<< Pronto? Il mio ragazzo è nei guai, ci
sono dei ragazzi che lo inseguono e lo ammazzeranno >> .
Non potevo credere che quella stupida ragazzina
stesse chiamando davvero la polizia. Tate non poteva essere in pericolo, era
già morto, rischiava di rovinare tutto. Ed io non potevo sopportare altro
quella sera.
Mi avvicinai a Violet velocemente prima che potesse
dire qualche altra stupidaggine. La girai verso di me, sembrava spaventata.
<< Vieni subito a casa mia! >>
<< Lasciami stare brutta strega! >>
mi disse Violet cercando di sfuggire dalla mia
stretta.
<< Adelaide è morta per colpa tua!
>> notai una piccola espressione di dispiacere sul suo volto, ma non mi
ci soffermai, la presi per un braccio e la tirai verso casa. Dopo poco non fece
neanche più molta resistenza.
Entrammo in casa, nella cucina.
Sul lavello c’era ancora la maschera che avevo
comprato per Adelaide.
<< Voleva essere una bella ragazza
>> non riuscivo a smettere di pensare a come avevo trattato Adelaide. Violet era seduta con lo sguardo basso << Ovviamente
non era tanto bella >> dissi prendendo la teiera e portandola al tavolo.
<< Stesa sul quel tavolo. >> ecco
che rivedevo l’obitorio, il medico che tira fuori il letto di Adelaide <<
Con quella luce squallida delle lampadine a basso consumo >> e che
lentamente le toglie il lenzuolo dal viso.
E lei era li ferma e immobile. “ Posso.. Posso
stare un momento da sola? ” avevo chiesto al medico che a sguardo basso
acconsentì. Con gli occhi pieni di lacrime mi avvicinai a lei. Aprii la mia
borsa, tirai fuori l’ombretto e iniziai a truccare Adelaide, le mani mi
tramavano.. ma dovevo farlo, le lacrime mi appannavano la vista ma io andavo
avanti.
<< Una delle cose più confortanti
nell’avere figli è sapere che la propria bellezza, non
solo quella fisica, verrà tramandata alle future generazioni. Questa è l’immortalità.
>> dissi a Violet, ma io mi rivedevo mentre
davo un po’ di colore alle guance di Adelaide..
<< Si dice che quando muore un genitori il
figlio percepisca il senso della propria mortalità. Ma quando muore un figlio è
l’immortalità che il genitore perde. >> continuai rivendo me che con mano
tremante mettevo il rossetto sulle labbra di Adelaide con ormai le lacrime che
non smettevano.
“ Guarda come sei bella tesoro! ” avevo detto ad
Adelaide una volta finito “ La mia bella, bellissima bambina! ” continuai guardandola
sorridendo le diedi un ultimo bacio ed andai via. Sentivo di aver fatto una
cosa buona, anche se troppo tardi ormai..
<< Constance… Mi
dispiace tanto.. >> disse Violet riportandomi
alla realtà, sembrava realmente dispiaciuta.
<< Questo è vero >> dissi versando
il thè << Ma volevi solo essere gentile non è
così? >> la guardai.
<< Sono io che l’ho lasciata sola in balia
del mondo sta sera.. >> per quanto all’inizio pensavo che fosse stata
colpa di Violet per averle messo in testa quelle
stupide idea mi rendevo conto che era stata colpa mia e non potevo
perdonarmelo.
<< Ed è andata proprio come doveva andare
>> continuai. << Ecco qui bevi il tuo thè
>> dissi velocemente passando il thè a Violet << Tesoro.. >> aggiunsi poi quasi in un
sussurro.
<< Posso prenderne una? >> mi chiese
Violet indicando le sigarette.
<< Oh.. Una sigaretta? >> risi
<< Ma certo! >> le porsi le sigarette e lei ne prese una. <<
Basta che.. poi non dici a tua madre che sono io che incoraggio i tuoi vizzi.
>> dissi prendendo l’accendino mentre lei si accendeva la sigaretta
tirandosi i capelli in dietro.
<< Adelaide è sempre stata una ragazza
molto ostinata, se ha preso qualcosa è la forza di volontà. >> le dissi,
avevo il bisogno di far conoscere mia figlia. Iniziai a zuccherare il thè e continua << Anzi credo che il mio piccolo
mostriciattolo mi assomigliasse più di tutti gli altri. >>
<< Credevo fosse figlia unica >> mi
disse Violet, sembrava molto sorpresa.
Credo sia arrivato il momento di dirgli di Tate,
prima o poi lo verrà a sapere ed è meglio che sia io a dirglielo. Anche perché
glielo avrebbe detto subito di Adelaide e questo non doveva succedere.
<< Tate è mio figlio.. >> la
guardai.
<< Che cosa? >> ecco un’altra volta
quell’espressione sorpresa sopra il viso, questa volta sembrava quasi
sconvolta.
<< Tate non deve venirlo a sapere Violet.. >> le dissi scuotendo la testa e restando
fissa su i suoi occhi. << Non possiamo dirgli che…
sua sorella è morta.. Non ora.. Lui
non.. Non reagisce.. Bene.. A certe cose quindi non.. >> non riuscivo
quasi a parlare pensando a quello che Tate avrebbe potuto fare ma più che altro
a quello che avrebbe potuto pensare di lei, già la odiava.. <
<< Io non capisco.. >> mi disse lei.
Ora aveva paura.
<< E’ un ragazzo molto sensibile. Tu ormai
lo conosci. E’ un giovane con sentimenti molto profondi, con l’animo di un
poeta ma certo, non ha la nostra forza e il cinismo necessario a proteggerlo..
dagli orrori >> dissi marcando l’ultima parola e alzandomi e andando
verso la foto di Tate e Adelaide. Restai a guardarla mentre continua dicendo
<< di questo mondo. Quella forza che ha protetto me e che anche Adelaide
aveva e che hai anche tu >> ora invece guardavo Violet,
con la foto tra le mani, la scrutavo cercando di capire cosa pensasse e in quel
momento capii che non avrebbe detto nulla a Tate. Spostai di nuovo lo sguardo
sulla foto, tutti i miei figli erano morti, sentivo che stavo per scoppiare di
nuovo << Io… Io.. Credo che sia per questo che
è così legato a te >> le dissi abbracciando la foto e asciugandomi le
lacrime che avevano iniziato a scendere. << Si nutre della tua forza. Guarda… Forse gli manda sua sorella. >> passai la
foto a Violet così che potesse vede i volti
sorridenti di Tate e Adelaide. << Ma noi dobbiamo proteggerlo Violet. >>
Scusate il ritardo, ma non ho avuto un attimo libero. Spero vi piaccia, ho provato a scrivere quello che secondo me provava Constance, spero di esserci riuscita bene, fatemi sapere! Grazie a tutti quelli che commentano, seguono, leggono e ecc..