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Autore: HZLNL_1D    01/09/2014    13 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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     I’m afraid. 

-Cosa diamine ci fai tu qui!?- la voce del ragazzo tuonò tra le mura della grande cucina, facendo sussultare sia la ragazza di fronte a lui che la bambina.
Gli occhi azzurri di Haley rimasero fissi sul volto segnato del biondo, cercando di capire come gestire la situazione. 
Non appena vide l’ultima persona che si aspettava fosse il fratello di Lottie, un mix di emozioni le invasero la mente mandandola in una completa confusione.
Alla vista dei suoi occhi verdi fusi con il dorato, il suo stomaco si contrasse e il respiro le si bloccò in gola. Una sensazione che non riuscì ad individuare le invase la mente, insieme a paura e agitazione. 
Si ricordò delle parole della bambina quando la madre era appena uscita di casa “Si arrabbierà.”
Gli occhi verdi del biondo erano due fessure, facendo trasparire tutta la rabbia che provava in quel momento e Haley la percepì.
-Visto Haley, si è arrabbiato.- la voce dolce della bambina catturò l’attenzione della ragazza e anche del biondo, che finalmente interruppero il loro contatto visivo per prestare attenzione alla bambina, che teneva stretta tra le sue piccole mani la mano di Haley.

-Lottie, va di sopra.- disse Ashton, cercando di non agitarsi. Spaventare sua sorella era l’ultima cosa che voleva in quel momento. Era furioso, ma non con lei. 
-No, non voglio.- la voce della piccola era acuta e convinta. 
Ashton chiuse gli occhi e prese un lungo respiro. Si ripeté più volte di mantenere il controllo.
Proprio quando stava per riaprire bocca, Haley decise di intervenire.
-Ehi piccola, che ne dici di salire su? Magari finisci di fare quel bracciale che abbiamo iniziato prima, così la prossima volta che ci vedremo mi farai vedere come ti sarà uscito, okay?- Haley rivolse uno sguardo sincero alla piccola che le strinse affettuosamente le mano, mentre sul suo volto balenava un’espressione incerta. 
-Ma lui è arrabbiato e io non voglio che si arrabbi con te.- rispose la bambina, dopo aver guardato il fratello. 
-Piccola, non si arrabbierà con me. Ricordi cosa ti ho promesso prima?- le chiese Haley abbassandosi, così da essere alla stessa altezza. La bambina annuì, allora Haley continuò a parlare. -Ecco, adesso devo mantenere la mia promessa. Su, sali. Ci vediamo presto piccola.- 
-Tornerai?- le chiese ancora Lottie, con gli occhi lucidi. Haley si morse il labbro, commossa dalla reazione inaspettata della bambina.
-Certo, te lo prometto. E ci divertiremo ancora come oggi, anzi ti porterò una sorpresa.- le sorrise Haley e Lottie le sorrise contenta, buttandosi su di lei e legandole le braccia al collo.
-Mi piaci tanto Haley, credo di volerti già bene.- 
-Anche tu piccola. Ti voglio bene anch’io.-  Haley si lasciò scappare una piccola risata, sempre più sorpresa da quella bambina. Era davvero una bambina unica, così come suo fratello. Forse in maniera completamente diversa, ma erano entrambi unici.
In quel momento Haley si ricordò che non fossero sole e che Ashton le stava osservando, così si rialzò in fretta, adesso tranquilla che la bambina sarebbe andata in camera da li a poco. 
Non sapeva se Lottie avesse già assistito ai momenti d’ira di suo fratello, ma di certo non voleva che ne assistesse adesso. 

Ashton era di fronte a loro, ad osservarle in silenzio e senza batter ciglio.
Quando sentì la sorella pronunciare quelle parole e stringere la ragazza in un abbraccio, gli si strinse il cuore. 
Era la prima volta, dopo due anni, che la piccola si affezionasse ad una ragazza.
L’unica ragazza con cui giocava e passava pomeriggi interi era Kimberly. Dopo di lei, Lottie si era mostrata diffidente nei confronti di qualsiasi ragazza avesse varcato la soglia di quella casa, non che ne fossero passate molte. 
E adesso invece, vederla davanti a lui a preoccuparsi di una ragazza appena conosciuta, gli fece venire un fastidio all’altezza dello stomaco e un vuoto al petto.
-Ash..- la voce appena udibile di Lottie, lo distolse dai suoi pensieri portandolo ad abbassare lo sguardo. Adesso la bambina era davanti a lui, che stringeva la sua grande mano tra le sue piccole e esili.
-Dimmi, piccola.- Ashton si inginocchiò, così da poter osservare meglio la sorella che adesso lo guardava con quei occhi verdi quasi supplicanti, ma sempre pieni d’affetto. A guardare il piccolo viso della bambina, un po’ di rabbia se ne andò facendogli dimenticare, anche se solo per poco, di quanto fosse furioso con la madre e con quella ragazza che ora li stava osservando silenziosamente.
-Non farle del male e non urlare contro, lei mi piace. Mi fa divertire come faceva Kim.- queste furono le ultime parole della bambina, prima che gli lasciasse un veloce bacio sulla guancia e scappasse al piano di sopra, lasciando un Ashton immerso nei sensi di colpa e nei ricordi e un Haley sorpresa. 


Haley udì le parole della piccola e ne rimase colpita, ma non potè fare altro che pensare a quel nome. Kimberly. Ormai sapeva che si trattasse della stessa ragazza delle foto nella camera di Calum. Ma quello che non le era ancora chiaro, era il rapporto che ci fosse tra i due. Ma dallo sguardo addolorato e malinconico del ragazzo, capì che fosse una persona importante.
-Ashton, io…- dopo che il ragazzo si passò una mano tra i capelli, sistemandoli meglio dietro la bandana, decise di parlare.
-Perché sei qui?- la voce fredda del ragazzo la interruppe bruscamente, mettendole più agitazione di quanto già ne avesse.
-Tua madre cercava una baby-sitter e io ho chiamato.- 
-Ti ha detto dove andava?- lo sguardo del biondo era freddo e distaccato, non lasciava trasmettere nessun emozione, neppure rabbia. E quasi Haley si ritrovò a sperare di vedere la sua espressione furiosa, ma non quei occhi cupi e neri. Così spenti e tenebrosi da incutere timore. Pensò a quanto fosse strano sperare di vedere qualsiasi emozione trasparire dal suo volto, magari la stessa espressione che aveva la sera al bowling. Non era l’espressione più chiara al mondo, ma Haley avrebbe sperato di vedere quella stessa scintilla che aveva negli occhi verdi dopo il loro bacio quella sera.
Ashton fece alcuni passi avanti, facendola tornare con i piedi per terra. 
-No.- rispose semplicemente, indietreggiando di un passo.
-Il tuo lavoro qui è finito.- 
Haley annuì e si diresse alla porta, pronta per uscire. Ma la mano del biondo si appoggiò bruscamente al legno impedendole di aprirla.
Lasciò andare un sospiro e chiuse gli occhi, preparandosi a qualsiasi reazione da parte del ragazzo.
-Insultami o spaventami pure, se ti fa sentire meglio. Ma non urlare, non voglio che Lottie senta nulla. Le avevo promesso che non ti saresti arrabbiato.- la voce della ragazza uscì debole, mentre si girava per trovarsi faccia a faccia con Ashton, che cercò di mostrarsi impassibile all’esterno mente in realtà rimase colpito da quelle parole.
Pensò che la ragazza si aspettava di essere trattata male o qualche suo gesto irruente, ovviamente. Sorrise amaramente, scuotendo la testa.
-Non ne ho intenzione.- rispose rigido, sorprendendo la ragazza. -Ma tu..- disse tracciandole i lineamenti della guancia con l’indice. -Non metterai più piede in questa casa.- 
Haley sembrò riprendersi dallo stato in cui l’aveva portata il lento movimento del ragazzo, prendendo parola. -Tu non puoi.. Io.. Io ho promesso a Lottie che sarei tornata.- la voce le si spezzò, dispiaciuta all’idea di infrangere la parola data alla bambina e quindi di deluderla. 
-Avresti dovuto pensarci bene prima di prometterle qualcosa di impossibile.- rispose freddamente Ashton, allontanandosi dal corpo della ragazza. -Tu non metterai più piede in questa casa e l’ultima cosa che farai sarà rivedere Charlotte. Adesso esci.- Aprì bruscamente la porta, facendole segno di uscire.
-Perché? Perché non puoi lasciarmi stare, cazzo. Sei un fottuto stupido.- urlò Haley, in preda alla rabbia. 
-Sei una fottuta ragazzina. Vattene, adesso.- Il ghigno impresso sul volto del biondo fece ribollire il sangue nelle vene ad Haley, dandole quella scossa di adrenalina a lei sconosciuta. 
-E tu sei un fottuto stronzo.- queste furono le sue ultime parole, sputate con disprezzo. La sua mano sbatté violentemente contro la guancia del biondo, provocando un sonoro schiocco. 
Entrambi sgranarono gli occhi, sorpresi da ciò che era appena successo.
Ashton si sfiorò lo zigomo già ferito, che adesso era tornato a fare male. 
Gli aveva dato uno schiaffo, quasi non ci credeva. 
Haley ritrasse velocemente la mano, sussultando al suo stesso gesto. 
Prima che il ragazzo potesse parlare o reagire, gli diede le spalle e cominciò a correre verso casa. 

Intanto, Calum e Janelle stavano rientrando dalla loro uscita, ridendo per la brutta figura fatta dal moro durante la loro passeggiata. 
-Sono stato davvero bene, con te.- ammise Calum, una volta che ebbe aiutato Janelle a scendere dall’auto. 
-Anche io.- un sorriso raggiante si impossessò del volto della bionda e Calum riuscì a vederlo, nonostante il cielo fosse buio e quasi impercettibilmente illuminato dalla luna. 
Janelle distolse lo sguardo imbarazzata, ma il moro le sollevò il mento con due dita e fece incontrare ancora i loro occhi dai colori così visibilmente diversi.
Calum fece sfiorare per un attimo i loro nasi, prima di premere dolcemente le sue labbra su quelle di lei, con la paura di esagerare. 
Janelle sentì lo stomaco riempirsi di farfalle che le labbra morbide del moro misero a tacere con la stessa velocità con cui le aveva provocate. Legò le braccia intorno al collo del ragazzo, portandolo vicino a se e trasformando quel bacio in qualcosa di più passionale. 
Si staccarono qualche minuto dopo, entrambi bisognosi di riprendere aria. 
-E’ stato il mio miglior appuntamento di sempre.- affermò Calum in un sussurro, con la fronte ancora poggiata a quella della ragazza.
-E’ stato il mio unico e miglior appuntamento di sempre.- sussurrò Janelle, sorridendo subito dopo mentre Calum rimase sorpreso da ciò che aveva appena udito.
-Stai dicendo che…- Non fece in tempo a finire, che sentirono dei veloci passi irrompere nel vialetto accompagnati da singhiozzi.
Si staccarono preoccupati, girandosi per capire di chi si trattasse. 
Non appena videro Haley con il viso rigato dalle lacrime, non aspettarono un secondo di più e corsero verso di lei.

L’ultima cosa che Haley si aspettava era ritrovare sul vialetto di casa la sua migliore amica e Calum. Forse più tardi si sarebbe pentita di averli interrotti e aver rovinato la loro serata, ma al momento era così nervosa e stanca da voler solo sentirsi sicura. Quella sicurezza arrivò non appena il moro la strinse in un abbraccio, mentre le chiedeva cosa fosse successo.
Non rispose subito, sia perché i singhiozzi le spezzavano la voce sia perché non era ancora riuscita a capire nemmeno lei perché avesse iniziato a piangere dopo aver dato uno schiaffo al ragazzo. 
Solo dopo averlo fatto, si ricordò dei vari tagli e lividi che segnavano il volto di Ashton e i sensi di colpa la invasero dopo aver visto la ferita sul zigomo del biondo aprirsi. 

Calum, ancora confuso, la stringeva tra le sue braccia mentre pensava a cosa le fosse successo. Il fatto di vederla così e di non sapere lo uccideva. 
Poche ore prima si era comportato in maniera fredda e distaccata, per vari motivi che ancora credeva validi, ma l’istinto di abbracciarla vedendola così era più forte di qualsiasi altro risentimento.

Una volta che smise di piangere, Janelle e Calum decisero di portarla in casa, cercando di far meno rumore possibile in caso Josh fosse stato in casa.
Salirono tutti e tre al piano di sopra e una volta che Calum fece sedere Haley sul letto, Janelle chiuse cautamente la porta bianca della camera. 
-Hal, ti prego dimmi cos’è successo. Dov’eri?- Janelle le si avvicinò e le spostò i capelli che le erano caduti sul viso. Haley alzò lo sguardo e i suoi occhi incontrarono quelli verdi di Janelle, pieni di preoccupazione. 
-Ashton.- Haley disse solamente quel nome, come se bastasse a spiegare tutto.
Calum chiuse gli occhi e scosse la testa, pensando a cosa il suo migliore amico avesse fatto. Janelle invece si irrigidì e strinse i pugni.
-Io al tuo amico lo uccido.- Janelle puntò un dito contro Calum, mentre la rabbia prendeva il sopravvento.
Calum annuì, sapendo che Janelle avesse ragione. Si girò verso Haley, che fissava un punto della moquette da ormai troppo tempo, e le prese una mano facendo incrociare le loro dita.
-Haley, ti ha fatto qualcosa?- 
-No, lui non mi ha fatto nulla! Insomma.. Lui, non.. Io l’ho colpito!- disse velocemente Haley, dispiaciuta del fatto che pensassero che Ashton sarebbe arrivato al punto di farle del male fisicamente. 
-Cosa? Haley ti prego spiegati, non capisco.- Calum le strinse la mano, sperando che dicesse di più così fa far capire meglio sia a lui che a Janelle.
-Io.. Ero a casa sua e lui mi ha cacciata. Abbiamo cominciato a discutere e io gli ho dato uno schiaffo in pieno viso.- Haley sputò tutto velocemente, come se si stesse liberando da un peso. Nonostante la spiegazione di Haley fosse stata, più o meno, chiara, Calum era ancora confuso. Si chiedeva perché diamine Haley fosse con lui e per di più a casa sua e ciò che Ashton gli aveva raccontato gli tornò in mente e si sentì improvvisamente infastidito. Prima ancora che potesse chiedere qualcosa di più alla sua migliore amica, Janelle lo anticipò.
-A casa sua? Dico, sei impazzita per caso?!- la voce di Janelle uscì fin troppo acuta e Haley rimase sorpresa dal fatto che la sua migliore amica le stesse urlando contro.
-Janelle, calmati. Non mi sembra il caso di.. urlarle contro.- s’intromise Calum.
Nonostante Haley sapeva che Calum la stava in qualche modo difendendo, lo sentì terribilmente lontano e ciò la faceva star male da morire.

-Ricordi l’annuncio per la baby-sitter?- chiese Haley a Janelle, che stava cercando di calmarsi. La bionda annuì e a quel punto Haley continuò. -Ho chiamato non avendo nulla da fare e alla fine sono andata. La bambina di cui mi dovevo occupare era Lottie, ma io ero fottutamente all’oscuro del fatto che fosse la sorella di Ashton. Non sapevo nemmeno che lui abitasse a due isolati da casa mia!- questa volta fu Haley ad alzare di poco la voce. 
-Perché non me l’hai mai detto?- Haley si rivolse a Calum, che la guardava dispiaciuto ma ancora distante. 
-Non credevo fosse il caso.- rispose scuotendo la testa. -E a questo punto, data la vostra intimità.. Credevo te l’avesse già detto lui.- sbottò Calum, ormai irritato. 
-Cosa? Calum, sei serio?- Haley si alzò a sua volta, guardando il moro davanti a se che la fissava duramente.
-Credo sia ora che me ne vada.- sbottò, dandole le spalle.
-No, Calum. Adesso stai qui e mi spieghi perché cazzo sei così freddo. Se qualcuno decide di andarsene dalla mia vita, devo saperne il motivo. Sono stanca delle persone che se ne vanno senza dire nulla e facendomi pensare che la colpa sia solo mia.- 

Janelle rimase in silenzio davanti a quella scena, ma le parole dell’amica le fecero sentire un dolore all’altezza del petto. Sapeva quanto fosse fragile Haley e in quel momento si stava pentendo più che mai di averle urlato contro pochi minuti fa. Non sapeva cosa stesse succedendo tra i due, e non sarebbe intervenuta, ma vedere la sua amica stare così male era orribile. 
-Non ora, Haley. Ne parleremo un’altra volta.- rispose freddamente Calum, senza  guardarla. Quelle parole avevano colpito anche lui, non aveva nessuna intenzione di lasciarla sola. Aveva promesso che l’avrebbe aiutata, e l’avrebbe fatto. Ma adesso era troppo deluso e si sentiva tradito. Sapeva che stare lì solo un altro minuto di più, avrebbe fatto degenerare la situazione e non era quello che voleva. -Io vado. Ci sentiamo.- disse a Janelle, prima di lasciarle un bacio sulla guancia. 

Non appena il moro scomparì dietro la porta in legno bianco, Haley sentì gli occhi riempirsi di lacrime, ancora. 
-E’ andato, anche lui.- riuscì a stento a finire la fresa, scoppiando poi in un pianto silenzioso.
-No, Hal. Non è così.- Janelle la raggiunse e la strinse a se, cercando di far cessare le sue lacrime. -Scusami se ti ho urlato, ero solo preoccupata. Non dovevo.- 
-Tranquilla, Jane.- 
-Non so cos’abbia Calum, ma qualsiasi cosa ci sia in mezzo si sistemerà. Te lo prometto.- 


 


Tenersi le cose dentro, non è per niente positivo. Quando poi escono, potrebbero essere più cattive del previsto. E Calum non aveva intenzione di tenersi dentro proprio un’accidenti. Sapeva che una volta avuto di fronte il suo migliore amico, probabilmente le cose che avrebbe voluto dirgli non sarebbero state comunque belle. 
Ma doveva, sentiva il bisogno.
Posteggiò la macchina sotto la piccola villetta, mandando un messaggio ad Ashton dove gli diceva di raggiungerlo.
Dopo qualche minuto lo vide sbucare dal portone della casa, per poi avvicinarsi tranquillo. 
-Ehi, Calum.- Ashton lo salutò tranquillo, come se non fosse successo nulla e questo fece aumentare la rabbia di Calum. 
Ashton, incurante dei sentimenti del moro, si accese una sigaretta aspirandone un’abbondante boccata di fumo. 
-Cosa stai facendo?- Il moro decise di essere diretto e veloce, così da poter andare a casa e sprofondare nel sonno. Così da poter ignorare i sensi di colpa e gli occhi pieni di lacrime di Haley, che lo perseguitavano da quando aveva messo piede fuori dalla sua camera.
-Sto.. Fumando?- rispose ovvio Ashton, ironicamente.
-Ashton, cosa cazzo è successo oggi con Haley!?- stanco di girarci intorno, Calum porse l’unica domanda che necessitava risposta al momento.
-Ah, vedo che hai già saputo.- Ashton buttò la sigaretta, ancora intera, a terra e ci posò un piede sopra.
-Non so cosa tu abbia in mente Ash, ma smettila. Vi farete del male, entrambi. E lei ne ha passate già tante ed è chiaro, anche se non me lo ha mai esplicitamente detto.- 
-Calum, piantala. Non sto facendo un bel niente e se proprio ci tieni così tanto alla tua piccola amichetta, sappi che non le ho fatto del male. Non glielo farei mai.- rispose irritato il biondo, sorpreso per le sue stesse parole. Ma le cose stavano così. Poteva provare del insensato disprezzo nei confronti della ragazza, ma non sarebbe riuscito a farle del male. Non dopo aver visto tutto quel dolore nascosto nei suoi occhi azzurri.
-Quindi.. È vero che, insomma..- non servì che il moro completasse la frase, perché il biondo riprese a parlare.
-Si, mi ha dato uno schiaffo. E io sono rimasto a guardare, Calum. Quando avrei potuto prenderla e farle capire che non avrebbe dovuto. Ma sai cosa ho fatto, Cal?- Ashton rise nervosamente, per poi riprendere il discorso. -L’ho guardata, sperando che capisse che non le avrei fatto nulla. Ma lei è scappata e io sono stato a guardare. Tutto qui.- 
Calum scosse la testa, confuso da tutto ciò. 
I sensi di colpa lo stava mangiando dentro e le parole del biondo l’avevano mandato in una confusione snervante.
-Io.. Credo di aver bisogno di dormire. Parleremo di tutto questo cazzo di casino quando saremo entrambi più lucidi.- il moro si voltò, pronto ad aprire la portiera dell’auto. Ma la voce di Ashton lo fermò.
-Non c’è nulla di cui parlare. Manterrò le distanze da lei e non ci saranno più problemi. Lei starà lontana da me e quindi al sicuro e io starò lontano da lei, così da non rischiare che prenda un posto nella mia vita.-
-E’ per questo, Ash?- chiese Calum, facendo incrociare di nuovo i loro sguardi. Nel volto di Ashton balenò un lampo di confusione e amarezza. -Tu la odi perché è diversa, perché ti ricorda lei. E hai paura. E’ per questo, vero?- Calum sorrise amaramente. 
-Smettila di dire stronzate, Calum.- Ashton sembrò irritarsi e diede le spalle al moro, dirigendosi verso casa. Quando arrivò al portico della piccola villa, sentì ancora una volta la voce del migliore amico.
-Sai, Ash.. Sono fermamente convinto che se l’amore può far male, l’amore può anche guarire.-



Erano passati tre giorni, da quella sera. 
Haley aveva pensato di mettere da parte ogni problema e di pensare a godersi i giorni che le rimanevano da passare con Janelle. Nonostante le mancasse Calum, si impose di non pensarci o di non mostrarsi triste davanti alla migliore amica o a Josh. Nonostante tutto, Janelle sapeva che Haley non era davvero felice. Sapeva quanto le mancasse il suo migliore amico. Si era tenuto in contatto con Calum da quella sera e sapeva che anche lui non era il massimo della felicità. 
Calum si sentì tentato ogni singola mattina di presentarsi alla porta di Haley e parlarle, sistemare le cose. Ma non aveva mai avuto il coraggio di farlo, di mettere da parte i risentimenti. Odiava pensare che la ragazza gli stesse tenendo nascosto degli avvenimenti importanti. Si sentiva tradito e deluso. Lui voleva proteggerla, ma non avrebbe potuto farlo se lei non si fosse aperta con lei. Anche se adesso sapeva che l’ultima persona da cui avrebbe dovuto proteggerla fosse Ashton. 

-Buongiorno piccola mosca.- Janelle sorrise raggiante ad Haley, appena svegliata dai deboli raggi di sole che oltrepassavano le tende. 
-Non ci posso credere.- brontolò Haley, mettendosi seduta. 
-Cosa?-
-E’ già passata una settimana da quando sei qui. Non voglio che anche questa settimana passi.- gli occhi di Haley divennero lucidi e Janelle l’abbracciò.
-Non pensarci, ci divertiremo. E poi ci vedremo ancora, tante altre volte. Non devi preoccuparti.- Janelle forzò un sorriso, imponendosi di non piangere. Odiava ammetterlo, ma era vero. Quei giorni erano volta e sarebbero trascorsi velocemente anche gli ultimi sette giorni. 
-Trasferisciti qui, tanto Josh ti adora.- affermò Haley, facendo ridere entrambe.
-Lo farei volentieri, credimi.-  
Janelle si alzò e dopo essersi assicurata che Josh fosse già uscito di casa per andare alla stazione di polizia, mise il cd dei Green Day, che in poco tempo riempì la stanza con le note di ‘American Idiot’. 

Calum prese per l’ennesima volta il cellulare, per poi sbuffare e lanciarlo nuovamente sul letto.
-Si può sapere cosa ti prende?- sbottò Ashton, innervosito dal comportamento del moro.
-Mi manca.- disse semplicemente, sapendo che Ashton avrebbe capito. Dopo quella sera non avevano più parlato di Haley, ma Ashton sapeva quanto mancasse a Calum. Sapeva anche che gli mancava Janelle e lo aveva invitato più volte a chiederle di uscire ma lui rifiutava sempre, dicendo che non ce l’avrebbe fatta a fare finta di nulla se avesse visto Haley.
-Senti smettila di fare il bambino, chiamala. O vai e parlaci. Perché mi sto davvero stancando dei tuoi lamenti.- in parte Ashton mentì. Non era stanco dei suoi lamenti, ma si sentiva in colpa. Sapeva che uno dei motivi per cui non aveva ancora chiarito con Haley, fosse lui. Aveva deciso di stare lontano dalla mora e Calum sapeva che se avesse chiarito con lei, Ashton sarebbe stato costretto a vederla più spesso.
-Non posso.- sospirò combattuto Calum.
A quel punto Ashton sbuffò e si piazzò davanti all’amico.
-Adesso tu prendi quel cazzo di cellulare e mandi un messaggio alla tua ragazza.- 
-Non è la mia ragazza.- specificò Calum.
-Beh, lo sarà presto. Ma non è questo il punto, tu gli scrivi e vi mettete d’accordo. Tu potrai riavere la tua migliore amica e tutto tornerà al suo posto. E io smetterò di sentirti piagnucolare continuamente!- Ashton gli lanciò il cellulare che cadde sulle gambe del moro. Calum lo prese e dopo essersi messo seduto, sorrise ad Ashton.
-Sei la persona più contorta di questo mondo, Ash. Ma ti voglio bene.- 

-Jane, il cellulare!- urlò Haley, cercando di sovrastare il volume della musica. 
Janelle tornò di corsa in camera e prese l’iPhone, sorridendo alla vista del messaggio.

“Piccola. ♥
Mi manca da morire, come sta? “


-Chi è?- le chiese Haley, vedendola sorridere come un’idiota.
-Calum.- rispose semplicemente Janelle, sperando di non rattristare l’amica. Le aveva raccontato come stavano le cose con Calum e Haley le aveva assicurato che fosse contenta per loro, ma lei non gliene parlava per il semplice motivo che non voleva vederla stare male. 
In quel momento le venne in mente un’idea e non esitò ad agire. Era stanca di vedere due delle persone a cui teneva di più, stare male.

“Tra due minuti devi essere qui, sbrigati.♥” 

-Jane, perché stai hai un sorriso malvagio sul volto?- le chiese ancora Haley, cercando di non pensare al moro. 
-Hal, siamo migliore amiche, giusto?- Haley la fissò confusa, ma annuì comunque. -E mi vorrai sempre bene, giusto?- 
-Janelle cos’hai fatto?- 
Prima che la bionda potesse rispondere, sentirono il campanello di casa suonare.
Janelle corse di sotto e non appena vide il moro sorriderle dolcemente, gli saltò addosso.
Calum la strinse a se, per poi poggiarla a terra e lasciarle un bacio sulla fronte.
-Come hai fatto ad impiegarci così poco?- rise Janelle, mentre salivano le scale. 
-Ero a casa di Ashton.- si giustificò Calum. 

-Janelle, chi era?- urlò Haley, quando vide che l’amica impiegava più del previsto a tornare in camera.
Quando non ottenne risposta si alzò dal letto, pronta a scendere al piano di sotto, ma la porta si aprì e quando le si presentò davanti il moro, rimase ferma incapace di muovere anche un solo muscolo.
-Disturbo?- Calum le sorrise dolcemente, con Janelle dietro.
-Io adesso vado a fare una lunga doccia, a dopo.- disse velocemente Janelle, per poi dare un veloce bacio sulla guancia ad Haley e poi scappare nel bagno.

-Credo… dobbiamo parlare.- 
-Sempre che tu non voglia andartene di nuovo, senza darmi spiegazioni.- rispose prontamente Haley, risentita dal comportamento del migliore amico.
-Haley ho sbagliato, lo so. Ma hai sbagliato anche tu.- rispose il moro, cercando di mantenere la calma. Era andato lì per chiarire la situazione, non per peggiorarla. 
-Magari è così, ma ti prego spiegami cosa ho fatto. Perché… sono stata uno schifo in questi giorni, ok? Senza vederti, né sentirti. E sapendo quanto tu fossi arrabbiato con me, mi faceva star male.- Haley sospirò, dopo essersi liberata dai suoi pensieri. Sentì gli occhi bruciare e formarsi un nodo alla gola, ma si impose di resistere.
-Mi sei mancata anche tu, Haley.- Calum non riuscì a sopportare un minuto di più la lontananza tra loro e l’abbracciò, stringendola forte a sé. 

Si sedettero sul letto e cominciarono a parlare.
-Ashton mi ha detto dei vostri.. baci.- ammise Calum, distogliendo lo sguardo dagli occhi azzurri di Haley.
-Oh.. Intendevi questo allora. Calum, io non volevo nasconderti nulla.- 
-Haley non capisci.- la interruppe Calum. -Io voglio proteggerti, okay? Ma non posso farlo se tu mi nascondi le cose.- 
-Non te ne ho parlato perché non so nemmeno io cosa pensare, Cal. Lui mi ha baciato e io ho ricambiato, entrambe le volte! E comunque non credo che tu debba difendermi da Ashton. Quella sera avrebbe potuto reagire, ma non l’ha fatto.-
-Si, me ne ha parlato. E so che non è da Ashton che devo proteggerti, non più.- ammise Calum, senza scendere nei particolari. Se solo avesse detto una parola di più avrebbe messo nei casini Ashton e non era sua intenzione complicargli le cose, più di quanto già lo fossero.
-Scusami Calum, non era mia intenzione nasconderti nulla. Solo che, tutta questa situazione è così strana. E Ashton è così strano. Non so come gestire le cose.- ammise Hal, sospirando.
-Ok, tranquilla. Mi sei mancata.- Calum decise di chiudere lì il discorso, facilitando le cose ad entrambi. Haley le sorrise e lo abbracciò.

-Vedo che tutto è tornato al suo posto.- affermò felice Janelle, entrando nella camera.
-Grazie, Jane.- Haley le sorrise e in quel momento sentì un peso in meno sul petto e ne fu felice. Le cose erano tornate come prima, ma c’era ancora quel chiodo fisso che non le permetteva di stare completamente tranquilla: Ashton

-Che ne dite di andare a passare la giornata fuori? È una bella giornata.- Calum sorrise ad entrambe le ragazze, che assentirono entusiaste di non dover rimanere in casa da sole. 
Haley si alzò, pronta per andare a prepararsi, quando si fermò sulla soglia della camera e si girò verso Calum, adesso seduto a scherzare con Janelle.
-Verrà anche… Ashton?- 
Vide l’espressione di Calum cambiare in un attimo e si pentì di avergli posto quella stupida domanda.
-No, non credo sia una buona idea.- 


-Ashton, scendi!- sentì la voce della madre chiamarlo dal piano di sotto, così si alzò dal letto preparandosi ad affrontare quello che sarebbe stato il primo litigio del giorno.
Scese velocemente le scale, impaziente di mettere in chiaro le cose con la madre.
-Hai pagato la baby-sitter ieri sera?- Kirsten posò una tazza di cereali davanti a Lottie, presa a guardare i suoi cartoni preferiti trasmessi in tv. 
-Perché l’hai chiamata? Pensavo fossi stato abbastanza chiaro sul fatto delle baby-sitter.- assunse un tono di voce rigido, il solito tono che usava quando parlava con sua madre.
-Perché ne abbiamo bisogno!- urlò esasperata la madre.
-No invece. A Lottie ci penso io.- 
-Tu non sei sempre in casa e io ho bisogno di qualcuno che la controlli. Quella ragazza era perfetta ma tu hai dovuto rovinare tutto! Lottie mi ha detto che tu l’hai cacciata!- urlò ancora la madre, facendo sussultare la bambina.
Ashton guardò Lottie, che dopo avergli rivolto un breve sguardo, tornò a guardare i cartoni. Non gli rivolgeva una parola dalla sera in cui aveva cacciato Haley.
-Non abbiamo bisogno di nessuno.- protestò ancora il ragazzo, prima di avvicinarsi al frigo e prendere la bottiglia del succo d’arancia. Ne riempì un bicchiere e lo porse a Lottie.
-Non lo voglio.- rispose semplicemente la bambina, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
Ashton si rifiutò di stare in quelle mura un minuto di più, così prese le chiavi della sua Harley Night Rod e si diresse alla porta, ma la madre lo fermò.
-Stavamo parlando!-
-Invece abbiamo finito.- rispose deciso, cercando di mantenere la rabbia.
I tre giorni trascorsi non erano andati come aveva desiderato e aveva una gran voglia di sfogarsi. Aveva bisogno di chiamare Jack, così da fargli organizzare un incontro.
-Dove stai andando!?- la madre lo raggiunse e posò una mano sul braccio del figlio, implorandolo con lo sguardo di restare.
-Esco.- 
-Ashton ti prego. Abbiamo bisogno di quella ragazza, la chiamerò ancora.- 
-Fallo, tanto non tornerà.- disse amaramente, sottraendosi dalla presa della madre e chiudendosi la porta alle spalle. 

Salì sulla Harley e senza aspettare un minuto di più, partì sfrecciando per le strade di Hornsby. Diretto da lei. 
I limiti di velocità erano la sua ultima preoccupazione mentre guidava per le strade della Clarke Street e il vento che gli andava contro gli dava quella sensazione di libertà. Aumentò la velocità, fino a quando un grande cancello nero entrò nella sua visuale. Posteggiò la Harley nera al solito posto, assicurandosi che fosse nascosta ai passanti. 

-Ehi, Kim.- la voce del biondo si spezzò e gli occhi divennero lucidi. Si sedette accanto la lapide dove c’era una foto che raffigurava la ragazza, sorridente e con gli intensi occhi azzurri. I capelli mossi e il sorriso smagliante. 
Veniva a trovarla spesso e solo quando era lì, si sentiva vicino a lei, libero e felice. Come quando era ancora in vita. 
Kimberly era stata l’unica ragazza di cui Ashton si era davvero innamorato. Avevano solo sedici anni allora, ma erano abbastanza maturi da capire cosa significasse amare qualcuno. Kimberly era l’unica, oltre Calum, a conoscere la situazione familiare di Ashton e i suoi problemi. L’aveva aiutato a combattere e diventare forte, di non arrendersi. Ma mentre lei insegnava a lui come sopravvivere, lei si spegneva. 
-E’ tutto uno schifo da quando non ci sei, Kim. Mi avevi promesso che non mi avresti mai lasciato. Io ho bisogno di te.- un singhiozzo spezzò la voce del ragazzo e un’altra lacrima rigò il suo viso. -Combino un casino dopo l’altro, tutti mi odiano. Mia madre mi odia, mia sorella mi odia e anche io mi odio. Tu eri l’unica persona che sapeva amarmi, Kim. Perché te ne sei andata?- Ashton chiuse gli occhi, ormai rossi per il pianto e sfiorò la foto con due dita. -Ricordi quando mi avevi detto “Un giorno troverai una ragazza che ti amerà per ciò che sei e per te niente sarà più importante per te, se non lei.” Io risi quando tu me lo dicesti, perché ero fermamente convinto di averla già trovata. Pensavo fosti tu. Ma non ho mai potuto dirtelo, non ne ho avuto il tempo. Ma probabilmente tu non provavi lo stesso per me, già.- il biondo rise amaramente, tirando sul col naso. -C’è una ragazza. Lei mi ricorda terribilmente te. E io ho paura. Quando guardo i suoi occhi, sento qualcosa di strano. Quando ho visto per la prima volta il suo sorriso, ho avuto una fitta al petto e una stretta allo stomaco, Kim. Se ora tu fossi qui, mi daresti dello stupido. Sai perché? Perché l’ho spaventata a morte. All’inizio credevo fosse un pericolo e la odiavo, adesso invece non credo di odiarla. Solo… la detesto. È sempre buona, anche con me. Anche se le ho sempre e solo fatto del male. Quella ragazza… è diversa. A una storia dietro, che non conosco. Ma lo vedo nei suoi occhi, Kim. Lei è una guerriera, come te. A volte ho pensato di conoscerla, di non comportarmi da stronzo. Ma non voglio. Non voglio perché so che se gli lasciassi la possibilità di conoscermi, ti tradirei. Solo tu conosci il vero Ashton. E non voglio che nessun’altra prenda il tuo posto, Kim.- 






[Spazio autrice]

Non lo so, prendetemi a parolacce o lapidatemi. Avete ragione, sono in ritardo. Ma sono stata tipo fino alle 3 di mattina a scrivere quello che dovrebbe essere un capitolo. Ma l’ho finito dieci minuti fa, ovvero alle 22:27.
Ok, non so che dire. Anzi, prima vi ringrazio per le recensioni allo scorso capitolo, vi adoro. ♥
Poi, mi scuso per eventuali errori ma ho dato solo una veloce occhiata quindi mi sarà sfuggito qualche stupido errore probabilmente. Ho fatto tipo tutto di fretta, infatti manca anche il banner e il trailer ma non importa lol Non vedevo l'ora di postarvi il capitolo, odio farvi aspettare tanto.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento, anche se è solo un capitolo di passaggio. 
Spero mi farete sapere cosa ne pensate, tengo davvero tanto alle vostre opinioni.♥
Per il prossimo capitolo, non so quando lo posterò perché il 4 ho l’esame come avevo già accennato e non so quasi niente, quindi mi dovrò dedicare allo studio. (Uff, che strazio.)
Prima di andare, volevo avvisarvi che non appena questa storia sarà arrivata al 19°-20° capitolo, comincerò a postare la nuova storia. Spero la seguirete, mi sono affezionata a molte di voi e sarebbe bello rivedervi anche lì. ♥
Adesso mi dileguo. Vi adoro. ♥
Baci,
Giada
  
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