Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: adler_kudo    02/09/2014    3 recensioni
Lo scontro con l'organizzazione si avvicina inesorabile. Conan e i suoi amici dovranno fare molta attenzione perché ogni passo falso può rivelarsi fatale in un gioco di deduzione che si fa sempre più intricato.
Una misteriosa donna arriva a Beika, cosa cela dietro i suoi occhi spietati?
Un vecchio amico ritorna dall'aldilà per aiutare il detective a districare la matassa, ma i pericoli sono sempre in agguato e non sarà facile riuscire a distruggere l'organizzazione senza alleati. Shinichi dovrà ricorrere a tutta la sua logica razionale e alle sue capacità per farlo, ma i suoi amici non resteranno certo a guardare.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 7

 

 

-Che cos'è successo?- mormorò con voce rauca la ragazza sbattendo le palpebre disorientata. Si trovava in un cunicolo buio e stretto e percepiva un corpo vicino a sé. Il tutto le ricordava qualcosa come un dejavu.

-Ran.- rantolò il corpo accanto a lei -Ran, dove sei?-

-Shinichi!-

I due si mossero piano sentendo tutte le ossa scricchiolare e si abbracciarono allo scuro, felici di essere sani e salvi e di essere insieme.

-Siamo vivi!- esclamò Ran.

-Avevi dubbi? Per fortuna siamo entrati nella botola segreta che cercava il capo dell'organizzazione un attimo prima che saltasse tutto in aria.-

-Ma ora che facciamo? Come usciamo?-

-Basta seguire il cunicolo, no? Porterà da qualche parte.-

Ancora un po' tremanti si alzarono e presero a camminare sorreggendosi l'un l'altro. Nessuno dei due aveva il telefono con sé e quindi dovettero procedere a tentoni.

-Shinichi? Chi erano quei tizi?-

Il ragazzo sospirò incerto sul da farsi. Pareva logico fosse arrivato il momento della verità, ma l'idea di farlo non gli andava granché a genio soprattutto perché temeva la reazione di Ran; e se non lo avesse perdonato?

-Beh, erano appartenenti ad un organizzazione criminale. I peggiori tra l'altro. Stavo indagando su di loro da tempo... beh, più o meno da...-

-Da quando sei sparito, non è così?- domandò con dolcezza la ragazza.

-Sì, ecco... a proposito di quello, io...-

Ma Ran lo interruppe fingendo di non aver sentito. Non voleva ancora sapere la verità, non voleva arrabbiarsi con lui in quella situazione e restare sola; preferiva aspettare che tutto fosse concluso, non era il momento adatto.

-Mi sono molto spaventata quando ci stavano per uccidere. Non avrei mai immaginato che Amuro...-

Il detective la guardò stranito per un po', stupito dell'interruzione, ma poi si riprese subito sorridendo sornione -Credi che potessi rischiare così tanto? No, mia cara, ero certo che ci saremmo salvati, avevo intravisto Akai pronto con il fucile e così ho solo assecondato il loro gioco.-

-Akai?-

-Un agente dell'FBI.-

-Oh, quindi stavi lavorando con l'FBI?-

-Più o meno, in realtà io...-

-Non saresti mai diventato uno di loro, vero?- lo interruppe nuovamente la ragazza.

Il detective sospiro e si fermò cercando con lo sguardo il punto dove ci sarebbero stati gli occhi di lei -Se non ci fosse stata altra via per salvarti sì, avrei accettato. Tu non devi mai essere in pericolo.-

-Shinichi... io...-

-Sbrighiamoci, vedo una luce più in là.-

Proseguirono per quello che poteva essere qualche centinaio di metri o anche qualche chilometro e uscirono in aperta campagna sotto una pioggia battente che continuava a cadere sempre più intensa. La notte scura era illuminata a sprazzi solo da lampi posticipati da tuoni rombanti che rendevano l'atmosfera ancora più lugubre. Erano a piedi, senza un'idea di dove andare e senza nemmeno un soldo. Erano bagnati fradici e stavano vagando per le risaie deserte tra il fango.

-Cerchiamo un posto per ripararci.- suggerì Ran sotto lo scroscio d'acqua gelata.

-Guarda!- esclamò il detective indicando una casupola ai margini della strada.

-Che ci abiti qualcuno?-

Corsero in mezzo al pantano e arrivarono alla soglia, la trovarono aperta. La casa era diroccata, ma il tetto reggeva ancora e nella sala principale c'erano un caminetto, una sedia a dondolo, una poltrona senza schienale e alcune stuoie. Per fortuna erano rimasti alcuni ceppi di legna e il detective si mise ad armeggiare con alcune pietre e legnetti per produrre il fuoco con scarso successo.

-Ho freddo, Shinichi.- si lamentò Ran stringendosi negli abiti fradici.

-Ho quasi fatto, un secondo.-

Dopo vari tentativi una piccola scintilla riuscì ad accendere il focolare e i due poterono rilassarsi al caldo. Shinichi si tolse la camicia bagnata e la stese sopra il camino per farla asciugare e Ran fece lo stesso con la sua maglia rimanendo in canottiera. Stava per accomodarsi vicino al fuoco quando un forte giramento di testa la fece accasciare al suolo.

-Ran, cos'hai? Ran!- la chiamò il ragazzo nel panico.

-Shinichi...- riuscì a dire prima di chiudere gli occhi e svenire.

-Ran, no, no, no, no! Non fare certe cose, svegliati!-

La ragazza riuscì ad aprire gli occhi per un poco e si vide adagiare sulla sedia a dondolo avvolta nella coperta che avevano trovato per terra.

-Scotti! Hai la febbre alta, Ran! Vado a cercare qualcosa per te!-

-No! Ti prego. Non lasciarmi da sola. Aspettiamo domattina. Starò meglio e andremo insieme. Devi promettermelo. Promettimi che non ti allontanerai!- intrecciò le loro mani in una bollente stretta febbricitante e lo guardò negli occhi blu.

-Non lo farò. Non ti lascerò sola.-

-Grazie.- una lacrima solcò il volto della karateka prima che chiudesse le palpebre e si lasciasse andare al sonno. Shinichi vegliò tutta la notte su di lei con il vento che continuava a sbattere la porta e il fisico che gli implorava un indumento asciutto.

Si risvegliarono quando ormai del fuoco del caminetto erano rimaste solo le grige ceneri fredde. La pioggia aveva smesso di cadere, ma il cielo rimaneva ancora funesto.

-Buongiorno, Ran. Come stai?-

-Meglio, grazie. Ma sei nudo?- chiese imbarazzata.

-Dovevo far asciugare la camicia.-

-Non hai freddo?- domandò togliendosi la coperta e porgendogliela.

Il ragazzo si rimise l'indumento ormai asciutto e scosse la testa; non voleva certo che lei prendesse freddo per colpa sua.

-Ce la fai a camminare?-

Ran si alzò lentamente e si stiracchiò, la febbre non era ancora scesa, ma di sicuro stava meglio della sera precedente.

-Come facciamo a raggiungere Tokyo? Siamo a piedi.- osservò la karateka mentre si rivestiva.

-Troveremo qualcosa.-

Presero a camminare per la campagna zuppa d'acqua con i piedi che affondavano sempre di più ad ogni passo; si sostenevano a vicenda per evitare di cadere, ma avevano l'aspetto di due che si erano appena rotolati nel fango. Proseguirono per alcuni chilometri fino a quando il detective non scorse di lontano un contadino intento a passare con il suo carretto.

-Ehi, signore! Signore!- lo richiamò Shinichi sbracciandosi per ottenere la sua attenzione. Quando il vecchio si voltò per poco non cadde dalla seggiola sconvolto per quella visione -Misericordia! Due shinigami!-

-No, no signore. Si calmi, non siamo shinigami. Siamo solo sporchi di fango.- lo tranquillizzò Ran avvicinandosi con cautela e mostrandosi con le braccia larghe per far capire che era inoffensiva.

-Dobbiamo arrivare a Tokyo. Ci può portare?- chiese Shinichi speranzoso.

L'uomo li squadrò da cima a fondo e poi annuì -Saltate su, ragazzi. Ma si può sapere cosa diavolo vi è successo? Sembrate due demoni dell'altro mondo così conciati!-

Iniziarono così il loro viaggio verso Tokyo, che era piuttosto distante; passarono con il carretto le sconfinate e poetiche campagne giapponesi zeppe di campi di riso allagati per farlo crescere meglio, superarono varie fattorie e casolari antichi e incontrarono i resti carbonizzati di una villa.

-Che cos'è successo lì?- chiese Ran.

-Due notti fa è esplosa una conduttura del gas ed è saltato in aria tutto. L'esplosione si è sentita in tutta la campagna.-

Shinichi fece due più due e capì che quella era la villa della sera precedente “Un momento! Precedente?!”

-Signore, scusi che giorno è oggi?- domandò con foga all'improvviso.

-Beh, è l'otto aprile, perché?-

-L'otto aprile! Ma noi siamo andati là quando era il sei!- esclamò il detective rivolto a Ran che comprese immediatamente.

-Vuol dire che siamo rimasti svenuti un giorno intero?!-

-Sì! C'era qualcosa che non quadrava infatti!-

L'uomo li stava ascoltando stranito per quegli strani dialoghi, ma continuò imperterrito per Tokyo. Dopo molto tempo arrivarono in città e si fecero mettere giù a casa di Ran, ringraziarono il signore e salirono le scale non trovando anima viva, ne approfittarono quindi per sistemarsi e rendersi presentabili, ma c'era qualcosa non quadrava.

-Ehi, Ran. Dov'è tuo padre?- domandò Shinichi dubbioso di non vedere nessuno; avrebbero dovuto essere preoccupati per loro.

-Non lo so e anzi... ora che ci penso non so neanche dove sia Conan! Oh, poverini! Saranno in pensiero!-

-Beh, ora li andremo a cercare. So che Conan è dovuto partire con i suoi genitori.-

La ragazza si rabbuiò -E non mi ha nemmeno salutato?-

-È stato improvviso.- mentì Shinichi. Si sentiva uno stupido egoista a non raccontarle la verità, ma non era il momento, c'erano alcune cose da sistemare prima di questo come sapere se Ai stava bene ed era ancora viva. Sovrappensiero il detective accese la televisione mentre attendeva Ran e rimase sconcertato dalla notizia che il telegiornale stava trasmettendo.

-...La morte di Shinichi Kudo è stata di sicuro una grande perdita per tutto il Giappone, con le sue capacità deduttive avrebbe potuto rendere molti servizi e onori al Paese. Era un ragazzo molto intelligente e coraggioso. Negli ultimi tempi si era occupato di un grosso caso al quale stava lavorando l'FBI e grazie a lui, ieri notte, i criminali sono stati arrestati. Purtroppo nello scontro il giovane detective ha perso la vita e con lui anche la sua amica d'infanzia, Ran Mori. Il funerali solenni si stanno svolgendo in questo momento al cimitero di Beika...-

Shinichi spense il video e si voltò verso Ran anche lei sconcertata. La ragazza mormorò -Pensano... che siamo morti?-

-Vieni Ran, dobbiamo correre se vogliamo evitare che ci seppelliscano anzitempo!-

Mentre sfrecciavano per la città vedevano i telegiornali sui maxi-schermi far vedere varie immagini dei funerali, le foto dei due “deceduti” e i dettagli delle indagini.

-Oh, no! Mio padre sarà a pezzi!- esclamò Ran portandosi una mano alla bocca.

Shinichi non disse nulla e la condusse velocemente al luogo dove si stava svolgendo la cerimonia; doveva arrivare prima che si concludesse, era già scomparso una volta agli occhi del mondo e non ci teneva ad esserlo di nuovo.

Arrivarono giusto in tempo per la conclusione. La folla era tutt'attorno ai due grandi volti incorniciati da fiori bianchi e stava guardando attonita Kaito Kid dedicare una rosa rossa a ciascuno dei defunti.

-Per la ragazza più coraggiosa del mondo... per il detective più bravo del secolo. Sei stato un grande rivale, il migliore.-

Shinichi commentò sottovoce -Non mi aspettavo che fosse così sentimentale.- poi, quando il ladro candido sparì, alzò la voce e gridò a tutti -Vi spiace se dico qualcosa anche io?-

L'intera folla si voltò sconcertata a guardarli come due fantasmi; tutto taceva, persino i grilli, non una mosca volava. Le loro famiglie si alzarono in piedi allo stesso tempo e Yukiko, velata di nero, un colore che stonava con la sua personalità, chiese attonita con gli occhi arrossati per le lacrime -Sei tu, figlio mio?-

-Sì, mamma. Sono proprio io. Siamo vivi e stiamo entrambi bene.- rispose il ragazzo avanzando lungo il corridoio aperto tra le gente e seguito da Ran -Ma quanta gente...- commentò elegantemente -Vi ringrazio per essere intervenuti così in tanti al nostro funerale, per nostra fortuna però ci sarà tra molto molto tempo, si spera.-

Eri corse ad abbracciare sua figlia e si sciolse in lacrime -Oh, bambina mia! Dov'eri finita!-

-Kudo!- intervenne Heiji sconcertato e felice allo stesso tempo -Sei vivo!- lo abbracciò stretto e lo butto quasi a terra per la foga.

-Ehi! Non ci si libera facilmente di me, Hattori, dovresti saperlo... in ogni caso siamo vivi. Ci siamo salvati per miracolo, ma siamo indenni.-

L'espressione funerea di tutti si tramutò in un grido di gioia per il ritorno dei due che vennero festeggiati come non mai, ma Shinichi stava cercando Ai, voleva sapere se era viva.

Fece un cenno ad Heiji e si appartarono per dialogare in pace.

-Il capo è stato catturato?-

-Sì, tutti tranne Vermouth. L'FBI ormai ha quasi preso anche tutti gli altri pesci piccoli, hai vinto Kudo.-

-Non ancora... chi è il capo?-

-Purtroppo lui è in ospedale. A seguito dell'incendio la maschera di plastica che indossava gli si è fusa in volto e i medici dubitano che potrà tornare come un tempo. Non aveva alcun documento con sé e tutto è andato bruciato nella villa quindi...-

-Stai cercando di dirmi che non abbiamo la minima idea di chi sia?!-

Heiji annuì dispiaciuto, ma l'amico sbuffò irritato senza badarlo e proseguì -Dov'è Ai?-

-Non lo sappiamo, la stiamo ancora cercando. Da quello che siamo riusciti a ricostruire l'ha portata via Vermouth nella confusione.-

Il detective dell'est impallidì -No! La ucciderà!-

-Dove credi che sia?-

Shinichi ci pensò su: Vermouth era una donna spietata, ma aveva avuto più volte pietà di loro soprattutto di Ran; aveva sempre parlato ad Ai come se la conoscesse da tempo; ora nessuno la ostacolava quindi aveva tutto il tempo di preparare un esecuzione teatrale e melodrammatica, dopotutto era un'attrice, e quale luogo migliore per questo se non...

-Il cimitero!-

-Siamo noi al cimitero!-

-No, non questo, ma quello dove sono sepolti i suoi parenti! Aspetta qui, Heiji, torno subito!- detto questo si fiondò di corsa alla meta sfrecciando tra la gente e i parenti.

-Shinichi dove corri?- gli gridò dietro Ran.

-Torno subito!-

“Torno subito” dove l'aveva già sentita questa frase... aveva la stessa sensazione dell'ultima volta, ma ora non lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente, lei era stata paziente e lo aveva atteso, ma ora basta. Si lanciò all'inseguimento del ragazzo nonostante tutti cercassero di trattenerla. Corse a perdifiato fino a spomparsi, ma non si fermò e continuò imperterrita a seguire il ragazzo che grazie al calcio correva come il vento.

 

Shinichi era ormai quasi arrivato, ma sapeva che non gli restava molto tempo. Conoscendola, Vermouth avrebbe atteso la fine della cerimonia prima di uccidere Ai ed ora che si era scoperto che erano ancora vivi nulla la tratteneva dallo spararle. Sperava solo di arrivare in tempo.

 

 

 

-Sherry, mia cara... hai sentito? I tuoi amichetti sono vivi! Quale gioia, vero?- domandò la donna mentre reggeva con una mano la pistola e con l'altra spegneva la radio. La bambina ringhiò bassa e si asciugò una lacrima che tentava di uscire dagli occhi; erano vivi, stavano bene, lui era tornato non si sa come alla sua vecchia vita e tutto si era concluso per il meglio per loro, poteva anche morire felice ora.

-Dai, che sennò facciamo tardi.-

La donna le prese il braccio e la trascinò giù dall'auto portandola dentro il cimitero e conducendola a strattoni a una bianca tomba sulla quale la gettò.

-A... Akemi M...Miyano?- balbettò la scienziata scoprendosi sopra la bianca tomba della sorella.

-Che tocco di classe, vero? Morire sulla tomba di tua sorella!- la criminale si lasciò andare ad una lieve risata soddisfatta -In piedi! E guardami in faccia mentre ti faccio fuori!- ordinò perentoria.

Sherry deglutì ad occhi chiusi e si sollevò reggendosi sulle sue gambe a fatica, si posizionò perfettamente di fronte al nome della sorella e spalancò le palpebre guardando per l'ultima volta il volto della sua assassina -Fallo!-

La donna rise e caricò la pistola puntandogliela alla testa. Passarono lenti i secondi prima dello sparo. Il proiettile partì, ma non le fece nulla, nemmeno la sfiorò. Ai si ritrovò tra le braccia il corpo di Ran che ansimava reggendosi l'addome ferito e grondante di sangue. In torno a lei c'era solo silenzio; persino la criminale era rimasta sconvolta da ciò che era accaduto e respirava affannosamente immobile. Solo un urlo disperato squarciò l'aria, l'urlo di un giovane uomo innamorato.

-Ran!- Shinichi corse ad abbracciarla incurante di tutto il resto.

Ai era rimasta scioccata. La ragazza si era messa in mezzo tra lei e il proiettile, le aveva salvato di nuovo la vita e stava per perdere la sua sulla tomba di sua sorella: tutto per colpa sua.

Il detective si voltò verso l'assassina con sguardo omicida e abbaiò -Perché l'hai fatto? Dimmelo!-

-S...si è messa... in m..mezzo!- balbettò la donna per la prima volta preoccupata e in seria difficoltà in vita sua.

-Coraggio, sparaci! Dai, tanto! Che ti importa! Finisci il lavoro!- gridò il ragazzo con le lacrime agli occhi che non dovevano uscire per nulla al mondo.

-Io...io...- Vermouth sbuffò e corse alla macchina scappando; dietro di lei Shinichi urlò -Codarda!-

poi il ragazzo rivolse la sua attenzione di nuovo alla sua Ran che stava diventando sempre più pallida.

-Fa qualcosa, Ai!-

La bambina era immobile.

-Aiutala, ti prego!-

Ai deglutì senza aprire bocca.

-AI!-

-Io... non...- scoppiò in lacrime e gridò -Mi dispiace! È colpa mia! Sarei dovuta morire io! Io sarei dovuta morire tanto tempo fa! Prima di rovinare la tua vita, la sua, quella di tutti! Non sarei mai dovuta venire al mondo! Mai!-

Entrambi si abbandonarono alle lacrime, quando Ran intervenne in un flebile suono -N..non... è colpa tua... Ai... no... non... bisogna mai dire quello... quello che hai... detto.-

-Ran, non parlare o starai peggio.- si intromise Shinichi accarezzandole la guancia bianca -Ora ti porto via, in ospedale... ti...- gli si strozzò in gola la parola e singhiozzò.

La ragazza sorrise piano -Da... da quand'è che... piangi in pubblico? Anche da... da piccolo... ti nascondevi sempre... non volevi mai... che qualcuno ti... vedesse.-

-Da quando mi sono innamorato.- gli sussurrò lui a fior di labbra.

-Io... invece... ho smesso... hai visto? N...non piango... più. Non da... da quando sei... con... me.-

le loro labbra si toccarono per brevi istanti poi arrivò l'oblio.

 

 

 

 

 

Bip... Bip

-Ce la farà?-

Bip... Bip

-È forte.-

Bip... Bip

-È colpa mia... Scusami.-

Bip... Bip

-Svegliati tesoro, ti prego.-

Bip... Bip

-Apri gli occhi. Fallo per me.-

Bip... Bip

-... Dove sono?-

Due forti braccia abbracciarono delicatamente la ragazza bruna stesa sul letto d'ospedale. I macchinari medici continuavano il loro pulsare sonoro rivelando la ripresa di tutte le funzioni vitali.

-È finita?- domandò la giovane con un mezzo sorriso.

Il detective le rivolse un breve cenno del capo accompagnato da un gran sorriso.

Shinichi non era mai stato più contento di vedere quei meravigliosi occhi color indaco della sua Ran.



Angolo Autrice:
Eccoci alla fine della storia! YE! 
Spero vi sia piaciuta.
Ringrazio tutti coloro che hanno commentato o anche solo letto ;)
Bye, alla prossima. ^^
A_K

  
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