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Autore: thksel    01/09/2014    0 recensioni
Gli anni passavano. Ad un certo punto, l'illusione di essere una bambina svanì. Scoprii che la vita è una catena di cambiamenti senza fine.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo uno.


Sono una normale adolescente, e penso che la mia età sia del tutto irrilevante nella storia che sto per raccontarvi. Il mio nome è Giorgia: semplice, comune,banale. Proprio come me. Sono cresciuta in una cittadina in Italia, in un quartiere, che alla mia nascita era solo periferia. Lontana dallo stress del centro, potevo godere della tranquillità e la gioia che, devo ammettere, la mia infanzia mi regalò. Il quartiere era composto principalmente da giovani famiglie e si viveva secondo una regola generale: ci si ritrovava a tutti i compleanni, si andava a messa tutte le domeniche, le famiglie si riunivano per il pranzo domenicale. Tutti andavano d'accordo, i vicini erano molto più di questo; erano amici.
Sono stati anni splendidi, ecco il modo in cui li ricordo. C'èra un momento speciale nella vita di ognuno adatto a stringere solide amicizie, e un tempo in cui il cuore, per la prima volta si spezzava per quel magnifico amore estivo, che non potrà mai essere dimenticato. Era il periodo delle casette sugli alberi, dei segreti da condividere con gli amici del cuore, delle partite a nascondino, di giocare giornate intere senza mai sentire il bisogno di riposarsi. Un tempo di cattiverie innocenti e avventure i cui ricordi durano una vita intera.
Poi, senza rendermene conto ero entrata a far parte di una specie di sistema, chiamato 'società', che sarebbe sempre stato pronto a rimproverarmi quando facevo la cosa sbagliata.
In ogni società ci sono delle regole da rispettare, cose che ti impongono, e tu non puoi fare nulla per reprimerle.
Dove sono nata io, la faccenda andava pressapoco così: se avevi un'opinione diversa, venivi subito giudicato, trattato male, discriminato, escluso. Se i tuoi genitori si trovavano in una posizione importante, tu dovevi raggiungere la stessa meta. I tipici 'figli di papà' andavano tutti al liceo classico, anche se a scuola non se la cavavano. Il prete della parrocchia poteva essere contento di vederti la domenica, e se non ti vedeva, rimaneva sconcertato, magari pensando che tu fossi malato. Questi criteri erano assunti da tutto il quartiere, quindi ero convinta che fosse così in ogni angolo del pianeta. In principio, quando ero molto piccola, accettavo l'ordine dato alle cose, ed obbedivo ai miei genitori, considerando cosa normale e giusta vedere gli adulti in posizione di autorità, e quindi starli a sentire insomma.
A quei tempi, assistevo alla messa in silenzio, rispondendo al prete, recitando preghiere, passando i giorni di festa allegramente in famiglia.
Gli anni passavano. Ad un certo punto, l'illusione di essere una bambina svanì. Scoprii che la vita è una catena di cambiamenti senza fine.
L'armonia nel quartiere iniziò a diminuire, il prete si fece sempre più preoccupato, vedendo calare il numero delle persone partecipanti alla messa. I miei genitori divorziarono, fui costretta a passare da una casa all'altra, cercando di apparire felice ai loro occhi, agli occhi di tutti. Inizialmente non potevo capire cosa stava succedendo. Tutti i valori che mi erano stati insegnati non esistevano più. Gli amici che avevo non esistevano più. Tutto tace. Le regole ad un tratto potevano essere modificate, le cose brutte accadevano, eccome. Il mondo poteva cambiare. Ero totalmente confusa. Poteva ogni cosa cambiare e non durare per sempre? Si, ogni cosa era modificata.
Solo un elemento era sempre lo stesso: le mie scarpette da ballo, che indossavo con grande felicità. E non solo: quella sala, quelle persone con cui condividere amore e fatica. Ma anche i momenti di solitudine erano importanti. Perchè quando ballavo da sola, lo facevo per sfogarmi. Ogni cosa tornava al suo posto, solo in quel momento potevo davvero sentirmi libera. Io e la mia passione. Perchè solo la musica riusciva a farmi stare bene, mi dava la forza necessaria per poter andare avanti.
Avete presente com'è danzare sulle note della tua canzone preferita? Non è paragonabile a niente.
Molti anni sono passati da quando ho scordato chi io sia.
Dovevo cominciare una nuova tappa della mia vita, il liceo.
  
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