“giornata campale,
soddisfacente ma faticosa”.
Tale fu il pensiero di Rage mentre
per l’ennesima volta
osservava il filmato che era la causa scatenante di tutta quella
rabbia. Lo
aveva trasferito da tempo sul cellulare, dopo aver cambiato il formato.
Ravage era entrato -o entrata? Non lo
sapeva ancora, non
aveva idea di chi fosse la persona che gli aveva rivelato quel segreto
tanto
importante- nella sua vita quando era ancora in tenera età,
proprio con quel
filmato, accompagnato da un biglietto.
Aveva conservato anche quello.
“nessuno ha mosso
un dito per salvarlo. Ma se d’ora in
poi farai quel che ti dico ,in futuro avrai modo di farli soffrire come
avete
sofferto tu e i tuoi cari. Non parlare di questo a nessuno. Ho la
certezza che
accetterai, ma voglio ugualmente che tu consegni domani stesso
all’emporio del
paese la tua risposta scritta. Destinatario Aiax Ravage
d’Arnel”.
“Aiax” avrebbe
potuto tradursi come “Aiace”, magari, che era
un nome maschile, ma per quanto Rage ne sapeva poteva anche essere solo
l’ennesima traccia depistatrice.
“nessuno ha mosso
un dito per salvarlo”.
Se mai nel corso di quella giornata
avesse provato un qualcosa
di lontanamente simile a rimorso al pensiero di quanto aveva
contribuito a
fare, il ricordo di quelle parole lo aveva fugato immediatamente.
L’obiettivo era sempre
stato quello, la rovina della Muscle
League; se la meritavano, se la meritavano tutti, sia i lottatori della
nuova
generazione che i vecchi -bastardistronziassassinifiglidiputtana-
che
tante speranze avevano riposto nelle nuove leve.
Sciocchi.
Le mele non erano cadute lontane
dagli alberi, e quanto era
successo quel giorno lo dimostrava, perché nonostante le
azioni perpetrate dal
gruppo cui apparteneva, beh…il grosso del lavoro in
realtà lo avevano fatto gli
stessi Muscle Leaguers.
E se si eccettuavano i sospetti di
Reynolds -forse sarebbe
stato il caso di occuparsi anche dell’unico che davanti a
tutte le prove non
sembrava convinto, eh si, avrebbero proprio dovuto farlo- le cose non
avrebbero
potuto andare meglio di com’erano andate.
.: undici del mattino. Di
QUEL…disastroso mattino :.
«non battete la fiacca!
Allenarsi, su, su!!!»
«ma Meat, ma
perché ti ostini a torturarci così?» si
lagnò
Kid.
«perché?!
Perché?!! MA SEI COMPLETAMENTE
SCEMO?!!»
urlò il piccoletto tirando giù il Kinniku per il
ciuffo di capelli castani «il
Torneo ricomincia tra una settimana e tu mi chiedi perché vi
sto facendo
allenare?! Tu poi, che ti sei qualificato, osi domandarmi una cosa del
genere?!!»
«già Kid, voglio
dire, se mi alleno anche io che sono stato
squalificato, col miraggio che un
chojin
per qualche motivo non possa partecipare e chiamino me al posto suo in
quanti
primo in graduatoria, tu dovresti prop-»
«tsk. Quanto andrete avanti
con questa storia della
graduatoria dei possibili ripescaggi?!» sbottò Van
Dik, evidentemente verde
d’invidia «che poi al primo posto fino a poco tempo
fa non c’eri tu, Terry.
C’era Check Mate. In questo senso la sua morte ti ha proprio
fatto comodo!»
Il texano gli rivolse -tanto per
restare in tema-
un’occhiata omicida. «ritira quello che hai detto!
Subito!»
«altrimenti che
fai?»
«ti strappo le corna e ti
ci infilzo nel-»
«BASTA!!!»
sbottarono Jeager e Meat insieme.
«gli amici non si parlano
in questo modo, e Check Mate non
sarebbe affatto felice di vedervi litigare così»
disse tristemente Wally.
«Wal, a questo punto
cos’è che farebbe o non farebbe
contento Check Mate noi non possiamo più saperlo!»
esclamò Terry con infinita
amarezza «perché qualche bastardo lo ha ucciso, e
non sappiamo ancora perché, e
nemmeno chi sia».
«eh, a proposito, se non
sbaglio non avrebbero dovuto
liberare Chichi questa mattina?» domandò Kid.
«è vero, i suoi
genitori l’hanno riportata a casa già alle
nove. Così mi ha detto Roxanne…»
«perché non
hanno detto l’ora anche a noi? avremmo potuto
andare a salutarla. Povera ragazza, un’esperienza orribile
dopo l’altra»
osservò Meat con aria cupa.
«sempre da quanto mi ha
detto Roxanne, ieri sera ha
telefonato ai suoi genitori chiedendo loro di non comunicare
l’ora a nessuno di
noi. Credo che non avesse voglia di parlare con nessuno».
«ah…beh…è
comprensibile. Povera Chichi!» sospirò Wally.
«si Jeager, ma, una
cosa…com’è che a te Roxanne ha
detto
tutto e a me niente?!»
fece Kid
Muscle, che si sentiva irragionevolmente qualcosa di più che
urtato.
«Kid, ma ti pare il momento
di essere geloso questo?! Sei
proprio un bambino…» sbuffò Dik Dik.
«un cosa?!»
«bambino».
«ripetilo se ne hai il
coraggio!!!»
«BAMBINO!!!»
«PIANTATELA O VI SPACCO LA
TESTA A SUON DI COLPI DI
SAGGINA!!!» si sgolò il povero Meat. Se
già prima tenerli a bada era
complicato, da quando il povero ‘Mate era morto le cose erano
solo peggiorate.
«ma infatti si, non
dovreste…ehi…»
Il rimprovero di Terry venne
interrotto dall’ arrivo di
diverse automobili, alcune della polizia, e diverse invece
erano…
«…ma…è
l’antidroga?!» allibì Meat «ma
che accidenti-»
«fermi tutti!» a
quelle parole diversi agenti puntarono
delle pistole contro i ragazzi, presumibilmente per evitare fughe,
anche se
loro a dirla tutta erano troppo sconvolti per pensare di scappare.
Osservavano
impietriti gli agenti far scendere i cani dalle automobili, e si
auguravano che
quello fosse solo un brutto incubo.
Non era così, anche se lo
stesso Reynolds aveva avuto un
pensiero analogo. I primi due omicidi, il tentato omicidio della notte
prima, e
adesso anche la segnalazione all’antidroga. La persona che
aveva telefonato non
aveva lasciato il proprio nome, neanche a dirlo, e nonostante lui
avesse
cercato di convincere il capo di una delle squadre appartenenti alla
divisione
antidroga a svolgere ulteriori accertamenti riguardo la telefonata
prima di
turbare con un’ispezione del genere la
“tranquillità” di ragazzi che ne avevano
passate tante, non c’era stato verso. Aveva la vaga
impressione che al
carissimo Yutaka Abe interessasse soltanto fare una rapida carriera, ed
era
inutile dire che se avesse scoperto che i lottatori della Muscle League
non
erano puliti, beh…
«ma che…di che
cosa siamo accusati?!» Meat cercava di
mantenere il sangue freddo, per quanto possibile in una situazione del
genere.
«detenzione di droga atta
ad aumentare le prestazioni in
combattimento» disse Yutaka «ci è
pervenuta una segnalazione in merito, ma se
siete puliti non dovreste temere nulla, giusto?»
Nessuno ebbe il coraggio di
ribattere, ma a Reynolds non
sfuggì la faccia che aveva fatto Terry Kenyon.
No…non era possibile.
Sperava di essersi sbagliato ad
interpretarla, pensò, mentre gli agenti iniziavano a girare
nel parco con i
cani, entrando anche nella casupola. Quei ragazzi non
potevano essere
coinvolti in affari del genere…
I suoi timori peggiori si avverarono
quando i cani
iniziarono ad abbaiare.
«orbene…tu che
li difendevi, eh Arnie? “non essere precipitoso,
Abe, questi ragazzi ne hanno passate
tante”…» un cane stracciò la
borsa di
Jeager, dalla quale cadde una bustina di quella che a prima vista
sembrava
proprio il tipo di droga descritto in quella telefonata. Una rara droga
dal
colore rossiccio proveniente da un pianeta alieno*.
«no…Jeager! Non
è possibile!» gli occhi di Meat, grandi del
loro, erano diventati immensi. Ma le sorprese non erano finite
lì, perché un
cane trascinò fuori dalla casupola il fagotto con i simboli
Niku appartenente a
Kid, mentre un agente urlò di aver trovato qualcosa in una
scatola di legno
nascosta sotto le assi del pavimento.
«vedi?»
sbuffò Abe, aprendo il fagotto e trovando un’altra
bustina «vedi, Reynolds?!» aprì anche la
scatola di legno, quando l’agente
gliela portò «e non trovare scuse del tipo
“potrebbe non essere roba loro”»
sulla scatola c’era inciso il nome del texano, ed il simbolo
Niku era
perfettamente riconoscibile, ovviamente «perché lo
è. Sei uno sciocco buonista,
e loro non sono neanche molto svegli. D’altra parte ho sempre
trovato i
wrestler intelligenti quanto la media dei giocatori di football che
spopolano
tra voi yankees».
«non è
possibile…» mormorò Wally pietrificato
dalla
scoperta.
«Kid non è un
drogato!!! E nemmeno gli altri!!! Ci
dev’essere un errore!!!» urlò Meat a
Yutaka.
«come no. Un errore,
sicuro. Le cose sono due, o lo
spacciatore qui sei tu o non tieni d’occhio i tuoi
allievi» sorrise sottilmente
il giapponese «in ogni caso, verrete tutti alla centrale
con-»
«ecco
come stanno le
cose!»
Tutti quanti gli occhi si puntarono
su uno sconvolto ed
arrabbiatissimo Dik Dik Van Dik, che stava puntando il dito tremante
contro
Terry.
«voi…tutti voi!»
ringhiò «voi avete sempre fatto così!
Avete assunto quella roba appena prima di
ogni incontro, e quella ve la siete procurata in tempo per il Torneo
che inizia
tra meno di una settimana!!!»
«ma non dire
idiozie!» sbottò Jeager.
«non sono idiozie! Io sono
il primo classificato in
graduatoria, quindi a rigor di logica voi dovreste essere
più deboli di me, ma
non è così perché usate l’aiutino!!!»
Van Dik parlava posseduto dalla
rabbia e dall’invidia per
troppo tempo nascoste dall’apparenza solo leggermente acida,
ma che più che
altro era sempre sembrata ridanciana nonché fondamentalmente
idiota. Ma non si
rendeva conto che così facendo stava soltanto dando a Yutaka
Abe le motivazioni
valide che sarebbero servite anche a giustificare
un’eventuale assenza di
tracce di quella sostanze nel loro sangue e nelle urine.
«bene, uomo cervo, grazie
mille per le delucidazioni».
«io
sono
un’antilope!!!»
“no, tu sei una iena mi
sa” pensò Reynolds. «non ti pare di
correre, Abe? Non pensi che possano essere stati incastrati?»
“grazie al cielo”
fu il pensiero di molti dei presenti.
«francamente no. Adesso
bisogna soltanto trovare il fornitore,
o la fornitrice. Ah, e per buona misura dire che un’ispezione
in casa di Kevin
Mask non ci starebbe male, se i lottatori più forti della
Muscle League sono
tali grazie alla droga…» per un attimo venne
accecato da un flash «…non vedo
perché lui dovrebbe essere diverso, essendo tra
essi…ehi. Chi li ha chiamati, a
quelli?»
Infatti oltre che di volanti ed
agenti adesso il parco era
anche assediato dai giornalisti di ogni emittente televisiva,
radiofonica, e
quant’altro.
«andatevene
immediatamente!» disse duro il detective americano
al gruppo «non siete autorizzati a-»
«non
mi rovinerai il
momento» gli sibilò Abe
«…ad essere
testimoni del fatto che i lottatori della Lega sono così
forti perché dopati?
Certo che lo sono!»
«non
è vero niente!»
gridò Meat, mentre Kid piagnucolava, Van Dik guardava i
compagni a pugni
stretti, Wally si era messo le mani sul volto e Terry e Jeager urlavano
che
erano innocenti «non potete-»
«Jeager!»
Ed ecco che prevedibilmente -almeno
per chi aveva
orchestrato tutto- Brocken Jr. fece la propria comparsa, con
l’impermeabile ben
calcato addosso.
Alla fine non aveva retto al rimorso,
ed in un impeto di
voglia di liberarsi la coscienza e di cercare di non mettere il figlio
in mezzo
ad un disastro aveva guidato fino a Beverly Park, arrivando purtroppo a
disastro già avvenuto.
«padre!!!»
gridò il tedesco «io non ho fatto
niente!»
«ma bene,
l’allenatore di Jeager Brocken fa la sua strana
comparsa…già che ci siete, perquisite anche
lui» ordinò Yutaka in tono
annoiato.
«Abe, è una
follia!»
«folle sei tu, Arnold, che
ancora non vuoi capire che questi
sono tutti marci fino al midollo».
«p-perquisirmi? Non
pensateci nemmeno!»
«non opponga resistenza,
signore, o dovremo arrestarla».
Brocken Jr. infine alzò
riluttante le braccia, lasciando che
gli agenti gli togliessero l’impermeabile perquisendo quello
e lui stesso.
Per quanto ne sapeva, non aveva nulla
di strano addosso.
«ah! Ecco qui il nostro
spacciatore!»
…per quanto ne sapeva,
appunto, perché invece dalla tasca
interna piuttosto ampia del suo impermeabile tirarono fuori diverse
bustine
contenenti quella sostanza rossiccia nonché un discreto
numero di banconote da
cento dollari l’una. Bisognava dire che chiunque le avesse
date a Terry perché
le mettesse dove Yutaka Abe le aveva trovate evidentemente non aveva
troppi
problemi economici.
«giustamente ti sei fatto
pagare in dollari» commentò Yutaka
«l’Euro sarebbe stata una scelta migliore. Brocken
Jr., è ufficialmente in
arresto per detenzione e spaccio di droga. E voialtri»
indicò tutti i ragazzi,
inclusi Wally, Meat e Dik Dik che non sembravano essere troppo
coinvolti «tutti
alla centrale».
L’inferno.
Le fiamme eterne
dell’inferno.
Ai ragazzi le chiacchiere ed i flash
sembravano proprio
questo. Li divisero due per macchina, mentre le auto restanti e gli
agenti con
i cani filavano a tutta velocità a casa di Kevin Mask.
A Terry Kenyon sembrava impossibile.
Lui aveva fatto quanto
#R aveva chiesto, giusto i Brocken avrebbero dovuto essere coinvolti,
non si
era parlato né di Kid Muscle né di -forse- Kevin
Mask, e tantomeno di lui
stesso! Non era nei patti!!!
Il povero non aveva ancora capito che
con #R non esistevano
i patti. E che comunque il fatto di non informare Trixie di quanto
accaduto
realmente non escludeva l’accusa di assumere droga.
Pensieri analoghi erano quelli di
Brocken Jr.; aveva ceduto,
aveva compiuto quell’azione orribile per poi pentirsene, e
sarebbe ugualmente
andato in prigione, anche se non con le reali accuse per cui avrebbe
dovuto
finirci. Pareva proprio che #R avesse previsto anche quella sua mossa
improvvisa, quel suo pentimento tardivo.
Kid Muscle continuava a piagnucolare,
e Wally a gemere dei “cosa
dirà mia madre, cosa dirà?!”; Jeager
ringhiava a Van Dik di smetterla di
sproloquiare accuse che Abe tutto contento appuntava ed approvava,
mentre Meat
vedendolo poco convinto continuava a ribadire a Reynolds che erano
stati
incastrati.
Stava di fatto che la notizia ormai,
specialmente grazie ai
social network, era sulla bocca di tutti. E che probabilmente tutti
coloro tra
le cui cose era stata trovata la droga sarebbero stati squalificati,
mentre gli
altri forse sospesi temporaneamente dalla loro attività in
via preventiva.
Già non era più
un qualcosa che persone come i MacMadd
potevano insabbiare grazie ai propri appoggi. Come recitava
un’aria ne “Il
barbiere di Siviglia”, “la calunnia è un
venticello, un’auretta assai gentile,
che insensibile sottile, leggermente dolcemente, incomincia a
sussurrar”…per
poi diventare “un tuono, un temporale, un tumulto generale
che fa l’aria
rimbombar!”.
«detective, giuro che noi
non sapevamo di avere quella sostanza!»
“sembra strano anche a me,
ma mi servirebbero prove a vostro
favore, e non ne ho purtroppo. Spero che almeno a quel povero
ragazzo” Kevin
Mask “questo sia stato risparmiato dopo quel che ha passato
ieri sera”.
Kevin non aveva dormito affatto
quella notte. Continuava ad
avere in testa quell’ultima immagine dell’auto che
passava sopra al povero Lord
Flash, e si sentiva divorare da un senso di colpa feroce che non poteva
essere
ottenebrato nemmeno dall’alcol.
Lord Flash…povero, povero
Lord Flash!
Avrebbe voluto poter vedere come
stava, ma il detective gli
aveva già anticipato che in circostanze come quella non
glielo avrebbero
permesso in nessun caso. Non lo avrebbero permesso nemmeno ad un
parente,
figurarsi a lui che era solo il suo pupillo.
Si ripromise che se fosse
sopravvissuto e si fosse svegliato
avrebbe ascoltato tutto quel che voleva dirgli. Tutto. Senza scappare.
Poco importava
che forse, con lui, potesse entrarci qualcosa anche suo padre Robin.
Lord Flash
in varie occasioni aveva dimostrato di tenere a lui in un modo in cui
non
avrebbe potuto tenerci, se fosse semplicemente stato qualcuno che
“eseguiva gli
ordini”.
«perdonami…»
mormorò bevendo l’ennesima bottiglia di birra
«mi dispiace…» parlava al vuoto, ma era
talmente brillo che gli pareva di
vedere il suo allenatore lì davanti a lui «dovevo
ascoltarti…mi dispiace…»
A stento registrò il
rumore delle sirene. A malapena si
riscosse quando sentì delle persone urlare il suo nome. In
compenso picchiò
selvaggiamente due delle persone in questione, quando queste -agenti
dell’antidroga
a quanto sembrava- sfondarono la porta per entrare in casa sua.
«attenzione, è
pericoloso!»
«bisognerà
arrestarlo per resistenza a pubblici ufficiali, e
qualcuno chiami l’ambulanza per Hirai ed Utada!»
esclamò un agente mentre i
cani incominciavano ad abbaiare in prossimità del divano, ed
altri letteralmente
trascinavano un paio di agenti al piano superiore.
«non…non
potete…» farfugliò l’inglese
«con che diritto…»
«è
pieno di roba,
quassù!» urlarono dal piano di sopra.
«anche qui sotto i cuscini
del divano. Te n’eri procurata
parecchia in vista del Troneo, eh?!»
«e-ehi! Quella non
è mia!» biascicò Mask, indicando le
bustine «io no-on la uso quella cosa
schish…sficch…schifosa!»
«come no. Ma guarda
tu…oltre che assumere droga sei pure un
ubriacone…che razza di esempi, eh?» Kevin
sentì che tentavano di ammanettarlo e
si ribellò, non c’era motivo per cui essere
ammanettato, né perché quei tipi
gli facessero altro, lui doveva restare a casa, lui doveva poter andare
da Lord
Flash, sapere come stava!
La fuga del ragazzo però
durò poco.
Fu neutralizzato da dei narcotici
appena uscito di casa,
tirando colpi ad ogni agente presente.
Come era successo per Kid e gli
altri, anche lì si era
riempito di giornalisti.
Pareva proprio che la reputazione
della Muscle League fosse
rovinata, e che i suoi migliori lottatori non avrebbero partecipato al
Torneo chojin…se
questo, arrivati a tal punto, fosse ripreso come da programma.
«Chichi! Ehi!»
La ragazza sbuffò. Doveva
immaginarselo, quella era una visita
che non poteva evitare. Ma tutto sommato forse nemmeno voleva
evitarla davvero.
Si affacciò alla finestra,
eccole lì, le sue amiche Trixie e
Roxanne. «ehi».
«possiamo salire?»
La ragazza dai corti capelli verdi
tentennò un po’, prima di
prendere la decisione finale di farle salire su in camera propria, ma
ad ogni
modo un paio di minuti dopo…eccole lì, tutte e
tre riunite.
«quindi Kevin Mask ha
ritrattato, avevamo capito bene».
«assolutamente»
annuì Chichi «ma»
e qui la sua espressione divenne cupa «non significa che io
lo
odi di meno. Mi ha fatta finire lì per qualcosa che non ho
fatto. Sono stata
accusata per la morte del mio uomo per colpa di Kevin Mask, ed
è imperdonabile».
Sembrava impossibile che fosse la
stessa Chichi allegra e
dall’aria cretina di poco tempo prima. Ma d’altra
parte anche Trixie e Roxanne
erano state toccate da quell’esperienza e, nel caso di
Trixie, anche da quella
dell’aborto procurato in quel modo tanto violento.
«quoto. La penso allo
stesso modo, insomma, se sapeva che le
cose non erano andate in quel modo perché si è
messo a dire cazzate?» sbuffò
Roxanne «tsk. Tutto per non dire che era brillo,
quell’imbecille».
«lo era?»
«oh si» risposero
in coro le altre due.
«l’ha detto al
suo allenatore, l’ho sentito» rivelò
Roxanne
«e lì mi ha fatta veramente arrabbiare, tanto che
gli ho rotto i vasetti con le
viole minacciandolo di fare peggio se non avesse ritrattato!»
«davvero?»
allibì Chichi.
«si! e …
poi…beh…» la due codini
guardò Trixie «con l’idea
di Trixie mi sa che mi sono lasciata prendere la
mano…»
«quando è uscito
gli abbiamo rotto tutte le tubature. Un gusto
che non ti dico!»
La ragazza dai capelli
biondo-rossiccio lo aveva preso come
una specie di metodo per sfogarsi di quanto accaduto
nell’ultimo periodo. E poi,
occorre ricordare che una volta Trixie era una ragazza piuttosto
violenta che
si divertiva a tormentare le “sfigatelle”. Chichi
era stata sua vittima*, ma
poi circostanze indefinite le avevano unite, e si era data una calmata.
Fino ad ora.
«Trix, non avevi smesso con
quella roba?»
«se lo merita, Chichi! Tu
stessa lo odi! Deve pagare per
averti accusata così!»
Perché già,
anche se era uscita questo non significava che
il debito fosse saldato. Assolutamente.
Le tre ancora non lo sapevano, ma
Kevin Mask aveva già
pagato a sufficienza, e fortuna sua nei giorni successivi sarebbero
state
troppo impegnate con i loro amici, che dal commissariato sarebbero
tornati solo a notte tarda, per pensare agli atti di
vandalismo!...
Ebbene, chi aveva ipotizzato che Roxanne fosse il vandalo delle viole e delle tubature in parte ci aveva azzeccato :) brave! E almeno in questo #R non 'entra.
Il piano di #R sembra essere riuscito, e bisgona solo sperare che lo scetticismo del detective riesca a fare qualcosa, o che qualcuno dell' R-team (cit.) faccia qualche idiozia. Intanto qualche altro indizio, nel capitolo, l'ho messo.
* la droga rossiccia proveniente da un pianeta alieno, per chi ha letto Reignite di vermissen_stern, risulta abbastanza chiaramente essere sabbia rossa (o almeno, dovrebbe risultare chiaramente).
* Trixie era una bulletta. Così vuole Kinnikuman Wiki.
Che altro dire? Ah, si: Kunoichi_BeastKnightress scusami per averti citata nei ringraziamenti col vecchio nickname, lo scorso capitolo. Lo sai che ho la testa per aria.
Ringrazio chi continua a seguirmi. Alla prossima!