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Autore: My Pride    23/09/2008    15 recensioni
«È strano come certe cose cambino le persone.
Prima che tutto questo avvenisse, non avevo mai visto Oka-san comportarsi così
»
[ Missing Moment: Evento RoyEd Marriage del 10/10/10 { 30 } ]
[ Terza classificata al «Flash Contest» indetto da Addison89 { 14 / 20 } ]
[ Sesta classificata al «A contest, a rose and a story!» indetto da Roy Mustung sei uno gnocco { 26 } ]
[ Storia fuori serie: 16 { Dedicata a Red Robin }, 18, 19, 20, 21, 23, 24, 25 { Dedicata a Red Robin }, 26, 27, 28, 29 ]
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Un po' tutti | Coppie: Roy/Ed
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shattered Skies ~ Stand by Me' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Heart burst into fire_Episode 6 Titolo: Fotoricordo
Autore: My Pride
Fandom: FullMetal Alchemist

Tipologia: Flash Fiction [ 863 parole ]
Personaggi: Roy Mustang, Edward Elric
Genere: Slice of life, Sentimentale, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: Shounen ai, What if?



FULLMETAL ALCHEMIST © 2002Hiromu Arakawa/SQUARE ENIX. All Rights Reserved.



EPISODIO 6: FOTORICORDO

    «Non puoi essere tu!» esclamò Edward, osservando sbigottito il mio album di fotografie.
    Entrambi rintanati sotto al piumone e sdraiati a pancia in giù sul materasso, ci godevamo il calduccio della coperta mentre fuori imperversava un furioso temporale, che metteva ben in chiaro la stagione in cui ci trovavamo. Il freddo non mancava quasi mai, in quel periodo. E se non eravamo impegnati nei nostri giochi, leggevamo o, come in quel momento, sfogliavamo vecchi album della mia infanzia.
    «Aye, invece!» gli risposi impettito, con un sorrisone stampato in volto.
    Poggiò una mano sulla pagina vuota e si girò verso di me con un sopracciglio inarcato, indicando poi con il dito d'acciaio la fotografia, picchiettandola.
«Vuoi forse farmi credere che questo bambino così carino e innocente sei tu?» fece, tornando a guardare la foto, rappresentante me a cinque anni.
    Mi limitai ad annuire, divertito dalla sua aria stupita. Girò poi pagina, e mi ritrovai io stesso a sghignazzare quando vidi la foto che stava osservando quasi con meticolosa attenzione, come se non lo credesse possibile. C'ero io all'età di nove anni in compagnia di Maes, entrambi seduti su una delle panchine nel parco che, a distanza di così tanti anni, da quel che vedevo in quella vecchia foto, era cambiato parecchio. Sorrisi al ricordo. Quel giorno erano appena iniziate le vacanze estive, e io, lui e alcuni nostri amici di scuola ci godevamo il meritato riposo dopo una partita.
    «Guarda qua», dissi ad Edward - che osservava la foto nel tentativo di riconoscere i volti, cosa non molto facile, dato il modo  in cui tutti noi sembravamo cambiati - nell'indicare Maes. «Promosso a scuola, e questo stupido già si credeva chissà chi!» Lui infatti sorrideva, fiero e impettito, con un suo braccio dietro alle mie spalle mentre faceva il segno della vittoria a chi scattava.
    Edward mi fissò per un po', prima di riabbassare gli occhi sull'album.
«Nah, dai, quello è Hughes?» mi chiese, sgranando gli occhi e guardando la foto obliquamente, come se cambiare posizione potesse realmente aiutarlo a capire ciò che stava osservando. «Difficile crederlo, senza barba...» sghignazzò poi, lanciandomi uno sguardo a dir poco divertito.
    «Eh già!» sghignazzai a mia volta, sistemandomi meglio sul materasso prima di indicargli nuovamente la foto. «Pensa che ero più basso di lui!»
    Rise di gusto e girò pagina.
«Ah, aye?» fece ironico. «Non si vede molto!»
    «È perché siamo seduti», dissi con fare ovvio, ridendo con lui. «In piedi mi mancava quasi mezza testa di Maes!»
    «Non ci credo!»
    Gli scompigliai i capelli, coprendo entrambi con il piumone.
«Chiedi a lui, allora», gli consigliai. «Sarà felice di rivangare l'infanzia».
    «Beh, immagino!» esclamò divertito. Continuò a girare pagine su pagine, commentando ogni foto che vedeva, chiedendomi chi erano le persone ritratte insieme a me e quando erano state scattate; si interessava come se stessimo intavolando un discorso sull'alchimia e si faceva più vicino quando si rendeva conto che un argomento più spinoso degli altri mi intristiva, domandando al contempo l'ordine cronologico di ogni fotografia sparsa un po' ovunque e senza didascalia. Quando poi si fermò su una pagina e lo vidi sorridere, mi incuriosii. «Oh-oh! Questa è interessante», disse in tono basso.
    Mi sporsi un po' verso di lui per capire di che parlava, e sgranai gli occhi.
«E' una foto compromettente scattata a tradimento!» esclamai rosso in volto. «Pensavo di averla bruciata!»
    Lui si voltò verso di me con le sopracciglia finemente sollevate, e potei benissimo vedere che si stava trattenendo dal non scoppiare a ridere.
«Quanti anni avevi?» mi chiese invece, e la sua voce suonava così spassosa che sbuffai, poggiando il viso sul palmo della mano.
    «Quasi undici», confessai, provocandogli uno sbuffo divertito e una mezza risata che cercò inutilmente di camuffare con un colpo di tosse.
    «E che cercavi di fare? Tentavi di nascondere le prove?»
    Afflitto, annuii, scrollando sconsolato le spalle.
«Tentavo... ho miseramente fallito, come puoi notare», sospirai mesto. «Ma la cara Isabella per quella foto ha ricevuto una punizione esemplare!» esclamai significativo.
    Stavolta gli provocai una grossa risata e lo fulminai con lo sguardo, anche se lui non parve farci minimamente caso.
«Certo... conoscendo tua sorella, sarà stato il contrario!» prese la foto dall'album, rimirandola ancora un po' con sguardo divertito.
    Gli lancia un'occhiataccia.
«Ti sbagli, e ora dammi quella foto che la brucio!» berciai; mi sporsi verso di lui ma si allontanò, facendomi una linguaccia.
    «Nay, nemmeno per sogno!» 
    «La devo bruciare, dai qua!»
    «Non ci penso proprio!» 
    Scoppiò completamente a ridere, rotolando sul materasso e tenendosi lo stomaco per il troppo ridere, con le lacrime agli occhi. Beh, perfetto. Ero proprio contento che la cosa per lui fosse così esilarante, davvero contento... e la mia era pura e semplice ironia, accidenti. Sbuffai e, prendendo l'album, lo richiusi accuratamente per riporto sul comodino, e fu solo a quel punto che Edward interruppe quel flusso e mi guardò, notando la mia aria irritata.
    «Eddai, è divertente!» lo sentii dire mentre sghignazzava ancora un po', ma io mi sdraiai sul materasso senza dargli corda più di tanto, incrociando le braccia dietro alla testa.
    «Per me non così tanto», borbottai, e lui scattò sull'attenti, sventolando la foto che ritraeva me colto sul fatto e continuando a ridere come uno stupido.
    «Aye, invece!» esclamò tra le risate. «A undici anni bagnavi ancora il letto!»






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