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Autore: screaming_underneath    03/09/2014    5 recensioni
[2a classificata e vincitrice del premio Originalità al contest "Rose rosse canon e fanon (fatemi innamorare)" di Fra.EFP]
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Non si dicono una parola.
Renesmee chiude gli occhi mentre Seth, con dita lievemente mosse dall'emozione, le sfila di dosso maglietta e jeans. Conosce talmente bene quelle mani che non c'è bisogno di vedere, ma solo di sentire, mentre lui la accarezza con gentilezza e se la stringe addosso per schermarla dal resto del mondo, rumoroso e caotico giù in strada e del tutto indifferente a due innamorati che si dicono addio sopra le luci della città.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Renesmee Cullen, Seth Clearwater
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Boulevard of broken hearts'
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Note d'apertura: Questa storia è nata con una fatica bestiale per il contest “Rose rosse fanon e canon” di Fra.EFP, organizzato sul forum. La canzone che accompagna Seth e Renesmee è Kiss Me Slowly dei Parachute, accuratamente smembrata e riadattata per la storia; la frase che dovevo inserirci per il contest era “Amore è quando due rette parallele si incrociano”. Spero che il risultato non sia una merdata totale.
C'è un vago riferimento ad un'altra mia fanfiction, “
Contradictions”, ma si legge bene anche senza di quella, nonostante sia un po' la gemella sua speculare. Buona lettura!

Nickname autore (su EFP e sul Forum): screaming_underneath (banner)/ LaViSvampita
Titolo: Rette Parallele
Fandom: Twilight
Genere: Romantico, Sentimentale, Introspettivo, Angst, Song fic
Avvertimenti: Appena appena appena lime
Tipo di coppia: Het
Eventuali note dell’autore: Spero che la mia OTP possa conquistare il cuore anche della giudiciA!













Rette Parallele



(Stay with me, baby stay with me)
 
Ci provano per un po'.
All'inizio è più che altro la rabbia: la necessità di voler credere che sono loro, soltanto loro due come è sempre dovuto essere e basta. Nessun legame magico, nessuna catena al collo, solo il bisogno di sentirsi pelle contro pelle e respiro contro respiro e scordarsi che il destino ha deciso al loro posto per l'ultima volta, stroncando ogni possibilità di scelta.

 
(Tonight don't leave me alone)

Così arriva la notte e il profumo di Renesmee invade l'appartamento di Seth, il suo letto, le sue labbra ancora una volta e se chiudono gli occhi, per un po' è come se non fosse successo niente.
 
(She shows me everything she used to know
Picture frames and country roads)

Come se fossero ancora nella sua casetta nella riserva, rannicchiati sotto le coperte a bisbigliare sommessamente per non svegliare sua sorella nella camera a fianco, gemendo piano e ridendo e chiamandosi perché la vicinanza non era mai abbastanza, c'era sempre troppo spazio tra la sua guancia sul suo cuore e le loro dita intrecciate.
 
(When the days were long and the world was small)

«Com'è, lei?» chiede Renesmee, dopo. Lo domanda sempre, non con cattiveria, non con gelosia. Vuol davvero conoscere tutto della sua vita con Jo, come se sapendo potesse in qualche modo espiare la colpa di essere lì, avvolta nuda nelle lenzuola della casa di un'altra donna, tra le braccia di colui che amano entrambe.
E Seth racconta.

 
(Walk with me, come and walk with me
To the edge of all we've ever known)

Anche se fa male. Anche se ogni volta che parla di come Josie Carter sia entrata nella sua vita, dalla fila alla cassa di un supermercato, con quello squillo di campane assordante che l'imprinting gli fa risuonare nelle orecchie, nelle ossa ― nel cuore, lo avresti mai detto, Seth? Che il tuo cuore avrebbe smesso di battere per Renesmee Culllen, un giorno? ― è più doloroso, anche se Nené lo guarda e annuisce e sorride quando l'unica cosa che dovrebbe fare sarebbe piangere e magari tirargli uno schiaffo e andarsene, andarsene per sempre, perché non si merita nulla di tutto questo.
 
(She stood by as it fell apart
Separate rooms and broken hearts
)

Invece lei ascolta, proprio come ha sempre fatto. È e rimarrà sempre la sua migliore amica, e certe cose non cambiano. Non sono cambiate dopo che lei ha lasciato Jacob; non sono cambiate quando è arrivata a casa sua dicendo di non potergli più stare lontano, di amarlo troppo per pensare di spendere l'intera eternità assieme a Jake. Non sono cambiate quando si sono baciati la prima volta e quando finalmente hanno fatto l'amore, smettendo di far finta di essere amici, solo amici, quando la verità era stata davanti ai loro occhi per anni e anni. Si sono sempre detti tutto e adesso che l'imprinting ha bussato alla porta di entrambi ancora una volta, continuano a dirsi tutto. Anche se è sbagliato, e non dovrebbero e il cuore di Seth non salta più fuori dal suo petto per lei, per la prima volta da tutta una vita privilegio di qualcun'altro.
 
(But I won't be the one to let you go)

Renesmee ascolta di come Seth abbia fatto cadere la bottiglia di Coca che aveva tra le mani, assieme al portafoglio e al sacchetto di patatine che avrebbero dovuto sgranocchiare davanti a un film quella stessa sera, ascolta di come Jo abbia fatto un gridolino quando il tappo è saltato nell'urto e di come la bibita le abbia bagnato le caviglie scoperte e il vestito. Ascolta e dopo, quando lui rimane senza parole, incapace di spiegare la sensazione che lo ha travolto quando si è trovato davanti a colei che avrebbe dovuto essere la sua compagna di una vita e imbarazzato di doverlo spiegare, Nené lo bacia di nuovo e gli sussurra «E' tutto ok, Seth» e lo abbraccia e rimangono lì, con la testa di lei poggiata sul petto di lui, proprio come se non fosse successo niente; come se lei non debba alla fine della notte rivestirsi ed andarsene e guidare di nuovo fino a Forks, perché è là che lei vive, è là il posto cui appartiene, ma non è più il posto di lui.
 
(When the time comes, baby don't run...)

E quando ritorna, la settimana dopo, di nuovo di sera, e Seth la aspetta con la pizza e il DVD del Dracula di Bran Stoker e un gran sorriso sulle labbra, non riesce ad essere davvero ferita di tutto ciò che le ha raccontato l'ultima volta. C'è solo il desiderio di cancellare dalla sua pelle l'odore di lei ― lei che è si è presa la loro vita e l'ha strappata di nuovo a metà, senza volerlo, carnefice innocente del loro amore ― dimenticando che il divano su cui fanno l'amore non è quello di casa Clearwater e neanche il grande divano ad angolo di Bella, ma quello di Jo, infermiera di Seattle di cui Renesmee non conosce il volto.

 
~


Ci provano per un po', al meglio che possono, fino a quella notte in cui non si dicono una parola.
Renesmee arriva che è ormai notte fonda; Jo ha iniziato il turno da quasi quatto ore, ma lei non si è fatta viva fino a quel momento, e allora Seth capisce.

 
(I can see you there with the city lights)

Ha le guance guance rosse per il freddo, bagnate di lacrime non asciugate, e le dita gelide quando chiude la porta dietro di sé e lo abbraccia, posandogli il mento contro l'incavo della spalla. Profuma di bosco e casa e la nostalgia ― la riserva, sua madre, i ragazzi, le corse sulla spiaggia, persino trasformarsi in un grosso lupo ed ululare alle stelle, con le orecchie schiacciate contro la testa e il petto in fuori ― stringe il cuore a Seth in modo talmente struggente che vorrebbe mettersi a piangere. È arrivato il momento, ma non crede di riuscire a dire addio per sempre a tutto ciò che più ha amato della sua vita. Non al buio di un appartamento che non è neanche suo, illuminato solo dalle luci di una città che ha a malapena inziato a conoscere; intrappolato in una seconda esistenza che non sa ancora come riuscirà a sopportare.
 
(I can breath you in)

Si baciano e Seth sente sapore di sale sulle sue labbra, proprio come credeva che sarebbe stato, e fa ancora più male. Perché non vuole che pianga, perché non vuole che finisca. E non gl'importa di quella scatolina, quella con l'anello dentro, che ha fatto trovare questa stessa mattina sul guanciale della donna che si suppone debba essere colei con cui passerà il resto della sua esistenza, perché questa notte è importante lo stesso
 
(Two shadows standing by the bedroom door
No, I could not want you more than I did right then
As our heads leaned in
)

questa notte è ancora tutto ok, tutto come sempre, e non ci sono di nuovo matrimoni all'orizzonte, non ci sono legami magici a fottere tutto. Non ci sono gli occhi pieni di disprezzo di Jacob quando Renesmee aveva fatto la sua scelta, gridando il suo disprezzo verso l'imprinting. Non c'è il sorriso di Josie durante quella prima sera insieme, quando aveva capito che forse, in un modo del tutto differente da quello che conosceva, avrebbe potuto innamorarsi anche di lei.
C'è solo il ricordo dei mesi trascorsi insieme e quella magnifica sensazione di completezza e amore e comprensione che provava quando guardava l'unica donna che aveva amato durante tutta la sua vita ― la stessa bambina che aveva spinto sull'altalena, cui aveva raccontato fiabe e giocato a nascondino e di cui più tardi, crescendo, era diventato il più fedele amico. Il più fedele amante.
Così Seth la bacia, cancella le lacrime dai suoi occhi e la voglia di piangere dal proprio petto e la tiene stretta, due ombre in piedi alla porta di una camera da letto che non sarà mai loro una volta sorto il sole.

 
(But with my eyes closed all I see
Is the skyline, through the window
The moon above you and the streets below
)

Non si dicono una parola.
Renesmee chiude gli occhi mentre Seth, con dita lievemente mosse dall'emozione, le sfila di dosso maglietta e jeans. Conosce talmente bene quelle mani che non c'è bisogno di vedere, ma solo di sentire, mentre lui la accarezza con gentilezza e se la stringe addosso per schermarla dal resto del mondo, rumoroso e caotico giù sotto per la strada e del tutto indifferente a due innamorati che si dicono addio sopra le luci della città. L'appartamento è freddo; Renesmee non vede ― non vuol vedere, perché stare con gli occhi chiusi fa aumentare almeno di un poco la sensazione che il tempo scorra più lentamente, e oh, oh come vorrebbe che fosse davvero così ― ma sente la luna illuminare i loro corpi nudi quando giaccciono tra le lenzuola, colorando di un pallido bianco spettrale la pelle di entrambi, facendoli sentire ancora più scoperti di come sono in realtà.

 
(Hold my breath as you're moving in
Taste your lips and feel your skin
)

C'era la luna anche la notte in cui si erano detti addio la prima volta, e Renesmee sa che Seth ricorda, ricorda come ricorda lei. Era la notte prima del suo matrimonio, quello con Jacob, quello che doveva essere il vero inizio della sua immortale esistenza, ed era anche la notte in cui il suo migliore amico era venuto da lei ― o era lei ad averlo chiamato? Non lo sa più; sa solo che sarebbe successo, in quel modo o in un altro, e che era giusto ― e l'aveva baciata e gli aveva detto quelle due parole, mentre carezzava la sua pelle nuda esattamente come adesso. C'era la luna quando il giorno dopo lo aveva raggiunto nel bosco e aveva detto, ridendo in preda all'isteria, di aver lasciato l'uomo che credeva di amare all'altare perché aveva capito di aver sbagliato tutto. Di aver mentito a se stessa per cinque anni prima di comprendere finalmente come stavano le cose.
 
(When the time comes, baby don't run...)

C'era la luna ed è giusto che ci sia anche stanotte, mentre si dicono addio per la seconda ed ultima volta, tonda e bianca e fredda; lenta a scivolare verso l'orizzonte mano a mano che la notte passa e loro si stringono più forte l'uno all'altra, perché il tempo sta finendo e nessun occhio chiuso può cancellare la luce ― calda, gialla, definitiva ― che il sole pian piano fa filtrare dalle loro palpebre serrate.
Non hanno pronunciato una singola parola, ma i loro corpi abbracciati raccontano tutta un'altra storia.
Ci abbiamo provato.”

 
(Don't run away...)
 
~

Seth mette su il caffé che ormai è quasi giorno. La sveglia scandisce i minuti ― ormai è questione di minuti, non ore e neanche giorni ― rimasti prima che lei debba andarsene e nessuno dei due ha veramente voglia di fare colazione, di vestirsi o tirare di nuovo su le lenzuola per dare una parvenza di ordine al minuscolo appartamento. Renesmee si avvolge in una vecchia maglietta di Seth, i lunghi capelli ramati che le cadono sulle spalle in onde lucenti, entra in cucina e sorride quando lo scopre a fissarla con un piccolo ghigno tirato sul viso. C'è un ricordo che aleggia intorno a quella t-shirt stinta ed è vecchio e dolce e maledettamente malinconico visto controluce nel rossore di questa alba, ma nessuno dei due è davvero disposto a pensarci veramente adesso.
Troppo tardi.
Bevono caffé senza dire una parola, contando i ticchettii dell'orologio a muro, le dita strette contro le tazze e gli occhi fissi gli uni negli altri, fino a quando dalla finestra rimasta aperta non giunge il coro di clacson dei primi lavoratori della giornata.

 
(And it's hard to love again)

Non vogliono parlare. Non vogliono rompere il silenzio, facendo il primo dei passi che condurrano, nei prossimi quindici minuti, Renesmee alla porta d'ingresso, chiavi dell'auto alla mano, e Seth di nuovo in cucina, a bere caffé freddo di cui non avrà più voglia, aspettando il ritorno della sua donna ― quella che deve sposare.
 
(When the only way it's been
When the only love you know
Just walked away...
)

L'orologio ticchetta e ticchetta e quando ormai mancano solo pochi minuti alle sette, Renesmee si alza, facendo grattare la sedia sul pavimento. Sfila con grazia la maglia troppo grande per lei ― Seth ha un ultimo lungo momento da scolpire nella memoria mentre i ricci di lei ricadono sui suoi seni nudi mentre si volta ― e torna nella camera da letto. Sembra tutto normale. Tutto come sempre. Lei che si riveste, lui che la bacia e sorride e dice “ci vediamo, allora” e torna a guardare il calendario aspettando che la settimana inizi e finisca di nuovo e Jo abbia di nuovo il turno di notte per poterla baciare di nuovo. Per poterla far sua ancora un po'.
Ma Renesmee appare di nuovo e non ci sono sorrisi sul suo volto, solo una lacrima sfuggita da uno di quei suoi bellissimi occhi cioccolato, luminosi come il sole che sale luccicando nelle palazzine davanti a loro e stavolta non ci sarà nessun vediamoci. Ha già messo la giacca, la borsa a tracolla e le chiavi ― quelle dannate chiavi ― scintillano penzolando lemmi dalle sue dita.

 
(If it's something that you want
Darling you don't have to run
)

Lo dicono all'unisono, dopo quasi sette ore passate nel silenzio più totale.
«Jacob mi ha chiesto di riprovarci» esala lei, con un piccolo sorriso triste che non riesce a mascherare il briciolo di felicità che le smuove dentro quella affermazione. Perché in fin dei conti lo ama, in modo del tutto differente da come ama Seth ma è comunque amore. È una relazione stabile, che non si esaurisce nel giro di una notte ma può essere fatta di intere e intere giornate e non di ore e ticchettii di orologi e la paura che un giorno, per sbaglio, magari qualcuno possa scoprire cosa succede nell'appartamento 8B, al quinto piano di un palazzone nel centro di Seattle, quando la proprietaria non è in casa.

(You don't have to go...)

È bello, certo. È il brivido del proibito, la felicità del ritrovarsi ancora e ancora e ancora, la certezza di sapere che le braccia che la accolgono sono quelle della persona che meglio la conosce al mondo, ma non può essere vita. Non può durare nel tempo, e non importa che un giorno lei ― l'altra ― finirà con l'invecchiare. Si è spezzato qualcosa nel momento in cui non è più stata la casetta di Renesmee il posto dove trovarsi, o il salotto di Sue Clearwater, ma la camera di un albergo, prima, e l'appartamento di una donna sconosciuta dopo. Tutte quella strada, e le auto nascoste e il salire piano le scale per non farsi sentire non possono più essere il centro dell'esistenza di Renesmee Cullen. Non le bastano più. Può vivere abbastanza a lungo da rendersi conto di non riuscire a portare il peso di questi ricordi per un'eternità intera.
 
(Don't let go)

«Ho chiesto a Jo di sposarmi, Nené» dice Seth, stringendo talmente forte tra le mani la tazza del caffé da polverizzarne il manico. Sente il viso bruciargli e le lacrime che pizzicano forte, intrappolate agli angoli degli occhi nella vergogna.
Vorrebbe mentirle, dirle che è stata un'idea sua, ma non è così vigliacco, e non vuole che l'ultima cosa detta alla sua migliore amica sia una bugia. Vorrebbe dirle che ha provato disgusto all'idea di entrare in gioielleria cercando l'anello giusto, immaginando le mani di Josie rischiarate dal piccolo brillantino che è riuscito a pagare col suo magro stipendio, ma sarebbe una bugia, perché era felice ― è felice. Vorrebbe poterle dire di aver pensato alle sue mani mentre il commesso creava il pacchetto, ai suoi occhi quando avrebbe visto il contenuto, ma avrebbe mentito. Riusciva soltanto a pensare al sorriso che Jo avrebbe fatto quando glielo avrebbe consegnato. E non era il Lupo a parlare, ma Seth. Solo Seth.
Si rende conto di star piangendo sul serio solo quando Renesmee scoppia a piangere a sua volta e lo abbraccia, avvolgendolo con quel suo profumo così familiare, cullandolo con la bassa vibrazione del suo sussurro: «Va tutto bene, Seth, tutto bene».

(Baby, don't let go)

Adesso fuori è giorno davvero e c'è troppo caos. È iniziato un nuovo giorno e non si può più rimandare.
Nené lo bacia ovunque ― sulla testa, sul collo, sulle mani ― fino a non avere fiato e non dice più nulla. Cosa è rimasto, comunque? Entrambi odiano gli addii; si sono già salutati stanotte e deve bastare così. Nulla deve vedere la luce del sole. Solo di nuovo due amici, che scelgono strade differenti della vita.
Seth la tiene per mano, raccoglie le chiavi, la borsa che lei ha lasciato cadere sul pavimento e Renesmee lo segue, docile, con gli occhi ancora bagnati e il cuore che sembra stapparsi dal petto quando la porta infine si apre, con uno scatto che sembra un'accettata. Nessun “ci vediamo”. Nessun invito a nessun matrimonio. Nessuna battuta scema. Nessun bacio. C'è lui in pantaloni del pigiama e petto nudo, un ragazzone grande e grosso che piange come un bambino, poggiato sullo stipite della porta, e lei che non piange più ma anzi cerca un sorriso che non esiste per fare la sua uscita di scena.
«Ricordi cosa ci diceva sempre mia madre, Nené?» chiede Seth mentre le lascia il polso. È assurdo quando un gesto tanto facile possa espandersi nel tempo, facendo diventare di piombo le dita e la stretta gentile una morsa disperata. Renesmee annuisce, sorride più apertamente, ma gli occhi sono tristi.

«"Amore è quando due rette parallele si incontrano”».
 
(… just kiss me slowly.)

È un sussurro, che si perde tra le loro labbra mentre si baciano. Non sulle guance, come fanno gli amici, ma sulla bocca, a lungo, lentamente, come tutte le persone che si amano veramente, con le mani che si cercano e i respiri sulla pelle dell'altro. È la prima volta che succede di giorno e sarà anche l'ultima ed è bellissimo ed è l'addio di cui avevano davvero bisogno.

«Spero di rincontrarti un giorno».

Dalla cucina, l'orologio segna le sette di mattina. Non ticchetta più.





 
   
 
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