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Autore: dalialio    03/09/2014    3 recensioni
Di Felicity Smoak si poteva dire tutto - che fosse strana, verbosa e a volte inopportuna -, ma non che fosse una credulona.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I believe in Oliver Queen


I believe in Oliver Queen




Di Felicity Smoak si potevano dire molte cose - che fosse strana, verbosa e a volte inopportuna -, ma non che fosse una credulona.
Quando Oliver Queen, l'affascinante e ricco figliol prodigo tornato da una vacanza di cinque anni su un'isola sperduta nell'Oceano Pacifico, si era presentato alla sua scrivania nella magnificenza del suo sorriso perfetto, Felicity non si era fatta abbindolare dal suo bel faccino quando le aveva allungato un laptop bucato come una fetta di Emmenthal con la scusa del "ci ho rovesciato del latte". A meno che quel latte non avesse impugnato una pistola, non bisognava possedere il QI di Felicity per capire che Oliver Queen stava mentendo. Non si era offesa, dando al Signor Queen il beneficio del dubbio, poiché lui non la conosceva e non poteva sapere che dietro quegli occhiali da nerd si nascondeva un cervello che, oltre a pensare a computer e connessioni internet, era patito per le serie televisive poliziesche. Non ci avrebbe messo molto tempo, quindi, a capire cosa il giovane rampollo stesse tramando.
Felicity non aveva abboccato nemmeno alle successive scuse, fingendo di credere a tutto ciò che Oliver le propinava, quando in realtà stava iniziando ad avere alcuni dubbi riguardo la legalità delle attività cui il Signor Queen si dilettava quando i riflettori dei telegiornali non erano puntati su di lui. Attività che ben presto scoprì essere il vestirsi di un cappuccio verde, l'imbracciare arco e frecce e lo sventare attacchi criminali in giro per la città. A quello Felicity credette, perché le sembrava una spiegazione logica - anche se non sicura per l'incolumità - per tutte le volte che Oliver era sceso al reparto IT con qualche strana richiesta per tenerla occupata.
Dopo aver conosciuto il segreto di Oliver, Felicity aveva creduto che non si sarebbe innamorata. Lo sperava con tutta se stessa, prima di tutto perché sarebbe stato troppo ovvio - un multimiliardario con dei bicipiti da fare invidia ai migliori body builder, che di notte salvava il mondo con un arco e un cappuccio? Era impossibile non cadere preda del suo fascino -, ma soprattutto perché - Felicity lo sapeva - non sarebbe mai stata ricambiata. Cosa poteva trovarci di affascinante in lei un esemplare maschio del genere umano? I suoi occhiali rettangolari, la sua coda di cavallo e la sua parlantina erano un deterrente naturale. Ma soprattutto, Oliver avrebbe potuto avere qualunque ragazza. Sarah spaccava culi e di certo sapeva il fatto suo, Laurel era forte e indipendente e soprattutto la sua ex ragazza. Felicity non avrebbe mai avuto speranze.

Di Felicity Smoak si poteva dire tutto, ma non che fosse una credulona. O, meglio, non lo era stata fino alla notte in cui un esercito di soldati pompati di mirakuru non aveva invaso Starling City e dalle labbra di Oliver Queen erano uscite le due parole che lei aveva sentito esplodere dentro il suo stomaco ogni giorno da quando aveva capito di essere innamorata. Ma la sorpresa era durata solo un secondo, prima che Oliver le mettesse in mano una siringa di antidoto, rendendo vane quelle due parole e tutta la felicità di Felicity Smoak.


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Di Oliver Queen si potevano dire molte cose, ma non che fosse un imbroglione. Almeno se non si teneva conto di quando era partito sulla Queen Gambit portandosi dietro la sorella della sua fidanzata, ma quello era accaduto prima. Ora era un uomo onesto, che rifilava scuse assurde alla ragazza strana del reparto IT, mentiva sulla sua permanenza sull'isola e teneva tutti all'oscuro della propria identità segreta di vendicatore.
Nah, Oliver Queen non era un imbroglione.
O almeno lui stesso non si era mai considerato tale. Aveva preso la scusa di "dover tenere all'oscuro le persone della propria identità" e ci aveva circondato le proprie bugie come una bolla, senza rendersi conto che il mentire lo stava portando sempre più alla deriva. Riteneva che le bugie fossero necessarie e non si era mai sentito in colpa.
Ma mentire a Felicity - in quel modo poi! - lo fece vergognare di se stesso. Vide i suoi occhi rimanere gli stessi, ma qualcosa dentro di lei cambiò. Vide incredulità - perché Oliver sapeva che lei non voleva crederci - e forse un pizzico di felicità, che vennero spazzati via quando le mise in mano la siringa di antidoto. "Hai capito?" le disse, e gli si spezzò il cuore al pensiero che lei avrebbe capito la cosa sbagliata. Non avrebbe capito che le aveva mentito non quando aveva detto di amarla, ma quando le aveva messo quell'aggeggio in mano, frantumando le sue speranze.
La bugia che Oliver Queen rimpiangeva con tutto se stesso era l'aver fatto credere alla donna che amava di non provare nulla per lei.


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Di Oliver Queen e Felicity Smoak si potevano dire molte cose e la più vera di tutte era che in quel momento - uno di fronte all'altra, rigidi come dei ragazzini delle medie imbarazzati - avrebbero voluto che il pavimento si aprisse e li inghiottisse. Anche se forse il desiderio di Felicity di buttare le braccia al collo di Oliver e di baciarlo era forse un po' più pressante.
Lei non sapeva se guardarlo negli occhi, ancora imbarazzata dall'aver socchiuso la finestra del suo cuore tanto da mostrare ad Oliver uno spiraglio dei suoi sentimenti per lui, soltanto perché poco dopo quella stessa finestra venisse frantumata in mille pezzi.
Lui non sapeva quali parole usare, consapevole del fatto che qualsiasi cosa avrebbe detto, Felicity non ci avrebbe creduto come aveva fatto l'altra volta. Dopo la prima scottatura, sarebbe stato difficile per lei fidarsi ancora delle sue parole.
Ma di parole Oliver ne aveva da dire, e molte.
Cominciando con ti amo.
Ma si morse la lingua, sapendo che non poteva buttarsi in quel modo. Se gliel'avesse detto - di nuovo - Felicity non ci avrebbe creduto. Magari avrebbe sorriso per essere gentile, perché lei era fatta così, ma i suoi occhi sarebbero stati vuoti. Oliver non voleva vedere degli occhi inespressivi dietro quegli occhiali che lui conosceva molto bene.
Così prese coraggio e fece l'unica cosa che gli risultava solo seconda in classifica come difficoltà dopo lo sconfiggere Slade Wilson.
Chiedere un appuntamento.
«Felicity,» disse senza esitazione, scandendo le sillabe. Negli anni Oliver aveva preso quel nome, modellandolo, impastandolo, masticandolo in cento modi diversi e si sorprese di essere riuscito a trovare un'intonazione ancora diversa per dirlo. Inspirò a fondo, trattenendo per un secondo l'aria nei polmoni. «Vorresti uscire a cena con me?» buttò fuori d'un fiato.
Lei rimase a fissarlo per qualche momento, analizzando il suo volto con la stessa attenzione con cui avrebbe decriptato un file scaricato illegalmente dal server della polizia. Ma diamine se il volto di Oliver Queen non era più difficile da decifrare. Vedeva il suo sguardo da cucciolo bastonato e il suo mezzo sorriso pieno di speranze. Non sapeva in cosa Oliver stesse sperando, se solo avere l'occasione di parlarle o qualcosa di più, ma Felicity decise di buttarsi e che, se avrebbe sofferto dall'accettare quell'appuntamento, si sarebbe presa a calci più tardi.
Quando Felicity annuì una risposta, Oliver fu felice di vedere la luce nel suo sguardo e un sorriso sulle sue labbra.
Dopotutto, Felicity ancora credeva in lui.








Nota dell'autrice che invade un altro fandom

Salve a tutti! Sono approdata da poco in questo fandom e dopo essermi guardata in scivolata entrambe le stagioni di Arrow, mi sono sentita subito pronta per scriverci su qualcosa. Olicity, ovviamente (che poi stavo pensando che come nome per lo ship Fever sarebbe più azzeccato ma ora sto divagando). Dunque! Okay, questa shot non ha molto senso, ma l'ho scritta dopo aver visto il trailer della terza stagione (spoiler alert!) e mi sono quasi squagliata sul pavimento per la contentezza, ma solo dopo aver saltellato per la stanza emettendo gridolini vita dura quella della fangirl!
Essendo la mia prima storia in questo fandom, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate! Quindi lasciatemi una recensione, mandatemi una lettera, lanciatemi un piccione viaggiatore, quello che volete!
A presto! :)
   
 
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