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Autore: A n o n y m o u s Rei    03/09/2014    1 recensioni
Drammatico-Romantico||Ambientata nell'Omegaverse ma ne presente soltanto qualche accenno.
Eppure i girasoli rimangono lì sulla credenza, a profumare l’aria delle ultime cose: l’ultima colazione con Peter metodicamente spalmato addosso a lui, con Patricia che racconta l’ultimo pettegolezzo che la vicina di casa si è lasciata scappare, il pranzo in cui Patricia continua a parlare del più e del meno, del viaggio che le piacerebbe fare e il suo ragazzo che è lì lì che sta per piangere e ridere allo stesso momento, poi c’è sempre Peter che lo porta a cena come ultimo gesto di galanteria.
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Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vorrei dire che è anche romantica, questa storia. Solo che non avevo abbastanza generi in cui fare stare tutto :')
 

La felicità dei girasoli.
 

Ci sono i girasoli sulla credenza di casa di Peter, una settimana prima che Chris parta.

Patricia non lo fa nemmeno tornare a casa se non per recuperare le cose strettamente necessarie e ogni tanto, quando rientra la sera, dopo il lavoro, trova tutte le stanze impestata di tristezza, malinconia e lacrime.

Eppure i girasoli rimangono lì sulla credenza, a profumare l’aria delle ultime cose: l’ultima colazione con Peter metodicamente spalmato addosso a lui, con Patricia che racconta l’ultimo pettegolezzo che la vicina di casa si è lasciata scappare, il pranzo in cui Patricia continua a parlare del più e del meno, del viaggio che le piacerebbe fare e il suo ragazzo che è lì lì che sta  per piangere e ridere allo stesso momento, poi c’è sempre Peter che lo porta a cena come ultimo gesto di galanteria.

Sembra che debba morire da un momento all’altro per come il suo ragazzo, compagno,  lo maneggia con cura, lo conduce con dolcezza verso la pista da ballo e quando lo stringe sta attento a non sfiorarlo con gli artigli che Chris giura di aver visto piegare la forchetta, mentre mangiavano.
I girasoli sono ancora lì, quella notte, mentre si amano e sembrano voler bloccare il tempo. Lasciargli lì sospesi ad abbracciarsi mentre si raccontano di periodi felici che sembrano troppo lontani.

Poi l’aereo parte e Chris si imbarca, lasciando Peter e Patricia a terra.
 



Quando Chris chiama a casa o può usare Skype, santa tecnologia, i fiori sono sempre alle spalle di Peter.

Sembra che lo stiano aspettando, come tutti in quella casa.

Una volta, al telefono, chiede a Peter perchè si ostenti a tenere lì quei fiori.

Lo sente ridere piano dall’altra parte della cornetta e si da del pazzo, incosciente, perché in America sono le tre del mattino e lui l’ha svegliato, di nuovo.

“Non provare a pensare di avermi svegliato, idiota. Non importa.
I girasoli sono lì, sulla mensola dietro la scrivania perché mi ricordano la felicità, l’allegria e i momenti in cui c’eri a casa e tutto sembrava, era, migliore” poi piangono tutte e due perché la distanza è troppa, i loro lupi scalpitano per un contatto reale e tutto sembra più grigio, da quando si sono lasciati.

“Quando ci sposeremo” sussurra tra le lacrime “avrai un fottuto girasole nel taschino, amore mio, e non voglio sentire proteste.”

“Presto Pet, succederà presto” sussurra Chris, con il cuore che urla di felicità e la voglia di ululare alla luna. Solitaria compagna d’un amore così forte e distante.

Vorrebbe tornare a casa, seduta stante, fregandosene della missione. È solo tre mesi che sono lontani eppure sembra già una vita. Potrebbe tornare a casa domani come mai.

Le previsioni del capitano sono più propense a mai che a domani, ma Chris questo non lo dice a Peter, vuole solo godersi il momento e il pensiero di loro due che si sposano, vestiti eleganti, girasoli all’occhiello e promesse di eterno amore.

Come se ne avessimo bisogno” si trova a bisbigliare al deserto arabo.
 

Poi partono per una spedizione nell’entroterra, per scovare i ribelli e riportare la pace. Da quel momento Peter perde sue notizie, Patricia si mette in contatto con qualsiasi branco conosca e chiede dovunque.

Lei piange di notte e Peter cerca di farsi forza pensando che avrebbe sentito il legame spezzarsi se fosse successo qualcosa a Chris.

Dannazione è il suo compagno! Sente anche quando ha la febbre, quindi lo saprebbe se fosse morto!

Si attacca a questa sua convinzione per rimanere un po’ più lucido e non prendere il primo aereo  per andare a cercarlo lui stesso e spera che lo trovino presto.


 
Presto si rivela poi essere un periodo di due anni e mezzo dove tutto va letteralmente a rotoli, Peter si aggrappa sempre meno a quel filo invisibile che li unisce, dove il suo lupo piange la mancanza della sua metà e dove Patricia tenta di essere forte per tutti e due.

I girasoli sono ancora lì, sulla mensola dietro il computer e sembra quasi che tutti se ne dimentichino, almeno finché Kalì non fa scivolare per terra il
vaso e per poco non si trova schiacciata al muro con Peter che ha gli occhi rossi e le lacrime che bagnano le guance.



 
 
Ci vogliono altri sei mesi prima che Chris possa tornare a casa, tra le braccia di Patricia che lo stringerà forte mentre i suoi compagni tornano dalle loro famiglie. Le sue lacrime andranno ad aggiungersi a quelle di altre mogli, madri, mariti, compagni e compagne.

Anche lui alla fine piange, perché sono più di tre anni che non la vede e Patricia è stata come una madre per lui.

“Peter?” chiede come se si aspettasse di vederlo da qualsiasi parte, appoggiato al muro, con la barba più lunga di quanto ricordava e i capelli con qualche taglio strano come piacevano, o piacciono?, a lui.

“A casa. Quando mi hai chiamato per dire che stavi arrivando era a lavoro e quando è tornato ho cercato di restare calma e posata, senza dare troppo nell’occhio”

“Grazie” le dice mentre si fermano sul marciapiede e l’abbraccia. La ringrazia per essere stata la sua ancora per tutti questi anni, per essere stata la madre e il padre che non ha mai avuto e per essere stata forte per tutti, in questi anni in cui è stato lontano da casa e da Peter.

Mentre salgano in macchina in aeroporto rimane soltanto il borsone di un soldato, che non verrà mai recuperato da nessuno.
 
 


Quando varca la porta di casa si trova il naso invaso da tutti quegli odori che aveva pensato di aver dimenticato. C’è quello del pane caldo in cucina, i girasoli che sembrano quasi salutarlo, il profumo di bucato e quello di Peter.

Peter che è avvolto in un bozzolo di coperte sul divano e ha i capelli sparsi sul cuscino. Rasati da un lato e corti dall’altro. Vorrebbe ridere e dirgli sapevo che l’avresti fatto; la barba leggermente più lunga dell’ultima volta.

Quando si avvicina nota che c’è una macchia scura sulla spalla e quasi si strozza per paura che sia qualcosa di incurabile o maligno. Poi però osserva bene, sfiora con le dita senza davvero toccarlo e nota che è un tatuaggio.(1)

“Sì Chris, mi sono fatto tatuare una cosa smielata e che cola amore da tutti i pori ma penso che ora l’unica cosa che il sottoscritto voglia spiegare è un sorriso tra le tue labbra e grazie tante al tatuaggio e a tutto il resto” perso com’era nell’osservare quella meraviglia nemmeno s’era accorto che
Peter si fosse svegliato.

“Ciao amore” Chris sporge verso Peter e bacia, stringendolo talmente tanto da sentire le ossa dell’altro scricchiolare e quasi spezzarsi.

“Ehi, ehi, piano Chris, non spezzarmi le ossa e non provare ad inglobarti in me” vede l’altro fare un sorrisino malizioso “e no, idiota di un lupo non intendevo in nessun senso  che la tua mente ha partorito!”

Si trovano a ridere, a pochi centimetri di distanza uno dall’altro, con Patricia sulla soglia che sorride e un vaso di girasoli poggiato al centro del tavolo.

Il profumo di fiori si va a confondere con tutti quelli che sono sempre stati profumi di casa per Chris e nulla è più completo di così.

 
 











 
 
 
  1. Consultate questo sito che vi spiegherà nei dettagli l’abbozzo di presenza di tatuaggio nella storia: http://nahamapeor.blogfree.net/?t=4454004
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice.
Questa storia è stata un vero parto. All’inizio doveva essere di sottofondo ad un disastro aereo nel 2006, uno dei tanti che succedono in America, in secondo doveva riprendere l’aereo che è stato abbattuto sull’Ucraina e doveva parlare del nonno con i suoi nipotini solo con altri personaggi, poi doveva riguardare una bambina che si salvava dall’uragano Katrina e veniva adottata da una coppia formata da Jolie e Simonette, poi, in penultimo, doveva essere una semplicissima e flugnstissa Marco/Jimbo dove alla fine Marco non regge più se stesso e non si accetta e scappa da Giulia e Jimbo gli scopre.
Come io sia arrivato a scrivere un Omegaverse, anche solo in leggerissimo sfondo della vicenda, sappiate che mi è un totale mistero.
Come mai i protagonisti si chiamino Peter e Chris, beh, lo è un po’ meno. Allora Chris sta per Christopher e, beh, era per dare omaggio ad una certa persona che non si sente da un bel po’ e che è ancora presente sul cellulare della mia Persona come anima viva e scalpitante, quindi boh.
Peter è arrivato dopo, dopo aver escluso tutte le trame precedenti e tutti nome come Alex, Robert, Simon e Elijah. Elijah lo devo tenere per altro.
Quindi, uhm. Che dire è una militar war ambientata tra l’Arabia e l’America, mi sono trattenuta dal descrivere posti perché onestamente, inizialmente, dovevano essere del tutto immaginari poi è successo quel che è successo e quindi non ho descritto nulla.
Con poche ore di anticipo sulla scadenza posso dire di essere fiera della mia bambina.
E come al solito queste note sono troppo lunghe.
Addio, vi amo tutti.
 
Rei.
 

 
 
 
 
  
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