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Autore: Pendincibacco    04/09/2014    2 recensioni
Naruto tenterà di cambiare la sua vita con Sasuke attraverso un regalo di compleanno speciale. Riuscirà a superare tutti gli ostacoli che si frapporranno tra lui e il regalo perfetto? Questa storia si colloca circa nove mesi dopo "Respirare".
"Si lavò velocemente, poi reclinò la testa contro il muro e cercò di rilassarsi, all'improvviso consapevole del proprio cuore che batteva furiosamente nel suo petto: era terribilmente agitato. Il momento era quasi arrivato e lui temeva veramente che le cose potessero prendere una brutta piega; anzi, era quasi certo che ci fosse almeno una decina di cose per cui Sasuke avrebbe potuto incazzarsi di brutto: poteva considerare il suo regalo assurdo, inappropriato, sconsiderato, prematuro, arrogante e chi ne ha più ne metta. In definitiva, era molto probabile che Sasuke odiasse il suo regalo e che si rifiutasse di parlargli per il resto della sua esistenza. Eppure, nonostante l’ansia e l’agitazione, il ragazzo era ancora convinto di stare facendo la cosa giusta per Sasuke, una convinzione che l’aveva spinto ad andare avanti con il suo piano anche quando il destino sembrava essergli avverso ..."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Konoha, dopo la tempesta.'
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Note dell'Autrice: Salve a tutti! Sono passati tipo due mesi? Si. Sono pessima? Alquanto. Ma l'estate (e la sessione di esami) mi hanno risucchiata come al solito. Ora però sono finalmente qui con il capitolo 3 che, salvo cambi di programma dell'ultimo minuto, dovrebbe essere il penultimo. E' un capitolo un po' di passaggio che prepara al finale della storiella ma spero che comunque non vi dispiaccia! Buona lettura!


Capitolo 3
O la va, o la spacca



Toc – toc. Toc – toc. Toc – toc.
Sasuke si svegliò di colpo nell’udire un suono insistente provenire dalla finestra, si stropicciò gli occhi con una mano e si alzò dal letto per andare ad aprirla: al di là un Naruto decisamente troppo sorridente stava bussando sul vetro. Il ragazzo scivolò all’interno della stanza con un movimento fluido e, senza dare all’altro nemmeno il tempo di aprire bocca, gli si avventò contro facendolo ricadere pesantemente sul letto, schiacciandolo sotto al suo peso ed avvolgendolo in un abbraccio soffocante.
– Tanti auguri Sas’ke! Buon compleanno! – esclamò Naruto, dandogli un leggero bacio a fior di labbra e sorridendogli felice come una pasqua.
 
Sasuke sospirò: non amava il giorno del proprio compleanno, anzi. Gli riportava alla mente solo ricordi cupi, rimembranze di giornate passate da solo seduto in riva ad uno stagno con i piedi a mollo nell’acqua fredda. Ogni anno si ritirava sul solito pontile, a rimuginare senza sosta su ogni passo da compiere da lì in avanti per potersi vendicare di Itachi; disperandosi, nonostante i suoi tentativi di rimanere saldo ed impassibile, di fronte all’idea che, nel suo futuro, non ci sarebbe mai più stata nessuna allegra festa di compleanno in famiglia. Per questo motivo normalmente la sua voglia di festeggiare era pressoché pari a zero. D’altra parte nei giorni precedenti aveva avuto modo di abituarsi all’idea che i festeggiamenti per il suo compleanno sarebbero ricominciati e, cosa forse più importante, si era reso conto di quanto ci tenesse il suo ragazzo: Naruto sembrava andare in brodo di giuggiole ogni volta che si parlava di quella giornata e pareva attenderla con particolare ansia. Sasuke pensava che probabilmente tutto quell’entusiasmo fosse dovuto al fatto che quello sarebbe stato il suo primo compleanno da quando lui e Naruto stavano insieme e, perciò, si era messo il cuore in pace e aveva deciso di non sembrare troppo infastidito dalla cosa, esclusivamente a beneficio del compagno.
 
- Grazie. – mormorò quindi, coinvolgendo Naruto in un bacio decisamente più profondo del precedente, sperando che il suo regalo di compleanno consistesse in una sessione di coccole mattutine, ovvero il tipo di romanticheria che Sasuke preferiva in assoluto anche se non l’avrebbe mai ammesso esplicitamente. L’amico però sembrava avere altri programmi, infatti interruppe il bacio dopo poco tempo e si raddrizzò, mettendosi seduto.
- Ehi, non mi merito forse un regalo di compleanno appropriato dopo tutte le storie che hai fatto perché acconsentissi a festeggiarlo? – chiese Sasuke con un tono a metà tra l’infastidito e il divertito. Naruto arrossì di colpo fino alla punta delle orecchie e mormorò imbarazzato:
- Ah! Tu … volevi le coccole? Ehm, mi spiace Sas’ke, ma devo preparare tutti gli allestimenti per la festa e tu devi uscire con Sakura …  anzi, è meglio che tu ti vesta perché credo che sarà qui tra poco. –
 
- Mmmmh … quindi niente regalo? – si lamentò Sasuke, alzandosi di malavoglia dal letto e cominciando ad indossare i suoi vestiti, ordinatamente piegati e appoggiati su una sedia, vicino all’armadio. Naruto si chiedeva da mesi come fosse possibile che un ragazzo della sua età fosse così ordinato da prepararsi ogni sera i vestiti per la giornata successiva, tuttavia non aveva ancora trovato una risposta a quel quesito: dopotutto, Sasuke era Sasuke.
- Ma certo che ti ho fatto un regalo, scemo! Te lo darò stasera alla festa, no? – esclamò.
- Beh, se puoi darmelo davanti a tutti significa che non è il tipo di regalo che vorrei in questo momento ma … vorrà dire che mi accontenterò! – rispose l’altro con un ghigno. Naruto, se possibile, divenne ancora più rosso.
- Smettila di prendermi in giro! Sono quasi sicuro che il regalo ti piacerà, aspetta e vedrai! –
- Vedremo … comunque, si può sapere perché devo passare TUTTA la giornata con Sakura? E non cominciare a dirmi che non le tratto bene perché il punto non è lei, ma il fatto che per preparare la mia casa per la festa voi ci dobbiate mettere tutto il santo giorno! –
- Te l’ho detto Sas’ke, ci sono i tavoli e le sedie da portare e disporre, gli addobbi da attaccare, le bevande da preparare, le cose da mangiare da sistemare dopo che le avremo prese al ristorante e mille altre cose … sarà una faccenda lunga! Shikamaru mi darà una mano questa mattina e nel pomeriggio anche gli altri, ma nell’ottica di una festa a sorpresa non si può rischiare che il festeggiato arrivi quando i preparativi non sono ancora finiti, no? Tu devi solo goderti una giornata di relax senza agitarti, quando arriverai sarà già tutto pronto e non dovrai preoccuparti di nulla, è una promessa! – spiegò Naruto, esasperato. Era la terza volta, dalla sera precedente, che ripeteva quel discorso ma Sasuke sembrava restio ad accettare la cosa. – Allora, credi di riuscire a fare il bravo almeno per una giornata? – gli chiese abbracciandolo alle spalle non appena ebbe finito di vestirsi.
- Umph, e va bene … - concesse Sasuke sbuffando e girandosi nell’abbraccio per tentare di carpire un altro bacio al suo ragazzo; un bacio che non riuscì ad ottenere perché fu bruscamente interrotto da un insistente bussare alla porta. Sbuffò. – Sarà Sakura … -
- Direi di si! Mi raccomando, comportati bene e stai tranquillo. Ci vediamo stasera, festeggiato! – rispose l’altro, sorridendo raggiante e sospingendolo verso l’uscita.
- A stasera. – Detto questo Sasuke sospirò pesantemente per l’ennesima volta e uscì veloce dalla porta di casa. Naruto senti la voce squillante di Sakura salutare l’amico, così decise di attendere che le loro voci si allontanassero e sparissero prima di cominciare a darsi da fare. Si guardò intorno con aria sconsolata pensando all’enormità di lavoro che avrebbe dovuto fare da solo.
- Uff … sarà una lunga giornata. – mormorò.
 
***
 
Naruto si lasciò andare pesantemente contro la parete della doccia, sfinito. Aprì il rubinetto e lasciò che l’acqua fredda gli scorresse addosso, sospirando di piacere: la giornata era stata terribilmente calda e afosa, oltre che estenuante, e lui si sentiva così sudato che probabilmente se qualcuno l’avesse abbracciato gli sarebbe sgusciato via all’improvviso tra le mani come una saponetta bagnata. Una doccia era proprio quello che gli serviva per riposarsi e rinfrescarsi; del resto, comunque, non poteva presentarsi da Sasuke conciato in quel modo anche perché il suo ragazzo era un tipo che all’ordine e alla pulizia ci teneva davvero molto. Si lavò velocemente, poi reclinò la testa contro il muro e cercò di rilassarsi, all’improvviso consapevole del proprio cuore che batteva furiosamente nel suo petto: era terribilmente agitato. Il momento era quasi arrivato e lui temeva veramente che le cose potessero prendere una brutta piega; anzi, era quasi certo che ci fosse almeno una decina di cose per cui Sasuke avrebbe potuto incazzarsi di brutto: poteva considerare il suo regalo assurdo, inappropriato, sconsiderato, prematuro, arrogante e chi ne ha più ne metta. In definitiva, era molto probabile che Sasuke odiasse il suo regalo e che si rifiutasse di parlargli per il resto della sua esistenza. Eppure, nonostante l’ansia e l’agitazione, il ragazzo era ancora convinto di stare facendo la cosa giusta per Sasuke, convinzione che l’aveva spinto ad andare avanti con il suo piano anche quando il destino sembrava essergli avverso e a sfacchinare come un mulo con quel caldo atroce per tutto il giorno.
Sospirò per l’ultima volta, chiuse il rubinetto ed uscì dalla doccia, cominciando a vestirsi e prepararsi per la serata. Nonostante i suoi timori ormai era risoluto. Del resto, in casi del genere o la va, o la spacca.
 
***
 
Il grande eroe della Foglia si sentiva decisamente poco eroico e molto ma molto ansioso mentre percorreva velocemente le vie di Konoha per raggiungere la casa di Sakura. Ad ogni passo i suoi sandali sollevavano nuvolette di polvere rossastra dalla strada di terra battuta, divenuta secca ed estremamente polverosa a causa del caldo torrido di quei giorni. Naruto si domandò, per la milionesima volta, se fosse tutto davvero pronto o se si fosse invece dimenticato qualche dettaglio importante; dunque ripercorse mentalmente l’elenco delle cose da fare e, per la milionesima volta, giunse alla conclusione che era tutto pronto e che mancava solo Sasuke.
Superò un buon numero di case, tutte piuttosto piccole e addossate l’una all’altra come era consuetudine nel centro del villaggio; una volta giunto alla casa giusta si avvicinò alla porta e, dopo aver preso un bel respiro, bussò: ora non poteva più tornare indietro. Dopo qualche momento l’uscio si spalancò rivelando Sasuke e Sakura: lei sorrideva in modo forse troppo ostentato mentre lui aveva l’espressione di un condannato a morte che si avvii verso il patibolo senza nemmeno aver potuto esprimere l’ultimo desiderio.
 
- Ciao ragazzi! Com’è andata la giornata? –
- Splendidamente! Abbiamo fatto un sacco di shopping e passeggiato di qua e di la … non trovi anche tu che Sasuke stia benissimo con i vestiti nuovi che abbiamo scelto insieme? – esclamò Sakura con gli occhi che brillavano di un po’ dell’antica ossessione nei confronti del loro amico. Naruto lo osservò: indossava una maglia blu scuro con lo scollo largo, che lasciava scoperta una parte delle spalle, e dei pantaloni neri decisamente aderenti. Non potè fare a meno di pensare per l’ennesima volta a quanto fosse dannatamente bello, qualsiasi cosa indossasse.
- Hai ragione, gli stanno decisamente bene, ottimo lavoro! – commentò vivace, sorridendo sotto ai baffi alla vista dell’espressione scocciata del suo ragazzo.
- Se voi due avete finito con tutte queste smancerie io vorrei andare. – sbottò questo, superando Naruto e fermandosi pochi passi dietro di lui, sul viso una smorfia infastidita. Il ragazzo sospirò: Sasuke non era dell’umore migliore per la sua sorpresa, in effetti.
- Ok, grazie di tutto Sakura, a presto! –
- Di nulla, ci vediamo! – esclamò lei, facendogli velocemente l’occhiolino in modo che l’altro non potesse notarlo e rientrando velocemente in casa.
 
Rimasti soli i due ragazzi si incamminarono e Naruto, curioso, cominciò ad interrogare Sasuke su come aveva trascorso la giornata, ricevendo risposte piuttosto acide.
- Ma insomma, non può essere stato così terribile, è di Sakura che stiamo parlando! –
- Non così terribile? Provaci tu a passare l’intera giornata con una pazza scatenata che ti costringe a passare al tappeto tutti i negozi di abbigliamento del villaggio e a farti provare più o meno qualsiasi cosa per trovare “il look giusto”! E dopo tutta questa manfrina ti pare che questa roba che ho indosso possa essere “giusta”?? Sono ridicolo, in qualunque modo mi si guardi, dovrò cambiarmi prima di presentarmi davanti ai ragazzi. – esclamò stizzito, pizzicando con sguardo schifato il tessuto dei pantaloni e lo scollo della maglia.
- Ma dai Sas’ke, secondo me ti stanno molto bene … - cominciò a rispondere lui, ma si interruppe di colpo notando l’occhiata infuocata che l’altro gli aveva lanciato.
– Non ho dubbi sul fatto che questi vestiti ti piacciano, scemo, ma credo che la cosa dipenda più dalla pelle scoperta e dal culo in risalto che non dalla loro dubbia capacità di valorizzarmi al meglio! – esclamò, concludendo con uno sbuffo a metà tra lo stizzito e il divertito. Le guance di Naruto presero fuoco all’istante.
- Ma che dici? Io non faccio certi pensieri, non sono pervertito come te … e poi se ti faccio i complimenti è perché ci credo davvero, anche se in realtà tu staresti bene anche con addosso solo un sacco della spazzatura. – esclamò grattandosi la nuca.
- E’ un tuo modo contorto per dirmi che mi trovi molto attraente? – chiese immediatamente Sasuke con il suo ghigno più tipico dipinto sulle labbra, voltandosi a guardarlo in viso.
- La vuoi piantare di dire certe cose? Mi metti in imbarazzo … - si lamentò l’altro - …e poi, è chiaro ed evidente che ti trovo attraente, Sas’ke. – aggiunse sottovoce, cacciando le mani sul fondo delle tasche dei pantaloni tentando di sembrare disinvolto. A Sasuke veniva da ridere, ma decise di trattenersi e di tentare, per una volta tanto, di essere magnanimo e di sembrare un fidanzato modello. Così, avvicinandosi al compagno, gli sussurrò all’orecchio un “grazie” appena accennato che fece rischiare a Naruto l’autocombustione.
 
- Ma che ti prende oggi? Di solito non ti imbarazzi per così poco, anzi, normalmente sei la mancanza di inibizioni fatta persona! – esclamò allibito.
- Beh, un conto è fare una cosa e un conto è dirla … è diverso. – mormorò l’altro in risposta. In realtà era semplicemente molto agitato e qualsiasi sciocchezza lo metteva in difficoltà.
- Tu dici? –
- Certo. –
- Non mi pare però che tu ti vergogni a berciare “ti amo” in ogni dove e in ogni quando … – considerò Sasuke, deciso a punzecchiare il compagno almeno un po’: una punizione che si era ampiamente meritato per averlo mollato tutto il giorno con Sakura in versione esagitata.
- Ma quella è una cosa importante da dire, non fa testo! E poi quello non lo dico solo per te, ma anche per me. – commentò l’altro, guardandosi le punte dei piedi mentre si trascinava pigramente avanti lungo la strada.
- In che sens … ehi, stiamo sbagliando strada, casa mia è a destra! – esclamò Sasuke, bloccandosi dopo aver notato che stavano prendendo la strada opposta.
- Lo so … ma c’è ancora un po’ di tempo prima che la festa sia pronta, ti va di fare una passeggiata insieme? – propose l’altro indirizzandogli uno sguardo intenso, insolito per un tipo come lui, e continuando a procedere lungo una strada secondaria.
- Va bene, immagino. – commentò lui riprendendo a seguirlo - Comunque, che intendevi dire prima? – aggiunse subito.
- Ma tu non molli mai Sas’ke? –
- No –
Naruto lo osservò: pareva che si fosse notevolmente rilassato, aveva un’espressione serena e lievemente incuriosita e la sua postura non era più così rigida come quando erano partiti da casa di Sakura; il che era decisamente un bene, dato che erano quasi arrivati alla loro “vera” destinazione e sarebbe stato tutto molto più semplice se il suo ragazzo non fosse stato di cattivo umore.
- Mmmmh… vuol dire che se continuo a ripeterti che ti amo non è solo per farlo sapere a te ma anche perché mi rende felice dirlo. –
- Davvero? – Sasuke sollevò un sopracciglio.
- Beh, si … mi fa sentire come se la situazione fosse più reale, e mi piace. –
Sasuke rimase in silenzio per qualche attimo, evidentemente assorto nei suoi pensieri.
- Normalmente … non ti sembra reale? – chiese infine. Naruto prese un respiro profondo: forse quello non era il momento di affrontare un certo tipo di questione, ma ormai la conversazione li aveva portati a quel punto e non aveva senso tirarsi indietro.
- A volte no … o meglio, a volte ho la sensazione che le cose così perfette non possano durare a lungo. Beh, lo sai com’è la sensazione post-bellica, no? Pare quasi che niente di bello possa davvero resistere nel tempo. –
- Mmh. – Sasuke sapeva perfettamente di cosa stava parlando l’amico; tutti loro avevano sperimentato sensazioni simili nell’anno precedente: riprendersi la propria vita, senza la paura che tutto potesse sgretolarsi da un momento all’altro, non era stato facile per nessuno, ma pareva che ce la stessero facendo. Di certo, se lui ci stava riuscendo era solo grazie a Naruto, che in quel momento riprese a parlare:
- Dire quelle parole mi aiuta ad esorcizzare la paura che le cose belle finiscano … e poi mi rende felice vedere la tua espressione quando lo dico! –
Sasuke si accigliò - Perché, che espressione farei secondo te? –
Il compagno ridacchiò lievemente, poi si voltò verso di lui e rispose alla domanda, corredando la spiegazione con un’imitazione ridicola di uno sguardo adorante. - Al principio sembri leggermente irritato, poi però fai degli occhioni da cucciolo adorabili e sembra che la felicità ti esploda da tutti i pori, e … -
- Ma non è assolutamente vero! – sbraitò Sasuke in risposta, quasi arrabbiato: odiava che si facesse ironia sul suo essere più “sentimentale” di un tempo, si sentiva sminuito. L’unica sua consolazione era che era quasi certo di essersi rammollito solo con Naruto, e lui … beh, lui era lui, dopotutto.
- Si che è vero ma non devi sentirti in imbarazzo, forse anche io farei quella faccia se tu me lo dicessi. – commentò lui, evitando di guardarlo in faccia.
 
“Oh” pensò Sasuke “Colpito e affondato”. Era vero: da quando stavano insieme, Sasuke non gli aveva mai detto che lo amava. Certo, l’aveva fatto capire chiaramente e, indirettamente, l’aveva ammesso rispondendo alle domande di Naruto, perciò era certo che lui lo sapesse, però non poté che domandarsi: “che voglia sentirselo dire sul serio?”
Sasuke non ci aveva mai dato molto peso, per lui i fatti contavano molto più delle parole, però in quel momento si rese conto che forse Naruto ci teneva ed era rattristato dalla sua mancanza di comunicazione, da bravo sentimentale quale evidentemente era. Cominciò quindi a chiedersi come gestire una confessione del genere, dato che non si trattava certo di una cosa che si potesse sparare fuori così, in un momento a caso, e si mordicchiò il labbro, indeciso.
- Naruto, senti … - cominciò, ma si interruppe bruscamente notando che il suo interlocutore si era fermato di botto proprio davanti a lui in mezzo alla strada, rischiando pure di far si che lui gli finisse addosso. A furia di camminare erano finiti in una zona periferica del villaggio, una delle poche che aveva subito solo lievemente l’attacco di Pain al villaggio: c’era molto verde, poche grandi case in stile tradizionale si trovavano ai lati della strada ad intervalli molto più ampi che nelle vie principali.
 
- E adesso? Perché diamine ti sei fermato? – esclamò infastidito.
- Perché siamo nel posto giusto. –
- Giusto per cosa, esattamente?? – chiese osservando il paesaggio silenzioso e deserto intorno a loro.
- Per darti il tuo regalo di compleanno! – Naruto intrecciò le dita delle mani dietro alla schiena e si girò a fronteggiarlo, sorridendo.
- Ma sbaglio o avevi detto che me l’avresti dato dopo la festa? – chiese lui, perplesso.
- Ho cambiato idea, ho pensato fosse meglio dartelo ora che c’è ancora un po’ di sole in cielo, credo che renderà di più! – rispose.
In effetti, era ormai il tramonto: la luce del sole illuminava il panorama di brillanti tonalità aranciate, rendendo il paesaggio quasi surreale, e la figura di Naruto risultava lievemente in ombra da un lato e illuminata dal sole dall’altro. Sasuke lo osservò: non portava borse o zaini e i pantaloni che indossava erano troppo aderenti perché nelle tasche ci potesse stare alcunché.
- Ehm, ti ringrazio allora, non eri obbligato a farmi un regalo, ma … dove sarebbe esattamente? – chiese, vagamente imbarazzato ma soprattutto allibito.
Naruto gli si avvicinò di un passo, il suo sorriso si ampliò e, dopo averlo preso per in polso, lo attirò sul ciglio della strada.
- Proprio qui. -





Note Finali: come al solito non so assolutamente quando riuscirò ad aggiornare, ma abbiate fede: magari in ritardo ma arrivo sempre!
Ringrazio tutti coloro che stanno seguendo la storia e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate: leggere i vostri commenti è il sale della vita per chi scrive! :D
Come al solito se notate qualche erroraccio magari fatemelo sapere così li correggo al volo, grazie in anticipo! A presto!
  
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