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Autore: Psiche_delia    04/09/2014    3 recensioni
Un giorno una scrittrice amatoriale che si perdeva le parole per strada, lesse una frase:
"Non sei fregato veramente, finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla". Indubbiamente qualcuno a cui raccontare la storia, la loro storia, ce l'avevo e di questo non ho mai potuto ringraziarvi abbastanza, ma per la buona storia.. Beh qualcuno deve aiutarmi a renderla tale, e quel qualcuno siete voi!
Io sono Psiche e questa è "Tu sei il protagonista", la mia storia, la vostra storia, la storia di Mika e Demian!
Buona Lettura!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Amava l’inverno, stare sotto le coperte a guardare la pioggia che cadeva, e il freddo che appannava i vetri della finestra.
Spesso a casa di Rebecca quando non era di buonumore, e lei non c’era si sedeva sulla poltrona dove era solita sedere lei, e guardava fuori dal grande finestrone. Guardava tutto, la pioggia che cadeva, lieve o forte che fosse, i passanti che camminavano svelti sul marciapiede, chi con l’ombrello, chi colto all’ultimo momento, con solo un cappuccio a coprirli dall’acqua imminente.

Era capace stare lì per ore, raggomitolato in una coperta, in silenzio, in attesa che lei ritorni, per sfogarsi dei brutti pensieri che gli sfioravano la testa.
Nel loft, non aveva avuto il piacere di starsene da solo, almeno senza che qualcuno lo disturbasse. Così, quel giorno cupo di Dicembre, aveva preso una coperta, e si era seduto su una delle poltrone del salotto, sperando che nessuno lo notasse, per poter stare in pace e serenità con se stesso.

Erano passati parecchi mesi, da quando aveva lasciato casa sua, eppure non si sentiva nostalgico come pensava di divenire stando staccato per troppo tempo dalla sua migliore amica. Si era abituato a quel clima, alle persone che gli stavano intorno e che lo trattavano come un amico. Prima questo non succedeva, se qualcuno vedeva in lui un carattere chiuso ed introverso, girava alla larga, cercando di non avere niente a che fare con quella negatività che spesso emanava.

Pensava a tutte quelle persone, che nello show gli erano state vicine. Luca e Filippo che nonostante tutto gli erano rimasti vicini sempre. Irene.. in lei aveva trovato una sorella minore, da coccolare e proteggere. Morgan, un nuovo amico e accantonando le volte che si comportava peggio di lui, anche un padre con cui confidarsi. Ilaria, un’amica sincera, senza peli sulla lingua, forte e coraggiosa all’esterno ma timida e sola dentro di se.

E poi Mika… non sapeva cosa rappresentava il cantante per lui, un amico? Un confidente? Un compagno? Si stupiva solo al pensiero di poterlo definire compagno, in fondo non avevano nulla in comune, non si erano mai comportati come amici, e men che meno confidenti. Il loro era uno stato sentimentale complesso, che Demian non avrebbe mai voluto scoprire, per paura che possa diventare qualcosa di più per lui, ma in fondo bisognoso d’affetto.

Si strinse ancora di più nella coperta, era in momenti come quelli che avrebbe voluto avere accanto a se un fratello o una madre, era in momenti come quelli che rimpiangeva di essere scappato dalla famiglia che in fondo gli voleva bene, era in momenti come quelli che si sentiva solo come un cucciolo abbandonato a se stesso.
 Sentì schiavare la porta, qualcuno sarebbe entrato, e lo avrebbe visto.. non voleva farsi vedere in quello stato… chiuse gli occhi, sperando che chiunque lo vedesse, pensasse che stesse dormendo, lasciandolo in pace.

Quando Mika entrò nel loft quella sera, e vide Demian accucciato sulla poltrona, come un cucciolo acciambellato, non poté fare a meno di guardarlo dormire. Peccato però che quella che vedeva nel viso del ragazzo, non era la solita aria di beatitudine che caratterizzava le persone che dormono, aveva un’espressione addolorata in volto. Allora Mika capì che Demian non stava affatto dormendo, voleva essere lasciato solo. Così, allontanandosi dalla poltrona si diresse verso le scale.
-Non andartene di nuovo- un sussurro però lo bloccò. Pensava di esserselo immaginato, ma quando si girò, vide che Demain lo stava guardando.
-Come?-
-Non andartene- ripeté ancora, stavolta evitando i suoi occhi. Mika sospirò, ritornò sui suoi passi, togliendosi la giacca e le scarpe. Fece spostare di poco Demian, e si sedette insieme a lui sulla poltrona, lo abbracciò, posando il mento sul capo del biondo, che si era accucciato ancora di più sul suo corpo.

Non parlarono, Mika era sorpreso e anche un po’ triste per il comportamento dell’altro, mentre Demian, aveva solo bisogno di qualcuno che lo abbracciasse, aveva un tremendo bisogno di sfogarsi con qualcuno.
-Quando ero piccolo sono scappato di casa, temendo che i miei genitori si separassero per colpa mia..- iniziò sistemandosi meglio sull’altro, mentre Mika restava in silenzio, sorpreso da quel gesto.
-Non avevo un posto dove stare, per questo decisi di passare la notte da Rebecca,  già a quel tempo eravamo migliori amici, così i suoi genitori, non volendo sapere nulla del perché della mia decisione, mi ospitarono.-
Mika notava quanta fatica facesse a raccontare quella storia, ad ogni frase, dopo ogni parola sospirava, come se potesse racchiudere in quei sospiri tutte le parole che lui non riusciva a tirare fuori. Così, fece quello che si sentiva di fare in quel momento; lo strinse ancora più forte, infondendogli tutto il suo coraggio.
-Quando la mattina dopo mi svegliai, venni a sapere che i miei genitori avevano avuto un’incidente d’auto quella sera stessa. Preoccupati per me, erano saliti in macchina a quell’ora tarda, per venirmi a cercare. Fosse per la preoccupazione o per i continui litigi tra i due, non si accorsero di una macchina che gli veniva incontro… avevano avuto un’incidente stradale..- non doveva piangere, non doveva e non voleva. Ma quelle gocce di acqua salata continuavano a scendere dai suoi occhi, come se avessero un cervello proprio.

Mika non sapeva come si sentiva, poteva solo immaginare l’immenso dolore che stesse provando Demian a raccontargli quella storia, lui non aveva mai perso qualcuno a lui caro..
-Mia madre morì sul colpo, mio padre la mattina dopo in ospedale, stava aspettando me..-  non sapeva perché gli stesse raccontando quelle cose, sentiva solo il bisogno di essere compreso. Avrebbe potuto parlarne con luca, lui sapeva la sua storia, ma sentiva in cuor suo, che avrebbe dovuto condividere qualcosa con il riccio.
-Quando arrivai al suo capezzale, mi disse che era fiero di me. Mi disse che anche la mamma lo era e che mi amavano più di ogni altra cosa al mondo… poi spirò con un sorriso sulle labbra.- Lì Mika capì che il racconto doloroso era finito. Non sapeva come comportarsi.
-E’ passato tanto tempo, così tanti anni, eppure questa cicatrice che mi porto dentro non la vuole smettere di sanguinare copiosamente. Fa male, molto male..- si strinse ancora di più al ragazzo accanto a lui. Si era sfogato, e questo lo faceva sentire come quando era Rebecca a consolarlo.. sicuro.
-E’ questo il problema del dolore… Esige di essere sentito..-
-Colpa delle stelle- sussurrò Demian, sorpreso dalle parole del riccio. Alzò la testa e gli sorrise, un sorriso dolce, di quelli che raramente donava alle persone.
-Grazie..-
-For what?-
-Per esserci..-


Rimasero in quella posizione per molto, minuti, ore, forse anni, protetti da un silenzio rilassante. Non avevano bisogno di parole, bastavano quelle mani intrecciate e quei lievi sorrisi sulle labbra di ognuno per capire che le parole erano inutili in quei momenti…

-Piacere io sono Nicholas Demian Cavalli.- disse ad un certo punto Demian alzandosi e porgendo la sua mano al riccio ancora seduto sulla poltrona, che lo guardava con uno sguardo del tipo “Che s’è fumato questo l’erba pipa?”.
-Ricominciamo… Mika ricominciamo e conosciamoci meglio..- credeva in quello che stava dicendo, lo si capiva dai suoi occhi, limpidi e sinceri. Mika gli sorrise e si alzò a sua volta.
-Michael Holbrook Penniman Junior, in arte Mika..- gli strinse la mano il riccio, sorridendogli incredulo per quella scenette abbastanza ridicola.
-E che sei un principe?- ripetè quella frase divertito.
-Più  a guy con i genitori che piacciono nomi strani..- risero insieme, per poi tornare a sedersi sulla poltrona.

Continuarono a stare ognuno nei suoi pensieri, Mika era contento di essere riuscito a compiere un passo così importante nella vita del biondo, mentre Demian era sollevato per essere riuscito ad ammettere le sue debolezze e a confessarle a qualcuno. Era riuscito anche a ricominciare un qualcosa con Mika, e questo lo faceva sentire bene. Solo una cosa ancora non gli era chiara…

-Mika?- lo chiamò.
-Mh, mh..- rispose il riccio rilassato e con gli occhi chiusi.
-Noi cosa siamo?- a quella domanda Mika aprì di scatto gli occhi, per poi puntarli in quelli argentei del biondo…
-I don’t know.. Noi ci baciamo, poi litighiamo.. non lo so- rispose come se fosse la cosa più normale di questo mondo…
-Io credo che tu mi piaccia..- buttò fuori di fretta.
-I know..- Demian lo guardò confuso.
-Me l’avevi già detto, quando abiamo giocato a obligo and truth..- e aveva ragione,  gli aveva già confessato che era interessato a lui, e anche il riccio aveva ricambiato. Ma qualcosa non lo convinceva… i suoi sentimenti erano diversi.. erano diversi da quelli aveva provato quel giorno chiuso in quella stanza.

Dopo quello scambio di parole, erano stati in silenzio, un silenzio più teso di quello precedente. Un silenzio carico di significati. Demian non riusciva più a sopportare quel silenzio e buttando un occhio sul suo orologio, notò che forse era il momento di darsela a gambe.
-Si è fatto tardi, io vado..- annunciò alzandosi e destando Mika dal leggero dormiveglia in cui era caduto.
-Oh, yes it’s late..- borbottò strusciandosi con i pugni gli occhi.
-Come mai sei venuto al loft qualche ora fa?- gli chiese notando che era stato con lui tuto il tempo.
-Volevo vedere come stava Ilaria, you know.. dopo l’eliminazione di Giada..- annuì, il giorno prima Giada era stata eliminata e questo aveva rattristato molto Ilaria, erano diventate molto amiche.
-La vedrò domani… Goodnight..- Demian lo salutò, per poi dirigersi verso la sua camera…

Quando si mise a letto, notò che Luca dormiva già, quando lui si era rintanato sulla poltrona, il suo migliore amico come al solito stava vedendo qualche film al computer..
Non riusciva a dormire, si rigirava da un parte all’altra del letto, senza però prendere sonno. Tutti i pensieri che gli affollavano la testa, gli impedivano di assopirsi e questo lo faceva innervosire molto.  Si era finalmente aperto a Mika, aveva fatto un passo avanti. Eppure c’era qualcosa che ancora lo bloccava, aveva ammesso a se stesso e al ragazzo che nutriva un interesse per lui, lo aveva già fatto, però sentiva che in lui qualcosa era cambiato. Qualcosa di importante che non lo faceva dormire la notte, e che occupava la maggior parte dei suoi pensieri.

Cercava di rivivere tutti i momenti avuti nel loft, eppure non riusciva a capire cos’era quel qualcosa dentro di lui che lo faceva sentire diverso dal Demian di molte settimane fa.

Da quando era entrato era stato il Demian che conoscevano tutti, freddo cinico e calcolatore. Aveva conosciuto molte persone e si era fatto a sua volta conoscere da queste, aprendo mano mano la porta del suo cuore. Poi i vari litigi con Mika, i baci e le discussioni. I pianti e le sofferenze che gli avevano attanagliato il cuore, poi di nuovo la serenità..

In quel momento si sentiva un’analfabeta, non riusciva a leggere dentro di sé, non riusciva a capire di cosa avesse bisogno, poi sentendo dei rumori provenienti dal piano di sotto capì… un fulmine lo colpì e tutto si fece più chiaro…

Lui non aveva bisogno di qualcosa per sentirsi bene e in pace con se stesso.. lui aveva bisogno di qualcuno che lo comprendesse e che lo rassicurasse. Qualcuno che fosse l’opposto di lui, estroverso e solare, qualcuno che bilanciasse il suo perenne cattivo umore.. qualcuno che gli dimostrasse tutto l’affetto che non aveva avuto in quegli anni.

Scese di corsa dal letto, si vestì con le prime cose che gli passavano sotto mano, prese il giubotto e senza neanche chiudere la porta del loft, si immerse nel buio di Milano, schiarito solo dai lampioni, e dai fari delle poche macchine ancora in giro a quell’ora. Sapeva dove andare, e sembrava come se i suoi piedi avessero sempre fatto quella strada. Poi un portone e un campanello… suonò.

Mika aveva sempre amato le cose colorate, in quel momento stava sognando di viaggiare su una nuvola, e che tutto intorno a lui fosse colorato da colori pastello… era tutto talmente dolce e colorato che quando il suono del campanello lo svegliò, si stupì di essere contento che qualcuno lo avesse interrotto. Poi guardando l’ora tarda il riconoscimento verso quella persona sparì.. Quale persona sana di mente girerebbe a quell’ora di notte e suonerebbe il suo campanello?

Ancora in pigiama, scese le scale e aprì la porta di casa sua, con un diavolo per capello, pronto a sbraitare nel suo “perfetto” italiano contro chiunque si fosse presentato alla sua porta. Quando però notò la figura di Demian, fasciato in  dei jeans rossi mai visti addosso a lui e una maglietta al contrario, tutti gli improperi che aveva intenzione di scagliargli contro gli morirono in gola..
-Demian you’re sleepwaling?- poi si sbattè una mano in testa mentalmente, se era un sonnambulo non avrebbe risposto no?  Si preparò a doverlo svegliare, anche se sapeva che se si sveglia un sonnambolo lo si potrebbe traumatizzare, ma era il minimo visto il fatto che lo aveva svegliato alle tre del mattino.
-Non sono un sonnambulo, devo…devo dirti una cosa.- l voce del biondo, fece smettere Mika che intanto stava progettando un piano per non traumatizzare un sonnambulo.
-Oh.. emh, yes.. so?- chiese in imbarazzo
-Eh.. si ecco.. lo sapevo io dovevo prima prepararmi un discorso..- borbottò tra se e se contorcendosi le man, mentre il riccio lo guardava divertito e confuso..
-Prima mi hai citato una frase di “colpa delle stelle” ricordi?- Mika annuì ancora più confuso.
-Ecco, se non riesco a dirti quello che provo a parole mie, lo farò con quelle di qualcun altro..- il riccio non riusciva a capire, cosa intendeva dire?
-Demian, sei sicuro di star be..-
-No non mi interrompere..- Mika chiuse subito la bocca.
-Ho capito perché mi sento così diverso in questi giorni.. “Mi sono innamorato come ci si addormenta; piano piano, e poi tutto in una volta…-
 


Bene ragazzuole, non ho scritto niente all’inizio del capitolo, perché mi era appena venuto un colpo di genio e se iniziavo uno dei miei soliloqui poi mi sarei dimenticata tutto. Ho appena finito di leggere “Colpa delle stelle” un libro di Jhon Green molto bello, ho visto anche il film e me ne sono innamorata, in due giorni mi sono disidratata per quante lacrime ho versato..
Qui abbiamo un capitolo interamente dedicato a Demian e Mika, so che non è molto lungo, me essendoci solo loro due come coppia, non volevo poi cadere nell’ovvio  o nel banale continuando e comunque inserendo dettagli che non sarebbero serviti al fine della storia…
Spero che questo finale vi sia piaciuto, non me la sentivo di continuare per questo dopo la bellissima frase tratta dal libro ho messo un punto…
Ora decidete voi cosa fare, volete che nel prossimo capitolo, io continui da quella frase, oppure volete che passi direttamente al giorno dopo con gli sviluppi?
Un bacione, e spero che vi sia piaciuto… l’ho scritto di getto, quindi mi scuso per eventuali errori grammaticali o di sintassi..
Un bacione

Psiche_delia che si sente molto Jhon Green..


   
 
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