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Autore: kitharah    04/09/2014    3 recensioni
{LongFic – molto long, sul serio}
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Dal terzo capitolo:
[…] era da poco entrata nell’edificio dalle pareti e tetto arancioni, le cui sfumature andavano da quella più scura a quella più chiara, ovvero il Centro Pokémon. Subito dopo aver curato i suoi Pokémon, accese il computer che era lì a disposizione di ogni Allenatore per chiamare la sorella che non sentiva e vedeva da qualche giorno […]
[…] Diantha era nel suo ufficio, molto grande e ben ordinato. Era intenta a leggere dei fogli. Come ogni Campione, aveva molto da fare ed era sempre occupata. La maggior parte del tempo la passava a combattere, sbrigare pratiche oppure recitare. Infatti lei era anche una delle migliori attrici nella regione di Kalos oltre che Campionessa ed ogni giorno le arrivavano lettere da parte di fan e contratti da parte di varie case cinematografiche le quali le chiedevano se volesse entrare nel cast di un film.
Nella regione di Kalos tutti l’ammiravano. Bambini, anziani, coordinatori, pigliamosche… tutti. Per loro era un onore e se ne vantavano con tutti. […]
♦ ♦ ♦
Perché è tutta una questione di punti di vista lo scegliere da quale parte stare.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blue, Camilla, N, Nuovo personaggio, Red, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
Capitoli:
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Capitolo tre.
Sbarco ad… Austropoli?!
 
 
 
 
 
«Quindi, ricapitolando il tutto, pensavi che io fossi un generale del Team Rocket.»
«Sì, esatto.»
Blue e Fannie erano sedute ad uno dei tavolini dell’ala ristorante della grande nave, una difronte all’altra. Bevevano una bibita ghiacciata per rinfrescarsi un po’ visto che la temperatura era alta – c’erano trentotto gradi quel giorno.
Parlavano di quel che era successo una qualche decina di tempo prima. Blue le aveva spiegato tutta la faccenda e il perché l’aveva attaccata, ovviamente scusandosi ogni minima volta che facevano accenno a quella mini lotta, se si poteva definire così.
Blue ormai era rasserenata, aveva semplicemente sbagliato e per fortuna il possibile ritorno del Team Rocket era ormai acqua passata. «Dans tout les cas, hai fatto bene ad attaccarmi. Sei stata molto previdente ed hai agito per la salvaguardia dei passeggeri.» fece la donna con tono serio.
«Beh, sì, sarebbe stato un altro bel po’ di fastidio dover lottare di nuovo con quei matti. – detto questo, Blue bevve un sorso della bibita accavallando le gambe – Purtroppo io ne so qualcosa dato che in passato ho dovuto combatterci contro di loro.»
«Immagino. Poi questa Sird l’ho sentita pure nominare da tre ragazzini a Sinnoh… ah, sì, ora ricordo! Era un comandante del Team Galassia, un gruppo di pazzoidi che tempo fa aveva assediato la regione.»
«Ah, ecco.» Blue continuò a bere dall’elegante bicchiere di vetro e spostò lo sguardo fuori dalla vetrata che vi era affianco alle due. Guardò per un po’ con sguardo offuscato, come se stesse fissando un punto non preciso, ma senza fare attenzione veramente. Dopodiché sbatté le palpebre ripetutamente accorgendosi che quel panorama non era quello della classica e conosciuta  Johto.
Alzò il capo per cercare di vedere se quelle coste dalla sabbia fine e delicata fossero veramente o no di Johto e Fannie si accorse dello sguardo rivolto verso fuori di Blue.
«Cosa guardi?» le chiese la donna dai capelli color lavanda, ma Blue, intenta com’era a guardare il panorama, non sentì la voce della donna. Così Fannie voltò lo sguardo oltre al vetro lucido e su cui si poteva benissimo rispecchiare e vide anch’essa qualcosa di strano.
«Questa non è Johto..» fece la castana.
«Ma infatti questa è Austropoli, della regione di Unima..!» esclamò incredula la Capopalestra specializzata in Pokémon di Tipo Spettro.
«C’è qualcosa di strano qui..» Blue tornò a guardare Fannie. Sul suo volto si poteva intravedere un’espressione di curiosità mista a incredulità; sembrava quasi spaventata e questo Fannie lo notò subito.
«Vabbè, magari hanno cambiato rotta e fanno un giro diverso.» disse lei per tranquillizzarla, ma Blue subito smentì spiegando: «Impossibile, la M/N Anna fa sempre lo stesso tragitto da sempre. Parte da Kanto, poi va a Johto e poi a Hoenn. Poi fa una sosta di un giorno e continua il viaggio approdando a Sinnoh, poi a Unima e infine a Kalos. Dopodiché, sostando prima per qualche giorno a Kalos, riparte rifacendo tutte le regioni tornando a Kanto.»
Fannie non emise una parola. In effetti sul biglietto che aveva lei l’itinerario era quello, solo che lei si sarebbe dovuta fermare a Hoenn.
Blue intanto cercava di pensare a qualche ragione per spiegare tutto ciò, ma niente le venne in mente, niente tranne un nome. Quel nome. Quel maledettissimo nome.
«Sird..» mormorò silenziosamente.
«Cosa?» domandò Fannie. Dopodiché Blue si alzò di scatto.
«Venga con me.» disse poi.
La diciassettenne cominciò a correre e Fannie, che le gridò di aspettare, si alzò e la seguì ovunque Blue stesse andando.
La Capopalestra non stava capendo granché di tutto quello. Sapeva che qualcosa stava andando storto, ma non sapeva il perché. Di certo aveva capito che Blue aveva intuito qualcosa e si fidava cecamente dopo tutto quello che le aveva raccontato.
Corsero un bel po’.
Uscirono dall’ala ristorante e, attraversando tutta l’ala principale, si trovarono in un corridoio tra le camere dei passeggeri. Lì c’erano delle scale che portavano al piano inferiore dove c’erano le cucine, la camera personale del comandante e dei marinai e la camera dei controlli della nave.
Appena scese giù, attraversarono tutti i corridoi e, appunto, Blue si fermò davanti alla porta della camera dei controlli.
Nei corridoi c’erano vari marinai che avevano cercate di fermarle. «Non potete stare qui se non fate parte dello staff, dovete tornare su!» dicevano, ma Fannie, essendo Capopalestra, si faceva dare il permesso di tutto.
Ora capisco perché Green e, ancora di più, Red fanno di tutto e di più, pensò la giovane Blue, beati loro.
La più piccola, che era davanti, vide che la porta non era stata chiusa bene e poggiò la mano destra sulla maniglia, ma non aprì subito. Stentò, in realtà, avendo paura di vedere la scena che immaginava. Non voleva affrontare il Team Rocket un’altra volta.
Ma doveva. Anche perché, se magari si stava sbagliando e non c’era veramente lo zampino del Team Rocket, voleva scoprire il perché di quel cambio di programma riguardante la rotta.
Così, con un gesto rapido della mano spalancò la porta e le due entrarono.
Ed ecco che difronte si ritrovarono proprio quello che Blue aveva immaginato.
Sird.
Quella donna, quella dannata donna. Era lì, con la sua Banette che grazie ai poteri psichici controllava la mente al comandante della Motonave Anna.
«Sird!» gridò la ragazza attirando l’attenzione della donna. Ella si voltò immediatamente verso le due. In un primo momento le guardò con aria spaventata, ma dopo cambiò espressione.
«Ma guarda un po’ chi abbiamo qui, Blue la mocciosa e Fannie la Capopalestra.» fece la donna. Aveva un sorrisetto stampato in faccia, un sorriso tipico da sfida. «Da quanto tempo, vero?»
«Fa meno la spiritosa.» le disse Blue che in mano aveva già una PokéBall pronta per lanciare. Fannie, dietro Blue, invece aveva già fatto uscire la sua Mismagius che, affianco a lei, era pronta a difenderla anche a costo della sua vita.
«Perché, sennò che mi fai?»
«Blasty, usa Idrocannone!» Blue non resistette più alle provocazioni della donna e lanciò la Ball contenente uno dei Pokémon più cari alla ragazza ordinandogli subito una delle mosse più forti a conoscenza del Pokémon.
Uscito dalla PokéBall, Blastoise si lanciò all’attacco emettendo dei tubi che aveva sul guscio dei grandi e potente getti d’acqua azzurra.
Subito Sird e Banette si spostarono e l’attacco del Pokémon d’Acqua andò a finire sul vetro della nave che si ruppe. Intanto il controllo mentale di Banette sul marinaio si spezzò, ma quello, che era ancora non del tutto cosciente, lasciò il timone facendo così entrare nel porto di Austropoli la nave. Questa si sbatté contro il Molo Principale dal quale tutti coloro che stavano sostando si spostarono correndo.
Tra la gente, sia della barca sia del molo, si creò il panico. Chi più correva per mettersi in salvo.
Nello scontro tra la nave e il molo, Blue cadde.
Blasty invece, aiutato da Mismagius, continuò a combattere contro Banette che, essendo in svantaggio, fu colpito parecchie volte e, messa alle strette, Sird dovette ritirarla e sostituirla con le sue Persian e Starmie.
Le due riuscirono a tener testa a Blasty e a Mismagius – Banette non riuscì a farlo sol perché era da sola – ma Sird, vedendo dai vetri che nello scontro una parte della nave s’era squarciata e tutte le Reclute nascoste nella stiva erano fuori, fece rientrare i suoi Pokémon nelle Ball. Ormai il suo compito era stato portato a termine, anche se con qualche inconveniente.
«Addio, ficcanaso.» fece la donna e subito, con scatto felino, saltò dal vetro rotto atterrando con grazia sul molo.
Iniziò a correre per scappare da lì insieme a tutte le Reclute, ma Blue, dicendo a Fannie di restare nella nave per tranquillizzare tutti, iniziò ad inseguire la criminale.
Nell’inseguimento Blue lanciò la Ball di Ditty a cui ordinò di usare Trasformazione per farlo, appunto, trasformare in un Serperior.
In un istante, il Ditto iniziò a cambiare forma. Dopo un paio di secondi aveva preso le sembianze dell’imponente Pokémon di Tipo Erba.
«Usa Radicalbero per fermare Sird, Ditty!» esclamò la castana. Subito il Pokémon incanalò tutta l’energia nel terreno dal quale, subito dopo pochi istanti, iniziarono a spuntare delle liane piene di spine. Queste diventarono sempre più grandi e lunghe e in un batter d’occhio si aggrapparono alla donna dai capelli violacei facendola cadere.
La donna, avendo paura, cercò impazientemente di riuscire a togliersi di dosso quelle piante spinose che l’avevano ferita, ma vedendo che non ci riusciva fece uscire Persian dalla PokéBall.
Con i suoi artigli, il Pokémon Nobilgatto riuscì a strappare le piante permettendo a Sird di alzarsi.
«Usa Lacerazione, forza Persian!» ordinò al suo Pokémon che subito obbedì attaccando con ferocia il Ditto dalle sembianze di un Serperior. Quello fu colpito in pieno e, ferito, si accasciò a terra ritrasformandosi nella sua forma naturale.
Blue, raggiungendo il suo Pokémon, si accovacciò a terra per soccorrere il suo Pokémon che era ridotto non tanto bene.
Immediatamente Sird iniziò a correre via insieme al suo Pokémon approfittando della situazione.
La ragazza intanto prese una Pozione dal suo zainetto e la spruzzò sulla ferita del suo Ditto che poi fasciò per far rimarginare, anche se la consistenza dei Ditto rendeva molto facile la rimarginazione delle ferite, ma il Persian di Sird era molto più forte. Poi lo fece rientrare nella propria Ball.
Si alzò in piedi e guardò nella direzione in cui aveva visto scappare via sia Sird sia gli altri uomini e donne che erano in combutta con lei.
«Maledetta..» bisbigliò.
Intanto ecco Fannie che l’aveva raggiunta.
Lei si fermò, col fiatone. Aveva corso un bel po’ per arrivare lì;  di strada ne avevano fatta Ditty e Blue per cercare di fermare Sird.
«Comment ça va, Blue? Sei tutta intera?» le domandò poi.
«È scappata..» disse la ragazza. Era triste, afflitta e arrabbiata con se stessa allo stesso tempo. Sird era riuscita a scappare, ma era stata Blue ad averglielo permesso. L’aveva lasciata andare per salvare Ditty. Ma che poteva farci? Non avrebbe mai potuto lasciarlo lì agonizzate. Lacerazione di Persian era stato troppo forte e molto probabilmente avrebbe causato gravi danni se non l’avesse soccorso subito.
«Blue, l’importante è che tu stia bene. A Sird penseremo un altro momento. – Fannie poi mise le mani sulle spalle della giovane – Ora andiamo. Qui vicino c’è un Centro Pokémon, hai bisogno di riposare.» fece poi la donna.
Alla fine Blue aveva avuto ragione da sempre. Quella che aveva visto a Kanto, al molo di Aranciopoli, era veramente Sird e anche se s’era sbagliata ad attaccare Fannie scambiandola per quella criminale, Sird era veramente sulla nave. E in quel momento era sicura che si sarebbe riformato il Team Rocket.
Il nuovo Team Rocket.
 
 
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Diantha era nel suo ufficio, molto grande e ben ordinato. Era intenta a leggere dei fogli. Come ogni Campione, aveva molto da fare ed era sempre occupata. La maggior parte del tempo la passava a combattere, sbrigare pratiche oppure recitare. Infatti lei era anche una delle migliori attrici nella regione di Kalos oltre che Campionessa ed ogni giorno le arrivavano lettere da parte di fan e contratti da parte di varie case cinematografiche le quali le chiedevano se volesse entrare nel cast di un film.
Nella regione di Kalos tutti l’ammiravano. Bambini, anziani, coordinatori, pigliamosche… tutti. Per loro era un onore e se ne vantavano con tutti.
Diantha accavallò le gambe, lunghe e magre, proporzionate al suo corpo dai lineamenti eleganti e dolci.
Gli occhi attenti sul foglio vagavano leggendo ogni singola parola molto velocemente, sguardo dolce, viso delicato. Diantha era proprio una bella e giovane donna – non era poi così grande. Poteva avere massimo trent’anni, non di più.
La tv, difronte a lei, era accesa. Trasmettevano il telegiornale del mattino, quello che parlava delle notizie non solo di Kalos, bensì di tutto il mondo.
Distolse per un momento la visuale dal foglio, appoggiandolo, per guardare le notizie. Essendo una Campionessa, doveva essere al corrente di tutto quello che succedeva.
Sullo schermo, la solita presentatrice ultra-truccata e dal vestito ogni giorno sempre più elegante e diverso dava le notizie con voce squillante. “Buongiorno, cari telespettatori. Cominciamo con una notizia delle ultime ore. Ieri, verso le prime ore del tardo pomeriggio – potevano essere circa le sei – ad Unima è sbarcata, scontrandosi contro il molo di Austropoli, la M/N Anna creando il panico tra tutta la gente.”
La donna cambiò subito espressione. Un misto di paura e curiosità le invadevano lo sguardo.
Prese subito il telecomando che era sulla scrivania e schiacciò il pulsante del volume per alzare un po’.
“La Motonave, che sarebbe dovuta arrivare ad Unima tra tre giorni, pare che sia stata dirottata, dico bene Pansy?”(*) la presentatrice rivolse subito la parola ad una donna il quale collegamento era stato posto al lato in alto a destra dello schermo.
“Sì, è vero. La M/N Anna, partita da Kanto, sarebbe dovuta arrivare dopodomani qui ad Austropoli, ma pare, appunto, che sia stata dirottata da una strana donna che a detta di due testimoni che avrebbero lottato contro di lei fosse una ex Comandante del Team Rocket, quel gruppo di malfamati che tempo fa assillavano Kanto e Johto.” fece la giornalista.
Immediatamente comparì una schermata che sovrastò tutte le altre nella quale c’erano una ragazza ed una donna.
“Tutt’un tratto Sird è saltata fuori dalla nave. Voleva scappare, ma io l’ho fermata subito con l’intervento del mio Ditto. Certo, forse avrei dovuto attaccare con un altro Pokémon, ma non sarei mai riuscita a bloccarla.” quella ragazza, ovvero Blue, incominciò a raccontare come i fatti erano accaduti. Tremava, era ancora molto scossa.
“Purtroppo è scappata, ma non pensiamo sia andata molto lontana. In fondo sono a piedi e, se non possono fare uso di Pokémon di Tipo Volante, non credo siano usciti da Austropoli.” L’altra, Fannie, che Diantha conosceva bene, teneva le mani sulle spalle della ragazza per cercare di calmarla un po’.
Subito l’intervista si dissolse e sulla schermata ritornarono le immagini della presentatrice e della giornalista.
“Questo è stata un pezzo dell’intervista alle due testimoni che manderemo per intero all’edizione di questa sera, quando avremo anche altre nuove informazioni. Per il momento possiamo solo dirvi che le autorità del posto sono in allerta e stanno facendo ricerche in tutta Austropoli.” Dopodiché il servizio finì e le notizie passarono a tutt’altro argomento.
Diantha, che pareva molto preoccupata, spense subito il televisore e prese la cornetta del telefono che stava sull’ordinata scrivania in legno di mogano.
Compose un numero e portò la cornetta all’orecchio.
Attese per qualche istante, poi una voce femminile e graziosa le rispose.
«Pronto?» fece quella.
«Pronto Camilla, sono Diantha.»
«Oh, Diantha! Da quanto tempo, come va?» disse la bionda dall’altra parte del telefono entusiasta di sentire l’amica e collega di Kalos.
«Non è importante questo.» rispose scorbuticamente lei facendo infastidire l’altra, ma subito si scusò per come s’era rivolta. «L’hai visto il telegiornale?» chiese poi.
«No, in realtà sono in cielo, sto tornando alla Lega Pokémon da Memoride, perché?» domandò l’altra che cavalcava l’azzurro e sereno cielo in groppa al suo Garchomp.
«Il Team Rocket è stato avvistato ad Unima.»
 
 
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«Ehi Pansy!»
«Violetta! Come stai sorellina?»
La ragazza dai capelli biondo scuro era da poco entrata nell’edificio dalle pareti e tetto arancioni, le cui sfumature andavano da quella più scura a quella più chiara, ovvero il Centro Pokémon. Subito dopo aver curato i suoi Pokémon, accese il computer che era lì a disposizione di ogni Allenatore per chiamare la sorella che non sentiva e vedeva da qualche giorno – s’era dimenticata il suo Interpoké a casa, a Novartopoli.
«Bene bene. Sono da poco arrivata a Zefiropoli, non so se la conosci.» fece quella all’immagine della sorella che era riflessa sullo schermo ben pulito. Violetta, dopo essere uscita dalla selva che aveva scoperto essere il Bosco Girandola, chiedendo indicazioni per il più vicino centro abitato, arrivò nella modesta cittadina di Zefiropoli, non molto lontana da Austropoli. Poi comunque le avevano detto che lì aveva sede una Palestra e di conseguenza aveva deciso di andarci per sfidare il relativo Capopalestra.
«A Zefiropoli, di già? Se ti fossi fermata ad Austropoli, ci saremmo incontrate.»
«Sei qui ad Unima? Quando sei arrivata?» chiese Violetta stupita, ma al contempo felice.
«Avrei voluto avvisarti, ma hai lasciato a casa il tuo Interpoké. Comunque, non so se hai visto il telegiornale, ma sono stata chiamata per fare un servizio.» le rispose la donna.
«Come mai?»
«Non hai saputo niente?» domandò Pansy stupita. Del resto la sorella era ad Unima, avrebbe dovuto sapere quanto era successo il giorno prima.
«No, su cosa?» chiese lei.
«Beh, in pratica la M/N Anna si è scontrata contro il molo di Austropoli e a quanto pare sono stati dei criminali a dirottare la nave, un certo Team Rocket.» spiegò la castana.
L’altra subito si allarmò. «Ma tu stai bene?» chiese infatti preoccupata.
«Oh, si si, tranquilla. – a Pansy scappò una piccola risatina – Ora devo andare. In ogni caso, io resto ad Unima qualche giorno. Quindi perché non vieni a trovarmi?» propose a Violetta che annuì subito sorridendo.
«Sì, okay. Dammi il tempo di riposarmi un po’ qui al Centro Pokémon e vengo.» fece poi la più piccola delle due sorelle.
«Okay, allora ci vediamo.» Pansy sorrise.
Dopodiché le due si salutarono chiudendo il collegamento.
Violetta, molto felice di sapere che la sorella era lì ad Unima, si sedette alle poltroncine dell’edificio. Passò circa un oretta e così decise di mettersi in cammino, anche perché, se non si fosse sbrigata, di certo si sarebbe fatto buio e non avrebbe raggiunto il Ponte Freccialuce dove c’erano appunto una sfilza di lampioni che le avrebbero fatto luce fino ad Austropoli.
Prima di partire prese qualche Pozione, qualche Ball e anche qualche snack per lei dal Market del Centro Pokémon, dopodiché uscì in tutta fretta dall’edificio incamminandosi verso la città che aveva lasciato giorni prima.
Era felice, lei adorava la sorella, erano molto legate e non vedeva l’ora di rivederla, anche se sarebbero state insieme per un giorno o due. Ma chissà, magari il destino le riservava un diverso avvenire.
 
 
♦ ♦ ♦
 
 
Sird era in un luogo sperduto, buio e nascosto – molto probabilmente non era nemmeno più ad Austropoli.
In mano aveva un Pokégear grigio metallo che doveva essere sicuramente il vecchio modello, dato l’aspetto esteriore. Compose un numero molto velocemente e se lo portò all’orecchio destro affinché potesse sentire una volta risposto.
«Pronto?» Dopo svariati secondi una voce maschile le aveva finalmente risposto.
«Capo, il gioco è fatto. Siamo approdati a Unima e ora siamo nella base segreta che ha fatto preparare per noi.» disse Sird senza indugiare.
«Oh, bene, Sird. Molto bene.» fece quello dall’altra parte della linea.
Il tono del capo era piuttosto calmo ed era soddisfatto del lavoro che Sird aveva portato a termine. Sul volto di Sird intanto apparve un ghigno di soddisfazione per i complimenti del Capo, ma subito dopo tornò seria e continuò a informarlo di quello che era successo al molo di Austropoli.
«Sono felice che sia stato di suo gradimento, Signore, ma c’è un però. Sa, nella nave c’erano una Capopalestra, Fannie di Cuoripoli più precisamente; e una ragazzina che ci ha sfidati già in passato, Blue.»
«Oh, Blue. È passato tanto tempo da quando ho sentito quel nome l’ultima volta. – colui che si faceva chiamare Capo stette per qualche istante in silenzio, poi proferì – Bene, quindi lei e la Capopalestra sono state le prime a sapere…»
«Sì.» lo precedette Sird.
«Molto bene… ed ora è il momento che tutti possano vedere contro chi si sono messi in passato.» Quello fece poi una piccola pausa e subito dopo sorrise. «Tutti vedranno quanto il Team Rocket valga davvero.»
 
 
 
 
 
♦ ♦ ♦
 
 
(*) Pansy sarebbe il nome giapponese della sorella della Capopalestra Violetta, ovvero Alexia. Ho deciso di chiamarla così perché per me è quello il suo vero nome, non i troppo abusati e, a mio parere, bruttini Alexa e Alexia.
 
 
 
 
 
Me.
Allora, come ho detto già, nella long sono tutti importanti e avranno tutti un ruolo fondamentale, ma voglio precisare che i protagonisti principali proprio sono i Dexholders. Penso che comunque si era capito ahahah.
Bene, che dire, questo capitolo è un po’ più corto dei precedenti, o almeno così a me sembra, ma già vi anticipo che il prossimo sarà molto più lungo (almeno, quello che ho in mente di scrivere lo renderebbe abbastanza lungo, ahahah).
Beh, che ne pensate? Come avete visto, quello di cui si parla è molto più entusiasmante in questo capitolo. Si sono scoperte tante cose e alla fine quello che Blue aveva pensato fin dall’inizio, si è avverato.
In più abbiamo visto l’entrata in scena di Diantha, Camilla, Pansy e del misterioso Capo del Team Rocket. A proposito di questo, chi pensiate sia questo Capo? Cercate di riflettere bene perché non è poi così scontato, ahahah.
Ringrazio ancora una volta ShadowMewtwo99, Barks e Lux Tee per aver recensito. I vostri commenti, complimenti e consigli mi fanno davvero felice.
Cercherò di aggiornare ogni giovedì (prima era il martedì, ma per via dei miei numerosi impegni ho dovuto spostere) e spero di riuscirci, anche se con la scuola che sta per cominciare non credo di riuscirci. Quindi, al prossimo giovedì spero!
Fra.
  
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