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Autore: So di essere un disastro    02/09/2014    7 recensioni
Pov Laura "Cambiano molte cose in sei anni."
Senza accorgermene enfatizzai notevolmente il termine 'sei' e lui sembrò incupirsi.
Lui aveva chiuso l'accesso alla sua vita sei anni fa e io ero riuscita a dimenticare la strada per il suo cuore. Una o due parole dolci non mi avrebbero aiutato a ritrovarla.
Pov Ross
Le lacrime mi colmarono gli occhi e si confonderono con la pioggia che cadeva incessantemente dal cielo.
"Ti prego Laura. Dimmi quello che devo fare. Ho sbagliato, sono stato un cretino lo so. Ma,cazzo, io ti amo più di ogni altra cosa." Qualcosa cambiò lentamente nei suoi occhi.
"So che ti meriti di meglio ma so anche che non saprei come fare se tu te ne andassi." mi avvicinai a lei "Ormai fai parte della mia vita e non voglio assolutamente che tu te ne vada."
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3 

La casa di Ross Lynch era rimasta perlopiù la stessa. L'ingresso ben ordinato, i mobili in abete contro le pareti ocra e un'ampia porta ornata di decorazioni settecentesche che fungeva da entrata principale per il grande e arioso salone.
"Mia mamma non c'è" esordì lui.

"Okay, allora?"

Lui gesticolò qualche istante.
"Avrebbe amato rivederti."
Ricordavo la signora Lynch, leggermente paffuta, i capelli biondi che ricadevano sulle spalle e quel classico sorriso di una mamma apprensiva dipinto sul volto.
Mia mamma aveva avuto qualche volta quel sorriso, ma non lo rammentavo più.
"Andiamo di sopra" 
Ross mi passò accanto e ,quando mi sfiorò la mano, percepii un familiare brivido e la ritrassi.
Percorremmo le scale e varcammo la soglia dell'ultima porta infondo al corridoio. La sua stanza; quella sì che era cambiata.
Le pareti piene di poster di cartoni animati erano state spogliate come gli alberi perdono le loro foglie in autunno. Erano vuote e fredde, fatta eccezione per una sua foto all'età di dieci anni appesa sopra  alla scrivania.
Il letto era più grande,
"Probabilmente per accogliere come si deve ogni sua pretendente" pensai.
Trasalii leggermente solo a quel lontano pensiero.
"Cominciamo" affermai voltandomi verso di lui con l'espressione più convinta del mio repertorio.
I muscoli della sua bocca si distesero in un sorriso, probabilmente aveva notato alcuni accenni della mia imminente spossatezza.
"Certo" replicò sedendosi sul letto.
La sua mano tastò lo spazio vicino a dove si era posizionato sulle morbide lenzuola.
Io ci gettai i libri di storia,in quello spazio, e mi sedetti più in là, di circa un metro.
Non mostrò nemmeno uno sguardo confuso e questo, stranamente, mi innervosì ulteriormente.


Il tempo passò piuttosto velocemente e, quando guardai l'orario sul mio telefono, erano già passate due ore.
"Devo andare" affermai con lo stesso tono freddo utilizzato durante quelle ore.
"Okay facciamo un ultimo giro di domande"
Annuii timidamente.
"Anno di inizio della prima guerra mondiale?"
"1914" affermai sicura.
"Anno di fine?"
"1918"
"Anno di entrata in guerra degli Stati Uniti?"
"1917"
Ross sorrise soddisfatto, 
"Complimenti, un'ultima domanda."
Il suo sguardo si fece serio, caldo e profondo.
Lo spazio tra noi si era estremamente ridotto in quelle due ore e a dividerci restavano solo pochi centimetri.
"Usciresti con me?" 
Mi persi in quegli occhi scuri e metabolizziai lentamente il significato delle parole appena uscite dalle sue labbra.
"Cosa?" 
Quella parola era uscita con tono sconcertato e interdetto.
Lui si avvicinò ancora di più e il suo respiro si fece rarefatto sulla mia pelle.
La sua bocca si accostò al mio orecchio,
"Esci con me Laura"
Non ci potevo credere. La mia mano afferrò la borsa con uno scatto rapido e mi alzai in piedi sperando che i piedi mi sorreggessero.
"Ti accompagno a casa."
Risposi all'istante,
"So dove abito."
Sfoderò il suo sorriso,
"Lo so."

Restai due passi dietro di lui mentre uscimmo dalla sua camera, mentre scendemmo le scale e sul vialetto di casa sua. Casa mia era due porte accanto.
Era ottobre e il vento sferzava violento contro la mia pelle,
Ross si avvicinò a me e i nostri corpi si toccarono. In circostanze normali mi sarei allontanata ma quel tepore mi donava un sollievo quasi innaturale. Il calore tra i nostri corpi era divenuta una sensazione unica e lo sconforto che provai quando si separò da me mi fece innervosire.
"Vieni con me a cena domani" disse.
"No." risposi pronta.
Mi aspettavo una frase di sconforto, un secondo tentativo o semplicemente uno sguardo avvilito ma la sua reazione mi colpì.
"Amici?" affermò tendendomi la mano.
Probabilmente mi sarei rovinata la vita, il mio cervello diceva di rifiutare ma come sempre il cuore prese a palpitare irregolarmente. Prima lentamente e poi alla velocità della luce.
"Amici."

Quella notte, per la prima volta dopo tanto tempo, sognai Ross Lynch.
Cazzo.

SPAZIO DELL'AUTRICE
DAN DAN DAN!!!
Credete che la nostra Laura cederà così facilmente alle lusinghe del biondo?? Se la vostra risposta è sì be...credete proprio male😂
Ecco il quarto capitolo, mi potreste dire cosa ne pensate?? Mi rendereste felicissima❤️A presto, baci
Ps è un po' corto ma il prossimo sarà più lungo , promesso



  
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