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Autore: tylersanchor    02/09/2014    6 recensioni
Stiles Stilinski aveva sempre saputo di avere delle priorità sbagliate sin da quando, in terza elementare, aveva deciso che sposare Lydia Martin era più importante che imparare a fare le divisioni, cosa che gli era costata un votaccio. E le cose, quando ormai Stiles aveva raggiunto la veneranda età di diciassette anni, non erano affatto cambiate. Infatti per quale altra ragione che delle priorità sbagliate in mezzo a suo padre che usciva con la madre di Lydia, la sua media che affondava come il Titanic accompagnata da tutte le sue amicizie il suo problema più grande era perché diamine Derek Hale non si era mai innamorato pazzamente di lui?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Momenti decisamente inopportuni per pensare a Derek.
 



*



 
 
Una settimana di convivenza in casa Hale aveva fatto capire a Stiles che le apparenze ingannano, anzi, sono delle vili bugiarde e lo fanno apposta a mostrarti l’opposto di quello che la cosa in realtà è. Ad esempio, a vedere Derek da fuori sembrava il classico figo della madonna, mentre in casa ricordava vagamente un vecchio barbone ubriaco. Passava tutto il tempo in cui non c’era Braeden sul divano a ingozzarsi della roba più disparata – si era fatto fuori lasagne per quattro nell’arco di una puntata di The Big Bang Theory – in mutande e quando arrivava lei si metteva un paio di pantaloni e si limitava a fissare lo schermo tanto per darsi una parvenza di decenza. La cosa schifosa era che, se anche lui passava il tempo a mangiare e oziare e non si faceva la doccia se non quando aveva persino i peli sulle braccia unti, era comunque strafigo e con degli addominali che Stiles non poteva far altro che sognare la notte. No, non nel senso che sognava Derek nudo – insomma, non sempre – nel senso che non li avrebbe mai avuti.
Cora, dal canto suo, si era rivelata esattamente il genio del male che sembrava perseguitando Braeden con scherzi sempre più originali – le aveva messo il wasabi nei sandwich e lei si era rimessa solo dopo cinque bottiglie d’acqua da un litro ed era solo una delle mille cose che aveva combinato – ma anche una sorella premurosa. Se vedeva Derek a guardare la tv o leggere da solo – praticamente le uniche cose che faceva – gli si sedeva accanto, posando la testa sulla sua spalla senza dire nulla, solo per fargli compagnia e Stiles conosceva Derek da abbastanza tempo da sapere che lo apprezzava.
Naturalmente non erano sempre cuori e amore e balle varie, spesso e volentieri litigavano, soprattutto sull’argomento Braeden, anche se erano più che altro Cora che urlava e Derek che alzava le sopracciglia e rispondeva a monosillabi. Braeden stava il silenzio e lucidava le sue pistole, il che, a modesto parere di Stiles, avrebbe dovuto inquietare Cora non poco. I momenti peggiori erano quando Derek andava a “dormire” nella sua stanza con Braeden e Cora metteva a tutto volume gli One Direction per non sentire assolutamente nulla, tanto che Stiles aveva sognato di essere inseguito da Harry Styles che voleva baciarlo. Naturalmente la mattina dopo trovavano Derek come sempre a leggere sul divano ma Cora lo guardava neanche si stesse rotolando nudo sul pavimento con Braeden e gli parlava della serie di traumi che quell’insana convivenza le comportava.
Per il resto, la vita di Stiles scorreva noiosa fra scuola, compiti con Cora e Malia – se quest’ultima non finiva in punizione per aver fatto a botte con Liam, dato che era più o meno quello che faceva ogni giorno – allenamenti di lacrosse e playstation a casa di Scott. Naturalmente, tutto ciò fino a quel giorno, cioè venerdì, cioè il giorno della cena con suo padre e Natalie. Cioè il giorno del suicidio di Stiles.
Come se non bastasse, Malia si era fatta beccare negli spogliatoi maschili con Liam. Il che sarebbe suonato strano se non fossero stati intenti a cercare di uccidersi l’uno con l’altra e Scott aveva dovuto praticamente mettersi a piangere per farli dividere mentre Kira predicava pace e amore come a suo solito e non serviva assolutamente a niente. Il tutto aveva fruttato ai quattro una punizione per tutto il pomeriggio e se a Scott la cosa poteva andare anche bene, perché avrebbe trovato il modo di stare solo con Kira, lo stesso non si poteva dire per il povero Liam, che se fosse uscito vivo avrebbe semplicemente dovuto ringraziare gli dei. Quindi Cora, per assicurarsi che Liam restasse in possesso almeno di tutti gli arti, aveva deciso di restare e controllarli, il che, naturalmente, aveva come controindicazione il fatto che Stiles, nel momento di crisi pre cena, fosse completamente solo.
Aveva addirittura sperato di trovare in casa Derek ma lui aveva lasciato un biglietto con scritto che era uscito a comprare i tacos e non era ancora rientrato o era morto per strada ma a Stiles poco fregava. Era solo, infelice e nessuno dei suoi amici era lì a consolarlo. Questo almeno, pensò finché non gli suonò il telefono.
 
 
*
 
 
- Lydia? – domandò, stupito che lei lo chiamasse.
- STILES! – urlò lei, tanto per dare una dimostrazione che era una banshee fatta e finita, - MIA MADRE MI HA DETTO TUTTO! LURIDA BUGIARDA! STASERA VUOLE CHE MI UNISCA A VOI PER LA CENA MA IO PREFERISCO FARMI PRENDERE DA UN TRENO! E HO UN APPUNTAMENTO!
Erano evidenti la ragioni per cui Lydia era una banshee, a quanto pareva, le sue urla perforarono i timpani di Stiles e anche quelli della povera vecchietta sorda in Australia che stava dando da mangiare al suo canguro domestico.
- Lydia, non puoi calmarti …? – domandò depresso.
- NO CHE NON POSSO! NON VOGLIO LEGAMI DI PARENTELA CON TE!
- Sai, è sempre bello essere apprezzati, - borbottò Stiles.
- FOTTESEGA!
Stiles non sapeva esattamente quando Lydia avesse iniziato ad esprimersi come un ragazzino dei peggio vicoli ma probabilmente era semplicemente la situazione che stimolava il turpiloquio. E le bestemmie, a giudicare da tutto ciò che Lydia aveva iniziato a dire e che, se probabilmente avesse continuato a parlare, le avrebbe fruttato un bel meteorite in testa.
- Lydia, non serve bestemmiare in questo modo, troveremo una soluzione … - disse, ma non fece tempo a finire che altri urli disumani gli frantumarono i timpani.
- LA SOLUZIONE?! Stiles, io stasera devo uscire, esco con la persona più figa di questa città e ho dovuto dannarmi per convincerlo e adesso devo mollare tutto per uscire con mia madretuo padre e soprattutto te?
Evviva, come essere rifiutati anche quando non c’era più nulla da rifiutare. Avrebbe dovuto ricordarsi di ringraziare suo padre per tutto questo. Compreso il fatto che era appena inciampato in un paio di mutande di Derek  e aveva rischiato di rompersi l’osso del collo perché qualcuno era troppo pigro per mettere i vestiti sporchi nella cesta del bucato. Se in casa Hale esisteva una cesta del bucato che non fosse il pavimento, dato che metà del guardaroba di Derek giaceva lì.
- Lydia, penserò a qualcosa, okay? Ti richiamo.
E per la prima volta nella sua vita, Stiles Stilinski fu così depresso da attaccare il telefono in faccia all’ex amore della sua vita Lydia. Il che era un grosso indizio per capire esattamente quanto si sentisse demoralizzato. E la risposta era troppo,naturalmente. L’unica cosa che riusciva a sentire, oltre all’infelicità, era un divorante senso di fame, così andò a saccheggiare la dispensa, che naturalmente era stata svuotata prima da Derek e trovò solo le barrette di Braeden e fece per mangiarne una quando si ricordò che cos’erano in realtà e decise che, se voleva passare ancora dalle porte, era meglio evitare. Trovò però, in fondo al freezer, un pacco di patatine surgelate da fare nel microonde e pensò che a Derek non sarebbe poi dispiaciuto così tanto se lui lo avesse usato. Tre minuti dopo lui e la sua depressione erano seduti di fronte a un chilo di patatine e salsa barbecue e aveva giusto quella mezza idea di mettersi davanti alla televisione in mutande come Derek e guardare Game of Thrones. O perlomeno, ci provò ma quando vide la prima decapitazione cambiò subito canale e si godette i Puffi. Era giusto arrivato al punto in cui Gargamella aveva catturato dei puffi non identificati – Stiles non era mai riuscito a distinguerli – quando Derek ritornò.
- Sei al mio posto, - constatò ringhiando, mentre andava ad appoggiare il cibo in cucina, - e sei in mutande sul mio divano.
- Il divano sentiva la mancanza di un uomo in mutande sopra, ho dovuto accontentarlo, - borbottò Stiles, - patatine?
Derek alzò gli occhi al cielo e sparì dalla sua vista, e tanto peggio per lui. Stiles però non fece in tempo a mettersi in bocca un’altra manciata di patatine che Derek riapparve, in mutande anche lui e gli ringhiò di fare spazio.
- Il divano è mio. – borbottò e cambiò canale, - tacos?
E stranamente, sembrò funzionare. Dopo aver discusso un po’ riuscirono ad accordarsi nel guardare The vampire diaries, anche se Derek era Delena e Stiles, naturalmente, Stelena – e si ingozzarono insieme senza dire una parola che non fosse legata allo show, esclusi gli insulti reciproci per le differenti opinioni sulle coppie. E Stiles, per quaranta minuti in cui fu impegnato a rubare tacos e evitare che Derek finisse le patatine mentre gli spiegava perché lo Stelena era un epic love, non pensò nemmeno una volta alla cena con suo padre o ad altri sfortunati eventi.
 
 
 
 
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Naturalmente la controindicazione era che a metà di una puntata di Scrubs, che stava guardando sdraiato sulla pancia di Derek e pazienza se gli finivano le briciole di tacos negli occhi si ricordò della cena, cacciò un urlo e si mise a tentare di vestirsi e pettinarsi contemporaneamente, cercando allo stesso tempo di annullare la puzza di cibo che gli era rimasta appiccicata addosso con quello che credeva essere il dopobarba di Derek e si rivelò invece il profumo di Braeden. Afferrò la giacca e le chiavi della jeep e urlò all’ex lupo mannaro ora cariatide che si fossilizzava sul divano che usciva.
- Puzzi come una prostituta minorenne, santo cielo! – esclamò Derek, proprio mente Braeden, che rientrava furibonda con i capelli verde marcio – sicuramente c’era lo zampino di Cora – sbattendo la porta e diceva:
- Ehi, perché hai messo il mio profumo?
Ci fu un minuto imbarazzante di silenzio in cui Derek guardò il pavimento senza saper bene cosa dire, probabilmente indeciso se suicidarsi o tentare una fuga disperata dato che non aveva addosso un giubbotto antiproiettile. Dato che Braeden non reagiva pensò di trovare rifugio sicuro in bagno e si eclissò con la scusa di fare la doccia. Stiles sentì nettamente lo scatto della serratura mentre Derek Cuor di Leone abbandonava Stiles a morte certa, dato che Braeden aveva tutta l’aria di voler uccidere qualcuno. La guardò timoroso ma lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo e strillare: - Io dovevo lavarmi i capelli!
Stiles ne approfittò per defilarsi e aveva appena giusto pensato di aver evitato la morte quando gli suonò il cellulare. Rispose senza far tanto caso al numero, tanto peggio di Braeden arrabbiata non c’era nulla, ma qualcuno lassù si stava evidentemente prendendo gioco di lui perché non fece tempo a dire “pronto” che una voce gli perforò il timpano.
- Spero che tu abbia un piano, cretino!
Lydia, in preda a un attacco isterico, lo assordò con le sue urla e maledizione a tutte le banshee del mondo e ai loro polmoni.
Stiles naturalmente non aveva un piano, dato che aveva passato il pomeriggio a litigare con Derek su perché Stefan Salvatore fosse molto meglio di Damon perché andiamo, il sirebond è roba pallosa e il vero amore non nasce certo da un legame magico, a mangiare e a sbirciare gli addominali di Derek. Anche a farci sopra un mezzo pisolino in realtà, ma Derek era troppo concentrato su Scrubs – Stiles era convinto avesse una cotta per il Dr Cox e disprezzasse JD e Elliot  che erano i suoi personaggi preferiti ed era l’ennesima prova che fra lui e Derek non poteva funzionare, non che ci fosse neanche da porsi il problema naturalmente  – per accorgersene e quindi nessun problema sul fronte Hale. Il problema sul fronte Martin però era decisamente enorme e stava per piombargli addosso come un rapace assassino. Lydia lo avrebbe ucciso. Cioè, a dire il vero non aveva idea di che cosa una banshee potesse fare oltre al predire la morte di qualcuno, ma non ci sarebbe voluto un genio a capire che lui, siccome non  aveva nessun piano, aveva i minuti contati. E alla cena mancava mezz’ora.
- Ehm, certo che lo ho, - riuscì a balbettare senza neanche una parvenza di credibilità, - ora scusa, devo assolutamente chiamare Malia, ciao.
Chiuse il telefono in faccia a Lydia la seconda volta nella sua vita e, come sempre quando era nei guai, chiamò Scott, sperando che non fosse con Kira, con la sua amante segreta – se ne aveva una. Stiles dubitava fortemente di ciò dato che Scott non riusciva a sbrogliarsi nemmeno con Kira che era palesemente cotta di lui – o a sgridare Liam.
Per fortuna quando rispose gli annunciò di essere stato impegnato a fare i compiti, ovvero stava dormendo sopra i libri e il telefono lo aveva svegliato e la prima cosa che gli aveva chiesto era stata: - Stiles, sai come si toglie la bava dai libri?
- Cosa mi frega della bava sui libri! Fra venticinque minuti ho una cena con mio padre, Lydia e sua madre e non ho alcun piano di sabotaggio!
- Beh, se la nostra riunione non fosse saltata per cinque volte a causa di Malia e Liam che si azzuffano e si fanno beccare avremo qualche piano! Non lo so, non puoi farti male? Tipo buttarti dalle scale o roba simile?
Certo che qualunque cosa Kira vedesse in Scott sicuramente non era l’intelligenza o l’acume intellettuale.
- Idiota, non posso suicidarmi! – esclamò Stiles, - cioè sarebbe una scelta migliore  rispetto al farsi ammazzare da Lydia ma ci tengo alla mia vita! Cosa faccio Scott?
- E che ne so! Le idee le hai sempre avute tu, stando con te non dovevo neanche pensare! Insomma, Stiles, tu hai sempre un’idea!
Stiles sentì la rabbia salire: - No che non ce l’ho! Sono stufo che tutti pretendiate che io risolva tutto ma adesso non ci riesco!
Scott rimase in silenzio, probabilmente perché il suo unico neurone doveva elaborare quella frase oltremodo complessa ma poi finalmente si degnò di rispondere con un: - Mi dispiace.
Utile come la trama in un film porno.
- Scott, santo cielo! – esclamò, - mancano venti minuti!
- E che ne so! Tanto finirai comunque a litigare con Lydia e io …
Gli occhi di Stiles si illuminarono e gli sembrò quasi di sentire la voce di Gandalf che diceva “la speranza divampa” e poi si rese conto che passare troppo tempo con Derek  non faceva molto bene alla sua salute mentale. Ma poi si rese conto che aveva avuto un’idea e che era assolutamente geniale e non importava assolutamente il fatto che sentisse la voce di Gandalf o che avesse addosso profumo da donna, sapeva che cosa fare ed era sicuro che avrebbe funzionato a meraviglia.
Diede il benservito alla conversazione con Scott e chiamò Lydia trionfante e riuscì addirittura a precedere le sue urla annunciando: - Ascolta il piano.
E Lydia, per una volta, era stata in silenzio ad ascoltare attenta mentre Stiles le spiegava come avrebbero evitato ai loro genitori di fare il più grosso sbaglio della loro vita e sarebbero vissuti per sempre felici, contenti e senza legami di parentela e alla fine si era addirittura esibita in un verso di apprezzamento.
- Stiles, sei geniale, - gli disse e lui, nonostante Lydia non gli piacesse più, arrossì di piacere. Alla faccia di chi lo considerava un idiota iperattivo e basta.
 
 
 
*
 
 
 
Stiles arrivò per ultimo alla cena, anche se non era in ritardo. Rivolse un cenno di saluto a tutti e si sedette al tavolo del ristorante di fianco a suo padre.
- Stiles, - disse questo, sorridendo incerto, - come stai?
- Benissimo, papà, - cicalò lui e si sedette fra suo pare e Lydia, prendendo un menù e lanciando all’amica uno sguardo eloquente che lei contraccambiò con un mezzo sorriso.
Lo sceriffo sembrò deluso da un’accoglienza così fredda, perché prese il menù e ci seppellì dietro un viso affranto, mentre Susan gli lanciava uno sguardo comprensivo.
Stiles cercò di ignorarlo, come faceva con tutti i problemi troppo complicati da affrontare. Prima o poi se ne sarebbe fatto una ragione e Stiles operava per il suo bene, anche se suo padre non lo sapeva. Gli sarebbe stato grato un giorno, quando guardando indietro si sarebbe reso conto di aver evitato una relazione palesemente disastrosa.
Il problema era che la vocina nella testa di Stiles gli ricordava che non era di quello che stavano parlando e ripeteva le stesse parole che si era sentito dire mesi prima, accompagnate da due occhi verdi glaciali “codardo”. Era un contesto diverso, la situazione non poteva essere più diversa, ma per un attimo gli parve di tornare ad essere rannicchiato sul pavimento freddo a piangere tutte le sue lacrime. Aveva fatto male perché Derek  era stato tanto sincero quanto crudele e così faceva male quando glielo ripeteva la sua mente, perché continuava ad essere vero. Strinse gli occhi per impedirsi di piangere e lanciò un ultimo sguardo a suo padre, che però aveva completamente perso l’espressione delusa di prima e stava consigliando a Susan cosa prendere con un sorriso assolutamente imbecille. A quanto pareva era Stiles ad essersi fatto troppi problemi, suo padre ci impiegava meno di tre secondi a superare il fatto che suo figlio non voleva stare più con lui, ora che aveva una nuova e affascinante fidanzata. E allora al diavolo tutti, al diavolo Derek e al diavolo il rapporto padre/figlio, si sarebbe preso la sua rivincita. Fece un cenno di intesa a Lydia.
- Mamma! – esclamò lei, - manca un menù!
Non era assolutamente vero e lei si era appena seduta sul suo per farne perdere le tracce, ma era parte del loro diabolico piano e Stiles le fece un sorriso di nascosto.
Lydia allora, esattamente come avrebbe fatto una bambina di cinque anni, strappò il menù dalle mani di Stiles e iniziò a leggerlo come se niente fosse.
- Lydia … - la rimproverò sua madre, ma era il turno di Stiles di agire.
- Ridammelo! – esclamò e glielo prese, dandole anche uno spintone in pieno stile “ritorno all’asilo”.
- Stiles! – esclamò suo padre, sconvolto da tanta maleducazione.
Lydia però intervenne subito, strillando: - Mi ha spinto!  Così!
E diede una spinta esageratamente forte a Stiles che cadde dalla sedia. Quello tecnicamente non era previsto nel piano, così come non era previsto che gli venisse un bernoccolo sulla fronte ma era sicuro che fosse una malvagia vendetta di Lydia perché era lì anziché a farsi bella per il suo appuntamento.
- Papà! – esclamò lui, - guarda che mi ha fatto!
- Lydia! – esclamò la signora Martin, imbarazzatissima, - ma come ti comporti?
Lydia alzò le spalle e fermò un cameriere con un gesto per chiedergli dell’acqua frizzante.
- Lydia, non penserai che …
Ma Natalie non fece tempo a finire che Stiles cadde di nuovo a terra, perché mentre si sedeva Lydia gli aveva spostato la sedia.
- Puttana! – esclamò, perché era nei piani litigare ma sicuramente non fargli rischiare la morte due volte in un secondo.
- Stiles, il linguaggio!
- Lydia, santo cielo!
Stiles riuscì finalmente a sedersi, stavolta deciso davvero a vendicarsi perché aveva un male pazzesco dove aveva sbattuto e tanto ormai non era certo l’unico ad essersi preso qualche licenza poetica, così quando arrivò l’acqua di Lydia e lei se ne versò un bicchiere lui con un goffo movimento del braccio glielo fece rovesciare addosso.
- Oooops, - disse, guardandola angelico.
Lydia lo guardò senza ombra di rabbia, della serie “tutto calcolato” e riempì di nuovo il bicchiere fra i rimproveri dei loro genitori.
- Non capisco cosa le sia preso, - disse Natalie, - di solito è così educata.
- Anche Stiles, - sospirò lo sceriffo, esattamente un secondo prima che Lydia prendesse il suo bicchiere e ne rovesciasse il contenuto in testa a Stiles.
Quello decisamente non era previsto e allora Stiles si infuriò e la spinse giù dalla sedia, dimenticandosi che lei era l’ex donna della sua vita, dato che aveva una grandissima voglia di picchiarla. Doveva essere una cosa che avevano in comune tutti i suoi amori passati: gli facevano salire l’omicidio. E probabilmente le avrebbe tirato una sberla se lei non lo avesse steso cinque secondi dopo con un pugno sotto il mento che lo fece finire per terra col naso sanguinante.
- LYDIA!
- STILES!
Per evitare altro spargimento di sangue i loro genitori li presero per le spalle e dopo aver dato loro una bella scrollata, dato che evidentemente c’erano troppi testimoni per strozzarli, li divisero e li guardarono pieni di rimprovero.
- Adesso andate ad asciugarvi in bagno, - disse gelido lo sceriffo e per un attimo Stiles ebbe seriamente paura, poi si ricordò che non era solo e si fece coraggio, - e guai a voi se osate fare a botte come due dodicenni, filate.
Lydia andò davvero, tenendosi stretta la borsa, con andatura spedita e Stiles non poté far a meno di seguirla, lanciando occhiate preoccupate a suo padre e Natalie furibondi.
Appena furono lontani da occhi indiscreti la bloccò: - Allora?
- Allora, - disse Lydia con un sorriso e si tolse il vestito.


 
 
*
 
 
 
Stiles rimase paralizzato, il che la diceva lunga sulle sue esperienze senza vestiti (il nulla, il vuoto più totale, aveva visto Malia e Derek senza maglia e poi era successa una cosetta nel suo letto con Derek ma era una cosetta proprio e erano tutti e due vestiti e comunque non era proprio il caso di pensare a Derek con Lydia mezza nuda davanti) e non riuscì a emettere nemmeno un suono e, se ci fosse riuscito, probabilmente avrebbe urlato. In effetti era quello che avrebbe fatto se non avesse avuto la lingua di Derek in bocca quando lui gli aveva infilato una mano nei j … okay, meglio non pensarci. E seriamente, cosa c’era di così sbagliato in lui? Lydia era di fronte a lui e si stava rivestendo e lui pensava a Derek? Un attimo, si stava rivestendo?
In effetti, solo allora Stiles si rese conto che Lydia si stava semplicemente cambiando e anziché il vestito da brava ragazza ne stava indossando uno nero decisamente più da adulta, abbinato a delle scarpe con dei tacchi vertiginosi.
- Perché quella faccia? – domandò lei, aggiustandosi i capelli, - non avrai mica pensato male?
Stiles non sapeva se suicidarsi perché era stato di nuovo buttato nella friendzone o perché davanti a una ragazza mezza nuda si era messo a pensare a Derek.
- No, cose mie, - borbottò, guardandola ritoccarsi il trucco e arrampicarsi sulla finestra del bagno delle donne, - ehi, che fai?!
Lydia gli sorrise: - Ho un appuntamento, lo sai.
- E io?! – esclamò lui.
- Fai quel che vuoi! – rise lei, - chiama qualcuno e fatti un giro!
Stiles la guardò sconcertato: - Ma i nostri genitori … - mormorò.
Lydia alzò gli occhi al cielo e scavalcò il davanzale.
- Stammi a sentire: vuoi davvero tornare lì da loro e farti sgridare? O peggio, guardarli tutti cucci cucci. Dammi retta e fatti un bel giretto. Oh, il mio accompagnatore è già qui. Addio.
E con grazia saltò giù e Stiles la vide correre verso un’auto sportiva che pochi secondi dopo che lei fu salita sparì sgommando.
Non fece tempo a vedere i fari dell’auto svanire nella notte che i sensi di colpa iniziarono ad attanagliarlo, ricordandogli che suo padre probabilmente lo odiava, che adesso aveva Natalie e se ne fregava di lui, che Derek ci sapeva davvero fare con i baci e non solo, che suo padre … oh, ma perché ancora proprio Derek?Convivere con lui gli stava dando alla testa e per evitare di continuare a pensare esattamente cosa Derek sapeva fare benissimo con la lingua chiamò Malia, chiedendole di vedersi al Mc Donald's a pochi isolati da lì.
 
 
 
*
 
 
Il bello di Malia era che, a differenza delle ragazze normali, non le importava un accidenti di niente della linea e, siccome era figlia di Peter Hale, poteva andare in giro quanto le pareva. A questo pensava Stiles, felice di stare insieme a lei, mentre la osservava divorare il secondo hamburger allegramente.
Non avevano parlato della cena, era implicito fra loro che l’argomento genitori al di fuori delle riunioni dell’ES (Evitiamo le Stronzate, nome originalissimo e scopiazzato da Harry Potter inventato da Cora) non andava toccato e lei gli stava raccontando di come quel pomeriggio le aveva suonate a Liam e dello smalto rosa che Cora le aveva messo sulle unghie durante la punizione.
- Dovremo fare un piano anche per Liam, - asserì fra un boccone e l’altro, - insomma, è così odioso.
Stiles piluccò qualche patatina e le sorrise.
- Ma cosa ti ha fatto, esattamente?
- Niente! – esclamò lei, - è che mi irrita! Come parla, come si muove, capisci? Lo vorrei prendere a pugni anche quando respira!
Stiles rise, perché conosceva la sensazione. Anche a lui erano state sulle scatole persone senza motivi apparenti e quella era la prima volta che Malia manifestava sentimenti che non fossero indifferenza totale verso gli altri, naturalmente escluso Stiles. Certo, sarebbe stato meglio se i suddetti non avessero implicato il tentato omicidio di Liam un paio di volte al giorno, ma pazienza. In fondo a Stiles non stava neanche così simpatico.
- Povero Liam, - sospirò Stiles, ma si allungò sul tavolo per baciare Malia sulla fronte.
- Sono i suoi occhi, i suoi stupidi occhi blu, - borbottò lei, letteralmente sbranando il suo hamburger, - li ho in testa.
Stiles continuò a mangiare le patatine, pensando che non aveva mai fatto sinceramente caso agli occhi di Liam. Erano successe un sacco di cose e lui non aveva perso tempo a guardarli, diciamo che erano il minore dei suoi problemi in quel momento.
- Comunque, - saltò su Malia, prendendogli una mano con la sua, anche se era unta di salsa e olio delle patatine, - non devi essere triste. E se proprio devi, chiamami e vengo a farti le coccole.
E Stiles non poté far a meno di sorridere, perché anche se le coccole di Malia comprendevano sempre qualche livido in posti imprecisati e una volta addirittura una contusione, lei gli voleva bene davvero. E lui ricambiava, totalmente, anche se lei quando non si pettinava i capelli sembrava Hagrid.
- LIAM! – esclamò Malia, rovinando tutta l’atmosfera.
- Sì, lo odi, ma …
- No, no, - esclamò lei, - è qui! Con Mason!
E in due secondi addio momento romantico e benvenuta guerra con il cibo, dato che Malia aveva appena lanciato ciò che restava del suo hamburger dritto in faccia a Liam e lui stava per ricambiare con una manciata di patatine che colpì Stiles.  Alla faccia dei supersensi da lupo, era decisamente un beta penoso e Stiles glielo avrebbe urlato se Malia non avesse strillato: - Non il mio ragazzo, scemo! – e avesse iniziato a inseguire Liam per tutto il locale spruzzandolo con il ketchup.
Stiles e Mason si lanciarono un’occhiata comprensiva, della serie “perché abbiamo a che fare con tali deficienti?” e poi Stiles sospirò, togliendosi le patatine dai capelli.
La scena gli ricordava il teatrino messo su con Lydia solo qualche ora prima e, a pensare a quello, non poteva non ricordare il volto di suo padre a inizio della cena. Sembrava davvero ferito e i pensieri di Stiles iniziarono ad andare in caduta libera.
Suo padre gli mancava così tanto. Gli mancava il loro rapporto, le loro serate insieme, anche solo lo stare nella sua stanza e il sapere che lui era di sotto e che non avrebbe permesso a niente e nessuno di fargli male. E lui si sentiva così stupido e debole e sentiva le lacrime che gli bruciavano gli occhi ma mai avrebbe voluto farsi vedere così da Malia e cercò di trattenersi il più possibile, ma una gli sfuggì e cadde sul dorso di una delle sue mani, che teneva chiuse a pugno, strette sulle sue ginocchia.
Poi tutto divenne buio, perché qualcuno gli mise una mano sul viso.
- Idiota, - borbottò una voce familiare, - vieni via.
- Dove? – riuscì appena a borbottare Stiles, appena la sua vista fu di nuovo libera mentre veniva trascinato fuori dal locale tenuto per un braccio.
- A fare un giro, - rispose Derek.






 
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Hola! Come state? Qui tutto bene e, siccome sono un po' giù di morale, ho deciso di postare il capitolo, dato che ho appena finito uno nuovo! E mi dispiace di aver deluso le vostre speranze Stydia, so che mi state odiando come un malvagissimo Jeff Davis ma non potevo non farlo ahahahahah. Prometto, invece, a chi piacesse la Stalia, una scena Stalia fra qualche capitolo che ho in testa da un bel po'. Okay, come chiunque ha capito, preferisco Stalia allo Stydia ahahahah. Anyways, ammetto che questo capitolo sia la fiera dell'immaturità, quindi inserisco il disclaimer: se i vostri genitori hanno un nuovo compagno, non rifate queste cose a casa! Bravi piccini miei. A proposito, ho appena finito di rispondere alle recensioni delle mie besties <3 _Kaya_, Illunis, xKittyx, MariannaTulli 24maggio2011 non mi capacito di quanto siate dolci con me e del fatto che perdiate addirittura del tempo a commentare questa storia, Commenti dolcissimi, oltretutto, e vi ringrazio dal profondo del mio cuoricino per tutti i vostri complimenti e mando un abbraccio a ciascuna di voi <3 ma naturalmente, so che se state leggendo queste note, non lo fate perché vi interessa la mia vita o quanto vi voglio bene, so che volete lo spoiler eheheh ma io vi accontento subito e poi scappo a studiare. Luh ya, cuties <3


Spoiler: "Si risvegliò con il sole che gli scaldava il viso e Derek che lo abbracciava. Sarebbe stato un finale perfetto per un libro melenso ma purtroppo la vita di Stiles non lo era e,  nella realtà, svegliarsi con Derek che usa il tuo petto come cuscino e dorme tenendoti stretto fa venire voglia di urlare e scappare."
  
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