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Autore: _Lullaby99_    03/09/2014    2 recensioni
Raccolta di One shot a tema variabile che vedrà i nostri eroi alle prese con vari AU ( ma anche no xD ).
La prima cosuccia che riesco a pubblicare in questo sito, non mi aspetto gran che, ma tentar non nuoce. ^.*
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Nulla è più insensato di una guerra
AU: War!AU
Personaggi: Merida, Hiccup, Vari ed Eventuali
Parings: Mericcup
Rating: Verde
N.A.: Ed ho aggiornato anche la raccolta! Pensavate che me ne fossi dimenticata? Eh no, vi avevo promesso una bella Mericcup ed eccola qui! =3 Questa volta, un bel War!AU, per quanto l'aggettivo bel possa sposarsi con la guerra. Questo è uno di quegli argomenti che mi stanno molto al cuore e, per parlarne, ho usato come scusa la Mericcup ( La mia amata OTP, ma questo lo sapete già *-* ) e la faida Scozzesi Vs Vichinghi. Chi di noi shippers non li ha mai immaginati un po' come Romeo e Giulietta? Cioè mi pare che venga spontaneo. E poi i loro film si ambientano anche nello stesso periodo storico, perciò è ancora più credibile questa cosa. Mi si sta scatenando il fangirlismo, adesso mi fermo, tranquilli. xD Allora, prima di lasciarvi alla lettura, vorrei dirvi un po' come si piazza questa One Shot tra le storie dei protagonisti. I fatti narrati dalla sottoscritta vanno a posizionarsi dopo le avventure di Merida in Ribelle - The Brave e anche dopo le avventure di Hiccup nel primo Dragon Trainer, però. Diciamo il periodo della serie tv ( Dragons *-* ), per essere più chiari. Con questo, la smetto di parlare e parlare e vi lascio alla One Shot! <3




Per Merida quegli ultimi mesi erano stati di sicuro i peggiori di tutta la sua esistenza. Scegliere un marito tra i pretendenti dei clan vicini non era nulla di così spaventoso messo a confronto con quella guerra tra popoli che impazzava da qualche anno. La ragazza era da sempre stata completamente disinteressata alla faida tra Scozzesi e Vichinghi. Potevano farsi guerra quanto volevano, l’importante era che questa non si mettesse tra lei e la sua libertà.  
Fu proprio per questo motivo che, un giorno, anche lei dovette attivarsi per contrastare il conflitto. 
Per colpa dei suoi doveri da principessa, la ragazza non era mai riuscita a farsi degli amici veri e trovarne uno in quel vichingo gracile e lentigginoso le aveva migliorato di sicuro l’arco vitale. 
Si incontrarono per la prima volta ai confini del territorio del clan Dun Broch. Quel giorno si era spinta troppo in là per i gusti di sua madre, preoccupata che qualcuno potesse rapire la figlia in quanto erede al trono del loro regno. Lei però era da sempre stata uno spirito libero, incontrollabile ed irrefrenabile, e la regina se n’era ormai fatta una ragione. 
Si stava allenando nel tiro con l’arco, sua disciplina prediletta, quando un’ombra sospetta aveva attirato la sua attenzione. Per nulla spaventata dalle conseguenze di quell’azione, aveva chiesto all’ombra chi fosse e cosa volesse da lei. Nessuna risposta era arrivata dallo sconosciuto, costringendo Merida a credere che questo avesse cattive intenzioni. Aveva preparato così la sua freccia, pronta a difendersi da eventuali attacchi a sorpresa. Poi però, la voce di un ragazzo della sua età che richiamava un certo “ Sdentato “ all’attenti l’aveva tranquillizzata. L’ombra di quello che doveva essere un’animale scomparve, spingendo l’animo avventuriero di Merida a seguirne le tracce. 
Non camminò a lungo prima di scoprire che l’ombra che aveva visto e che l’aveva spiata era quella di un enorme drago nero, creature che di certo non vivevano nei pressi di Dun Broch. La vista di quella creatura le fece ricordare i racconti di guerra che suo padre le narrava sempre durante la cena a palazzo. Parlava di vichinghi in sella a degli enormi draghi sputa fuoco, ma lei non aveva mai creduto alle esagerazioni del Re Fergus. Però, quando capì di averne davanti uno, non poté che scendere ad una conclusione: quello di fronte a lei era un nemico, uno dei vichinghi che suo padre combatteva da un anno. 
Così era uscita da dietro i cespugli e aveva puntato la freccia dritto verso i suoi aggressori. Il ragazzo aveva alzato le mani spaventato, in segno di resa, mentre il drago gli si era parato davanti per proteggerlo ed aveva assunto un’espressione feroce, del tutto diversa da quella tranquilla e dolce che la creatura aveva mostrato precedentemente.  
-    Chi siete? – aveva detto con voce ferma mentre continuava a tenere la freccia ben puntata verso l’obbiettivo
-    Non vogliamo farti del male, davvero. Non abbiamo cattive intenzioni. –  aveva risposto il ragazzo cercando di rimediare al pasticcio che aveva combinato.
Peccato che il drago aveva continuato a ringhiare contro la ragazza che, dato il comportamento dell’animale, continuava a non fidarsi di loro. 
-    Allora perché il tuo animaletto mi ringhia contro? – aveva chiesto nuovamente poi, arrabbiata
-    È colpa dell’arco, lo spaventa. Sta solo cercando di proteggermi. – aveva affermato poi il ragazzo mentre accarezzava il drago per calmarlo – Poggia l’arma e vedrai che la smetterà. –
Merida non sapeva se era bene fidarsi o meno di ciò che diceva ma, alla fine, l’espressione tranquilla del vichingo la convinse ad arrendersi. 
Come previsto dal lentigginoso, il drago si calmò e gli occhi che fino a poco prima erano rabbiosi e larghi quanto una piccola fessura si erano trasformati in due grandi occhioni da cucciolo. 
Fu così che la loro strana amicizia cominciò. Da lì in poi si incontrarono sempre in quel luogo, posto facilmente raggiungibile da entrambi. Merida insegnò ad Hiccup come tirare con l’arco e come andare a cavallo, mentre quest’ultimo insegnò a lei come cavalcare un drago e come usare lo scudo-catapulta di sua invenzione che portava sempre con se. Entrambi erano a conoscenza del rischio che correvano nel frequentarsi, eppure, continuavano a farlo. Lei principessa di Dun Broch, lui figlio del capo tribù di Berk. La loro amicizia non avrebbe portato a nulla di buono, eppure non riuscivano a far a meno l’una dell’altro. Insieme parlavano di quanto i loro genitori fossero esagerati e stressanti, imparavano cose nuove, esploravano il mondo attorno a loro e coccolavano Sdentato a più un posso che, dopo giorni di titubanza, aveva trovato una certa simpatia per la ragazza.  Inoltre Merida veniva a conoscenza di tante usanze dei vichinghi quando era insieme ad Hiccup mentre lui imparava a sua volta quelle degli scozzesi e, pian piano, stavano cominciando a comprendere le innumerevoli cose che i due popoli avevano in comune. Se solo i loro genitori l’avessero capito, la guerra sarebbe finalmente cessata. 
Peccato però che non ebbero il tempo di cambiare le cose come avrebbero voluto. Era successo tutto così in fretta in quegli ultimi giorni che Merida faceva ancora fatica a collegare i pezzi del puzzle che costituivano i suoi ricordi del pomeriggio in cui venne catturata. Uno squarcio nella foresta, un uomo potente e corpulento che Hiccup aveva chiamato papà, Sdentato che aveva cercato di portarla al sicuro, una cella fredda e buia. Era quello il luogo in cui si trovava adesso, a ricordare i momenti felici che aveva vissuto con colui che, secondo i suoi genitori, doveva essere trattato da nemico. Ma lei non ce la faceva a vederlo come tale. Era il suo primo ed unico vero amico e aveva fatto di tutto per convincere suo padre a lasciarla andare. Questo ovviamente non ne aveva voluto sapere di ascoltare suo figlio, ritenuto troppo incoerente per poter sapere cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato fare. 
Stava andando tutto storto. Adesso che lei era ostaggio dei vichinghi, ogni idea di pace tra i loro popoli era sfumata. Re Fergus, furioso, doveva aver mandato una truppa a Berk per recuperare la figlia e Merida non si sarebbe mai perdonata le morti che quella stupida battaglia avrebbe provocato. A confermare la sua teoria, il ruggito assordante dei draghi la fece destare. 
Avrebbe voluto fermare tutto, poter cambiare il destino dei loro popoli. Bloccata in quella cella, però, non sarebbe riuscita a risolvere nulla. 
Si accasciò sul pavimento gelido della prigione, impotente, e cominciò a pregare che le persone che amava riuscissero a sopravvivere. Tra queste, inaspettatamente, c’era anche Hiccup. Tra loro era nato un rapporto diverso da una semplice amicizia, per quanto Merida cercasse di non darlo a vedere. Incontrarlo era stato destino, diventare sua amica una scelta, ma innamorarsi di lui era una cosa che la ragazza non aveva potuto controllare. Lei voleva la libertà, non appartenere ad un ragazzo, eppure, con Hiccup era diverso. Non era come quelli stupidi pretendenti che la madre le aveva proposto l’anno prima e per cui lei aveva combinato un altro dei suoi ennesimi pasticci, ovvero trasformare la regina Elinor in un orso. Era intelligente e pieno di qualità, la sua vita con lui non sarebbe stata poi così male. 
Scacciò quell’ultimo pensiero dalla testa, maledicendosi mentalmente per aver pensato una cosa simile. Anche se Hiccup avesse ricambiato quel sentimento, questo era sbagliato. Le loro famiglie non avrebbero mai approvato e sarebbe scoppiata un’altra guerra senza fine. 
Ad un tratto però un rumore metallico la fece sussultare. Qualcuno aveva aperto la cella in cui era rinchiusa. In un primo momento la ragazza pensò fosse stato uno degli uomini di Re Fergus che era riuscito ad addentrarsi nelle prigioni per salvare la principessa. Una gamba di metallo conosciuta, però, fece capire alla ragazza di chi si trattasse veramente.
-    Cosa di fai qui? – chiese, preoccupata che qualcuno potesse scoprirlo e sgridarlo per aver dato confidenza ad una prigioniera – Non voglio crearti altri problemi. –
-    Siamo noi la soluzione ai nostri problemi. – rispose mentre le porgeva la mano – Adesso alzati e andiamo a fermare questa guerra. –
La ragazza alzò lo sguardo, afferrò la mano di Hiccup e si alzò in piedi.  Adesso erano loro due contro due popoli interi. Non sapevano se ce l’avrebbero fatta a contrastare quel mostro che la guerra era ma, insieme, si sentivano capaci di cambiare il mondo intero


  
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