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Autore: inochan    23/09/2008    6 recensioni
-“Cosa hai regalato a Shikamaru?”- Domandò improvvisamente la rosa, dopo qualche minuto di chiacchere sui vicini e sulla noia di vivere in una cittadina isolata come quella.
La bionda sorrise, e senza proferir parola scomparve per qualche secondo all’interno del negozietto, per poi comparire subito dopo con una bibita fresca alla frutta che porse nelle mani dell’amica.
Lei accettò, sempre in silenzio, e iniziò a dissetarsi, dopo la lunga pedalata in bicicletta, in attesa che la sua compagna d’infanzia rispondesse alla domanda.
-“Gli ho regalato un biglietto per Tokyo…”- disse infine la bionda, sfoggiando un sorriso sereno e rilassato.
[22/23 Settembre 2008, White Midnight!]
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Happy (lonely) Birthday…

Happy (lonely) Birthday…

 

 

22 Settembre, ore 10:00

 

Il vento soffiava tra le folte nubi di una piccola cittadina appena fuori del grande centro abitato, accompagnandole nel loro lento e incessante cammino verso nuovi orizzonti. Il vento accompagnava, quella mattina, il volteggiare dei capelli di una giovane ragazza dai profondi occhi verdi che, quasi sollevandosi da terra, correva su quella piccola stradina in sella alla sua bicicletta.

Correva accompagnata da quella leggera brezza di fine estate mentre con lo sguardo seguiva i lineamenti dell’orizzonte finché non incontrò la piccola sagoma di un discreto negozi di fiori, nel cui piccolo cortile vi era una giovane ragazza dai capelli biondi che la salutò non appena la vide arrivare.

La ragazza, dall’insolita pettinatura coloro rosa, scese dalla sua esile bicicletta e l’appoggiò al muretto spuntava quasi timidamente dal terreno e si avvicinò alla bionda.

 

-“Cosa hai regalato a Shikamaru?”- Domandò improvvisamente la rosa, dopo qualche minuto di chiacchere sui vicini e sulla noia di vivere in una cittadina isolata come quella.

 

La bionda sorrise, e senza proferir parola scomparve per qualche secondo all’interno del negozietto, per poi comparire subito dopo con una bibita fresca alla frutta che porse nelle mani dell’amica.

Lei accettò, sempre in silenzio, e iniziò a dissetarsi, dopo la lunga pedalata in bicicletta, in attesa che la sua compagna d’infanzia rispondesse alla domanda.

 

-“Gli ho regalato un biglietto per Tokyo…”- disse infine la bionda, sfoggiando un sorriso sereno e rilassato.

 

Al contrario, la rosa alle parole “biglietto” e “Tokyo” rischiò quasi di strozzarsi con la bibita e finì per macchiare irrimediabilmente di succo la sua bella mogliettina rosa confetto.

La bionda la guardò sconsolata e prese un fazzoletto bianco dalla tasca, porgendolo, per evitare che facesse altri danni, magari sui suo “preziosissimi” jeans comprati in saldo.

La ragazza dagli occhi verdi, dopo aver visto la morte in faccia, tornò a fissare con sguardo confuso e sconvolto la giovane dagli occhi color cielo, incapace di comprendere il perché di tale gesto.

 

-“Sai, Temari-san non poteva venire per via del lavoro e così ho pensato che le avrebbe fatto piacere una visita inaspettata da parte di lui…”- Rispose la bionda, percependo inconsciamente lo stupore dell’amica.

 

Quest’ultima, nonostante la risposta, continuava a fissarla con fare interrogativo, consapevoli che di li a poco sarebbe esplosa per via della noncuranza e soprattutto del “masochismo” della sua migliore amica.

 

-“Ma scusa, tu non-…”-

 

-“Sai mi sono immaginata il matrimonio di Shikamaru…”- La interruppe bruscamente lei, con lo sguardo rivolto verso il cielo.

 

La rosa, ignara del motivo dello strano comportamento dell’amica, decise di rimanere in silenzio e magari di rimandare la sua ramanzina a fine discorso, nella speranza di capirci qualcosa.

La bionda, intanto, continuava a fissare il cielo mentre ciocche bionde ondeggiavano sul suo bianco viso, coprendole la visuale.

Con una mano si slacciò la molletta rossa per capelli e racchiuse in un piccolo ciuffo laterale le ciocche ribelli, richiudendo il tutto con essa.

Dopodichè si volse a guardare l’amica seduta vicina a lei in attesa di spiegazioni e sorrise.

 

-“Mi sono immaginata tutto, eravamo in una piccola chiesetta come quella vicina alla risaia, hai presente? Sai come è fatto, non gli sono mai piaciute le cose in grande e poi quella chiesa era sempre stato il suo nascondiglio preferito per schiacciare dei sonori pisolini…Ad ogni modo, lui era là sull’altare con il suo smoking scuro, il bianco non gli è mai piaciuto e poi scommetto che gli sta malissimo…”- La ragazza al suo fianco, intanto, la osservava dubbiosa mentre quella continuava a descrivere minuziosamente una allegra fantasia amorosa che si era fatta nei momenti di noia.

 

E non capiva, ora più che mai, il perché di quel regalo se ora era lì con li a fantasticare il suo matrimonio.

Era sempre stata un mistero in fatto di ragazzi, quando era piccole, la bionda non era tipo da lasciarsi battere da altre donne per la conquista di un uomo, ma una volta passata l’adolescenza e raggiunta la maggior età la bionda cominciò spesso e volentieri a farsi da parte e a non essere più competitiva come un tempo.

Eppure, spesso e volentieri si lasciava andare in strane fantasie, sebbene in concreto non facesse niente per accaparrarsi l’uomo che le interessava.

Una bella lavata di capo, pensò la rosa, non gliela avrebbe levata nessuno a fine discorso.

 

-“E poi lui è lì che aspetta trepidante la sposa che percorre la navata con passo lento ma elegante, trascinando dietro di se il suo candido vestito bianco e con il velo che le copre lievemente il volto e il bouquet che stringe tra le mani, ornato di roselline e lillà…”- Intanto la ragazza dagli occhi azzurri continuava ad elencare ogni singolo particolare con accuratezza quasi maniacale, come se quel fantasiosi matrimonio dovesse accadere domani.

 

Ma poi, lo sguardo della bionda s’incupì improvvisamente, la ragazza al suo fianco la guardò con fare preoccupata, ma prima che potesse chiederle cose non andava lei riprese il discorso.

 

-“E poi ci sono io…in fondo alla chiesa che stringo tra le mani la borsetta lilla che mi regalasti l’anno scorso per il mio compleanno, quella che s’intona con l’abito che ho indossato per la festa dei miei diciott’anni, ti ricordi? Beh, sono lì e piango, piango vedendo la sposa che si avvicina all’altare e il sorriso di lui mentre la vede arrivare, in parte sono triste, ma in parte son felice perché so che lui ha trovato la felicità…”-

 

La rosa rimase in silenzio, incapace di replicare a un tale pensiero così profondo e al contempo triste. La bionda, accortasi dell’improvviso silenzio dell’amica, abbozzò un lieve sorriso nella sua direzione e disse:

 

-“Sai, Sakura…Ho imparato che alle volte è meglio farsi da parte per evitare di creare ulteriori problemi alla persona amata, purtroppo il principe azzurro non esiste e non sempre le storie finiscono con un lieto fine, ma se ho la consapevolezza che il mio “lui” è felice, anche se non necessariamente al mio fianco, allora non posso non farmi pervadere da un insolito sentimento di gioia…Io amo tutto ciò che ama Shikamaru*, anche se non sono io ciò che lui ama…sono un po’ masochista, non trovi?”- Domandò infine lei sorridendo all’amica che abbassò la testa con fare mesto.

 

A Sakura, in quel momento, la voglia di fare una ramanzina a Ino le era completamente passata…

 

 

 

22 Settembre, ore 22:00

 

 

Le deboli luci della cittadina, sembravano tanti riflettori che abbagliavano la visuale di chiunque, quella notte il mormorio della gente e il rumore delle sirene della polizia e dell’ambulanza erano assordanti come il boato di una bomba.

Sakura era riversa al terreno, mentre un rigolino di sangue le macchiava la fronte, troppo alta fin da bambina, e la vista cominciava finalmente a farsi meno opaca.

Quando riprese conoscenza, vide la sua giovane amica distesa al suolo in una pozza di sangue, mentre la gente le stava intorno come un branco di avvoltoi.

Poco distante da un marciapiede, una macchina si era schiantata contro un palo e la polizia cercava di far rinvenire l’uomo alla guida.

 

Era ancora confusa, ma la visione della sua migliore amica esamine le fece ricordare tutto: erano uscite da un locale e non erano nemmeno ubriache, decisero comunque di fare quattro passi per prendere un po’ d’aria fresca. Ma quando la rosa attraversò la strada, il rumore di un forte scoppio le arrivò alle orecchie, stordendola, mentre dei fari le accecavano la vista. L’ultima cosa che percepì, fu un forte strattone proveniente dalla schiena e poi il buio, non le volle molto per intuire che la bionda l’aveva scansata, finendo così lei sotto la macchina impazzita.

Sakura si fece largo tra la folla, incurante di chiedere permesso o di rispettare il galateo, a nulla servivano i rimproveri degli anziani che le intimavano di non muore la vittima, tutto ciò che voleva era parlare con Ino, sperando che non fosse l’ultima volta.

 

-“Coff...Sa-Sakura…?”- Disse a malapena la ragazza, mentre un colpo di tosse le faceva sputare per l’ennesima volta del sangue sui suoi abiti.

 

-“Sono qui…”- Disse flebilmente l’amica, cercando di abbozzare un sorriso, non voleva vederlo eppure sul corpo della sua giovane amica c’erano i segni di una morte certa che non sarebbe tardata ad arrivare.

 

-“Che…peccato…avrei voluto…piangere a quel…matrimonio…”- Disse la bionda abbozzando un sorriso in direzione della ragazza dai capelli rosa.

 

Lei avvertì i suoi occhi color smeraldo riempirsi di lacrime, ma il sorriso sulle sue labbra non si spense perché, sebbene stesse morendo, Ino non pensava mai prima a se stessa ma sempre agli altri, perché sotto quella macchina ci sarebbe dovuta finire lei.

 

-“Schiocca, pensa a rimetterti…”- Rispose debolmente Sakura mentre le lacrime avevano iniziato a rigarle il viso assieme al sangue di quel taglio che non si era fatta ancora medicare.

 

La bionda sorrise, sapeva che oramai era arrivata la fine, eppure la sua migliore amica non le faceva pesare quella presenza lugubre e tenebrosa che presto l’avrebbe portata via. Non aveva rammarichi, se non uno: avrebbe voluto vederlo per un’ultima volta.

 

-“Ehi, tu! Non muoverti sei ferito!”- Gridò un’agente della polizia al conducente della macchina che si stava avvicinando alla vittima, per accertarsi delle sue condizioni e per guardarla in viso poiché, a causa del buio e della perdita del controllo della macchina, non era riuscito a vederlo.

 

Sakura alzò lo sguardo con fare rabbioso, ma la sua ira si placò e si trasformò in dolore quando i suoi occhi incontrarono quelli color nocciola del conducente.

I due si fissarono in silenzio per interminabili secondi, non sapendo cosa fare o cosa dire, perché non c’era niente da dire fino a che la bionda, alzando debolmente la testa e riconoscendo il ragazzo dai capelli corvini, sorrise.

 

-“Meno male…ti ho potuto vedere un’ultima volta…”- Disse prima di perdere conoscenza e né le urla disperate di Sakura né le sfuriate che fece il giovane ai medici per incitarli a muoversi a portare la vittima in ambulanza, sarebbero giunte alle orecchie della ragazza.

 

Perché il buio le aveva attanagliato i sensi, deciso a non lasciarla andare.

 

 

23 Settembre, ore 00:00

 

Shikamaru era seduto su una sedia, vicino al letto della bionda, apparentemente prima di vita, con la testa affondata tra le lenzuola oramai inumidite dalle sue lacrime. I suoi singhiozzi potevano essere percepiti per tutto l’ospedale e non se ne vergognava, sebbene fosse un uomo di vent’anni passati.

Con i pungi stringeva i lembi delle lenzuola e la sua voce strozzata chiamava il nome di quella ragazza, invocandone il perdono e pregandola di svegliarsi.

 

-“Singh…ti-ti prego perdonami…la macchina…la gomma della macchina è esplosa…singh…io-io non volevo…pe-perdonami di pregoh…singh…svegliati…I-Ino…”- Mai come in quel momento avrebbe voluto vedere lo sguardo della bionda assottigliarsi in una smorfia di rabbia, pronta a rimproverargli la sua “mancata mascolinità”, eppure i suoi occhi erano chiusi e il suo respiro si faceva pian piano sempre più debole.

 

Shikamaru le prese la mano e, quasi, inconsapevolmente, cominciò a baciargliela delicatamente mentre le lacrime continuavano a rigargli il volto. Alcune gocce caddero sulla pelle nivea e in parte bendata di Ino, e lui non poté fare a meno di pensare quanto fosse bello il riflesso delle sue lacrime sulla pelle di lei.

Continuò a baciarle la mano, pregando di sentire da un momento all’altro le lamentele di lei su quanto le irritasse il pizzicore della barba incolta di lui sulla sua “esile” mano.

 

Ma lei era immobile, su quel letto che sembrava incatenarla in un sonno eterno, come la bella addormentata o Biancaneve, pensò il ragazzo. Fu in quel momento che, esausto e amareggiato per l’errore commesso, tentò un’ultima azione finale.

Inarcò il busto a fatica a causa dei punto sulla gambe che tiravano da impazzire, e arrivò con il viso a pochi centimetri da quello della ragazza.

La guardò per un secondo, così bella e tranquilla come un angelo, e non poté resistere al desiderio d’improvvisarsi principe azzurro per un secondo, così posò le sue labbra delicatamente su quelle rosse della ragazza.

 

Quel bacio durò interminabili secondi, impaurito dalla cruda realtà di non vederla aprire gli occhi una volta che le loro labbra si sarebbero separate. Al fine si staccò da lei, amareggiato poiché la principessa non si era svegliata, e tornò a sedere sulla sedia, afferrando la mano candida di lei e poggiandola su una delle sue guance, finché Morfeo non lo portò con sé nel mondo dei sogni.

 

 

 

23 Settembre, ore 12:00

 

La luce del sole filtrava tra le leggiadre tende bianche dell’ospedale mentre Ino finalmente riprese conoscenza. Era confusa, si credeva morta ma non bramava di certo al paradiso eppure, quando vide la sagoma di lui china sul suo letto che stringeva la sua esile mano, per un momento, credette di esserci. Oppure era l’inferno e Satana si divertiva a torturarla per qualche suo peccato, ma il forte odore di nicotina che percepì sulle sue labbra la fece ricredere, anche se non capiva come quell’odore fosse finito proprio lì.

 

Arrossì violentemente al solo pensiero che fosse accaduta una cosa del genere, e quasi si auto-convinse che stesse sognando.

Poi, un mugugnino la destò dai suoi pensieri e la costrinse a guardare in direzione del ragazzo che stava per svegliarsi.

Quando lo fece, i suoi occhi color nocciola incontrarono quelli celesti di lei che le sorrisero senza la minima esitazione.

Lui la guardò stupito per qualche secondo, incapace di rendersi conto se quello era un sogno o la realtà.

Ma quando la mano di lei, anche se debolmente, gli accarezzò la guancia, capì che quella era la realtà e,incurante del dolore delle ferite, strinse a sé la ragazza e la baciò con passione travolgente.

 

Ino, avvertendo nuovamente quell’odore pungente, si destò dalla confusione del coma e si lasciò andare a quel bacio che aveva tanto desiderato assaporare.

Shikamaru continuava a baciarla, cercando le labbra di lei e cingendole contro le sue come se avesse paura di perderle di nuovo.

Infine si staccarono, entrambi rossi in volto e ansimanti per la passione con cui si erano baciati, i loro occhi si fissavano in silenzio e nessuno dei due se la sentiva di rompere quel magico silenzio.

Ma il cuore della bionda esigeva delle spiegazioni, e fu costretta lei per prima a sciogliere quell’incantesimo.

 

-“Pensavo che fossi a Tokyo…”- Disse debolmente lei, sempre cinta nell’abbraccio del Nara.

 

-“Sono tornato nel pomeriggio, mi faceva strano non festeggiare il compleanno senza la mia seccatura preferita…mi sentivo solo…”- Rispose lui, abbozzando a un dolce sorriso che fece arrossire la bionda.

 

Era la prima volta, dopo tanti anni, che lui le rivolgeva quel sorriso, di solito erano troppo intenti a punzecchiarsi oppure erano impegnati in storie con altri uomini o donne che non avevano avuto molte occasioni per rimanere soli. Mai e poi mai la Yamanaka, già dichiarandosi sconfitta in partenza, avrebbe mai pensato che lui sarebbe tornato da un viaggio così lungo solo per vederla,e ciò non poteva riempirle il cuore di gioia.

 

Ma prima che lei potesse replicare, lui la strinse nuovamente a sé e poggiò la fronte su una delle sue esili spalle, riprendendo a singhiozzare sonoramente sotto lo sguardo stupito e preoccupato di lei.

 

-“Ho avuto paura di averti persa per sempre…non mandarmi da altre donne, tu sei l’unica che voglio al mio fianco…ti ho quasi uccisa, ma ti prego non odiarmi…”-

 

Ino sentì gli occhi inumidirsi a ogni parola che il giovane le sussurrava tra i singhiozzi, la serpe della tristezza s’insinuò presto nel suo cuore, sentendosi colpevole della sofferenza che aveva arrecato ad entrambi. Non era amore lasciar andare il proprio innamorato, era solo codardia, lei aveva semplicemente paura di essere rifiutata e per questo si è data vinta in partenza.

Ma ora non sarebbe più scappa, così accarezzò dolcemente i capelli corvini del giovane, sussurrandogli all’orecchio una dolce melodia per cercare di calmare le sue pene, come se fosse una madre con il proprio bambino.

 

Shikamaru, rincuorato da quella dolce melodia, alzò il viso e si protese in avanti per darle l’ennesimo, bacio, la candida mano di Ino le bloccò le labbra lasciandolo interdetto per qualche secondo.

Lei infine sorrise e gli disse:

 

-“Quando ti sarai fatto la barba potrai baciarmi, per ora dovrai accontentarti di questo…”- E così dicendo gli stampò un dolce bacio sulla fronte, suscitando l’ilarità del ragazzo che ora aveva la prova certa di non star sognando.

 

-“Non ti ho fatto nemmeno il regalo…”- Disse improvvisamente lui con una punta di amarezza, accorgendosi dell’ora e della data.

 

Ma la ragazza sembrava sorpresa da tale affermazione che non poté fare a meno di lasciarle scappare un piccolo sorriso.

 

-“Credimi, le parole che mi hai detto, non potrebbero essere regalo più bello!”- Rispose lei sorridendo.

 

Lui, incurante delle lamentele della ragazza per il pizzicore della sua ispida barba, la strinse nuovamente a sé e la baciò i nuovo, se non prima di averle sussurrato gli auguri di un buon compleanno.

 

 

END.

 

 

*Nana volume 36, Shion a Takumi

 

 

 

Angolino dell’autrice:

 

Ammettetelo, avete avuto paura fino all’ultimo muahahah XD!!!

Beh, buon White Midnight a tutte le mosche bianche( anche se data l’ora io mi son fatta quasi le tre bianche X°D) e soprattutto buon compleanno a Ino&Shikamaru!

Ringrazio con particolare ardore le admin, i mod e gli utenti dello ShikaIno Ufficial Fan Forum per aver proposto questa splendida iniziativa e non mi resta che augurarvi ancora una splendida nottata bianca!!!

 

White Midnight, 22/23 Settembre 2008: PER SPARTAAAAA!!!!

  
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