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Autore: AliceC12    04/09/2014    2 recensioni
"Facciamo l’amore dolcemente, mi sussurra “ti amo” e tra le sue braccia mi sento finalmente viva"
Ma è solo un altro ricordo doloroso.
Quanto pagherei per tastare quelle sensazioni ancora una volta, per riportare indietro quella notte e riviverla all’infinito.
Ma è dunque vero che un amore sincero e genuino sia in grado di contrastare anche la più potente delle forze?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Take back the night


Mi sento morta, impotente, come polverizzata e pressata al suolo da una montagna di macerie.
La testa gira, la stanza si deforma su se stessa quasi fosse un quadro astratto; l’impressione è che voglia crollarmi addosso.
Abbasso lo sguardo, c’è tanto sangue… scorre lungo i miei polsi, bagna la mano, termina il percorso sulle piastrelle color avorio in un’ampia pozzanghera scura.
Butto la testa all’indietro, il collo è arrestato dal freddo bordo della vasca in ceramica. Delle piccole onde, originate da un confuso movimento delle mie gambe, sembrano cullarmi in maniera sempre più eterea verso la fine, un buco scuro come la pozzanghera di sangue rappresa a terra.
La schiuma è ormai sciolta, la luce proveniente dal lampadario va affievolendosi sempre più, rimbalza sulla superficie riflettente delle mattonelle bianche e mi colpisce il viso, riducendo ulteriormente le mie capacità visive già compromesse dall’ingente perdita di sangue.
Avevo pensato spesso a come avrei lasciato questo mondo, non credevo mi sarei ridotta ad una maniera tanto ridicola ed irrispettosa.
Sento il trucco scuro colare lungo le gote ormai smunte, i capelli bagnati appiccicarsi al viso ed incorniciare quell’ovale scavato.
Mi volto nuovamente verso il polso, assaporo con inquietante eccitazione la scena di mille goccioline rosse lanciarsi nel vuoto sino a terminare con ritmica frequenza nella pozzetta di sangue.
Le solite, raccapriccianti immagini si susseguono ripetutamente nella mia memoria, si fanno spazio tra i ricordi e mi imprimono un tale dolore psicologico che nemmeno gli squarci sui polsi riescono ad alleviare.
Rivedo Harry, la mia mano tra i suoi capelli ricci, i suoi occhi verdi incastonati nei miei, percepisco le labbra sottili assaporare le mie, il suo profumo solleticarmi il naso, la sua potente voce massaggiarmi i timpani, la sua figura allontanarsi nell’ombra.

Ricordo la sua salma inerte sdraiata nel vialetto di casa, il rombo della macchina che sgomma via, il viso ricoperto di sangue, le mie mani comprimergli il petto nel tentativo di rianimarlo.
Tutto inutile. Non si sveglia, non apre gli occhi per guardarmi ancora una volta, non socchiude le labbra per sussurrarmi un “ti amo”, non muove le mani per stringerle alle mie.
Urlo, mi dimeno, corro in mezzo alla strada in cerca di aiuto. Qualche vicino preoccupato ha già chiamato l’ambulanza e si appresta a darmi conforto.
Non voglio nessuno. Voglio Harry, il mio Harry, che non mi risponde, non mi guarda o mi sorride come fa sempre. Non voglio accettare la realtà, non me ne capacito e continuo a sperare che una mia carezza, un mio bacio o la mia respirazione assistita risolvano tutto.
Non è così.
Fisso con sguardo riluttante i paramedici accostarsi al suo corpo. Grido loro di sbrigarsi, di caricarlo su quella maledetta barella e portarlo in ospedale.
Non mi ascoltano.
Eseguono tutto con estrema calma e non ne capisco il motivo fino a quando vedo apparire un telo bianco. Lo dispongono sopra di lui… Vorranno tenerlo al caldo, ma allora perche coprire il viso?
Il dottore si accosta a me: “Lo abbiamo perso, mi dispiace”
Lo guardo, guardo Harry, riguardo lui. Mi sento mancare il respiro, le gambe tremano, incapaci di donarmi sostegno. Realizzo ciò che mi ha detto e scoppio a piangere; mi dibatto, picchio i pugni contro il suo petto e lo trasformo nel mio sacco da box personale. Ma lui mi lascia fare.
Le gambe cedono, mi accascio a terra priva della forza necessaria a reggermi in piedi e, come una neonata, mi trascino verso Harry con la sola forza delle braccia.
I paramedici cercano di sollevarmi, farmi calmare e riacquistare senno ma falliscono.
Lo raggiungo e scosto il telo bianco dal suo viso, sotto lo sguardo raggelato dei passanti. I medici mi consigliano di allontanarmi; urlo loro contro, con quanto più fiato ho in corpo.
-Lasciatemi stare! Voglio salutarlo-
Lo accarezzo dolcemente percorrendo quei lineamenti leggeri e gli stampo un lieve bacio sulle labbra. L’ultimo.
Lo guardo allontanarsi ma non vedo un corpo morto, rivedo la sua figura che apre la porta di casa ed esce per andare al lavoro la mattina, il suo sorriso non appena tornato la sera, lo sguardo intenso in cui mi incanto mentre facciamo l’amore e gli occhi chiusi alle prime luci dell’alba, quando mi poggio su un fianco per ammirare i tratti di quel viso angelico incorniciato da una folta chioma di setosi capelli marroni, la fronte alta interrotta da qualche ricciolo che ricade sbarazzino poco al di sopra degli occhi, due smeraldi verdi e luminosi, al momento celati dalle palpebre.
Parlo al presente perchè per me non si sta allontanando in ambulanza, non è coperto da un telo bianco. Non è morto.
Le lacrime incastrate tra le ciglia trovano il modo di liberarsi, si riversano prepotenti sulle guance, mi irritano gli occhi, vorrei sollevare il braccio ed asciugarle… Impossibile, non ne ho la forza.
Non gli avevo detto addio, non lo avevo salutato, non avevo risposto “ti amo” alla sua dichiarazione. Lo avevo sempre dato per scontato e ora tutto fa così maledettamente male, ora che non ne sono più in possesso, che non sarò mai in grado di fargli capire quanto l’amore che provi per lui sia profondo e tremendamente reale.

Rivolgo nuovamente lo sguardo verso il polso insanguinato, fatico a tenere gli occhi aperti, la testa ricade pesante sulla spalla sinistra e con un sospiro lascio che la stanchezza prenda il sopravvento.
Non so quanto ancora riuscirò a resistere. Spero solo di mettere presto fine a tutto questo dolore, provocato non tanto dai tagli profondi alle estremità delle braccia quanto dai tristi ricordi legati ad Harry e ai nostri quattro anni passati insieme.

-Dai Brit sbrigati, siamo in ritardo-
-Non mettermi fretta Styles, sai che ho i miei tempi-
-Un po’ troppo lunghi, non trovi!?-
-Non ribattere sempre- rispondo con un ghigno divertito.
Scendo le scale e lo trovo ad attendermi ai piedi del divano: giacca, cravatta, capelli accuratamente pettinati, bello come sempre.
Sfoggia un magnifico sorriso, fatico a non rimanerne incantata, e squadra dall’alto in basso il lungo vestito blu a balze che indosso.
-Tratterrò i commenti ben poco casti… Sei una favola- sussurra porgendomi una delicata rosa rossa.
-Anche tu- rispondo a pochi centimetri dalle sua labbra.
E’ il nostro quarto anniversario, saliamo in macchina e, per festeggiare, mi porta nel ristorante più rinomato della città; nonostante io abbia insistito a lungo nel fare qualcosa di semplice, ha deciso di non badare a spese quest’anno e offrirmi il lusso che, a parer suo, mi merito.
Cena italiana con lasagne al ragù, polpette e tiramisù, il tutto condito da un regalo assolutamente speciale.
Conclusa l’ultima portata, Harry si alza dalla sedia, si inginocchia ai miei piedi, estrae una piccola custodia blu in feltro dalla tasca e, con occhi lucidi e mani tremanti,  mi fa la proposta di matrimonio.
Abbiamo solamente vent’anni, siamo giovani, immaturi, impulsivi,svogliati, sognatori, poco realisti, non ancora pronti alle difficoltà che un matrimonio porti con se, ma non ci penso due volte ad esclamare un sonoro e commosso “si” accompagnato dagli applausi dei commensali.
Conclusa la serata, torniamo a casa. Serro la porta d’ingresso alle mie spalle e gli lascio un casto bacio a fior di labbra, dopo di chè mi dirigo in camera.
So per certo che, nel giro di pochi minuti, mi seguirà e lo aspetto impaziente. Sento le scale cigolare sotto il suo passo leggero, due mani accarezzarmi e stringermi in vita, labbra sottili solleticarmi il collo.
Mi volto e catturo quelle iridi verde smeraldo, prima di assaporare con sfrenata passione le labbra che per tutta la sera mi sono mancate.
Poco a poco la giacca, la camicia, il vestito, i pantaloni scivolano sul pavimento ai piedi del letto, uno dopo l’altro.
Lo faccio sdraiare e mi avvicino a lui annullando il più possibile le distanze tra di noi.
Il mio cuore ha un sussulto al contatto con il suo petto, prende a battere celermente e scatena in me una miscela di emozioni capace di farmi impazzire un pochino di più dopo ogni suo bacio, una sensazione che solo la presenza di quel ragazzo è in grado di suscitare.
Percorro con le dita i contorni scuri degli orribili tatuaggi che ha sul ventre, e li maledico mentalmente per oscurare la perfezione di questo fisico muscoloso.
Facciamo l’amore dolcemente, con una tenerezza e sensualità capaci di unire solo due anime docili e malleabili come le nostre.
Mi sussurra “ti amo” almeno sei volte e tra le sue braccia mi sento finalmente felice, come in nessun altro luogo potrei essere, serena ma soprattutto viva e certa di trovarmi sempre al sicuro con lui accanto.

Spalanco gli occhi di soprassalto; un altro intenso ricordo mi ha inondato la mente, riportato  a galla emozioni che mai più potrò rivivere, accresciuto ulteriormente il dolore che provo.
Quanto pagherei per tastare quelle sensazioni ancora una volta, per riportare indietro quella notte e riviverla all’infinito.
Decido di farla finita; con un briciolo di forza fornitami dall’adrenalina, afferro il rasoio e lo avvicino al polso così da procurarmi il taglio decisivo.
Ma all’improvviso una figura maschile spalanca la porta del bagno; e’ Harry.
Mi guarda, inclina la testa.
-Cosa stai facendo?- domanda senza perdere il sorriso –Non voglio che tu lo faccia-
-Voglio venire da te- replico.
-Lascia quella lametta e torna a vivere… Come quando facevamo l’amore-
Incastro gli occhi nelle iridi di Harry mentre percepisco un braccio cingermi la vita e le gambe, sollevarmi di peso e adagiarmi delicatamente sul letto.
Mi sveglio nuovamente e riconosco il volto del mio salvatore:  Liam, il migliore amico di Harry.
Mi guarda, gli occhi nocciola immersi nelle lacrime, intento a fasciarmi il polso con quanta più precisione possibile.
-Perché l’hai fatto?- sussurro flebilmente.
-Manca anche a me, ma Harry non vorrebbe questo… vorrebbe che tu tornassi a vivere-

*1 Mese Dopo*
-E quindi è così che ho assaporato il gusto della morte, amore mio. Ma non temere, ho ripreso a vivere, proprio come mi hai chiesto. Dovresti apparire in sogno anche a Liam, sai? Lui mi ha salvato la vita-
Racconto inginocchiata ai piedi della sua tomba, percorrendo con lo sguardo le lettere che compongono il nome sulla lapide e la foto che le affianca.
Mi piange il cuore ma mantengo il sorriso; mi faccio forza, così da infondergli la certezza che mai più tenterò volontariamente di raggiungerlo.
Gli mando un bacio con la mano, sussurro “ti amo”, accarezzo con il palmo le ferite sui polsi, stringo l’anello che ancora porto al dito… e che mai toglierò!



Spazio Autrice: Ammetto di essermi dovuta impegnare come non mai per scrivere questa OS, perchè il sol pensiero di Harry morto mi fa stare malissimo e ho toccato ferro ogni qualvolta la rileggessi, però è una storia che mi è venuta giu di getto e ho sentito di doverla continuare. Per la prima volta pubblico qualcosa che riguardi un argomento delicato come il suicidio e avrete notato che l'ho definito come qualcosa di "ridicolo ed irrispettoso". Ecco, non ho niente contro chi, purtroppo, si sente costretto a ricorrere a certi metodi per alleviare il dolore, ma è una soluzione che non accetto perchè non credo che del dolore fisico non può generare benessere. E siccome considero la vita qualcosa di prezioso, lo ritengo anche un metodo irrispettoso nei propri confronti, ma so benissimo che non sempre è così facile. Niente, spero vi piaccia e che possiate lasciare una recensione <3
Un bacione
-Ali
Vi lascio con questa meraviglia:


  
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