ho tradotto con il traduttore automatico di
google. E sì, ho spudoratamente rubato il nome Necronomycon
dal famoso libro dei morti citato nelle illustri opere di Lovecraft.
Lovvy, per gli amici. u.u
Nel prossimo capitolo cominceranno i grandi casini, non preoccupatevi.
A presto, tesorini!