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Autore: letsfirestars    03/09/2014    3 recensioni
una nuova profezia metterà a dura prova Percy e i suoi amici, solo superando le loro paure più profonde e combattendo la battaglia più difficile della loro vita, ai confini della terra, riusciranno a ottenere la vittoria. Ma quale sarà il prezzo da pagare?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Hazel Levesque, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17
Per svariati minuti l’unico rumore che si sentì fu lo scoppiettio del fuoco che bruciava ovunque. Il luogo era spoglio e arido, sembrava non vedere vita dalla sua creazione, tanto che la presenza dei semidei appariva anormale.
L’Imperatore osservava curioso e divertito la scena che gli si parava d’innanzi agli occhi. Aveva appena assistito con piacere l’insinuarsi dell’odio e del rancore nel cuore di uno dei più fastidiosi e puri eroi di quell’epoca. “Mediocre” pensò osservando Percy Jackson, l pupillo di Poseidone, che a pugni stretti, tanto che le nocche erano sbiancate, guardava truce il ragazzo che aveva steso con un gancio destro ben piazzato. Il primo a rompere quel silenzio tombale fu proprio lui: 

- Si può sapere che cavolo ti è preso? – chiese Jack allibito.
- Io mi fidavo di te e tu ci hai traditi, consegnandoci direttamente nelle mani del nemico!
- Oh ma che carini – li interruppe il mostro - odio interrompere questi momenti in cui voi sciocchi mortali o mezzosangue o qualsivoglia, tentate di uccidervi a vicenda, ma devo. Jack, è da tanto che non ci vediamo, direi esattamente dall’attacco al magazzino… ammetto che sei stato bravo ad avvicinarli e a farteli amici. Ottimo piano… - esclamò, con la sua voce profonda e stranamente elegante. Poi rivolgendosi agli altri aggiunse: mi scuserete se parlo un po’ in pace con lui, magari da soli, vero?
Non aspettando una risposta da parte loro fece un cenno con la mano, quasi a spazzarli via e, immediatamente, scomparvero avvolti da fiamme nere. Poi rivolto nuovamente alla figura distesa sul pavimento di granito rosso sangue gli disse con ghigno perfido:
- Allora, vecchio mio, aggiornami
 
 
 

- Bell’amico Percy, complimenti
- Non posso credere che ci abbia fatto una cosa del genere
- Davvero? Neanche io… anzi, aspetta… sì, io ci riesco e lo sai perché? Non mi sono mai fidato di lui. Questo casino è successo per colpa tua Percy
- Cosa stai cercando di dire Jason? – chiese Piper
- Uhm, vediamo FORSE, e dico forse, avrebbe potuto ascoltarci, invece no, facciamo pure prevalere il suo diritto di decidere delle nostre vite
- Se non fosse stato per Percy, a quest’ora Gea regnerebbe indisturbata – lo difese Frank
- O i titani si sarebbero risvegliati, conquistando Manhattan – aggiunse Hazel
- Oppure gli Dei avrebbero fatto scoppiare una terza guerra mondiale a causa di una certa folgore rubata – continuò Annabeth
- Senza contare il fatto che ha riunito i due campi…
- Ma lo vedete ragazzi? Non riuscite a vedere oltre le sue imprese, ha sbagliato ed è giusto riconoscerlo – continuò imperterrito lui
- Quindi Jason? Cosa stai cercando di dire… – chiese Percy, che fino a quel momento era rimasto in silenzio e con la testa piegata verso il basso – vuoi punirmi? – chiese con tono di voce canzonatorio – credo che essere traditi da una persona che consideri quasi come un fratello sia sufficiente
- Sto solo dicendo che forse c’è bisogno di un nuovo leader
- E quello saresti tu? – domandò con disprezzo Frank
- Perché no? Pensi che tu ne saresti in grado? Ma ti prego, sei diventato pretore solo perché tutti i migliori avevano di meglio da fare
- Beh, almeno io non fatto fuori un mio amico
A quelle prole il figlio di Giove scattò in piedi come una molla e si gettò su Frank, che si ritrovò compresso al suolo con il braccio dietro la schiena, pericolosamente sul punto di rompersi. La prima ad intervenire fu Piper, che con la sua abilità, riuscì a calmare tutti i presenti.
- Ragazzi so che è difficile da accettare la perdita di Leo, ma lui odierebbe vederci così divisi, certo ciò che ha fatto Jack ci ha sconvolti ma siamo passati per situazioni ben più difficili. Jason, tu e Percy siete amici da anni, vi siete spalleggiati sempre, avete affrontato minacce così grandi che questa è semplice routine, no? Jason, tu… - la ragazza si fermò un momento e chiuse gli occhi, come se gli costasse fatica pronunciare quelle parole, e dopo un po’ aggiunse – non è stata colpa tua, eri sotto incantesimo, quindi smettila di sentirti responsabile di quanto accaduto. – poi rivolgendosi all’altro disse - Percy, la mia fiducia nei tuoi confronti non è mai venuta a meno, tu sei una delle persone più buone e coraggiose che io abbia mai conosciuto perciò non pensare neanche per un momento che non sei più degno di essere il nostro leader, perché giuro che allora ti picchierò a sangue. Ora, se avete finito di accusarvi a vicenda e compiangervi addosso, lasciate che vi ricordi che siamo nella tana del cattivo più cattivo della storia, del male in persona, perciò troviamo un modo per uscire di qui, salvare Rachel che si trova, gli Dei san solo, giusto per precisarlo, nel caso ve lo foste dimenticati, e usciamo da questo dannato posto! – disse aumentando il tono di voce man mano che finiva la frase. Oh, e se vedete quel mostro che ha soggiogato Jason e che è stato responsabile della morte del mio migliore amico… beh, avvertitemi, lui è mio. Gliela farò pagare, farò sì che l’inferno gli sembri il Paradiso rispetto al trattamento che riceverà!
Tutti rimasero a bocca aperta, non avevano mai visto la figlia di Afrodite così decisa e infuriata. Riscossi dalle sue parole  iniziarono a pensare ad un piano di evasione. Purtroppo non possedevano più le loro armi che si erano materializzate al di fuori della loro cella quando erano apparsi al suo interno.

- Ehi Percy, scusalo per prima, non voleva, ne sono sicuro… era solo molto sconvolto
-  Non ti preoccupare Frank, sei un vero amico. Tra compagni si litiga in continuazione e… - i loro discorsi furono improvvisamente sospesi da Annabeth, che ebbe un idea geniale:
- Ragazzi, ho trovato… ho un piano per evadere, ma avrò bisogno del tuo aiuto Frank, ci stai?
- Perché ho la sensazione che non mi piacerà?
- Ehm… dovrai trasformarti in un topo
- Cosa?!
- Beh è l’unico modo, le guardie ne hanno paura, e non ti fermerebbero nel caso tu uscissi… certo con il suolo fatto di lava non è il massimo… avremo poco tempo, una volta che sarai uscito avviseranno gli altri e l’Imperatore, dopo di che temo che le nostre mosse saranno molto prevedibili per lui, non ci vuole un genio per capire che vogliamo liberare Rachel. Allora ragazzi siete pronti? Si entra in scena ora, e che gli Dei ci aiutino.
 
Non passò molto e ben presto l’allarme riecheggiò per tutte le segrete.
I ragazzi correvano come dei pazzi,usando Frank/topo come scudo, per cacciare via i mostri. Vagarono per mezz’ora alla ricerca dell’Oracolo ma non ne trovarono traccia.
- E ora cosa facciamo? Frank ormai è troppo stanco per continuare ad avere quella forma e se lui ritorna a essere un uomo, i tirapiedi dell’Imperatore ci faranno secchi.
- Datemi un secondo per pensare – disse Annabeth esasperata. Non le veniva in mente niente, benché fosse abituata a districarsi in complicate situazioni sotto pressione, non riusciva ad arrivare al bando della matassa. Venne assalita dal panico e presasi la testa con le mani, iniziò ad avere difficoltà a respirare e sentendosi svenire si accasciò al suolo. Chiuse gli occhi e sentì indistintamente delle voci. Quando gli riaprì si ritrovò tra le braccia di Percy, che la guardava preoccupato con il respiro affannoso e continuava a chiamarla:
- Annabeth… Annabeth svegliati…
Dopo qualche secondo riuscì a recuperare la facoltà di parola e anche la cognizione di dove si trovasse. Comunque l’unica cosa che riuscì a biascicare fu:

- Ci hanno presi?
A quelle parole il ragazzo si rilassò visibilmente e regalandole il suo più bel sorriso da ragazzino le disse:
- No, siamo riusciti a scamparla un’altra volta. Inizio ad essere sempre più convinto che tu sia il mio personale portafortuna… e questo sai cosa vuol dire?
- Che mi hanno scagliato addosso qualche maledizione come in Harry Potter?
- No, significa che d’ora in avanti non potrai mai più stare lontana da me.
- Ehi, per cosa mi hai preso, una specie di zampa di coniglio?
- Ancora una volta sei in errore, tu non sei un oggetto, sei la mia ragazza saggia – detto questo le lasciò un bacio sulla punta del naso e l’abbracciò nuovamente. Il loro momento speciale fu, però, interrotto da un voce vagamente familiare alla figlia di Atena, che rimase a bocca aperta quando vide d’innanzi a se Rachel. La fissò in quel modo, ignara che le stava rivolgendo la parola fin quando il suo ragazzo, che nel frattempo continuava a guardarla con aria divertita, le scosse dolcemente la spalla. Solo allora la ragazza rammentò la sua progenie e riacquistata del tutto la lucidità le chiese ciò che aveva detto in precedenza nel modo più elegante che conosceva. Mentre la sua amica riprendeva a raccontava, provava a essere, in ogni modo, razionale ma quella calda presenza al suo fianco le renda il tutto al quanto difficile. La situazione iniziò a sfuggirle di mano, ma fu salvata dall’amica che dopo averla chiamata per nome, con un tono abbastanza imperioso, recuperò la sua completa attenzione. Le raccontò di ciò che era accaduto dal momento in cui lei era finita nel mondo dei sogni fino ad allora.
- Sei svenuta proprio mentre Frank aveva riassunto la sua forma umana. Non immagini quanto erano preoccupati per te, per non contare il fatto che i mostri li avevano circondati… erano praticamente spacciati, ma poi, proprio quando credevano che tutto fosse perso per sempre, sono intervenuta io. Da un bel po’ avevo sentito che le truppe di quel mostro si erano mosse per catturare dei mezzosangue che erano scappati e conoscendovi, con la sicurezza che sareste venuti a prendermi, ho deciso di correre qualche rischio per salvarvi la pellaccia. Lì ho condotti al mio nascondiglio, ossia questa insenatura nella roccia, certa che qui non ci avrebbero mai seguiti. Ci siamo consultati su quanto sapevate e su quello che mi era successo dopo che ero stata rapita e di come sono riuscita a scappare.  Ero riuscita a scappare due giorni fa, grazie ad un trucchetto che avevo imparato per strada – spiegò la rossa, mostrando una forcina per capelli – comunque quando ti ho visto in quello stato ho avuto una visione di te mentre combattevi all’ultimo sangue, ma non sono riuscita a vederne l’esito – detto ciò fece una pausa aggrottando la fronte, come se non se ne spiegasse il motivo di quanto era accaduto, poi aggiunse con un sorriso malizioso – sai, Percy era così terrorizzato all’idea di perderti che continuava a camminare avanti e indietro per il nascondiglio blaterando cose senza senso, ha fatto venire il mal di testa a tutti. Sembrava il coach Hedge quando lancia minacce di morte a chiunque gli capiti a tiro, non potevamo neanche avvicinarci o dirgli qualcosa… di sicuro è molto più carino e trattabile quando sei con lui – concluse l’Oracolo facendole l’occhiolino.
A queste parole il figlio di Poseidone arrossì violentemente mentre Annabeth scoppiò a ridere e gli diede un bacio sulla guancia.
- Ok, quindi ricapitolando la situazione – cercò di fare mente locale di tutto quello che era successo – abbiamo ritrovato Rachel, anzi, è stata lei che ci ha ritrovati, ciò significa che almeno uno dei nostri propositi riguardo la missione si è realizzato… ora che ci penso… Rachel perché l’Imperatore ti ha rapita? – la domanda spiazzò la ragazza, il cui sguardo si rabbuio all’istante.
- Voleva “La” profezia – rispose semplicemente, ma con tono di voce grave.
- Ehm, scusate la domanda idiota ma… quale delle tante che minacciano la fine dell’Olimpo o del Mondo o della nostra vita? Perché io sinceramente non saprei – disse Hazel.
- Esistono molte profezie, è vero, ma esiste una profezia suprema, se così la vuoi chiamare, la profezia delle profezie… quella che l’Imperatore voleva sapere: “Dopo un lungo conflitto riuscirà a tornare, e caos, ombre e tenebre scatenare. Il giorno in cui la stella, sua prigione, dal sole non verrà toccata, con il suo massimo potere sguinzaglierà la sua temibile armata. Nessuno sconfiggerlo potrà, e il suo regno non cesserà. Anche gli Dei un tempo valorosi, cadranno sotto i suoi eserciti poderosi…
- Ma questo è orribile – disse Piper scioccata, tutti avevano abbassato, sconsolati, la testa ormai consapevoli della sorte che li attendeva.
- Un ultimo monito giunge infine, se il Campione combatte, per lui sarà la fine.
Quest’ultima frase, se possibile li sorprese più del resto. Dopo un attimo di silenzio esplose il caos:
- Cosa vuol dire?
- Chi è il Campione?

- Come diavolo può fare a sconfiggere qualcuno di così potente?
- Adesso basta! – gridò Annabeth – Rachel è l’Oracolo, il suo compito è quello di riferirci le profezie, non interpretarle e poi per me è stata abbastanza chiara, no? Ammetto che anch’io sono sorpresa dal fatto che possiamo essere salvati da questo “Campione” ma questo non ci deve offuscare la mente. Non sappiamo quando e come il nostro salvatore si mostrerà a noi. Per il momento non possiamo permetterci distrazioni di alcun che, chiaro? – detto questo prese uno strano marchingegno d’ottone dalla taschina laterale dei jeans e aggrottò le sopracciglia, più seria e concentrata che mai, per chissà quali calcoli complicati. Iniziò poi a trascrivere dati incomprensibili sul suo block notes. Dopo qualche minuto risollevò gli occhi e facendo un bel respiro si alzò in piedi guardando ognuno negli occhi:
- Beh, per lo meno il quando accadrà il finimondo lo sappiamo. La stella in cui è imprigionato non è molto distante dalla Terra ed è illuminata sempre dal sole tranne quando i pianeti si allineano. Ciò significa che abbiamo circa quarantotto ore di tempo per evitare che il Mondo diventi il sole. Adesso ascoltatemi bene tutti, niente panico, niente paura, nessuna esitazione: a questo punto noi siamo gli unici, o perlomeno quelli più vicini al nemico, e dobbiamo rallentarlo in tutti i modi possibili. La profezia parla di un Campione e dal momento che noi siamo i soli ad avere l’unica arma che può distruggerlo, direi che il novanta per cento delle possibilità dice che sia uno di noi. Dobbiamo fare assolutamente del nostro meglio e…
- E cosa? Pensi che dobbiamo dividerci? – chiese Percy.
- No, al contrario. Com’è il detto, dividi per conquistare, no? Siamo molto forti insieme e se ci spariamo… beh abbiamo già sperimentato con dolore ciò che succede – disse guardando apertamente Jason, che stava per aprire bocca. Poi aggiunse – Ragazzi, noi non sappiamo quando questo eroe arriverà o se lo farà, ricordatevi che la profezia usa il condizionale e poi non vorrei rimanere a girarmi i pollici nell’attesa che qualcuno faccia qualcosa al posto mio quando posso agire da me. Noi siamo semidei, non ci siamo scelti questa vita ma possiamo decidere se viverla al meglio o no. Non vi tratterò nel caso vogliate andarvene, né vi giudicherò… ma se oggi deciderete di rimanere e preparavi per la guerra, io vi prometto che la nostra storia verrà narrata per secoli, faremo vedere che noi mezzosangue, oggi, abbiamo dimostrato di essere, che gli Dei mi perdonino, meglio addirittura di loro. Che ci guardino tutti, che sappiano che noi abbiamo scelto di morire in piedi, piuttosto che vivere una vita in ginocchio! – detto questo tutti alzarono i loro pugni al cielo e iniziarono a gridare in assenso verso la figlia della Dea della saggezza, che in quel momento splendeva più che mai. Percy, avvicinatosi a lei, le disse con un sorriso da un orecchio all’altro:
- Si sentiva la tua mancanza ragazza saggia. Allora, qual è il piano, capo?
 
 

- Coraggio, dobbiamo esercitarci il più possibile così da dargli del filo da torcere. Hazel più in su quella spada, Piper la velocità con i pugnali è essenziale, lo so bene, ricordatelo… Dai Frank, non credo che uno scoiattolo possa aiutarci, mettici maggior impegno. Ehm, Rachel, quella non è una semplice forcina per capelli, io ci farei più attenzione, guarda si usa così… ecco, brava… Percy, Jason, sprecate troppe energie con un solo affondo, vedete di eseguire con più leggerezza i movimenti delle vostre spade, cercate di sentire il colpo e sfruttare la forza dell’avversario contro di lui…
Il resto della giornata passò all’insegna dell’esercizio con tutte le armi che possedevano. Alla fine Annabeth riuscì ad ottenere altre informazioni su dove si trovavano, il palazzo di tenebre, nel mezzo del deserto del Sahara. La struttura era formata da due torri identiche, unite tra loro da un ponte composto da ossa fuse tra loro e metallo, con numerosi piani, ognuno rigorosamente sorvegliato da almeno una trentina di mostri-fango, il cui armamento aumentava della sua letalità man mano che ci si avvicinava alla cima, ossia due enormi planetari dotati di un potente telescopio. Loro si trovavano nel punto più basso, corrispondente alle segrete, che erano sorvegliate, continuamente, da instancabili sentinelle che non erano provate da fame, sete o stanchezza in quanto alimentati esclusivamente dalla forza del loro signore. La notizia positiva era che fermato lui, anche gli eserciti a cui era a comando si sarebbero arrestati ma era una parola, tra il dire e il fare in quel caso c’era un abisso senza fine.
Dopo aver fatto l’inventario di ciò che possedevano, corrispondente, armi escluse a: una corda, una bussola, dell’ambrosia, del cibo che diviso in parti uguali fra di loro sarebbe bastato per due giorni, dell’acqua e infine degli esplosivi tra cui il fuoco greco, Annabeth si allontanò un po’ dagli altri insieme a Percy, dopo che questi avevano creato un fuoco di fortuna. Immediatamente la sua mente iniziò ad essere affollata da pensieri poco positivi sull’esito della missione e poi la ricerca di un piano che li avrebbe assicurato la salvezza continuava a martellarle nella mente, come un chiodo fisso. Non poteva più premettersi di perdere un altro amico, di quello ne era certa. Assorta com’era nello studio della missione con tutti i pro e i contro e le possibilità di uscirne vivi, non si rese conto che Percy si era seduto acconto a lei e fissava con sguardo assente un punto nel vuoto:

- Ehi, a cosa stai pensando?
- Uhm?
- Percy… sai che non puoi nascondermi niente, no?
- Ok, hai vinto tu, come al solito.
- Fammi indovinare, Jack?
- Sì, non posso credere che ci abbia traditi, voglio dire, sapevo che c’era qualcosa del suo passato che non mi stava dicendo ma pensavo fosse collegato al suo passato. Sai, quando mi ha salvato la vita ho sentito un legame tra di noi, era speciale, unico. Non lo avevo provato neanche con Tyson. E poi non riesco a capire, se era sul serio suo alleato perché mi ha salvato la vita?
- Percy, smettila, continuare a pensarci sopra ti può solo fare più male. Ora prova a riposarti, avrai bisogno di tutte le tue forze per la vera e propria battaglia.
 
 
 
Nell’aria si poteva avvertire distintamente quell’elettricità che caratterizza gli istanti prima della battaglia, quel momento in cui i soldati, disposti per file, sono pronti ad attaccare e combatte fino all’ultimo istante per ciò in cui credono. L’odore della putrefazione della carne, i rumori della battaglia che verrà, il sapore del sangue in bocca, faceva presagire qualcosa di epico, che verrà tramandato per generazioni.  
L’Imperatore pregustava già il sapore della vittoria, gli occhi bruciavano come tizzoni ardenti, nei quali si potevano vedere stragi orribili, bambini massacrati, uomini distrutti dalla cupidigia, dalla crudeltà. Continuava a guardare dalla sua finestra il paesaggio triste e spoglio davanti a sé con un ghigno malefico che non cessava a scomparire.
Quando una brezza d’aria gelida gli toccò, quasi riverente, il viso alzò di scatto la mano e le orde di demoni, riunitesi sotto il suo palazzo, tacquero immediatamente. Poi senza parole chiuse la mano a pugno e lanciò un grido che lacerò l’aria. Seguito poi da un esplosione di ruggiti i suoi soldati iniziarono a dirigersi verso l’Olimpo.
Stava ancora sorridendo quando i sette eroi entrarono silenziosamente nella stanza cercando di fermarlo. Lui si girò lentamente e li guardò tranquillo, come se si aspettava la loro visita, con gelido contegno, come se si sforzasse di non vomitare guardandoli. Dopo un po’ parlò con una voce calma e minacciosa che incuteva più timore di un grido:

- Allora giovani mocciosi, suppongo che vogliate provare a “fermarmi” con quegli stuzzicadenti che avete per armi.
- Sapevi che saremmo venuti? – chiese Annabeth
- Oh io so molte cose. Sapere è potere
- Ma dai, e io che pensavo che fossi stupido – a quelle parole il mostro emise un ringhio basso e profondo come quello di un doberman pronto ad attaccare
- Stolti mortali, credete di essere i padroni di ciò che vi circonda non sapendo che in realtà non avete niente. Vivete nell’inganno, vi crogiolate nell’indifferenza e nella sofferenza altrui. Siete prevedibili e stupidi e avidi, insaziabili da quando avete provato una goccia infinitesimale di potere, e poi avete il difetto peggiore che esista, quello che vi spinge in un baratro senza fine, nell’oblio della disperazione: l’amore – sembrò quasi che stesse spuntando l’ultima parola, perdendo il contegno che lo aveva caratterizzato tutto il tempo. Poi riprendendosi continuò:
- Non avete abbastanza potere per fermarmi e mai lo otterrete ma ora non ho tempo di disintegrarvi, ho l’Universo da conquistare, non prima di aver ucciso gli Dei dopo una lenta agonia… - detto ciò scoppiò in una lugubre risata
- La Luce ti fermerà… il Campione riuscirà a toglierti di mezzo conficcando la spada nel suolo e tu non potrai fermarlo
- Oh ma guarda guarda… qui qualcuno si è informato bene… il Campione dici? Non arriverà mai in tempo. I pianeti si sono quasi allineati, tra un ora tutto ciò che conoscete sarà tramutato in polvere e il mio regno non avrà fine! Per quanto riguarda la luce poi… ormai le manca poco, anzi consideratela finita, caput. E ora se volete scusarmi, il mio vice, che avete già conosciuto vi farà fuori tutti.
Dopo aver schioccato le dita si materializzò il mostro che aveva torturato Annabeth e che aveva ucciso Leo con il controllo di Jason.
- Ma chi si rivede… il piccolo fuocherello non ce l’ha fatta? Ma che peccato e io che pensavo che valesse un po’ di più. Oh beh, pazienza…
- Percy – esclamò Piper con freddezza glaciale – tu, Frank e Hazel andate e seguite l’Imperatore, provate a rallentarlo. Noi ci occupiamo di questo coso, e quando avremo finito con lui vi raggiungeremo.
- Ma… - tentò di protestare il figlio di Poseidone
- Niente ma, questo è il rivoltante essere che ha fatto del male ad Annabeth e al mio migliore amico e per questo non la passera liscia, lo giuro sullo Stige!
Percy voleva replicare, anche lui voleva far passare ciò che la sua ragazza aveva dovuto subire ma capiva perfettamente che sapeva cavarsela da sola. Vederla lì, a fronteggiare il pericolo senza paura gli riempì il cuore d’orgoglio e capì che cosa voleva fare non appena quella cosa si fosse risolta. Perciò dopo essersi scambiati un’occhiata di intesa, si separarono.
Appena gli altri li lasciarono, la figlia di Atena, il pretore romano e Piper scattarono verso di lui. Si sapeva difendere bene, Jason glielo doveva concedere ma non gli avrebbe permesso di farla franca, non questa volta. Tentò un affondo ma per sua sfortuna la creatura era veloce quanto perfide e fu più veloce di lui, con un possente pugno lo scaraventò dall’altra parte della stanza facendoli fuoriuscire tutta l’aria dai polmoni a causa dell’impatto. Poi fu il turno di Piper che combattendo come una furia, nel frattempo era riuscita a ferire il nemico. Finì poco distante da lui, sbattendo la testa. Temette il peggio vedendo il taglio che si era procurata ma lei riaprendo gli occhi gli sorrise incoraggiante e fissarono impotenti e storditi l’unica di loro ancora in piedi. Annabeth.
 
Percy schivò un fendente che tranciò a metà la colonna posta alle sue spalle. Frank e Hazel, dietro di lui cercavano di tenere le sentinelle, rimaste a palazzo, lontano dal semidio che combatteva contro l’Imperatore. Un altro affondo andato a vuoto e il ragazzo iniziò a indietreggiare e abbassare la spada verso il basso fingendo di essere stanco. Colse un lampo di vittoria negli occhi dell’essere che per non lascarsi sfuggire quella che credeva essere una facile e veloce conclusione del duello si scagliò contro di lui. La sua espressione mutò completamente quando Percy, veloce come un lampo, rotolò di fianco e al contempo stesso strappandosi la collana, che aveva di fianco a quella del campo, si ritrovò in mano la spada sacra che conficco nel fianco del mostro. Questo ululò di dolore e le sue orde barbariche fermandosi caddero in ginocchio, contorcendosi in espressioni di muta sofferenza.
Quando l’essere si rialzò diede una visione del suo sangue che colava da un lato. Era simile alla sabbia ma luccicante e come se fosse polvere di stelle. Questi pensieri lo distrassero abbastanza da permettere all’Imperatore di rialzarsi e di metterlo al tappeto con una ginocchiata al plesso solare. Barcollò rialzandosi e preso da una rabbia ceca lo attaccò, mancandolo, e perforando la roccia del suo palazzo con la spada. Da questa si crearono delle scosse e di li a poco se ne scaturì un vero e proprio terremoto che iniziò a far crollare tutto. Un esplosione assordante fece voltare di scatto il volto del male che si contorse in un espressione furibonda mentre vedeva una crepa enorme aprirsi al centro del suo esercito inghiottendone metà. Percy era distrutto, non riusciva neanche a rimanere in piedi, si teneva aggrappato a fatica alla leggendaria arma.

- Tu – disse avvicinandosi – tu… come hai osato, viscido verme schifoso! Credi di aver vinto? Povero illuso, anche se rimanessi solo, nessuno mi fermerebbe – detto questo lo sollevò, prendendolo per la gola e iniziò a stringere lentamente poi con un urlo di dolore lo lasciò cadere a terra – ma cosa? – si girò e vide Hazel che brandiva la spada sacra che il figlio del Dio del mare aveva usato prima.
- Va bene, adesso basta. Credo che sia ora di finirla.
- Lo credo anch’io – detto questo passò nuovamente la spada a Percy che la afferrò al volo. Nel frattempo scoppiò un temporale, probabilmente merito degli Dei e l’acqua lo aiutò a riprendersi in fretta. Affiancato dai suoi due amici e con l’arma che risplendeva in mano per un momento si sentì invincibile e penò che in tre ce l’avrebbero fatta, che forse non tutto era perduto. Poi una freccia lo trafisse al fianco destro, spuntandogli dall’altra parte. Si voltò lentamente togliendo dalla sua visuale il ghigno malefico dell’Imperatore e sgranò gli occhi quando vide Frank che con calma gli sfilava la spada dalle mani per poi tenerla con sé recandosi verso il mostro che scoppiò in una sonora risata.
- Pensavi davvero che il moccioso con cui ho parlato fosse il traditore? Povero piccolo idiota. Sapevo che la biondina iniziava ad avere dei sospetti su una spia all’interno del gruppo così quando siete venuti qui ho dovuto improvvisare
- Allora Percy – chiese il traditore – come ci si sente a non avere più il potere?
 
 
 
I tre semidei erano in piedi di fronte alla creatura che continuava a combattere, benché sanguinante. Erano riusciti a ferirla ma ormai avevano prosciugato tutti i loro poteri. Era il colpo finale, lo sapevano e se non fossero riusciti a mandarla agli Inferi ora, non sarebbero riusciti ad aiutare gli altri col grande capo.
Con uno scatto felino l’essere demoniaco si gettò su Annabeth che cadde per terra e prima che gli altri potessero fare qualcosa, iniziarono a rotolare al suolo finché entrambe smisero di muoversi. Piper emise un suono strozzato e corse insieme a Jason vicino alla ragazza. La creatura si era tramutata in polvere mentre lei era distesa a terra, con gli occhi sbarrati dalla paura e il suo pugnale in mano.

- Annabeth – la chiamò dolcemente la figlia di Afrodite
- Sto bene – disse lei – ora andiamo ad aiutare gli altri
Non appena uscirono dalla camera gli trovarono sul ponte però qualcosa non andava. Annabeth perse un battito vedendo che Percy era in ginocchio tenendosi il fianco destro con le mani. Hazel era in piedi impietrita mentre Frank, con la spada sacra stretta nella mano aveva un ghigno malefico.
Si avvicinarono correndo, e non appena furono vicini capirono perfettamente la situazione:

- Frank – mormorò Hazel, con le lacrime agli occhi – come hai potuto?
- Credevate davvero di essere gli unici a poter diventare importanti? Tutti vi rispettano in fondo voi avete salvato l’Olimpo e io? Sono rimasto a curare i feriti – disse sputando a terra – ma ora le cose cambieranno, avrò un posto di comando nel nuovo impero e voi sarete spazzati via
Tutti lo fissarono scioccati e dopo un altro tuono fu l’Imperatore a parlare:
- Mio fedele servitore ora va e uccidili tutti, io devo andare al planetario per vedere la fine della mia carceriera.
- Sì mio signore – detto questo si trasformò in un immenso dragone rosso e si lanciò verso di loro. Colpì in pieno Piper che cadde dal ponte ma proprio quando credeva di essere spacciata fu salvata da Rachel che in sella al suo pegaso la riportò su.
Nel mentre Annabeth, accertatasi che la sua ferita si fosse rimarginata grazie al potere che otteneva dalla pioggia gli disse:
- Percy, devi fermarlo tu sei l’unico…
- Ne sei sicura? – una voce profonda fece voltare tutti, persino l’Imperatore, che si stava allontanando da lì. Jack si ergeva su un immenso pegaso il cui colore cambiava in continuazione, passando dal bianco, al marrone, al nero. Il suo manto era lucente e le sue ali enormi vibravano di energia pura. Solo quando incontrò i suoi occhi verdi come il mare capì di trovarsi davanti il vero Pegaso, figlio del tuono e del mare, signore incontrastato dei cieli, dominatore dell’aria. Era molto più grande di un pegaso normale e quando quello di Rachel lo vide si inginocchiò rispettoso. Intanto Jack, sceso da cavallo raccolse la spada, dimenticata da Frank e si voltò verso l’Imperatore che lo guardava scioccato:
- E così ti sei liberato dalla tua prigione di fiamme… impressionante
- Sai non sono così facile da fermare
A quel punto fu Frank a parlare che ancora trasformato in drago gridò:
- Ma si può sapere chi diavolo sei?
- Un figlio di Poseidone – rispose sicuro Percy
- Affermativo – disse il ragazzo – ma temo di non essere solo quello – e dopo una pausa aggiunse – sono il Fuoco Blu.
A quelle parole tutti rimasero sorpresi, persino il loro nemico che fatto un passo indietro sfoderò la sua spada fatta di fiamme incandescenti.
- E così sei tu il campione… bene, finalmente un degno avversario
Jack senza prestargli il minimo interesse si inginocchiò vicino al suo fratellastro e gli controllo la ferita, poi gli chiese:

- Stai bene?
- Certo, sono un osso duro, io
- Lo so – disse sorridendogli – te la senti di combattere con me, giusto un altro po’?
- Quando vuoi – rispose afferrandogli la mano che gli tendeva.
- Ragazzi, vi potete occupare voi di quell’ammasso di carne? – domandò indicando con la spada Frank
- Ovvio – rispose Jason – dammi solo un minuto e avrai bastoncini di drago pronti per essere gustati.
- Perfetto – poi girandosi verso il nemico disse con voce sicura – sei pronto per la fine?
- Oh la fine arriverà in ogni caso, ciò che resta da vedere è per chi.
Il combattimento iniziò. I ragazzi benché provati dalla stanchezza e dalle ferite riuscivano a tener testa al drago mentre Jack e Percy menavano fendenti a destra e a sinistra. Quando l’Imperatore incrociò la spada con quella del Campione gli chiese:
- Allora, adesso che il tempo sta per scadere cosa hai intenzione di fare?
Era vero, ormai mancava poco e i pianeti si sarebbero allineati. Dopo sarebbe stato impossibile fermarlo. Proprio mentre parava un altro fendente sentì la sua voce che lo chiamava:
- ”Jack”
- “Mia signora”
- “Ormai non c’è più tempo, devi farlo”
- “Ma come? Sono troppo lontano dal punto in cui dovrei mettere la spada”
- “Lo so mio giovane eroe e so anche che quello che sto per dirti non sarà facile per te… io sto morendo, Jack e non posso farlo senza sapere che i miei figli stanno bene… perciò ho deciso ciò che devo fare ma per questo avrò bisogno del tuo aiuto… prima di dirtelo però devi promettermi che asseconderai la mia volontà."
- “ Ma io…”
- “Promettimelo Jack”
- “Lo prometto”
Improvvisamente mentre la battaglia infuriava il giovane si fermò di colpo sorprendendo il nemico che rimase con la spada a mezz’aria. Una lacrima solitaria scese lungo il viso del ragazzo che chiuse gli occhi. Quando li riaprì guardò per un lungo istante Percy, poi gli altri eroi che si erano fermati voltandosi tutti verso di lui.
Quando la brezza che soffiava sul campo di battaglia, si acquietò, lasciando spazio ad un surreale silenzio, Jack alzò la spada puntandosela contro il proprio petto, all’altezza del cuore. Percy sgranò gli occhi ma prima che potesse fare o dire qualcosa l’arma lo trapassò da parte a parte. L’Imperatore rimase impietrito e mentre un rivolo di quello che doveva essere il suo sangue gli colò dalla bocca e con un filo di voce chiese:

- Com’è possibile?
Si sentì un lungo rumore, che assomigliava a un grido straziante
- Lo sentì? – mormorò Jack – questo e l’urlo addolorato della natura, che ha appena perso sua madre.
- Cosa?
- Io sono il Fuoco Blu, un pezzo dell’anima della Luce, siamo collegati. Questa è la fine, per entrambi.
In quel momento il cielo e la terra si aprirono con uno squarcio terribile, i venti del nord, del sud, dell'est e dell'ovest si fusero e attaccarono senza pietà, la pioggia si fece così fitta e intensa che ben presto fece crollare un pezzo del ponte su cui si trovavano i ragazzi. riversandosi da quel punto, si creò una cascata che pareva andare a finire nel vuoto, molto simile ad un pianto. Jack vide l'Imperatore scrutare il cielo, aveva sfiorato la vittoria, i pianeti avevano perso il loro allineamento, ognuno aveva ripreso la propria orbita e ora tutto ciò che rimaneva del suo piano perfetto era solo cenere. Una volta chiusi gli occhi si iniziò lentamente a scomparire, trasformandosi in polvere. L'ultima cosa che disse fu:
- Quindi è così che doveva andare a finire, eh vecchia amica mia?
Una volta scomparso del tutto, anche Jack ormai al limite delle sue forze, si lasciò andare ad un meritato riposo. Trasportato dall'acqua cadde nel vuoto immenso, e inutile fu il tentativo dei semidei di riportarlo indietro. L'acqua, come se avesse avuto coscienza propria ignorò i comandi di Percy e non si fermò, continuò il suo percorso implacabile fin quando non rimasero che gocce a testimonianza di ciò che era stato.
 
 
 
- Credi che gli sarebbe piaciuto? - chiese Percy
- Ne sono convinta
Erano passati cinque mesi da quando si era combattuta la grande battaglia e di Jack e Leo non se ne aveva avuto più nessuna traccia. Ritornati al campo avevano raccontato l'incredibile avventura che avevano vissuto. Frank, secondo la testimonianza di Jason e Piper era caduto nelle profondità della terra durante il terremoto e fino all'ultimo aveva provato ad ucciderli. Poco dopo il loro arrivo, era stata eretta una statua imponente in memoria della luce e dei due semidei che si erano sacrificati per mantenere la pace. Quel giorno si erano tutti riuniti lì, per ripensare a quanto accaduto e proprio quando la  stavano nominando comparve Φως  lasciando tutti a bocca aperta.
- Ma come? - benché fosse lei non lo era veramente e infatti la risposta non attardo ad arrivare
- Salve miei giovani eroi. Ho sentito il dolore che avete provato in questi mesi da quando i vostri amici si sono sacrificati. Ho ritenuto opportuno comunicarvi che sono sempre stata attenta nei riguardi dei miei figli e non ho mai mancato di preservarne la salvezza
- Sì ma Jack e Leo sono morti! - esclamò Piper
- Non è esatto.
- Cosa vuol dire?
- Sono ancora vivi ma si trovano in un'altra dimensione o meglio in un'altra epoca. Prima di morire ho conservato energia sufficiente per inviare Leo e Jack, dopo aver reciso il mio legame con lui, nell'antica e gloriosa Grecia, dominata da creature mitologiche e divine.
- E allora tu come fai ad essere qui?
- Mi avete chiamato voi - disse con dolcezza
- E come faremo a riportarli indietro?
- Quando scomparirò si aprirà un portale che vi porterà dove i vostri più profondi desideri vogliono. La domanda è desiderate davvero ritrovarli?
- Sì - risposero tutti in coro
- Bene - disse iniziando a scomparire - che i grandi spiriti del passato vi guidino
- Aspetta come torneremo indietro?
- Per questo giovane figlia di Atena, troverai sicuramente la soluzione. Addio
Lasciandoli soli e questa volta per sempre, fece comparire un enorme portale. Dopo essersi guardati un attimo negli occhi partirono, all'insegna di una nuova avventura.
fine
 
 
Angolo dell'autore
Allora miei fedelissimi lettori, dopo tre lunghi mesi sono riuscita a completare questa storia, che spero non vi deluderà. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto la storia, che l'hanno recensita e che mi hanno spronato ad andare avanti. Grazie davvero tanto ragazzi. Vi lascio con la mia visione di un Frank maligno e di un Jack che in fin dei conti non era poi tanto cattivo. Mi scuso per eventuali errori di ortografia  e con la speranza condivisa che in Blood of Olympus non muoia né Annabeth né Percy. Alla prossima, ciao!!!!!!
           
 
  
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