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Autore: Marty Andry    02/09/2014    1 recensioni
"Succedeva nei film e succedeva nella vita di tutti i giorni. La gente si prendeva quello che voleva, si aggrappava alle coincidenze e ci tirava su un'esistenza" 
Londra, anni '50 
Pearle Marwson conosce la felicità, l'amore puro, la gioia di diventare madre. Costruisce una famiglia, tutto procede per il verso giusto, fino a quando una visita inaspettata non turberà per sempre la sua esistenza. Riuscirà la donna a non cadere sotto il peso della disperazione? Capirà, quando ormai tutto sembra lontano nello spazio e nel tempo, che tutto scorre sul piano inclinato della vita? 
Londra, 2010 
Alan, Marion, Pablo e Natascia. Quattro ragazzi ed un filo rosso che li unisce, inconsciamente. Frasi non dette ed incongruenze. Intuizioni. Verità.
<< I tuoi occhi non mi hanno tradita, Pearle. >> 
Genere: Angst, Mistero, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano circa le sette quando Natascia uscì dalla sua casa nel quartiere italiano. 
"Perché" pensò "una russa si ritrovava nel quartiere italiano? Assurdo...!"
Mentre camminava, girandosi e rigirandosi le chiavi di casa tra le dita, avvertì una sensazione di fastidio. Non ci fece caso e proseguì. Poi sentì qualcosa a contatto col tallone. Lo ignorò ma, fatto qualche passo, si chinò e slacciò le scarpe. Trovò uno strano foglietto verde accartocciato ma aspettò ad aprirlo e corse veloce verso casa di Marion, come se la terra sotto le scuole cedesse ad ogni passo che faceva.

<< Bene. >> disse Alan quando tutti furono riuniti al tavolo davanti ad un caffè con panna <<  Sembra che qualcuno si stia divertendo. >>
La ragazza esibì l'animale che osservava la situazione ingenuamente, mentre veniva messo a pancia in aria, mostrando il drago come se fosse un tatuaggio.
<< Abbiamo notato che sotto una delle zampe posteriori della povera creatura... >>
<< Alan, smettila. Mi stai irritando. >> sbottò Pablo alzandosi dalla sedia.
Alan lo fulminò con lo sguardo.
<< Sta' calmo. >> gli sussurrò Natascia accarezzandogli un braccio.
<< ...di questo criceto >> riprese << è inciso un nome. Abbiamo scattato una fotografia e abbiamo ingrandito. La firma è di un tale Zeph Tancloy. Qualcuno lo ha mai sentito nominare? >>
Tutti scossero la testa.
<< Perfetto. >> 
Mise una mano dentro l'altra ed alzò un sopracciglio.
<< Poi abbiamo Natascia che ha ritrovato nella sua scarpa un foglietto. >> continuò. 
Natascia fece vedere il foglio verde agli altri. Vi era segnato un indirizzo e, in un angolo, l'immancabile drago bordato di rosso.
Strawberries Road 1949
<< Nome insolito per una strada... >> commentò Marion.

Alle nove e mezza decisero di infilarsi sotto le coperte. Marion aveva sistemato quattro materassi sul parquet della sua camera da letto con delle coperte. Lei e Natascia da una parte, Pablo e Alan dall'altro. Mentre le due ragazze parlavano a bassa voce tra di loro, Pablo si girò verso Alan
<< Sei un idiota. >> sussurrò Pablo.
<< Che ho fatto, ora? >> domandò con la voce impastata dal sonno.
<< Non ti sei mai chiesto perché Marion ti chiede di studiare insieme biologia? Oppure, perché ha chiesto proprio a te di insegnarle ad andare in bicicletta? >>
<< Perché siamo migliori amici? Non mettermi strane idee in testa. >>
<< Chi ha orecchie per intendere, intenda. >> e si girò dall'altra parte.
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Alan mise le mani dietro la testa e rivolse lo sguardo al soffitto.
<< Passare ore con la signora Muffers mi sarà pur servito a qualcosa, non credi? >>
<< È da un po' di tempo che ci penso... >> sospirò.
<< Inglesi e francesi da sempre si odiano a morte. Ma potrebbe esserci un'eccezione. >> scherzò Pablo.
<< Dormi. >> e gli diede le spalle.
<< Lo so che stai arrossendo. So anche che eri preoccupato che si fosse rotta qualcosa quando è caduta dalla bicicletta. E immagino anche come sei scappato appena oggi ti ha chiamato. >> ridacchiò. 
<< Dormi. >>

Alan si svegliò sussultando. Aveva sentito qualcosa che gli percorreva la spina dorsale ed un odore pungente era giunto alle sue narici. Aprì gli occhi e vide qualcosa muoversi nell'ombra. Il suo sguardo rimbalzò dalla porta socchiusa alla porta-finestra. Vide delle ombre sul pavimento.
"Nuvole" pensò "Ma la finestra non era chiusa?"
Si alzò lentamente per non svegliare Pablo e si affacciò al balcone. La luna era enorme ed il cielo blu a chiazze. Scorse, sul marciapiede di fronte, una figura che camminava avvolta in un mantello scuro ed un cilindro in testa. Qualcosa sotto il mantello luccicò, ma non riuscì a capire di cosa si trattasse. La figura si fermò e dopo qualche secondo sollevò lo sguardo. Due occhi infuocati lo inchiodarono, per poi voltarsi e ritornare sui suoi passi. La porta-finestra si chiuse di colpo ed ebbe l'impulso di gridare. Bussò forte ai vetri ma nessuno gli aprì. Vide qualcuno avvicinarsi, ma non riuscì a comprendere se fosse la sua mente offuscata o davvero lì dentro qualcuno gli stava sorridendo e aveva un guizzo argenteo negli occhi. 
Trasalì.
Poi, la sagoma familiare di Marion si fece sempre più nitida.
<< Marion, grazie al cielo! >> esclamò, abbracciandola.
<< Cos'è successo? >> chiese divincolandosi dalla stretta.
Alan spiegò cosa aveva visto.
<< Sarà stato il sonno che ti fa brutti scherzi. >>
<< Ma perché sei sempre così scettica? >> 
<< Perché con te non ci si può comportare altrimenti. >> rispose con una punta di irritazione.
<< Non ti seguo. >>
<< Si vede che non c'è feeling, caro. Buonanotte. >> 
E con tono alterato si congedò da lui.
  
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