Credits: La frase “Too
lost to be saved”, che fa da titolo alla storia, è tratta dalla canzone “Tourniquet”
degli Evanescence; la citazione è tratta dalla canzone “Sweet Sacrifice”,
sempre degli Evanescence.
Note dell'Autore:
Questa storia è stata scritta per il contest "Weather
Foes" indetto su Writers Arena. Lo scopo era quello di scrivere un
racconto incentrato su un "cattivo" e di utilizzare come tema una
condizione meteorologica da una lista fornita dal giudice.
La condizione meteorologica che ho scelto
è il temporale. Per come è costruita la storia (solamente dopo averla letta
questo chiarimento potrà essere compreso XD) sembra che io immagini che la
coscienza di Peter sia stata “addormentata” praticamente lungo tutta la Seconda
Guerra del Mondo Magico. In realtà penso che abbia avuto i suoi (pochi) momenti
di “lucidità”, mi riferisco ad esempio al fatto che Peter aveva chiesto a
Voldemort di utilizzare il sangue di un altro mago, non Harry, di un nemico
qualunque, per preparare la pozione che gli avrebbe restituito il suo corpo. Ma
nella mia personale interpretazione dei fatti questi barlumi di coscienza sono
di poco conto, perciò li ho trascurati. Ero anche indecisa se inserire o meno
il frammento finale, che a livello temporale è slegato dal resto, ma ho deciso
di lasciarlo perché a mio parere dà un senso di completezza alla storia. E’ in
corsivo, per venir distinto meglio, e la parola “attimo” è volutamente ripetuta
più volte.
Too lost to be saved
Fear is
only in our minds but it’s taking over all the time.
(Evanescence, “Sweet Sacrifice”)
Quando sei nella tua forma di
Animagus, la tua percezione del mondo esterno ne risente. Vedere attraverso gli
occhi di un topolino non è certo come vedere attraverso quelli di un uomo… per
quanto anche la tua forma umana non sia delle più imponenti.
Tutto ciò che ti circonda assume un
aspetto differente. Una pozzanghera può diventare un ostacolo insormontabile,
la foglia secca caduta giù da un albero un rifugio presso il quale poter
trascorrere qualche ora.
Non un rifugio dei più sicuri, c’è da
dirlo.
Ecco, c’è qualcosa che percepisci
allo stesso modo, uomo o topo che tu sia, non importa. È la costante della tua
vita, la tua compagna di sempre, non riesci nemmeno a immaginare come saresti
senza di lei, saresti diverso. Un’altra persona, un altro topo. È lei che guida
i tuoi passi questa notte, la legge suprema che governa la tua esistenza e che
è la sola e unica causa di ogni tua azione. È lei che ti costringe a correre
più velocemente sulle tue zampette da topo, perché tu possa trovare rifugio
prima che il temporale che è in procinto di squarciare il cielo ti colga
impreparato. È a lei, solo a lei, che va imputato tutto quello che tu hai fatto
in passato. È l’unica colpevole, Sirius e Remus possono blaterare quanto
vogliono e accusarti dei peggiori crimini, tu sei innocente. La colpa è solo
della tua perenne compagna, colei che stringe il tuo petto e ti toglie il
respiro, colei che fa battere i tuoi denti incontrollabilmente, che ti fa
balbettare, incespicare, gesticolare in maniera frenetica… e poi tradire,
fuggire. Tentare di dimenticare.
Amicizia, affetto, qualsiasi legame
che tu abbia potuto stringere prima e dopo Hogwarts, non possono nemmeno
lontanamente competere col laccio che ti lega strettamente, senza lasciarti
possibilità di fuga, alla paura. Viene quasi da ridere a pensare che tu sia un
Grifondoro, Peter. Qualcuno direbbe, utilizzando una di quelle tanti frasi
fatte trite e ritrite, quelle che, quando le ascolti, immagini siano
pronunciate da una voce colma di saggezza con tanto di contorno di barba bianca
alla Albus Silente, che il coraggio e la paura non sono l’uno il contrario
dell’altra, ma anzi, che non esiste coraggio senza paura. Che il coraggio non è
altro che la capacità di affrontare le proprie paure… eccetera eccetera.
Sinceramente, non sembra che tu abbia mai fatto questo grande sforzo di
affrontare le tue paure, ma chi sei per contraddire la suprema volontà del
Cappello Parlante? E poi, in quale altra Casa avrebbe dovuto collocarti?
Tassorosso non è nemmeno da nominare, non era di certo posto adatto a te.
Corvonero, non ne avevi la stoffa, e Serpeverde… puoi forse affermare con
onestà che saresti sopravvissuto più di una settimana a Serpeverde? Deve essere
stato un gran bel dilemma per il vecchio
Cappello. Una decisione sofferta. Ma tu non sai cosa sia una decisione
sofferta, vero Peter? Non hai idea di che cosa si provi. Non potresti mai
descrivere quelle sensazioni angoscianti e quel senso di soffocamento che accompagnano
la ferma determinazione di fare la scelta giusta. Non hai mai avuto di questi
problemi: la scelta giusta, quella giusta per
te, l’hai sempre trovata con estrema facilità. Quando si ha a cuore
l’incolumità di una singola persona è molto più semplice. Tutto quello che bisogna
fare è chiudere completamente, sigillare, una parte della mente. Ricordi quella
parte che era ancora capace di provare qualcosa, un debole fremito, quando
vedevi il sorriso dolce di Lily e il ghigno divertito di James qualche giorno
prima del tuo tradimento? Quando il piccolo Harry afferrava una delle tue dita
tozze e grassocce e la stringeva con la sua manina? Esatto, proprio quella
parte lì. Quella che ormai è muta e sorda da dodici anni. Quella che per un
momento, solo per un momento, ti è parso si fosse risvegliata, quando gli occhi
di un Harry tredicenne ti hanno guardato colmi di innocente stupore, ma che sei
riuscito a soffocare in maniera talmente veloce che è quasi come se il suo
sonno profondo non fosse mai stato interrotto.
Ciò, ovviamente, non vuol dire che tu
sia un bravo Occlumante. La tua… abilità non ha niente a che fare con la
capacità di chiudere le proprie emozioni nel fondo della mente e non permettere
agli altri di percepirle, anzi la tua paura è sempre perfettamente visibile per
chiunque. Si tratta di qualcosa di completamente diverso, qualcosa che hai
sempre saputo fare, una dote naturale.
Nella tua personalissima scala di
valori nessuno è più importante di te, anzi nessuno
è importante quanto te, e di conseguenza la tua sopravvivenza è tutto ciò
che conta. E hai lottato per garantirla, eccome se hai lottato, con le unghie,
i denti e le tue zampette scattanti da topolino. Non è stato poi così semplice
vivere per tanti anni con quella famiglia di teste rosse, senza mai riprendere
la tua forma umana, ma era l’unico modo. Scomodo, ma indispensabile. Ci sono
stati momenti in cui hai creduto di non farcela, ma alla fine te la sei sempre
cavata. Primo tra tutti, il momento in cui hai rivisto per la prima volta Harry
Potter dopo la morte di James e Lily, sull’Espresso per Hogwarts. Pur sapendo,
razionalmente, che non si trattava di James e che il ragazzino non era nemmeno
a conoscenza della tua esistenza, per un folle istante hai temuto che potesse
riconoscerti. Ci hai messo poco a riguadagnare compostezza e fortunatamente il
tuo padroncino Ron non si è accorto di niente. Ma non ti aspettavi che il tuo
padrone sarebbe diventato il migliore amico proprio di Harry Potter! Il destino
ti ha davvero tirato qualche tiro mancino, nella vita.
E adesso che segui questa pista
incerta, nella speranza di trovare l’unico essere al mondo che può garantirti
la protezione a cui aspiri, preghi ardentemente che i tiri mancini in serbo per
te siano terminati. Non hai forse dovuto già sopportare abbastanza? Il panico
che hai vissuto quest’anno, costretto a nasconderti, braccato da Sirius, può
essere considerato più che sufficiente per una vita intera.
Un lampo ti fa trasalire e
immediatamente acceleri l’andatura, desideroso di trovare riparo al più presto.
Se le indicazioni che i topi incontrati lungo la strada ti hanno fornito sono
esatte, sei ormai vicinissimo al tuo obiettivo, il tuo padrone al momento si
rifugia in una delle foreste di questa terra. Solo qualche ora di cammino
potrebbe essere sufficiente a raggiungerlo, ma sei stanco e affamato, sta per
piovere e ci saranno dei tuoni e… tu hai sempre avuto una gran paura dei tuoni.
Del loro rumore assordante, così come della luce improvvisa dei lampi e dei
brividi che le gelide gocce di pioggia provocano lungo la tua schiena.
Del resto, esiste forse qualcosa di
cui tu non abbia paura, Peter?
…
“Si-Sirius? Per favore, rientriamo al Castello!”
“Andiamo, Peter, è soltanto un po’ di pioggia! Ho promesso a James che avrei
comprato quegli aggeggi da Zonko, non possiamo tornare a mani vuote!”
“Ma… ma… fa freddo e…”
Sirius, ridendo, rischiò quasi di far cadere il Mantello
dell’Invisibilità, sotto il quale erano nascosti per attraversare non visti le
strade di Hogsmeade, e cercò subito di ricomporsi, soffocando il proprio
divertimento.
“Se continui a farmi ridere in questo modo finiranno per scoprirci!”
“Accidenti a te, potrebbe colpirci un fulmine! Io ho paura, Sirius!”
Il mago più alto rivolse al compagno un ghigno divertito:
“Esiste forse qualcosa di cui tu non abbia paura, Peter?”
…
Cerchi di riscuoterti dai tuoi
pensieri, non è la prima volta che le stupide battutine di Sirius dei tempi
della scuola risuonano nelle tue orecchie e devi ammettere che la cosa non ti
fa affatto piacere.
Hai deciso: non puoi proseguire sotto
la pioggia. C’è anche da tener conto del fatto che non hai idea in che stato
d’animo troverai il tuo padrone (anzi, una tua idea ce l’hai, e non è delle più
rosee), quindi è preferibile che tu sia ben riposato prima di incontrarlo. I
topolini hanno tutti una gran paura di questo essere che, dicono, si impossessa
dei corpi di piccole creature provocando la loro morte, potrebbe non essere
così debole come pensavi. Potrebbe farti del male. E anche del dolore tu hai
una immensa paura. No, non puoi affrontarlo in queste condizioni, è meglio trovare
un posto dove trascorrere la notte, o perlomeno attendere al riparo che questo
tremendo temporale sia passato. Inizi già a sentire i primi tuoni, devi
sbrigarti. Scorgi l’insegna malandata di una locanda fatiscente, proprio al
limitare della foresta che, secondo le tue informazioni, è attualmente la casa
di quello che rimane del Signore Oscuro, e ti nascondi dietro un albero per
riprendere la tua forma umana, anche se non sarebbe necessario dato che nelle
vicinanze non scorgi nessuno. Qui puoi permetterti di farti vedere, è praticamente
impossibile incontrare qualcuno che ti conosca. Ormai piove a dirotto, anche se
impieghi pochi secondi per raggiungere l’ingresso della locanda i tuoi vestiti
sono già zuppi.
Entri nella locanda e il piacevole
tepore e il profumo di cibo assalgono immediatamente i tuoi sensi. Una ragazza
ti si avvicina e ti sorride. Da quanto tempo non ti veniva rivolto un sorriso?
Nemmeno come topolino domestico ne ricevevi molti, non eri quello che si dice
un animaletto da coccolare.
“Le serve qualcosa, signore?”
“U-una camera per la notte.”
Imparerai mai a formulare una singola
frase di senso compiuto senza balbettare?
La ragazza china il capo in segno
d’assenso, la sua espressione è dolce e i suoi occhi brillano alla luce delle
fiamme che scoppiettano allegramente nel camino della locanda.
“Gradisce qualcosa da mangiare prima
che le assegni la camera, signore?”
“S-sì, grazie.”
Ti fa cenno di seguirla e, maldestro
come sei, rischi di scivolare, le scarpe bagnate di certo non aiutano. Ti siedi
pesantemente, fai cenno di sì a qualsiasi cosa ti abbia detto che c’è da
mangiare, e la osservi di sottecchi scomparire in quella che deve essere la
cucina. Era da tanto che non avevi la possibilità di guardare una donna, di
guardarla con occhi umani. Fa uno strano effetto. Occhi grandi e dolci, pelle
chiara, aspetto fragile. Non è una ragazza bellissima, ma ha quell’aria
tranquilla, una di quelle persone che hanno la capacità di farti sentire a casa
già solo grazie al calore che trasmettono con il loro sorriso. Lo sai, potresti
essere felice accanto a una persona del genere. Sarebbe bello lasciarsi alle
spalle il Mondo Magico, il terrore di venire scoperto, fuggire via lontano con
una compagna e vivere una vita serena, al sicuro, senza dover temere ogni
giorno di venire scoperto, trovato dai nemici e ucciso. Per un attimo, ti perdi
a fantasticare, ti immagini marito, e perché no, addirittura padre. Dopotutto,
pensare è innocuo. Non rischi che qualcuno ti scovi in quello che credevi un
nascondiglio sicuro e ti uccida. Perché è questo che succederebbe, non esiste
luogo sulla faccia della Terra in cui tu possa rifugiarti e sperare di non venire
trovato, necessiti dell’opportuna protezione, della protezione che solamente il
più potente Mago Oscuro può fornirti. Dei dolci sorrisi di una donna non te ne
fai nulla e non ti servono a un bel niente piccoli, semplici momenti di
felicità. Un Dissennatore te li strapperebbe via in pochi minuti.
Distogli a forza lo sguardo dalla
porta della cucina, dalla quale sai che farà capolino la simpatica cameriera, e
per la prima volta ti guardi intorno, non ti eri accorto che ci fosse altra
gente. Li guardi distrattamente, sembrano solo dei comunissimi Babbani, finché
un volto non cattura la tua attenzione. Si tratta di una strega, non hai dubbi,
l’hai già vista da qualche parte. E quel che è peggio, anche lei sembra trovare
il tuo volto familiare, non smette di fissarti e la sua fronte è corrugata, sta
chiaramente cercando di ricordare dove può averti visto. Cominci ad agitarti.
Non è possibile, proprio adesso che eri a un passo dal riunirti al Signore
Oscuro! Non puoi essere così
sfortunato! Devi pensare in fretta, trovare una soluzione, ma prima di ogni
cosa devi capire chi hai di fronte. La guardi attentamente, soffermandoti su
ogni dettaglio che possa esserti utile e, improvvisamente, arriva
l’illuminazione.
Bertha Jorkins. Qualche classe
davanti a te, a Hogwarts.
Un tipo… non troppo sveglio. Forse
c’è ancora qualche possibilità. Sfoderi il tuo migliore sorriso innocente e ti
avvicini a lei. Quella stolta potrebbe rivelarsi perfino utile. Ti siedi al suo
tavolo, riesci a instaurare una conversazione, lei sembra non ricordarsi ancora
bene chi tu sia, e tieni la bacchetta pronta sotto la manica della tunica. Un
Confundus può tornare utile in certe situazioni e non appena il temporale sarà
terminato la porterai fuori dalla locanda con una scusa.
La cameriera è tornata, ti ha servito
una zuppa ed è andata via, e tu non le hai riservato più nemmeno uno sguardo.
L’attimo è passato, sei di nuovo perfettamente concentrato sulla tua missione,
e cioè il tuo disperato bisogno di salvarti la pelle, e tutto il resto è lontano,
non te ne curi.
Sei pronto, topolino, a essere
carnefice ancora una volta? Sei pronto a sacrificare ai tuoi santi scopi
un’altra vittima innocente?
Lo sei. E non posso fare a meno di
chiedermi se proverai mai, nella tua vita, un vero, sincero momento di rimorso,
o se è chiedere troppo.
…
E’ un attimo.
La tua presa sul collo del ragazzo si fa meno sicura, mentre vieni
colpito dalle sue parole come se fossero uno schiaffo. Dice la verità, gli devi
la vita. Hai un debito nei suoi confronti. E gli hai già fatto così tanto male.
Sedici anni da orfano, e tutto per colpa tua, che hai tradito la fiducia dei
suoi genitori. Hai distrutto la vita di questo giovane e adesso vorresti anche
ucciderlo?
Un attimo.
Sincero rimorso, solo per un attimo.
Lo lasci andare e il rimorso si fa da parte per fare spazio alla tua
regina, la paura, quando vedi la tua mano metallica muoversi contro la tua
volontà e capisci esattamente cosa sta per accadere.
Che la tua fedeltà non abbia più a vacillare. Queste erano state le
parole del Signore Oscuro. E adesso verrai punito. Il terrore ti fa
completamente dimenticare il rimorso provato pochi istanti prima, il male che
hai compiuto durante la tua vita che qui si conclude, riesci solo a pensare che
niente può salvarti in questo momento. Nemmeno Harry, che lo ha già fatto una
volta e che disperatamente cerca di impedire alla tua stessa mano di
strangolarti. In fondo al tuo piccolo cuore codardo sai di non meritare tanta
compassione da parte sua.
Non arriva più aria ai tuoi polmoni. Le forze ti abbandonano e cadi in
ginocchio.
Prega, Peter. Prega che un attimo possa fare la differenza, anche per uno
come te.
FINE