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Autore: sailormoon81    23/09/2008    10 recensioni
Usagi è stanca di vedere la sua vita svolgersi secondo un copione scritto da altri. Ha un solo desiderio: una vita normale.
Sarà mai possibile?
E se sì, come cambierà la sua vita e quella delle persone che le sono vicine?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Usagi/Bunny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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1.

 

Quando aprì gli occhi, quella mattina, il suo primo pensiero andò alle parole dell’uomo che, di lì a un mese, sarebbe diventato suo suocero.

«Mi trovo costretto a insistere, Usagi» aveva detto appena il giorno prima. «Questo Endou è il migliore, nel suo campo. Sai che desidero il meglio per te e Keiji, e non mi servirà altro che alzare il telefono e fare qualche telefonata.»

Aveva cercato di protestare, ma la presa del fidanzato attorno alla sua mano le aveva fatto capire che era inutile continuare a opporsi: quando l’avvocato Sakage si metteva in testa qualcosa, era pressoché inutile cercare di fargli cambiare idea.

Si stiracchiò e, seppur contro voglia, si recò in cucina a prepararsi il primo caffè di quella lunga giornata.

E pensare che quando aveva acconsentito di sposare Keiji si era aspettata un matrimonio in famiglia, con solo gli amici più cari ad assistere al giorno più felice della sua vita…

Ma avrebbe dovuto immaginare che questo non sarebbe rientrato nei piani del prestigioso avvocato Sakage: dal momento in cui al dito di Usagi era stato infilato un meraviglioso anello con un diamante circondato da zaffiri, la famiglia Sakage aveva avuto il controllo totale della situazione. Aveva fissato la data e il luogo della cerimonia, aveva prenotato il prestigioso Country Club per il rinfresco, e adesso aveva deciso di far arrivare un fotografo di fama mondiale direttamente da Yokohama.

Usagi sospirò debolmente: lei voleva solo sposarsi con l’uomo che amava, e non le importava niente se, quel giorno, ci fossero stati solo lei e Keiji.

Dopotutto, la sua famiglia non avrebbe quasi certamente preso parte al ricevimento…

Da quanto tempo non avevano contatti? Sei anni, contò. Sei lunghi anni.

Il suono del citofono la fece sobbalzare: Keiji era arrivato con qualche minuto d’anticipo, e lei era ancora in pigiama e pantofole…

Si vestì in fretta e raggiunse il fidanzato.

«Buon giorno, amore» lo salutò, e gli posò un leggero bacio sulla guancia.

«’ngiorno» bofonchiò in risposta, e non poté fare a meno di notare come il tono di Keiji avesse una sfumatura di rimprovero per i dieci minuti di attesa in macchina.

Non poteva farci niente: sembrava che il gene del ritardo fosse impresso nel suo DNA; per quanti sforzi facesse, arrivava agli appuntamenti perennemente in ritardo, ma prima di allora non aveva mai avuto seri rimproveri… almeno, le sembrava…

Stranamente, c’era qualcosa della sua vita che lottava per uscire allo scoperto, e da sei anni Usagi si sforzava di capire cosa fosse, con scarsi risultati.

In pochi minuti, l’auto si fermò davanti all’edificio privato più imponente di Tokyo. La residenza Sakage nulla aveva a che fare con i palazzi e le abitazioni tipiche della metropoli: situato alla periferia cittadina, univa perfettamente tradizione e modernità, col suo ampio giardino e mobili risalenti all’epoca imperiale.

Come ogni domenica, avrebbero pranzato con i genitori di Keiji, e nel pomeriggio sarebbero andati a visitare una delle tante mostre che il museo proponeva, specialmente in periodo pre-natalizio.

Ad accoglierli, una volta giunti a casa, non fu la tranquilla atmosfera che si respirava quotidianamente, bensì le urla dell’avvocato.

«Chi si crede di essere? È solo un fotografo con manie di grandezza, ecco cos’è!» urlò, paonazzo in volto, e quando si accorse della presenza di Keiji e Usagi cercò di assumere il suo consueto atteggiamento di superiorità.

«Ci sono problemi?» domandò Usagi, e si scoprì mentalmente a sperare che il famoso fotografo fosse occupato per la data delle nozze.

«Niente che non possa essere risolto con un buon assegno» commentò l’avvocato. «Ha detto che non era il suo genere di lavoro. Come se si trattasse di un matrimonio qualsiasi!» concluse, riprendendo il colorito rosso di pochi istanti prima.

«Papà, non è il caso di prendersela tanto. Troveremo subito qualcun altro. Me ne posso occupare personalmente» intervenne Keiji, e Usagi si sorprese a sorridere mentre osservava il fidanzato: era la sua anima gemella, non ne aveva alcun dubbio. Anche fisicamente erano simili, entrambi coi capelli chiari e gli occhi azzurri. Non erano molto comuni simili caratteristiche tra i giapponesi, eppure loro due erano riusciti a trovarsi.

Alto più di lei di almeno dieci, quindici centimetri, Keiji era sempre stato un punto di riferimento in qualunque momento, e osservarlo mentre cercava di prendere in mano la situazione non faceva che aumentare l’affetto che provava per lui.

«Non dire sciocchezze, Keiji» lo schernì il padre. « È bastato comunicargli l’onorario che avrebbe ricevuto a fine lavoro per convincerlo.»

«Mi fa piacere che sia riuscito a sistemare anche il servizio fotografico» disse Usagi, con un sorriso forzato. «Si sentono tante voci sul suo conto, e sarà interessante scoprire che tipo d’uomo è.»

«Arriverà qui il prossimo fine settimana» annunciò l’uomo. «Non assumo mai nessuno solo per la fama che lo circonda, e l’ho fatto capire bene anche a quel tipo.»

«Ora che tutto è sistemato» commentò caustico Keiji, «che ne dite di un aperitivo?»

 

La giornata trascorse piacevolmente, in compagnia della famiglia Sakage, e presto venne il momento di rientrare.

Dopo aver fermato l’auto, Keiji si voltò verso di lei, appoggiando il braccio sullo schienale del sedile. «Sembri nervosa» disse, preoccupato. «Non avrai ripensamenti, spero…»

Usagi lo fissò qualche secondo, come per capire se stesse scherzando o, al contrario, fosse una domanda seria. «No» rispose infine, e si sentì quasi offesa per l’insinuazione fatta dal suo fidanzato.

Come poteva avere dubbi su Keiji? Era stato lui a darle una ragione per continuare a vivere, quando nulla aveva più alcun valore per lei.

«Scusami» mormorò lui, baciandola sulla fronte. «Solo che sei particolarmente preoccupata per qualcosa, come se il destino dell’intero universo pesasse sulle tue spalle…»

Usagi sorrise a quel paragone, e non si domandò come mai avvertisse familiare quell’ipotetica situazione.

Rifletté invece su cosa realmente la turbava: la verità era che il nome di Mamoru Endou l’aveva sconvolta fin dal primo momento, riportandole alla mente ricordi che avrebbe preferito dimenticare, soprattutto alle soglie del matrimonio.

«Sarà la stanchezza» commentò infine, avvertendo lo sguardo di Keiji su di sé. «Sai, a poche settimane dal matrimonio…»

«Vai a casa, ora. Una bella dormita e domattina ti sentirai meglio.»

 

Appena Usagi rientrò in casa, le fu subito chiaro che quella notte non avrebbe chiuso occhio… Cercò di convincersi che era stupido aver paura di un semplice caso di omonimia, ma era come se quel nome avesse riaperto ferite profonde, a causa di eventi che cercava in tutti i modi di lasciarsi alle spalle… Non ci avrebbe pensato, e decise di prepararsi una bevanda calda, per conciliare il sonno. Se Minako, l’amica con cui divideva la casa, non fosse tornata presto, si sarebbe infilata a letto e avrebbe tentato di dormire.

Diana, la sua gatta, le si accoccolò in grembo; era una notte particolarmente fredda, anche se il riscaldamento era in funzione; Usagi sfogliò distrattamente una rivista di moda che Minako aveva lasciato sul tavolo: notò che molte foto erano firmate da Mamoru Endou, e cercò di osservarle attentamente, tanto che non si accorse nemmeno che la porta si aprì, lasciando entrare una gelida ventata.

«Accidenti, se fa freddo!», esclamò Minako, togliendosi il cappotto e avvicinandosi al caminetto. «Sono certa che tra poco nevicherà», aggiunse, tentando di riscaldarsi le mani vicino al fuoco. «Sei tornata presto… non avrai litigato con Keiji, vero? Non potrei mai perdonarti se rompessi il fidanzamento adesso e non mi dessi la possibilità di indossare il mio vestito nuovo!»

Usagi scosse la testa, tenendo lo sguardo fisso sul giornale. «Ero stanca, e Keiji mi ha accompagnata a casa.»

Fissò il giornale per qualche istante, poi lo diede a Minako. «Che ne pensi?»

«Della modella o del vestito?»

«La foto» spiegò Usagi.

“È di Endou, vero? Si vede lontano un miglio: sai, ho lavorato per lui, una volta…”

Usagi ricordò che quando si erano conosciute, Minako lavorava per un’agenzia di modelle, e per cercare di farsi notare dai vari manager, aveva detto addio al suo bel colore di capelli in favore di una tinta più chiara. Gli occhi azzurri avevano fatto il resto, e nel giro di qualche mese era stata scritturata per un servizio su una delle riviste di moda più conosciute del Paese.

Poi, si era accorta che quel mondo non era fatto per lei, e si era data da fare per emergere nel mondo della musica.

Ora lavorava come pubblicitaria per la Asahi, anche se non aveva mai rinunciato al suo sogno.

«Davvero? E lui com’è?»

«Uno schiavista, se sai cosa intendo. Se non lo capisci al volo, puoi fare le valige e andartene…»

«E dimmi... fuori dal lavoro? Senza la macchina fotografica in mano...?»

«È difficile a dirsi: a volte è come se fosse altrove con la mente» rispose, pensierosa, «ma è un tipo veramente molto affascinante, e Keiji dovrà stare molto attento…» concluse strizzando l’occhio.

Usagi sorrise alla presa in giro dell’amica.

Dopo Keiji, era l’unica persona al mondo della quale si fidasse ciecamente, e in più di un’occasione aveva avuto la folle idea che loro due fossero unite da più di un affitto mensile da pagare.

Più di una volta, erano state scambiate per sorelle, tanta era la somiglianza e il legame che le univa, ma nonostante ciò neanche con Minako si era mai sentita libera di raccontare cosa era avvenuto sei anni prima.

«Comunque sia, scoprirai da sola che tipo è a metà gennaio.»

«Lo scoprirò molto prima, invece. Il prossimo fine settimana, Endou sarà ospite della famiglia Sakage.»

«Stai scherzando!» esclamò Minako, balzando in piedi e afferrando le mani dell’amica. «Non potresti invitare anche me, alla villa? Ti prego, Usagi!»

«Minako!» sorrise lei. «Ti ricordo che sei fidanzata!»

«Be’? Verrei solo per sostegno morale. E per assicurarmi che tu non combini sciocchezze, con Endou…» la prese in giro Minako. «Al posto di Keiji, starei molto attento, con lui in giro: scommetto fino all’ultimo Yen che entro prima o poi Mamoru Endou riuscirà a scombussolare il tuo tenero cuoricino» concluse sorniona, e per risposta Usagi non mancò di colpirla con un cuscino, dando così inizio a una lotta che le vide impegnate per oltre un’ora.

Come i vecchi tempi, rifletté poi Usagi, ma si rese conto che lei e Minako si erano conosciute appena due anni prima…

 

Nonostante i buoni propositi, Usagi non poté fare a meno di pensare alle parole di Minako, quando il venerdì sera successivo si sedette a tavola assieme al fidanzato e ai suoi genitori per l’incontro ufficiale con il fotografo, che era ancora in camera a cambiarsi per via del leggero ritardo del suo aereo.

Dopo alcuni minuto di conversazione con la signora Sakage, donna tanto esile quanto robusto era il marito, Usagi prese il bicchiere di cherry e si avvicinò alla finestra che si affacciava sul viale di ingrasso della villa.

Aveva cominciato a nevicare da poco e Usagi rimase ad osservare con aria distratta il velo bianco che ricopriva il giardino e le auto parcheggiate poco lontano. Una di quelle apparteneva a Mamoru Endou, e Usagi sorrise al pensiero della leggera invidia del suo fidanzato quando aveva scoperto che il fotografo era arrivato con una Lexus nera: evidentemente, non si era preoccupato di quanto costasse il trasporto in aereo di una macchina…

Keiji non si era sbilanciato in commenti particolari sull’ospite, ma si era solo limitato a dire che era una persona a posto.

Fu la reazione della signora Sakage ad essere più esplicita: il tono eccitato della sua voce e il bisogno improvviso di raccogliere informazioni, le confermarono l’effetto che quel fotografo aveva avuto sulla futura suocera; eh, si: Mamoru Endou era appena arrivato e già aveva fatto una conquista...

Usagi sorrise a questo suo pensiero, e si fermò ad osservare la propria immagine riflessa sulla finestra. Chissà cosa penserà di me, quel fotografo…

Stranamente, i ricordi tornarono a galla... Era molto diversa dalla ragazza di sei anni prima, ma il dolore non passa tanto facilmente... soprattutto se la persona amata è in grado di...

«Ho sempre saputo che saresti diventata una vera bellezza!»

Usagi sgranò gli occhi dalla meraviglia: quella frase era un’eco della sua mente, oppure l’aveva sentita veramente?

Sollevò il capo e sul vetro della finestra vide il riflesso indistinto di un uomo.

«Ciao, Odango Atama» disse infine la voce alle sue spalle.

Usagi si sentì morire: esisteva una sola persona al mondo che la chiamava in quel modo, e negli ultimi anni lei aveva lottato per dimenticarla e non incontrarla mai più.

Un mare di pensieri le sconvolse la mente; lanciò un’altra occhiata al vetro, ma non riuscì a vedere nulla.

Cercando di controllare il suo stato d’animo, si girò lentamente: vide un volto dalla carnagione scura che le parve di non conoscere, e si rilassò dandosi della stupida perché tutti i suoi timori erano infondati. I suoi occhi incontrarono quelli azzurri dell’ospite: erano così familiari…

Tutto ciò che aveva cercato di cancellare dal proprio cuore e dalla mente riaffiorò in modo violento, senza che lei potesse farci nulla.

Le sembrò di essere tornata indietro nel tempo, quando aveva diciassette anni, e che in quella stanza non ci fosse nessun altro oltre a quell’uomo che aveva amato così disperatamente.

 

 

Ora, so che molti di voi mi vorranno vedere morta all’istante, e per tante validissime ragioni.

Prima fra tutte, il voler interrompere qua il capitolo: nella prima stesura, continuava ancora per un bel po’, ma sono sadica ultimamente, e voglio farvi soffrire… No, in verità ho pensato che creasse più suspance non andare oltre…

Poi, vi chiederete chi diavolo è Keiji. Originariamente, il co-protagonista era Seiya, ma mi sono resa conto che la situazione con Seiya sarebbe stata decisamente troppo forzata: lui è comunque un essere alieno, e non avrebbe senso d’esistere sulla Terra…

Detto questo, mi vorrete uccidere lo stesso, ma in questo modo non saprete mai come continua la storia (almeno per un po’, sono salva…).

Passiamo ai ringraziamenti per le recensioni (cavolo, non ne aspettavo così tante… *me commossa, davvero!*)

 

Jaj984: grazie per i complimenti. spero di non averti delusa con questo capitolo ^^

Chichilina: purtroppo, come avrai intuito da questo primo capitolo, non tratterò di come Usagi sia salita al trono… non me ne volere troppo ^^ Riguardo la tua domanda, ebbene sì: sono riuscita a pubblicare un libro! Non mi sembra vero ancora… Comunque, nel mio profilo utente c’è il link alla casa editrice e la copertina del romanzo (quella è davvero *o*… il contenuto magari non sarà granché, ma la copertina mi ha fatta impazzire quando me l’hanno proposta XD) Se per caso lo volessi leggere, poi sarai costretta (se ti va) a dirmi cosa ne pensi ^^

Luciadom: anche a te, grazie per i complimenti. Spero di averti incuriosita ancora di più con queste pagine ^^

Dinny: vero, ho voluto dipingere una Usagi più malinconica del solito. Il fatto è che io al suo posto non so se sarei riuscita a mantenere la mente lucida per qualsiasi attività quotidiana: tanto, qualunque cosa facessi, alla fine sarei arrivata lo stesso alla meta, no? Quanto alla tua (giusta) osservazione che anche le altre guerriere hanno il destino già scritto, non credo che loro sentano così tanto la responsabilità del proprio compito: ho sempre creduto che fosse solo Usagi (e Mamoru con lei) a dover sopportare il peso maggiore del loro divenire sovrani, e penso di aver espresso bene i dubbi della nostra Odango ^^

Kaoru: ammetto che inizialmente volevo lasciare intatto l’ottimismo della guerriera lunare, ma come ho detto poco prima a Dinny, ho creduto fosse più che naturale per lei avere dubbi sul futuro già deciso… Quanto al romanzo, anche a te suggerisco (se ti va) di seguire il link alla pagina del mio profilo, e di innamorarti come me della copertina *o*

Romanticgirl: mi fa piacere che ti sia piaciuto il prologo… che dici, sono stata all’altezza delle tue aspettative con questa continuazione? ;)

Princessangel: ebbene sì: Usagi non avrà, almeno per… un po’… nessun compito al di fuori delle sue normali abitudini… ma chissà cosa accadrà, specialmente dopo l’incontro col misterioso fotografo ^^

Isa1983: in effetti, il Cristallo ha… esaudito il desiderio di Usagi… ma sarà davvero una cosa buona? Lo scopriremo insieme, solo col tempo (miiiiiii, son perfida proprio, eh!) XD

Xstellaluna: ciao sore! Visto che, quando faccio la brava, i risultati ci sono? Diciamo che tu sei avvantaggiata, dato che sai già cosa accadrà, ma credo che riuscirò a sorprenderti lo stesso, se riuscirò a portare a compimento i cambiamenti che ho in mente… ;)

Luisina: più rapida di così, purtroppo non ce la faccio… piaciuto questo capitolo? Spero di sì, così come spero continuerai a seguirmi ;)

SailorUranus: se col prologo ho catturato la tua curiosità, mi auguro che adesso l’abbia rinchiusa in una gabbia per non farla più andare via XD Scherzi a parte, mi fa piacere sapere di averti stuzzicata. Ora, devi solo dirmi fino a che punto ;)

Maryusa: in meglio, in peggio… chi può dirlo? Fatto sta, che si sposa! Chi non vorrebbe sposarsi solo per amore, e non per un destino già segnato? Ma sarà così? ;)

 

Un grazie anche a chi ha inserito la fic tra i preferiti, dopo solo il prologo! Vuol dire che qualcosa di buono la faccio, dopotutto ;)

Ora vi ho seccato fin troppo, e se tutto va bene, ci rivedremo tra una decina di giorni.

 

Bax,

Kla

   
 
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