Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover
Segui la storia  |       
Autore: ChelseaH    23/09/2008    2 recensioni
Gemelli.
Come me e Doug.
Con la sola differenza che loro evidentemente erano monozigoti mentre noi no.
Ora la domanda era: che ci facevano due gemelli così uguali eppure così diversi sulla porta di casa nostra con una marea di valige?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: McFly, Tokio Hotel
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Untitled Document

So Much Has Changed

2.

“Non parlano uno strano idioma Doug, e non sono strani. ” lo stava rimproverando mamma mentre si lamentava dei due estranei che erano seduti al tavolo della cucina e ci guardavano con aria interrogativa.
“E come la chiami la lingua che parlano se non strano idioma ?”
“Tedesco magari?”
Dougie sbuffò e mi chiese aiuto con un'occhiata molto significativa.
“E dovrebbero stare qua in pianta stabile?” mi azzardai a chiedere.
“Per tutto il semestre, si. Ma ragazzi dove vivete?! Alla fine dell'anno scorso ne hanno fatta una pubblicità assurda a scuola!”
“Noi non abbiamo sentito niente e comunque potevi dirci che ne avremmo ospitati due!” protestai ben sapendo che sia io che Dougie eravamo molto ma molto gelosi dei nostri spazi.
“Non ve l'ho detto perché vi sareste opposti”
“Appunto…” bofonchiò Dougie.
“Sarà un'esperienza interessante vedrete - ci disse fiduciosa – comunque potreste iniziare a socializzare invece di lasciarli li seduti come due pesci lessi”
“No grazie” esclamammo all'unisono e lei ci fulminò con lo sguardo.
“Ragazzi!”
“Dove hai intenzione di farli dormire, nella vasca da bagno?!” chiese lui ignorando il suo ordine di socializzare.
“E poi tutte quelle valige!!! Il moro mi sa che si è portato dietro tutta la casa!” feci notare.
“Bill” sospirò lei.
“Cosa?”
“Il moro si chiama Bill”
“Bill o non Bill, dove lo metti?” chiesi disperata mentre l'interessato mi puntava gli occhi addosso sentendosi tirato in mezzo.
“Tu e Dougie dividerete una delle vostre stanze e l'altra la lascerete a loro due”
“Tu credi che tutta quella roba entri nelle nostre stanze?” chiese sarcastico Doug indicando le valige che si intravedevano attraverso la porta che dava sul salotto nel quale erano state accatastate.
“Un po' di collaborazione per favore! - mamma stava decisamente perdendo le staffe – ora andate su con loro e vi organizzate per bene”
“Devo andare da Tom, abbiamo le prove” puntualizzò Dougie
“Lo chiami e gli dici che non ci sei” gli rispose secca.
“Non ci penso minimamente!”
“DOUGIE LEE POYNTER!!!”
“Ma-“
“NO!”
“Ma Tom…”
Mentre lui e mamma continuavano a litigare notai che l'altro gemello, quello biondo coi rasta, si metteva sull'attenti ogni qualvolta Dougie pronunciava il nome “Tom”.
“Tom? - mi azzardai a chiedere e lui subito si voltò verso di me – ti chiami Tom?” lui fece cenno di si con la testa mentre l'altro mi disse “Bill” allungandomi una mano.
“Jennifer - gli dissi stringendogliela – ma allora capite un po' di inglese?!”
Entrambi mi guardarono spaesati e decisi di lasciar perdere, stavo quasi per andare in soccorso di Dougie quando Tom mi rivolse la parola.
“Parliamo… ehm… poco. Ehm… parli piano… ehm… capiamo… poco”
Era abbastanza ridicolo in quel suo tentativo di farsi capire ma in qualche maniera lo trovai parecchio tenero. Nonostante questo restava il fatto che la loro presenza non era gradita.
“IO DEVO FARE QUELLE FOTTUTE PROVE!” urlò in quel momento Dougie e ci mancò poco che mamma gli desse uno schiaffo.
Alla fine fu costretto a capitolare e chiamare Tom ma decise che in compenso non avrebbe assolutamente collaborato alla buona riuscita del piano di scambi culturali e si chiuse in camera sua. Io lo seguii preoccupata dalla reazione eccessiva che stava avendo.
“Ti fa così schifo dividere la stanza con me?”
“No ma è questione di principio! Almeno venire avvisato che due cretini tedeschi mi avrebbero invaso casa e si sarebbero messi fra me e la mia band!”
Ecco cosa aveva scatenato quella scenata epica, la band.
Certo non era entusiasta di avere due estranei per casa, come me era sempre stato molto legato ai propri spazi, ma quello che aveva scatenato la tempesta era stato il fatto che gli avessero toccato la band. Anche se solo per una sera quella per lui era una rinuncia improponibile.
La band era tutto per lui.
Dentro ai McFly c'erano i suoi migliori amici, c'erano i suoi sogni, c'era la sua passione, c'era tutto.
“Dai Doug… se facciamo in fretta con quei due magari riesci ad andare alle prove” tentai di rincuorarlo un po'.
“Hai visto quante valige hanno? Si sono portati dietro tutta la Germania altro che la casa!”
“Ti trasferisci tu da me o io da te?”
Loro si trasferiscono in germania”
“Dougie…”
“Jen dobbiamo essere uniti se vogliamo cacciarli!”
“Magari sono simpatici.”
“Dei simpatici sfascia band vorrai dire.”
Comprendendo che era inutile continuare lo lasciai da solo sperando che sbollisse la rabbia e andai a rifugiarmi in camera mia. Guardandomi intorno compresi che in fondo Doug non aveva tutti i torti, la dentro ci stavo a malapena io, figuriamoci Bill e i suoi mille bagagli! Se avessi tirato fuori il letto che avevo sotto al mio ci sarebbe stato pochissimo spazio per muoversi! E lo stesso valeva per la sua stanza che era grande esattamente quanto la mia. Come era passato per la testa di mamma di prendersi addirittura due ragazzi?! I miei pensieri vennero interrotti proprio da lei che veniva a stanare me e Doug con i due gemelli dietro che reggevano una valigia ciascuno. Spalancò entrambe le porte e poi dal corridoio ci disse di dire ai ragazzi in quale stanza si dovevano mettere così potevano iniziare a portare su le loro valige e che non le sarebbe dispiaciuto se li avessimo aiutati.
“Io da qui non mi muovo” bofonchiò Doug
“Bene, Jen prendi la tua roba e trasferisciti in camera di tuo fratello”
“Nemmeno lei si muove da lì.” lo sentii dire e sinceramente per quanto mi sembrasse estremista non ebbi il coraggio di andargli contro. Era pur sempre mio fratello!
“Perfetto.” decretò lei con un tono che era tutto un programma e mezz'ora dopo mi ritrovavo a far spazio nel mio armadio per ospitare tutta la roba di Tom mentre lei stava facendo spazio in quella di Dougie per Bill. Insomma, siccome entrambi ci eravamo rifiutati di muoverci ce ne aveva appioppato uno a testa. E dire che non avrei mai pensato che mi avrebbe lasciato dormire nella stessa stanza con uno sconosciuto che pareva uscito da un film di gangster considerando che aveva fatto storie assurde ogni qualvolta Harry si era addormentato “casualmente” da me.
Ed eccomi lì, nel bel mezzo della mia stanza a tentare di ficcare la roba di Tom da qualche parte mentre lui mi guardava sconsolato. In un certo senso mi faceva pena, per quanto non comprendessero la nostra lingua non è che ci volesse un genio per capire che non li gradivamo e la sua espressione del volto parlava da sola.
“Non ci sta tutto, mi spiace.” gli dissi arrendendomi e scandendo bene le parole accompagnandole da gesti. Lui mi fece un debole sorriso e indicò le valige facendomi capire che gli andava bene anche tenere parte della roba li dentro. Dall'altra parte del muro sentimmo Dougie imprecare strane cose, probabilmente contro Bill e l'espressione di Tom tornò a farsi più sconsolata di prima.
Si sedette sul suo letto, che date le scarse dimensioni della stanza era si e no a dieci centimetri dal mio, e prese a guardarsi intorno indeciso sul da farsi e visibilmente a disagio.
“Anche noi siamo gemelli.” era molto stupida come frase ma non sapevo in quale altro modo rompere il ghiaccio e lui iniziava a farmi una pena assurda.
“Non capisco…”
“Io e Dougie – dissi più lentamente indicando verso la sua stanza – siamo gemelli come te e Bill.”
Lui sgranò gli occhi incredulo e poi si mise a ridacchiare divertito da quella rivelazione e come biasimarlo… non ci somigliavamo affatto mentre lui e Bill nonostante le differenze di look erano due gocce d'acqua! Se non altro l'atmosfera si era un attimino rilassata e iniziammo una strana conversazione fatta per lo più di gesti che si interruppe solo quando qualcuno bussò alla mia porta. Era Bill che entrò nella stanza con un'espressione disperata in volto ed emettendo un urletto lamentoso e supplichevole.
“Tomiiiiiii.”
Tom gli fece spazio sul letto e i due cominciarono a parlare fra di loro a velocità improponibile, io in confronto ero una lumaca col freno a mano innestato. Ovviamente non sapendo mezza parola di tedesco non capivo nulla ma era evidente che Bill era traumatizzato, indignato, scocciato e deluso dall'accoglienza ricevuta. A completare il quadretto mancava solo Doug che fece irruzione dicendo “Jen, riunione di famiglia” e mi trascinò via con se. Entrando nella sua stanza rimasi sconvolta dal caos: c'erano valige aperte messe una sull'altra, mezze svuotate, mezze piene, una marea di vestiti che decisamente non erano di Dougie sparsi ovunque sui due letti, sul davanzale, sullo stereo, sulla scrivania, ovunque e altrettanti accessori buttati a casaccio per tutta la stanza.
“Cosa è successo qui?!”
“Bill Kaulitz, ecco cosa è successo!”
“Kaulitz? Sei già così in intimità da aver scoperto il cognome?!”
“Ahah, divertente! Ce l'ha scritto sui boxer, rendiamoci conto!” disse allibito tirando su un paio di boxer abbandonati in mezzo a quel caos che recavano sul bordo per l'appunto la scritta “Bill Kaulitz”.
“Un po' megalomane il tipo eh?”
Lui sbuffò e tentò di ritagliarsi uno spazietto sul letto per sedersi e per farlo buttò in terra senza troppe cerimonie un paio di maglie del tedeschino.
“Dobbiamo fare qualcosa, io non posso convivere con quello lì!”
“Dubito che mamma possa cacciarli dopo essersi presa l'impegno.”
“Allora mi trasferisco da te e quella sottospecie di gangster coi rasta viene qui perché far trasferire Bill ho idea che sarà impossibile con il casino che ha creato!”
Non facemmo in tempo a mettere in atto il piano che mamma lo stroncò sul nascere, ci disse che ce l'eravamo cercata e che quella sistemazione camere era definitiva. Quella sera a cena Dougie si rifiutò di scendere e al momento di andare a dormire Bill gli fece una scena madre assurda sclerando nella sua lingua, probabilmente offeso dal fatto che Dougie gli avesse malamente buttato in terra tutti i vestiti.
Il muso di Tom ormai era arrivato a terra e mentre spegnevo la luce mi ritrovai a pensare che quella convivenza sarebbe stata tutt'altro che pacifica e gioiosa.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > MultiBand/Crossover / Vai alla pagina dell'autore: ChelseaH