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Autore: sassa    02/09/2014    2 recensioni
In un mondo che segue precise e rigide regole, cosa accadrebbe se due ragazzi per legge incompatibili si innamorassero? Sfiderebbero tutto e tutti o si limiterebbero a subire e conformarsi?
Dal capitolo IX:
...-Ma le mie mani, per quanto abili, sono vuote- disse confidandole il suo dubbio.
-Non più: ora custodiscono il mio cuore-
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Tu... tu cosa?- chiese Elizabeth con un'espressione sorpresa e incredula allo stesso tempo.
-“Io ti amo”. Amo la tua raffinata gentilezza e la tua forza di volontà; amo il tuo coraggio e quel modo in cui mi guardi quando ti colgo di sorpresa, come ora. Ti ho amata, ti amo e ti amerò, a costo di vedere la gente additarmi come “il folle pazzo che voleva conquistare la Diamante”; che lo facciano pure, se amare è follia!-
Elizabeth arrossì in modo ancora più evidente -Dire che ti amo è riduttivo: mi hai aiutata e ti sei inventato quella storia di Bessie rendendomi libera. Nessuno ha mai fatto tanto per me e so che nessun altro lo farebbe semplicemente perché nessun altro è te. Il tuo timore è quello di non riuscire a darmi un futuro, ma io so che ci riuscirai perché tu sei il mio futuro-
-Ma le mie mani, per quanto abili, sono vuote- disse confidandole il suo dubbio.
-Non più: ora custodiscono il mio cuore-
Leonard si avvicinò e, prendendole il volto fra le mani le sfiorò le labbra con le proprie.
-Leonard...- sussurrò lei -mi sento viva-
L'artista approfondì il bacio pensando che quello dovesse essere l'amore di cui si parlava nelle favole perché chiamarlo in un altro modo sarebbe stato spregevole.

 


Raphael non si era mai sentito così solo in vita sua. Uscito di casa dopo che i due amanti si erano separati, lui diretto verso la bottega e lei lungo la strada per il torrente al fine di lavare i panni, se ne stava ora seduto nei pressi della taverna dell'Orso con un boccale di birra stretto nella mano che usava per cingere la spada.
Era stato tradito. Tradito da chi più amava: sua madre, Leonard...e Fred; chiuse gli occhi e pensò istintivamente all'unica persona che era stata sincera: suo padre Ben (che pure stava sempre nei campi, quindi concluse Raphael, era solo come prima).
-Non hai un grande aspetto. Va tutto bene?-
Raphael non sapeva se essere grato per l'interruzione o rispondere male proprio per questo alla mora che gli si parava davanti. -No, Sophie, non va “ tutto bene”-
-Che succede?- Presogli il bicchiere dalla mano destra e bevuto un sorso, la ragazza si sedette al suo fianco.
-Prima promettimi che sarai sincera-
-Promesso-
-Cosa sai di Bessie?-
-So che è un Legno venuto qui per imparare il mes...-
Raphael la interruppe: -Ti ho chiesto di essere sincera, Soph, ti conosco troppo bene per sapere che menti- alluse alla vecchia amicizia che legava lei, lui e Fred. Quante volte uno di loro aveva mentito per cose da nulla! O meglio, quante volte lo avevano fatto loro due: Fred era sempre stato sincero... apparte stavolta, pensò il Ferro.
-Si chiama Elizabeth ed è la Diamante che venne qui da Ersal-
-E tu come fai a sapere la verità?-
-Come sempre: me la sono andata a cercare-
Raphael iniziò a dar forma al suo piano. -Pochi conoscevano la verità: che io sappia: Fred, credo anche mia madre e Ronald, visto che dormiva in bottega. Ah, e ovviamente Leonard che ha con lei un rapporto molto... stretto-
-“Molto stretto”?- ripeté Sophie.
-Sì, a giudicare dal movimento delle loro labbra questo pomeriggio- il Ferro sapeva di aver colpito il punto debole dell'altra
-Non intenderai che loro...-
L'altro annuì.
-Viscide serpi- mormorò il Legno-
-Tu vuoi che quella Diamante sparisca, no?! E io voglio farla pagare a chi mi ha mentito. Beh, direi che è deciso: domani andremo ad avvisare Tanet di Ersal!-
Tornando a casa, Sophie incontrò Fred. Fu già tanto se alzò lo sguardo.

 

 


Il sole stava pian piano sparendo dietro gli alberi ed il silenzio della sera era interrotto solo dai passi di un paio di figure che avanzavano avvolte nei loro mantelli.
-Dove stiamo andando?- chiese Elizabeth.
Leonard sorrise: -A casa, in tempo per la cena-
-Cosa?!-
-Sì, ti ho detto che avrei trovato una casa; facciamo una prova. A Ronald non dispiacerà avere un altro inquilino in bottega... ammesso che non venga mai a saperlo-
I due ridacchiarono finché non cadde il silenzio, interrotto poco dopo dal giovane pittore:-Liz?-
-Sì?-
Leonard le prese la mano. -Sono così felice-
-E non ti importa se è contro la legge?-
-Al diavolo la legge!- e si avvicinò al suo viso.
In quel momento una voce tossicchiò.
-C'è solo una persona con un tempismo tanto pessimo: Fred- Leonard era scocciato dall'interruzione, ma. Elizabeth lo sapeva, in un certo modo anche divertito dall'esser stato quasi colto in flagrante.
-Elizabeth, ho bisogno del tuo aiuto: ho incontrato Sophie, l'ho salutata e lei non mi ha degnato di uno sguardo, anzi, ha accelerato il passo, quasi volesse allontanarsi da me il più in fretta possibile; cosa pensi che voglia dire?-
La ragazza sussultò: -Credi che sappia qualcosa?
-No, perché dovrebbe saper...-
Leonard si intromise: -Le ho raccontato di Bessie. Che altro avrei dovuto fare?!- aggiunse vedendo che i due lo stavano guardando in modo interrogativo -Mi ha fatto domande su di te, Elizabeth, poi mi ha chiesto chi fosse la ragazza bionda che era spesso con me... spiegatemi, cosa avrei dovuto fare?!- ripeté.
-No, hai ragione- rispose Fred, poi cambiò discorso: -state andando verso la bottega? Devo prendere delle cose che  ho lasciato lì; inoltre, Leonard, faremo la strada verso casa tua insieme: so che Raphael mi aspetta per parlare. Così mi racconterai anche degli ultimi... avvenimenti- e fece un cenno col capo verso la Diamante.
-Niente prova per stasera- sussurrò l'artista alla ragazza mentre seguivano il figlio di Ronald.

 

-Allora, hai qualcosa da dirmi?- chiese Fred a Leonard indicando la bottega che si erano da poco lasciati alle spalle.
-Beh, io...- il giovane iniziò il racconto a partire da quel pomeriggio, quando gli era parso di poter toccare il cielo con un dito.
Arrivati a destinazione, i due si separarono ed il Ferro entrò nella stanza in cui Raphael lo stava aspettando, quella a destra della sala principale.
-Non mi sarei mai aspettato una cosa simile da te!- tuonò.
-Ciao anche a te, Raphael-
Ma l'altro non aveva molta voglia di assecondarlo: -Tu, l'anima bianca del gruppo, mi hai mentito-
Fred era stanco e non aveva molta voglia di starlo a sentire, così decise di fare in modo di terminare la discussione il prima possibile. -Sì, e sai perché l'ho fatto? Perché tu, Raphael, sei un ipocrita!-
L'altro ridacchiò: -Chissà come sarà felice Tanet di sapere dove sia sua figlia...-
Fred trasalì. -A tua madre è stato chiesto da Leonard (e qui Raphael vide confermata una delle sue intuizioni: sua madre sapeva) che lo ha fatto perché è innamorato; io avrei dovuto dirgli che non potevo nasconderti  la verità. Prenditela con me, piuttosto, ma lascia in pace Leonard ed Elizabeth.

 

 

Il mio piccolo angolino felice:
lo so, lo so, stavolta il capitolo è un pochino più corto, ma ci sono dei colpi di scena che devo per forza riservare per il prossimo capitolo...
Fred fa molto paladino degli innamorati prendendosi le colpe nella discussione con Raphael e chiedendogli non rovinare la felicità dei due giovani. Chissà cosa farà il Ferro?
Sto pensando di scrivere un seguito per quando questa storia sarà finita. Che ne dite? Effettivamente ci sono molte cose che ho in cantiere, ma non riesco a portare a termine... ma non divaghiaaamo.
Leo e Liz sono così carini e sinceramente speravo che il capitolo otto, il precedente ricevesse più consensi, ma va bene anche così :)

Spero di ricevere i vostri pareri,
Sally

  
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