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Autore: Ranocchia_Chan    02/09/2014    1 recensioni
Voi avete mai pensato, che una stella possa piangere e perdere sangue?
Io sì e da questo alquanto strano perchè è nata questa mia prima One-shot!
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(tratto dal testo del primo capitolo)
"Siamo nati nel Cielo, ma la nostra forma attuale è stata creata sulla Terra.
Siamo nati in questo villaggio. Nell'acqua fredda di una piccola fontana accanto alla cattedrale.
Due minuscole gocce come noi si sarebbero sicuramente disperse nell'acqua, e non avremmo lasciato traccia.
Invece per qualche strano motivo non ci scogliemmo."
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Se vi ho incuriosito leggete il resto!
È la mia prima storia che pubblico quindi Pls siate clementi!
Un bacione Ran(occhia)-Chan
Genere: Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo nati nel Cielo, ma la nostra forma attuale è stata creata sulla Terra.

Siamo nati in questo villaggio. Nell'acqua fredda di una grande fontana situata al centro della piazza accanto alla cattedrale.

Due minuscole gocce come noi si sarebbero sicuramente disperse nell'acqua, e non avremmo lasciato traccia.

Invece per qualche strano motivo non ci scogliemmo.

Dal fondo della vasca osservavamo il mondo in superficie con curiosità.
Vedevamo cadere accanto a noi delle monete, lanciate per gioco e che racchiudevano in sè i desideri e le speranze di qualcuno.

Vedevamo la bocca delle brocche che si riempivano dell'acqua limpida della fontana.

Da lì in basso vedevamo anche il cielo.

Chissà magari vedevamo anche chi ci aveva scaraventato sulla terra.
Ci trasformammo una notte di primavera, ricordo che c'era ancora la neve in alcuni punti della piazza, quelli dove non batteva il sole, e che nel cielo splendeva la luna piena.

Aver osservato a lungo voi umani era stato un bene, riuscimmo a copiare la vostra forma facilmente, anche se non capimmo nè come, nè perchè ci riuscimmo.
Ci trasformammo in quelli che voi chiamate comunemente "bambini"; ci guardammo a vicenda, stupiti e curiosi allo stesso tempo della nuova forma acquistata.

Lei aveva i capelli rossi come il fuoco lunghi fino alle spalle, la pelle abbronzata, tempestata di lentiggini sulle gote, sul naso, sulle spalle e sulle braccia, le labbra carnose a bocciolo di rosa, gli occhi grandi, rossi anche loro, avevano una luce fiera, forte ed orgogliosa che li faceva brillare ancor di più sotto i raggi della luna.

La guardavo chiedendomi se anche il mio aspetto era come il suo.

La curiosità mi stava prendendo in un abbraccio tanto forte che non resistetti e dovetti girarmi verso l'acqua calma della fontana per specchiarmi.

Poggiai le mie piccole mani sul bordo liscio di alabastro della fontana, e mi sporsi verso l'acqua. La mia immagine apparve come un fantasma, leggermente distorta sulla superficie dell'acqua.
Quello ero davvero io?

Non assomigliavo per nulla alla mia vicina.
Avevo la pelle bianca come il latte, i capelli corti, sul grigio chiaro, l'unica mia nota di colore erano gli occhi: azzurri come la notte che ci aveva partorito, con tante luci dentro che le stesse stelle sembravano poche. Mi accarezzai il viso incredulo. La mia pelle era incredibilmente liscia e morbida come una meringa poco cotta.

Mi allontanai dal bordo della vasca e guardai la bambina di fronte a me.

Mi sentivo sperduto in questo nuovo mondo, ma non potevo fare a meno di essere maledettamente curioso di scoprirlo, di conoscere le proprie usanze e di osservare i suoi abitanti più da vicino rispetto che dal fondo della fontana.

 

Ci prendemmo la mano, sapevo di star tremando come una foglia ma non volevo darlo a vedere. Lei mi strinse la mano non scomponendosi minimamente.

Mi sentivo particolarmente al sicuro con lei vicino, non so il perchè, ma sentivo che se fosse successo qualcosa lei mi avrebbe sempre protetto.
Da quando eravamo usciti dalla vasca non avevamo aperto bocca, forse per paura di essere sentiti, oppure per il semplice fatto che non sapevamo di avere delle voci.

Scendemmo i tre scaloni che portavano alla fontana saltellandoli leggermente.
Osservai la piazza con sguardo indagatore, sforzando la vista a causa del buio quasi totale che vi regnava.

La piazza era a forma di ellisse allungato sulle estremità, alle quali sboccavano due grandi vie. Le case che ci circondavano avevano la parete che si affacciava sulla piazza ricurva verso l'interno, ed erano per la maggior parte colorate di un bianco candido e puro, le fondamenta erano tutte formate da pietre nere, dello stesso tipo di quelle del pavimento della piazza, i tetti avevano la spiovenza sempre verso un solo lato, e, a volte due case affiancate creavano il divertente gioco di sembrare di avere il tetto in comune, nel caso una lo avesse spiovente verso destra e l'altra verso sinistra.
Le tegole erano formate da sottili lastre argentate posizionate alternatamente formando un gioco di luci tale che sembrava che fossero le scaglie di un qualche pesce mitico.
Vi erano anche molti balconi, che fossero grandi o piccoli era di poca importanza perchè su ognuno vi erano piante e fiori di ogni genere, colore e dimensione.

Ogni circa cinque case vi era un canale di scolo, dove l'acqua scorreva per poi arrivare alla grata della fogna, che girava tutta intorno alla fontana.

La città era calma, senza nessuno per le strade sembrava quasi essere una città fantasma. Sentivo i grilli cantare, e vedevo a volte le figure scure dei pipistrelli sulla forma pallida della luna.

Probabilmente la mattina precedente, doveva esserci stato il mercato, data la presenza di vari avanzi di frutta e verdura sparsi alla rinfusa per tutta la piazza.

Una leggera brezza mi fece sobbalzare. Faceva ancora freddo benchè fossimo in primavera, e noi avevamo addosso solo due leggeri abiti di tela bianca, che ci arrivavano appena sopra le ginocchia.
La mia compagna però non sembrava provare minimamente freddo, mentre io mi strinsi a lei e con sorpresa notai che era notevolmente calda.

Lei mi guardò interrogativa per pochi secondi poi rigirò il viso e riniziammo a camminare verso la via più vicina a noi.

Era una viottola piccola, con delle lanterne dal colorito verdognolo che facevano a malapena luce, e che, erano distanziate l'una dall'altra di circa una decina di metri.

Ai lati della strada vi erano molti vasi rettangolari nei quali erano piantati dei fiori dall'odore acidognolo, che mi faceva pizzicare il naso.

Camminavamo piano, osservando tutto intorno a noi. È probabile che passammo di fronte ad una cantina, perchè sentii il profumo acre ma allo stesso tempo zuccherino del vino.

Alcune case nella via avevano le luci accese, ma attraverso le persiane accapannate non si scorgeva nessun movimento, e, non si udiva il minimo rumore.

Cercavo di respirare il più piano possibile, in modo da non spezzare quel soprannaturale silenzio.

Arrivammo in una piccola piazza, col pavimento a scacchi neri e bianchi, che convergevano verso una grande cattedrale rimpicciolendosi sempre di più fino a diventare vere e proprie tessere da mosaico in prossimità delle scale della chiesa.

La chiesa era qualcosa di incredibilmente mastodontico, soprattutto per due bambini piccoli come noi.

Era alta fino al cielo interamente costruita di enormi blocchi di pietra nera, che alla luce della luna, ora coperta da delle leggere nubi, assumeva delle sfumature azzurrine, e biancastre facendola sembrare un ciclopico edificio di ghiaccio nero.

Salimmo le scale della chiesa con calma avvolti in quel totale silenzio e sentendoci al sicuro.

La bambina mise una mano davanti la bocca sbadigliando, cosa che d'istinto venne anche a me di fare, ci sedemmo sul gradino di una delle tre porte, quella sul lato destro, e ci poggiammo l'uno all'altra avvolti da un dolce tepore, da una sonnolenza benigna e non legata alla fatica o alla stanchezza.

Chiudemmo gli occhi, addormentandoci poco a poco, nel silenzio totale di quella notte di luna, abbracciati dal vento, che a me sembrò essere più caldo, forse per accarezzare le nostre anime, per far sentire loro, per la prima volta la gentilezza dei sogni.

 

 

Angolo dell'autrice :3 Ehehe finalmente mi sono decisa a pubblicare UwU, ci ho messo un po per finire la descrizione della piazza del paesino, ma ne vado fiera :3!

Verso la fine mi immedesimavo così tanto nei bambini che mi veniva il tik dello sbadiglio O.o

Comunque u.u spero vi piaccia .w. E se vi piace recensite sennò vi scaglio contro le mie sorelle rane assassine ed i loro fantasmi uwu :3

Alla prossima Ran-Chan <3

   
 
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