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Autore: ChelseaH    23/09/2008    2 recensioni
“Solo tu potevi accettare l’invito di uno sconosciuto, fra l’altro in uno dei quartieri più malfamati di Amburgo.”
E tutto iniziò con un delitto da Starbucks in cui la vittima fu un cappuccino e l'assassino un ragazzo dagli occhi blu...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Somebody Out There

19.

“Vattene.” ribadì per la millesima volta a Bill, senza però fare nulla per staccarsi dall'abbraccio di lui. Erano chiusi in bagno, Bill non aveva trovato un'idea migliore per isolarsi finché Meli non si fosse calmata e gli altri avessero metabolizzato ciò che stava accadendo.

“Non volevo causarti ulteriori problemi, non pensavo avessi la casa piena di gente.” le disse sedendosi sul bordo della vasca da bagno e prendendola in braccio.

“Non importa.” sussurrò lei appoggiandogli la testa sul petto. Sentiva il suo cuore battere e quel suono la rilassava, era una delle cose più familiari che ci fossero al mondo per lei.

Perché lei sapeva decifrare quei battiti come forse solo Tom riusciva a fare.

Sapeva come batteva il cuore di Bill quando era felice.

Sapeva come batteva quando era triste.

Sapeva come batteva quando era indeciso, frustrato, eccitato, agitato, annoiato...

Lei sapeva tutto di Bill, anche se erano passati tre anni e non si erano più quasi parlati.

E paradossalmente Bill sapeva tutto di lei anche se non aveva riviste e tv che lo tenevano informato su ogni sua mossa, probabilmente perché anche se l'aveva scongiurato di lasciarla perdere, lui a differenza di Tom aveva continuato a riempire la sua vita con la propria presenza. E allora perché lei continuava a lottare per tenerlo lontano? E poi, lottava veramente? Perché ogni volta che lui le si avvicinava lei urlava di tutto ma poi l'unica cosa che riusciva a fare era stringerlo più forte che poteva e godersi quel momento.

 

******

“Katie calmati.”

“No che non mi calmo!”

Linke aveva trascinato Katie in cucina quando si era accorto che la ragazza stava per scoppiare e ora tentava di farla ragionare.

“Mi spieghi qual è il problema?”

“Il problema è che è dal giorno in cui l'ho conosciuta che sta male dalla mattina alla sera per quel cretino e io non avevo la più pallida idea che si conoscessero!”

“Avrà avuto le sue ragioni per non-“ non riuscì a proseguire perché la ragazza lo interruppe bruscamente.

“Sono la sua migliore amica, la conosco da tre anni, l'ho vista andare in giro per tutta Europa per lui, spendere ogni centesimo che le entrava in tasca e mandare a quel paese sessioni su sessioni di esami, e ora salta fuori che si conoscono da quando erano piccoli! Trovami un senso...” era sull'orlo delle lacrime dal nervosismo.

“Magari, anzi sicuramente, è successo qualcosa che l'ha portata ad agire così.” osservò razionalmente il ragazzo.

“Ma io sono la sua migliore amica ! E non lo sospettavo nemmeno lontanamente!”

“Dai Katie, calmati... non risolvi niente facendo così.” la abbracciò lasciandola sfogare un altro po', fino a che non entrò David.

“Credo che dovremmo andarcene. - disse loro – in fondo non sono affari nostri.” aveva un'aria malinconica.

“Si che lo sono! – prese a inveirgli contro Katie – ti vuoi lasciar soffiare la ragazza sotto al naso senza fare niente?!” lo provocò sperando che il ragazzo prendesse a facesse irruzione in bagno.

“Non è la mia ragazza.” le fece notare tristemente.

“Potrebbe esserlo.”

“No... o forse si... non lo so, non riesco a capire cosa ci sia fra quei due.” mormorò sommessamente.

“Tu lo sapevi?!” esclamò la ragazza sempre più in preda alla rabbia.

“Mi ha accennato qualcosa stanotte – Katie sgranò gli occhi – ma solo perché ieri sera li ho visti insieme fuori dal locale e non sembravano esattamente star e fan.” si affrettò ad aggiungere prima che lei pensasse di essere l'unica all'oscuro dei fatti.

“E cosa ti avrebbe detto?”

“Che aveva i nonni a Loitsche e così ha conosciuto i gemelli che sono in breve diventati i suoi due migliori amici.” scrollò le spalle, non del tutto sicuro di aver fatto bene a parlare ma ormai il danno era fatto.

“E perché si comporta come se fosse una loro fan?” chiese Katie con veemenza.

“Non lo so, non mi ha detto niente di come si sono evolute le cose dopo che loro sono diventati famosi.”

“Guardala, sembra la loro fan perfetta! Quella che li segue ovunque e che ha miliardi di poster appesi in camera e sproloquia dalla mattina alla sera sul suo gruppo preferito!”

“Magari è solo una facciata...” sospirò David, che a sentire quella descrizione fatta da Katie iniziò a comprendere qualcosa.

“A che scopo?!”

“Essere legittimata a seguirli ovunque e parlare sempre di loro senza dover per forza raccontare ciò che c'era dietro.” rispose Linke leggendo nella mente di David e quest'ultimo annui.

“Ma se sono così amici, perché prendersi il disturbo di fare così tanti sacrifici?! Volete farmi credere che loro non potevano procurarle pass, darle una cuccetta sul tourbus, farla dormire con loro in hotel o che so io?!”

“Non lo so.” dovette ammettere David e Linke non aggiunse nulla avendo ancora meno elementi di lui per poter giudicare.

“Comunque hai ragione, siamo di troppo.” si limitò a dire, sperando che anche Katie comprendesse che quello non era il momento ideale per correre inviperita dall'amica a chiedere spiegazioni. La prese sottobraccio e la invitò a dirigersi verso il salotto e, con suo immenso stupore, lei non fece una piega e si lasciò trascinare.

 

******

 

Timo girovagava per la casa come un'anima in pena, sotto lo sguardo divertito di Jan.

“E se si fosse pentita?” gli stava chiedendo.

“Dovresti chiederlo a lei.” l'amico allargò le braccia nel classico gesto di chi non può farci nulla.

“Grazie per il conforto eh.”

“Dai, è solo andata da Meli non è scappata da te.”

“Perché è andata da lei?!”

“Perché Melina è una ragazza e di certe cose si parla fra ragazze.”

“O fra migliori amici.” osservò Timo scocciato.

“Si ma se il tuo migliore amico e la ragione per la quale ti vuoi sfogare coincidono non è che ti restano molte alternative se non andare a sbattere la testa da qualche altra parte.”

“Sta addirittura sbattendo la testa?” piagnucolò Timo.

“Era una frase fatta.” sghignazzò Jan.

“Smettila di ridere e renditi utile!”

“In che maniera?”

“Non lo so... parlale!”

“Sei tu quello che dovrebbe parlare e se fossi in te lo farei prima che ci pensi Franky.”

“Che c'entra Franky?” chiese l'altro mettendosi subito in allerta.

“Pare che trovarvi a letto insieme gli abbia fatto avere una rivelazione divina sul fatto che Neely abbia passato un tempo infinito a morirgli dietro.”

Timo rimase di sasso.

A quel cretino pareva quello il momento per svegliarsi?

“Dov'è?” chiese già nel panico.

“Neely?”

“Franky!”

“Da Melina.” gli rispose in un'alzata di spalle e Timo rimase sconvolto dalla nonchalance dell'amico, a che gioco stava giocando? – non sto dalla parte di nessuno, fate quello che vi pare basta che non combiniate pasticci.” gli comunicò, del resto Timo non poteva certo credere che lui potesse prendere le parti di uno fra due dei suoi migliori amici.

“Vado da Meli.” decise e prima che Jan potesse fermarlo e impedire che la povera ragazza si ritrovasse l'ennesimo ingombro per casa, Timo era già sparito.

 

******

 

Timo uscì dalla metropolitana ad Altona inviperito, non poteva credere che Franky avesse deciso che il momento di entrare in gioco dovesse essere quello. Insomma, Neely gli era andata dietro per un tempo infinito e lui non aveva mai mostrato alcun cenno di interesse o anche solo di minima comprensione e ora? Trovarli a letto gli aveva aperto gli occhi? O semplicemente prima faceva finta di credere alla teoria che Neely e Timo avessero chissà che storia segreta solo per non ammettere l'evidenza della cotta della ragazza e potersela spassare tenendola come riserva in un angolino? Beh se i suoi piani erano quelli aveva sbagliato tutto.

Trovò con facilità la via nella quale abitava Melina, era proprio nel pieno centro del quartiere, ed individuò subito anche il palazzo giusto. Stava per oltrepassare il cancellino d'ingresso quando un ragazzo gli si affiancò facendo lo stesso: aveva indosso una felpa della Echo di un bel po' di taglie più grande di quanto non gli servisse ma si sentì ugualmente ammirato, se non altro aveva buon gusto. Alzò gli occhi per lanciargli uno sguardo di congratulazioni e rimase freddato.

Non poteva essere.

No.

Sarebbe stato troppo .

Si stropicciò gli occhi mentre lo seguiva all'interno dello stabile, non c'erano dubbi.

Tom Kaulitz.

Che cosa ci facesse lì era un mistero, sta di fatto che era lì e Timo era sicurissimo fosse lui, avrebbe riconosciuto il nemico numero uno in mezzo a una folla.

E poi oggettivamente parlando quanta altra gente sarebbe andata in giro conciata così... fuori taglia?

Si fermò un istante per fare un respiro profondo e si calmò quando lo vide entrare nell'ascensore, ovunque stesse andando fortunatamente era sicuro che le loro destinazioni fossero diverse e così si rilassò dirigendosi verso le scale.

Peccato che non fece tempo a mettere piede sul pianerottolo del secondo piano che Tom uscì deciso dall'ascensore proprio di fronte a lui ed entrò con altrettanta decisione in un appartamento, senza nemmeno prendersi la briga di suonare.

Magari una delle sue tante groupie abitava lì, si disse nel tentativo di autoconvincersi che la porta nella quale si era infilato non fosse assolutamente quella di Melina. Quando lesse i nomi sul campanello gli crollò addosso una montagna, quello era l'appartamento di Meli.

Figuriamoci, non bastava Franky.

Non aveva idea della ragione per la quale Tom Kaulitz fosse entrato così spavaldamente in quella casa, sapeva solo che li dentro c'era anche Neely e nella sua mente comparvero seduta stante immagini del chitarrista che con un gesto molto poco galante la invitava ad appartarsi con lui in una stanza e lei che gli saltava addosso senza nemmeno aspettare che fossero lontani da occhi indiscreti. Scrollò la testa e si diede una sberla, insomma, qualunque cosa ci facesse lì era ovvio che Neely non c'entrava nulla anzi, non avrebbe nemmeno registrato la sua presenza.

Quantomeno lo sperava.

Perché occultare il cadavere di Franky Ziegler era relativamente facile - ora che la notizia della sua scomparsa fosse giunta ad Heidelberg lui aveva tutto il tempo di procurarsi un alibi scagionatore - ma fare lo stesso con un chitarrista famoso in tutto il mondo era nettamente più difficile.

 

 

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NOTE.
@ Lidiuz93: Si purtroppo sono già un paio di mesi che Saki non c'è più =( Sostanzialmente non hanno rinnovato il contratto con la VSD Hamburg in seguito a qualche problema non meglio specificato e quindi ciao ciao Saki e tutti gli altri... E' rimasto Tobi in compenso, che si è licenziato dalla VSD e ora è alle loro dirette dipendeze =)

   
 
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