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Autore: pluie_de_lumieres    02/09/2014    2 recensioni
“Se mi amassi davvero, se mi volessi bene, mi lasceresti andare, lasceresti andare questo..questa fissazione, questa ossessione!”
L A R R Y || LARRY || L A R R Y
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi, ma non ancora del tutto. Il periodaccio non è finito e per ora sto scrivendo l'ottavo capitolo di Pluie, che mi sta dando non pochi problemi perché sono in una fase di stallo e non riesco a sbloccarmi. L'ispirazione non mi manca, però, e continua a sfornare Larry. Una più triste dell'altra, a rispecchiare il modo in cui mi sento al momento. Premetto che non è niente di che, ma ringrazio chi troverà comunque un momento per leggere. A presto, spero.


Louis
Nessuno si chiede niente quando due persone vanno d’accordo.
Si dà per scontato, che l’uno sia buono o gentile con l’altro, semplicemente perché “vanno d’accordo”. Si fanno bastare quest’insulsa spiegazione, non indagano oltre. E questa è la storia mia e di Harry. Di come il nostro “andare d’accordo” sia poi diventato un “non si guardano neanche”.
È una storia che a me mette i brividi, perché guardando indietro, guardandomi indietro, oltre le mie spalle, oltre le sue spalle, ed oltre le spalle di Liam, Niall e Zayn io vedo due ragazzini inseparabili. Delle piccole mani che non riescono a stare lontane da dei morbidi ricci. Una bocca che non riesce a celare un sorriso, due sguardi colorati di diverse emozioni e di emozioni diverse, che non riescono a sciogliersi, quattro occhi che non sanno mentire ma mentono, quelli del colore del cielo un po’ meno.
La gente si è chiesta di me e Liam, di come i nostri caratteri, opposti, non potessero “andare d’accordo”, non potessero “convivere”, ma nessuno si è preoccupato di Harry e me, non finché quel che avevamo è diventato “quel che non abbiamo”.
Questa è la storia di come la debolezza abbia fatto piegare le mie ginocchia davanti ad un amore diventato unilaterale. La storia di me, e poi di Harry. La mia, e poi la sua.
Dal primo sguardo, fin dalla prima parola e dal primo violento abbraccio avevo in mente che senza di lui e senza quell’amore malato io non avrei saputo vivere. Il punto è che:  io, non avrei potuto, non avrei saputo. Non concluderò questo pensiero con la domanda che dovrebbe, a questo punto, sorgere spontanea nella vostra testa.
Ne ero conscio, eppure ho preferito far sì che fosse solo un’insulsa paranoia, ho voluto credere che fosse il mio “per sempre felici e contenti”, ho creduto nelle favole, ho creduto che nella realtà avrei avuto diritto anche io ad una storia come quella di Cenerentola, contro ogni avversità. La parte più razionale e cosciente di me mi ripeteva che la Sirenetta tornò ad essere spuma del mare.
Ai bambini non si racconta la morte, ai bambini non si racconta il male. Ed io cos’ero all’epoca? Poco più di un ragazzino, perché mai avrei dovuto fasciarmi la testa prima ancora di rompermela? Avevo Harry: avevo tutto.
La sua pelle aveva l’odore dei pini dopo un acquazzone, o quello del miele sciolto nel latte. Della menta peperita. La sua pelle sapeva sempre di buono.
Quando ho scelto di vivere quell’amore, forse dentro me sapevo a cosa sarei andato incontro, ma non l’ho perdonato. Non l’ho perdonato perché, in realtà, da perdonare non c’è mai stato niente. Ero io quello grande ed ero pienamente consapevole del fatto che mi sarei ferito, ne sarei uscito barcollando, forse non ne sarei uscito mai. Ma ho accettato di vivere la storia che la vita mi ha offerto. Non ho mai creduto nel “Per sempre”, in relazione ad Harry, o forse dovrei dire che la mia parte razionale non ci ha mai creduto, mentre l’altro lato di me lo ha sempre fatto, e ci si è attaccato coi denti, e con le unghie. Il punto è: Non ci ho mai creduto, ma non ho mai smesso di lottare per ottenerlo, di ottenere un “Per tutta la vita”; ma anche la nostra, la storia più bella al mondo, la storia perfetta, era destinata a finire.
Harry era un ragazzino, e per me sarebbe stato sempre un ragazzino. Poteva crescere quanto voleva, ma sarebbe rimasto sempre due anni, due mesi e qualche giorno indietro rispetto a me.
Lui è cresciuto. È cresciuto e si è semplicemente staccato da me.  E mi manca, mi mancherà sempre, perché è Harry il grande amore della mia vita, e lo sarà sempre.
Lontano da casa ho asciugato  le sue lacrime e riempito le notti insonni con le mie storie. Era il mio compito, proteggerlo.
 
“Lou, stasera mi vedo con Liam e gli altri, vieni?” Zayn  che organizza le uscite, tipico Sabato sera.
“Chi altro c’è?”
“Niall con Brit e Harry con Paige. Te la senti?”
“Mi cambio”.
Si continua a vivere, no? Si va avanti. Abbiamo forse scelta? Rimanere fermi mentre il mondo va avanti fa paura. Harry è sempre lì, solamente, lui non è con me. Non ho ancora deciso quanto bene mi faccia vederlo. Vivo ancora di lui, quando lui vive di lei. Non dovrei forse focalizzarmi su altro? Non dovrei, forse, imparare a bastarmi? Non è forse la natura dell’uomo, però, continuare a sperare fino alla fine? Sperare  in cosa, poi? Che cambi orientamento sessuale? Che mi dica “Oh, Lou, era solo un momento, ero confuso”? Cosa cazzo dovrei sperare, in cosa diamine dovrei sperare? Mi manca da star male, ecco la fottuta verità, e non ho ancora trovato il modo di stare meglio. Mi sono rassegnato a questo, mi rassegno al pensiero che prima o poi avrà bisogno di me ed io sarò qui, felice di risolvere qualche guaio di quelli che combina lui. Perché? Perché su di me lui potrà sempre contare.
 
“Come stai? Come va? Che hai fatto di bello oggi?”
Tante domande per tacere sull’unica cosa che in realtà ti vorrei dire.
“Tutto a posto, non mi lamento. Oggi sono stato con Paige in giro, abbiamo fatto un po’ di shopping, e tu?”
“Il solito, studio un po’, mi tengo occupato col nuovo part-time..” spiego, buttando fuori il fumo, abbassando lo sguardo alla sigaretta stretta tra indice e medio.
“Dovresti smettere”
“Da quando ti interessa?”
“Louis”
“Non riesco a smettere e neanche mi va”
“Un giorno troverai qualcosa, qualcuno per cui valga la pena smettere”
“Non capisci proprio niente, Harry, e ne dici di cazzate, eh?” sputo, velenoso.
“Perché ti ostini tanto a.. Perché ti sei fissato su..-“
“Fissato? Adesso si chiama fissazione? Questa poi!” esclamo, esasperato, gettando il mozzicone nel vaso. Alzo gli occhi al cielo stellato, tentando di non perdere il controllo, ma le lacrime sono sempre lì, premono per essere liberate.
“E’ solo un’ossessione, ormai, ti passerà Louis, è una storia vecchia. Passerà, incontrerai qualcun altro, e poi lo vedi, ci vedi: stiamo insieme, è quasi un anno, perché non vuoi convincertene?”
“Oh, Harry, se fosse solo una fissazione mi sarebbe passata da tempo, sai, le fissazioni non possono durare tanto”
“Ti stai attaccando al passato, a qualcosa che è stato e che non sarà più!”
“Harry! Io ti amo, ti amo come si respira, e ti amo come si parla, come si pensa, ti amo così naturalmente che, smettere, non si può. Ti amo e mi viene da dentro, mi viene da qui, ed è qualcosa di così puro e spontaneo, Harry, che credo sia la parte migliore di me. Ti amo e sono veramente io, mi riconosco e..”


“Se mi amassi davvero, se mi volessi bene, mi lasceresti andare, lasceresti andare questo..questa fissazione, questa ossessione!”
“Harry!” esclama Zayn, raggiungendoci fuori. Da quanto tempo era lì? Forse abbastanza da sentire la mia patetica confessione.
“Harry, così non lo stai aiutando, ci sta provando, sta tentando, ma tu non lo aiuti”
“Zay, lascia perdere”
“No, sentiamo e cosa dovrei fare? Ho una ragazza, la amo e lui deve capire che-“


“HARRY, PIANTALA!” urla Zayn, inferocito, “Dovresti lasciarlo in pace, ecco cosa dovresti fare! Vattene! Gli sei sempre davanti agli occhi, sempre in compagnia della tua ragazza! Forse dovresti capire anche tu quando è il momento di tirarsi indietro! Dovresti toglierti di mezzo e dargli il tempo di guarire ma ti comporti come chi si diverte, come se ci godessi, come se ti facesse bene vederlo stare male, e potrai aver ingannato lui, ma non inganni me, sono abbastanza fuori dalla questione, abbastanza da capire a che gioco stai giocando. Vattene, Harry”.
Fisso Zayn incredulo, le sue parole mi colpiscono più di quanto abbia mai fatto nessun pugno ben assestato in pieno viso.
Guardo Harry rientrare a recuperare Paige nel ristorante e andare via con lei.
 
__________________
 

“Che fine avevi fatto? Tutto questo tempo, dove sei stato?”
“Lontano dagli occhi…”
“Lontano dal cuore” mormoro, finendo la sua frase, capendo il suo pensiero.
“Forse Zayn quella sera aveva più ragione di quanto credessi, forse volevo solo farti male”
“Più di quanto già non soffrissi?”
“Il tuo dolore era l’unica cosa a tenerci legati”.
“Sono passati due anni, Harry, due anni, seppur fosse rimasto ancora qualcosa all’epoca, oltre al dolore, adesso non c’è più niente.”
E l’amore che sembrava destinato a durare eternamente, “La fissazione” di cui non riuscivo a liberarmi, la persona che mente, occhi e cuore non avrebbero mai voluto lasciare andare era scivolata dal mio cuore, con la stessa semplicità e naturalezza con cui una lacrima scende lungo il viso.
Dentro di me so che non sarò mai pronto a lasciare andare “il ragazzino” che mi ha rubato e fatto in frantumi il cuore, ma quel ragazzino è rimasto fermo a tre anni fa, e con l’Harry di ora non ha più niente a che fare. Lui l’ho lasciato andare.
  
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